martedì 7 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 7. Alienor e Marigold: fantasmi dal passato

Alienor era stata accolta trionfalmente ad Elenna sul Dhain, con tutti gli onori che spettavano al suo rango. Il governatore della città, Lord Hubert Laendrics di Udsen, un fedelissimo di suo padre, l'aveva accompagnata fino al Palazzo Reale, divenuto ormai sede del governo cittadino.


Alienor c'era stata soltanto una volta, in precedenza, durante un viaggio diplomatico del padre, alcuni anni prima, e se n'era innamorata. Aveva chiesto a suo padre perché dovevano abitare ad Alfarian, quando ad Elenna avevano un palazzo molto più bello. Kerelik le aveva risposto senza mezzi termini che lì non sarebbero stati al sicuro e non ne aveva più voluto parlare. In quell'occasione Alienor aveva fatto amicizia con la famiglia di Lord Hubert, in particolare con sua moglie, Ingrid, una donna molto bella e gentile e con suo figlio Gahel, un giovane cavaliere per il quale si era presa un'infatuazione.
Incontrarli di nuovo era stato inizialmente molto piacevole, perché Ingrid aveva organizzato un'accoglienza in grande stile. Ser Gahel si era comportato molto bene, ma il suo atteggiamento era cambiato quando aveva visto Marigold. Da quel momento non aveva più tolto gli occhi di dosso alla Dama Gialla.
La cosa non piaceva affatto alla principessa, la quale, per prendersi una rivincita, si presentò alla cena ufficiale vestita come una regina. Aveva chiesto espressamente che le venisse portata come sedia quella del re, che era conservata per le grandi occasioni. Con questo aspetto più regale, e più maturo, era riuscita a suscitare finalmente l'attenzione dei commensali, ma non di Ser Gahel.


Per cercare di attirare l'attenzione, si rivolse al governatore, che stava all'altro capo della tavola:
<<Lord Hubert, è vero che mio padre trascorreva qui tutte le estati, prima che io nascessi?>>
Era una domanda retorica, ma il suo scopo era dirigere la conversazione come una vera sovrana.
Lord Hubert rispose con molta cortesia:
<<Certamente, Vostra Altezza! All'epoca vostro padre era ancora il principe ereditario, e amava questa città più di qualunque altro luogo al mondo. Ma erano altri tempi, mia principessa, tempi di pace e di sicurezza>>
Alienor sorrise, perché si era aspettata una risposta del genere e aveva in serbo la vera domanda: <<Ritenete che la città di Elenna non sia più sicura?>>
A quel punto l'attenzione dei commensali era tutta concentrata su di lei e sul governatore.
Marigold fingeva di essere molto impegnata a sezionare una fetta di vitello al sangue.
Lord Hubert si fece serio: <<Altezza, voi sollevate una questione molto delicata. La sicurezza di Elenna è la mia primaria responsabilità, e posso dire che la città non si farà più prendere alla sprovvista, come diciassette anni fa, durante la Primavera di Sangue>>



<<E allora perché, secondo voi, mio padre non ci viene più? Se è vero che siete il suo migliore amico, saprete bene le sue motivazioni>>
Lord Hubert le indirizzò uno sguardo severo, ma la cortesia lo obbligava a rispondere: <<Voi sicuramente sapete che io e vostro padre eravamo qui, il giorno in cui Sephir Eclionner e le sue legioni cinsero d'assedio Elenna. Vedemmo arrivare le navi, mentre le mura a sud già erano circondate dai Lathear, pronti a tutto per saccheggiare la capitale del nostro regno. Kerelik  fece subito accendere il fuoco nella torre del faro, per segnalare il pericolo alle roccaforti sulle colline. Sapeva che i rinforzi ci avrebbero messo almeno un giorno ad arrivare, e per questo, sebbene fosse ancora un ragazzo, organizzò una difesa esamplare. Si batté come un leone, senza risparmiare energie. Quando finalmente arrivarono le truppe di vostro nonno e del Conte di Gothian, vostro padre era stremato. Era stato ferito ed aveva la febbre, e nonostante questo volle partecipare alla battaglia decisiva. Lo spettacolo a cui assistemmo era già terribile di per sé, ora immaginate come poteva esserlo nel delirio della sua febbre. Egli vide, o forse credette di vedere, qualcosa che lo sconvolse, qualcosa di terribile, che da allora divenne come un'ombra sulla sia vita. Ma vi prego di non chiedermi altro...>>
<<Padre!>> intervenne a quel punto Ser Gahel <<non potete tirarvi indietro proprio adesso che ci avete incuriositi!


Cosa vide re Kerelik? Vi avrà pure accennato a qualcosa?>> e piantò gli occhi sul padre con aria decisa.
Lord Hubert fissò prima il figlio, poi la principessa e infine il suo sguardo cadde su Marigold di Gothian, l'unica commensale che teneva lo sguardo fisso sul piatto.
<<Non sono autorizzato a rispondere. Un dovere di discrezione mi impone il silenzio. Ma la Contessa di Gothian qui presente potrebbe forse chiarire alcune cose che io stesso vidi e non riuscii a spiegarmi>>
A quel punto Marigold alzò lo sguardo e lo puntò sul governatore di Elenna:


