Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
giovedì 2 agosto 2012
Gothian. Capitolo 93. Le trame di Bial l'Eunuco e padre Ulume
Dalla cima della Vedetta Lathearica, Bial l'Eunuco poteva vedere molto lontano.
A sud c'era l'impero Lathear, di cui era, "de facto", ancora il capo dei Servizi Segreti, pur mantenendosi in una posizione di apparente neutralità.
A nord c'era il neocostituito Regno dei Keltar, di cui Marvin Vorkidian era stato proclamato sovrano.
Tutto sta andando esattamente come avevo previsto!
Aveva elaborato una strategia di ampio respiro e di lungo periodo, e fino a quel momento era riuscito a far in modo che le pedine del gioco del trono si muovessero esattamente come voleva lui.
Quella strategia era frutto di una alleanza con l'altro grande tessitore, Padre Ulume, nuovo priore della Grande Canonica.
Attendeva il suo arrivo con interesse.
Il punto di vista del Clero è sempre molto importante nel gioco del trono!
Quando finalmente gli fu annunciato l'arrivo del sacerdote, Bial tornò nel suo studio e si preparò mentalmente a tenere testa a quel potente conoscitore degli Arcani Supremi.
Ulùme entrò con passo deciso ed espressione ispirata da intuizioni mistiche. Gli occhi rossastri parevano contemplare realtà non visibili ai comuni mortali.
<<Che Ahura Mazda benedica la vostra persona e la vostra causa, Lord Bial!>> dichiarò, impartendogli una benedizione.
Bial si finse commosso e ardente di fede. In realtà era piuttosto divertito.
Questi fanatici mi fanno sempre ridere, anche quando operano per una buona causa.
Ma la sua risposta fu di ben altro spessore:
<<Sia fatta la volontà del sommo Ahura Mazda>>
Ulume finalmente parve soddisfatto, e passò ad argomenti più concreti, con grande sollievo dell'Eunuco:
<<Lord Bial, ho assistito, due giorni fa, al discorso di Marvin Vorkidian all'Assemblea dei Keltar: ebbene, il nostro piano è stato coronato da un successo oltre ogni aspettativa>>
L'Eunuco si mantenne impassibile.
C'è una regola importante, nel gioco del potere: se si vince, non bisogna mai stravincere.
Stravincere significava attirarsi l'invidia degli dei e degli uomini.
<<Vi prego, Padre Ulume, raccontatemi la vostra versione dei fatti>>
Con queste parole intendeva far presente al prete che lui conosceva già i fatti attraverso le sue spie, mentre non conosceva l'interpretazione che il Clero di Lathena attribuiva a quei fatti.
Ulume era troppo felice per accorgersi di quella sottigliezza:
<<Ha rimarcato di essere un Vorkidian ed ha ripudiato il cognome Eclionner. E' un grande atto di coraggio. Ma ciò che interessa maggiormente al mio Clero, alla mia religione, e alla Grande Canonica, è che ha riconosciuto pubblicamente Ahura Mazda come unico Dio del Bene, contrapposto ad Ahriman come unico Dio del Male. In questo modo ha sancito il suo ruolo di Profeta, ottenendo dai druidi più giovani l'approvazione per passare dal politeismo al di-teismo. Due dei, serviti da angeli e demoni!>>
Bial conosceva a sufficienza gli Arcani Supremi per rendersi conto che quella, in sé, non era una novità.
<<Reverendo Padre, mi permetto di osservare che i druidi conoscevano già questo dualismo o come dite voi... ah... di-teismo...>>
Ulume non colse la sfumatura ironica della voce di Bial, che se ne rallegrò.
Non gradirebbe il mio umorismo.
Il sacerdote volse di nuovo gli occhi al cielo, come se stesse parlando con Ahura Mazda in persona:
<<Marvin ha rivelato che esistono ancora templi dedicati al Dio del Bene, e si trovano a Caemlyn, l'antica, leggendaria capitale dei Keltar. Ciò significa che Ahura Mazda potrà essere pregato direttamente dai fedeli, senza l'intercessione di quelle che erroneamente erano considerate divinità minori, e che sono soltanto intelligenze angeliche>>
Bial colse immediatamente le implicazioni pratiche di quella svolta:
<<Questo tipo di riforma religiosa potrebbe suscitare veramente una guerra santa contro Fenrik di Gothian! I Keltar sarebbero animati dalla fede, combattendo con più zelo e fervore!>>
Il prete alzò un indice verso il cielo:
<<E soprattutto con la benedizione di Ahura Mazda, la cui potenza può schiacciare le forze del male! Marvin ha persino citato l'antica formula: "non prevalebunt!">>
L'Eunuco colse in questo il pericolo di una deriva fanatica e di una volontà di "stravincere":
<<Mi è stato detto che i druidi anziani non hanno preso molto bene questa citazione dalle sacre scritture dei Lathear. Voi restate sempre loro nemici, in tema religoso!>>
Ulume minimizzò:
<<La maggioranza dei druidi sta con Marvin! Sanno che ergli è il Profeta che li guiderà alla vittoria: "In hoc signo vinces!">>
Sotto questa insegna vincerai... la stessa formula dell'impero Lathear!
Bial sospirò:
<<Non sarà facile cercare di far convivere i Keltar e i Lathear sotto lo stesso sovrano>>
Ulume ne era consapevole, ma pareva ottimista:
<<E qui entrate in scena voi, Lord Bial! Dovete mettervi in contatto con tutti i Duchi del Regno dei Keltar: abbiamo bisogno della loro conversione, per far valere il principio "Cuius regio eius religio">>
Bial strinse i denti:
Alla prossima citazione in latheari giuro che lo strangolo!
Il significato comunque era noto: il popolo avrebbe dovuto osservare la religione del feudatario che dominava la sua regione.
<<Alcuni Duchi potrebbero scegliere di difendere il politeismo!>>
Questa volta fu Ulume a mostrarsi pragmatico:
<<Non credo: il monoteismo è un'idea molto cara i monarchi. Un solo Dio e un solo sovrano sulla terra!>>
Bial intuiva la pericolosità insita in quell'idea.
Marvin non è né un monarca assoluto, né un tiranno: se si accorgerà che la sua guerra santa potrebbe diventare un semplice strumento di potere, potrebbe persino ritirarsi dal gioco!
Preferì non dirlo ad Ulume.
<<Reverendo Padre, conto sulla vostra devozione alla causa di Marvin. Lo seguirete quando attaccherà il Conte Fenrik e lo proteggerete fino a Gothian. Ne avrà molto bisogno. Io invece tesserò l'alleanza con i Duchi e nel contempo con i Senatori di Lathena. E' chiaro che dorvrò trovare un modo per preparare la strada di Marvin al trono imperiale. Non potrò combattere contemporaneamente contro Sephir e contro Marigold: dovrò usarli uno alla volta per distruggere l'altro, specie tenendo conto che il primo è protetto da Eclion e il secondo da Atar, signora del fuoco!>>
Il prete annuì:
<<Contate pure sulla collaborazione del Clero! Scriverò al Sommo Sacerdote in persona!>>
Bial sorrise, quella era una buona notizia:
<<Sia fatta la volontà di Ahura Mazda!>>
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mercoledì 1 agosto 2012
Gothian. Capitolo 92. Sephir Eclionner entra trionfalmente a Lathena
Sua Altezza Imperiale Sephir Eclionner, principe della corona e primo ministro dell'impero Lathear, fece il suo ingresso nella capitale dalla Porta di Mezzanotte, a cavallo su un destriero bianco, sul cui mantello meglio risaltava la sua toga rosso sangue.
