sabato 28 gennaio 2012

Eleonora d'Aquitania, la Regina del Medioevo

Eleonora d'Aquitania nacque a Bordeaux nel 1122 e morì a Fontevrault nel 1204, a 82 anni


Fu Duchessa d'Aquitania  e Contessa di Poitiers per eredità paterna, Duchessa di Normandia e Angiò per matrimonio con Enrico Plantageneto (cosiddetto perché nel suo stemma c'era una pianta di Ginestra) e successivamente Regina d'Inghilterra quando suo marito divenne Re Enrico II.

Le testimonianze dell'epoca dicono fosse bellissima. Aveva capelli di un colore rosso dorato, gli occhi azzurri, era alta e aveva un bel corpo. Descrizione confermata da studi compiuti sul suo sepolcro.



Eleonora ed Enrico, grazie all'unione dei rispettivi possedimenti, si ritrovarono a controllare nel contempo l'Inghilterra e la Francia. Il ducato di Aquitania è quello dal colore rosa carne.


Dal loro matrimonio nacquero sette figli tra cui Riccardo I Cuor di Leone, futuro Re d'Inghilterra, Goffredo, Duca di Bretagna e il principe Giovanni Senzaterra, successore di Riccardo e padre di Enrico III. Chi ha letto o visto storie con Robin Hood ricorderà bene chi era il Principe Giovanni.

Eleonora, donna colta e raffinata, fu l'ispiratrice dei trovatori che scrissero in lingua francese antica le gesta di re Artù. Suo favorito fu Chretien de Troyes, autore di poemi cavallereschi del ciclo arturiano. Altri dedicarono a lei e sua figlia Marie de Champagne, liriche d'amore in lingua provenzale.


In questo arazzo sono rappresentate a sinistra Marie de Champagne e a destra, in rosa sua madre Eleonora d'Aquitania. Gli uomini sono il marito di Marie e due trovatori, identificabili in Chretien de Troyes e Bertrand de Ventadour. 

Pare che Eleonora abbia avuto relazioni sentimentali con entrambi i poeti , suscitando le ire del marito. Da qui la decisione di Eleonora di tornare a vivere nel castello di Poitiers, in Francia.


Da lì, nel 1173 la regina Eleonora sobillò la rivolta dei figli contro il marito. Quando sembrava che i figli avessero avuto la meglio, tornò in Inghilterra, ma Enrico riprese il controllo della situazione e la condannò alla prigionia a vita in un convento. Dopo alcuni anni di reclusione, Eleonora ottenne il perdono del re, e poté tornare a corte a Winchester nel 1183, a 61 anni. In questo anno è ambientato il film Il Leone d'inverno, dove Eleonora fu interpretata da Katharine Hepburn (da non confondere con Audrey):


Di questo film è stato girato recentemente un remake con Glenn Close, nel ruolo di Eleonora.


Nel film il re Enrico II, ormai anziano e malato, cerca di riconciliarsi con la moglie Eleonora, e sembra quasi riuscirci, ma alla fine la sete di potere dei figli e le congiure politiche dei cortigiani li portano ad  una nuova separazione.


Eleonora fu trasferita in Normandia fino al 1189, anno della morte di Enrico. Poiché il successore, re Riccardo I Cuor di Leone, figlio prediletto di Eleonora, partì proprio quell'anno per la Terza Crociata, la reggenza fu affidata ad Eleonora, che dovette però fare i conti con le ambizioni del figlio minore Giovanni e dello sceriffo di Nottingham. Al ritorno di re Riccardo,. Eleonora decise di trascorrere la vecchiaia nelle sue terre in Aquitania.



Vanessa Redgrave ha interpretato più volte a teatro il ruolo di Eleonora d'Aquitania nella vecchiaia.

Re Riccardo I morì ucciso da una freccia durante l'assedio di un castello, nel 1199.


Eleonora, addolorata per la perdita del figlio prediletto, appoggiò come successore Giovanni. Poi, al compimento degli 80 anni, si ritirò spontaneamente nel convento di Fontevrault. Dopo la sua morte, nel 1204, il suo corpo fu portato in Inghilterra ed ella fu sepolta accanto al marito, re Enrico II.


