martedì 3 luglio 2012

Gothian. Capitolo 80. Alienor, Lilieth e i Pirati della Palude




La Palus Putredinis si estendeva a perdita d'occhio davanti a loro.
Alienor provava già un senso di nausea. Lilieth rimaneva impassibile.
Al contrario il Pirata era entusiasta di poter finalmente rimettere piedi su qualcosa che almeno lontanamente potesse ricordargli una nave.
Il massimo che i suoi uomini erano riusciti a procurargli era una vecchia bagnarola tutt'altro che rassicurante.



Le rovine dell'antico porto, nel punto dove il fiume Lathe entrava nella palude, erano ormai in uno stato di completa disgregazione. La decadenza dell'Impero latherar si poteva notare da mille particolari, ma lì, in quel punto, tutto era decadenza e marciume.
Alienor non se ne meravigliava.
Mille anni di governo degli Eclionner hanno fatto penetrare il marcio fin nel cuore della terra.



Una creatura alata di enormi dimensioni roteava sulla Palus Putredinis .
<<E' un rettile. Ma potete stare tranquille mie signore>> disse Vyghar <<non è un drago, non sputa fuoco e anzi in genere ha paura del fuoco. E' una delle creature che dipendono da Ursula, la signora delle paludi>>



Vapori mefitici si alzavano dalle acque, e luci verdi rotevano intorno ai cespugli.
<<Quelle lucciole verdi sono gli occhi di Ursula. Si dice che la demonessa riesca a vedere attraverso di loro. Quindi, speriamo di essere nelle sue grazie!>>
Alienor sgranò gli occhi:
<<Come sarebbe a dire "speriamo"? Se questa Ursula ci è ostile, non ne usciremo vivi!>>
Vyghar le rivolse il solito sguardo di superiorità:
<<Avete con voi uno dei più esperti navigatori del Continente, nonché grande guerriero e uccisore di mostri e quindi non capisco...>>
<<Ma smettila!>> tagliò corto Lilieth dandogli un buffetto su una spalla <<non c'è bisogno che ogni volta che c'è una pozzanghera tu ci ricordi le tue prodezze nei Sette Mari. Le abbiamo ben presenti!>>
L'allusione allo sterminio dei marinai della "Dolce Ellis" e del rapimento di Alienor, rese subito il Pirata molto più conciliante:
<<Ebbene, mia cara Lilieth, ti dimostrerò che quello che dico non è una vanteria! Vedrai! Ora, tutti a bordo!>>
La nave salpò dal piccolo molo e si perse nella nebbia.
Quella nebbia era tanto fitta che, unita alla vegetazione folta e intricata, impediva di capire se fosse giorno o notte. 
Alienor vedeva quei luoghi come il correlativo oggettivo della sua vita.
Questo non un luogo, è il mio stato d'animo!
Una profonda tristezza si impadronì di lei, un senso di noia sia per la fuga che per la vita.
Pregò allora la sua dea, Aenor, signora della Luce.
Mia signora e protettrice, dammi una ragione per vivere...
E mentre lei chiuse gli occhi le apparve un giovane uomo, che rispondeva a tutte le caratteristiche di Marvin Eclionner-Vorkidian.



La dea le rivolse queste parole:
"Un giorno vi incontrerete. Ma per poterlo conoscere, devi vivere, e portare a termine la tua missione"
Alienor si sentì risollevata.
Forse, se sopravvivrò a tutti i pericoli di questo viaggio, e se lui sopravvivrà a tutti i pericoli di del suo, allora potremo sperare in una qualche felicità. 
In nome di quella speranza, Alienor decise di farsi forza, e di sopportare con pazienza tutte le sofferenze che la sorte le aveva riservato.
Ricordò la frase del brindisi di capodanno nella villa di Lady Ariellyn, in lingua keltari:
Le temps viendra...


N.d.A.

L'immagine delle rovine del porto è quella delle rovine di Osgiliath ne "Il signore degli anelli" di J.R.R.Tolkien.

Il nome Ursula è ispirato dalla "cattiva" piovra de "La sirenetta" di W. Disney.

"Le temps viendra" è il titolo di un romanzo incentrato sul personaggio di Anna Bolena.

La lingua keltari moderna aristocratica e letteraria è il francese. Le altre lingue dei Keltar sono simili a quelle del gruppo celtico, di quello gallo-romanzo e di quello dei dialetti gallo-italici.

lunedì 2 luglio 2012

Maria Callas: gli ultimi anni (1966-77)


Nel 1966, Maria Callas rinunciò alla nazionalità statunitense e a quella naturalizzata italiana per tornare alla nazionalità greca, in vista di un possibile matrimonio con Aritstotele Onassis.
In quel periodo Maria tentò anche una riconciliazione con la madre Evangelia, che però non andò a buon fine, per il carattere orgoglioso di entrambe. Nonostante Evangelia fosse anziana e malata, era destinata a sopravvivere a sua figlia. Forse questo l'avrebbe resa meno severa.
Anche con Onassis le cose degenerarono.
L'armatore greco non solo si rifiutò di regolarizzare la loro unione, ma nel 1968, forse per assecondare un disegno economico che gli permettesse di aumentare il suo giro d'affari con gli Stati Uniti, decise di sposare Jacqueline Bouvier, vedova di John Kennedy.
Il giorno delle nozze tra Arì e Jackie, Maria Callas commentò con tagliente ironia

<<Sono contenta che Jackie Kennedy abbia potuto finalmente ridare un "nonno" ai suoi figli>>




Pochi sanno che subito dopo il matrimonio con Jackie, Onassis tentò di riallacciare i rapporti con la Callas, tanto da passare ore in limousine davanti all'appartamento parigino di lei, nella speranza di essere ricevuto, cosa che ovviamente non accade. Perduto l'amore e nonostante la salute incerta, Maria decise di ritornare sulle scene.


 Una grande occasione per tornare alla ribalta, questa volta nel cinema, fu quando le venne offerto il ruolo di protagonista del film Medea di Pier Paolo Pasoliniun'interpretazione giudicata sublime e passata alla storia.



 Il film, che riproponeva in chiave barbarica e vagamente autobiografica (sia per Pasolini che per la Callas) la vicenda della maga della Colchide che viene a contatto traumatico col mondo della civiltà, fu girato nei bellissimi scenari della Cappadocia, oltre che negli studi di Cinecittà, e dette modo alla Callas di distrarsi e di arricchirsi culturalmente e umanamente, incontrando intellettuali d'alto rango, come Pasolini, di cui divenne intima amica e confidente.



