Visualizzazione post con etichetta celti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta celti. Mostra tutti i post

mercoledì 5 dicembre 2012

Gothian. Capitolo 134. Sephir Eclionner riunisce la Dinastia imperiale.



Il Principe della Corona imperiale, Sephir Eclionner aveva fatto avanzare le sue dieci legioni a marce forzate per poter raggiungere il fronte della guerra, dove l'esercito di suo nipote Marvin, Re dei Keltar e quello dell'altro suo nipote, l'Imperatore Elner XI, erano accampati, in attesa di prendere una decisione definitiva sulle strategie future.
Quando arrivò, nella sera del cinque maggio, trovò ad accoglierlo ciò che rimaneva della sua Dinastia:
la figlia Ellis, Imperatrice vedova, e i nipoti Marvin ed Elner.



Conosceva quello sguardo di Ellis.
Una finta calma che nasconde una determinazione implacabile. Non avrà pace finché non avrà vendicato la morte di Masrek.
Le si avvicinò con una insolita gentilezza.
<<Mi dispiace per quel che è successo, figlia mia. Avrei dovuto essere al fianco di Masrek, e invece...>>
La sua voce era molto dispiaciuta, quasi commossa, il che era incredibile: nessuno aveva mai visto una lacrima sul viso del vecchio Sciancato, che per quarant'anni era stato il terrore dei popoli.
Ellis capì che suo padre aveva perdonato l'incesto tra lei e il suo defunto fratello, e ne fu sollevata:
<<Masrek è caduto da eroe, e come tale noi lo ricorderemo e gli renderemo omaggio per sempre. Ed io comincerò a farlo dedicando ogni mio sforzo nella punizione del suo assassino, il Conte di Gothian! Sono contenta che anche voi siate qui per la stessa ragione, padre>>
Sephir le appoggiò una mano sulla spalla.
Ellis è forte. Sono stato uno sciocco a sottovalutarla fin da quando era bambina. Se solo le avessi dato allora l'affetto che un padre deve a una figlia, forse tra lei e Masrek non...
Interruppe quel pensiero. Ormai non serviva a nulla rivangare il passato.
Si rivolse verso i nipoti.
Marvin gli parve molto cambiato. Era divenuto un uomo, consapevole di essere un re.



<<Complimenti per la vittoria, nipote! Spero che sia la prima di una lunga serie!>>
Riteneva che la vittoria fosse merito principalmente di Marvin, ma per non far ingelosire l'altro nipote, si rivolse immediatamente anche ad Elner, che attendeva col suo solito sguardo cupo.



<<Rivolgo gli stessi complimenti anche a te, Elner, che hai fatto onore al cognome degli Eclionner!>>
Nessuno aveva mai assistito a tanta espansività da parte del vecchio Sephir.
Ne sono meravigliati? Dovrebbero sapere che morte di un figlio stravolge anche i cuori più duri. Chi credeva che io non avessi un cuore, ora dovrà cambiare idea!
La Dinastia non gli era mai parsa così piccola e fragile. Quattro persone, e tutte in procinto di rischiare la vita in guerra.
Se tutti noi dovessimo morire, allora il gioco del Trono si ridurrà ad una contesa tra Marigold, l'Eunuco, e il Pirata, che ha sangue Eclionner nelle vene!
Ma era più probabile che Elner decidesse di tornare a Lathena per riprendersi il trono.
<<Dobbiamo parlare subito in privato. Ci sono decisioni da prendere che non possono essere ulteriormente rimandate>>
Sephir indicò ai familiari la tenda pretoria.
Quando entrarono, lui si sedette a capotavola e rivolse agli altri il suo sguardo penetrante.



<<Per prima cosa vorrei sapere da Elner che intenzioni ha. Verrai con noi al nord, oppure tornerai giù a Lathena?>>
Elner pareva ancora dubbioso:
<<Vorrei seguirvi, ma come dice il motto dei nostri antenati, "Ci deve essere sempre un Eclionner a Lathena".  E' mio dovere tornare nella capitale e ricordare a Marigold che è ancora mia moglie!>>
Sephir annuì:
<<D'accordo, ma fai attenzione! Marigold desidera avere un figlio di sangue Eclionner, ma una volta incinta, farà di tutto per eliminarti: non vuole spartire il potere con nessuno. Dicono che abbia fatto arrestare tutti i canonici con l'accusa di eresia: troverai molto odore di bruciato, quando arriverai. E poi la flotta si è ammutinata, i pirati scorrazzano nelle coste, l'Eunuco tesse la sua tela e il Senato vuole dichiararti illegittimo>>
Elner si accigliò riguardo alla questione del Senato:
<<Forse non è stata una buona idea, nonno, quella di far fuori il senatore Fuscivarian: era l'unico che teneva a bada l'opposizione!>>
Il vecchio lo fissò severamente:
<<Quel verme era la causa di tutti i nostri guai! Avrei dovuto toglierlo di mezzo vent'anni fa!>>
Poi si rivolse ad Ellis:
<<E tu, figlia mia, cosa farai?>>
Ellis fece uno sguardo come per dire che quella era una domanda inutile:
<<Te l'ho detto! Non avrò pace finché non avrò piantato un paletto di frassino nel cuore di quel vampiro!>>
Sephir accennò un sorriso divertito.
Si vede che è mia figlia! 
Infine guardò Marvin:
<<Sei riuscito a convincere i Keltar a seguirci a nord?>>
Il giovane re dei Keltar sorrise:
<<A dire il vero a convincerli è stata lady Igraine Canmore di Logres>>




