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sabato 10 novembre 2012

Gothian. Capitolo 119. Elner interviene nella battaglia di Endor



Alla fine si era deciso.
Elner Eclionner, imperatore dei Lathear, al comando della sua Legione del Sole, aveva raggiunto la valle boscosa di Endor nel tardo pomeriggio.
Sarò io a stabilire chi vincerà questa battaglia!
I suoi messaggeri, o per meglio dire le sue spie, gli avevano fatto sapere che ancora le sorti del combattimento erano incerte.
Fernik e Marvin si sono battuti in duello, ma nessuno dei due ne è uscito vincitore.
Marvin era sopravvissuto solo grazie all'intervento di suo padre Masrek, e Fenrik, dopo essere stato ferito, si era ritirato al sicuro, rimandando lo scontro finale.
Il Conte è stato fermato, ma a che prezzo!
Una notizia terribile gli era stata appena comunicata.
Mio padre è stato gravemente ferito, e si trova in condizioni disperate. 
Ellis non si staccava dal capezzale dell'amatissimo fratello.
Mia madre lo sta vegliando. Teme di perderlo di nuovo, e questa volta per sempre.



Avrebbe fatto visita più tardi a suo padre. Prima bisognava porre fine alla battaglia in un modo o nell'altro.
Non lascerò a Marvin la gloria di aver fermato il Conte di Gothian!
Il problema era ciò che sarebbe accaduto dopo.
Marvin contesta la legittimità del mio titolo imperiale e questo non posso consentirglielo!
La voce di Arexatan Eclionner, dentro di lui, lo esortava a costringere Marvin ad una pubblica rinuncia nei confronti del trono di Lathena.
Ma prima devo dimostrare che questa battaglia è stata vinta grazie a me.
Osservò la situazione. I vampiri si erano ritirati dalla foresta e si erano ricompattati a fondovalle, dove, anche grazie all'aiuto delle altre creature di lord Fenrik, stavano resistendo ai tentativi dei Keltar e dei Lathear di metterli in fuga.
<<Fate suonare il corno di guerra! Voglio che il mio arrivo sia percepito come una specie di dono degli dei!>>



La Legione Dorata avanzò compatta e decisa verso il centro della battaglia.
I Lathear riconobbero subito le insegne della legione personale del loro Imperatore, e le fecero largo, in modo che le sue forze fresche potessero colpire la resistenza nemica in maniera determinante.
Dimostrerò alle altre legioni che io sono ancora l'unico vero imperatore dei Lathear!
Mentre la fanteria era ormai a ridosso del nemico, Elner, con la cavalleria, si teneva in retroguardia, per poter intervenire in seguito, assestando il colpo decisivo.
L'impatto fu travolgente. Le forze di Gothian, ormai provate da numerose ore di battaglia, incominciarono a ritirarsi verso il passo montano da cui la valle aveva inizio.
Elner gioì: la sua strategia di entrare all'ultimo minuto aveva avuto successo: si era così aggiudicato il ruolo di elemento determinante per la cacciata del nemico.
Il nome di Elner Eclionner diventerà sinonimo di vittoria!
Si preparò a dare il segnale alla cavalleria.
<<Ora! Per la gloria dell’Impero Millenario! Diecimila anni al Celeste Impero dei Lathear! Centomila anni all'Impero del Sole! All’attacco!!!>>
La cavalleria si lanciò contro l’esercito nemico in ritirata, provocandone lo sbandamento e la fuga.
Elner decise di non inseguire il nemico oltre il passo di Endor.
Fenrik era tornato nel regno degli Alfar e questa sconfitta lo avrebbe convinto a rimanerci, almeno per qualche mese.
Ora devo affrontare Marvin... devo convincerlo a non inseguire Fenrik oltre il passo...
Ma mentre si stava dirigendo verso la postazione di suo fratello, Elner venne raggiunto da un messaggero che con aria mesta gli porse un biglietto.
E' scritto da mia madre!
Lesse.
"Figlio mio, ti prego di raggiungermi subito al capezzale di tuo padre. La spada con cui Fenrik lo ha ferito era avvelenata. Purtroppo è sempre più debole, e sento che la vita lo sta abbandonando. Per questo vorrebbe vedere entrambi i suoi figli, affinché si giurino reciproca lealtà. Elner, è la mia ora più disperata, ti prego, non tardare, o sarà troppo tardi"








