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martedì 1 maggio 2012

Gothian. Capitolo 50. Fuscivarian in esilio incontra il cardinale Arenga. Eravamo un nobile popolo.






















Il vecchio monaco, seduto immobile su una panca del chiostro dell'abbazia di Marina del Campo, teneva gli occhi socchiusi e pareva stanco, ma le linee amare che tormentavano gli angoli della sua bocca indicavano in realtà una coscienza vigile.
«Senatore Fuscivarian» lo chiamò uno dei monaci «è arrivato Sua Eminenza il Cardinale Arenga. Vuole parlare con voi»
Sorpreso da questa notizia, il vecchio fece un leggero cenno di assenso con la mano.
Tra un fruscio di tonache e di baci all’anello, il potente Cardinale Augustin Arenga, Arcivescovo di Lathena, si fece largo maestoso e deciso verso una poltrona color porpora appositamente portata per lui davanti al vecchio Senatore.


Fuscivarian  non si alzò, ma aspettò che fosse il Cardinale ad avvicinarsi, a piegarsi leggermente per abbracciarlo e baciarlo in entrambe le guance.
«Sibelius… ma come ti sei ridotto? Non mi dirai che ti sei arreso!»
Il Senatore pareva guardare un punto imprecisato dietro ad una colonna del portico, da dove proveniva una melodia triste, di quelle che solo le popolazioni tropicali dell’Impero potevano creare.
«Augustin, tu invece sorridi troppo per i miei gusti. La Dama Gialla ci ha ingannati tutti. Credevi di essere saggio, cardinale, ma con tutte le tue sottigliezze non hai mostrato discernimento. Credevi che gli occhi della Grande Canonica fossero ciechi? Loro hanno visto più di quanto noi sapessimo. Quanto a Marigold, con la mano destra ci offriva aiuto e con la mano sinistra si preparava a soppiantarci»
Il Cardinale, un uomo dinamico, mondano ed energico, rimase come interdetto da quella risposta, e non volle nemmeno prenderla in considerazione: 
«Sibelius, non capisco questo tuo atteggiamento disfattista. Abbiamo perso una battaglia, ma la guerra è ancora tutta da decidere»
Fuscivarian parlò a voce così bassa che pareva uno sforzo per lui sillabare ogni singola parola: 
«Eravamo un nobile popolo… noi Lathear intendo… un popolo virtuoso, giusto e capace di provare compassione. Lo eravamo prima che gli Eclionner prendessero il potere...»



«Giunse Arexatan, e quando proclamò l'Impero, noi ci inorgoglimmo e diventammo avidi di ricchezze e di potere e questa fu la nostra maledizione»
Il cardinale scosse il capo:
«Tu rinneghi la nostra gloria?»
Fuscivarian sospirò:
«Fu vera gloria? I miei antenati erano uomini integri, ma si fecero confondere. Gli Eclionner indicavano il sole e dicevano: l'anima di Arexatan è lassù. Persino io ci credetti. Sai perché accettai di dare in sposa le mie figlie agli eredi degli Eclionner?»
L'arcivescovo era imbarazzato:
«Per indirizzare la Dinastia verso un Nobile Scopo!»
Il vecchio sorrise:
«In gioventù avevo sentito parlare dei ghiacci eterni di Gothian. Per uno cresciuto all'equatore, dove è sempre estate, è difficile credere ai ghiacci eterni. Potevo raffigurarmi una montagna innevata, ma un'intera distesa di neve era troppo perché la mia mente potesse immaginarla. Fu così che in segreto intrapresi un viaggio fin lassù, fino al Castello di Gothian»



Il cardinale incominciava a spazientirsi:
«E l'hai poi trovato, il tuo castello?»
Fuscivarian annuì:
«Una notte perenne. La notte artica. Sei mesi di oscurità. E lì vidi qualcosa che non avrei mai dovuto vedere. Sembravano umani, ma non lo erano. E capii perché il Conte Fenrik li aveva messi in bella mostra. Perché io potessi vederli. Vampiri, zombie e altre creature del ghiaccio. Era una prova di forza, voleva mostrarmi quale pericolo incombeva sull'Impero del Sole. Ma fu un inganno, perché io credevo che Eclion fosse il Sole e che ci avrebbe protetti dalle legioni del ghiaccio. La credevo una giusta causa e per il bene di quella causa accettai di legarmi all'imperatore folle, al vecchio Wechtigar XVI»


