Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
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lunedì 3 dicembre 2012
Gothian. Capitolo 133. Ellis Eclionner: la solitudine dei sopravvissuti
Si aggirava come un'ombra tra le tende dell'accampamento. I legionari all'inizio non l'avevano nemmeno riconosciuta. Alcuni credevano fosse uno spettro, altri una prostituta ammorbata da malattie veneree.
I pochi che avevano avuto il coraggio di avvicinarsi ne erano rimasti sconvolti:
<<Maestà, perdonatemi... io non... non pensavo che... ma vi sentite bene?>>
Ellis Eclionner, con i capelli arruffati, le occhiaie e i vestiti scuri, alzava una mano e sussurrava:
<<Non è niente... sto benissimo... tornate alle vostre occupazioni>>
La voce si era sparsa in giro e gli ufficiali avevano commentato che dopotutto anche Elner V vagava tra le tende la notte prima della vittoria di Agincourt.
Una debole argomentazione, pensava Ellis, ma ormai nessuno faceva più caso al "vagabondare dell'imperatrice vedova".
Due volte vedova, di un uomo che non è mai stato mio marito.
Aveva già sofferto lo stesso dolore diciannove anni prima, quando Masrek era stato dato per morto.
Già allora aveva scoperto una lezione importante.
La felicità passata non è più felicità. Il dolore passato è ancora dolore.
Ne aveva parlato, all'epoca, col suo migliore confidente, Bial l'Eunuco.
"Maestà" le aveva detto Bial "almeno voi avete conosciuto il vero amore!"
Ricordava di avergli risposto con una frase che sentiva di condividere ancora:
"Conoscere il vero amore e perderlo poco dopo è molto più doloroso che non conoscerlo mai".
E poi aveva citato i versi di un poeta delle terre dei Keltar, che aveva però scritto le sue opere in lingua latheari, sia antica che moderna.
Non esser mai, non esser mai, ma meno morte che non esser più...
La mancanza era un sentimento più forte dell'assenza.
L'assenza è un non esserci, la mancanza è un venir meno... non è la stessa cosa.
Ricordava che nei giorni in cui aveva perduto Masrek per la prima volta, il vecchio priore Mollander, che era stato il suo istitutore, le aveva raccontato un aneddoto:
"Una volta partecipai al funerale di una persona morta prematuramente. Tutti piangevano, e anche io piansi. Un novizio allora mi rimproverò dicendo: <<Padre, perché piangete? La sua anima è ora in Paradiso!>> ed io gli risposi: <<Non è per i morti che io piango, ma per i sopravvissuti>>"
Fu allora che Ellis si era resa conto, in modo chiaro, che il vero dolore era quello di chi sopravviveva.
Ora non ci sono né Bial né Mollander a cercare di dare un senso al mio dolore.
Non aveva più spalle su cui piangere, e l'unica ragione che la teneva in vita era la vendetta.
Ma quando la vendetta diventa l'unica ragione di vita, tanto vale che si scavino due tombe, una per il nemico e una per se stessi.
Ripensò alla sua vita.
Avevo solo sedici anni quando io e Masrek facemmo l'amore, vicino a una yurta, al limitare della steppa, in un mondo che non esiste più.
Quando rimasi incinta, lui mi implorò di abortire, ma io non l'avrei fatto per nessuna ragione al mondo.
Per questo aveva dovuto trovare un marito e sposarlo il prima possibile.
Ho sposato mio cugino Elner e ho dato a mio figlio il suo nome, ma non bastava questo per far credere che il bambino fosse veramente suo.
Poi era accaduto quello che lei chiamava "Tutto il male", nell'anno della Primavera di Sangue.
Mio padre partì per la guerra, Fuscivarian avvelenò mio nonno e mio marito, Masrek fuggì e si fece credere morto, mia madre si suicidò per il dolore... avrei potuto salvarla, avrei potuto salvare anche tutti gli altri, se solo Masrek fosse rimasto al mio fianco!
Senza di lui, le rimaneva solo il potere. A soli diciotto anni era diventata l'imperatrice reggente.
Ho governato per vent'anni col pugno di ferro. I legionari tremano ancora al solo vedermi.
Poi c'era stato il pentimento, ed un lungo cammino di redenzione.