<<Non so come potrei esservi utile, Lord Hubert, dal momento che mi trovavo a Gothian, quel giorno>>
<<Voi sì, ma vostro marito ha combattuto a fianco di Kerelik>>
<<Certo, e gli ha anche salvato la vita! Kerelik non avrebbe dovuto combattere in quelle condizioni, si reggeva in piedi a malapena, mi è stato detto>>
Lord Hubert annuì: <<E vi è stato detto chi tentò di ucciderlo?>>
Marigold mantenne lo sguardo fisso su di lui: <<Non è un segreto! Fu Sephir Eclionner in persona! E mio marito lo uccise!>>
E qui Lord Hubert scosse lentamente il capo, e poi sollevò l'indice della mano destra e lo fece oscillare lentamente ai lati: <<No, milady, non è quello che io ho visto...>> aveva le pupille dilatate e pareva come stregato <<Il Conte Fenrick duellò con Sephir Eclionner, e lo ferì gravemente a una gamba, ma non lo uccise. Quando era sul punto di sferrargli il colpo mortale, si fermò improvvisamente, con lo sguardo rivolto al cielo. Poi chiamò a raccolta alcuni Albini, che coprirono la visuale. Io non so che cosa accadde dopo, perché dovetti combattere ancora, ma so per certo che il cadavere di Sephir Eclionner non è mai stato trovato!>>
Marigold non batté ciglio e replicò con voce ferma: <<Quasi cinquemila Albini sono morti per salvare questa città e questo regno! E invece di essere ricordati come eroi, sono oggetto di denigrazione!>> e poi si voltò e guardò tutti i commensali ad uno ad uno, compresa Alienor, che si era enormemente pentita del vespaio sollevato con la sua inopportuna domanda. E poi si fermò su Ser Gahel, e gli disse: <<Immagino che voi sareste pronto a dare la vita per la salvezza di questa città, ma non illudetevi di essere ricordato con onore. Avete visto e sentito come Elenna tratta i salvatori della patria!>>
Detto questo si alzò, sbatté il tovagliolo sul tavolo e se ne andò.
Ser Gahel la seguì, chiedendole scusa a nome del padre, ed entrambi scomparvero dalla sala. Le loro voci svanirono lentamente.
Alienor vide che Lord Hubert era come inebetito.
I commensali borbottavano tra loro, commentando la scena.
Ingrid, a fianco a lei, le sussurrò: <<Io so cosa guardava il Conte Fenrik... c'era un demone che aleggiava su Sephir, che impartì degli ordini che non potevano essere ignorati.



Il Conte di Gothian si inchinò, lo ascoltò e poi fece portare Sephir in salvo dai suoi Albini, verso sud, verso la Selva Nera>>
<<Come potete credere a una cosa simile? Ci sono testimoni?>>
Ingrid sospirò: <<Ce ne sono molti, e hanno visto anche molti altri eventi inspiegabili. Sono accadute cose ben peggiori da allora... quegli Albini... le loro tombe... erano...>>

<<Ora basta!>> tuonò Ser Hubert <<Sono solo leggende! La verità, mia principessa, è che eravamo tutti troppo sconvolti, quel giorno. Chi è sopravvissuto a quella battaglia ha portato dentro di sé il ricordo di orrori indicibili, è stato perseguitato dagli incubi! Ognuno di noi porta con sé i suoi fantasmi. Quisque suos patimur manes. E questo ha creato leggende nere, ha fatto nascere dicerie e che hanno ingiustamente oltraggiato il Conte di Gothian la memoria dei caduti Albini. Vogliate porgere le mie scuse alla Contessa Marigold, io... io sono desolato per quello che ho detto>>
Ma più che desolato appariva molto impaurito.
Alienor si voltò verso Ingrid, la quale con l'indice sulla bocca le fece segno di tacere, e poi lo roteò, come per rimandare al giorno dopo il resto del discorso..

Ma la mattina dopo Ingrid non si presentò a colazione. Ser Hubert si scusò dicendo che la moglie era indisposta. Ser Gahel si mostrò invece particolarmente gentile e allegro, e promise ad Alienor che l'avrebbe scortata nel viaggio. Questa notizia le diede un leggero sollievo, dopo una notte insonne e spaventosa. Persino Marigold appariva tranquilla e serena come se nulla fosse successo.

Eppure qualcosa è successo, fu il pensiero di Alienor mentre assisteva ai preparativi per la partenza. Il viaggio sarebbe proseguito per nave lungo il Dhain, quel fiume enorme che era stato tinto di porpora, una primavera di diciassette anni prima.


N.d.A.

Il palazzo di Elenna sul Dhain è St. James Palace di Londra.
Alienor di Alfarian è Tamzin Merchant nel ruolo di Catherine Howard ne "I Tudor", "Tudors".
Lord Hubert Laendric di Hudsen è Ser Kevan Lannister.
Lady Marigold di Gothian è Cersei Lannister.
Ser Gahel è Jaime Lannister. Dai romanzi di George Martin.
Il demone è rappresentato da una immagine del film "Le roi danse" e rappresenta Luigi XIV.

lunedì 6 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 6. La Contea di Keltar-Senia.


Il borgo dei Keltar della stirpe Senia era un piccolo villaggio di campagna, composto da un centinaio di fattorie con al centro la tenuta della Contessa, Lady Ariellyn Vorkidian, costruita secondo gli standard dei manieri, con pietra scura e una corte interna. 


Da secoli la famiglia Vòrkidian cercava di abbellire in qualche modo quella terra fangosa strappata alle paludi con opere continue di bonifica e canalizzazione
Lady Ariellyn Vorkidian, lo governava con saggezza, per conto del Duca di Amnisia. 
Ariellyn era una tipica Keltar, dai capelli col rame e ondulati, e nonostante avesse superato i cinquant'anni, si presentava con un aspetto molto giovanile.