«L'ho servito per tremt'anni, ho dato mia figlia Wensy in moglie a suo figlio Sephir, l'ho sacrificata. Sono diventato bramoso di potere. Schiavo del potere. Ho corrotto mia nipote Ellis, ho rovinato suo fratello Masrek e poi alla fine che cosa ho ottenuto? Elner mi ha voltato le spalle, e sai una cosa: ha fatto bene! Perché io meritavo di essere punito»
Nelle sue parole l'amarezza e la rabbia si stemperavano a vicenda, conferendo un insolito alone di saggezza al vecchio senatore in esilio.
La musica in sottofondo si faceva sempre più triste.
Il Cardinale non si lasciò commuovere:
«E' soltanto una situazione temporanea. Presto anche Elner farà un passo falso, e allora la Dama Gialla sarà costretta a trattare con noi»
Fuscivarian rise, come se avesse sentito una solenne idiozia, poi tornò al suo tono elegiaco: 
«La melodia che senti... ricordo che a Wensy piaceva tanto»


Il Cardinale aggrottò le sopracciglia: 
«Wensy era un pericolo per la Dinastia, esattamente come adesso lo è Elner! Ma con Marigold possiamo ancora trattare!»
Le rughe sul viso di Fuscivarian si infossarono:
«Augustin, se ti illudi di poter controllare Marigold, sei ancora più sciocco di quanto pensassi»
Il Cardinale Arenga sgranò gli occhi: 
«Sei tu che non capisci! Marigold ha perduto il sostegno di Eclion!»
Il senatore gli puntò contro l'indice della mano destra:
«Eclion ha abbandonato tutti noi. Anzi, in verità non è mai stato dalla nostra parte. Non abbiamo voluto vedere ciò che pure era evidente. Come potevamo aspettarci lealtà dal Signore delle Tenebre che serve Ahriman, il dio del Male?»


Il Cardinale cambiò espressione come se fosse stato appena schiaffeggiato: «Questa è una bestemmia! Chi ti ha messo in testa queste idee eretiche?»
Fuscivarian scosse il capo:
«E' stato Elner stesso! Ma a parlare era l'anima di Arexatan: ho visto il suo sguardo, ho udito le sue parole. Mi ha rivelato ciò che tu mi hai taciuto per mezzo secolo!»


Il Cardinale apparve meravigliato: «Non merito una simile accusa. Sapevamo entrambi che c'erano dei rischi nel nostro piano... non ti ho mai nascosto nulla. Forse eri tu che preferivi non vedere...»
Fuscivarian scosse il capo:
«Io sono sempre stato un uomo di fede, Augustin! Certo, amavo il potere, ma sono sempre stato devoto a Eclion. Ho fatto tutto il possibile per favorire la reincarnazione di Arexatan... ma non immaginavo che avrei evocato un simile demonio!»
Il Cardinale tacque.
Fuscivarian si rese conto che in un istante imprecisato del loro dialogo la musica si era interrotta.
Arenga si era innervosito.
«Dove vuoi arrivare, Sibelius
Il senatore chiuse gli occhi:
«Elner va cacciato! Io da oggi in poi sosterrò il ritorno di Sephir Eclionner»
Il prelato scattò in piedi:
«Tu sei impazzito del tutto! Sephir ti odia... come speri di ottenere favori da lui?» 
Fuscivarian si voltò di scatto:
<<Non cerco favori, ma solo una riabilitazione per tutto il nostro popolo. Quando Sephir tornerà, avrà bisogno di qualcuno che gli assicuri l'appoggio del Senato. E a chi credi che si rivolgerà?>>
Il cardinale lanciò al senatore uno sguardo obliquo:
<<Incomincio a capire.  E devo ammettere che con questo saio hai un aspetto ancora più minaccioso>>



Prima di congedarsi dal vecchio recitò la formula di assoluzione e fu percorso da un brivido di paura.





martedì 17 aprile 2012

Gothian. Capitolo 43. Lady Ariellyn riabbraccia sua figlia Lilieth

Da molti anni aveva perso la speranza.
Non aveva voluto nemmeno sentir parlare di sua figlia.
Anche il solo sentir nominare Lilieth le provocava un dolore insostenibile.
La gente lo aveva capito, ma tendeva a semplificare troppo la questione.
Non si nomina la corda in casa dell'impiccato.
Era questo che pensavano.
In realtà Lady Ariellyn Vorkidian, Contessa di Keltar Senia, era dilaniata dai sensi di colpa, anche se, per amore di suo nipote, aveva sempre mantenuto un contegno esemplare.