Ho rinunciato al trono, al potere, allo sfarzo, alla mia reggia, e sono andata in esilio in questa terra fangosa, dove il sole è pallido.
Aveva ritrovato suo padre ed aveva appreso che Masrek era ancora vivo.
Raggiungemmo il castello in armi, ma non mi accorsi quando vidi lui, o lo rividi. Sentii due occhi consumarmi...
E poi la sua voce.
"Eccola! Così bella. Così fredda. Come un mattino di primavera ancora legato al gelo dell'inverno"
Era stato come se tutti quegli anni non fossero mai passati.
Non importava niente che lui avesse una moglie e un altro figlio. Si erano amati di nuovo, questa volta in una baita ai piedi delle montagne, e dopo lui le aveva domandato:
"In tutti questi anni, cos'hai detto alle tenebre nelle amare veglie notturne, quando tutta la terra sembrava contrarsi e i muri della tua dimora ti si stringevano addosso, come una gabbia che cercasse di irretire qualcosa di selvaggio?"
"Ho tenuto sempre accesa una piccola fiamma, Masrek, e ho maledetto l'oscurità"
"Tu sei la mia rosa d'inverno, la prima e l'ultima, prima che tutto svanisca"
Solo ora Ellis capiva il senso di quelle parole.
Oh, Masrek, tu eri un poeta, non un soldato. Non avrei dovuto lasciarti combattere.
Ma ormai a nessuno importava più nulla di lui, nemmeno a loro padre, né a loro figlio, né a Marvin.
E adesso non importa a nessuno nemmeno di me...
Una sola cosa la teneva in vita.
Un'unica missione, un'unica direzione, un'unica vendetta.
Gothian.
N.d.A.
Ellis Eclionner è rappresentata da Eva Green nel ruolo di Morgana in "Camelot".
Le immagini di Ellis e Masrek da giovani sono tratte dalla serie tv "I figli di Dune", e ritraggono Ghanima e Leto Atreides.
Il testo contiene una citazione da Giovanni Pascoli, un'altra citazione dal Signore degli Anelli e una terza citazione dalla canzone Ginevra di Marco Ongaro.
martedì 17 aprile 2012
Gothian. Capitolo 43. Lady Ariellyn riabbraccia sua figlia Lilieth
Da molti anni aveva perso la speranza.
Non aveva voluto nemmeno sentir parlare di sua figlia.
Anche il solo sentir nominare Lilieth le provocava un dolore insostenibile.
La gente lo aveva capito, ma tendeva a semplificare troppo la questione.
Non si nomina la corda in casa dell'impiccato.
Era questo che pensavano.
Non aveva voluto nemmeno sentir parlare di sua figlia.
Anche il solo sentir nominare Lilieth le provocava un dolore insostenibile.
La gente lo aveva capito, ma tendeva a semplificare troppo la questione.
Non si nomina la corda in casa dell'impiccato.
Era questo che pensavano.
In realtà Lady Ariellyn Vorkidian, Contessa di Keltar Senia, era dilaniata dai sensi di colpa, anche se, per amore di suo nipote, aveva sempre mantenuto un contegno esemplare.
Si sentiva in colpa per non essere stata in grado di impedire la rovina di sua figlia.
Ariellyn era rimasta vedova quando Lilieth era ancora una bambina, ed aveva accettato che il ruolo paterno fosse esercitato dal druido Halfgan, guida spirituale della contea.
Si sentiva in colpa per non essere stata in grado di impedire la rovina di sua figlia.
Ariellyn era rimasta vedova quando Lilieth era ancora una bambina, ed aveva accettato che il ruolo paterno fosse esercitato dal druido Halfgan, guida spirituale della contea.
Tutti i guai erano iniziati quando Lilieth aveva deciso di diventare una sacerdotessa di Ulien, dea della luna, ed Halfgan l'aveva iniziata agli Arcani Supremi.
Perché l’ho permesso? Nulla di buono è mai derivato alla mia stirpe dall'intromettersi nel conflitto tra angeli e demoni.
Il secondo gravissimo errore era stato permetterle di
sposare Masrek Eclionner.
I Vorkidian e gli Eclionner si sono fatti la guerra per secoli, la stirpe della Luce contro la progenie delle Tenebre... ed io ho tollerato che queste due discendenze si unissero...