Su di lei si sono scritti romanzi, opere teatrali, sceneggiature cinematografiche e infinite biografie. Fu sicuramente una donna forte, volitiva, ma nel contempo raffinata, elegante e colta, amante dell'arte e della poesia. Questo amore fu così grande che nella scultura sul sarcofago che vedete qui sopra, Eleonora è rappresentata con un libro in mano. Una cosa del tutto rara per l'epoca.

Domani tornerò a presentarvi altri personaggi del mio romanzo "Gothian".


venerdì 27 gennaio 2012

Gothian. Antefatto.

   
Antefatto


Luogo: Castello di Gothian, Artide

Giorno: 9 aprile

Anno:  983 dalla fondazione dell'Impero Lathear, in seguito ricordato come "l'anno della Primavera di Sangue".




          «Stavi sognando?» le chiese l’uomo alto, magro, pallido, dagli occhi di ghiaccio e dai lunghi capelli color avorio.
«Ho sempre sognato» mormorò la donna bionda seduta sul grande letto a baldacchino «I sogni distinguono il sonno dalla morte»


L’uomo si tolse un guanto e si osservò le unghie affilate con aria distratta, quasi annoiata: «Da come ti agitavi, mi parevano incubi»
Gli occhi gialli di lei brillarono come quelli di un gatto selvatico, e le pupille si dilatarono. Scostò di colpo le sete dorate che ricoprivano il suo corpo perfetto.
«No, Fenrik, erano sogni di rivincita!»
Il Conte di Gothian colse l’allusione ad un evento accaduto in tempi remoti.
«Capisco… » la sua voce era sibilante e le labbra sottili, esangui: «…ed era un sogno ricorrente?»
Lo sguardo della donna divenne improvvisamente malinconico: «Non esistono sogni ricorrenti.  Il sogno che interrompi non sarà più uguale»
Il Conte percepì una minaccia in quella risposta, anzi, un desiderio di vendetta. Li ignorò, perché sapeva che il bersaglio non era lui: «Come vedi, il Patto è stato rispettato. Sephir Eclionner ha perso, ad Elenna sul Dhain. L'Impero Lathear è in ginocchio. Ora avrò quel che mi spetta?»
Lei annuì: «Tutti lo avranno, nel bene e nel male»
Il Conte fu percorso da un brivido: «E’ tuo diritto, Edwina…»
La donna si sollevò di scatto: «Non pronunciare mai più quel nome! Nessuno deve sospettare che io...»
«Ma, mia cara, chi vuoi che si ricordi di…»
«Zitto! Non una parola di più!»
Il Conte ebbe una contrazione alle labbra, e mostrò per un attimo i canini aguzzi. Non era abituato a farsi trattare in quel modo, ma Edwina Ataris era l’unica persona al mondo più potente di lui.
«Come vuoi essere chiamata?»
Lei sorrise, accarezzandosi i boccoli dorati: «Ricordi come viene chiamato quel fiore giallo che sboccia il primo giorno d’estate, nei giardini di Alfarian?»


Fenrik dovette fare uno sforzo: non amava i fiori, non amava la reggia di Alfarian, e soprattutto non amava gli Alfar. 
«Si chiama màrigold»
Le iridi gialle di lei parvero pulsare di gioia e brillare come pagliuzze dorate.
«Màrigold… ah… mi piace! Con questo nome tu mi chiamerai, quando oggi ci sposeremo. Il cognome e il titolo deriveranno dalle nostre nozze. Nessuno oserà chiederti altro su di me»
Il Conte annuì: «Questo è certo. Tutti mi temono! E hanno ragione di farlo!»
Marigold era soddisfatta: «Per questo ho scelto te, Fenrik Steinberg! Ed è tempo che noi due iniziamo a muovere tutte le pedine della grande scacchiera»
Fenrik si rabbuiò:
«Ci vuole cautela. Le cospirazioni in atto sono più di una, Edw... ehm... Màrigold!» Scandì le parole nel pronunciare quel nome.
Lei scrollò le spalle:
«Solo la nostra cospirazione si basa sulla conoscenza esatta del Patto: ci basta la memoria»
Il Conte dovette annuire: «In effetti, a differenza di tutti gli altri, il giorno in cui fu siglato il Patto, noi eravamo là»
La "dama gialla", come la chiamavano tutti, sorrise soddisfatta:
«Ben detto! Ora non ci resta che recitare questa farsa della cerimonia nuziale. Credo che mi divertirò molto nel ruolo di Marigold, Contessa di Gothian»
Fenrik accennò vagamente un ironico sorriso: «E’ passato molto tempo dall’ultima volta che Gothian ha avuto una Contessa»
Marigold ricambiò la smorfia: «Non ne dubitavo affatto. La cosa susciterà un certo scalpore, ad Alfarian, ma io so adattarmi bene alle circostanze. Ormai manca poco allo scadere del Millennio… e allora la vera versione del Patto dilagherà in tutto il Continente Centrale>>
Fenrik si concesse un sorriso:
<<Dai miei Albini delle nevi ai tuoi Alfar, dai Keltar ai Lathear, fino ai Neri dell’estremo sud! Non pongo limiti di spazio, né di tempo, al nostro Impero»
  