Una serie di poesie che Pasolini scrisse in quel periodo riflettono un'intesa artistica e un'amicizia profonda, sia da parte della Callas, sia da parte del poeta, colpito dalla sua personalità forte e sincera. Molte di queste poesie andarono poi a far parte della raccolta Trasumanar e organizzar



La seconda significativa attività fu come docente in un ciclo di master-classes tenuto alla celebre Juillard School di New York dall'ottobre del 1971 al marzo del 1972, con ventisei allievi selezionatissimi.
 Di queste master classes rimane la registrazione di ben 46 ore di lezioni, interessantissime per capire la genesi di molte idee interpretative della cantante non solo sui propri ruoli ma anche su quelli di tutte le altre voci del grande repertorio. La Callas chiamava sul palco il giovane cantante, che eseguiva l'intera aria una volta, dopodiché si passava alla ripetizione minuziosa di sezioni singole, di frasi, parole, cadenze. Esemplare a questo riguardo è il "Cortigiani, vil razza dannata" dal Rigoletto: la Callas canta da soprano le frasi del baritono, immedesimandosi completamente nel momento scenico-musicale voluto da Giuseppe Verdi), ma tutte le lezioni possono dirsi preziose per i consigli prodigati e gli esempi tangibili fatti ascoltare dalla Divina, che al confronto con allievi pur brillantissimi e nel pieno delle forze, giganteggia sopra loro come un'aquila.





Nell'ottobre del 1973 iniziò un tour mondiale insieme a Giuseppe Di Stefano, che si concluse l'11 novembre del 1974 a Sapporo (Giappone).



 Con molto impegno ed estenuanti ore di prove, la Callas ritrovò la propria potenza vocale come stanno a testimoniare le registrazioni dei concerti del 1974.
Il pubblico e la critica accolsero con ammirazione ed entusiasmo questa sua ultima tournée.


Ma il prezzo pagato in termini di stanchezza fisica e mentale fu enorme.
Dopo il concerto in Giappone, nel 1974. la Callas si ritirò definitivamente dalle scene, stremata dall'impegno fisico per la preparazione dei concerti.

Da allora visse quasi da reclusa nella sua casa di Avenue Georges Mandel 36 a Parigi, evitando contatti persino con conoscenti e amici. 

Il 1975 fu l'anno più doloroso sia per la sfera privata che per la sua personalità artistica: nel marzo, a Neuilly-sur-Seine, morì Onassis, in seguito ai postumi di miastenia gravis, da cui era afflitto da tempo; il 2 novembre Pier Paolo Pasolini fu ucciso in circostanze misteriose.
Nel 1976 morì anche l'altro suo grande regista e amico di una vita: Luchino Visconti.

Venerdì 16 settembre 1977, nel suo appartamento di Parigi, Maria Callas fu colpita da infarto e morì per arresto cardiaco a soli 53 anni. 
Le sue condizioni cardiocircolatorie erano compromesse da tempo, e il referto del medico legale non lascia adito a dubbi, nonostante tutte le ipotesi che furono avanzate a causa della scomparsa prematura.
Il suo corpo fu cremato e le ceneri sparse nel mare Egeo, secondo le sue ultime volontà.


domenica 1 luglio 2012

Gothian. Capitolo 79. Bial l'Eunuco riceve l'ammiraglio Travemund




Da quando l'imperatrice Marigold di Gothian lo aveva liberato dalla rocca di punizione di Al-Dhanab e lo aveva nominato Ministro "ad interim" dei Servizi Segreti, l'Ammiraglio Auran Travemund si era trovato costretto a raggiungere la Vedetta Lathearica, per lavorare insieme al "vero" ministro, Bial l'Eunuco.



Quando fu ricevuto per la prima volta dall'Eunuco, l'Ammiraglio si sentì subito a disagio.
Fece un cenno di inchino, con un sorriso falso stampato sul viso.
«Lord Bial, vi rendo omaggio»
L’Eunuco lo guardò con quei suoi occhi neri come il carbone, le ciglia truccate, e un broncio malizioso: «Ammiraglio Travemund, che sorpresa! Pensavamo che vi foste perso per i Sette Mari...»
Travemund ignorò la battuta. Doveva arrivare subito al dunque.
«Milord, voi saprete della mia nomina ministeriale... ecco.... io sono qui perché l'Imperatrice si chiede se... come dire... se siano chiare le vostre... le vostre... alleanze, in questa situazione così … complessa…»
Bial guardò Travemund con aria schifata, deplorando il fatto che Marigold lo avesse scelto come intermediario.



«Lord Travemund, non c’è cosa che io non abbia fatto per il bene di Sua Maestà»
Era una risposta vaga e contorta, con troppe negazioni che si annullavano a vicenda.
«Una formula strana per esprimersi, Milord. L’imperatrice Marigold esige più chiarezza, più immediatezza. Le vostre lettere sono state ritenute leggermente reticenti… ambigue...»
La replica di Bial fu gelida
«Non vi seguo»
L'ammiraglio dovette nuovamente giocare d'attacco:
«Attendevamo risposte sul Nuovo Patto e le vostre giustificazioni riguardo al temporeggiamento nella trattativa sono parse insufficienti al Consiglio dei Ministri»
Bial scrollò le spalle:
«E allora perché il Ministro della Guerra non si degna di venire qui, al confine, in questo pantano, a risolvere lui la situazione?»
Travemund si morse la lingua.
Maledetto, ha sempre la risposta pronta.
Cercò di tallonarlo:
 «Io sono un rappresentante del Governo e della Corona! Esigo una risposta ora riguardo alla disponibilità di Marvin Vorkidian!»


L'Eunuco scrollò le spalle con aria annoiata:
«Ho già detto e scritto più volte a Sua Maestà che Marvin deve prima conferire con la Dama della Sorgente»
L'ammiraglio non capiva.
<<Conferire con chi?>>
Bial scosse il capo, sbuffando:
<<E voi sareste il nuovo Ministro dei Servizi Segreti? Persino una vecchia portinaia ne sa più di voi!>>
Travemund dovette ammettere che forse l'Eunuco aveva ragione.
Estrasse un documento da una tasca del suo abito dorato e lo tenne in modo che si vedesse in bella mostra il Sigillo imperiale.
«Vi devo consegnare una lettera. Con questo documento Sua Maestà mi autorizza a supervisionare tutte le operazioni civili e militari al confine con la Federazione Keltar»
Bial si limitò a dare un'occhiata scettica al sigillo.
«Non crediate che sia una passeggiata»
A quel punto l'ammiraglio calò il suo asso nella manica.
«Ecco perché sono stato mandato da voi.  Sarete voi a istruirmi!»
Questa frase divertì l'Eunuco:
 «E così Marigold vi ha raccontato questa idiozia? Spero non ci abbiate creduto. E' evidente che il vostro unico compito qui è quello di spiarmi...»
Travemund non riuscì a negare l'evidenza:
«Lord Bial, l’Imperatrice ha la massima fiducia... »
Bial sollevò una mano dalle unghie laccate:
<<Tacete per favore! Marigold non si fida di me, e fa benissimo a mettermi una spia alle calcagna, ma avrei preferito un militare degno di questo nome! L'unica battaglia a cui avete partecipato è stata quando i pirati hanno distrutto la vostra nave ammiraglia! Vyghar di Linthael se la ride ancora di voi!>>