Sephir strinse gli occhi, come se quel nome gli ricordasse qualcosa:
<<Se non sbaglio i Canmore sono i capi clan della zona settentrionale del regno. Le Highlands, le chiamano. Discendono dagli antichi Celti>>
Marvin annuì:
<<Sì, i Canmore governano tre diverse tribù di chiara ascendenza celtica. Basta vedere i loro capelli rossi e i loro occhi verdi. Igraine governa i Keltar di Logres. Suo cugino Angus i Keltar di Alba Caledonia, e suo zio Fingal i Keltar di Gwynedd e Dyfed>>
Il vecchio si incupì:
<<Sono dei montanari arrivisti! Ti avverto: non devi prendere impegni con questa lady Igraine! Ricordati che il tuo matrimonio dovrà essere il più conveniente dal punto di vista politico e Alienor di Alfarian resta il migliore partito del continente, tanto più se sottrarremo a Fenrik il regno degli Alfar... ma ci pensi, sposando Alienor potresti unire in un unico sangue i discendenti degli Elfi con quelli dei Celti e dei Latini... quindi ti proibisco di prendere impegni con altre donne!>>
Il giovane re ne fu contrariato:
<<Tanto vale che ve lo dica subito, nonno. Io ed Igraine siamo già una coppia. Non le ho ancora chiesto di sposarmi, ma intendo farlo dopo la fine della guerra>>
Sephir si accigliò:
<<Sei impulsivo e precipitoso, proprio come tuo padre! Gli Alfar la prenderebbero molto male se sapessero che te la intendi con una Canmore! Già Ellis ed Elner hanno offeso la principessa: se lo farai anche tu, l'aristocrazia elfica non te lo perdonerà! Tu devi sposare Alienor, e non accetto discussioni!>>
Marvin si arrabbiò:
<<Sono vostro nipote, ma non sono il vostro servo! Deciderò io con chi sposarmi, quando la guerra sarà finita!>>
Sephir scosse il capo.
Per ora lo lascerò sognare, ma quando sarà finita la guerra, lui e Alienor saranno obbligati a sposarsi. Che si tengano pure i loro amanti, ma io esigo un erede con sangue elfico!



N.d.A.

Sephir Eclionner è rappresentato da Tywin Lannister ne "Il trono di spade".
Ellis Eclionner da Eva Green nei panni di Morgana in "Camelot"
Marvin Eclionner Vorkidian da Jon Snow ne "Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco"
Elner Eclionner da Loki in "Avengers"










venerdì 13 aprile 2012

Gothian. Capitolo 41. Marvin a Floriana incontra l'Arcidruido


Nel momento stesso in cui appoggiò il suo piede sinistro sul suolo di Floriana, la mattina del 28 dicembre 999 I.L., Marvin Vorkidian avvertì un brivido lungo la schiena. Ma fu solo un attimo e si riscosse facilmente. Era molto curioso di visitare quel luogo.
Sapeva che la città di Floriana era sorta come porto fluviale su un’isola del Grande Fiume Amnis. Col tempo, intorno al porto si era sviluppata la città, in epoca molto più recente rispetto ad Amnisia, a cui aveva sottratto il primato commerciale e politico.


Ormai Floriana superava Amnisia in grandezza e in ricchezza. Era considerata inoltre, almeno teoricamente, la capitale della Federazione Keltar e il suo Duca, Idex d’Estin-Serràt, era stato insignito della carica di Arciduca dei Keltar, che però era solo un titolo onorifico. Come tutti sapevano, i Keltar non avevano mai più formato, dopo la morte dell’ultimo re, Vorkidex, uno stato unitario e andavano fieri delle loro tradizioni di autonomia locale.
Marvin osservava con grande interesse il modo in cui era stato ricavato il porto: l'isola era stata recintata da bianche mura di marmo, mantenendo una forma ovale I moli erano centinaia e ciascuno aveva una decina di banchine per l’attracco delle barche e delle navi di piccolo cabotaggio. Per le navi maggiori c’era un’altra area riservata.
Mentre camminava lungo il molo, il giovane ascoltava le varie conversazioni dei barcaioli e dei mercanti. 



Parlavano una variante del dialetto Keltari, più aspra e secca, a volte quasi incomprensibile. Fisicamente i Keltar del nord avevano i capelli e gli occhi più chiari, ma erano più massici e corpulenti e la testa appariva quasi rotonda.
«Non fidarti di nessuno in questa città, tranne che dell'Arcidruido» gli disse Gwydion «questo luogo è un covo di ladri e di impostori, e di gente avida che ucciderebbe un fratello pur di avere un centesimo in più»
«Non credo siano gli unici purtroppo… ma a proposito di centesimi, che valuta usano qui?»
«In maggioranza il soldo imperiale, quello d’argento con la faccia di Ellis, ma viene accettato anche il denario alfariano, quello di rame con l’effigie di re Kerelic»
Marvin osservò ancora la scena che aveva di fronte: «Non ti sembra che qui la gente sia molto più chiusa rispetto ad Amnisia? Da noi c’è cordialità, si conversa anche con gli sconosciuti, si fanno battute, si ride... Qui invece non vedo niente di tutto questo... guarda, sembrano tutti cupi e sospettosi, non parlano se non per dare ordini e indicazioni di lavoro, e sembra che abbiano sempre una gran fretta in tutto quello che fanno, come se non possano perdere neppure un minuto»
Si diceva che più ci si recava a nord, nella pianura amnisiana, e più gli abitanti davano importanza al lavoro e al profitto.
«Il tempo è denaro, amico mio, e qui a Floriana il denaro è sacro: è l’unico dio che questa città abbia mai conosciuto»
La decisione di fermarsi più giorni a Floriana era stata comunicata da Ser Yvain de Bors solo la sera precedente all’attracco.