N.d.A.
Elner è rappresentato in veste di Loki di Avengers della Marvel.
Masrek è Viggo Mortensen, Aragorn de Il signore degli anelli.
Ellis è Liv Tyler, Arwen.

domenica 5 agosto 2012

giovedì 7 giugno 2012

Gothian. Capitolo 67. Marigold e uno spettro del passato



Le parole a lei indirizzate, nel testamento di Wechtigar Eclionner, le erano rimaste scolpite nella mente.
Ogni singola sillaba era come una puntura di spillo nelle tempie.
"Il tuo corpo e la tua anima incontreranno lo stesso destino di ogni altro corpo e di ogni altra anima."
Se c'era una cosa che Marigold di Gothian, Imperatrice consorte e Reggente dei Lathear, non tollerava che fosse messa in dubbio era la propria immortalità ed eterna giovinezza.
E poi quel motto in lingua latheari antica, che le era stato sbattuto in faccia:
Navigare necesse est, vivere non. Navigare è indispensabile, vivere no.
Era una constatazione o una minaccia? La provocazione che seguiva era comunque intollerabile.
"Tu non sei vissuta realmente, sei soltanto sopravvissuta. Ma cos'è mai la sopravvivenza, se non è giustificata da un nobile scopo?"
Marigold digrignò i denti per la frustrazione.
Eri tu, Arexatan, il mio nobile scopo! E invece te ne sei andato un'altra volta. 
Voleva trovare un senso alle scelte di suo marito, ma si accorgeva di dissentire da lui.
Ma c'era qualcosa di peggio, nella provocazione di Wechtigar il Pio.
"Cosa accadrebbe se incominciassi ad annoiarti, a non sentire più la musica della vita?"
Prima di leggere quel maledetto papiro, non si era mai posta il problema. Il suo era stato un lungo sonno, seguito da diciotto anni molto intensi. Ma le cose stavano cambiando.
La fusione della personalità di Arexatan con quella di Elner potrebbe aver creato un ibrido del tutto diverso dall'uomo che ho amato. Se fosse così, sarei di nuovo sola e circondata da nemici.
Era plausibile.
Maledisse gli Eclionner dal primo all'ultimo.
La domanda più ovvia e martellante era quella finale.
"Con chi ti allei?"
Era quello il punto chiave. Come poteva, la figlia di un demone, mettersi contro i demoni stessi? Gothar padre di Fenrik ed Eclion padre di Arexatan.
Eppure era stato il padre di Marigold, il divino Atar, Signore del Fuoco, a mandarla ad Al-Dhanab.
Mandami un segno, padre... per un'ultima volta, aiutami!
Il suo era un appello disperato, non si aspettava risposte, e invece una risposta arrivò e si materializzò in un fantasma.
Anch'esso era coperto da un mantello dorato, ma questa volta non era l'ammiraglio Travemund.
<<Chi sei? Come hai fatto ad arrivare fin qui?>>
Lo spettro si tolse il mantello e svelò la sua identità.
Marigold non poteva crederci: era il Priore Izumur Mollànder, che lei stessa aveva ucciso, dandogli fuoco.
<<Felice notte, venerabile Marigold! Come vedi ho mantenuto la promessa: sono un revenant>>



Inutilmente l'imperatrice gli si scaglio contro. Tutti i suoi colpi andarono a vuoto, attraversando l'ombra.
<<Le arti della tua necromanzia non possono nulla contro di me!>>
Mollander ridacchiò:
<<Può darsi, ma può anche darsi che io sia più vivo e potente che mai. Forse avresti fatto bene a seguire il mio consiglio e a studiarti il Necronomicon come si deve!>>



Marigold dovette ammettere a se stessa di aver sottovalutato i poteri di negromante del vecchio Priore.
<<Cosa vuoi da me? Sei qui per vendicarti?>>
Il fantasma di Mollander scrollò le spalle:
<<Solo i deboli sentono il bisogno di vendicarsi. I forti perdonano, e i felici dimenticano. Sai come si dice: chi prepara una vendetta deve scavare due fosse, una per il nemico, e una per se stesso. Se fai della vendetta il senso della tua vita, una volta che l'hai portata a termine, la tua vita non ha più alcun senso>>
Quelle parole erano tremendamente vere, ma la Dama Gialla non voleva dare allo spettro la soddisfazione di farsi impressionare:
<<Risparmiati le tue prediche da vecchio stregone e rispondi alla mia domanda!>>
Il volto di Mollander divenne improvvisamente serio e terribile:
<<Voglio degli impegni precisi da parte tua! Credi forse che il papiro di Wechtigar il Pio sia finito per caso nelle mani di Travemund? Tu non hai idea di quanti alleati io disponga, dentro e fuori Lathena!>>