     


giovedì 26 gennaio 2012

Lo charme di Galla Placidia, l'ultima Imperatrice

Ecco un mosaico che ritrae l'imperatrice Galla Placidia (Costantinopoli 388 - Roma 450) 
                                               


Galla Placidia ebbe una vita piuttosto movimentata.Nata a Costantinopoli dall'imperatore Teodosio I e dalla sua seconda moglie Galla Valentina, figlia a sua volta di Valentiniano I e sorella di Valentiniano II, alla morte del padre seguì il fratello Onorio a Ravenna, appena diventata capitale dell'Impero Romano d'Occidente. Durante il regno di Onorio, Galla Placidia venne rapita dai Visigoti e costretta a sposarne il re Ataulfo. Fu liberata da un generale romano che ottenne di condividere il trono con Onorio, assumendo il nome di Costanzo III, che sposò poi Galla Placidia. Da questo matrimonio nacquero Valentiniano III (qui sotto a sinistra) e Onoria (qui sotto al centro). Si noti il trucco particolare di Onoria, specialmente il bistro che era una sorta di mascara dell'antichità, e veniva usato per delineare tutto il contorno delle palpebre, comprese quelle inferiori:



All'epoca anche gli uomini usavano il bistro e il trucco. La civiltà bizantina, forte non solo a Costantinopoli, ma anche a Ravenna, era estremamente raffinata.
Galla Placidia fu una icona di stile per mezzo secolo: la sua pettinatura, il suo trucco, i suoi gioielli di perle, erano diventati un must della corte ravennate.
Alla morte del fratello di Galla Placidia, l'imperatore Onorio, nel 423,  il trono imperiale passò a Velentiniano III che era ancora un bambino.  Ecco un quadro che mostra Valentiniano III sul trono con in mano le insegne imperiali: la spada e il globo d'oro, oltre che la porpora imperiale del mantello:

                                                                     
Valentiniano III regnò dal 423 al 455, ma fino al 450 il vero potere fu detenuto, in qualità di reggente imperiale, dalla madre Galla Placidia che dovette affrontare le invasioni barbariche, nel territorio dell'impero romano. Gli Unni erano i più pericolosi. Il loro re, Attila, aveva destato l'interesse di Onoria, che gli aveva inviato per lettera una proposta di matrimonio. Questo fu il pretesto che indusse gli Unni a invadere l'Impero. Onoria fu spedita in convento sotto il controllo severissimo della zia Pulcheria
Nell'immagine, tratta dal film Attila, del 1954, Sofia Loren interpreta Onoria ed Anthony Queen recita il ruolo di Attila:


Galla Placidia, terrorizzata dagli Unni, lasciò Ravenna e fuggì a Roma con il figlio. Affidò il comando dell'esercito al generale Ezio, che sconfisse Attila.  
Nel film tv del 2001, "Attila", il ruolo di Galla Placidia è interpretato dalla bravissima Alice Krige.



Galla Placidia morì a Roma poco dopo la sconfitta di Attila, convinta di aver salvato l'Impero, e fu sepolta a Ravenna nel meraviglioso Mausoleo che porta il suo nome.



Consiglio a tutti di visitarlo, a Ravenna. Si trova a fianco della basilica di San Vitale, ed ha la forma di una croce greca. E' una delle più belle espressioni dello stile bizantino in Italia.