Si era illusa che, in quel modo, Lilieth e Marsrek, con le loro nozze, sanassero una volta per sempre l'antica frattura, e creassero le condizioni per la pace.
Che stupida sono stata! Credere che bastasse questo per porre fine ad una ostilità millenaria!
Si era illusa che, in quel modo, Lilieth e Marsrek, con le loro nozze, sanassero una volta per sempre l'antica frattura, e creassero le condizioni per la pace.
Che stupida sono stata! Credere che bastasse questo per porre fine ad una ostilità millenaria!
Ma l'errore più grande di tutti, era stato lasciare che Lilieth accompagnasse Masrek nella sua missione a Lathena.
Non mi perdonerò mai per averle consentito di partire.
Non mi perdonerò mai per averle consentito di partire.
Dopo il rapimento di sua figlia, Lady
Ariellyn non aveva avuto più notizie di lei.
All'inizio le aveva cercate, ma ogni volta che si illudeva, la delusione era ancora più cocente.
Si era resa conto che l'unica cosa che potesse fare era non ripetere gli stessi errori col figlio di Lilieth.
Aveva vietato ad Halfgan di rivelargli la verità sui motivi della sparizione dei genitori, e si era opposta fermamente all'idea che il ragazzo fosse iniziato al druidismo.
Credeva che farlo istruire come retore e giurista gli avrebbe garantito una vita tranquilla, lontana dai pericoli.
All'inizio le aveva cercate, ma ogni volta che si illudeva, la delusione era ancora più cocente.
Si era resa conto che l'unica cosa che potesse fare era non ripetere gli stessi errori col figlio di Lilieth.
Aveva vietato ad Halfgan di rivelargli la verità sui motivi della sparizione dei genitori, e si era opposta fermamente all'idea che il ragazzo fosse iniziato al druidismo.
Credeva che farlo istruire come retore e giurista gli avrebbe garantito una vita tranquilla, lontana dai pericoli.
Ma ho fallito anche con Marvin, ora lui è proprio nel mezzo del futuro campo di battaglia!
Quando Marvin era partito, Halfgan aveva trovato
il coraggio di affrontare la Lady e di violare il tabù che gravava sulla storia di
Lilieth.
“Insomma Ariellyn, come te lo
devo dire? Ci sono delle prove inconfutabili secondo cui Lilieth potrebbe
essere ancora viva! Ho ricevuto
dei messaggi inequivocabili dai druidi di Tadna: dicono di averla vista in compagnia di alcuni navigatori di fiume: si sta muovendo verso sud, lungo il corso dell'Amnis.”
Lei aveva scosso la testa, facendo tremare i suoi riccioli ramati.
Era ancora giovane: era diventata madre presto, e a sua volta Lilieth aveva avuto Marvin quando era giovanissima.
Tanta fretta... e poi, per anni e anni, il nulla...
Era ancora giovane: era diventata madre presto, e a sua volta Lilieth aveva avuto Marvin quando era giovanissima.
Tanta fretta... e poi, per anni e anni, il nulla...
C’era voluto troppo tempo per accettare
l’idea che Lilieth non tornasse più, e ora Halfgan insisteva nel riaprire una
ferita che non si era mai rimarginata del tutto.
"Halfgan, mi sono illusa troppe volte... ci crederò solo se e quando la vedrò con i miei occhi"
Erano passati alcuni giorni e poi, in una fredda giornata di fine dicembre, le informazioni di Halfgan si erano rivelate esatte.
Un messaggio in codice da Amnisia annunciava l'arrivo di "ospiti" non specificati, ma la calligrafia sembrava proprio quella di Lilieth.
Erano passati alcuni giorni e poi, in una fredda giornata di fine dicembre, le informazioni di Halfgan si erano rivelate esatte.
Un messaggio in codice da Amnisia annunciava l'arrivo di "ospiti" non specificati, ma la calligrafia sembrava proprio quella di Lilieth.
Solo a quel punto aveva concesso a se
stessa di sperare.
Halfgan era tornato alla carica: “Coloro che la volevano prigioniera la volevano anche viva.
Questo, insieme ad altre informazioni, mi fa pensare che siano i suoi stessi carcerieri ad accompagnarla. Credo che in fondo loro l'abbiano solo protetta da pericoli maggiori”
Ariellyn era rimasta colpita da
quell’osservazione: “Rapirla e imprigionarla per proteggerla? Dovrei forse ringraziarli?”