File:Dooku.jpg

I canonici di Mollander erano dappertutto.
Li ho sottovalutati. Questa città nasconde più orrori delle segrete di Gothian!
Si sforzò di fissarlo senza paura:
<<Vuoi che io segua i consigli di Wechitgar il Pio, il parricida che a voi canonici piaceva tanto?>>
Mollander stava diventando un gigante su di lei, la sua ombra si espandeva. Non c'era più tempo per le schermarglie.
<<Esattamente! E' nel tuo stesso interesse fare chiarezza su questi punti, prima che il mondo sprofondi in una guerra totale dalle conseguenze ancora più tragiche dello stesso Grande Cataclisma del 2033!>>
Marigold era esasperata;
<<E va bene! Vuoi sapere con chi mi alleo?>>
Il Priore annuì:
<<Questo è il punto fondamentale>>
L'imperatrice non aveva la minima idea di come rispondere. Si era arrovellata per giorni su quel punto e qualunque alleanza avesse scelto, le avrebbe procurato nemici terribili.
<<Tu vorresti che trattassi una tregua con Marvin Vorkidian, perché temi che dalla mia unione con Elner Eclionner possa nascere una stirpe di demoni>>
Mollander le puntò un indice contro:
<<Non è solo questo! Tu sei un'iniziata agli Arcani Supremi, e sai qual è il Principio Generale su cui si regge l'intero universo!>>
Marigold allora capì, e le risposte cominciarono a divenirle più chiare:
<<L'equilibrio tra la Luce e le Tenebre. Se uno dei due principi prevalesse sull'altro, l'universo avrebbe fine>>



Mollander annuì:
<<La posta in gioco è la sopravvivenza stessa del nostro mondo. Nessuno squilibrio può essere sostenibile. Lo stesso signore Atar, tuo padre, ne è consapevole, tanto che ha cambiato più volte le sue alleanze!>>
Marigold sapeva che era vero.
<<Mi chiedi di tradire Elner? Di tradire l'uomo che amo?>>
Il Priore la fissò severamente:
<<Te lo chiedono gli dei! O vuoi forse che si arrivi veramente a una Conflagrazione Universale?>>
La Dama Gialla non si lasciò impressionare:
<<Quali dei? Dimmi, vecchio! Tu, di quale dio o di quale demone sei al servizio?>>
Mollander tornò a sorridere:
<<Io non servo nessuno. I canonici sono votati a mantenere l'equilibrio tra i Signori dell'Universo. Io sono solo un intermediario tra Eclion e Belenos. Tra il Sole Nero e il Sole Dorato, che si contendono da sempre il dominio su queste terre. Il mio Clero fu artefice dell'Antico Patto! Ora io ti propongo il Nuovo Patto, in cui tuo padre, il signore Atar, potrà fungere da arbitro>>
A Marigold sembrava di essere piombata in un incubo senza fine:
<<Vuoi farmi dormire altri mille anni?>>
Il vecchio la fulminò con un'occhiata gelida:
<<Sarebbe un atto di compassione nei tuoi confronti. So che sei delusa e infelice. Ma non p troppo tardi nemmeno per te. Però devi affrettarti, perché se ti rifiuterai di appoggiare Marvin, lui riceverà altre offerte di da altre persone che conosci molto bene>>
L'Imperatrice capì:
<<Fenrik di Gothian e Alienor di Alfarian.  Maledizione a loro! Una sola cosa però non mi è chiara: perché Belenos cerca il mio appoggio e la mediazione di Atar? Perché preferisce me all'angelica principessa degli Alfar?>>
La risposta era già stata detta, ma il Priore preferì ripeterla:
<<Belenos vuole un compromesso! In nome dell'Equlibrio universale tra Luce e Tenebra. Siamo ancora in tempo per fermare la conflagrazione. Ti lascio un giorno di tempo per riflettere. Quando tornerò, mi dovrai dare una risposta definitiva!>>
Prima che lo spettro sparisse, Marigold fece in tempo a porgli un'ultima domanda:
<<Nel caso accettassi, chi informerebbe Marvin Vorkidian? Molti Ahura sostengono che lui debba sposare Alienor!>>
Con un sorriso diabolico, Mollander, che già trascolorava, rispose:
<<Abbiamo un potente alleato, Cernunnos, il Signore delle Foreste. Marvin lo incontrerà a Broceliande tra due giorni, e il signore cervo gli comunicherà ciò che tu avrai deciso>>


N.d.A.

