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domenica 5 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 5. Ellis Eclionner e Bial l'Eunuco


Lathena, 16 luglio 999 I.L.

Ellis aveva dormito male, quella notte.
Incubi e ombre del passato riaffioravano al tribunale della coscienza, che le rimordeva ogni giorno di più. 
Non ci devo pensare, il passato non esiste...
Quella mattina Ellis non si ricordava nemmeno il nome e il volto del nuovo favorito con cui aveva diviso il letto. A dire il vero, non ricordava proprio nulla della serata precedente, se non che aveva esagerato col vino, come ultimamente le capitava spesso. 
Quella maledetta storia del matrimonio di Elner!
Le pressioni del Senato affinché l'Imperatore, suo figlio, sposasse la principessa Aliènor di Alfarian si stavano facendo fastidiosamente insistenti. 
Dovranno passare sul mio cadavere!
Si sentiva già stanca, forse perché era una mattinata molto calda e la temperatura sarebbe salita ulteriormente. 
Si immerse nella vasca da bagno appena preparata nella stanza destinata ai trattamenti estetici. Si lasciò insaponare e lavare dalle sue ancelle, incominciando a pensare agli impegni che la attendevano in giornata, ma non riusciva a concentrarsi.
Da tempo vagliava numerose candidature al ruolo di consorte di suo figlio, per trovarne una sufficientemente forte da opporre alla potente fazione dei sostenitori delle nozze con Alienor di Alfarian, ma sufficientemente debole da non farle ombra. Fino a quel momento, nessuna opzione si era rivelata all’altezza

Mentre era immersa in questi pensieri, sentì bussare alla porta dell'anticamera e parlottare, dopodiché una damigella le annunciò che si trattava dell’eunuco Bial, il suo consigliere più fidato, il capo dei Servizi Segreti della Corona. 


Di lui si fidava ciecamente, e gli permetteva anche di vederla nuda mentre faceva il bagno, come se si trattasse di una dama di compagnia. E in effetti Bial pareva una donna. Era esile, con un volto dai tratti femminei, a cui aggiungeva un trucco pesante agli occhi e alle labbra, e una capigliatura corvina lunga e intrecciata, da fare invidia a quella della stessa Ellis. 
Era un eunuco per sua scelta, il che rendeva il suo caso più unico che raro. Da adolescente era diventato famoso per la sua voce: aveva cantato in tutte le corti ed era stato particolarmente apprezzato a Lathena, alla Corte del vecchio Imperatore Wechtigar XVI. 
Fu allora che aveva conosciuto Ellis, quando erano entrambi adolescentiCome molte altre fanciulle della sua età, anche l’allora principessa Ellis si era infatuata del fascino androgino del cantante Bial. 
Sono stata anch'io una ragazza, una principessa sì, ma a 15 anni ero ancora quasi normale...



Ad Ellis l’ambiguità di Bial era sempre piaciuta molto, e nei suoi anni adolescenziali erano state molte le sue infatuazioni proibite, tra cui quella più innominabile, quella per… quella da cui...
Non devo pensarci… non posso permettere che quel ricordo mi riaffiori proprio ora! Ormai lui è morto… deve essere morto!
Erano passati 18 anni, ormai. All'epoca lei ne aveva 17, ed era sposata da meno di un anno col non amato cugino Elner X, per la cui dipartita non aveva provato invece alcun rimorso.