 I soldati e i rematori accolsero con favore la notizia, pensando già di spendersi la loro paga nelle bettole, tra vino e prostitute. I druidi mantennero un composto silenzio, mentre i preti lathearici protestarono vivamente. In particolare Padre Grizinga face notare che: «Quella città è un luogo di depravazione e corruzione morale e materiale. Un covo di pagani, eretici ed apostati. Su quella città il nostro Sommo Sacerdote ha scagliato il suo anatema. Noi non possiamo sporcarci la coscienza entrando in contatto con quel luogo di perdizione…»
«Nessuno vi obbliga a scendere dalla nave» intervenne brusco Ser Yvain «Se non volete farvi contaminare da questo “luogo di perdizione”, passerete il vostro tempo sul ponte a pregare e digiunare per la maggior gloria di Eclion»
L’idea non parve entusiasmare molto i sacerdoti Lathear, che divennero subito più possibilisti riguardo alla sosta nella città demoniaca.
La permanenza a Floriana era dovuta principalmente alla necessità di fare scorte e di riposarsi in alloggi decenti prima di inoltrarsi nell’aperta campagna, ma Ser Yvain pareva anche intenzionato a raccogliere in giro delle voci riguardanti l’Alleanza di Tupile e l’esercito di re Kerelic, in fuga dopo la ribellione dei fedeli di sua moglie Alyx.
Yvain aveva mandato alcuni suoi uomini a chiedere informazioni al riguardo.
A Marvin sembrava improbabile che i tozzi e taciturni mercanti di Floriana, con i loro modi sgarbati potessero rivelare alcunché, men che meno su questioni delicate come quelle riguardanti il rapimento della principessa Alienor, di cui ormai si erano perse le tracce.
Stavano arrivando al punto in cui il molo si congiungeva con la piazza antistante la Darsena, sulla quale spiccava una imponente statua dell’Arciduca Idex, da lui stesso commissionata, in rame ossidato e costellato da escrementi di piccioni e di anatre.

File:Statue Vercingetorix Alesia.jpg

. L’uomo ritratto appariva minaccioso e massiccio, come un antico condottiero del passato dei Keltar, quel famoso Vorkidex che era stato sconfitto da Arexatan Eclionner quando il primo Imperatore, che aveva annesso la terra dei Keltar all’Impero Lathear.
L’Arciduca vuole presentare se stesso come il nuovo Vorkidex. A quanto pare anche lui vuole partecipare al grande gioco del potere che si sta svolgendo in questi mesi.
Non a caso Idex non era molto amico di Gallrian di Amnisia, in cui vedeva un pericoloso rivale nella fondazione di un Regno dei Keltar e soprattutto nell’ascesa al trono di tale regno.
Ma siamo sicuri che i Keltar vogliano veramente dei palloni gonfiati come Idex o Gallrian come loro sovrani? Ammesso che accettino anche solo l’idea di avere un sovrano...
Essendo per metà un Keltar, Marvin sentiva di conoscere già la risposta.
Questa gente vuole qualcuno che aiuti veramente il popolo nella vita quotidiana, che gli fornisca le condizioni per poter prosperare nei commerci.
Idex invece era un uomo fedele agli Alfar, così come Gallrian era fedele ai Lathear, e i loro giochi di potere interessavano poco o nulla alla popolazione.
Speriamo almeno che Idex non ci dia fastidio.
Le leggi dell’ospitalità erano sacre tra i Keltar, e Ser Yvain aveva garantito che non ci sarebbero stati problemi di sorta.
Ad attenderli, vicino alla statua, c’era una piccola delegazione di diplomatici e soldati dell’Arciduca, che invitò i nobili, i druidi e i preti a venire a Palazzo, mentre i soldati e i rematori sarebbero rimasti in libera uscita.
Yvain si fida, ma io mi sarei portato dietro una scorta.
Dietro alla Darsena e alla statua, c’erano le imponenti mura della città. Marvin le varcò provando ancora lo stesso brivido che aveva sentito mettendo piede sul porto.
Ebbe persino una brevissima allucinazione, in cui gli parve di vedere un popolo in rivolta che acclamava un predicatore.
E’ colpa del freddo… e anche della debolezza per la scarsità di cibo nelle navi…
Del tutto reale fu invece il fetore che lo travolse al suo ingresso nella città: rispetto ad Amnisia non c’era paragone. Qui i polli e i maiali che si aggiravano tranquilli per le strade, le banchette del mercato che vendevano pesce semiputrefatto.
E’ questa la tua gloria, Floriana?
Procedettero speditamente lungo la via centrale, verso il nucleo storico e la roccaforte. Qui videro una seconda cerchia di mura e, dietro, le torri delle abitazioni dei ricchi e il castello dell’Arciduca.



Anche varcando la porta interna Marvin sentì il brivido di prima, ma ancora più forte. E una voce interiore gli disse: “Per mille anni e cinquanta generazioni ti abbiamo atteso…
Non è possibile… è come il sogno dell’altro giorno… c’è qualcuno o qualcosa che vuole comunicare con me…
Nella città interna la qualità dell’aria migliorò leggermente, o forse era il suo naso che si stava abituando a quell’odore nauseabondo.
I palazzi dei nobili e dei ricchi erano molto grandi e sfarzosi.
La Torre dell’arciduca, di costruzione recente e molto raffinata, stava al centro, poggiando su una sorta di montagnola artificiale.
Quando furono annunciati, le porte si aprirono e la Compagnia entrò con compostezza.
Marvin si aspettava altri prodigi, e infatti il brivido lo attraversò ancora più forte e la visione questa volta, unita ad una voce, gli si palesò per un lungo momento nell’anima.
Le allucinazioni ripresero.
Vide la stessa Dama Gialla del sogno, che lo fissava minacciosamente e gli domandava: “Vuoi vivere in eterno? Allora arrenditi a me!”