Il viso era severo e arcigno, ma dentro di sé, il vecchio era al culmine della gioia.
Chi mi giudicò indegno alla successione, diciotto anni fa, ora dovrà rimangiarsi tutto.
Aveva già in mente alcune possibili punizioni, ma i due veri colpevoli, quelli che lo avevano diseredato e costretto a vivere come un brigante in un villaggio di palafitte, non erano raggiungibili dalla sua vendetta.
Mio padre morì quello stesso anno, avvelenato dall'altro responsabile: Fuscivarian! Ed io ho ancora bisogno di quel gobbo malefico per controllare l'aristocrazia senatoria...
Ma non avrebbe dovuto pazientare molto, prima di prendersi la rivincita anche sul suo odiato suocero: una volta eliminati gli altri pretendenti al trono, avrebbe potuto compiere tranquillamente tutte le vendette che gli restavano.
Chiunque vincerà la grande guerra del nord, dovrà poi vedersela con me!
Certo avrebbe preferito che suo nipote Marvin si fosse alleato con lui: in quel caso non ci sarebbe stato bisogno di tenere a bada i senatori richiamando Fuscivarian.
Marvin rappresentava la legittimità e la novità. Io invece rappresento per il senato e per il popolo l'ombra di un passato che vorrebbero dimenticare.
Non era solo il cognome degli Eclionner, a fare paura: c'era anche il suo nome, Sephir, associato per sempre alla disfatta di Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue
Ogni notte Sephir sognava le acque fragorose del fiume Dhain, al centro del quale si ergeva la capitale del Regno degli Alfar, considerata imprendibile proprio per quella collocazione.
Io l'avrei presa per fame! Gli Alfar si sarebbero arresi dopo un breve assedio! Sarebbe stato tutto perfetto se non si fosse intromesso Fenrik di Gothian.
Ogni notte riviveva l'incubo del duello col Vampiro, che lo aveva reso storpio a una gamba e lo aveva umiliato davanti al suo esercito e al mondo intero.
Per colpa sua, quel giorno, ho perduto tutto: la battaglia, la guerra, la salute, il potere, la famiglia e la reputazione.
Il Conte di Gothian era intervenuto per garantire il rispetto dell'Antico Patto, ma Sephir aveva capito, prima di tutti gli altri, quali erano le vere aspirazioni del Vampiro.
Vuole sottomettere tutta l'umanità! La vuole rendere schiava di una oligarchia di mostri come lui, che se ne ciberà a suo piacimento...
Sephir era consapevole di essere sanguinario come il Conte, e forse anche di più, ma il suo popolo, i Lathear, erano comunque uomini, e non vampiri!
Questo ha reso la minaccia di Fenrik molto più pericolosa della mia! E per questo lascerò che i miei nemici lo combattano e lo indeboliscano...
Non aveva dubbi che Fenrik avrebbe sconfitto Marvin, Masrek, Ellis ed Elner, facendogli così un grandissimo favore.
Eliminati loro, resterò l'unico Eclionner vivente sulla faccia della terra: nessun senatore oserà più contestare il mio diritto alla corona!
E poi, una volta divenuto imperatore, sposando Marigold, avrebbe garantito la continuazione della Dinastia, e infine avrebbe affrontato il suo unico, vero, grande nemico, il Conte di Gothian.
Non avrò nemmeno bisogno di andarlo a scovare nel suo castello tra i ghiacci...
Sarà lui, con la sua fame di potere, a venire da me, indebolito dagli assalti dei miei figli e nipoti.
E quel giorno, davanti a tutto il mio popolo, dimostrerò il mio valore!
Mentre pensava questo, osservava la folla che lo acclamava.
Lo fanno perché hanno saputo che chi non mi acclama viene immediatamente soppresso.
Avere la fama di uomo sanguinario era molto utile in circostanze simili. Il terrore rendeva tutti obbedienti fino alla più perfetta sottomissione.
Per mille anni gli Eclionner hanno mantenuto il potere con due soli mezzi: il terrore e il sangue!
Sephir ne era fiero.
Quello che invece lo urtava, riguardo al passato della sua dinastia, erano i ricorrenti incesti, e le unioni continue con l'altra famiglia dominante, i Fuscivarian, la stirpe più antica e prestigiosa dell'aristocrazia senatoria.
Avrei dovuto porre fine alle intromissioni di quei nobili decadenti e degenerati, ma essi mi hanno offerto il loro estremo, ultimo e meraviglioso fiore, la mia dolce Wensy, l'unica casa buona della mia vita...
Lei sola riusciva a placare la sua ira, la sua fame di potere, il suo desiderio di guerra e di sangue. Dopo la sua morte, nulla ha più posto argine alla volontà di distruzione di Sephir.
Avrei voluto salvare Marvin, perché solo lui, tra i miei discendenti, ha mostrato di assomigliare a lei nei lineamenti e nel carattere. Ma proprio per questa sua bontà, anche Marvin mi ha voltato le spalle. Non ha speranze contro il Conte Fenrik, ma lo danneggerà a sufficienza per rendermi più facile la vittoria finale.
L'unica sua preoccupazione era come riuscire a tenere a freno Marigold.
L'ho illusa facendole credere che Marvin l'avrebbe sposata, una volta cacciato Elner, e non sarà facile, adesso, farle accettare l'idea che deve sposare me...
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martedì 31 luglio 2012
Gothian. Capitolo 91. Elner Eclionner incontra Ariellyn Vorkidian
Lady Ariellyn Vorkidian, contessa di Keltar-Senia, non avrebbe mai immaginato che un giorno le sarebbe accaduto di ricevere nella sua abitazione di campagna un sovrano, in particolare quel sovrano, Elner XI Eclionner, imperatore dei Lathear.
Il destino continua a farsi beffe di me!
Circa vent'anni prima, lady Ariellyn aveva accolto il padre di costui, Masrek Eclionner, il principe della corona, in fuga dalle ire della sua famiglia, per l'incesto con la sorella Ellis.
Ed ora il frutto di quell'incesto sta per farmi visita.
Oltre ad essere il sovrano di una nazione nemica, era una specie di parente indesiderato.
Il fratellastro di Marvin, pieno di odio per lui.
Ma per il momento non era una minaccia.
E' un fuggiasco, sconfitto ed esiliato, tradito da sua moglie, abbandonato dai genitori, umiliato persino da suo nonno Spehir....
Non doveva però abbassare la guardia.
E' comunque un Eclionner, e le memorie del tenebroso Arexatan si sono risvegliate in lui.
Arexatan aveva ucciso Vorkidex, antenato dei Vorkidian, ed era stato a sua volta ucciso in una congiura a cui Kevin, figlio di Vorkidex stesso, aveva preso parte.