Si sentiva in colpa per non essere stata in grado di impedire la rovina di sua figlia.
Ariellyn era rimasta vedova quando Lilieth era ancora una bambina, ed aveva accettato che il ruolo paterno fosse esercitato dal druido Halfgan, guida spirituale della contea.
Tutti i guai erano iniziati quando Lilieth aveva deciso di diventare una sacerdotessa di Ulien, dea della luna, ed Halfgan l'aveva iniziata agli Arcani Supremi.
Perché l’ho permesso? Nulla di buono è mai derivato alla mia stirpe dall'intromettersi nel conflitto tra angeli e demoni.
Il secondo gravissimo errore era stato permetterle di sposare Masrek Eclionner.
I Vorkidian e gli Eclionner si sono fatti la guerra per secoli, la stirpe della Luce contro la progenie delle Tenebre... ed io ho tollerato che queste due discendenze si unissero...
Si era illusa che, in quel modo, Lilieth e Marsrek, con le loro nozze, sanassero una volta per sempre l'antica frattura, e creassero le condizioni per la pace.
Che stupida sono stata! Credere che bastasse questo per porre fine ad una ostilità millenaria!
Ma l'errore più grande di tutti, era stato lasciare che Lilieth accompagnasse Masrek nella sua missione a Lathena.
Non mi perdonerò mai per averle consentito di partire.
Dopo il rapimento di sua figlia, Lady Ariellyn non aveva avuto più notizie di lei.
All'inizio le aveva cercate, ma ogni volta che si illudeva, la delusione era ancora più cocente.
Si era resa conto che l'unica cosa che potesse fare era non ripetere gli stessi errori col figlio di Lilieth.
Aveva vietato ad Halfgan di rivelargli la verità sui motivi della sparizione dei genitori, e si era opposta fermamente all'idea che il ragazzo fosse iniziato al druidismo.
Credeva che farlo istruire come retore e giurista gli avrebbe garantito una vita tranquilla, lontana dai pericoli.
Ma ho fallito anche con Marvin, ora lui è proprio nel mezzo del futuro campo di battaglia!



Quando Marvin era partito, Halfgan aveva trovato il coraggio di affrontare la Lady e di violare il tabù che gravava sulla storia di Lilieth.
Insomma Ariellyn, come te lo devo dire? Ci sono delle prove inconfutabili secondo cui  Lilieth potrebbe essere ancora viva! Ho ricevuto dei messaggi inequivocabili dai druidi di Tadna: dicono di averla vista in compagnia di alcuni navigatori di fiume: si sta muovendo verso sud, lungo il corso dell'Amnis.
Lei aveva scosso la testa, facendo tremare i suoi riccioli ramati.
Era ancora giovane: era diventata madre presto, e a sua volta Lilieth aveva avuto Marvin quando era giovanissima.
Tanta fretta... e poi, per anni e anni, il nulla...
C’era voluto troppo tempo per accettare l’idea che Lilieth non tornasse più, e ora Halfgan insisteva nel riaprire una ferita che non si era mai rimarginata del tutto. 
"Halfgan, mi sono illusa troppe volte... ci crederò solo se e quando la vedrò con i miei occhi"
Erano passati alcuni giorni e poi, in una fredda giornata di fine dicembre, le informazioni di Halfgan si erano rivelate esatte.
Un messaggio in codice da Amnisia annunciava l'arrivo di "ospiti" non specificati, ma la calligrafia sembrava proprio quella di Lilieth.
Solo a quel punto aveva concesso a se stessa di sperare.
Halfgan era tornato alla carica: “Coloro che la volevano prigioniera la volevano anche viva. Questo, insieme ad altre informazioni, mi fa pensare che siano i suoi stessi carcerieri ad accompagnarla. Credo che in fondo loro l'abbiano solo protetta da pericoli maggiori
Ariellyn era rimasta colpita da quell’osservazione: “Rapirla e imprigionarla per proteggerla? Dovrei forse ringraziarli?
Halfgan aveva evitato di spingersi oltre: “Vado alla darsena del Fossato Grande: lì attraccherà la barca con tua figlia e gli altri... ospiti... ma farò capire che per il momento solo Lilieth è persona gradita. Li farà rimanere a distanza, ma sappi fin d'ora che non se ne andranno. Sarà tua figlia a spiegarti come stanno le cose.”.
Lei si era limitata a fissarlo con aria smarrita. La situazione non le era chiara, ma in quel momento erano troppi i suoi pensieri, e le emozioni lo erano ancora di più.