Dopo la morte di Galla Placidia, Valentiniano III ed Ezio lottarono per il potere assoluto, tanto che l'imperatore uccise di persona, con un pugnale, il generale vittorioso che pretendeva di sposare sua figlia Eudoxia. Un alto dignitario, che aveva assistito all'omicidio, disse: "Sei un folle, Valentiniano, perché hai tagliato il tuo braccio destro con la mano sinistra!"

Fu una frase profetica: pochi giorni dopo, lo stesso Valentiniano III fu ucciso dai soldati per vendicare la morte di Ezio. Si compiva così la fine della dinastia valentiniana-teodosiana, e di fatto quella dell'impero romano d'occidente.
Roma fu saccheggiata dai Vandali:

Rimaneva invece intatto l'impero d'oriente, dove Giustiniano aveva ripristinato l'autorità imperiale, assieme alla moglie, l'imperatrice Teodora, che qui possiamo ammirare nello splendido mosaico della basilica di San Vitale a Ravenna:


Il mosaico che la rappresenta è probabilmente il più bello che si può trovare non solo a Ravenna, città che rimase bizantina per secoli, ma in tutta Italia. Teodora era di umili origini, si pensa persino che fosse una prostituta, ma l'imperatore Giustiniano se ne innamorò e la incoronò imperatrice. L'influenza di Teodora a corte fu molto positiva, e gli anni migliori del lunghissimo regno del marito furono quelli in cui lei visse. Dopo la sua morte, Giustiniano non si risposò e visse nel ricordo di lei.

La bellissima donna di cui parlerò domani è una sorpresa: sono sicuro che vi piacerà, anche se forse meriterebbe di essere odiata... non anticipo altro!


mercoledì 25 gennaio 2012

Le Veneri Imperiali

La prima fu sicuramente Livia Drusilla, seconda moglie di Augusto, e prima imperatrice di Roma.


Livia era una donna estremamente ambiziosa: quando vide che Ottaviano Augusto, nipote di Cesare, stava per diventare di fatto l'uomo più potente di Roma, lo sedusse. Pur essendo lei incinta e sposata con Tiberio Claudio Nerone da cui aveva avuto già un figlio con lo stesso nome, ed Ottaviano sposato con Scribonia, i due divorziarono contemporaneamente nel giorno in cui Scribonia partorì Giulia, l'unica figlia di Augusto. Successivamente Livia fu sospettata di aver avvelenato i figli maschi di Giulia e del marito di lei, Agrippa, pure lui morto prematuramente, per costringere Giulia a sposare suo figlio Tiberio e favorire così la successione al potere di Tiberio stesso. Durante il regno del figlio, Livia fu molto potente e morì a 87 anni, età rara per quei tempi. Sotto una foto con un busto di Giulia:


Condannata per adulterio, Giulia fu esiliata prima a Ventotene e poi a Reggio Calabria. Morì poco dopo suo padre Augusto, si pensa per ordine dell'ex marito Tiberio, appena divenuto nuovo imperatore.
Dal primo matrimonio con Agrippa aveva avuto anche due figlie: Giulia Minore ed Agrippina Maggiore. La prima subì la stessa sorte della madre, avendo commesso adulterio col poeta Ovidio: entrambi furono esiliati, lei in un'isola, lui sul mar Nero, ai confini del mondo conosciuto. Ecco Giulia Minore in una immagine su una moneta dell'epoca:



Agrippina Maggiore sposò Germanico, nipote dell'imperatore Tiberio, ed ebbe numerosi figli tra cui l'imperatore Caligola e la futura imperatrice Agrippina Minore.
Agrippina Minore sposò in prime nozze Domizio Enobarbo, che Svetonio descrive come "omni parte vitae detestabilis" e da lui ebbe il figlio, futuro imperatore Nerone. In seconde nozze Agrippina sposò suo zio, l'imperatore Claudio, che adottò Nerone come proprio erede. Dopo aver avvelenato Claudio, Agrippina fu reggente per alcuni anni in nome del figlio Nerone, che però poi la fece uccidere, perché si opponeva al divorzio di Nerone da Ottavia. Ecco una immagine di Agrippina Minore:


Con la morte di Nerone, finì la dinastia Giulio-Claudia, e per molti anni le donne non ebbero influenza politica. Tornarono ad averla con l'avvento della dinastia dei Severi, ma la figura femminile più interessante dell'era imperiale non fu una donna romana, ma una regina orientale che sfidò l'impero romano e cioè Zenobia di Palmyra.(Antiochia 225 - Tivoli 275) 



che riuscì a conquistare per un certo periodo di tempo la parte orientale dell'impero romano:



Sconfitta dall'imperatore Aureliano, Zenobia, legata con delle catene d'oro, venne esibita come trofeo durante le celebrazioni per il trionfo a Roma, nel 274, e passò il resto della sua vita in una villa presso Tivoli.


Molto singolare fu la vita dell'imperatrice Elena, madre di Costantino. Di umili origini, in gioventù faceva la cameriera in un'osteria di Nicomedia in Bitinia (e forse anche la prostituta). Lì conobbe Flavio Costanzo Cloro, generale romano, e ne divenne l'amante. Da lui ebbe un solo figlio, Costantino, mentre Costanzo si sposò con la figlia dell'imperatore Massimiano. Dopo l'abdicazione di Massimiano, Costanzo divenne imperatore, ma morì l'anno seguente, e suo figlio Costantino reclamò il potere supremo contro il figlio di Massimiano, Massenzio. Prima della battaglia definitiva, Elena, che si era convertita al Cristianesimo, invitò il figlio a porre fine alle persecuzioni dei cristiani. Costantino sognò una croce, con la scritta "in hoc signo vinces": sotto questa insegna vincerai. Sconfitti tutti i rivali, Costantino legalizzò il culto cristiano, ed Elena si recò in Palestina alla ricerca della reliquia della Croce.


Per questi meriti, Elena fu proclamata Santa (una bella carriera se pensiamo che era partita come prostituta).. La salma di Sant'Elena Imperatrice si trova a Roma nella chiesa di Santa Maria in Aracoeli.
Ultima grande donna dell'antichità fu Galla Placidia, nipote dell'imperatore Valentiniano I, sorella di Valentiniano II, figlia di Teodosio I, sorella di Onorio, moglie di Costanzo III e madre di Valentiniano III. La sua vita fu molto avventurosa e merita di essere raccontata bene, con immagini adeguate, nel post di domani.

martedì 24 gennaio 2012

Stile, Moda e Bellezza nell'Antichità

Con oggi incomincio una Storia illustrata della Bellezza che passa attraverso l'evoluzione degli Stili e delle Mode dall'antichità ai giorni nostri.

L'Antichità va dalla scoperta della scrittura (circa 3000 a.C) alla caduta dell'Impero romano (476 d.C.)
Le civiltà più antiche si crearono nelle pianure fertili vicine ai grandi fiumi, come il Nilo per gli Antichi Egizi.

Ecco il busto della loro regina più famosa e più bella, Nefertiti, moglie del faraone Amenofis IV, meglio noto come Akenaton. Dietro al busto un bassorilievo che rappresenta Neferiti con i figli e il sole Aton.


E' probabile che Nefertiti fosse o la madre o la suocera di Tutankhamon.

Nella Mesopotamia, tra il Tigri e l'Eufrate, si svilupparono numerose civiltà. Tra queste i Sumeri, i Babilonesi e gli Assiri. Tra gli Assiri, fu famosa la regina Semiramide (o Shammuramat), moglie del re a Shamshi-Adad V e reggente per il figlio Addu-Nirari III.
Ecco una ricostruzione della sua immagine:




Nella Civiltà greca classica la donna non partecipava alla vita pubblica ed era esclusa dalla politica. Di fatto erano confinate nel Gineceo, la parte della casa destinata alle donne e ai bambini.




Da questo dipinto e dalle statue delle Dee, possiamo ricostruire la moda del tempo. Ecco una ricostruzione in piccolo della colossale statua di Athena Parthenos:




L'originale, nel Partenone, era ricoperta di avorio e oro e doveva presentarsi in questo modo:




Quando il re Filippo di Macedonia conquistò la Grecia, e suo figlio Alessandro Magno conquistò l'Impero Persiano, ebbe inizio la Civiltà ellenistica.