Elner odia Marvin anche perché Arexatan rivede in lui Vorkidex e Kevin!
A questo pensava la lady, mentre attendeva l'imperiale ospite.
Elner XI aveva avuto il buon gusto di tenere la propria legione ai confini della Contea, accontentadosi di una scorta ridotta, che a sua volta si era fermata nell'atrio, mentre l'imperatore avanzava per incontrare la nonna del suo fratellastro.
Quando Elner fece il suo ingresso, sia lui che Ariellyn rimasero sorpresi.
Lei se lo aspettava diverso, più giovane forse, e con uno sguardo meno inquietante.
E' l'anima di Arexatan che gli conferisce questo aspetto.
Lui la fissava con quegli occhi stranamente chiari, per essere un Eclionner, e a sua volta appariva sorpreso.
Si aspetta forse che mi inginocchi e lo chiami Maestà imperiale?
No, non era di certo questo che Elner pensava.
<<Siete veramente voi Lady Ariellyn? Non credevo che foste così giovane!>>
Non era una galanteria, era una constatazione.
Nella mia vita tutto è avvenuto troppo presto: il matrimonio, la maternità, la vedovanza, il diventare nonna... si aspettava forse di vedere una vecchietta che sferruzza a maglia?
Alla fine decise di accettare quello strano saluto come una cortesia.
<<Sono io. Ed i miei anni hanno un peso grande nel mio cuore, anche se non lo do a vedere>>
Accennò lievemente un sorriso, ma la sua coscienza glielo rimproverò immediatamente.
E' il primo nemico nel Milione di Città!
Così i Keltar erano soliti chiamare l'impero Lathear, "il milione di città". Dava subito l'idea della sua estensione e della sua potenza.
<<Come devo rivolgermi a voi?>> gli chiese.
L'imperatore scrollò le spalle:
<<Potete scegliere se chiamarmi Elner o Arexatan: ormai siamo la stessa persona...>>
Minaccioso ed efficace, ma tutto sommato anche abbastanza umile.
Non devo abbassare la guardia!
<<Preferisco Elner, allora. Ha meno implicazioni>>
Lui annuì:
<<Naturalmente. Ed io come mi devo rivolgere a voi?>>
<<Io fortunatamente ho un nome solo, usatelo pure, e dimenticate il mio cognome>>
Era una risposta doppiamente gentile: gli permetteva di chiamarla per nome, e gli offriva la propria neutralità, mettendo da parte il fatto che i Vorkidian erano nemici degli Eclionner da cinquanta generazioni.
<<Ariellyn, dunque. Dimentichiamo i cognomi>> accennò un sorriso <<Marvin è fortunato ad esser stato cresciuto da voi. Io non ho mai conosciuto mia nonna, la principessa Wensy. Dicono che si buttò da una torre. In verità qualcuno la spinse nel vuoto. Sapeva troppe cose, compresa l'esistenza di Marvin>>
Ariellyn aveva sempre sospettato che Wensy fosse stata uccisa, ma non che conoscesse il matrimonio segreto di Masrek e Lilieth!
<<Credevo che nessuno, a Lathena, sapesse qualcosa di mio nipote!>>
<<Bial l'Eunuco ha sempre saputo tutto di tutti, compreso il luogo dove vostra figlia Lilieth si era nascosta, fingendosi prigioniera dei pirati>>
L'Eunuco sapeva! Ma allora Lilieth è stata protetta?
Guardò Elner con aria interrogativa:
<<E Bial informò la reggente Ellis?>>
L'imperatore scosse il capo:
<<No, mia madre non voleva proprio sentirne parlare. La sua mente non accettava l'idea che Masrek fosse vivo: se avesse addirittura saputo che era sposato con un'altra, da cui aveva avuto un figlio, sarebbe impazzita e avrebbe infranto l'Antico Patto. Bial fu saggio a non interferire. Lo confessò soltanto a Padre Mollander, che poi incaricò Padre Sulmen di vigilare su Marvin. Per questo Sulmeno lo voleva mandare a lavorare negli archivi: per nasconderlo e proteggerlo!>>
La lady aveva intuito l'implicazione di quel discorso, ma volle comunque esserne certa:
<<Proteggerlo da chi?>>
<<Dal duca di Amnisia! Lui era la spia di Marigold di Gothian, mia attuale consorte!>>
L'idea che la Dama Gialla fosse stata sempre a conoscenza della nascita di Marvin e della sua discendenza da due stirpi reali era difficile da accettare.
Ariellyn sentì di trovarsi nel mezzo di un gioco estremamente più complesso di quanto avesse mai potuto immaginare.
<<Prego, Elner, accomodatevi a tavola. Spero che la cena sarà di vostro gradimento>>
Elner si sedette, osservando la sala.
<<Non ne dubito... anche l'ambiente, qui, è molto bello. Marvin è stato doppiamente fortunato a crescere qui, e non a Lathena!>>
Su quello non c'erano dubbi.
E' ossessionato da Marvin! Lo invidia... e chi può dargli torto?
Cercò di mostrarsi comprensiva:
<<Se anche la metà di quello che si dice sul conto di vostra madre fosse vera... be', credo che la reggia di Lathena sia stata una prigione, per voi>>
L'imperatore annuì.
<<Ellis non mi ha mai mostrato affetto materno. Io ero il figlio della "colpa", il motivo dello scandalo che la costrinse a esiliare o a uccidere tutti gli altri Eclionner che erano a conoscenza dell'incesto. In un certo senso fu la mia nascita a falcidiare la dinastia, e ad aprirle la strada per il trono. Ebbe il potere, ma non era felice: alla fine ha preferito andarsene anche lei. Un giorno verrà qui, Ariellyn, vi preavviso!>>
<<Dicono che sia cambiata, che si sia pentita... devo crederci, Elner?>>
Lui annuì:
<<Quando Marigold le ha fornito la certezza che mio padre era ancora vivo, mia madre è cambiata... per lei è stato come se le fosse concessa una seconda possibilità, essendo ormai scaduto l'Antico Patto, con tutti i vincoli che comportava>>
Ariellyn sapeva che si stava avventurando su argomenti pericolosi:
<<Anche Marigold ha avuto la sua seconda possibilità>>
Il volto di Elner si incupì:
<<E' difficile amare una donna come Marigold. Dentro di me, Arexatan ricorda i tempi in cui ella si chiamava Edwina Ataris, ma era una donna molto diversa. Il morso del Vampiro l'ha cambiata. Anche se non è diventata come Fenrik, comunque il fatto di essere rimasta nel dormiveglia per mille anni in un luogo maledetto come Gothian ha corrotto la sua anima. Questo alla fine l'ha portata a tradirmi: lei vuole sposare Marvin!>>
Quella notizia colpì Ariellyn più violentemente di uno schiaffo:
<<Come sarebbe a dire? Ma se ha divorziato dal Conte Fenrik proprio per sposare voi?>>
Elner strinse le spalle:
<<Mi ha atteso a lungo, certo, ma si è anche stancata presto di me! E' stata lei che ha permesso a Sephir di cacciarmi dall'impero!>>
Ariellyn scosse il capo:
<<Mille anni di attesa! Per poi tradirvi dopo due mesi... ma com'è possibile? Che giustificazione ha addotto?>>
<<Una sola frase, che non dimenticherò mai: "Il sogno che interrompi non sarà più uguale">>
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lunedì 30 luglio 2012
Gothian. Capitolo 90. Il Conte Fenrik si interroga sulla natura del Male
Lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian e Re degli Alfar, percepiva una grande alterazione negli equilibri delle forze del Bene e del Male.