Quando Bial fece il suo ingresso nella stanza, l’Imperatrice provò invidia nei suoi confronti. 
Abbiamo la stessa età, ma lui sembra più giovane di dieci anni!
«Buongiorno Maestà» la salutò Bial con un profondo e aggraziato inchino. 
«Buongiorno mio caro… sentiamo quali brutte notizie mi porti stamattina» 
Bial sorrise maliziosamente: «Vostra Maestà sa bene che le brutte notizie è meglio apprenderle quando ancora si può fare qualcosa per evitarne gli spiacevoli effetti» 
L’Imperatrice sorrise: Bial era sempre molto previdente. Gli fece cenno di venire al punto. 
«Ho le prove che i capi dell'opposizione, in Senato, si stanno mettendo in contatto con i generali dell’Esercito e della Marina» 
«Non è una novità» tagliò corto Ellis 
«La novità è che questa volta stanno trovando degli appoggi nelle alte sfere militari» 
«Quali sono le prove?» 
«Ho intercettato numerosi corrieri con dei messaggi sigillati. Ho staccato i sigilli, letto, copiato e poi riattaccato e spedito tutto di nuovo, per evitare che sappiano che li sto controllando» 
«I nomi?» 
«Ho qui la lista» e mostrò un plico arrotolato, che teneva tra le dita affusolate, dalle unghie lunghe e laccate di blu «I senatori sono i soliti che sostengono la pace con gli Alfar e il matrimonio con Alienor, in particolare Aralte Velares, il principe di Marina Sedovia. Tra i militari ci sono nomi insospettabili, e questo è preoccupante. Credo che nemmeno il senatore Fuscivarian sia estraneo a questi complotti» 
«Fuscivarian ci è ancora utile. Quanto agli altri... leggeremo insieme la lista più tardi nel mio studio. Se fosse per me farei tagliare subito la testa a tutti, prima che sia troppo tardi. Ma cosa succederebbe se i militari coinvolti fossero di più di quanti crediamo? » 
Bial annuì cupamente: «Purtroppo il rischio è concreto. Come vi ho già detto altre volte, Maestà, buona parte dell’esercito e della marina è convinta che le nostre forze armate non siano ancora in grado di sostenere una nuova guerra contro gli Alfar e vedrebbero in Alienor una garante della pace» 
Ellis sospirò.
Tutti vogliono lei! La Fanciulla delle Nevi... come nella profezia di Padre Mollander... 
Bial le accarezzò una mano e con voce flautata mormorò: «Troveremo una soluzione per togliere di mezzo Alienor!Per vent’anni abbiamo scalato la montagna del potere fino alla vetta, ed Eclion solo sa quanto ci è costato, quanti sacrifici, quanto sangue…» 
L’Imperatrice inarcò le sopracciglia.
Perché anche lui deve ricordarmelo?
L’eunuco rimase in silenzio per un po’, riflettendo ad occhi chiusi, come se avesse intuito i pensieri di lei, poi lentamente, a bassa voce, sussurrò: «Forse dovremmo prendere contatti l'Eremita, l’uomo che dice di essere vostro fratello…» 
Ellis sgranò i grandi occhi color indaco e con voce ancor più bassa replicò: «Masrek è morto!»
Rivide l'immagine di lui come le era apparso l'ultima volta.



Era bellissimo. Stava per essere nominato Principe della Corona al posto di nostro padre Sephir, dopo la Primavera di Sangue, ma non tornò mai a Lathena.
Cercò di non mostrare il suo turbamento.
Bial insistette sul punto: «Non possiamo essere certi della sua morte. Il riconoscimento del cadavere è stato... molto difficile. Era irriconoscibile, e non c'erano effetti personali, anzi, mancavano proprio gli oggetti fondamentali, tra cui l'anello imperiale con lo zaffiro color indaco. E il Sigillo che gli aveva consegnato vostro padre. E anche il ciondolo che voi gli avevate donato.  Dove sono finiti questi oggetti?» 



L’Imperatrice scosse il capo: «Li ha rubato lo Sciancato, è ovvio, quando ha raccolto il corpo di Masrek dopo la battaglia» 
Bial sospirò: «Se lo Sciancato è chi sospetto io, con quegli oggetti in mano può reclamare dei diritti legittimi alla successione» 
Ellis provò un misto di rabbia, ansia e paura: «Se lo Sciancato fosse chi credete voi, avrebbe già fatto valere quei diritti!» 
Bial non era convinto:
«Per se stesso potrebbe aver rinunciato, ma non per vostro…» 
Si interruppe perché gli occhi di Ellis brillavano di pagliuzze violacee, come sempre accadeva quando la sua ira superava i livelli di allarme.
«Bial, ti ordino di non dire una parola di più sull’argomento! Non voglio nessun contatto con lo Sciancato e con quell'altro impostore. Dobbiamo farcela da soli, come sempre! Abbiamo piazzato i nostri fedelissimi dappertutto, nel Clero, tra i Keltar, persino tra gli Alfar. E' tempo di muovere le nostre pedine. Alienor non dovrà mai arrivare a Lathéna!» 
Bial si inchinò in segno di sottomissione, e prese congedo dalla sovrana, ben sapendo che quando le pagliuzze viola brillavano nei suoi occhi adirati era meglio cambiare aria
L’Imperatrice uscì dalla vasca, turbata, e mentre si faceva asciugare dalle ancelle, si fece portare una pozione calmante. Dopodiché cercò di scacciare le preoccupazioni guardando oltre la finestra, dall’alto della sua Piramide sull’Acropoli di Lathéna, il cielo di un azzurro intenso illuminato dal sole tropicale della Capitale e pensò che, dopotutto, quella poteva essere ancora un’adorabile giornata

N.d.A.

