E infine il giorno tanto temuto era giunto.
Il primo gennaio dell'anno Mille dalla fondazione dell'Impero Lathear, quando, secondo la tradizione e le profezie, l'Antico Patto che aveva garantito la pace tra i popoli del Continente Centrale e la non interferenza dei demoni nelle vicende umane.
Questa consapevolezza aveva offuscato i festeggiamenti per il capodanno nel villaggio di Keltar Senia e anche nella residenza di lady Ariellyn Vorkidian.
Mentre il druido Halfgan invocava la protezione degli dei, la principessa
Alienor di Alfarian ascoltava pensierosa, chiedendosi cosa le avrebbe riservato il futuro.
Non poteva tornare nel suo regno, perché la guerra civile tra suo padre Kerelik e sua madre Alyx stava dilaniando le terre degli Alfar. Ormai la sua vera famiglia erano i Vorkidian.
Lilieth era come una madre e lady Aryellin come una nonna. Presso di loro aveva trovato un affetto che i suoi genitori non erano stati in grado di darle, ma sapeva che né Lilieth, né lei stessa sarebbero potute rimanere a lungo in quel luogo.
C'è una missione da compiere e non può essere ulteriormente rinviata.
Nonostante queste preoccupazioni, si unì al brindisi che lady Ariellyn aveva proposto per il nuovo anno, con una tradizionale frase nella lingua del Keltar:
«Le temps viendra!»
Voleva dire che prima o poi sarebbe arrivato il tempo della gioia, ma nessuno pareva crederci veramente, meno di tutti Lilieth, la cui espressione era triste ed i cui occhi parevano sul punto di piangere.
Aveva saputo infatti, per mezzo di un messaggio inviatole da Vyghar il Pirata, dell'incontro tra Ellis e Masrek, avvenuto due notti prima presso Colonia Fluvia.
La riconciliazione di Masrek con la sorella-amante era stata vissuta da Lilieth come un tradimento da parte dell'uomo di cui formalmente era ancora la moglie.
Il druido Halfgan, che diciotto anni prima aveva celebrato il loro matrimonio, aveva dichiarato che vi erano gli estremi per ottenerne l'annullamento, secondo le leggi della Federazione Keltar, ma Lilieth non aveva voluto.
Alienor all'inizio non aveva compreso il perché:
"Come puoi tollerare una cosa simile?"
Lilieth aveva preso per mano la fanciulla e le aveva risposto:
"Ci sono due motivi. Il primo riguarda mio figlio. Se il mio matrimonio venisse annullato, Marvin diventerebbe un figlio illegittimo, ed io non posso fargli questo. Ha già sofferto troppo per colpa mia. Il secondo motivo è che le decisioni importanti non vanno mai prese sull'onda delle emozioni del momento. Quasi sempre ci si pente. Tu sei giovane, Alienor, ed è normale il fatto che non condividi la mia pazienza, ma un giorno capirai che l'orgoglio in amore è un limite"
La principessa accettò la risposta, ma aveva un dubbio:
"Tu provi ancora qualcosa per Masrek? Ti manca veramente?"
Lilieth aveva riflettuto a lungo prima di rispondere:
"Lo capirò solo quando gli avrò parlato. In questo momento so solo che di lui mi manca non tanto ciò che era, ma ciò che io credevo che fosse".
Alienor aveva annuito, tenendo per sé un'altra domanda.
Per quanto ancora potrà respingere le attenzioni di Vyghar, ora che Masrek l'ha delusa?
Si riscosse da queste riflessioni, e rispose anch'ella al brindisi:
«Le temps viendra!»
E il suo sguardo incontrò il volto rassicurante di lady Ariellyn, che con la sua sola presenza dimostrava come a volte fosse possibile riuscire a sopportare anche per lungo tempo un grande dolore, se si era motivati da un nobile scopo.
Lady
Ariellyn è una donna forte.
Alienor aveva
provato un’immediato rispetto per questa dama altera, ma ospitale ed educata.
Il suo profilo aristocratico pareva il busto di una delle grandi regine del
passato, a testimoniare la sua discendenza da Vorkidex.
Eppure
credo che preferirebbe essere una persona qualunque, e vivere una vita normale.
Alienor si
trovava d’accordo in questo: i suoi doveri di principessa degli Alfar l’avevano
portata a quelle peregrinazioni interminabili.
Presto ripartiremo verso sud, verso Lathena.
Era stata Lilieth a parlargliene, quando aveva annunciato a Lady Ariellin che il giorno dopo avrebbero ripreso il viaggio, per portare a termine una missione della massima importanza.
Lady Ariellin non ne era rimasta sorpresa: aveva custodito gelosamente il sigillo imperiale di Masrek per tutti quegli anni.