Nonostante fosse l'unica ad avere il diritto di reclamare l'eredità del trono dei Keltar, Lady Ariellyn aveva preferito condurre una vita ritirata e modesta, soprattutto dopo la misteriosa scomparsa della figlia Lilieth, la madre di Marvin.
A chi le ricordava il lignaggio regale del nipote, Lady Ariellyn si schermiva, dicendo che ormai quella stirpe era spezzata, e che Marvin non era erede di nulla di rilevante. Se poi qualcuno le muoveva delle critiche per averlo fatto crescere in campagna, quasi come un selvaggio, lady Ariellyn dichiarava che : Un’infanzia a contatto con la terra, ancorato alla terra, con le radici che sprofondano nella terra, ha reso forte la sua personalità. Nessuna crisi è arrivata a scalfirlo” 
 All compimento dei sesto anno, Marvin era stato comunque condotto ad Amnisia, la città lagunare, per incominciare gli studi che lo avrebbero condotto a diventare retore presso la cancelleria del Duca Gallrian de Bors.
Ogni estate il ragazzo tornava comunque al villaggio, dove oltre alla nonna, lo attendevano gli amici d'infanzia e il suo primo maestro, il druido Halfgan.
Era una giornata calda di metà luglio quando anche quell'anno Marvin si era messo in viaggio per  tornare nella terra dei suoi avi.
Aveva percorso a dorso di mulo la Via Orientale, una antica strada dal selciato in pietra, costruita dai Lathear secoli prima e da loro mantenuta pulita e agibile, con stazioni di rifornimento e alloggio ogni venti miglia. 




I Lathear erano insuperabili in quanto a opere di ingegneria civile e idraulica.
Partendo dal porto di Aminsia, la Via Orientale si dirigeva verso sud e fiancheggiava a est la Pineta di Protezione, piantata dai Lathear per consolidare la spiaggia, e a ovest la Palude Senia, un grande bacino di acqua dolce, in parte drenata dal Fossato Grande, il più imponente canale di scolo di tutto il Ducato. 
Si vedevano le folaghe volare a stormi sulle paludi, e gettarsi nell’acqua ricca di pesci. 
I canneti e la vegetazione spontanea erano rigogliosi. 
Alla gente non piacevano quei luoghi, mentre Marvin sarebbe stato ore a contemplare quella natura selvaggia. 
La mia terra… mia nel senso che io ne faccio parte, non nel senso che la possiedo.
Una volta oltrepassato il ponte sul Fossato Grande, incominciavano i campi coltivati. 
La civiltà banalizza il paesaggio
Eppure bisognava dissodare quei terreni fangosi, se si voleva avere di che vivere. 
La Via Orientale costeggiava l’amatissimo Fossato Piccolo, da cui arrivava il drenaggio alle terre del Borgo, e delle colline sovrastanti. 
Presso il Borgo la Via Orientale incrociava la Via del Mare, che univa la Colonia Fluvia dei Lathear, a Senia Marina, le cui saline portavano molte ricchezze nelle casse del Duca di Amnisia. 
Dopo ‘incrocio, la Via Orientale continuava verso il Sud fino alla Sublime Porta della Grande Muraglia, varcate le quali diventava una vera strada imperiale, meglio pavimentata e curata, che si dirigeva per oltre mille miglia verso il meridione e l’Istmo di Lathéna, dove gli Oceani quasi si toccavano, nel cuore dell’Impero Lathear 
Il Borgo di Keltar-Senia era nato come insediamento agricolo dei Keltar presso il luogo strategico dell’incrocio tra le due strade, dove c’era il ponte sul Fossato Piccolo, valicato il quale Marvin prese un piccolo sentiero che conduceva alla tenuta di sua nonna. 
Poiché Lady Ariellyn non aveva più fratelli viventi, il titolo feudale era passato a lei, assieme al diritto di trasmettere il proprio nobile cognome ai figli e ai nipoti
I Vorkidian potevano vantare una discendenza altrettanto prestigiosa di quella degli Eclionner, ma al contrario di questi ultimi, erano molto decaduti sia in termini di potere che di prestigio e di denaro, nonostante gli sforzi della Lady di risollevare le sorti della famiglia e della tenuta. 
Come sempre Ariellyn aveva raggiunto il villaggio alcune settimane prima, all’inizio dell’estate, per sistemare l’antica villa, che, dopo la lontananza dei padroni nei mesi freddi, aveva sempre bisogno di lavori e migliorie per essere resa pienamente abitabile. 
Il druido Halfgan, amministratore della fattoria di Ariellyn, risiedeva nelle vicinanze con il discepolo Gwydion, e controllava la proprietà durante l’inverno, per poi aiutare la proprietaria nel dirigere i lavori di manutenzione annuale. 
In genere, quando Marvin arrivava, a metà luglio, i lavori erano terminati e la villa era di nuovo in condizioni discrete, e così fu anche quell’anno. 
Nel varcare i cancelli d’ingresso del podere, il giovane provò un senso di gioia, di sollievo e di protezione, nel ritrovare intatto il paesaggio abituale della sua infanzia. 
La proprietà era delimitata da piccole mura con inferriate e da una grande siepe, tranne che nel lato orientale, dove il confine era rappresentato dall’argine del Fossato Piccolo.