«Eravamo tutti d'accordo!» protestò Travemund.
Bial rise:
«Certo, così d'accordo che Ellis vi ha spedito subito in galera, e buttato via la chiave»
Travemund era esaspetato:
«Adesso l'imperatrice è Marigold di Gothian!»
L'Eunuco annuì:
«La quale vi manda qui per sollecitarmi a fare da mediatore con Ellis, Masrek e Marvin»
L'ammiraglio si limitò a tacere.
Bial sospirò di nuovo:
«E oltre a spiarmi e a giocare con i soldatini che altro farete, Ammiraglio?»
Travemund si riscosse:
«Ho un mandato imperiale ben preciso: ritrovare la principessa Alienor e il pirata Vyghar, prima che possano commettere danni contro l'imperatrice!»
Bial lo guardò divertito.
«Tanti auguri, Ammiraglio! I miei servizi segreti sono stati presi in giro per vent’anni da questo Vyghar e dalla sua alleanza!»
Gli occhi di Travemund si fecero incandescenti: 
«Badate bene, Lord Bial: se dovessi scoprire che voi conoscete dove si trovano e che li state proteggendo, giuro che finirete impalato vivo. E sarebbe la fine che vi meritate, considerati i vostri costumi! »
Bial sorrise:  «Ah, ecco cosa mi mancava… lezioni di etica sessuale dallo stallone della Dama Gialla! Vi si sente ancora indosso il profumo di giunchiglia della nostra cara sovrana»



Gli occhi di Travemund tornarono al loro colore nocciola opaco.
«Non solo uno stallone e nemmeno una pedina!»
Bial annuì:
«Se lo dite voi...»
L'Ammiraglio ebbe uno scatto d'ira, strattonò l'Eunuco per una manica, e alzò la voce: <<Fareste meglio a tenermi in maggiore considerazione!>>
L'Eunuco fu affascinato da quel gesto e lo osservò con uno sguardo femmineo e languido: <<Tutto dipende dalla vostra disponibilità. Il mio letto non odora di giunchiglie, ma se ne traggono molti più vantaggi...>>
Travemund rimase allibito. 
Nel frattempo le guardie dell'Eunuco lo presero in consegna.
<<Portatelo a meditare in una cella dell'ala nord e fate in modo che sia tenuto sotto stretta sorveglianza fino a quando non sarà più... come dire... collaborativo...>>
E con un gesto della mano bianchissima, l'Eunuco indicò che l'udienza era terminata.


N.d.A.

L'ammiraglio Auran Travemund è rappresentato da Renly Baratheon ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" di George Martin. Il nome è ispirato all'ammiraglio della flotta di Cersei Lannister, Aurane Waters, e alla città portuale di Travemunde presso Lubecca (città in cui sono ambientati "I Buddenbrook" di Thomas Mann).

Bial l'Eunuco è interpretato da Bill Kaulitz dei Tokio Hotel.

Vyghar di Linthael è intepretato da Johnny Depp nel ruolo del capitano Jack Sparrow nella serie "Pirati dei caraibi".


sabato 30 giugno 2012

Maria Callas: gli anni d'oro (1957-65)




Nel 1957, Maria Callas non era "soltanto" la più famosa e apprezzata cantante lirica vivente, ma era diventata un personaggio pubblico, una vera e propria icona di stile, che nell'immaginario collettivo occupava un ruolo di primo piano, e partecipava a molti eventi mondani con altri personaggi leggendari dell'epoca, qui sotto la vediamo con Marilyn.


La foto successiva ritrae la Callas con un'altra grande icona di stile, anzi di classe, quale fu Grace Kelly, a cui era legata da una personale amicizia, dovuta ai lunghi periodi trascorsi a Montecarlo:



Nel 1957, ad un ricevimento a Venezia organizzato in suo onore dalla contessa Anna di Castelbarco, per il quale rinunciò a cantare una recita supplementare de La sonnambula al Festival di Edimburgo nonostante le richieste della Scala, incontrò per la prima volta Aristotele Onassis. Per quella volta, il greco fu solo uno dei tanti miliardari con cui la nuova vita sociale internazionale la faceva venire a contatto, complice l'ambigua e adorante amicizia di Elsa Maxwell, anch'essa presente alla festa. 
L'anno seguente, probabilmente impressionato dal Gala in onore della Callas organizzato dal Teatro dell'Opéra di Parigi, Onassis non volle essere da meno, e organizzò una cena in suo onore al Dorchester Hotel di Londra, in occasione della prima della Medea al Covent Garden (giugno 1959).





Caso mai non fosse stato chiaro il messaggio, Onassis si fece anche fotografare mentre, al momento dei saluti, cercava di trattenere a sé la Callas,  che, visibilmente sorpresa e turbata, si trovò schiacciata tra il futuro amante e il marito, che già parevano contendersela: ecco la foto incriminata!





Un mese dopo, l'invito a trascorrere le vacanze estive sullo yacht Christina per una crociera insieme a Winston Churchill e consorte e ad altre personalità del Gotha internazionale colse una Callas stanchissima per una massacrante tournée di concerti e molto desiderosa di una vacanza. 
Convinse il marito ad accettare.
Meneghini però, che soffriva il mal di mare, non usciva quasi mai dalla cabina e la Callas non era certo il tipo da rimanere a consolare l'anziano consorte, per cui si sentì libera di svagarsi e divertirsi.
Onassis era un seduttore, ma la Callas aveva migliaia di seduttori, più ricchi, più belli, più giovani.
Perché Onassis riuscì dove nessun altro era riuscito prima, e cioè a infrangere la ferrea fedeltà della Callas a suo marito?
Provo a lanciare alcune ipotesi.
Onassis era greco come lei. Le ricordava suo padre, quel padre che era stato così assente e distratto.
Era brillante, carismatico, passionale, con una fama, mai smentita, di grande amatore sotto le lenzuola. La stessa Callas confessò in una lettera, poi divenuta di dominio pubblico nello scandalo incredibile che ne seguì, di aver scoperto "il piacere fisico", per non dire sessuale, solo grazie ad Onassis.
A quel punto gli ingredienti perché sorgesse il grande amore c'erano tutti: il movente, le condizioni favorevoli, le affinità elettive e quel riconoscere in un altro l'altra metà di se stessi.
Dopo nemmeno due settimane, al rientro a Montecarlo, Maria Callas era perdutamente innamorata dell'armatore greco e aveva deciso di separarsi dal marito, e anche di chiedere il divorzio, cosa che le era permessa in quanto aveva conservato la cittadinanza statunitense.