L'Eunuco Bial è rappresentato da Jaye Davidson, nel ruolo di Ra in "Stargate".
Ellis Eclionner da adolescente è interpretata da Jennifer Connelly, nel ruolo di Sarah in "Labirinth", con David Bowie.
L'anello di zaffiro e brillanti è quello di fidanzamento di lady Diana Spencer, principessa del Galles, che poi fu successivamente donato dal principe William alla fidanzata Kate Middleton, duchessa di Cambridge.

domenica 29 gennaio 2012

Gothian, Capitolo 1, Ellis Eclionner: Bellezza, Potere e Delitti di un'Imperatrice



Lathena, 25 giugno 999 dalla fondazione dell'Impero Lathear (I.L.)17 anni dopo il matrimonio dei Conti di Gothian, nell'anno della Primavera di Sangue.


Data: 25 giugno dell'anno 999 dalla fondazione dell'Impero Lathear (I.L.)17 anni dopo il matrimonio dei Conti di Gothian, nell'anno della Primavera di Sangue.

Alla base della Piramide Imperiale, in fondo all’immenso salone delle udienze pubbliche, vi era una scalinata, alla cui sommità risplendeva il Trono del Sole, d'oro massiccio decorato e consacrato al dio Eclion.



Lassù, a malapena, si poteva scorgere, avvolto in pesanti vesti di seta e pietre preziose, un esile ragazzo di diciannove anni, che dormiva beatamente. La sua testa era reclinata sulla spalla sinistra, sulla quale ricadevano i lunghi capelli neri dai rilessi blu, tenuti fermi da un diadema aureo tempestato di scuri zaffiri color indaco. 
«O Figlio del Sole, noi ti supplichiamo!» dichiarò, genuflesso, a grande distanza dal trono, un vecchio ambasciatore, dalla pelle olivastra e dall’aria afflitta: «La siccità sta bruciando tutto il nostro raccolto, e noi siamo ridotti alla fame!» 
Era difficile che la sua voce potesse essere udita fino in cima trono, e infatti l’unica risposta del giovane fu un russare sommesso e discreto, ma persistente. 
«O Figlio del Sole, sfama i tuoi sudditi che muoiono a causa dell’ira di Eclion per i peccati commessi dagli impuri! Perché se il dio Sole ci manda la siccità, non è per punire noi devoti, ma gli empi che ovunque e persino qui, nella Città Santa, hanno peccato nel delitto e nella fornicazione!» 
Non ci furono reazioni da parte del ragazzo addormentato, né la corte se li attendeva da lui, che pure formalmente era l’Altissimo, Sua Celeste Maestà Imperiale Elner XI Eclionner, imperatore dei Làthear, Signore del Continente Centrale e Discendente del dio Eclion.
«O divino, aiutaci! Eclion lo Splendente ha revocato il Mandato Celeste alla Dinastia! Se vuoi placare la sua ira, assisti i tuoi sudditi fedeli e punisci gli empi e i depravati, che affamano il popolo e che anche in questa santa corte hanno corrotto i costumi… » 
I cortigiani non sapevano dove guardare, ma attendevano l'inevitabile. E l'inevitabile avvenne.
«Adesso basta! » tuonò una voce femminile decisa e potente da un solido seggio di granito scuro ai piedi del sontuoso trono dorato. Seguì totale, e il supplicante si prosternò a terra. 
         La donna era alta e snella, sui trentacinque anni, vestita di abiti scuri, vedovili, ma ricercati, che facevano risaltare la sua bellezza inquietante. Era lei, l'Imperatrice Vedova, detta anche la Vedova Nera.