Le mura circondavano il giardino esterno della villa, che era boscoso e quasi selvaggio, mentre il cortile interno, su cui si affacciavano anche le abitazioni dei contadini, con i capannoni per il fieno, le stalle, i porcili e i pollai, era un’ampia aia, ricoperta di un prato sempre ben falciato, dove le galline razzolavano e i conigli brucavano l’erba
Questa corte era collegata al giardino esterno per mezzo di un portone, che di giorno rimaneva aperto in modo che uomini e animali potessero entrare e uscire liberamente dall’aia. 
Le fortificazioni erano state rese necessarie dopo l'anno della Primavera di Sangue, in cui il maniero dei Vorkidian era stato usato come rifugio per la popolazione minacciata dagli scontri tra i Lathear e gli Alfar
I primi ad accorgersi dell’arrivo di Marvin, come sempre, furono i cani, che lo conoscevano fin da quando era bambino e si ricordavano benissimo di lui nonostante i lunghi mesi di assenza, aiutati nel ricordo dalle cibarie che il giovane portava con sé proprio per loro. 



La sua voce e il richiamo del cibo fece accorrere ben presto anche la colonia di gatti che viveva presso la villa, i cui componenti discendevano tutti da un’unica gatta che era appartenuta ad Ariellyn quando Marvin era bambino, e i cui cuccioli, per sua volontà, erano stati tutti lasciati vivere e nutriti a spese della Lady, che d’inverno lasciava questo compito al druido Halfgan, anch’egli amante dei gatti. 
Non a caso l’arrivo della colonia dei felini fu seguito da quello del vecchio Halfgan,. L’anziano druido aveva una lunga barba e indossava un abito scuro. Procedeva appoggiandosi ad un nodoso bastone ricavato dal ramo di una quercia e con l’altra mano salutava il giovane a cui voleva bene come a un figlio. 


Appena lo vide, Marvin gli corse incontro e lo abbracciò. Il druido era stato l’unica figura paterna della sua vita, e gli voleva bene così come ad Ariellyn. 
«Come stai, Halfgan? » 
«Tiro avanti, con l’aiuto degli Dei e della natura, anche se ormai sono più di settanta le primavere che questo vecchio corpo ha passato» 
«Vorrei poter arrivare io alla tua età con la tua salute! » 
«Oh, spero per te che farai di meglio! L’umidità di questi luoghi mi è penetrata nelle ossa» 
«Allora in agosto verrai con me e la nonna a Senia Marina a camminare lungo la spiaggia» 
«Vedremo… » non pareva molto convinto, e infatti ogni anno accampava scuse pur di evitare il soggiorno nel capanno che Ariellin possedeva a Senia Marina. 
«Piuttosto, Marvin, devo complimentarmi con te per il diploma di retore! So che hai avuto un’ottima valutazione» 
«Ti ringrazio. Ma esami sono stati duri, e sono molto stanco» 
«Qui avrai modo di riposarti. E se ne avrai voglia, mi racconterai le cose nuove che hai appreso» 
«Molto volentieri, anche se, come ben sai, tutto ciò che mi hanno insegnato ad Amnisia è basato dei dogmi della religione Lathearica» 
«Ah, figliolo, non voglio che tu ti metta contro il Clero di Lathéna. Devi nascondere il tuo scetticismo, altrimenti questo finirà per nuocere al tuo lavoro, quando sarai al servizio del Duca» 
«Fino ad oggi ci sono riuscito, ma non sai quanto mi costa» 
«Posso immaginarlo. Ma purtroppo non hai scelta: il potere del Clero di Lathéna è ancora enorme, soprattutto ad Amnisia, dove la dipendenza dall’Impero è rimasta molto forte» 
«Meno forte che in passato, comunque. I rapporti tra il Duca e l’Imperatrice Reggente si stanno deteriorando. Pare che Gallrian voglia ospitare la principessa Alienor, quado farà tappa ad Amnisia nel suo viaggio verso Lathena.» 
«Uhm…» Halfagan si accigliò, come sempre quando sentiva nominare l’Imperatrice Ellis «Gallrian è sempre stato un uomo ambiguo. Gli piace fare il doppio gioco. Quanto a Ellis... non è il momento adatto per parlarne... poi mi racconterai tutto a tempo e luogo, ora vai a salutare tua nonna, che sta arrivando» 
Ariellyn era appena uscita dal portone dell’aia e camminava con compostezza verso di loro. 
Era ancora una donna molto giovanile, alta, snella, con il portamento eretto e la vita sottile, il volto magro e asciutto, la pelle chiara, gli occhi di un verde luminoso e i capelli che conservavano ancora il colore fulvo ramato, tipico delle donne dei Keltar. 
Nonostante avesse perduto da anni il marito e la figlia, Ariellyn non aveva mai mostrato segni di debolezza o di cedimento: aveva sempre saputo cavarsela in ogni situazione, ed era stata in grado di superare con successo le più dure avversità. 
Lo ha fatto per me. Pensò Marvin. Si è fatta forza per non farmi mancare nulla… 
Lei e Hafgan erano tutta la sua famiglia, ed avrebbe voluto che fossero eterni, che non invecchiassero mai. 
E lì, nel giardino della villa di Keltar Senia, per un attimo egli si illuse che il tempo non fosse mai passato e che veramente la nonna e il druido fossero rimasti esattamente com’erano quando lui era bambino. L’illusione durò qualche breve momento, poi però fu impossibile evitare di notare quanto Halfgan si fosse incurvato e indebolito, e quanto Ariellin fosse più magra ed esile, come se qualcosa la stesse lentamente prosciugando. Inutile far finta di nulla: il tempo stava passando per tutti, anche nel paesaggio immobile di Keltar Senia. 
«Hai fatto buon viaggio? » gli chiese sua nonna, dopo averlo abbracciato. 
«Sì, anche se mi hanno divorato le zanzare come al solito» 
«Si fanno più aggressive di anno in anno» notò Ariellyn 
«Sono le navi che fanno scalo ad Amnisia a portare le larve di zanzare più cattive dal sud» dichiarò il druido «e questo ha causato il diffondersi delle febbri verso cui nemmeno noi siamo vaccinati» 
«Beh, la gente della mia Contea è comunque molto robusta» concluse la Lady: «Sono secoli che le zanzare tentano di farci estinguere senza riuscirci! » 
Si diresse verso il mulo, che brucava pazientemente l’erba all’ombra degli alberi: «Su, Marvin, aiutami a scaricare questi bagagli e a portare il mulo nella sua stalla» 
Ariellyn non si era mai tirata indietro di fronte ai lavori pratici. Preferiva fare le cose importanti personalmente, per controllare che tutto si svolgesse in modo corretto. 
Halfgan aveva raccontato a Marvin com’erano altezzosi i genitori di Ariellyn e come si erano opposti al fatto che la loro unica figlia sposasse un uomo del villaggio. Ma era destino che nella sua famiglia i matrimoni fossero contrastati dalle famiglie, poiché la stessa Lady aveva disapprovato l’unione di sua figlia Lilieth con Rekormas Roth. 
Ma quello era un argomento tabù: qualunque domanda egli facesse a sua nonna o al druido riguardo ai suoi genitori, subito calava un muro di silenzio e di imbarazzo che non c’era modo di far cadere. Eppure lui avrebbe voluto sapere tutto dei suoi: era come se una parte di lui gli fosse stata rubata e tenuta nascosta per tanti anni. C’erano dei segreti talmente dolorosi e gravi che tutti si rifiutavano di parlare. Era come se dal libro della sua vita avessero strappato le prime pagine, o forse tutto l’intero prologo e anche il primo capitolo. 
Come posso capire chi sono, se non so nemmeno com’erano coloro che mi hanno messo al mondo
Aveva solo vaghi ricordi di sua madre.