Inizialmente la notizia apparve troppo clamorosa per essere presa sul serio. Per convincere i cronisti mondani ci volle una dichiarazione ufficiale di Meneghini, esasperato dal fatto di non saper dire, a tutti coloro che, nel torrido ferragosto, cercavano sua moglie per vari motivi professionali e personali, che Maria era introvabile, probabilmente in qualche isola greca con Onassis.





Lo scandalo fu deflagrante, uno dei più chiacchierati di tutto il secolo, secondo solo a quello di Wallis Simpson e di Edoardo VIII.
Da quel momento, ogni uscita pubblica della Callas diventò preda dei giornalisti, fino al giorno della sua morte.
Secondo alcuni amici, la separazione con Meneghini era comunque nell'aria, già prima della conoscenza di Onassis, per diverse cause dovute proprio a Meneghini (esasperante, tirchio, sempre in cattivi rapporti coi dirigenti dei teatri, e infine troppo poco mondano rispetto alla vertiginosa ascesa della moglie di quegli ultimi tre anni).
In ogni caso, da quel fatidico 1959, per alcuni anni la Callas e Onassis fecero coppia fissa nel "gran mondo", mentre gli avvocati procedevano nelle pratiche di divorzio di lei da Meneghini e di lui dalla prima moglie Athina Livànos. 
Quello che nessuno seppe è che però proprio mentre lasciava il marito, Maria Callas fece testamento a suo favore, nominando Meneghini suo erede universale ed escludendo così la madre e la sorella.
Che i rapporti di Maria con Evangelia e Yakinti fossero pessimi era noto, ma il motivo principale di quel testamento, che emerse in sede giudiziale molto tempo dopo, fu che per Maria, quello fu il modo di sdebitarsi definitivamente verso Meneghini, che l'aveva aiutata in modo determinante ad arrivare al successo. Alcuni obiettano che Meneghini era molto più vecchio di lei, e quindi improbabile come erede, e invece le sopravvisse di molti anni. E' possibile che la Callas, stremata dai concerti e dagli sforzi vocali, presentisse che la sua vita non sarebbe stata lunga.




Mentre la Callas viveva quasi in una favola la storia d'amore della sua vita, incominciò il lento declino della sua carriera.



Dal 1959 iniziò a diradare vistosamente gli impegni, presa da una stanchezza irrecuperabile almeno a livello vocale. Nell'agosto del 1960, con una linea vocale ancora cospicua ma intaccata da un forte vibrato e dal registro acuto indebolito e accorciato, cantò la Norma ad Epidauro, in settembre incise nuovamente l'opera, e il 7 dicembre inaugurò la stagione lirica della Scala nella parte non protagonistica di Paolina nel Poliuto di Gaetano Donizetti. Ma le forze, anche a causa della rigidissima dieta a cui si sottoponeva, le vennero meno.

File:Callas-onassis.jpg

Per molto tempo, tra il 1961 e il 1962,  fu assente dalla scena pubblica e si parlò di una gravidanza tardiva, conclusasi con un aborto spontaneo, che avrebbe aggravato le condizioni psicofisiche della Divina.
Nel 1964, dietro forti insistenze di Franco Zeffirelli, cantò nel ruolo di Tosca al Covent Garden di Londra, con un notevole successo. Nel 1965 replicò la Tosca alla Carnegie Hall di New York, il tempio della grande musica americana: il ritorno fu trionfale. Maria sembrò aver ritrovato lo splendore degli anni precedenti e ciò la indusse a cantare cinque repliche della Norma all'Opera di Parigi, ma proprio in quella circostanza sia la voce che il fisico non ressero. Il 29 maggio 1965 terminò la scena dell'atto II del tutto sfinita e l'ultima scena venne annullata. E quello, come si usa dire in questi casi, fu l'inizio della fine.


Nella prossima, ed ultima parte, parlerò degli ultimi 12 anni di vita della Divina.

venerdì 29 giugno 2012

Gothian. Capitolo 78. Ellis e Masrek: una storia infinita



Ellis Eclionner aveva stabilito il suo quartier generale nella rocca di Keltar Augusti, presidiata dalle cinque legioni di fedelissimi Lathear che ancora rispondevano ai suoi ordini.
Sapeva che la guerra era ormai inevitabile, e che sarebbe scoppiata al più tardi entro due giorni.
Marvin non accetterà mai di sposare Marigold. E chi può dargli torto?
Sapeva anche che la scelta di Marvin avrebbe provocato uno scontro senza precedenti, tra angeli e demoni, ancor prima che tra uomini e altri uomini.
Io discendo da un demone, ma non voglio combattere  dalla parte dei demoni... mai più!
Una rabbia profonda si fece largo dentro di lei.
Eclion! Io ti rinnego!
Fu come un silenzioso urlo rivolto verso il cielo



Il demone, capostipite della stirpe degli Eclionner, ignorò la provocazione della sua discendente.
Ellis si sentva in trappola.
Tra poco mio padre e mio figlio mi chiederanno da che parte sto. I miei legionari attendono ordini. Come reagiranno quando dirò loro di obbedire a Marvin Vorkidian?
Quella decisione era inevitabile.
Non poteva stare dalla parte di suo figlio Elner, diventato ormai un demone vivente, l'incarnazione di Arexatan Eclionner, animato solo dall'odio contro i Keltar e in particolare i discendenti di Kevin Vorkidian, il tessitore dell'Antico Patto, colui che aveva aizzato Wechtigar I il Pio al parricidio.
Ma Ellis non poteva nemmeno stare dalla parte di suo padre, perché Sephir voleva un compromesso con Marigold,  e avrebbe garantito il Nuovo Patto sposando lui stesso la Dama Gialla, e ottenendo finalmente ciò che aveva desiderato e atteso per tutta la vita: il Trono del Sole.
Come mi giudicherà la storia, quando si dirà che per fare la scelta giusta avrò provocato la rovina di mio figlio e di mio padre?
Non riusciva a darsi pace.
<<Chiamate mio fratello! Dite che è urgente!>> ordinò alle guardie che sostavano davanti al suo appartamento privato.
In quel momento, di tutta la sua famiglia, era rimasto solo Masrek.
Solo lui poteva esserle d'aiuto, solo lui, come sempre...
Senza di lui sarei perduta, lui è l'altra parte di me, quella migliore.
A tutti quelli che condannavano il suo incesto rispondeva che amare non è mai un errore.
Ma generare figli da un fratello è imperdonabile!
Masrek fece il suo ingresso pochi minuti dopo.