Halfgan aveva evitato di spingersi oltre: “Vado
alla darsena del Fossato Grande: lì attraccherà la barca
con tua figlia e gli altri... ospiti... ma farò capire che per il momento solo Lilieth è persona gradita. Li farà rimanere a distanza, ma sappi fin d'ora che non se ne andranno. Sarà tua figlia a spiegarti come stanno le cose.”.
Lei si era limitata a fissarlo con aria smarrita. La situazione non le era chiara, ma in quel momento erano troppi i suoi pensieri, e le emozioni lo erano ancora di più.
E da quel momento era rimasta in attesa.
E da quel momento era rimasta in attesa.
E' passata un'ora e mi pare un
secolo…
Non voleva presentarsi subito al
cancello: aveva prima bisogno di osservare di lontano, dall’alto del balcone dell’antica
villa.
Era quasi metà mattina quando finalmente scorse in lontananza, sulla riva del Fossato Piccolo, due donne insieme ad Halfgan, che faceva strada.
Una delle due era bionda, e pareva una adolescente, quindi non poteva essere Lilieth.
Ma l'altra...
Aspettò ed osservò meglio.
Una delle due era bionda, e pareva una adolescente, quindi non poteva essere Lilieth.
Ma l'altra...
Aspettò ed osservò meglio.
Dei santissimi! Vi rendo grazie!
Guardò meglio e non ebbe più dubbi, era lei!
E non era cambiata.
Indossa il diadema della moglie di Vorkidex... e sorride...
E non era cambiata.
Indossa il diadema della moglie di Vorkidex... e sorride...
La gioia di Ariellyn non si poteva esprimere a parole.
Corse giù per le antiche scale della villa e si diresse verso il ponte sul fossato.
Anche Lilieth si era messa a correre in direzione del ponte.
E proprio lì, finalmente, madre e figlia poterono riabbracciarsi.
Si tennero strette per molto
tempo, incapaci di staccarsi o di dire una parola, sotto lo sguardo benevolente di Halfgan.
Infine, dopo un'eternità di istanti, si guardarono negli occhi.
Lilieth fu la prima a parlare.
Lilieth fu la prima a parlare.
«Madre, perdonami per tutta la sofferenza
che ti ho causato. In tutti questi anni il mio cuore si straziava al pensiero di te che mi credevi
morta, ma era necessario che non ci fossero comunicazioni di alcun tipo... niente che
permettesse ai nostri nemici di risalire a Marvin»
Ariellyn annuì. Lo capiva, e dovette ammettere che sua figlia si era comportata saggiamente.
C’era Marvin da difendere. Ma chi sono questi nemici?
Accarezzò il viso della figlia, ed un pensiero la turbò.
Diede voce a una domanda inevitabile.
Accarezzò il viso della figlia, ed un pensiero la turbò.
Diede voce a una domanda inevitabile.
«E Masrek...»
Lilieth sorrise:
«E' vivo anche lui, madre... e so che sta percorrendo la via coloniale verso sud... ma la sua strada è diversa dalla mia....»
Ariellyn non volle insistere:
«Ci sono troppe notizie incredibili in una volta sola. Mi pare di essere in un sogno. Ma tu sei vera, bambina mia, sei reale, io ti tocco, ti sento parlare, ti accarezzo i capelli»
«Ci sono troppe notizie incredibili in una volta sola. Mi pare di essere in un sogno. Ma tu sei vera, bambina mia, sei reale, io ti tocco, ti sento parlare, ti accarezzo i capelli»
E di nuovo la abbracciò.
Quando tornarono a guardarsi in
faccia, Ariellyn le disse: «Marvin è diventato un uomo ormai, avrei voluto trattenerlo qui, ma non potevo continuare a nasconderlo in eterno...»
E le lacrime le impedirono di proseguire.
E le lacrime le impedirono di proseguire.
«Lo so» rispose subito
Lilieth «Halfgan mi ha spiegato tutto. Sei stata come una madre per lui, la migliore delle madri! Io l'ho messo al mondo, ma tu hai fatto tutto il resto, e te ne sarò grata per sempre. A me è stato concesso di vederlo solo in lontananza: mentre passavamo vicino al porto di Floriana, io l'ho visto... sapevo che era lui... somiglia così tanto a suo padre...»