Nemmeno sotto tortura sua nonna avrebbe rivelato qualcosa. Halfgan invece non sapeva tutto, ma era probabile che avesse intuito o scoperto nelle sue “visioni” qualcosa che non doveva essere assolutamente divulgato. 
Ma cosa? Cosa mai hanno potuto fare di così grave i miei genitori?
Col tempo aveva rinunciato a tornare sull’argomento, eppure aveva giurato a se stesso che un giorno a avrebbe scoperto da solo tutto ciò che aleggiava attorno a quel mistero. 
«Su Marvin, non restare lì impalato, porta quel mulo nella stalla! » gli gridò Lady Ariellyn che già stava entrando nell’aia con in mano alcune borse di bagagli del nipote, seguita dal curvo e zoppicante Halfgan. 
Sono a casa, pensò Marvin con un senso di profonda serenità, mentre il sole tramontava sulle colline in lontananza e le rondini compivano le loro acrobazie sul cielo dal colore di rosa.

N.d.A.

In questo capitolo lady Ariellyn Vorkidian è interpretata da Caroline Goodal nel ruolo di Igraine Pendragon, ne "Le nebbie di Avalon", tratto dal romanzo di Marion Zimmer Bradley.
Marvin Vorkidian è interpretato da Jon Snow, protagonista de "Il trono di spade", "A game of thrones" di George Martin, da "Le cronache del ghiaccio e del fuoco", "A song of ice and fire".

domenica 5 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 5. Ellis Eclionner e Bial l'Eunuco


Lathena, 16 luglio 999 I.L.

Ellis aveva dormito male, quella notte.
Incubi e ombre del passato riaffioravano al tribunale della coscienza, che le rimordeva ogni giorno di più. 
Non ci devo pensare, il passato non esiste...
Quella mattina Ellis non si ricordava nemmeno il nome e il volto del nuovo favorito con cui aveva diviso il letto. A dire il vero, non ricordava proprio nulla della serata precedente, se non che aveva esagerato col vino, come ultimamente le capitava spesso. 
Quella maledetta storia del matrimonio di Elner!
Le pressioni del Senato affinché l'Imperatore, suo figlio, sposasse la principessa Aliènor di Alfarian si stavano facendo fastidiosamente insistenti. 
Dovranno passare sul mio cadavere!
Si sentiva già stanca, forse perché era una mattinata molto calda e la temperatura sarebbe salita ulteriormente. 
Si immerse nella vasca da bagno appena preparata nella stanza destinata ai trattamenti estetici. Si lasciò insaponare e lavare dalle sue ancelle, incominciando a pensare agli impegni che la attendevano in giornata, ma non riusciva a concentrarsi.
Da tempo vagliava numerose candidature al ruolo di consorte di suo figlio, per trovarne una sufficientemente forte da opporre alla potente fazione dei sostenitori delle nozze con Alienor di Alfarian, ma sufficientemente debole da non farle ombra. Fino a quel momento, nessuna opzione si era rivelata all’altezza

Mentre era immersa in questi pensieri, sentì bussare alla porta dell'anticamera e parlottare, dopodiché una damigella le annunciò che si trattava dell’eunuco Bial, il suo consigliere più fidato, il capo dei Servizi Segreti della Corona. 