Ellis aspettò che le guardie lasciassero la stanza, e poi si gettò tra le braccia di suo fratello.
Lo stringeva come se fosse l'unico appiglio che le impedisse di precipitare in un baratro.
E mentre lo stringeva, piangeva. Era scossa dai singhiozzi come se fossero convulsioni.
<<Ellis che ti sta succendendo?>>
Lui era sempre così distante da tutto, così indifferente alle tempeste che scuotevano il mondo. Ed era proprio quella sua capacità di distacco, di indifferenza, ciò di cui Ellis sentiva maggiormente bisogno.
<<Masrek... ho bisogno della tua calma, ora più che mai!>>
Il fratello le accarezzò i capelli e le spalle.
<<Non ti abbandonerò più. Starò con te fino alla morte>>
Si sedettero l'uno a fianco all'altra in un divano.
<<Forse questa morte non sarà lontana, Masrek: ho deciso di appoggiare tuo figlio Marvin anche se questo dovesse portarmi non solo contro nostro figlio e nostro padre, ma anche contro il Conte Fenrik in persona. Perché è inevitabile che Marvin deciderà di combattere Fenrik, anche a costo di inseguirlo fino alla sua roccaforte, il castello di Gothian!>>



<<Se è nostro destino trovare la morte a Gothian, allora arriveremo fin lassù. E se cadremo combattendo contro Lord Fenrik, allora la nostra vita non sarà trascorsa invano, e i nostri nomi saranno ricordati con rispetto>>
Le parole di Masrek erano ferme. Si sentiva che in lui non c'era paura della morte, anzi, era come se vedesse in essa non solo una liberazione, ma anche una espiazione.
Ellis non si faceva illusioni al riguardo:
<<Il mondo non ci perdonerà di avere generato Elner. Tutte le atrocità che nostro figlio è deciso a compiere, ricadranno anche su di noi>>
Ormai le voci sulla vera paternità di Elner stavano circolando sempre più insistenti, e quando Alienor e Lilieth sarebbero giunte a Lathena con il sigillo di Masrek, l'illegittimità dell'imperatore sarebbe diventata di dominio pubblico.
Il mondo saprà tutto di noi, Masrek, e non ci perdonerà.
L'unico modo col quale potevano attenuare la loro colpa, era evitare di commetterla di nuovo.
<<Masrek, io sto cercando in tutti i modi di amarti in modo casto. Ho bisogno della tua presenza, ho bisogno di sentire la tua voce, di vederti mentre mi parli, di condividere con te tutti i miei pensieri, di abbracciarti, ma non di più... ce la faremo a limitare a questo il nostro amore?>>
Masrek la fissava con dolcezza, incerto se commuoversi o sorridere.
<<Ellis, se stiamo insieme, se stiamo vicini come adesso, si crea una attrazione, una forza magnetica che ci unisce e che travolge tutto il resto. Ti illudi se credi di poter resistere a questa forza. Per quanti anni ci abbiamo provato? Quasi vent'anni! E il nostro desiderio non ha fatto altro che aumentare giorno dopo giorno, nella lontananza. Il nostro sogno non si è mai interrotto!>>
Lei lo guardò come se avesse davanti un dio.



<<Non si è mai interrotto, amore mio, perché non è mai iniziato. Quando mai abbiamo potuto vivere il nostro amore come persone normali, alla luce del sole? Forse, se lo avessimo fatto, un giorno avremmo finito per stancarci l'una dell'altro, come è successo a Marigold con Arexatan, o come è successo a te con Lilieth. Ma tra noi c'è stata sempre un'eterna attesa.... una dolce disperazione...>>
Masrek non poteva negare quella verità.
<<Ellis, concedimi almeno... almeno un bacio, almeno quello... ho bisogno di sentire le tue labbra, il tuo profumo...>>
Lei lo guardò severamente:
<<Sei sicuro di poter resistere, di non andare oltre? Sii sincero, perché Eclion vorrebbe ancora la nostra unione, che generassimo un altro demone. Se io e te facessimo ancora l'amore, prima o poi succederebbe... e la maledizione della nostra stirpe non avrebbe mai fine!>>
Masrek annuì:
<<Voglio solo abbracciarti, baciarti... non chiedo di più...>>
Lei acconsentì, chiuse gli occhi, lo abbracciò e lo baciò.
E lui non chiese di più.


N.d.A.

Ellis Eclionner è intepretata da Eva Green nel ruolo di Morgana di Avalon, la fata, nella serie tv "Camelot".

"Lui è l'altra parte di me" questa è la frase con cui Cersei Lannister giustifica di fronte ad Eddard Stark il suo amore incestuoso per il gemello Jaime Lannister ne "Il trono di spade" di George Martin. La vicenda di Cersei e Jaime ha ispirato, insieme con quella di Morgana e Artù, l'amore incestuoso tra Ellis e Masrek Eclionner.

Masrek Eclionner è interpretato da Viggo Mortensen nei panni di Arargorn ne "Il signore degli anelli" di J.R.R. Tolkien.

Il castello di Gothian ha, come dice il nome, una architettura gotica ed anche una ambientazione gotica, o meglio neogotica, da romanzo di gothic fantasy. Inoltre è debitrice dell'immaginario collettivo riguardo al castello del conte Dracula in Transilvania.

Nel creare il personaggio di Lord Fenrik, Conte di Gothian, mi sono ispirato a vari modelli. Oltre al già citato Dracula di Bram Stoker, sono stati di ispirazione il mitico Lord Fener o Lord Darth Vader (alias Anakin Skywalker) in guerre stellari, ma anche il Conte Hasimir Fenring in "Dune" di Frank Herbert e lord Roose Bolton ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" di George Martin.