File:Krige as jessica.jpg

E da quel momento era rimasta in attesa.
E' passata un'ora e mi pare un secolo…
Non voleva presentarsi subito al cancello: aveva prima bisogno di osservare di lontano, dall’alto del balcone dell’antica villa.
Era quasi metà mattina quando finalmente scorse in lontananza, sulla riva del Fossato Piccolo, due donne insieme ad Halfgan, che faceva strada.
Una delle due era bionda, e pareva una adolescente, quindi non poteva essere Lilieth.
Ma l'altra...
Aspettò ed osservò meglio.
Dei santissimi! Vi rendo grazie!
Guardò meglio e non ebbe più dubbi, era lei!
E non era cambiata.
Indossa il diadema della moglie di Vorkidex... e sorride...



La gioia di Ariellyn non si poteva esprimere a parole.
Corse giù per le antiche scale della villa e si diresse verso il ponte sul fossato.
Anche Lilieth si era messa a correre in direzione del ponte.
E proprio lì, finalmente, madre e figlia poterono riabbracciarsi.
Si tennero strette per molto tempo, incapaci di staccarsi o di dire una parola, sotto lo sguardo benevolente di Halfgan.



Infine, dopo un'eternità di istanti, si guardarono negli occhi.
Lilieth fu la prima a parlare.
«Madre, perdonami per tutta la sofferenza che ti ho causato. In tutti questi anni il mio cuore si straziava al pensiero di te che mi credevi morta, ma era necessario che non ci fossero comunicazioni di alcun tipo... niente che permettesse ai nostri nemici di risalire a Marvin»
Ariellyn annuì. Lo capiva, e dovette ammettere che sua figlia si era comportata saggiamente.
C’era Marvin da difendere. Ma chi sono questi nemici? 
Accarezzò il viso della figlia, ed un pensiero la turbò.
Diede voce a una domanda inevitabile.
«E Masrek...»
Lilieth sorrise:
«E' vivo anche lui, madre... e so che sta percorrendo la via coloniale verso sud... ma la sua strada è diversa dalla mia...
Ariellyn non volle insistere:
«Ci sono troppe notizie incredibili in una volta sola. Mi pare di essere in un sogno. Ma tu sei vera, bambina mia, sei reale, io ti tocco, ti sento parlare, ti accarezzo i capelli»
E di nuovo la abbracciò.
Quando tornarono a guardarsi in faccia, Ariellyn le disse: «Marvin è diventato un uomo ormai, avrei voluto trattenerlo qui, ma non potevo continuare a nasconderlo in eterno...»
E le lacrime le impedirono di proseguire.
«Lo so» rispose subito Lilieth «Halfgan mi ha spiegato tutto. Sei stata come una madre per lui, la migliore delle madri! Io l'ho messo al mondo, ma tu hai fatto tutto il resto, e te ne sarò grata per sempre. A me è stato concesso di vederlo solo in lontananza: mentre passavamo vicino al porto di Floriana, io l'ho visto... sapevo che era lui... somiglia così tanto a suo padre...»
Ariellyn annuì.
Somiglia troppo a suo padre, è questo che mi preoccupa...
Ma non disse niente: quella era una giornata di festa, e non voleva turbare quella gioia con altre preoccupazioni.
L’unica cosa che importa è che lei sia qui.
Solo allora notò che la ragazza bionda stava attendendo vicino ad Halfgan e sorrideva.
«Chi è questa giovane che ha i tratti degli Alfar?»
Lilieth fece un cenno ad Alienor che si presentò:
«Sono Aliènor di Alfàrian... anche io data per morta, ed anche io tornata nel vasto mondo per compiere il mio destino...»

File:Ghanima2.jpg

Ariellyn ricambiò il sorriso e chinò il capo leggermente, in segno di omaggio.
Aveva intuito che potesse essere lei. A sorprenderla non era tanto l'identità della principessa, quanto le sue parole.
Destino! Tutti a parlare di destino!
Detestava quel termine. Non era mai stata fatalista, e le sembrava sbagliato credere che gli eventi non si potessero cambiare con le proprie forze. Ma anche quello era un argomento troppo delicato, e decise di rimandare tutte le domande ai giorni seguenti..
C'è un tempo per ogni cosa, e questo è il tempo per la felicità!


N.d.A.