Di lui si fidava ciecamente, e gli permetteva anche di vederla nuda mentre faceva il bagno, come se si trattasse di una dama di compagnia. E in effetti Bial pareva una donna. Era esile, con un volto dai tratti femminei, a cui aggiungeva un trucco pesante agli occhi e alle labbra, e una capigliatura corvina lunga e intrecciata, da fare invidia a quella della stessa Ellis. 
Era un eunuco per sua scelta, il che rendeva il suo caso più unico che raro. Da adolescente era diventato famoso per la sua voce: aveva cantato in tutte le corti ed era stato particolarmente apprezzato a Lathena, alla Corte del vecchio Imperatore Wechtigar XVI. 
Fu allora che aveva conosciuto Ellis, quando erano entrambi adolescentiCome molte altre fanciulle della sua età, anche l’allora principessa Ellis si era infatuata del fascino androgino del cantante Bial. 
Sono stata anch'io una ragazza, una principessa sì, ma a 15 anni ero ancora quasi normale...



Ad Ellis l’ambiguità di Bial era sempre piaciuta molto, e nei suoi anni adolescenziali erano state molte le sue infatuazioni proibite, tra cui quella più innominabile, quella per… quella da cui...
Non devo pensarci… non posso permettere che quel ricordo mi riaffiori proprio ora! Ormai lui è morto… deve essere morto!
Erano passati 18 anni, ormai. All'epoca lei ne aveva 17, ed era sposata da meno di un anno col non amato cugino Elner X, per la cui dipartita non aveva provato invece alcun rimorso.



Quando Bial fece il suo ingresso nella stanza, l’Imperatrice provò invidia nei suoi confronti. 
Abbiamo la stessa età, ma lui sembra più giovane di dieci anni!
«Buongiorno Maestà» la salutò Bial con un profondo e aggraziato inchino. 
«Buongiorno mio caro… sentiamo quali brutte notizie mi porti stamattina» 
Bial sorrise maliziosamente: «Vostra Maestà sa bene che le brutte notizie è meglio apprenderle quando ancora si può fare qualcosa per evitarne gli spiacevoli effetti» 
L’Imperatrice sorrise: Bial era sempre molto previdente. Gli fece cenno di venire al punto. 
«Ho le prove che i capi dell'opposizione, in Senato, si stanno mettendo in contatto con i generali dell’Esercito e della Marina» 
«Non è una novità» tagliò corto Ellis 
«La novità è che questa volta stanno trovando degli appoggi nelle alte sfere militari» 
«Quali sono le prove?» 
«Ho intercettato numerosi corrieri con dei messaggi sigillati. Ho staccato i sigilli, letto, copiato e poi riattaccato e spedito tutto di nuovo, per evitare che sappiano che li sto controllando» 
«I nomi?» 
«Ho qui la lista» e mostrò un plico arrotolato, che teneva tra le dita affusolate, dalle unghie lunghe e laccate di blu «I senatori sono i soliti che sostengono la pace con gli Alfar e il matrimonio con Alienor, in particolare Aralte Velares, il principe di Marina Sedovia. Tra i militari ci sono nomi insospettabili, e questo è preoccupante. Credo che nemmeno il senatore Fuscivarian sia estraneo a questi complotti» 
«Fuscivarian ci è ancora utile. Quanto agli altri... leggeremo insieme la lista più tardi nel mio studio. Se fosse per me farei tagliare subito la testa a tutti, prima che sia troppo tardi. Ma cosa succederebbe se i militari coinvolti fossero di più di quanti crediamo? » 
Bial annuì cupamente: «Purtroppo il rischio è concreto. Come vi ho già detto altre volte, Maestà, buona parte dell’esercito e della marina è convinta che le nostre forze armate non siano ancora in grado di sostenere una nuova guerra contro gli Alfar e vedrebbero in Alienor una garante della pace» 
Ellis sospirò.
Tutti vogliono lei! La Fanciulla delle Nevi... come nella profezia di Padre Mollander... 
Bial le accarezzò una mano e con voce flautata mormorò: «Troveremo una soluzione per togliere di mezzo Alienor!Per vent’anni abbiamo scalato la montagna del potere fino alla vetta, ed Eclion solo sa quanto ci è costato, quanti sacrifici, quanto sangue…» 
L’Imperatrice inarcò le sopracciglia.
Perché anche lui deve ricordarmelo?
L’eunuco rimase in silenzio per un po’, riflettendo ad occhi chiusi, come se avesse intuito i pensieri di lei, poi lentamente, a bassa voce, sussurrò: «Forse dovremmo prendere contatti l'Eremita, l’uomo che dice di essere vostro fratello…» 
Ellis sgranò i grandi occhi color indaco e con voce ancor più bassa replicò: «Masrek è morto!»
Rivide l'immagine di lui come le era apparso l'ultima volta.



Era bellissimo. Stava per essere nominato Principe della Corona al posto di nostro padre Sephir, dopo la Primavera di Sangue, ma non tornò mai a Lathena.
Cercò di non mostrare il suo turbamento.
Bial insistette sul punto: «Non possiamo essere certi della sua morte. Il riconoscimento del cadavere è stato... molto difficile. Era irriconoscibile, e non c'erano effetti personali, anzi, mancavano proprio gli oggetti fondamentali, tra cui l'anello imperiale con lo zaffiro color indaco. E il Sigillo che gli aveva consegnato vostro padre. E anche il ciondolo che voi gli avevate donato.  Dove sono finiti questi oggetti?» 