Poi ritornò la visione normale, ma questa volta doveva essere quasi svenuto, perché si ritrovò tra le braccia del druido Gwydion, che gli disse: «Non è niente, è solo il freddo o la debolezza»
Marvin scosse la testa: «No… ho avuto altre visioni… è tempo che io abbia una risposta»
«Avrai molto presto la tua risposta» promise Gwidion «Fidati della saggezza dell'Arcidruido, e anche dell’amicizia che ci lega»
Marvin annuì.
Proprio in quel momento arrivò incontro a loro un giovane druido, ansimando per la corsa. Dopo essersi ripreso, chiese: «Chi di voi due è Marvin Vorkidian?»
Marvin alzò una mano e il giovane gli porse una busta sigillata, dicendo: «Da parte dell’Arcidruido Fingal il Saggio», e poi, dopo un inchino, se ne andò di corsa.
Hanno tutti fretta in questa maledetta città!
Marvin si affrettò ad aprire la busta e a leggere il biglietto.
«A quanto pare eravamo attesi... l'Arcidruido in persona mi invita a raggiungerlo il prima possibile nel Sacro Cortile, per un colloquio della massima importanza»
Gwydion non ne era sorpreso.
L’Arcidruido era il capo gerarchico di tutti i druidi, e risiedeva a Floriana, così come i suoi predecessori, da migliaia di anni. 


La carica era vitalizia, ma alla sua morte si riuniva il sacro consiglio dei druidi per eleggerne il successore. Fingal era ormai molto vecchio, e ricopriva la sua carica da più di cinquant'anni. 
Il Sacro Cortile era un enorme parco, interno L Grande Cerchio, l’edificio dove risiedevano i druidi più importanti con i loro novizi, e lo stesso Arcidruido. 


Il Grande Cerchio era anche detto l’Ombelico del Mondo, e la sua sacralità era riconosciuta in tutto il Continente Centrale. Ma il vero tempio, per i druidi, non era tanto l’edificio circolare, quanto l’enorme parco del cortile interno. Solo lì ci si poteva sentire in contatto con gli Dei della natura pur essendo in città.
Il rumore frenetico di Floriana non arrivava al Sacro Cortile.
«Sei ancora del parere che nessuno si interessi di te? » chiese ironicamente Gwydion.
Marvin sorrise:
«Non voglio farlo aspettare. Ci sono delle particolari precauzioni per il cerimoniale?»
«No, Marvin: ai druidi queste sciocchezze non importano»
Mentre si dirigeva, seguendo Gwydion, verso il tempio, Marvin ripensò agli ultimi sogni che aveva fatto. Forse l’Arcidruido gli avrebbe fornito la chiave per interpretare quei sogni ricorrenti.
Attraversarono la città, guardando le torri che circondavano quel luogo sacro.
Alcuni druidi giovani lo attendevano al portone principale.


L’interno circolare dell’edificio era sobriamente arredato: dava l’idea di essere molto antico, ma ben conservato.
Passò sotto una volta che collegava l’ingresso esterno con una veranda interna.
Sentì subito un profumo di erbe aromatiche e di terra umida. Il giardino incominciava immediatamente e c’era un sentiero che passava attraverso i prati e gli alberi, fino ad arrivare ad una fonte, al centro, sovrastata da una grandissima vecchia quercia.
Sotto di essa sedeva un vecchio dalla lunga barba bianca.


I druidi che scortavano Marvin gli fecero un leggero inchino, ma quando l'Arcidruido Fingal vide il giovane Vorkidian, si inginocchiò davanti a lui:.
«Figlio di Cento Re!» esclamò e poi rivolto al cielo«Ora lascia, o Belenos, dio del Sole, che il tuo devoto servo Fingal vada in pace, secondo la tua Parola, perché i miei occhi hanno visto il Principe che ci fu Promesso, il Profeta dei Keltar, la salvezza preparata da te per illuminare le genti, e riportare alla gloria il nostro popolo.» 
Marvin prese le mani del vecchio nelle proprie, e lo aiutò a rialzarsi, confuso per quella accoglienza così straordinaria.
«Grazie, giovane Vorkidian. Che tu sia benedetto e benvenuto nel mio tempio» disse il vecchio «Esso ha come soffitto l’azzurro del cielo e il fuoco del sole, e come pavimento la nuda terra, ed è rallegrato dal vento lieve che accarezza l’erba e le foglie degli alberi, e dalla purezza di questa sorgente. Tutti gli elementi sono qui a testimoniare la presenza degli Dei della Natura. Alle mie spalle vi è la quercia più antica di tutto il continente. A piantarla fu il condottiero Vorkidex, l’ultimo Re dei Keltar , ucciso da Arexatan Eclionner»
Poi entrambi si sedettero.
L'Arcidruido parlò ancora:
«Mille anni fa, proprio in questo luogo, Re Vorkidex e l’Imperatore Arexatan si sfidarono a duello. Erano due uomini di grande forza e il loro combattimento durò molto a lungo. 