Ariellyn annuì.
Somiglia troppo a suo padre, è questo che mi preoccupa...
Ma non disse niente: quella era una giornata di festa, e non voleva turbare quella gioia con altre preoccupazioni.
Somiglia troppo a suo padre, è questo che mi preoccupa...
Ma non disse niente: quella era una giornata di festa, e non voleva turbare quella gioia con altre preoccupazioni.
L’unica cosa che importa è che lei sia qui.
Solo allora notò che la ragazza bionda stava attendendo vicino ad Halfgan e sorrideva.
«Chi è questa giovane che ha i tratti degli Alfar?»
Lilieth fece un cenno ad Alienor che si presentò:
«Sono Aliènor di Alfàrian... anche io data per morta, ed anche io tornata nel vasto mondo per compiere il mio destino...»
«Chi è questa giovane che ha i tratti degli Alfar?»
Lilieth fece un cenno ad Alienor che si presentò:
«Sono Aliènor di Alfàrian... anche io data per morta, ed anche io tornata nel vasto mondo per compiere il mio destino...»
Ariellyn ricambiò il sorriso e chinò il capo leggermente, in segno di omaggio.
Aveva intuito che potesse essere lei. A sorprenderla non era tanto l'identità della principessa, quanto le sue parole.
Destino! Tutti a parlare di destino!
Detestava quel termine. Non era mai stata fatalista, e le sembrava sbagliato credere che gli eventi non si potessero cambiare con le proprie forze. Ma anche quello era un argomento troppo delicato, e decise di rimandare tutte le domande ai giorni seguenti..
C'è un tempo per ogni cosa, e questo è il tempo per la felicità!
N.d.A.
Lady Ariellyn Vorkidian è interpretata da Alice Krige nel ruolo di lady Jessica Atreides ne "I figli di Dune" ("Children of Dune") miniserie tv tratta dall'omonimo romanzo di Frank Herbert.
La guerra tra i Vorkidian e gli Eclionner è ispirata a quella tra gli York e i Lancaster, nota come Guerra delle due Rose (ne ha tratto ispirazione anche George Martin nelle sue Cronache, dove la rivalità principale è tra la famiglia Stark e la famiglia Lannister).
Marvin Vorkidian è rappresentato come Jon Snow ne "Il trono di spade".
La città di Tadna è ispirata da Pavia e il fiume Tadnius dal Ticino, mentre l'Amnis è il Po.
Lilieth Vorkidian è intepretata da Claire Forlani nel ruolo di Igraine Pendragon in "Camelot".
L'espressione "Per le antiche scale" è una citazione del titolo di un romanzo di Mario Tobino.
Il druido Halfgan è interpretato da Gurney Halleck. Nella stessa foto Lilieth è rappresentata come Irulan Corrino.
Alienor di Alfarian è interpretata da Jessica Brooks nel ruolo di Ghanima Atreides.
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mercoledì 28 marzo 2012
Gothian. Capitolo 33. Ellis lascia Lathena: inizia l'espiazione.
La mattina del 20 dicembre, Ellis Eclionner
partecipò alla sua ultima udienza nella sala del trono.
Elner XI sedeva sul Trono del Sole, a sinistra c’era Marigold, ormai accettata
come sua amante ufficiale, e a destra c’era lei, l’imperatrice madre.
Ellis guardava il figlio con la consapevolezza di averlo
perduto.
Per anni aveva sperato di riuscire a proteggerlo
dal suo destino, ma ormai non c’era più niente da fare.
Arexatan si stava svegliando dentro di lui.
Elner aveva conferito alla madre l’incarico di
coordinare le operazioni di sicurezza ai confini con la Federazione Keltar. Di fatto era una condanna
all’esilio.
La lunga stagione della Reggenza era finita.
Il Senato imperiale aveva clamorosamente respinto la richiesta di rinnovo della carica ad Ellis Eclionner, con la motivazione, peraltro valida, che l'imperatore aveva compiuto la maggiore età ed appariva notevolmente migliorato nelle condizioni di salute.
Merito della Dama Gialla!