Vivien si sta intromettendo. La sua intercessione presso Ahura Mazda potrebbe condurre alla conflagrazione universale.
Era tempo di riequilibrare le forze che stavano per affrontarsi nel conflitto più catastrofico della storia.
Gothar ha interceduto per me presso Ahriman, e il Dio del Male mi ha eletto a suo Profeta.
Eppure c'era qualcosa che ancora mancava, qualcosa che troppi davano per scontato.
Quali sono i confini tra il Bene e il Male? Come posso servire il Male fino in fondo, se non ho l'assoluta certezza di cosa sia esso veramente?
Pareva un quesito facile, ma se si scendeva nei particolari non lo era affatto.
Occorreva evocare ancora una volta suo padre, Gothar il Consigliere, demone del Ghiaccio perpetuo.
Era un rituale sanguinario, ma rispetto alla gratuità con cui Sephir Eclionner, il grande avversario di Fenrik, spargeva sangue senza alcuna ragione, per puro godimento, la malvagità del Conte era molto minore di quella dello Sciancato.
Forse Sephir vuole battermi dimostrando ad Ahriman che gli Eclionner sono più malvagi di me?
Anche quella era una domanda che richiedeva la risposta di Gothar, e il demone non si fece attendere.
<<Vedo, figlio mio, che i dubbi ti assillano, prima della grande battaglia>>
Fernik annuì:
<<Padre, se voglio essere il Profeta di Ahriman, devo assicurarmi di conoscere la malvagità meglio di chiunque altro. Fino a pochi giorni fa, credevo di essere il più malvagio, o almeno il più esperto in questa materia. Ma ciò che Sephir Eclionner ha fatto supera le mie più tremende perversioni. Se voglio essere alla sua altezza, devo sapere quali sono esattamente i confini del Male metafisico, fisico e morale>>
Gothar guardò il figlio con una certa sorpresa:
<<Sei sempre stato inflessibile e sicuro di te. Ma ora, proprio quando siamo a un passo dal trionfo, ti assale la tempesta del dubbio. Sento che l'intercessione di Vivien sta facendo i suoi effetti, destabilizzando le tue certezze. Ma poiché me lo chiedi, io ti rinfrescherò la memoria, affinché tu sia pronto a combattere senza alcuna esitazione>>
Fenrik chinò il capo:
<<Così sia, padre mio>>
E per un istante soltanto ricordò sua madre, Herbertha von Steinberg, resa vampiro dallo stesso Gothar e uccisa da Eclion perché si opponeva all'Antico Patto.
Il mio odio per gli Eclionner è nato da lì: Eclion ha ucciso mia madre, ed i suoi discendenti dovevano pagare!
Quei sentimenti erano troppo umani per un vampiro. Fenrik quasi se ne vergognava.
Maledetti Eclionner: il vostro delitto più grave è farmi sentire meno malvagio di voi!
Gothar pareva avergli letto nel pensiero:
<<Figlio mio, se tu vuoi conoscere il Male nella sua pienezza, ti basta studiare le biografie degli imperatori della dinastia Eclionner. Non ce n'è uno che si salvi! Basta pensare agli ultimi.
Prendi per esempio il vecchio Wechtigar XVI! Per tutta la vita, ogni notte ha voluto che il suo ministro Fuscivarian gli portasse ogni sera una vergine da seviziare, e che il mattino dopo ne raccogliesse i poveri resti. Sephir ha provocato la Primavera di Sangue, tingendo di rosso le acque di Elenna sul Dhain. Ellis faceva il bagno nel loro sangue, per mantenersi giovane. Sephir ama semplicemente vederlo scorrere>>
Fenrik conosceva fin troppo bene quei fatti.
<<Io sconfissi Sephir, a Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue! Molti lo giudicarono un atto eroico e mi ringraziarono! Avrei dovuto rendere Sephir incapace di compiere altre guerre! Mutilarlo maggiormente! Forse sono ancora in tempo per farlo! Ma quello che chiedo, è come distinguere il bene dal male nelle questioni di ogni giorno. Non esiste una definizione univoca e generale>>
Gothar giudicò assurda questa domanda:
<<Ma è ovvio! Nella vita quotidiana il Male è tutto ciò che provoca dolore, sofferenza o danno a sé e agli altri!>>
Quella risposta non soddisfaceva il Conte:
<<Il Male è più grande se commesso con intenzione di nuocere! Ma se si agisce scegliendo il male minore, allora paradossalmente si compie un gesto positivo. Persino il Vampiro può ritenere giusto nutrirsi del sangue di uomini considerati indegni di vivere. Io stesso ho un codice d'onore, ed ho preferito scegliere le mie vittime tra assassini e stupratori. La mia crudeltà non è sufficiente. Il vero Male richiede sadismo! Non è forse sadico il Dio del Male che manda le malattie e le disgrazie agli uomini?>>
Gothar non era disposto a tollerare oltre quei discorsi:
<<Se intendi vincere questa guerra, getta via ogni codice d'onore e sii più sadico! Del resto lo sai meglio di me: le guerre non si vincono con le buone maniere!>>
domenica 29 luglio 2012
Gothian. Capitolo 89. Marvin entusiasma l'Assemblea dei Keltar
Dalla folla immensa riunita nella Piana delle Assemblee, a est della foresta di Broceland, s'irradiava quell'atmosfera nel contempo tesa e fremente delle grandi occasioni, quelle in cui si è consapevoli che si sta "facendo la Storia".
Marvin indossava le vesti regali, la corona e la spada di Vorkidex, simboli della legittimità del suo diritto a regnare sui Keltar, ma il suo animo non era quello di un sovrano assoluto.
Non regnerò contro la volontà del mio popolo. Se il mio discorso non li convincerà, non imporrò la mia presenza.
Il druido Gwydion era al suo fianco, e questo era molto importante.
Senza l'appoggio dei druidi, non andrò da nessuna parte.
Alla sua sinistra, vi era Ser Ywain de Bors, figlio del Duca di Amnisia.
Lui rappresenta i cavalieri e i feudatari.
Accanto a lui, il generale Torq rappresentava i fanti, i guerrieri non dotati di cavallo, che erano la stragrande maggioranza.
I fanti sono il popolo! Non i cavalieri e i nobili, ma i guerrieri a piedi. Sono loro che devo convincere! E' a loro che devo comunicare che valgo qualcosa non perché sono discendente dei cento re, ma perché sono Marvin Vorkidian, e basta!
Li guardò e vide nei loro volti qualcosa che assomigliava a un fermento religioso.
Aspettavano da troppo tempo il Profeta. Hanno bisogno di credere in me! Non posso deluderli, non devo...