Alla fine però Arexatan prevalse e piantò la sua spada nel ventre di Vorkidex, il quale prima di morire disse: “Maledico la tua stirpe per cinquanta generazioni! E quando tu tornerai su questa terra, dovrai rimediare a tutti gli errori commessi da te e dalla tua discendenza. Oggi abbiamo combattuto, ma domani noi staremo dalla stessa parte, contro un pericolo più grande”. Eri a conoscenza di tutto questo?»
Marvin annuì:
«In parte: il mio precettore, il druido Halfgan me ne ha accennato…»
L’Arcidruido lo guardò intensamente: «Halfgan fu uno dei miei primi allievi. Nutro grande stima per lui, e so, grazie a lui, che tu hai avuto sia un insegnamento Keltar che uno Lathear, dai retori di Amnisia. Questo ha aperto la tua mente. E da quel che posso intuire, Halfgan ti ha insegnato bene»
Marvin annuì: «Sì, è come un padre per me»
L’Arcidruido socchiuse gli occhi, e parlò con voce bassa e calma: «E per me è come un figlio. Lo incaricai io stesso di vegliare su di te per proteggerti ed educarti, dopo che i tuoi genitori scomparvero»
Notando la sopresa nel volto del ragazzo, il vecchio annuì: «Conoscevo bene anche i tuoi genitori. Prima di partire per la missione dalla quale non ritornarono, vennero da me a chiedere consiglio. E si confidarono riguardo alla loro ambasciata»
«Quindi voi, se posso permettermi di chiedere, siete a conoscenza di quali segreti i miei genitori dovevano rivelare?»
Il vecchio sorrise, ma assunse un’aria di rimprovero: «Sei impulsivo, proprio come tuo padre»


Marvin chinò il capo in segno di scusa.
L’Arcidruido chiuse gli occhi e parlò con voce bassa: «Vennero da me proprio per confidarmi i loro segreti. Volevano rivelare tutto al capo dell’opposizione senatoria, Aralte Velares, principe di Marina Sedovia. Dissi loro che era un’impresa disperata, ma vollero partire comunque»
Marvin si sentì triste.
Mi hanno lasciato per una causa già persa in partenza
L'Arcidruido notò la sua insoddisfazione:
«In verità contavano nella testimonianza e nella protezione di altri personaggi chiave. Ma furono loro a tradire i tuoi, e a porre fine alla loro missione»
Marvin sentiva la rabbia crescere in lui.
«Alcuni nomi li conosco, ma gli altri? Chi sono questi traditori? E’ tutta la vita che me lo chiedo! »
L’Arcidruido si fece ancor più serio: «Tu nutri molto rancore dentro di te, e questo non è un bene. L’odio, la rabbia, la sete di vendetta… aveva ragione Halfgan a non volerti rivelare tutta la verità» e poi con voce più bassa e profonda: «Il traditore principale fu Gallrian De Bors, Duca di Amnisia, e referente primario dei Conti di Gothian nella Federazione Keltar. Suo figlio Yvain però non sa nulla, lui non è come il padre...»
Marvin sentiva di averlo sempre saputo.
Gallrian è il servo di Marigold e Fenrik... avrei dovuto sospettarlo...


Il vecchio alzò l'indice della mano destra:
«Verrà il tempo della giustizia, ma tu non sei nato per vendicarti, bensì per liberare un popolo.Del resto, tu sei il nipote di Lady Aryellin di Keltar Senia, e sai che la sua famiglia era di nobili origini. Tua nonna discende per quarantotto generazioni dal re Vorkidex. Tua madre Lilieth rappresenta la quarantanovesima generazione e tu la cinquantesima»
Marvin annuì:
 «E' così.Un'eredità difficile, Maestro, ma il druido Gwydion mi ha detto che voi mi inizierete agli Arcani Supremi, e mi parlerete dell'Antico Patto, in modo che quando Vorkidex si risveglierà in me, io sia pronto a ricevere le sue memorie»
Il vecchio sorrise:
«E' quello che succederà nei prossimi giorni. Ho grandi progetti su di te. Percepisco le tue qualità di chiaroveggenza: devi solo imparare a meditare, e a saper interpretare i simboli. Solo allora i tuoi sogni avranno un senso»
«Ultimamente ho sognato delle cose strane, Maestro. Io discendo anche dalla stirpe degli Eclionner, ed ho visto i loro crimini. Sono una dinastia di demoni! Ed Eclion è il Signore delle Tenebre!»


«Lo so. Alcuni ricordi ancestrali si stanno risvegliando. Era tempo che succedesse. Le tue doti erano “in sonno”, ma ora il Dormiente deve svegliarsi!»
Marvin si riscosse:
«Questa frase… io ho sognato che qualcuno me la diceva…»
L'Arcidruido annuì:
«Come vedi, i tuoi sogni stanno assumendo poteri divinatori. Ma ancora non sono in grado di esplicitare completamente la loro preveggenza. Non essere troppo impaziente! Non devi commettere gli errori di tuo padre. Se lui avesse ascoltato i miei consigli, ora sarebbe qui tra noi. E riguardo ai tuoi sogni, sappi che i più si riferiscono a cose accadute in passato. Soltanto pochi sogni hanno il potere della chiaroveggenza sul futuro, anche se la tua stirpe è sempre stata una grande dispensatrice di Profeti»
«Profeti druidi?»
«Sì, in un lontano passato. Ma ora questo passato sta tornando. Le anime degli antichi stanno trasmigrando. Tutto il mondo degli spiriti è in grande fermento, così come lo è quello degli uomini. Ci è toccato di vivere in questi tempi difficili, ma questo era il nostro destino»
Marvin scosse il capo:
«Io non credo al destino»
L'Arcidruido sorrise:
«Vedi Marvin, per le persone normali è solo il caso che si frappone tra loro ed i loro scopi. Ma alle persone come te, nulla accade per caso. Ti spiegherò cosa significano queste mie parole, e tutte le tue domande avranno finalmente una risposta completa!»


N.d.A.