Marigold di Gothian è interpretata da Charlize Theron nel ruolo della regina Ravenna in "Biancaneve e il cacciatore" con Kristen Stewart.
Gothar il Consigliere, demone dei ghiacci e padre di Fenrik è ispirato in parte al personaggio del consigliere Albedo in "Hyperion" ed "Endymion" di Dan Simmons.
Lo spettro del priore Izumir Mollander è interpretato da Christopher Lee nei panni del Conte Dooku, alias Darth Tyranus in Guerre Stellari.
Il Necronomicon viene citato dal grande scrittore di romanzi e racconti gotici H.P.Lovecraft.
L'equilibrio tra il Bene e il Male e tra i principi opposti è rappresentato dal Tao.
Cernunnos è il dio cervo nella religione celtica. Così come Belenos è il dio della fertilità.

domenica 29 gennaio 2012

Gothian, Capitolo 1, Ellis Eclionner: Bellezza, Potere e Delitti di un'Imperatrice



Lathena, 25 giugno 999 dalla fondazione dell'Impero Lathear (I.L.)17 anni dopo il matrimonio dei Conti di Gothian, nell'anno della Primavera di Sangue.


Data: 25 giugno dell'anno 999 dalla fondazione dell'Impero Lathear (I.L.)17 anni dopo il matrimonio dei Conti di Gothian, nell'anno della Primavera di Sangue.

Alla base della Piramide Imperiale, in fondo all’immenso salone delle udienze pubbliche, vi era una scalinata, alla cui sommità risplendeva il Trono del Sole, d'oro massiccio decorato e consacrato al dio Eclion.



Lassù, a malapena, si poteva scorgere, avvolto in pesanti vesti di seta e pietre preziose, un esile ragazzo di diciannove anni, che dormiva beatamente. La sua testa era reclinata sulla spalla sinistra, sulla quale ricadevano i lunghi capelli neri dai rilessi blu, tenuti fermi da un diadema aureo tempestato di scuri zaffiri color indaco. 
«O Figlio del Sole, noi ti supplichiamo!» dichiarò, genuflesso, a grande distanza dal trono, un vecchio ambasciatore, dalla pelle olivastra e dall’aria afflitta: «La siccità sta bruciando tutto il nostro raccolto, e noi siamo ridotti alla fame!» 
Era difficile che la sua voce potesse essere udita fino in cima trono, e infatti l’unica risposta del giovane fu un russare sommesso e discreto, ma persistente. 
«O Figlio del Sole, sfama i tuoi sudditi che muoiono a causa dell’ira di Eclion per i peccati commessi dagli impuri! Perché se il dio Sole ci manda la siccità, non è per punire noi devoti, ma gli empi che ovunque e persino qui, nella Città Santa, hanno peccato nel delitto e nella fornicazione!» 
Non ci furono reazioni da parte del ragazzo addormentato, né la corte se li attendeva da lui, che pure formalmente era l’Altissimo, Sua Celeste Maestà Imperiale Elner XI Eclionner, imperatore dei Làthear, Signore del Continente Centrale e Discendente del dio Eclion.
«O divino, aiutaci! Eclion lo Splendente ha revocato il Mandato Celeste alla Dinastia! Se vuoi placare la sua ira, assisti i tuoi sudditi fedeli e punisci gli empi e i depravati, che affamano il popolo e che anche in questa santa corte hanno corrotto i costumi… » 
I cortigiani non sapevano dove guardare, ma attendevano l'inevitabile. E l'inevitabile avvenne.
«Adesso basta! » tuonò una voce femminile decisa e potente da un solido seggio di granito scuro ai piedi del sontuoso trono dorato. Seguì totale, e il supplicante si prosternò a terra. 
         La donna era alta e snella, sui trentacinque anni, vestita di abiti scuri, vedovili, ma ricercati, che facevano risaltare la sua bellezza inquietante. Era lei, l'Imperatrice Vedova, detta anche la Vedova Nera.