"L'amore è una dolce disperazione" è una citazione dal film "Marilyn".


giovedì 28 giugno 2012

Maria Callas: la Musica e il Successo (1948-57)



Nel 1948, Maria Callas ottenne, anche grazie all'appoggio del marito Battista Meneghini, il ruolo che la rese famosa in tutto il mondo, e cioè quello della Norma, nell'omonima opera di Bellini, soprattutto per la magistrale e inimitabile interpretazione della romanza "Casta diva", che merita veramente di essere riascoltata, e che vi consiglio caldamente di ascoltare cliccando il link qui sotto:

http://www.youtube.com/watch?v=MBW5a77wINQ

Il suo famoso acuto nel vocalizzo del brano "Casta diva", tutt'ora non superato in altezza da nessun altro soprano d'opera, la trasforò nel giro di pochi mesi da giovane promessa in venerata e consacrata interprete a livello internazionale.
Il successo si accompagnò anche con una operazione di "restyling" della sua immagine: perse 30 chili in un anno, incominciò a vestirsi e a truccarsi come un'attrice di Hollywood. Tutto questo, inevitabilmente, creò attorno a lei l'alone del mito. Non era semplicemente una cantante lirica, era diventata un personaggio dell'immaginario collettivo, o meglio ancora un'icona di un nuovo tipo di bellezza che negli anni '50 si affermò anche nel cinema, nella moda e nella politica (il riferimento è ovviamente a Audrey Hepburn, che era il modello estetico di riferimento della Callas, e poi Cocò Chanel, Wallis Simpson e Jackie Kennedy, la futura rivale in amore della stessa Callas)



Si parlò di "trasformazione della Callas" e rilevantissime furono le conseguenze sull'arte scenica, che la Callas portò ad altezze inimmaginabili: libera e fluida nei movimenti, in condizioni di salute sufficientemente buone (era del resto poco più che trentenne), riconcepì le sue creazioni come in senso coreografico, imponendo un modello di recitazione fortemente espressionistico, dalla gestualità nervosa. L'amico critico Andre Tubeuf sosteneva che, a differenza di altre cantanti bravissime che però cantavano da un lato e recitavano dall'altro, in lei canto e recitazione erano qualcosa di assolutamente integrato, difficile da descrivere (esemplare in questo senso la scena della pazzia di Lucia di Lammermoor, dove il gioco di braccia e di mani ascendente e discendente seguiva in modo inesplicabile e misterioso le frasi musicali). A dimostrazione che il dimagrimento non fosse solo una vanità femminile, ma una seria esigenza artistica al fine di rendere credibili fino a una totale immedesimazione, anche fisica, le sue già prodigiose personificazioni ("un dì felice eterea", canta Alfredo della Traviata, "raggiante di pallore")




Nei primi anni '50 la Callas lavorò soprattutto in Italia, dividendosi tra la Scala di Milano e il Teatro all'Opera di Roma. Pur essendo statunitense di nascita e greca di origine, parlava perfettamente l'italiano, con un leggero accento lombardo-veneto dovuto al fatto che il suo principale interlocutore era il marito Battista Meneghini.
Alla Scala cantò nel ruolo di Tosca, in spettacoli memorabili per la regia di Luchino Visconti e dell'allora suo giovane allievo Zeffirelli, che della Callas fu intimo amico, come anche Pasolini.

Famosissima è la romanza: "Vissi d'arte..." e anche questa merita di essere riascoltata, è sublime, vi prego, regalatevi questo momento di pura estasi:

http://www.youtube.com/watch?v=HfPBNs2rDP0

Altro suo "cavallo di battaglia" fu, ne "La traviata", la romanza "Amami Alfredo..." uno dei più potenti acuti della storia della lirica, anche questo tutt'ora insuperato:

http://www.youtube.com/watch?v=3JE4mIB54mI




Meravigliosa fu lì'intepretazione, nel "Gianni Schicchi" di Puccini, della famosa romanza "O mio babbino caro", che nessun'altra riuscì più a interpretare con eguale potenza e partecipazione psicologica:

http://www.youtube.com/watch?v=s6bSrGbak1g

Alcuni forse la ricorderanno come colonna sonora del film "Camera con vista" di James Ivory, con Helena Bonham-Carter, tratto dall'omonimo romanzo di Forster.


Divenuta una celebrità a livello mondiale, tornò per un breve periodo a New York dopo tanti anni, e divenne il centro della vita mondana di Manhattan, senza per questo venir meno alle durissime ore di prova e di esercitazione di canto a cui si sottoponeva ogni giorno con inflessibile rigore.


File:Maria Callas.1.JPG

Dopo numerosi tour mondiali, raggiunse l'apice della carriera nel 1957, l'anno che segnò una svolta decisiva nella sua vita, quando conobbe Aristotele Onassis, l'uomo della sua vita.

Fine seconda parte.

mercoledì 27 giugno 2012

Gothian. Capitolo 77. La strategia del Conte Fenrik



Dalla fortezza di Haltcomb, sulla catena dei Denti del Drago, il Conte Fenrik di Gothian poteva vedere da lontano la sorgente dell'Amnis, e la radura di Caemlin.
Era molto compiaciuto per come stavano andando le cose.
Ora che Marvin ha rifiutato il Nuovo Patto, si troverà presto tra l'incudine e il martello.
Il gran rifiuto gli aveva infatti alienato le simpatie di Belenos e Kernunnos, ed ormai soltanto Vivien, signora delle acque, Ulien signora della luna ed Aenor, signora della luce, erano rimaste dalla sua parte.
Il potere delle sue protettrici è molto inferiore a quello degli angeli e dei demoni che si è inimicato.
Le conseguenze di tutto questo erano evidenti.
Vivien non potrà sostenere all'infinito l'incantesimo che preclude il passaggio dei miei eserciti!
Ma qui si poneva anche per lui un problema.
Gothar, mio padre, mi sostiene, ma devo trovare alleati per poter forzare la cintura di Vivien.
Il mondo dei demoni era scosso dalla lotta al vertice tra i più potenti: Atar, Eclion e Gothar.
Atar ed Eclion si erano schierati a favore di Marigold di Gothian e di Sephir Eclionner.
Ora spettava a Gothar il compito di trovare alleati.
Un'alleata importante l'aveva già.
Ursula, signora delle paludi, permetterà ad Alienor di Alfarian e a Lilieth Vorkidian di passare la Palus Putredinis e di arrivare a Lathena pronte per la resa dei conti finale con Marigold!



Ma occorreva qualcun altro che gli desse man forte proprio lì, sul fronte nord, da dove presto Marvin si sarebbe mosso nella direzione di Gothian.
Lo schiaccerò come un insetto, appena oserà entrare nel mio regno! Ma la maggior parte delle truppe deve andare a sud, a invadere la Federazione Keltar!
E per questo ci voleva un alleato, qualcuno che odiasse i Keltar.
Tra gli umani, nessuno più di Elner Eclionner, reincarnazione di Arextan, può odiare di più i Keltar. Gli farò invadere la Federazione da sud.
Mancavano però alleati in grado, con la loro magia, di sciogliere l'incantesimo della Cintura di Vivien.