Aveva fatto credere a tutti che fosse andato distrutto. C'era riuscita mantenendosi estranea ad ogni ambizione. Lo aveva fatto per Marvin, che con quel sigillo avrebbe potuto rivendicare il Trono del Sole, denunciando l'incesto di Ellis e quindi l'illegittimità della successione di Elner XI.
Stiamo facendo tutto questo per Marvin, ed io di lui conosco solo il ritratto conservato in questa casa.
Quel ritratto le piaceva.
Sarebbe bello poterlo conoscere. Ma
il mio destino è a sud, e il suo a nord… ognuno di noi, se vuole crescere, deve andare nella direzione opposta
a quella da cui proviene…
Lei a Lathena, lui a Gothian.
Ma forse un giorno, se fossero sopravvissuti a tutto quel male, forse si sarebbero incontrati.
Le temps viendra.
Le pareva bello quel motto dei Keltar, e sentì che era diventato anche suo.
Un giorno, alla fine di tutto, avrebbe potuto riappropriarsi della sua vita, innamorarsi ancora
una volta, vivere l’ebbrezza di un grande amore ricambiato.
Le temps viendra!
Lady Ariellin parve
leggerle nel pensiero:
«Alienor, sei sicura di non voler restare con me? Io
so cosa stai passando. Non sono ignara del
dolore. Ci sono anche in me lacrime non versate. Sono le lacrime delle cose, ed ogni cosa mortale commuove le nostre anime»
Alienor riconobbe una citazione da un antico poema dei Lathear.
Sunt lacrimae rerum, et mentes mortalia tangunt.
Lilieth
intervenne:
«Madre, dobbiamo compiere il nostro dovere fino in fondo. Che cosa saremmo
senza un nobile scopo? Senza un movente non si vive... me l'hai insegnato tu!»
Era vero.
Negli occhi di lady Ariellyn si fece strada la comprensione e l’accettazione delle scelte di sua figlia.
Anche Alienor
aveva nel cuore le stesse emozioni di Lilieth, e le venne spontaneo abbracciare
Lady Ariellin dicendo:
«Noi torneremo! Così come Lilieth è ritornata, anche io
ritornerò, e saranno tempi migliori per tutti»
Ariellyn si lasciò abbracciare teneramente, pensando a come sarebbe stato
bello se anche Marvin fosse stato lì con loro, e avesse potuto conoscere Alienor e
convincerla a vivere con lui una vita normale.
E
invece il fato li disperde, come le foglie…
Strinse a sé Alienor come se fosse sangue del suo sangue.
Perché
mi sembra di aver già vissuto questa scena mille volte?
Non doveva far trasparire le sue paure: doveva infondere fiducia a Lilieth e ad Alienor. Ripeté allora le sue parole di augurio:
«Le temps viendra!»
N.d.A.
Alienor di Alfarian è interpretata da Jessica Brooks nel ruolo di Ghanima Atreides ne "I figli di Dune" di Frank Herbert.
La lingua keltari moderna corrisponde all'attuale francese, mentre i vari dialetti comprendono la lingua occitana, i dialetti gallo-italici e le lingue celtiche (gallese, scozzese, bretone, irlandese).
L'espressione "Le temps viendra" è il titolo di un romanzo di Sarah Morris su Anna Bolena.
Lilieth Vorkidian è interpretata da Claire Forlani nel ruolo di Igraine Pendragon in "Camelot".
La frase "L'orgoglio in amore è un limite" è tratta dalla canzone "Per sempre" di Nina Zilli.
Lady Ariellyn Vorkidian è interpretata da Alice Krige nel ruolo di lady Jessica Atreides in "Children of Dune",
Marvin Vorkidian è rappresentato da Jon Snow ne "Il trono di spade".
Alcune frasi di lady Ariellyn sono tratte dall'Eneide. "Non ignara mali miseri succurrere disco" è pronunciata da Didone. L'altra frase è pronunciata da Enea:"Sunt lacrimae rerum et mentes mortalia tangunt".
Nella finzione del romanzo i poemi in latino sono considerati scritti in lingua latheari classica, mentre la lingua latheari moderna parlata è l'italiano (lingua comune del Continente) e nelle zone periferiche lo spagnolo castigliano. Le lingue alfari appartengono invece al gruppo germanico.
Il "nobile scopo" è un concetto espresso ne "Gli eretici di Dune", quando la reverenda madre Odrade del Bene Gesserit scopre un antico messaggio dell'imperatore Leto II Atreides.
"Senza un movente non vivrei" è una frase tratta dalla canzone "Cercami" di Renato Zero.
"Come le foglie" è il titolo di un'opera teatrale di Giuseppe Giacosa. Da non confondere con la canzone "Come foglie" cantata da Malika Ayane. Merita di essere ricordata anche la meravigliosa canzone "Les feuilles mortes" scritta dal poeta Prevert.