Gwydion gli impartì la benedizione e poi disse: <<E' il momento!>>
Marvin annuì, salì su un podio, e cercò di raccogliere tutte le sue forze, chiedendo l'aiuto interiore delle memorie di Vorkidex.
Sollevò il braccio destro, con il palmo della mano rivolto verso di sé, come sono soliti salutare i sovrani, e questo gesto fu subito accolto con una ovazione.
Vogliono credere in me, sono stanchi di aspettare.
Questo pensiero lo fece sentire in profonda empatia con la folla che aveva davanti:
<<Popolo dei Keltar, cittadini della Federazione, il giorno della riscossa è arrivato!>>
<<Sono Marvin Vorkidian, della tribù dei Keltar Senia, e sono il rappresentante del ducato di Amnisia. Quando sono giunto a Floriana, sono stato riconosciuto dall'Arciduca come legittimo discendente di re Vorkidex. Inoltre l'Arcidruido in persona mi ha iniziato agli Arcani Supremi, e mi ha mandato in missione prima nella foresta di Broceland e poi alle sorgenti dell'Amnis. Qui ho ricevuto l'investitura dalla Dama del Lago, che mi ha consegnato questa spada e questa corona. Ma tutto questo non vale nulla, se voi non mi concederete la vostra fiducia>>
L'Assemblea mostrò rispetto ed attenzione.
Marvin si fece forza:
<<C'è stato un tempo in cui il Regno dei Keltar era grande e felice! In quel tempo, la capitale era Caemlyn, che ora molti considerano una leggenda. Ma non è una leggenda! Io l'ho vista con i miei occhi! La Dama del Lago me l'ha mostrata! Caemlyn esiste ancora, ed è pronta a tornare all'antica grandezza!>>
<<A Caemlyn vi sono templi che adorano non solo gli angeli a cui i nostri druidi rivolgono le loro preghiere, ma anche il supremo Dio del Bene, Ahura Mazda, per il quale la Dama Vivien ha offerto la propria intercessione. Su questa roccia intendo riedificare il Regno dei Keltar, e le forze del Male non prevarranno su di noi!>>
L'Assemblea esplose in una ovazione, ma i druidi rimasero seduti, perché quella rivelazione risultava contraria ad un principio di equilibrio tra Bene e Male, che era considerato il fondamento stesso degli Arcani Supremi.
Un druido anziano si alzò e tuonò: <<Non prevalebunt! Questa era la formula nella lingua dei Lathear, il popolo che ci ha schiacciato e umiliato per mille anni! Siamo stati come gente perduta sulla terra, senza neanche un padrone! Ed ora tu, Marvin Eclionner, nipote di Sephir il Sanguinario, vieni qui a sovvertire le nostre tradizioni e ti proclami re e profeta, mentre io in te vedo solo il futuro despota che regnerà su Lathena a fianco della Dama Gialla!>>
Marvin si era aspettato quell'obiezione.
Attese qualche istante, osservando la folla, che voleva da lui una risposta convincente.
<<Fino a pochi mesi fa, credevo che mio padre fosse morto, e non conoscevo il suo cognome. Sono nato e cresciuto tra i Keltar, col cognome di mia madre: Vorkidian, l'unico cognome che intendo portare per il resto della mia vita. Non ho nessuna intenzione di accettare compromessi con Marigold di Gothian! Se la mia legittimità come erede al trono imperiale di Lathena sarà riconosciuta, allora io regnerò come un Vorkidian, e porterò la pace tra i popoli a cui appartengono i miei genitori. I Keltar e i Lathear saranno liberi e sovrani nei propri territori, ed io sarò garante di questo reciproco rispetto. Ma nel mio cuore, io sono prima di tutto un Keltar, e prima di tutto un Vorkidian. Con me, la dinastia Eclionner avrà fine, ed una nuova stirpe sorgerà, se anche Alienor di Alfarian vorrà contribuire con me al sogno di unire e pacificare sotto una sola patria i tre popoli del Continente Centrale!>>
<<I druidi non devono temere ciò che ho visto riguardo a Caemlyn e ai templi di Ahura Mazda. Questo era il culto principale, più di mille anni fa. Sappiano i druidi che io, come Profeta, non minaccio la religione, ma intendo riportarla alla sua originaria purezza. Non sono venuto per abolire la tradzione e la legge, ma per portarle a compimento!>>
L'Assemblea tornò ad applaudirlo con rinnovato entusiasmo, ma i druidi apparivano perplessi.
Marvin rivolse uno sguardo di sincera comprensione verso di loro.
<<Rispetto i vostri dubbi, ma vi prego: accettate questo mio gesto di pace, altrimenti non potrò mai essere il vostro Profeta>>
Gwydion, a fianco a lui, incominciò ad applaudire, e con un vigoroso cenno della mano, invitò i suoi colleghi druidi a fare altrettanto.
I più giovani si unirono subito a lui, seguiti lentamente dai più anziani, finché la maggioranza dei religiosi si dimostrò consenziente.
Marvin ebbe un sospiro di sollievo.
<<Non pretendevo l'unanimità. Questa maggioranza mi basta. E l'opposizione avrà sempre i suoi diritti>>
Mentre l'Assemblea gridava a gran voce: <<Viva il Re!>> Marvin scorse tra la folla il sacerdote Lathear dalla pelle scura, Padre Ulume, che annuiva soddisfatto.
Anche la sua missione ha avuto compimento: oggi ha visto la mia scelta. Essere un Vorkidian e non un Eclionner. Essere devoto ad Ahura Mazda e non al demone Eclion. In nome di questo, un giorno anche i Lathear mi saranno riconoscenti.
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sabato 28 luglio 2012
Gothian. Capitolo 88. La Sirena delle Paludi insinua dubbi in Alienor
<<Dicono che Ursula, la Signora delle Paludi, sia una specie di sirena, ma al posto della coda di pesce abbia una coda di rettile, o secondo altri abbia delle zampe simili a quelle di un rospo>> dichiarò Vyghar il Pirata mentre si stavano avvicinando nella zona più pericolosa della Palus Putredinis.
<<In ogni caso lei non si mostrerà: di solito manda avanti i suoi guardiani, che presidiano questa zona della palude>>
<<Sono creature piuttosto sgradevoli e pericolose, ma non sono particolarmente intelligenti. Li chiamano Golem. Pare che siano stati una creazione del Conte Fenrik di Gothian, che però li giudicò troppo stupidi per far parte del suo esercito>>
Vyghar non pareva particolarmente turbato, mentre Alienor era tormentata da un senso di angoscia.
Sentiva una profonda stanchezza, una mancanza di energie e di volontà. Avrebbe voluto addormentarsi e non risvegliarsi più, perché quel luogo le infondeva una totale mancanza di interesse per la vita. Ricordo i versi di una poesia:
"Meglio a chi il senso smarrì dell'essere, meglio quest'ombra, questa caligine: io voglio, io voglio adagiarmi in un tedio che duri infinito..."
La pericolosità della Sirena della Palude stava proprio nel riuscire a togliere a chi si addentrava in quei luoghi la voglia di vivere. Solo persone forti come Vyghar e Lilieth riuscivano a opporre resistenza a quella condizione di estrema debolezza e di totale disinteresse verso ogni cosa.