Lady Ariellyn Vorkidian è interpretata da Alice Krige nel ruolo di lady Jessica Atreides ne "I figli di Dune" ("Children of Dune") miniserie tv tratta dall'omonimo romanzo di Frank Herbert.
La guerra tra i Vorkidian e gli Eclionner è ispirata a quella tra gli York e i Lancaster, nota come Guerra delle due Rose (ne ha tratto ispirazione anche George Martin nelle sue Cronache, dove la rivalità principale è tra la famiglia Stark e la famiglia Lannister).
Marvin Vorkidian è rappresentato come Jon Snow ne "Il trono di spade".
La città di Tadna è ispirata da Pavia e il fiume Tadnius dal Ticino, mentre l'Amnis è il Po.
Lilieth Vorkidian è intepretata da Claire Forlani nel ruolo di Igraine Pendragon in "Camelot".
L'espressione "Per le antiche scale" è una citazione del titolo di un romanzo di Mario Tobino.
Il druido Halfgan è interpretato da Gurney Halleck. Nella stessa foto Lilieth è rappresentata come Irulan Corrino.
Alienor di Alfarian è interpretata da Jessica Brooks nel ruolo di Ghanima Atreides.


mercoledì 28 marzo 2012

Gothian. Capitolo 33. Ellis lascia Lathena: inizia l'espiazione.


La mattina del 20 dicembre, Ellis Eclionner partecipò alla sua ultima udienza nella sala del trono.
Elner XI sedeva sul Trono del Solea sinistra c’era Marigold, ormai accettata come sua amante ufficiale, e a destra c’era lei, l’imperatrice madre.
Ellis guardava il figlio con la consapevolezza di averlo perduto.
Per anni aveva sperato di riuscire a proteggerlo dal suo destino, ma ormai non c’era più niente da fare.
Arexatan si stava svegliando dentro di lui.

 

Elner aveva conferito alla madre l’incarico di coordinare le operazioni di sicurezza ai confini con  la Federazione Keltar. Di  fatto era una condanna all’esilio.
La lunga stagione della Reggenza era finita.
  Il Senato imperiale aveva clamorosamente respinto la richiesta di rinnovo della carica ad Ellis Eclionner, con la motivazione, peraltro valida, che l'imperatore aveva compiuto la maggiore età ed appariva notevolmente migliorato nelle condizioni di salute.
Merito della Dama Gialla!
Però Elner mi ha concesso quindici legioni. Marigold non lo ha ancora plagiato del tutto.
C'era forse qualche speranza di salvarlo?
L'ex reggente non si faceva illusioni, ma come madre non si rassegnava all'idea che il figlio fosse caduto in mani così diaboliche.
Al termine dell’udienza, Ellis  scese le gradinate dell’Acropoli di Lathena per l’ultima volta.
Davanti a lei camminavano Elner e Marigold, affiancati come una coppia reale.

Lower Step: Jonathan Bruun as Farad'n and Alice Krige as Lady Jessica.  Back Step: Julie Cox as Princess Irulan
Sci-Fi Network's Children of DuneThursday, September, 21, 2006, 4:21 PM 

Mentre scendeva le gradinate, Ellis ricambiava il saluto del popolo alzando il braccio destro, con il palmo rivolto verso di sé.
La Dama Gialla, di fianco all’amante, disse a voce alta :
Quando tua madre uscirà da queste mura, avrà perso tutto. Non altri regni troverà, non altri mari. Perché se ha sprecato la sua vita nel centro del mondo, allora l’ha sprecata su tutta la terra
Ellis, che aveva udito, rifletté su quelle parole.
Ho davvero sprecato la mia vita? Non c'è niente di buono da salvare?
Aveva rafforzato l'Impero. Aveva fatto, di diversi popoli, un'unica patria. Aveva garantito la pace per diciotto anni. Aveva restaurato la capitale, facendone la città più grande del mondo.
All’improvviso tutto questo le appariva così vano.
Vanità delle vanità, e tutto l'universo è vanità.
Quando raggiunsero l’ultimo gradino, la folla spontaneamente si inginocchiò, in segno di omaggio alla sovrana uscente.
Lo sentono anche loro che è la fine. La sciamatura dell’ape regina.
Guardò Marigold, che assaporava la propria presa di potere.
Non la invidiò.
In fondo la devo ringraziare, mi ha liberata da questa prigione d'oro.
Le venne da sorridere spontaneamente.