N.d.A.

Il Conte di Gothian è rappresentato da Alucard di Castlevania.

Il nome Haltcomb è ispirato ad Hautecombe, l'abbazia nell'alta Savoia dove è seppellita l'ultima regina d'italia, Maria José di Sassonia-Coburgo-Gotha, moglie di Umberto I, il re di maggio.

Marigold di Gothian è intepretata da Charlize Theron nel ruolo della regina Ravenna in "Biancaneve e il cacciatore" con Kristen Stewart.

I Keltar sono ispirati ai Celti. Gli Alfar sono un incrocio tra gli Elfi e gli uomini del nord.

Gothian. Capitolo 76. Marigold ed Elner: la fine di un amore millenario


Marigold di Gothian, imperatrice dei Lathear, aveva deciso di attendere il ritorno del suo consorte, Elner XI Eclionner, nella sala del trono, per rimarcare il proprio crescente potere politico.
Non lo vedeva da due settimane.
Per quanto faticasse ad ammetterlo, aveva sentito la sua mancanza.
Non è lui che mi manca, ma l'idea che mi ero fatta di lui.
C'era molta amarezza nel suo cuore. L'euforia del potere non riusciva a cancellare la delusione nei confronti del redivivo Arexatan.
Ho aspettato per mille anni qualcuno che non è mai veramente esistito.
Questi pensieri la indebolivano.
Cercò di scacciarli, sorseggiando il rosso vino di Marina Sedovia, feudo del principale capo dell'opposizione senatoriale.
Tutti complottano contro di me. Devo rispondere con un atto di forza, prima che sia troppo tardi. Non posso attendere oltre... ormai mi sono compromessa con Sephir Eclionner e Bial L'Eununo!
Qualunque cosa avessero deciso i suoi congiurati, la guerra sarebbe comunque divampata molto presto.
Mentre era assorta in questi pensieri, il cerimoniere di turno annunciò l'ingresso dell'imperatore Elner XI.



Non aveva uno sguardo amichevole.
C'è la rabbia di Arexatan nei suoi occhi! Devo essere pronta a difendermi anche fisicamente!
Nessuno l'aveva mai battuta in uno scontro, nemmeno Arexatan Eclionner.
Che si faccia pure avanti, io non ho paura...
L'Imperatore avanzò speditamente fino al trono, senza salutare sua moglie, e si sedette di fianco a lei, mantenendo un'espressione minacciosa.
<<Non mi dici niente, Marigold? Non sei felice che tuo marito sia tornato?>>
Il tono era provocatorio e Marigold, che non voleva mostrarsi cedevole, rispose in modo neutro:
<<La severità del tuo sguardo e la freddezza della tua voce non sono certo un invito alla felicità>>
Elner le puntò contro un indice accusatorio:
<<Ho saputo che hai ricevuto molte visite in mia assenza. Credi di poter tramare alle mie spalle senza che io me ne accorga? C'è Arexatan in me! Ed è intenzionato a non farsi eliminare come accadde mille anni fa!>>
Marigold non provò nemmeno a negare: non aveva fatto nulla per tenere nascoste le sue trame. Si sentiva potente, invulnerabile. Aveva l'appoggio dei demoni Atar ed Eclion, e degli angelis Belenos e Cernunnos, i garanti del Nuovo Patto.
Non era la paura a turbarla, ma la consapevolezza della fine di un amore millenario:
<<Dici che c'è Arexatan in te, ma io non ritrovo più l'uomo di allora... cosa ti è successo? Cosa è cambiato?>>
Il volto di Elner divenne improvvisamente triste:
<<Lo hai detto tu: il sogno che interrompi non sarà più uguale. Il nostro sogno si è interrotto mille anni fa... noi siamo solo dei fantasmi, interminabilmente sopravvissuti a noi stessi>>



Marigold sentì che qualcosa dentro di lei si era spezzato per sempre:
<<Come abbiamo potuto ridurci così? Dimmi, Elner, come abbiamo fatto?>>
L'imperatore scosse il capo:
<<In una strada, forse in una stanza, dietro mille finestre, noi guardavamo nella stessa direzione.  E la storia per mille anni si è fermata, è rimasta come ibernata, in attesa. E non ci siamo resi conto che il nostro amore è stato soltanto il pretesto per un patto tra angeli e demoni>>
La Dama Gialla provò un senso di disperazione che non avrebbe mai creduto possibile:
<<Soltanto questo? Guarda che io ti ho amato davvero! Ho accettato il morso del vampiro, e l'ho fatto solo per te...>>
Lui continuò a scuotere il capo:
<<No Marigold, lo hai fatto anche per te stessa, per la tua sete di immortalità, di eterna giovinezza e di potere. La stessa sete che avevo io. Noi abbiamo creduto che questa comune brama fosse un vero amore e non abbiamo fatto in tempo a capire che stavamo sbagliando>>
Lei sgranò gli occhi:
<<Vorresti farmi credere che anche allora non ci amavamo? Come puoi dire una cosa simile?>>



Elner sospirò:
<<Volevamo dar vita a una stirpe di demoni. I nostri padri l'avevano pattuito: Eclion ed Atar! Furono loro a farci credere di essere innamorati, a farci vivere in un'illusione. Ma ora che Atar ha abbandonato Eclion, perché si sono rese possibili nuove e più interessanti alleanze, questa illusione è scomparsa, ed io leggo nei tuoi occhi il tradimento!>>
Marigold si allarmò:
<<Sei tu che mi hai tradita per primo! Ma possiamo ancora salvare la situazione!>>
Lui la guardò severamente:
<<Non mentirmi! Non mentire anche a te stessa!>>
Un lungo silenzio seguì quella frase.
Marigold era confusa:
<<Cosa intendi fare di me?>> gli chiese.
Elner sorrise amaramente:
<<Ti lascio e me ne vado>>
Lei sospirò.
Se adesso te ne vai e fai crollare tutto su di me, ti giuro d'ora in poi io non so più chi sei.
Nascose il dolore come non aveva fatto mai:
<<Guardami negli occhi mentre me lo dici!>>
Elner allora la fissò e il suo sguardo era pieno di rancore:
<<E tu non mi dire adesso che ti dovrei capire. Perdonami, ma io non ti perdonerò. Ti lascio ai tuoi intrighi, che ti si ritorceranno contro. Ti lascio al tuo destino. Ormai nemmeno Ahura Mazda, in tutta la sua misericordia, potrebbe salvare il tuo corpo e la tua anima dal destino di ogni altro corpo e di ogni altra anima>>
Erano le stesse parole scritte nel testamento di Wechtigar il Pio.
Marigold non poteva accettarlo:
<<Io sono immortale! Posso scatenare le fiamme e passare attraverso di esse, così come posso vivere ibernata e ridestarmi intatta! Io non morirò mai!>>
Elner si alzò, diretto verso l'uscita, e senza voltarsi le disse queste ultime parole:
<<Potresti essere già morta e non rendertene conto! La tua vita ormai non ha più senso! La musica della vita ha smesso di suonare per te da molto tempo. Addio, mia cara, addio per sempre. Sì, questa volta sul serio, addio per sempre!>>


N.d.A.