La prima cosa che colpiva in lei era la chioma di capelli neri lisci, con riflessi blu scuri, che toccavano terra e che risaltavano nel viso sensuale. Poi gli occhi, spietati, fermi, irremovibili.
«Date a questo plebeo venti monete d’oro e venti frustate. Così non dimenticherà la generosità della Dinastia e si ricorderà che le prediche, qui a Palazzo, le possono tenere soltanto i vescovi!» 
Il vecchio, terrorizzato, cercò di scusarsi: «Perdonami, o divina Ellis… sono il tuo umile servo… abbi pietà… » 
La donna fece cenno alle guardie di sbrigarsi, e mentre i pretoriani portavano via il vecchio supplicante, si rivolse al Maestro del Cerimoniale: «Chi è il prossimo?»
Nessuno si fece avanti. Il Gran Ciambellano dovette intervenire: «Vostra Maestà, ci sarebbe l’ambasciatore della tribù dei Songu, per quella disputa con la tribù degli Hazli. Il conflitto è… » 
Ellis sollevò una mano.
«Non mi interessa un accidente di quei selvaggi! Prendete i due ambasciatori e se si rifiutano di fare la pace, date venti frustate a entrambi e rispediteli al loro sudicio paese!» 
Il Ciambellano chinò il capo, con costernazione: «Ai tuoi ordini, o sacra Ellis» 
Poi la donna guardò, con irritazione, in alto verso il trono dorato, dove suo figlio continuava a russare, e poi, rivolta al pubblico, sentenziò: «Queste ridicole questioni annoiano Sua Maestà». 
Poi si avvicinò al Trono del Sole, salì i gradini fino ad arrivare ai piedi del giovane sovrano, finse si inchinarsi e di baciargli l’anello di zaffiro. In realtà gli diede un morso nel dito, che lo fece sobbalzare e svegliare di soprassalto, terrorizzato: «Eh… cosa...»
«Taci e fai quel che ti dico, idiota!» sibilò Ellis e poi, ad alta voce: «O Figlio del Sole, illuminaci con le tue sante parole!»
«Cosa devo dire, madre? » sussurrò Elner XI stropicciandosi gli occhi. 
«Dichiara chiusa l’udienza. Per oggi ne ho avuto abbastanza di ascoltare questi straccioni!» 
L’imperatore obbedì alla madre, come era sua abitudine fin da quando era nato. 
Seguì un silenzio imbarazzato rotto solo da una protesta dell’Arcivescovo di Lathena, il magro Cardinale Augustin Arenga: «Ehm... venerabile Ellis…la città santa sta traboccando di pellegrini giunti per vedere il Sommo Sacerdote». 
Ellis dominò la sua rabbia: di fronte al Clero di Lathéna, che venerava il dio del sole, Eclion lo Splendente, persino il potere imperiale incontrava dei limiti.: «Eminenza…se i pellegrini sono venuti qui per vedere il Sommo Sacerdote e non l’Imperatore, è al Sommo che spetta l’onore e la gioia di ospitarli» 
La sfumatura ironica della frase non passò inosservata, e molti ridacchiarono, ma il Cardinale con un mezzo inchino rispose impassibile: «Gli alloggi di proprietà del Santo Clero sono già colmi della devozione dei nostri pellegrini, o venerabile Ellis» 
Gli occhi dell’imperatrice parvero scintillare di pagliuzze blu scure: «Che soluzione propone Vostra Eminenza? » 
Con un sorriso forzato, il Cardinale Arenga dichiarò: «Se la Corona ci fornisse i mezzi finanziari per poter compensare i proprietari delle locande, potremmo forse riuscire a… » 
Ellis guardò verso i ministri più eminenti per trovare alleati e infatti una voce si levò: «Le casse dello Stato sono vuote!» fu il secco commento del ministro delle finanze «Mentre non si può dire altrettanto di quelle del Clero!» 
La Reggente sorrise: adorava mettere l’uno contro l’altro i vari cortigiani. Era il modo migliore per scaricare tutte le colpe sugli altri ed evitare che si formassero alleanze contro di lei. 
In questo modo, da anni, Ellis Eclionner era riuscita a dominare indiscussa su tutto l’Impero. La sua ascesa al potere era incominciata quando suo nonno paterno Wechtigar XVI Barbablù era morto dopo aver bevuto un calice di vino, nell'anno della Primavera di Sangue.



             La sua morte era avvenuta pochi mesi dopo che il figlio Sephir e il nipote Masrek erano stati dichiarati morti in guerra.