Il Senato imperiale aveva clamorosamente respinto la richiesta di rinnovo della carica ad Ellis Eclionner, con la motivazione, peraltro valida, che l'imperatore aveva compiuto la maggiore età ed appariva notevolmente migliorato nelle condizioni di salute.
Merito della Dama Gialla!
Però Elner mi ha
concesso quindici legioni. Marigold non lo ha ancora plagiato del tutto.
C'era forse qualche speranza di salvarlo?
L'ex reggente non si faceva illusioni, ma come madre non si rassegnava all'idea che il figlio fosse caduto in mani così diaboliche.
L'ex reggente non si faceva illusioni, ma come madre non si rassegnava all'idea che il figlio fosse caduto in mani così diaboliche.
Al termine dell’udienza, Ellis scese le
gradinate dell’Acropoli di Lathena per l’ultima volta.
Davanti a lei camminavano Elner e Marigold,
affiancati come una coppia reale.
Mentre scendeva le gradinate, Ellis ricambiava il
saluto del popolo alzando il braccio destro, con il palmo rivolto verso di sé.
La Dama Gialla, di fianco all’amante, disse a voce alta :
“Quando tua madre uscirà da
queste mura, avrà perso tutto. Non altri regni troverà, non altri mari. Perché
se ha sprecato la sua vita nel centro del mondo, allora l’ha sprecata
su tutta la terra”
Ellis, che aveva udito, rifletté su quelle parole.
Ho davvero
sprecato la mia vita? Non c'è niente di buono da salvare?
Aveva rafforzato l'Impero. Aveva fatto, di diversi popoli, un'unica patria. Aveva garantito la pace per diciotto anni. Aveva restaurato la capitale, facendone la città più grande del mondo.
Aveva rafforzato l'Impero. Aveva fatto, di diversi popoli, un'unica patria. Aveva garantito la pace per diciotto anni. Aveva restaurato la capitale, facendone la città più grande del mondo.
All’improvviso tutto questo le appariva così vano.
Vanità delle
vanità, e tutto l'universo è vanità.
Quando raggiunsero l’ultimo gradino, la folla spontaneamente si inginocchiò, in segno di omaggio alla sovrana uscente.
Lo sentono anche loro che è la fine. La
sciamatura dell’ape regina.
Guardò Marigold, che assaporava la propria presa di potere.
Non la invidiò.
Non la invidiò.
In fondo la devo ringraziare, mi ha liberata da questa prigione d'oro.
Le venne da sorridere spontaneamente.
Quando giunse infine il momento del congedo, disse:
“Marigold, ti lascio in eredità la mia paura e
la mia solitudine”
La Dama Gialla, colta di sorpresa, si limitò a commentare:
“Sia fatta la volontà di Eclion”
“Sia fatta la volontà di Eclion”
Si scambiarono un rapido bacio sulla guancia, ma senza toccarsi.
Poi ci fu il commiato con il figlio, che le baciò
la mano, con freddezza.
Non poteva dargli torto.
Elner, ho voluto proteggerti da tutto, ma ho
fallito. Ho commesso errori imperdonabili, ma forse un giorno tutto questo dolore ti sarà utile
Poi si voltò, perché non vedessero la commozione nei suoi occhi.
Cercò di mantenere un contegno regale.
Cercò di mantenere un contegno regale.
Camminando lungo la via che conduceva alla Porta del Nord, tra le ali della folla che si inchinava al suo passaggio, pensò a tutto quello che si lasciava alle
spalle, a tutto ciò che aveva di più caro, e che non avrebbe rivisto mai più, se non in sogno.
Anche questo faceva parte della sua espiazione e anche quel dolore un giorno sarebbe stato utile.
Quando giunse in prossimità delle mura, si voltò
indietro un’ultima volta, a guardare la città alta.
Un presentimento si fece strada dentro di lei.
Non a lungo brilleranno le luci sull’Acropoli.
Non a lungo brilleranno le luci sull’Acropoli.
Le si strinse il cuore, ma non poteva indugiare oltre.
Fuori dalla Porta del Nord la attendeva una carrozza, che
l’avrebbe condotta fino alla Vedetta Lathearica, al confine con la Federazione
Keltar. Quella sarebbe stata la sua nuova dimora.
Un confino in piena regola.
A salutarla, vicino alla carrozza, c’erano i compagni di mille nefandezze.