La città di Floriana è ispirata a Ferrara e Mantova. L'immagine rappresenta Tar Valon, la città delle Aes Sedai ne "La ruota del tempo" di Robert Jordan.
Il dialetto keltari è una lingua a metà strada tra il gruppo celtico e quello delle lingue gallo-romanze e dei dialetti gallo-italici.
Marvin Vorkidian è rappresentato da Jon Snow ne "Il trono di spade" di George Martin.
Ser Yvain de Bors è rappresentato da ser Loras Tyrell ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco".
L'espressione "Alleanza di Tupile" è tratta da "Messia di Dune", di Frank Herbert, dove si riferisce al gruppo di famiglie aristocratiche ribelli che non accettano il predominio della famiglia Atreides.
La statua dell'arciduca è quella di Vercingetorige, condottiero e re dei Galli.
La frase "è questa la tua gloria, Floriana" si ispira all'apostrofe dantesca "Godi Fiorenza poi che se' sì grande / che per mare e per terra batti l'ali / e per lo 'nferno tuo nome si spande" (Inf, XXVI), ma anche dall'invettiva di re Theoden ne "Il Signore degli anelli" di J.R.R. Tolkien, quando chiede, retoricamente: "E tutto qui? Questa è la tua magia, Saruman?".
Marigold di Gothian è interpretata da Charlize Theron nel ruolo della regina Ravenna in "Biancaneve e il cacciatore" con Kristen Stewart.
La frase di Marigold, che viene detta in sogno, si ispira alla stessa domanda che lo spirito di Valeria rivolge a Conan il Barbaro nell'omonimo film. Il tema della vita eterna è trattato ampiamente nel romanzo, anche se da diversi punti di vista e con diverse ipotesi: la reincarnazione o metempsicosi, l'immortalità dell'anima, il Paradiso, l'Inferno, il samsara, il karma e lo spiritismo.
L'arcidruido Fingal il Saggio (il cui nome è quello del padre del bardo Ossian nel poema di Macpherson) è rappresentato da Jaheaerys I Targaryen il Conciliatore.
Il Grande Cerchio è ispirato alla città di Caemlyn in "The Wheel of Time" e alla Fortezza Rossa e al tempio di Baelor in "A game of thrones".
Arexatan e Vorkidex in duello sono Rhaegar Targaryen e Robert Baratheon durante la Battaglia del Tridente ne "Il gioco del trono".
Gallrian de Bors è rappresentato dal Magistro Illyrio Mopatis di Pentos.




lunedì 6 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 6. La Contea di Keltar-Senia.


Il borgo dei Keltar della stirpe Senia era un piccolo villaggio di campagna, composto da un centinaio di fattorie con al centro la tenuta della Contessa, Lady Ariellyn Vorkidian, costruita secondo gli standard dei manieri, con pietra scura e una corte interna. 


Da secoli la famiglia Vòrkidian cercava di abbellire in qualche modo quella terra fangosa strappata alle paludi con opere continue di bonifica e canalizzazione
Lady Ariellyn Vorkidian, lo governava con saggezza, per conto del Duca di Amnisia. 
Ariellyn era una tipica Keltar, dai capelli col rame e ondulati, e nonostante avesse superato i cinquant'anni, si presentava con un aspetto molto giovanile.

Nonostante fosse l'unica ad avere il diritto di reclamare l'eredità del trono dei Keltar, Lady Ariellyn aveva preferito condurre una vita ritirata e modesta, soprattutto dopo la misteriosa scomparsa della figlia Lilieth, la madre di Marvin.
A chi le ricordava il lignaggio regale del nipote, Lady Ariellyn si schermiva, dicendo che ormai quella stirpe era spezzata, e che Marvin non era erede di nulla di rilevante. Se poi qualcuno le muoveva delle critiche per averlo fatto crescere in campagna, quasi come un selvaggio, lady Ariellyn dichiarava che : Un’infanzia a contatto con la terra, ancorato alla terra, con le radici che sprofondano nella terra, ha reso forte la sua personalità. Nessuna crisi è arrivata a scalfirlo” 
 All compimento dei sesto anno, Marvin era stato comunque condotto ad Amnisia, la città lagunare, per incominciare gli studi che lo avrebbero condotto a diventare retore presso la cancelleria del Duca Gallrian de Bors.
Ogni estate il ragazzo tornava comunque al villaggio, dove oltre alla nonna, lo attendevano gli amici d'infanzia e il suo primo maestro, il druido Halfgan.
Era una giornata calda di metà luglio quando anche quell'anno Marvin si era messo in viaggio per  tornare nella terra dei suoi avi.
Aveva percorso a dorso di mulo la Via Orientale, una antica strada dal selciato in pietra, costruita dai Lathear secoli prima e da loro mantenuta pulita e agibile, con stazioni di rifornimento e alloggio ogni venti miglia. 