 Il Trono era così passato a Elner X, di cui Ellis era cugina e consorte da meno di un anno. 
Non era stato propriamente un matrimonio d'amore, ma  otto mesi dopo le nozze, con leggero anticipo, era nato il futuro Elner XI.
Due soli mesi era durato il regno di Elner X, deceduto improvvisamente, sempre nell'anno della Primavera di Sangue,  lasciando Ellis come unica reggente e detentrice del supremo potere, che esercitava con l’aiuto del fedelissimo eunuco Bial, capo dei Servizi Segreti, del senatore Sibelius Fuscivarian, suo nonno materno e del primo ministro, il burocrate Rowland Tucker. 
Quando era vivo Elner X, e persino negli ultimi anni di regno del vecchio Wechtigar, Ellis aveva mantenuto un profilo basso, ma era una finzione necessaria per non essere sospettata di nulla.
Ripensava spesso a quella sua rapida ascesa e si ripeteva che:
Il potere deve spettare a chi ha la forza per prenderlo e l'astuzia per conservarlo! 
Suo padre, il principe della corona Sephir Eclionner, era stato, almeno ufficialmente, ucciso da lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian, durante la battaglia di Elenna sul Dhain, nell’anno della Primavera di Sangue.



Di questo omicidio non potranno certo accusare me! Almeno non direttamente...
In seguito, pochi giorni prima del decesso di Wechtigar XVI, era stato dichiarato "defunto" anche il fratello di Ellis, il principe Masrek, il cui presunto cadavere era stato fatto ritrovare, dietro lauto compenso, nei pressi di Lathena, da una banda di disertori agli ordini dello Sciancato, un sopravvissuto alla battaglia Elenna sul Dhain, che aveva incominciato a delinquere in quei mesi.
E' stato lo Sciancato! E' lui che si è macchiato le mani di sangue! E non si sa nemmeno se quel sangue fosse veramente di mio fratello.
La madre di Ellis e Masrek, Wensy Fuscivàrian, la dolce principessa della corona, tanto amata dal popolo, era distrutta per il dolore del figlio prediletto, dopo quella del marito. Pochi giorni dopo era stata trovata morta ai piedi di una torre, dalla quale, presumibilmente, si era gettata per la disperazione.
Adorava Masrek, come tutti, e ignorava me... non ho motivo di averne pietà... per quanto...
Non terminò il pensiero che la sua coscienza le aveva ispirato. Sarebbe stato troppo ammettere che forse non si era trattato di suicidio, e che probabilmente lei, Ellis, avrebbe potuto impedire quella morte, se solo avesse voluto.
I lutti si erano succeduti uno dietro l’altro, lasciando Ellis sola e indiscussa guida suprema della Dinastia e dell'Impero, seppur con la finzione della Reggenza. 
E' stata la volontà di Eclion!
Ellis se l’era ripetuto talmente tante volte, negli ultimi diciotto anni, che ormai si era convinta della indiscutibile verità di quelle affermazioni. 
Dopotutto il suo destino le era stato profetizzato quando ancora era una bambina. 
Sovrana tu sarai, fino a quando non giungerò la Fanciulla Dorata delle Nevi e ti porterà via tutto ciò che hai di più caro e sacro... oh,ma che sciocchezza!
Ellis non credeva alla profezia del suo anziano precettore, padre Izùmir Mollànder, un sensitivo e occultista, divenuto poi Priore della Grande Canonica, il più prestigioso ordine sacerdotale del Clero di Lathena. 
In realtà alla sovrana piaceva solo credere alle parti “fauste” della profezia, mentre riguardo alle parti “infauste”, si sforzava di dimenticare ciò che non avrebbe mai voluto sentirsi dire. 
La sua forza era sempre stata la capacità di convincersi dell’assoluta giustezza delle cose che le facevano comodo e della totale infondatezza di tutte le altre. 
Da questo traeva origine l’energia implacabile con cui, fin da ragazzina, aveva perseguito e puntellato la sua inarrestabile ascesa al potere, nonostante le minacce sia interne che esterne all’Impero e alla Dinastia. 
Era necessario! Solo io potevo salvare l'Impero dalla disgregazione!
Persino la stupidità di suo figlio Elner XI era diventata una risorsa per lei: solo così poteva esercitare la reggenza senza alcun disturbo.Quel pensiero la entusiasmava.
Io sono la discendente del Sole Eclion! La Predestinata secondo l'Antico Patto! Colei che unificherà il Continente e il mondo intero sotto un'unica bandiera!
E guardò la statua dorata di Eclion, perdendosi nella sua scintillante bellezza.