Il senatore Fuscivarian si illudeva di poter controllare Elner.
Un confino in piena regola.
A salutarla, vicino alla carrozza, c’erano i compagni di mille nefandezze.
Il senatore Fuscivarian si illudeva di poter controllare Elner.
Bial partiva con lei.
Il primo ministro Tucker, monumentale nella sua
obesità, appariva sinceramente addolorato.
Le fece tenerezza.
A suo modo
mi ha voluto bene.
Si abbracciarono.
Infine Padre Mollander le si avvicinò e dopo un
breve inchino le disse: “La Profezia si è compiuta. Ora sei libera. Inizia per te un’età incognita. Ti viene offerta una seconda possibilità. Non sprecarla”
Ellis annuì distrattamente.
Ormai i suoi occhi guardavano lontano.
Ellis annuì distrattamente.
Ormai i suoi occhi guardavano lontano.
Mentre saliva sulla carrozza, disse ai suoi fedelissimi:
“Non piangete per me. La mia
vita non finisce. E’ appena nata!”.
Abbassò le tende, e si sentì incredibilmente serena.
La carrozza partì, e il rollio e la stanchezza ebbero la meglio, e si assopì.
In sogno rivide l’immagine di lei e Masrek adolescenti.
Stava rivivendo un evento realmente accaduto.
Avevano trascorso tutto il giorno in giro ai margini del
grande deserto a sud di Lathena.
Avevano parlato a lungo, di tutto e di niente.
Al ritorno
lei gli aveva donato un ciondolo con un enorme zaffiro incastonato nell’oro, dietro al quale aveva fatto incidere la scritta: “E. ed M. per sempre”.
Lui
aveva esitato ad accettarlo. Ne capiva le implicazioni, e le conseguenze.
Ma alla fine non si era opposto.
Poi le loro fronti si erano appoggiate l'una sull'altra.
Nel sogno rivisse l'intensità di quel momento.
Nel sogno rivisse l'intensità di quel momento.
Era stato il giorno più felice della sua vita.
Quando, poco dopo, si risvegliò, provò un grande senso di nostalgia.
Masrek devo rivederti, ormai sei l'unica ragione della mia esistenza.
E forse sarebbe accaduto presto.
Bial l'aveva informata che l'Eremita era stato rintracciato a sud dell'Amnis, mentre percorreva a piedi la Via Coloniale, in direzione della Sublime Porta che, attraversando la Grande Muraglia, costituiva l'unico accesso all'Impero.
Stai tornando da me, ed io ti vengo incontro...
N.d.A.
Ellis Eclionner da adulta è interpretata da Daniela Amavia nei panni di Alia Atreides ne "I figli di Dune" ("Children of Dune") miniserie tratta dai romanzi di Frank Herbert.
Ellis da giovane è Jessica Brooks nel ruolo di Ghanima Atreides.
Masrek Eclionner è James McAvoy nel ruolo di Leto Atreides.
Rowland Tucker è Ian McNeice nel ruolo del barone Vladimir Harkonnen.
Elner XI Eclionner è Farad'n Corrino.
Marigold di Gothian è Alice Krige.
Il testo contiene citazioni di Konstantinos Kavafis ed Eugenio Montale.
E forse sarebbe accaduto presto.
Bial l'aveva informata che l'Eremita era stato rintracciato a sud dell'Amnis, mentre percorreva a piedi la Via Coloniale, in direzione della Sublime Porta che, attraversando la Grande Muraglia, costituiva l'unico accesso all'Impero.
Stai tornando da me, ed io ti vengo incontro...
N.d.A.
Ellis Eclionner da adulta è interpretata da Daniela Amavia nei panni di Alia Atreides ne "I figli di Dune" ("Children of Dune") miniserie tratta dai romanzi di Frank Herbert.
Ellis da giovane è Jessica Brooks nel ruolo di Ghanima Atreides.
Masrek Eclionner è James McAvoy nel ruolo di Leto Atreides.
Rowland Tucker è Ian McNeice nel ruolo del barone Vladimir Harkonnen.
Elner XI Eclionner è Farad'n Corrino.
Marigold di Gothian è Alice Krige.
Il testo contiene citazioni di Konstantinos Kavafis ed Eugenio Montale.
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