Lilieth si accorse della condizione di malessere di Alienor:
<<Confidati con me, parlami senza esitazione, perché sento che hai bisogno di aiuto>>
Alienor la guardò con incertezza:
<<Molti scambiano per freddezza o per mancanza di sensibilità il fatto che io non mi confidi facilmente, che parli poco. In realtà non lo faccio perché ho paura che gli altri utilizzino contro di me quello che dico. Mia madre mi rimproverava sempre, e Marigold utilizzava le mie confidenze per indebolirmi>>
Lilieth annuì:
<<Ti capisco, anche mia madre lo faceva, e non certo per cattiveria, ma perché riteneva che dare giudizi fosse un suo dovere educativo. Ma proprio perché anche io ho sofferto per questa ragione, in genere ascolto senza giudicare, e rimanendo disponibile per l'aiuto solo nel modo e nel tempo scelto dalla persona che si rivolge a me. Non ti giudicherò, e non dirò, né farò nulla che tu non vorrai>>
Alienor sentiva che Lilieth era sincera, e che il suo istinto materno era così dolce e delicato, forse perché era stata privata di suo figlio quando era troppo giovane, e le era rimasto questo amore non dato, questo affetto che non aveva trovato la sua naturale destinazione. Poteva fidarsi di lei.
<<Lilieth, io ho dei dubbi che non riesco a togliermi dalla testa. La veggente del monte Conar ha detto che il mio compito è sconfiggere Marigold, ma io non riesco a crederle. Mi sento così debole, e Marigold è così forte>>
Lilieth le prese una mano, e con l'altra le accarezzò dolcemente il viso e i capelli.
<<La Dama Gialla potrebbe essere meno forte di quel pensiamo. Le persone non sono quasi mai ciò che sembrano>>
Alienor sospirò:
<<E se anche fosse meno forte? E' pur sempre una strega! Cosa posso fare io contro di lei? Perché tutti si aspettano da me qualcosa che io non sento di avere?>>
Lilieth chiuse gli occhi, come se cercasse di trovare in sé un modo per poter replicare in maniera convincente ad una domanda che forse ella stessa si era posta, nei lunghi anni passati in esilio:
<<Vedi, Alienor, quando l'Antico Patto è scaduto, il nostro mondo è stato invaso da forze soprannaturali. Non ne abbiamo la piena comprensione, ma esse ci parlano. Possiamo crederci o non crederci, ma il loro messaggio è chiaro. A noi è stato affidato il compito di deporre la dinastia Eclionner e tutti i suoi alleati, compresa Marigold. Chi ci ha affidato questa missione, lo ha fatto perché sapeva che solo noi potevamo compierla. Aenor, la dea della Luce, che è presente nel tuo stesso nome, ti ha prescelta e ti aiuterà, se tu avrai fede in lei, e in te stessa>>
Alienor parve convinta solo a metà:
<<Una teoria interessante e affascinante. Tutto molto ragionevole. Ma se ti sbagliassi?>>
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venerdì 27 luglio 2012
Gothian. Capitolo 87. Marigold contro il senatore Fuscivarian
Da alcuni giorni, Marigold di Gothian, imperatrice dei Lathear, non faceva altro che pregare il suo illustre genitore, Atar, demone del fuoco segreto, perché le venisse in soccorso.
La situazione mi sta sfuggendo di mano.
Sephir Eclionner stava marciando su Lathena, massacrando gli abitanti di ogni città che attraversava, compiendo atti così orrendi e meschini da suscitare disgusto e sdegno anche tra i peggiori criminali.
Persino i demoni aborriscono Sephir, persino Eclion lo teme!
Quella scia di sangue avrebbe presto sommerso anche lei.
Continuava a pregare, ma il signore del fuoco non le dava risposte.
Un'ultima volta, ti supplico, aiutami, padre mio!
Bussarono alla porta:
<<Chi è? Sto pregando, non voglio essere distutbata!>>
Il primicerius sacri cubiculi, custode degli appartamenti imperiali, trovò il coraggio per rispondere:
<<Maestà, c'è il senatore Sibelius Fuscivarian. Dice che lo manda Sephir Eclionner...>>
L'imperatrice ebbe un sobbalzo.
Fuscivarian! L'anima nera del regime! Se Sephir l'ha liberato, è per mandarmi un avvertimento...
Cercò di dissimulare il suo terrore e impostò la voce in un tono freddo:
<<Fallo passare e lasciaci soli>>
Dopo pochi minuti, una sagoma nera e gobba entrò nella stanza.
Il senatore Fuscivarian era molto invecchiato, ed indossava il saio da monaco che gli era stato imposto proprio per volontà di Marigold, quando lo aveva esiliato a Marina del Campo.
Il senatore ammiccò ironicamente.
<<Vostra Maestà Imperiale, i miei omaggi...>>
Le parole erano concilianti, ma la voce era sarcastica e minacciosa.
Marigold fu percorsa da un brivido.
Quell'uomo ha ucciso la sua stessa figlia per motivi politici!
Mascherando il proprio sdegno, Marigold rimase composta e, seppure con disgusto, offrì la mano da baciare a quell'orribile vecchio.
<<Senatore Fuscivarian... non avrei mai immaginato di rivedervi ancora, soprattutto qui a Lathena. Come avete fatto a fuggire da Marina del Campo e ad arrivare fin qui?>>
Il vecchio ridacchiò:
<<La mia condanna è stata revocata per ordine del nuovo Primo Ministro, il mio amato genero Sephir Eclionner, trionfatore su vostro marito Elner XI>>
Bastarono quelle parole per far capire a Marigold che il Gioco del Trono era perduto.
Sephir ha vinto! E mi manda il suo rognoso cane da guardia...
Eppure tra i due non c'era mai stata amicizia.
<<Pensavo che foste in pessimi rapporti con vostro genero. Mi era parso che Sephir vi ritenesse responsabile di aver convinto suo padre a diseredarlo e di aver causato la morte della sua amata consorte, la princpessa Wensy, vostra figlia!>>
Per un attimo rimasero entrambi in silenzio.
Si voltarono a guardare il ritratto della defunta Wensy Fuscivarian Eclionner, principessa della Corona, moglie di Sephir e madre di Ellis e Masrek. Nessuno aveva mai osato spostarlo da lì.
<<Mia figlia Wensy stava per denunciarmi al capo dell'opposizione, Aralte Velares, il principe di Marina Sedovia. Gli voleva rivelare tutto! Sapeva che io avevo istigato il vecchio Wechtigar XVI a diseredare Sephir, e poi lo avevo avvelenato! Io avevo costretto Masrek alla fuga! Io avevo istigato Ellis ad avvelenare suo marito Elner X e a tenere recluso suo figlio Elner XI. Per questo, anche Wensy doveva morire! Se mi avesse denunciato, sarei stato condannato a morte per omicidio ed alto tradimento. Si trattava della mia vita contro la sua. Comunque, a spingerla materialmente giù da quella torre fu Ellis, non io!>>
Il vecchio doveva sentirsi molto sicuro di sé per ammettere di essere l'esecutore e il mandante di così tanti delitti.
Ellis ha spinto giù dalla torre la propria madre! E tutto per gelosia verso il fratello, e per sete di potere!