La prima cosa che colpiva in lei era la chioma di capelli neri lisci, con riflessi blu scuri, che toccavano terra e che risaltavano nel viso sensuale. Poi gli occhi, spietati, fermi, irremovibili.
«Date a questo plebeo venti monete d’oro e venti frustate. Così non dimenticherà la generosità della Dinastia e si ricorderà che le prediche, qui a Palazzo, le possono tenere soltanto i vescovi!» 
Il vecchio, terrorizzato, cercò di scusarsi: «Perdonami, o divina Ellis… sono il tuo umile servo… abbi pietà… » 
La donna fece cenno alle guardie di sbrigarsi, e mentre i pretoriani portavano via il vecchio supplicante, si rivolse al Maestro del Cerimoniale: «Chi è il prossimo?»
Nessuno si fece avanti. Il Gran Ciambellano dovette intervenire: «Vostra Maestà, ci sarebbe l’ambasciatore della tribù dei Songu, per quella disputa con la tribù degli Hazli. Il conflitto è… » 
Ellis sollevò una mano.
«Non mi interessa un accidente di quei selvaggi! Prendete i due ambasciatori e se si rifiutano di fare la pace, date venti frustate a entrambi e rispediteli al loro sudicio paese!» 
Il Ciambellano chinò il capo, con costernazione: «Ai tuoi ordini, o sacra Ellis» 
Poi la donna guardò, con irritazione, in alto verso il trono dorato, dove suo figlio continuava a russare, e poi, rivolta al pubblico, sentenziò: «Queste ridicole questioni annoiano Sua Maestà». 
Poi si avvicinò al Trono del Sole, salì i gradini fino ad arrivare ai piedi del giovane sovrano, finse si inchinarsi e di baciargli l’anello di zaffiro. In realtà gli diede un morso nel dito, che lo fece sobbalzare e svegliare di soprassalto, terrorizzato: «Eh… cosa...»
«Taci e fai quel che ti dico, idiota!» sibilò Ellis e poi, ad alta voce: «O Figlio del Sole, illuminaci con le tue sante parole!»
«Cosa devo dire, madre? » sussurrò Elner XI stropicciandosi gli occhi. 
«Dichiara chiusa l’udienza. Per oggi ne ho avuto abbastanza di ascoltare questi straccioni!» 
L’imperatore obbedì alla madre, come era sua abitudine fin da quando era nato. 
Seguì un silenzio imbarazzato rotto solo da una protesta dell’Arcivescovo di Lathena, il magro Cardinale Augustin Arenga: «Ehm... venerabile Ellis…la città santa sta traboccando di pellegrini giunti per vedere il Sommo Sacerdote». 
Ellis dominò la sua rabbia: di fronte al Clero di Lathéna, che venerava il dio del sole, Eclion lo Splendente, persino il potere imperiale incontrava dei limiti.: «Eminenza…se i pellegrini sono venuti qui per vedere il Sommo Sacerdote e non l’Imperatore, è al Sommo che spetta l’onore e la gioia di ospitarli» 
La sfumatura ironica della frase non passò inosservata, e molti ridacchiarono, ma il Cardinale con un mezzo inchino rispose impassibile: «Gli alloggi di proprietà del Santo Clero sono già colmi della devozione dei nostri pellegrini, o venerabile Ellis» 
Gli occhi dell’imperatrice parvero scintillare di pagliuzze blu scure: «Che soluzione propone Vostra Eminenza? » 
Con un sorriso forzato, il Cardinale Arenga dichiarò: «Se la Corona ci fornisse i mezzi finanziari per poter compensare i proprietari delle locande, potremmo forse riuscire a… » 
Ellis guardò verso i ministri più eminenti per trovare alleati e infatti una voce si levò: «Le casse dello Stato sono vuote!» fu il secco commento del ministro delle finanze «Mentre non si può dire altrettanto di quelle del Clero!» 
La Reggente sorrise: adorava mettere l’uno contro l’altro i vari cortigiani. Era il modo migliore per scaricare tutte le colpe sugli altri ed evitare che si formassero alleanze contro di lei. 
In questo modo, da anni, Ellis Eclionner era riuscita a dominare indiscussa su tutto l’Impero. La sua ascesa al potere era incominciata quando suo nonno paterno Wechtigar XVI Barbablù era morto dopo aver bevuto un calice di vino, nell'anno della Primavera di Sangue.



             La sua morte era avvenuta pochi mesi dopo che il figlio Sephir e il nipote Masrek erano stati dichiarati morti in guerra.



