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lunedì 18 giugno 2012

Moda e abbigliamento nell'Antica Roma

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Nella Roma della tarda età repubblicana (primo secolo avanti Cristo) e della prima età imperiale (I secolo dopo Cristo) l'abbigliamento femminile era molto più complesso rispetto alle donne dell'antica Grecia.

Cecilia Metella, matrona romana dei tempi della repubblica.

Abbigliamento femminile, da un dipinto di Lawrence Alma-Tadema.












Le matrone romane indossavano come indumenta il perizoma, una fascia per il seno (strophiummamillareo una guaina (capetium) e una leggera tunica subuculaintessuta con lana o lino ed in genere prive di maniche.
Sopra la subucula si indossava la stola.
La stola era una tunica ampia e lunga appunto fino ai piedi, fermata alla vita da un cingulum, una cintura, e generalmente si faceva uso di un succingulumper formare un secondo kolpos (sbuffo di stoffa) più ricco all'altezza delle anche.

La recta, era una tunica bianca sprovvista di maniche, aderente alla vita e lievemente scampanata in basso. Era il vestito delle giovani spose romane, completato dal flammeum, ampio velo di color giallo fiamma (da cui il nome) da appoggiare sul capo e fatto scendere sul retro.
Al di sopra delle tuniche le donne indossavano un mantello detto palla.
La palla era il classico mantello femminile. Di forma rettangolare simile al mantello greco, veniva indossata in modi svariati, poggiandone un lembo sul capo. 
Ecco Giulia, figlia dell'imperatore Augusto, con indosso la tunica a spola e il mantello a palliata.



Statua di Livia Drusilla, imperatrice consorte di Augusto, con stola e palla

Mentre gli uomini indossavano la toga e non portavano copricapi riparandosi dal sole o dalla pioggia con un lembo del mantello o sollevando il cappuccio (cucullus) della loro paenula, la donna romana metteva tra i capelli un nastro di color rosso porpora o un tutulus, una larga benda collocata a forma di cono sulla fronte.
La matrona aveva poi di solito annodato al braccio un fazzoletto, la mappa, per pulire il viso dalla polvere e dal sudore. Il muccinium destinato a soffiarsi il naso, non comparve prima della fine del III secolo d.C.  La domina aveva poi un ventaglio per rinfrescarsi e cacciare le mosche e un ombrello, non richiudibile, per ripararsi dal sole.
Per proteggersi dalle intemperie poteva essere indossato un mantello con cappuccio, byrrus, un indumento che si è tramandato fino al giorno d'oggi in Nordafrica, col nome, derivato dal latino, di burnus.
Le donne si adornavano con pettini, spille (fibulae) e, se potevano permetterseli, con numerosi gioielli: orecchini, collane, catenelle (catellae) intorno al collo, anelli alle dita, al braccio e alle caviglie.

giovedì 26 gennaio 2012

Lo charme di Galla Placidia, l'ultima Imperatrice

Ecco un mosaico che ritrae l'imperatrice Galla Placidia (Costantinopoli 388 - Roma 450) 
                                               


Galla Placidia ebbe una vita piuttosto movimentata.Nata a Costantinopoli dall'imperatore Teodosio I e dalla sua seconda moglie Galla Valentina, figlia a sua volta di Valentiniano I e sorella di Valentiniano II, alla morte del padre seguì il fratello Onorio a Ravenna, appena diventata capitale dell'Impero Romano d'Occidente. Durante il regno di Onorio, Galla Placidia venne rapita dai Visigoti e costretta a sposarne il re Ataulfo. Fu liberata da un generale romano che ottenne di condividere il trono con Onorio, assumendo il nome di Costanzo III, che sposò poi Galla Placidia. Da questo matrimonio nacquero Valentiniano III (qui sotto a sinistra) e Onoria (qui sotto al centro). Si noti il trucco particolare di Onoria, specialmente il bistro che era una sorta di mascara dell'antichità, e veniva usato per delineare tutto il contorno delle palpebre, comprese quelle inferiori:



All'epoca anche gli uomini usavano il bistro e il trucco. La civiltà bizantina, forte non solo a Costantinopoli, ma anche a Ravenna, era estremamente raffinata.
Galla Placidia fu una icona di stile per mezzo secolo: la sua pettinatura, il suo trucco, i suoi gioielli di perle, erano diventati un must della corte ravennate.
Alla morte del fratello di Galla Placidia, l'imperatore Onorio, nel 423,  il trono imperiale passò a Velentiniano III che era ancora un bambino.  Ecco un quadro che mostra Valentiniano III sul trono con in mano le insegne imperiali: la spada e il globo d'oro, oltre che la porpora imperiale del mantello:

                                                                     
Valentiniano III regnò dal 423 al 455, ma fino al 450 il vero potere fu detenuto, in qualità di reggente imperiale, dalla madre Galla Placidia che dovette affrontare le invasioni barbariche, nel territorio dell'impero romano. Gli Unni erano i più pericolosi. Il loro re, Attila, aveva destato l'interesse di Onoria, che gli aveva inviato per lettera una proposta di matrimonio. Questo fu il pretesto che indusse gli Unni a invadere l'Impero. Onoria fu spedita in convento sotto il controllo severissimo della zia Pulcheria
Nell'immagine, tratta dal film Attila, del 1954, Sofia Loren interpreta Onoria ed Anthony Queen recita il ruolo di Attila:


Galla Placidia, terrorizzata dagli Unni, lasciò Ravenna e fuggì a Roma con il figlio. Affidò il comando dell'esercito al generale Ezio, che sconfisse Attila.  
Nel film tv del 2001, "Attila", il ruolo di Galla Placidia è interpretato dalla bravissima Alice Krige.



Galla Placidia morì a Roma poco dopo la sconfitta di Attila, convinta di aver salvato l'Impero, e fu sepolta a Ravenna nel meraviglioso Mausoleo che porta il suo nome.



Consiglio a tutti di visitarlo, a Ravenna. Si trova a fianco della basilica di San Vitale, ed ha la forma di una croce greca. E' una delle più belle espressioni dello stile bizantino in Italia.

Dopo la morte di Galla Placidia, Valentiniano III ed Ezio lottarono per il potere assoluto, tanto che l'imperatore uccise di persona, con un pugnale, il generale vittorioso che pretendeva di sposare sua figlia Eudoxia. Un alto dignitario, che aveva assistito all'omicidio, disse: "Sei un folle, Valentiniano, perché hai tagliato il tuo braccio destro con la mano sinistra!"

Fu una frase profetica: pochi giorni dopo, lo stesso Valentiniano III fu ucciso dai soldati per vendicare la morte di Ezio. Si compiva così la fine della dinastia valentiniana-teodosiana, e di fatto quella dell'impero romano d'occidente.
Roma fu saccheggiata dai Vandali:

Rimaneva invece intatto l'impero d'oriente, dove Giustiniano aveva ripristinato l'autorità imperiale, assieme alla moglie, l'imperatrice Teodora, che qui possiamo ammirare nello splendido mosaico della basilica di San Vitale a Ravenna:


Il mosaico che la rappresenta è probabilmente il più bello che si può trovare non solo a Ravenna, città che rimase bizantina per secoli, ma in tutta Italia. Teodora era di umili origini, si pensa persino che fosse una prostituta, ma l'imperatore Giustiniano se ne innamorò e la incoronò imperatrice. L'influenza di Teodora a corte fu molto positiva, e gli anni migliori del lunghissimo regno del marito furono quelli in cui lei visse. Dopo la sua morte, Giustiniano non si risposò e visse nel ricordo di lei.

La bellissima donna di cui parlerò domani è una sorpresa: sono sicuro che vi piacerà, anche se forse meriterebbe di essere odiata... non anticipo altro!