Prima donna famosa tra i Macedoni fu Olympias, moglie di Filippo e madre di Alessandro. Personaggio forte e determinante nella creazione dell'impero macedone, la regina Olympias così ci appare nelle monete dell'epoca:




Anche se noi forse la ricordiamo meglio nella ricostruzione cinematografica del film Alexandros, di Oliver Stone, dove il suo ruolo fu interpretato da Angelina Jolie:




Dopo che i Romani ebbero conquistato la Grecia e la Macedonia, gli ultimi regni ellenistici furono la Siria della dinastia dei Seleucidi e l'Egitto della dinastia dei Tolomei.


Ultima regina macedone d'Egitto fu Cleopatra. Erroneamente è stata raffigurata in costumi egiziani: Cleopatra si sentiva greca e vestiva alla greca. Il reale aspetto di Cleopatra era questo:




Delusi? Direi di sì. Certo che non avesse un bel naso si sapeva, ma che la sua acconciatura fosse molto semplice e diversa da quella delle antiche regine egiziane non era cosa nota. L'ho appreso studiando la storia greca: Cleopatra si pettinava e si vestiva secondo la moda greca, e non secondo quella egiziana. E non era particolarmente bella.
Eppure questa donna conquistò prima Cesare e poi Marco Antonio, ed ebbe figli da entrambi.
Fu sconfitta da Ottaviano Augusto e si suicidò facendosi mordere da un serpente.

Ecco la ricostruzione del reale viso di Cleopatra:



Quando la notizia della morte di Cleopatra giunse a Roma, la gioia per la fine delle guerre civili fu tale che Orazio scrisse una famosa ode che incomincia con "Nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus!": ora è tempo di brindare, è tempo di danzare in libertà colpendo la terra con i piedi". 
Domani mi occuperò delle grandi donne dell'Età romana imperiale: Livia Drusilla, prima imperatrice romana, Giulia Maggiore, unica figlia di Augusto, Giulia Minore, nipote di Augusto, Agrippina sorella di Giulia Minore e moglie dell'imperatore Claudio, suo zio, e madre di Nerone, e infine la bellissima regina Zenobia di Palmyra...

lunedì 23 gennaio 2012

Che cos'è la Classe?

La Classe è la compresenza di Stile e di Eleganza in una stessa persona o cosa. Di questi due concetti ho parlato nei post precedenti a questo.

Il termine Classe deriva da classico, in quanto lo stile classico è quello considerato più elegante.

Due donne di classe sono state Grace Kelly e Audrey Hepburn.






Se devo pensare a donne di classe del passato, sia recente che lontano, me ne possono venire in mente molte. Per esempio la cantante Dalida:


oppure Alessandra di Danimarca, che fu Principessa del Galles dal 1863 al 1901, Regina di Gran Bretagna dal 1901 al 1910, poi Regina Madre fino alla morte nel 1925.


oppure Elizabeth von Wittelsbach, Imperatrice d'Austria e Ungheria, comunemente nota come Sissi:


A questo punto sorgono due domande:

1) per essere una persona di classe deve essere per forza bella o ricca?
2) esistono esempi di donne di classe viventi?

Alla prima domanda rispondo che non è necessario essere belli o ricchi, quanto piuttosto avere una personalità che unisca equilibrio, senso della misura, amore per la bellezza e originalità.
Questo può permettere anche ad una persona non bella e non ricca di diventare una persona di classe.
Gli esempi non posso trovarli tra le persone famose, perché la fama si accompagna sempre con la ricchezza, e spesso con la bellezza.

Alla seconda domanda faccio un po' di fatica a rispondere. Posso citare una persona vivente, ma anziana come Virna Lisi.




Tra le donne più giovani mi viene in mente Serena Autieri.




Per par condicio cito anche una mora di classe, Anna Valle.


Tra le giovanissime penso a Beatrice Borromeo.


oppure, sempre per par condicio Charlotte Casiraghi, che non a caso è nipote di Grace Kelly


Siete d'accordo con i miei esempi? Ne avete altri da proporre?

Domani inizierò a parlare della evoluzione degli stili di moda e arte incominciando dall'antichità per arrivare ai giorni nostri.