I Lathear erano insuperabili in quanto a opere di ingegneria civile e idraulica.
Partendo dal porto di Aminsia, la Via Orientale si dirigeva verso sud e fiancheggiava a est la Pineta di Protezione, piantata dai Lathear per consolidare la spiaggia, e a ovest la Palude Senia, un grande bacino di acqua dolce, in parte drenata dal Fossato Grande, il più imponente canale di scolo di tutto il Ducato. 
Si vedevano le folaghe volare a stormi sulle paludi, e gettarsi nell’acqua ricca di pesci. 
I canneti e la vegetazione spontanea erano rigogliosi. 
Alla gente non piacevano quei luoghi, mentre Marvin sarebbe stato ore a contemplare quella natura selvaggia. 
La mia terra… mia nel senso che io ne faccio parte, non nel senso che la possiedo.
Una volta oltrepassato il ponte sul Fossato Grande, incominciavano i campi coltivati. 
La civiltà banalizza il paesaggio
Eppure bisognava dissodare quei terreni fangosi, se si voleva avere di che vivere. 
La Via Orientale costeggiava l’amatissimo Fossato Piccolo, da cui arrivava il drenaggio alle terre del Borgo, e delle colline sovrastanti. 
Presso il Borgo la Via Orientale incrociava la Via del Mare, che univa la Colonia Fluvia dei Lathear, a Senia Marina, le cui saline portavano molte ricchezze nelle casse del Duca di Amnisia. 
Dopo ‘incrocio, la Via Orientale continuava verso il Sud fino alla Sublime Porta della Grande Muraglia, varcate le quali diventava una vera strada imperiale, meglio pavimentata e curata, che si dirigeva per oltre mille miglia verso il meridione e l’Istmo di Lathéna, dove gli Oceani quasi si toccavano, nel cuore dell’Impero Lathear 
Il Borgo di Keltar-Senia era nato come insediamento agricolo dei Keltar presso il luogo strategico dell’incrocio tra le due strade, dove c’era il ponte sul Fossato Piccolo, valicato il quale Marvin prese un piccolo sentiero che conduceva alla tenuta di sua nonna. 
Poiché Lady Ariellyn non aveva più fratelli viventi, il titolo feudale era passato a lei, assieme al diritto di trasmettere il proprio nobile cognome ai figli e ai nipoti
I Vorkidian potevano vantare una discendenza altrettanto prestigiosa di quella degli Eclionner, ma al contrario di questi ultimi, erano molto decaduti sia in termini di potere che di prestigio e di denaro, nonostante gli sforzi della Lady di risollevare le sorti della famiglia e della tenuta. 
Come sempre Ariellyn aveva raggiunto il villaggio alcune settimane prima, all’inizio dell’estate, per sistemare l’antica villa, che, dopo la lontananza dei padroni nei mesi freddi, aveva sempre bisogno di lavori e migliorie per essere resa pienamente abitabile. 
Il druido Halfgan, amministratore della fattoria di Ariellyn, risiedeva nelle vicinanze con il discepolo Gwydion, e controllava la proprietà durante l’inverno, per poi aiutare la proprietaria nel dirigere i lavori di manutenzione annuale. 
In genere, quando Marvin arrivava, a metà luglio, i lavori erano terminati e la villa era di nuovo in condizioni discrete, e così fu anche quell’anno. 
Nel varcare i cancelli d’ingresso del podere, il giovane provò un senso di gioia, di sollievo e di protezione, nel ritrovare intatto il paesaggio abituale della sua infanzia. 
La proprietà era delimitata da piccole mura con inferriate e da una grande siepe, tranne che nel lato orientale, dove il confine era rappresentato dall’argine del Fossato Piccolo.



Le mura circondavano il giardino esterno della villa, che era boscoso e quasi selvaggio, mentre il cortile interno, su cui si affacciavano anche le abitazioni dei contadini, con i capannoni per il fieno, le stalle, i porcili e i pollai, era un’ampia aia, ricoperta di un prato sempre ben falciato, dove le galline razzolavano e i conigli brucavano l’erba
Questa corte era collegata al giardino esterno per mezzo di un portone, che di giorno rimaneva aperto in modo che uomini e animali potessero entrare e uscire liberamente dall’aia. 
Le fortificazioni erano state rese necessarie dopo l'anno della Primavera di Sangue, in cui il maniero dei Vorkidian era stato usato come rifugio per la popolazione minacciata dagli scontri tra i Lathear e gli Alfar
I primi ad accorgersi dell’arrivo di Marvin, come sempre, furono i cani, che lo conoscevano fin da quando era bambino e si ricordavano benissimo di lui nonostante i lunghi mesi di assenza, aiutati nel ricordo dalle cibarie che il giovane portava con sé proprio per loro. 



La sua voce e il richiamo del cibo fece accorrere ben presto anche la colonia di gatti che viveva presso la villa, i cui componenti discendevano tutti da un’unica gatta che era appartenuta ad Ariellyn quando Marvin era bambino, e i cui cuccioli, per sua volontà, erano stati tutti lasciati vivere e nutriti a spese della Lady, che d’inverno lasciava questo compito al druido Halfgan, anch’egli amante dei gatti. 
Non a caso l’arrivo della colonia dei felini fu seguito da quello del vecchio Halfgan,. L’anziano druido aveva una lunga barba e indossava un abito scuro. Procedeva appoggiandosi ad un nodoso bastone ricavato dal ramo di una quercia e con l’altra mano salutava il giovane a cui voleva bene come a un figlio. 