L’Imperatrice scosse il capo: «Li ha rubato lo Sciancato, è ovvio, quando ha raccolto il corpo di Masrek dopo la battaglia» 
Bial sospirò: «Se lo Sciancato è chi sospetto io, con quegli oggetti in mano può reclamare dei diritti legittimi alla successione» 
Ellis provò un misto di rabbia, ansia e paura: «Se lo Sciancato fosse chi credete voi, avrebbe già fatto valere quei diritti!» 
Bial non era convinto:
«Per se stesso potrebbe aver rinunciato, ma non per vostro…» 
Si interruppe perché gli occhi di Ellis brillavano di pagliuzze violacee, come sempre accadeva quando la sua ira superava i livelli di allarme.
«Bial, ti ordino di non dire una parola di più sull’argomento! Non voglio nessun contatto con lo Sciancato e con quell'altro impostore. Dobbiamo farcela da soli, come sempre! Abbiamo piazzato i nostri fedelissimi dappertutto, nel Clero, tra i Keltar, persino tra gli Alfar. E' tempo di muovere le nostre pedine. Alienor non dovrà mai arrivare a Lathéna!» 
Bial si inchinò in segno di sottomissione, e prese congedo dalla sovrana, ben sapendo che quando le pagliuzze viola brillavano nei suoi occhi adirati era meglio cambiare aria
L’Imperatrice uscì dalla vasca, turbata, e mentre si faceva asciugare dalle ancelle, si fece portare una pozione calmante. Dopodiché cercò di scacciare le preoccupazioni guardando oltre la finestra, dall’alto della sua Piramide sull’Acropoli di Lathéna, il cielo di un azzurro intenso illuminato dal sole tropicale della Capitale e pensò che, dopotutto, quella poteva essere ancora un’adorabile giornata

N.d.A.

L'Eunuco Bial è rappresentato da Jaye Davidson, nel ruolo di Ra in "Stargate".
Ellis Eclionner da adolescente è interpretata da Jennifer Connelly, nel ruolo di Sarah in "Labirinth", con David Bowie.
L'anello di zaffiro e brillanti è quello di fidanzamento di lady Diana Spencer, principessa del Galles, che poi fu successivamente donato dal principe William alla fidanzata Kate Middleton, duchessa di Cambridge.

sabato 4 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 4. Alienor e Marigold alle porte di Elenna.

Luogo e giorno: Elenna sul Dhain, 5 luglio 999 I.L.

«E' un luogo così sereno. E' incredibile che proprio qui si sia combattuta una battaglia tanto cruenta, nell'anno della Primavera di Sangue» disse Alienor quando la carrozza su cui stava viaggiando verso sud, insieme a lady Marigold di Gothian, arrivò nel tardo pomeriggio in vista della città di Elenna sul Dhain, la più grande e importante del Regno degli Alfar.
Marigold indicò il fiume: «Eppure dicono che il Dhain fosse completamente tinto di rosso, alla fine della battaglia, e che ci vollero molti giorni, prima che la sua acqua ritornasse normale»

«Ne parli come se l’avessi visto di persona» le fece notare la principessa.


La Dama Gialla continuò a fissare il fiume, e le sue parole parvero provenire da molto lontano: «Accadde l’anno in cui mi sposai.  La cerimonia si sarebbe dovuta svolgere per l'equinozio di primavera, a Gothian.


Nessuno si aspettava un attacco dei Lathear. C'era un Patto... ma quel Patto fu violato! 
Sephir Eclionner era sbarcato a Baralbeck con tutta la Flotta Imperiale. Da lì fino ad Elenna, i Lathear si erano fatti largo massacrando tutti coloro che incontravano, nel nome di Eclion!


  I Keltar avevano lasciato passare le navi imperiali, che risalivano il Dhain dall'Estuario, e si erano appostati intorno alla Selva Nera, pronti a schierarsi con il vincitore, quei codardi! Ma Elenna resistette all'assedio, contro ogni previsione>>
Si fermò un momento, come se stesse soppesando attentamente ogni minima parola che andava detta:
<<Il Conte Fenrik mi  disse che le nozze erano rimandate. Gli Alfar chiedevano il suo aiuto. 


Cinquemila cavalieri Albini erano giunti a Gothian per il nostro matrimonio, e Fenrik non esitò a guidarli fino ad Alfarian. Da lì, il mio futuro marito, insieme a tuo nonno Harald, guidò la controffensiva fino ad Elenna sul Dhain, e la battaglia vera e propria ebbe inizio>>
I suoi occhi parevano rivedere qualcosa che era rimasto nascosto per molto tempo nella parte più oscura della sua memoria: <<Di quei cinquemila Albini che erano partiti, ne tornarono a Gothian solo cinquanta, orribilmente mutilati. Non ci voleva molta fantasia per immaginare il sangue... e ti assicuro che il sangue degli Albini di Gothian, è dello stesso colore del tuo!»

Alienor ignorò la provocazione: «Il loro sacrificio non è stato dimenticato, anche se nessuno ha più visto i superstiti, dopo la Primavera di sangue. Sono diventati una leggenda. Quello che mi chiedo è cosa ci facevi tu, a Gothian, nel Ghiaccio. Tu sei una Alfar, come me. Eri una sacerdotessa di Atar, il Fuoco Segreto... ed eri così giovane...»

Marigold le rivolse uno sguardo intenso e vagamente divertito.