Marigold di Gothian è interpretata da Charlize Theron nel ruolo della regina Ravenna in "Biancaneve e il cacciatore" con Kristen Stewart.

Marina Sedovia è il feudo del senatore Aralte Velares, capo dell'opposizione imperiale. Il nome si è ispirato al principe di Medina Sidonia e alla famiglia Velaryon, parente dei Targaryen ne "Il trono di spade" di George Martin.

L'imperatore Elner XI Eclionner è interpretato da Tom Hiddleston nel ruolo di Loki in "Avengers".

Belenus e Cernunnos sono divinità celtiche.

Nel capitolo sono sottolineate in grassetto due citazioni dalla canzone "California" di Gianna Nannini.

Atar è il nome nel fuoco nella religione zoroastriana o mazdeista. Marigold è una custode del Fuoco Segreto, come Gandalf ne "Il signore degli anelli" di Tolkien e come Melisandre di Asshai ne "Il trono di spade" di Martin. Nel caso di Tolkien la fiamma si chiama Anar e l'anello di fuoco Narya, donatogli dal re degli elfi della costa, Cirdan il Timoniere. Nel caso di Martin, il nome del dio del fuoco è R'hllor.

Nel dialogo finale ci sono molti passi tratti dalla canzone "Se adesso te ne vai" di Massimo di Cataldo.




martedì 26 giugno 2012

Maria Callas, la Divina (1° parte)


Maria Anna Cecilia Sophia Kalogheròpoulos (New York2 dicembre 1923 – Parigi16 settembre 1977), in arte Maria Callas, è stata un soprano statunitense di origini greche e vissuta per lungo tempo in Italia e in Francia. E' in assoluto la cantante lirica più famosa della storia e la sua voce, come in generale tutto il suo personaggio, è diventato qualcosa di "divino". Alcune cose di lei sono note a tutti, ma forse non sono le cose più importanti. Proviamo a ripercorrere la sua vita e la sua carriera musicale per cercare di conoscerne anche gli aspetti meno noti, ma non meno importanti.



genitori, George Kalogeropoulos ed Evangelia Dimitriadou, nati in Grecia, si trasferirono negli Stati Uniti d'AmericaVi sbarcarono nel 1923, e si trasferirono in un piccolo appartamento di Long Island. George Kalogeropoulos, registrato all'anagrafe come George Callas,  trovò lavoro nel settore farmaceutico di un drugstoreMaria nacque al Flower Hospital di New York il 2 dicembre dello stesso anno. 
A tre anni, stando ai racconti della madre Evangelia, che le sopravvisse, Maria sembra già ben avviata alla carriera musicale: a tre anni ascolta arie d'opera grazie alla pianola del padre e della madre, a quattro suona il pianoforte.  Dal 1931 prese lezioni di canto.





Nel 1937 i genitori si separarono e la madre, ritornata in Grecia nel settembre di quello stesso anno, riassunse il cognome Kalogeropoulos. Maria venne ammessa al Conservatorio di Atene dove si diplomò in canto, pianoforte e lingue, studiando con il soprano italiano Maria Trivella, forse prima scopritrice di un registro acuto facilissimo, ma ancora senza quelle note gravi che sarebbero divenute tipiche della sua particolare organizzazione vocale. L'audizione del 1937 prevedeva la "Habanera" dalla Carmen e "La Paloma". L'11 aprile 1938, non ancora quindicenne, partecipò ad un concerto-saggio con altri studenti, e cantò arie da Il franco cacciatore di Weber, La regina di Saba di Gounod e il duetto d'amore dalla Madama Butterfly. Dopo altri piccoli concerti e audizioni, arrivò, il 2 aprile 1939, un ruolo completo da primadonna: Santuzza in Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, vincendo il premio che il conservatorio metteva in palio. Cominciò così la prima fase di una precocissima carriera che le farà guadagnare l'appellativo di "Divina", ma che determinerà anche un prematuro ritiro dalle scene. Nel corso del 1939 continuò a cantare soprattutto arie e duetti del repertorio lirico-spinto italiano (AidaUn ballo in mascheraCavalleria)




Nonostante lo scoppio della guerra e l'occupazione nazista della Grecia, per Maria sarà un susseguirsi di interpretazioni in crescendo, preparate in condizioni precarie ma con uno scrupolo e una precisione inaudite, per l'ambiente musicale greco-tedesco. Non mancarono le accuse di collaborazionismo per aver cantato sotto una direzione tedesca. La madre e la sorella smentirono tali voci, dichiarando che nascondevano in casa alcuni militari inglesi; circostanza relativamente alla quale non manca un episodio toccante, sembra reale, che vedrebbe la Callas improvvisare "Vissi d'arte", dalla Tosca, al pianoforte durante un'ispezione fascista; i militari, distratti dal suo canto, avrebbero desistito da più approfonditi controlli. 



Nel 1945, il 3 agosto, tenne l'ultimo, acclamato concerto ad Atene, poi partì per gli Stati Uniti per stare un po' col padre, ma dopo due anni sostanzialmente inconcludenti a New York, decise di seguire il consiglio della sua insegnante di canto e di trasferirsi in Italia, patria della musica lirica e del melodramma. Era il 1947.




 Il 27 giugno 1947 la Callas arrivò in nave a Napoli, in compagnia di Rossi Lemeni e di Louise Caselotti, la moglie dell'agente Eddie Bagarozy per il quale aveva sottoscritto un contratto capestro, e da lì si recò in treno a Verona per iniziare le prove. Appena giunta nella città veneta, la Callas fece due importanti incontri: con Giovanni Battista Meneghini, suo futuro marito, grande appassionato di lirica e possessore di una fiorente industria di laterizi, e col direttore Tullio Serafini, uno dei più grandi direttori italiani del tempo. Grazie al loro aiuto, Maria riuscì, in Italia, ad ottenere, a partire dal 1948, i suoi primi grandi successi che le conferirono una fama internazionale.


Ma di questo parlerò nella prossima puntata.