E quel vecchio malefico si vantava dei propri delitti!
<<Ma che razza di famiglia siete, voi Eclionner?>>
Il senatore ridacchiò:
<<Ma io non sono un Eclionner! Avete le idee confuse, Maestà...>>
Marigold era esasperata:
<<Per trecento anni gli Eclionner e i Fuscivarian si sono incrociati tra loro, creando questo abominio! L'incesto era la regola nelle vostre due famiglie! Non è iniziato con Ellis... vi siete sempre sposati tra di voi, sempre lo stesso maledetto sangue!>>
Fuscivarian sorrise:
<<E ve ne siete accorta solo ora? Povera Marigold... vi credevate tanto intelligente, tanto astuta, e siete caduta nella nostra trappola... volevamo dividervi dal Conte Fenrik, e ci siamo riusciti! Ora non contate più niente!>>
La Dama Gialla ripensò con nostalgia ai tempi in cui era stata Contessa di Gothian.
Credevo che Elner mi avrebbe amata e difesa... ho sbagliato tutto...
Cercò di non mostrare la propria rabbia:
<<Io almeno ho amato qualcuno, e non ho mai ucciso un mio parente. Se nonostante ciò dicono che sono perfida, allora voi che cosa siete?>>
Fuscivarian scrollò le spalle:
<<Sono il Presidente del Senato Imperiale!>>
E tornò a ridere con quel suo ghigno malefico.
Marigold sapeva che il vecchio aveva novantacinque anni:
<<Alla vostra età dovreste essere moribondo! Ma a quanto pare non vi vogliono nemmeno all'Inferno!>>
Il vecchio ebbe la risposta pronta:
<<Io ho quasi cent'anni, certo, ma voi, cara Marigold, ne avete più di mille, se non erro. Chi è dunque, tra noi due, quello che non è gradito neanche all'Inferno?>>
L'imperatrice non colse l'umorismo del senatore:
<<Veniamo al dunque, Fuscivarian! Cosa dovete dirmi?>>
Il vegliardo divenne serio e minaccioso:
<<In primo luogo che Sephir Eclionner ha il controllo militare dell'Impero. Per ora si accontenterà della carica di Primo Ministro, ma quando Elner sarà eliminato, Sephir vi sposerà e voi avrete il privilegio di generargli un erede maschio. Dopo di che troveremo il modo di togliervi di mezzo!>>
Gli occhi di Marigold pulsarono di pagliuzze infuocate:
<<Marvin non lo permetterà! E' lui il legittimo erede, l'unico che il Senato sarà disposto ad accettare!>>
Il senatore scosse il capo:
<<Ammesso che quel ragazzo arrivi fino a qui... per voi sarà comunque la fine! Marvin non vi vuole come moglie!>>
Marigold non si lasciò intimidire:
<<Lo convincerò! So essere molto persuasiva! Ho il potere del fuoco!>>
Fuscivarian ridacchiò:
<<Fate troppo affidamento sulle vostre arti di seduzione. Alienor di Alfarian è più giovane e più bella di voi! Avete fatto male a non ucciderla, quando ne avete avuto l'opportunità!>>
Era vero.
Un altro errore... ho sottovalutato quella ragazzina... ed ora anche lei cospira contro di me...
Con uno sguardo furente si rivolse al senatore, puntandogli addosso un dito artigliato:
<<Non illudetevi di poter cambiare il mio destino, Fuscivarian, o il vostro, o quello di chiunque altro si sia macchiato di sangue senza essersi pentito. Presto bruceremo all'Inferno: io, voi, Sephir... per sempre, lo capite? Per sempre... per sempre...>>
Era come impazzita. C'era quasi un singhiozzo in quell'ultima esclamazione. Nessuno l'aveva mai vista così sconvolta.
Il vecchio ne rimase turbato, perché sentiva in lei la voce di tutti i demoni dell'oltretomba:
<<Veramente pensate che non possiamo fare nulla per cambiare il nostro destino?>>
Marigold, si asciugò le lacrime e scrollò le spalle, come se si fosse liberata di un grande peso::
<<E perché dovremmo? La malvagità è nella nostra natura. Chi poteva pentirsi, e salvarsi, lo ha già fatto. Per noi è troppo tardi: o instaureremo l'Inferno su questa terra, o andremo a fare compagnia a tutti gli altri dannati della famiglia Eclionner! Forse troveremo interlocutori interessanti... in fondo, il Paradiso deve essere un posto piuttosto noioso, per gente come noi!>>
Fuscivarian capì che Marigold lo stava avvertendo: se lei fosse crollata, avrebbe trascinato tutti nel suo abisso di fuoco.
<<L'Inferno può attendere, Maestà! Se non ci ostacolerete, potremo permettervi di vegliare sulla Dinastia. Di più non posso promettervi!>>
Marigold non lo ascoltava nemmeno. Gli fece cenno di andarsene, e quando rimase sola, si guardò lungamente allo specchio, e per la prima volta in vita sua, provò vergogna di se stessa.
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giovedì 26 luglio 2012
Gothian. Capitolo 86. Marvin incontra Ellis Eclionner
Prima di affrontare l'Assemblea Generale dei Keltar, il giovane re Marvin Vorkidian, già riconosciuto come Profeta, Principe Promesso e Figlio di Cento Re, aveva ricevuto il giuramento di fedeltà da parte del generale Tork e delle sue truppe di fedelissimi, gli Irriducibili, i combattenti per la fede.
Alla testa di queste truppe, Marvin decise di raggiungere sua zia Ellis a Keltar Augusti, per verificarne l'affidabilità.
Era la prima volta che vedeva Ellis Eclionner di persona, e la trovò straordinariamente giovane.
Aveva sentito parlare di strani rituali di eterna giovinezza, e persino di bagni nel sangue delle vergini.
Non mi stupirei! Quella donna ha fatto scorrere più sangue di suo padre Sephir, e ne ha gioito più di Lord Fenrik. Il Conte se ne ciba: lei ci nuotava dentro.
Ma il padre di Marvin, il principe Masrek, che era di nuovo innamorato di Ellis, aveva giurato che l'ex sovrana dei Lathear si era pentita di tutte le atrocità commesse, ed era pronta al martirio, nella guerra contro il Conte di Gothian, per redimersi dal male.
Quando si incontrarono, Ellis si inginocchiò di fronte a lui dicendo:
<<Vostra Maestà Imperiale, vi accolgo come vostra suddita e servitrice. Le legioni che ho condotto sin qui sono ai vostri ordini>>
Quell'atto di sottomissione, per quanto necessario ai fini del riconoscimento della legittimità dei diritti di Marvin sul trono imperiale dei Lathear, lo mise in imbarazzo.
Non ho ancora fatto niente, e tutti mi trattano da sovrano. Ma al primo errore che dovessi compiere, non esiterebbero a eliminarmi.
Prese le mani di sua zia e, invitandola ad alzarsi, le disse:
<<Ti prego, Ellis, tra noi non ci debbono essere formalità. Chiamami col mio nome e rivolgiti a me come a un nipote, per quanto la tua giovinezza potrebbe farci apparire quasi fratelli>>
Ellis sorrise:
<<Hai lo stesso animo gentile e galante di tuo padre>>
Marvin volle subito valutare se sua zia fosse sincera:
<<Anche di mia madre>> rispose e si chiese se Lilieth avesse in cuor suo perdonato Ellis.