 «Giovane? Il tempo è un concetto relativo, nell'Artico. Una notte artica dura sei mesi. E tu non hai idea di quante notti artiche io abbia trascorso, prima di diventare la Contessa di Gothian»


Alienor guardò la sua dama di compagnia come se la vedesse per la prima volta: «Non ne ho idea perché non me ne hai mai voluto parlare! Ma ho sentito tante storie sul tuo conto! Dicono che fosti cacciata dal tempio di Atar perché avevi invocato Eclion, il dio dei nostri nemici. E' vero?>>



La Dama Gialla sorrise compiaciuta: «Ah, mia cara Alienor, sei così vicina alla verità, eppure così lontana! Niente è come appare. La Luce è la mano sinistra delle Tenebre. Sì, sono stata iniziata agli Arcani Supremi, ma non ti svelerò nient'altro, per il tuo bene. Un giorno mi ringrazierai per non averti coinvolto in un gioco più grande di te. Credimi, è meglio che tu ne rimanga fuori! Puoi ancora salvarti. Non chiedermi niente. Fidati di me. Ti proteggerò dai rischi che si corrono fuori dal castello di famiglia!»

Alienor non gradiva di essere trattata come una bambina, e tanto meno come una stupida, ma non fece trasparire il suo disappunto. Non era più in condizioni di superiorità, e doveva essere molto prudente.


Ma su una cosa ha ragione: è meglio non farsi coinvolgere nel suo gioco. Forse posso davvero salvarmi, anche se non sarà certo lei la mia salvatrice. 
Cercò di non far trasparire le proprie perplessità e mantenne un contegno principesco: «Tu parli di rischi. Quali rischi? Anche qui ad Elenna, nel cuore del mio regno?»

Marigold la fissò con occhi di fuoco:


  «Il cuore del tuo regno? Un cuore spezzato, Alienor! Un cuore insanguinato...»


Un fulmine a ciel sereno accompagnò quelle parole nel tramonto. Alienor capì che non doveva chiedere altro.

N.d.A.

Alienor di Alfarian è interpretata da Tamzin Merchant nel ruolo di Catherine Howard ne "I Tudor" ("Tudors")
e da Jessica Brooks nel ruolo di Ghanima Atreides in "Children of Dune" ("I figli di Dune") di Frank Herbert.
La città di Elenna sul Dhain è rappresentata da una mappa di Mantova.
Marigold di Gothian è interpretata da Lena Headey nel ruolo di Cersei Lannister ne "Il trono di spade" ("A game of thrones") di Goerge Martin ("Le cronache del ghiaccio e del fuoco", "The song of ice and fire"
e da Emmanuelle Seigner ne "La nona porta" di Roman Polanski con Johnny Depp.

venerdì 3 febbraio 2012

Lucrezia Borgia: la figlia del Papa e i suoi tre mariti.

Lucrezia Borgia (Subiaco 1480 - Ferrara 1519) nacque dalla relazione tra il papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia, e Vannozza Cattanei.


Di lei si è detto e scritto di tutto. Secondo alcuni avrebbe avuto rapporti sessuali incestuosi con suo fratello Cesare 
File:Cesareborgia.jpg

e persino con suo padre, papa Alessandro VI, che per lei nutriva un profondissimo affetto, e forse qualcosa di più, ma dico forse.


File:Pope Alexander Vi.jpg

Da questi rapporti nacque un figlio, Giovanni Borgia, detto l'Infante Romano. La maternità di Lucrezia non è sicura. Il bambino fu comunque allevato con tutti i fasti ed ebbe una lunga vita.
Secondo altri Lucrezia fu una spia per conto del padre presso le corti dei suoi tre mariti. Fu accusata di aver fatto assassinare il secondo marito e aver avvelenato alcuni personaggi che non le stavano simpatici. Quasi sicuramente ebbe moltissimi amanti, alcuni insospettabili, come Pietro Bembo, cardinale e grande umanista e intellettuale tra i più raffinati dell'epoca. Molti la vollero ritrarre. Ecco il ritratto che le fece il Pinturicchio:


Dopo un primo fidanzamento andato a monte, nel 1493 sposò, a soli 13 anni, Giovanni Sforza, duca di Urbino.



Lucrezia a Urbino si annoiava, e per questo nel 1495 tornò a Roma e nel 1497 ottenne l'annullamento del matrimonio da parte della curia pontificia. Dopotutto, era la figlia del Papa!

Dopo numerose relazioni e alcuni scandali a sfondo sessuale, Lucrezia si sposò per la seconda volta nel 1498 con Alfonso d'Aragona, Duca di Bisceglie. Di lui non esistono ritratti, mentre di lei ce ne sono in abbondanza, eccone un altro:




Dal Duca di Bisceglie ebbe il suo primo figlio, chiamato non a caso Rodrigo.
Il Duca fu assassinato, e secondo alcuni Lucrezia fu la mandante del delitto.
Nel 1500 tornò a Roma, accolta benevolmente dal padre.
Ecco un altro dei suoi ritratti:

File:Lucrezia Borgia.jpg

Nel 1503 sposò il potente Alfonso d'Este, duca di Ferrara:




Già nel 1503, Lucrezia ebbe una relazione sentimentale con il cognato, Francesco Gonzaga, 




Il potere di Lucrezia era legato a quello del padre e del fratello. Nel 1503 il papa Alessandro VI morì e Cesare Borgia perse l'aiuto dello stato pontificio e del re di Francia, e dovette fuggire dall'Italia.
A quel punto la condizione di Lucrezia a Ferrara divenne pericolosa: non aveva ancora avuto figli dal duca e si era inimicata la cognata Isabella, moglie del Gonzaga.
Nel 1508 tornò nelle grazie del marito quando nacque il suo terzogenito, e primo figlio nel terzo matrimonio, Ercole d'Este, a cui seguirono Ippolito nel 1509, Alessandro nel 1514, Leonora nel 1515, Francesco nel 1516 e Isabella nel 1519.
Quest'ultimo parto le fu fatale ed in seguito ad una emorragia, Lucrezia morì, a 39 anni.