Appena lo vide, Marvin gli corse incontro e lo abbracciò. Il druido era stato l’unica figura paterna della sua vita, e gli voleva bene così come ad Ariellyn. 
«Come stai, Halfgan? » 
«Tiro avanti, con l’aiuto degli Dei e della natura, anche se ormai sono più di settanta le primavere che questo vecchio corpo ha passato» 
«Vorrei poter arrivare io alla tua età con la tua salute! » 
«Oh, spero per te che farai di meglio! L’umidità di questi luoghi mi è penetrata nelle ossa» 
«Allora in agosto verrai con me e la nonna a Senia Marina a camminare lungo la spiaggia» 
«Vedremo… » non pareva molto convinto, e infatti ogni anno accampava scuse pur di evitare il soggiorno nel capanno che Ariellin possedeva a Senia Marina. 
«Piuttosto, Marvin, devo complimentarmi con te per il diploma di retore! So che hai avuto un’ottima valutazione» 
«Ti ringrazio. Ma esami sono stati duri, e sono molto stanco» 
«Qui avrai modo di riposarti. E se ne avrai voglia, mi racconterai le cose nuove che hai appreso» 
«Molto volentieri, anche se, come ben sai, tutto ciò che mi hanno insegnato ad Amnisia è basato dei dogmi della religione Lathearica» 
«Ah, figliolo, non voglio che tu ti metta contro il Clero di Lathéna. Devi nascondere il tuo scetticismo, altrimenti questo finirà per nuocere al tuo lavoro, quando sarai al servizio del Duca» 
«Fino ad oggi ci sono riuscito, ma non sai quanto mi costa» 
«Posso immaginarlo. Ma purtroppo non hai scelta: il potere del Clero di Lathéna è ancora enorme, soprattutto ad Amnisia, dove la dipendenza dall’Impero è rimasta molto forte» 
«Meno forte che in passato, comunque. I rapporti tra il Duca e l’Imperatrice Reggente si stanno deteriorando. Pare che Gallrian voglia ospitare la principessa Alienor, quado farà tappa ad Amnisia nel suo viaggio verso Lathena.» 
«Uhm…» Halfagan si accigliò, come sempre quando sentiva nominare l’Imperatrice Ellis «Gallrian è sempre stato un uomo ambiguo. Gli piace fare il doppio gioco. Quanto a Ellis... non è il momento adatto per parlarne... poi mi racconterai tutto a tempo e luogo, ora vai a salutare tua nonna, che sta arrivando» 
Ariellyn era appena uscita dal portone dell’aia e camminava con compostezza verso di loro. 
Era ancora una donna molto giovanile, alta, snella, con il portamento eretto e la vita sottile, il volto magro e asciutto, la pelle chiara, gli occhi di un verde luminoso e i capelli che conservavano ancora il colore fulvo ramato, tipico delle donne dei Keltar. 
Nonostante avesse perduto da anni il marito e la figlia, Ariellyn non aveva mai mostrato segni di debolezza o di cedimento: aveva sempre saputo cavarsela in ogni situazione, ed era stata in grado di superare con successo le più dure avversità. 
Lo ha fatto per me. Pensò Marvin. Si è fatta forza per non farmi mancare nulla… 
Lei e Hafgan erano tutta la sua famiglia, ed avrebbe voluto che fossero eterni, che non invecchiassero mai. 
E lì, nel giardino della villa di Keltar Senia, per un attimo egli si illuse che il tempo non fosse mai passato e che veramente la nonna e il druido fossero rimasti esattamente com’erano quando lui era bambino. L’illusione durò qualche breve momento, poi però fu impossibile evitare di notare quanto Halfgan si fosse incurvato e indebolito, e quanto Ariellin fosse più magra ed esile, come se qualcosa la stesse lentamente prosciugando. Inutile far finta di nulla: il tempo stava passando per tutti, anche nel paesaggio immobile di Keltar Senia. 
«Hai fatto buon viaggio? » gli chiese sua nonna, dopo averlo abbracciato. 
«Sì, anche se mi hanno divorato le zanzare come al solito» 
«Si fanno più aggressive di anno in anno» notò Ariellyn 
«Sono le navi che fanno scalo ad Amnisia a portare le larve di zanzare più cattive dal sud» dichiarò il druido «e questo ha causato il diffondersi delle febbri verso cui nemmeno noi siamo vaccinati» 
«Beh, la gente della mia Contea è comunque molto robusta» concluse la Lady: «Sono secoli che le zanzare tentano di farci estinguere senza riuscirci! » 
Si diresse verso il mulo, che brucava pazientemente l’erba all’ombra degli alberi: «Su, Marvin, aiutami a scaricare questi bagagli e a portare il mulo nella sua stalla» 
Ariellyn non si era mai tirata indietro di fronte ai lavori pratici. Preferiva fare le cose importanti personalmente, per controllare che tutto si svolgesse in modo corretto. 
Halfgan aveva raccontato a Marvin com’erano altezzosi i genitori di Ariellyn e come si erano opposti al fatto che la loro unica figlia sposasse un uomo del villaggio. Ma era destino che nella sua famiglia i matrimoni fossero contrastati dalle famiglie, poiché la stessa Lady aveva disapprovato l’unione di sua figlia Lilieth con Rekormas Roth. 
Ma quello era un argomento tabù: qualunque domanda egli facesse a sua nonna o al druido riguardo ai suoi genitori, subito calava un muro di silenzio e di imbarazzo che non c’era modo di far cadere. Eppure lui avrebbe voluto sapere tutto dei suoi: era come se una parte di lui gli fosse stata rubata e tenuta nascosta per tanti anni. C’erano dei segreti talmente dolorosi e gravi che tutti si rifiutavano di parlare. Era come se dal libro della sua vita avessero strappato le prime pagine, o forse tutto l’intero prologo e anche il primo capitolo. 
Come posso capire chi sono, se non so nemmeno com’erano coloro che mi hanno messo al mondo
Aveva solo vaghi ricordi di sua madre.



Nemmeno sotto tortura sua nonna avrebbe rivelato qualcosa. Halfgan invece non sapeva tutto, ma era probabile che avesse intuito o scoperto nelle sue “visioni” qualcosa che non doveva essere assolutamente divulgato. 
Ma cosa? Cosa mai hanno potuto fare di così grave i miei genitori?
Col tempo aveva rinunciato a tornare sull’argomento, eppure aveva giurato a se stesso che un giorno a avrebbe scoperto da solo tutto ciò che aleggiava attorno a quel mistero. 
«Su Marvin, non restare lì impalato, porta quel mulo nella stalla! » gli gridò Lady Ariellyn che già stava entrando nell’aia con in mano alcune borse di bagagli del nipote, seguita dal curvo e zoppicante Halfgan. 
Sono a casa, pensò Marvin con un senso di profonda serenità, mentre il sole tramontava sulle colline in lontananza e le rondini compivano le loro acrobazie sul cielo dal colore di rosa.

N.d.A.

In questo capitolo lady Ariellyn Vorkidian è interpretata da Caroline Goodal nel ruolo di Igraine Pendragon, ne "Le nebbie di Avalon", tratto dal romanzo di Marion Zimmer Bradley.
Marvin Vorkidian è interpretato da Jon Snow, protagonista de "Il trono di spade", "A game of thrones" di George Martin, da "Le cronache del ghiaccio e del fuoco", "A song of ice and fire".