<<Per diciotto anni l'ho cercata. Ma nessuno sapeva dove fosse. Il Pirata l'ha nascosta bene, e l'ha salvata dalla mia gelosia. Ora so che si dirige di nuovo verso Lathena, per rinvendicare il Trono in tuo nome. Ed ha il mio appoggio>>
Marvin cercava di vedere se rimaneva in lei qualcosa della terribile Vedova Nera.
<<Per tanti anni ti ho temuta. Mia nonna ha fatto tutto il possibile perché i tuoi servizi segreti non mi scoprissero, ma credo che Lord Bial sapesse di me, e volesse proteggermi, forse perché sapeva che un giorno sarei potuto essere utile>>
La donna annuì:
<<Bial ha agito giustamente, al contrario di me. Purtroppo non posso cambiare il mio passato, né alleviare le mie colpe. Posso solo tentare di espiare i miei peccati, sacrificando tutto ciò che ho di più caro, affinché tu possa compiere la missione alla quale sei destinato>>
Marvin sentì una sincera convinzione nella voce di sua zia:
<<Ti credo, Ellis. E accetto la tua alleanza. Abbiamo due nemici comuni: Fenrik e Marigold di Gothian. Anche se non sono più sposati, restano una minaccia per tutti i popoli del Continente>>
L'ex reggente lo guardò con ammirazione:
<<Avrei voluto avere un figlio come te, non come Elner. Lui ti odia anche per questo, e anche se è pronto a combattere contro Fenrik di Gothian, prima o poi vorrà sfidarti a duello>>
Marvin annuì:
<<Anche l'anima di Vorkidex, dentro di me, lo vorrebbe, ma io non credo nella violenza come metodo di risoluzione delle controversie!>>
Ellis era d'accordo:
<<Sei molto saggio Marvin. Non a caso i Keltar ti hanno scelto come guida e i Lathear sono pronti a farlo! Inoltre anche gli Alfar, se riusciremo a liberarli, saranno lieti di offrirti in sposa Alienor di Alfarian, a cui io, purtroppo, ho fatto del male. Spero che tu e lei un giorno possiate trovare quell'amore che a me e a tuoi genitori è stato negato per tanto tempo>>
I pensieri fissi di Ellis erano sempre due: l'amore e la politica, intrecciati e inscindibili.
Da fanciulla ha sacrificato l'amore alla politica, ora sacrifica la politica all'amore.
Ma restavano due dubbi importanti.
<<Come intendi comportarti con tuo padre?>>
L'ex sovrana aveva valutato attentamente la questione:
<<Sephir aveva altri progetti per te. E infatti non ha preso bene il tuo rifiuto di sposare Marigold. Ti incolpa di aver scatenato la guerra, e sta marciando su Lathena, devastando tutto quello che si trova nel mezzo, e attribuisce a te il prezzo del sangue>>
Marvin non ne era sorpreso:
<<Mio nonno è peggio di Fenrik: il vampiro ha bisogno del sangue per nutrirsi, come tu un tempo per mantenerti giovane, ma Sephir ama solo vederlo scorrere nei fiumi. E' l'unica cosa che lo rende felice. Sarà un degno alleato di Marigold, e dovremo sconfiggerlo, tutti insieme! Ed Elner sarebbe di grande aiuto, se riuscisse a liberarsi dal fantasma che lo domina>>
Ellis divenne improvvisamente triste:
<< Elner ormai è posseduto da Arexatan, e non c'è speranza di redimerlo: persino padre Ulume della Sacra Canonica dice che nessun esorcismo potrebbe salvarlo>>
<<E riguardo a mio padre?>>
Quella era la domanda più spinosa.
Ellis si commosse:
<<Lui è tutta la mia vita. Ci amiamo, ma non vogliamo dare scandalo, né generare altre abominazioni. Saremo casti, ma non potremo separarci mai più, perché ormai siamo una persona sola: Masrek è l'altra parte di me, ed è tutto il bene che mi resta>>
Marvin annuì:
<<Ellis, non mi opporrò al tuo amore per mio padre. Era destino che accadesse, e che mio padre fuggisse. Era la condizione per generare me. Ma ora che la profezia si è compiuta, sento con certezza che la tua anima ha imboccato la giusta strada della redenzione. Ora quindi mettiamo da parte tutti i conflitti del passato, e prepariamoci alla grande battaglia contro il comune nemico, Lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian>>
sabato 21 luglio 2012
Un saluto a tutti/e ... sono ancora vivo, e con un supremo atto di narcisismo ( e di coraggio) allego la mia ultima foto, con indosso alcuni acquisti degli ultimi saldi! ;-)
Giacca beige (anche se il colore non si vede bene a causa della webcam), comprata da Zara, camicia azzurra, e cravatta a colori oro, rosso e argento. I capelli sono un po' più lunghi del solito. Ho voluto provare come mi stavano con questo ciuffo nero corvino ;-)
Spero di sopravvivere al prossimo test, il 25!
A presto!
Rick
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domenica 15 luglio 2012
La moda nella seconda metà dell'Ottocento
In questa puntata di Storia della moda, riguardante la seconda metà dell'Ottocento ho deciso di concentrarmi su due donne che hanno dettato l'alta moda in Europa e di conseguenza poi nel resto del mondo: una, come potete vedere è Elisabeth von Wittelsbach, principessa di Baviera e poi imperatrice d'Austria e Ungheria
e l'altra è Alessandra di Danimarca, principessa di Galles e poi regina di Gran Bretagna e Irlanda.
Chi più dell'imperatrice Sissi può rappresentare il meglio della moda femminile di metà Ottocento? L'età dei valzer, per intenderci.
Sissi dettò la moda.
E trovò una ammiratrice e continuatrice.
La principessa del Galles, Alessandra di Danimarca, imitò la moda dettata da Sissi e la rese popolare in tutta Europa.
Alessandra di Danimarca fu Regina di Gran Bretagna e Irlanda dal 1901 al 1910, come consorte di Edoardo VII.
A livello di moda maschile, nei vari decenni della seconda metà dell'Ottocento vi furono alcune caratteristiche che risultano evidenti dai ritratti dei sovrani o dei politici dell'epoca.
Prendiamo per esempio la capigliatura, il pizzetto, la barba, i baffi ecc.
Abbiamo tra il 1850 e il 1870 il trionfo del pizzetto sul modello di Napoleone III.
Oppure le "fedine", cioè basette molto lunghe collegate ai baffi, come nel caso di Francesco Giuseppe d'Asburgo.
Tra il 1870 e il 1900 le due tendenze principali furono quelle dei "baffoni spioventi" alla Bismark...
o dei "baffoni arricciati" Guglielmo II, Kaiser del Secondo Reich tedesco...
...e quelle della barba incolta, alla Principe Bertie del Galles (futuro Edoardo VII)
Mi riservo di parlare più avanti anche dell'abbigliamento maschile dell'epoca.
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