 Il Trono era così passato a Elner X, di cui Ellis era cugina e consorte da meno di un anno. 
Non era stato propriamente un matrimonio d'amore, ma  otto mesi dopo le nozze, con leggero anticipo, era nato il futuro Elner XI.
Due soli mesi era durato il regno di Elner X, deceduto improvvisamente, sempre nell'anno della Primavera di Sangue,  lasciando Ellis come unica reggente e detentrice del supremo potere, che esercitava con l’aiuto del fedelissimo eunuco Bial, capo dei Servizi Segreti, del senatore Sibelius Fuscivarian, suo nonno materno e del primo ministro, il burocrate Rowland Tucker. 
Quando era vivo Elner X, e persino negli ultimi anni di regno del vecchio Wechtigar, Ellis aveva mantenuto un profilo basso, ma era una finzione necessaria per non essere sospettata di nulla.
Ripensava spesso a quella sua rapida ascesa e si ripeteva che:
Il potere deve spettare a chi ha la forza per prenderlo e l'astuzia per conservarlo! 
Suo padre, il principe della corona Sephir Eclionner, era stato, almeno ufficialmente, ucciso da lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian, durante la battaglia di Elenna sul Dhain, nell’anno della Primavera di Sangue.



Di questo omicidio non potranno certo accusare me! Almeno non direttamente...
In seguito, pochi giorni prima del decesso di Wechtigar XVI, era stato dichiarato "defunto" anche il fratello di Ellis, il principe Masrek, il cui presunto cadavere era stato fatto ritrovare, dietro lauto compenso, nei pressi di Lathena, da una banda di disertori agli ordini dello Sciancato, un sopravvissuto alla battaglia Elenna sul Dhain, che aveva incominciato a delinquere in quei mesi.
E' stato lo Sciancato! E' lui che si è macchiato le mani di sangue! E non si sa nemmeno se quel sangue fosse veramente di mio fratello.
La madre di Ellis e Masrek, Wensy Fuscivàrian, la dolce principessa della corona, tanto amata dal popolo, era distrutta per il dolore del figlio prediletto, dopo quella del marito. Pochi giorni dopo era stata trovata morta ai piedi di una torre, dalla quale, presumibilmente, si era gettata per la disperazione.
Adorava Masrek, come tutti, e ignorava me... non ho motivo di averne pietà... per quanto...
Non terminò il pensiero che la sua coscienza le aveva ispirato. Sarebbe stato troppo ammettere che forse non si era trattato di suicidio, e che probabilmente lei, Ellis, avrebbe potuto impedire quella morte, se solo avesse voluto.
I lutti si erano succeduti uno dietro l’altro, lasciando Ellis sola e indiscussa guida suprema della Dinastia e dell'Impero, seppur con la finzione della Reggenza. 
E' stata la volontà di Eclion!
Ellis se l’era ripetuto talmente tante volte, negli ultimi diciotto anni, che ormai si era convinta della indiscutibile verità di quelle affermazioni. 
Dopotutto il suo destino le era stato profetizzato quando ancora era una bambina. 
Sovrana tu sarai, fino a quando non giungerò la Fanciulla Dorata delle Nevi e ti porterà via tutto ciò che hai di più caro e sacro... oh,ma che sciocchezza!
Ellis non credeva alla profezia del suo anziano precettore, padre Izùmir Mollànder, un sensitivo e occultista, divenuto poi Priore della Grande Canonica, il più prestigioso ordine sacerdotale del Clero di Lathena. 
In realtà alla sovrana piaceva solo credere alle parti “fauste” della profezia, mentre riguardo alle parti “infauste”, si sforzava di dimenticare ciò che non avrebbe mai voluto sentirsi dire. 
La sua forza era sempre stata la capacità di convincersi dell’assoluta giustezza delle cose che le facevano comodo e della totale infondatezza di tutte le altre. 
Da questo traeva origine l’energia implacabile con cui, fin da ragazzina, aveva perseguito e puntellato la sua inarrestabile ascesa al potere, nonostante le minacce sia interne che esterne all’Impero e alla Dinastia. 
Era necessario! Solo io potevo salvare l'Impero dalla disgregazione!
Persino la stupidità di suo figlio Elner XI era diventata una risorsa per lei: solo così poteva esercitare la reggenza senza alcun disturbo.Quel pensiero la entusiasmava.
Io sono la discendente del Sole Eclion! La Predestinata secondo l'Antico Patto! Colei che unificherà il Continente e il mondo intero sotto un'unica bandiera!
E guardò la statua dorata di Eclion, perdendosi nella sua scintillante bellezza.