 

Quando giunse infine il momento del congedo, disse:
Marigold, ti lascio in eredità la mia paura e la mia solitudine
La Dama Gialla, colta di sorpresa, si limitò a commentare:
Sia fatta la volontà di Eclion” 
Si scambiarono un rapido bacio sulla guancia, ma senza toccarsi.
Poi ci fu il commiato con il figlio, che le baciò la mano, con freddezza.
Non poteva dargli torto. 
Elner, ho voluto proteggerti da tutto, ma ho fallito. Ho commesso errori imperdonabili, ma forse un giorno tutto questo dolore ti sarà utile
Poi si voltò, perché non vedessero la commozione nei suoi occhi.
Cercò di mantenere un contegno regale.
Camminando lungo la via che conduceva alla Porta del Nord, tra le ali della folla che si inchinava al suo passaggio, pensò a tutto quello che si lasciava alle spalle, a tutto ciò che aveva di più caro, e che non avrebbe rivisto mai più, se non in sogno.
Anche questo faceva parte della sua espiazione e anche quel dolore un giorno sarebbe stato utile.
Quando giunse in prossimità delle mura, si voltò indietro un’ultima volta, a guardare la città alta.
Un presentimento si fece strada dentro di lei.
Non a lungo brilleranno le luci sull’Acropoli.
Le si strinse il cuore, ma non poteva indugiare oltre.
Fuori dalla Porta del Nord la attendeva una carrozza, che l’avrebbe condotta fino alla Vedetta Lathearica, al confine con la Federazione Keltar. Quella sarebbe stata la sua nuova dimora.
Un confino in piena regola.
A salutarla, vicino alla carrozza, c’erano i compagni di mille nefandezze.
Il senatore Fuscivarian si illudeva di poter controllare Elner.
Bial partiva con lei.
Il primo ministro Tucker, monumentale nella sua obesità, appariva sinceramente addolorato.
Le fece tenerezza.
A suo modo mi ha voluto bene.
Si abbracciarono.




Infine Padre Mollander le si avvicinò e dopo un breve inchino le disse: “La Profezia si è compiuta. Ora sei libera. Inizia per te un’età incognita. Ti viene offerta una seconda possibilità. Non sprecarla
Ellis annuì distrattamente.
Ormai i suoi occhi guardavano lontano.


Mentre saliva sulla carrozza, disse ai suoi fedelissimi:
 “Non piangete per me. La mia vita non finisce. E’ appena nata!”.
Abbassò le tende, e  si sentì incredibilmente serena.
La carrozza partì, e il rollio e la stanchezza ebbero la meglio, e si assopì.
In sogno rivide l’immagine di lei e Masrek adolescenti.



Stava rivivendo un evento realmente accaduto.
Avevano trascorso tutto il giorno in giro ai margini del grande deserto a sud di Lathena.
Avevano parlato a lungo, di tutto e di niente. 

 

 Al ritorno lei gli aveva donato  un ciondolo con un enorme zaffiro incastonato nell’oro, dietro al quale aveva fatto incidere la scritta: “E. ed M. per sempre”.
Lui aveva esitato ad accettarlo. Ne capiva le implicazioni, e le conseguenze. 
Ma alla fine non si era opposto.

 

Poi le loro fronti si erano appoggiate l'una sull'altra.
Nel sogno rivisse l'intensità di quel momento.
Era stato il giorno più felice della sua vita.
Quando, poco dopo, si risvegliò, provò un grande senso di nostalgia.
Masrek devo rivederti, ormai sei l'unica ragione della mia esistenza.
E forse sarebbe accaduto presto.
Bial l'aveva informata che l'Eremita era stato rintracciato a sud dell'Amnis, mentre percorreva a piedi la Via Coloniale, in direzione della Sublime Porta che, attraversando la Grande Muraglia, costituiva l'unico accesso all'Impero.
Stai tornando da me, ed io ti vengo incontro...


N.d.A.

Ellis Eclionner da adulta è interpretata da Daniela Amavia nei panni di Alia Atreides ne "I figli di Dune" ("Children of Dune") miniserie tratta dai romanzi di Frank Herbert.
Ellis da giovane è Jessica Brooks nel ruolo di Ghanima Atreides.
Masrek Eclionner è James McAvoy nel ruolo di Leto Atreides.
Rowland Tucker è Ian McNeice nel ruolo del barone Vladimir Harkonnen.
Elner XI Eclionner è Farad'n Corrino.
Marigold di Gothian è Alice Krige.
Il testo contiene citazioni di Konstantinos Kavafis ed Eugenio Montale.