lunedì 23 gennaio 2012

Che cos'è la Classe?

La Classe è la compresenza di Stile e di Eleganza in una stessa persona o cosa. Di questi due concetti ho parlato nei post precedenti a questo.

Il termine Classe deriva da classico, in quanto lo stile classico è quello considerato più elegante.

Due donne di classe sono state Grace Kelly e Audrey Hepburn.






Se devo pensare a donne di classe del passato, sia recente che lontano, me ne possono venire in mente molte. Per esempio la cantante Dalida:


oppure Alessandra di Danimarca, che fu Principessa del Galles dal 1863 al 1901, Regina di Gran Bretagna dal 1901 al 1910, poi Regina Madre fino alla morte nel 1925.


oppure Elizabeth von Wittelsbach, Imperatrice d'Austria e Ungheria, comunemente nota come Sissi:


A questo punto sorgono due domande:

1) per essere una persona di classe deve essere per forza bella o ricca?
2) esistono esempi di donne di classe viventi?

Alla prima domanda rispondo che non è necessario essere belli o ricchi, quanto piuttosto avere una personalità che unisca equilibrio, senso della misura, amore per la bellezza e originalità.
Questo può permettere anche ad una persona non bella e non ricca di diventare una persona di classe.
Gli esempi non posso trovarli tra le persone famose, perché la fama si accompagna sempre con la ricchezza, e spesso con la bellezza.

Alla seconda domanda faccio un po' di fatica a rispondere. Posso citare una persona vivente, ma anziana come Virna Lisi.




Tra le donne più giovani mi viene in mente Serena Autieri.




Per par condicio cito anche una mora di classe, Anna Valle.


Tra le giovanissime penso a Beatrice Borromeo.


oppure, sempre per par condicio Charlotte Casiraghi, che non a caso è nipote di Grace Kelly


Siete d'accordo con i miei esempi? Ne avete altri da proporre?

Domani inizierò a parlare della evoluzione degli stili di moda e arte incominciando dall'antichità per arrivare ai giorni nostri.

domenica 22 gennaio 2012

Che cos'è lo Stile?

Lo Stile è un insieme di scelte estetiche e comportamentali che contraddistinguono una persona, una corrente artistica, una civiltà o un periodo storico. La parola deriva dal latino stilus, che era la penna per scrivere: quindi nasce in ambito letterario, si estende in ambito artistico e quindi anche alla moda.

Lo Stile è qualcosa di diverso rispetto all'Eleganza, di cui ho parlato nel post precedente. Queste due qualità però possono coesistere e in tal caso si ha la Classe, ma di questo parlerò nel prossimo post.

Nell'ambito della moda, una delle caratteristiche dello stile individuale è la personalizzazione delle scelte estetiche, nel bene e nel male, quello che ti fa subito dire di una persona: ecco, è lei!


Anna Wintour, leggendaria direttrice di Vogue dal 1988, si riconosce tra mille per il suo caschetto, rimasto inalterato per decenni, lo sguardo magnetico, il sorriso ironico, gli occhiali neri enormi (che in questa foto mancano, ma in genere quando la "direttorissima" assiste alle sfilate sono immancabili). Chi guarda questa foto riconosce subito la Wintour, che cattura immediatamente l'attenzione, e poi nota che c'è una giovane sconosciuta, almeno per me, al suo fianco, la quale risulta piuttosto anonima, con una pettinatura standard, un trucco discutibile, e l'aria di chi si sente importante solo perché è ritratta nella stessa foto con un personaggio che ha Stile.

Nell'ambito dell'arte uno degli stili più facilmente riconoscibili è il gotico, caratterizzato, in architettura, dagli archi a sesto acuto:




La cattedrale di Notre Dame a Parigi ne è uno degli esempi più illustri, assieme alla Westimnster Abbey di Londra o al Duomo di Milano.

Il gotico è uno stile anti-classico, così come il barocco, il rococò, il romanticismo, il decadentismo, le avanguardie storiche e le neoavanguardie.

Lo stile classico, caratterizzato da sobrietà, equilibrio e armonia nelle proporzioni, è quello che nasce in ambito greco antico nel V secolo a. C. (età di Pericle) e viene poi ripreso in ambito romano nel I secolo a. C. fino all'anno 14 d. C (età di Cesare e di Augusto).

Ne è il più famoso esempio l'Acropoli di Atene sulla quale domina il tempio di Atena Parthenos (che in greco vuol dire vergine) comunemente conosciuto come Partenone.

Gli stili classicisti, che si ispirano allo stile classico, sono lo stile rinascimentale, il neoclassicismo e in generale gli stili caratterizzati da un ritorno all'ordine.

Lo stile classico è considerato il più elegante e il più legato al concetto canonico di bellezza.

Nella moda un esempio attuale di stile classico in termini di abbigliamento e pettinatura è quello di s.a.r.  Kate Middleton Mountbatten-Windsor, Duchessa di Cambridge:




Tra gli stilisti il più vicino allo stile classico è Armani.


Domani approfondirò il concetto di stile classico nell'ambito del più ampio concetto di Classe.
Nei post successivi prenderò in considerazione gli altri stili, con un approccio che in termini di estetica culturale si chiama fenomenologia degli stili.

sabato 21 gennaio 2012

Che cos'è l'Eleganza?

L'Eleganza, intesa in senso lato, è la capacità di chi riesce con naturalezza a comportarsi in maniera nel contempo raffinata, equilibrata, ed armoniosa, tanto da suscitare l'ammirazione di chi l'osserva.

In senso stretto, con riferimento al vestiario e all'acconciatura, è il modo di abbigliarsi e acconciarsi  in maniera nel contempo semplice e ricercata, in modo che l'equlibrio armonico tra questi due elementi opposti (semplicità e ricercatezza) possa essere considerato oggettivamente bello (cioè giudicato tale dalla maggioranza delle persone) e degno di lode.

Un esempio di eleganza immortale è sicuramente Grace Kelly:


Grace Kelly non era solo bella: era elegante, perché sceglieva sempre un abbigliamento e una acconciatura che riuscivano ad essere ricercati, ma non troppo. Il limite è difficilissimo da stabilire. Un eccesso di ricercatezza o di originalità ridicolizza qualcosa che prima appareva perfetto.

Ma si può essere eleganti anche senza essere fisicamente belli? Assolutamente sì.
Un esempio di donna elegante, anche se fisicamente non bellissima è quello di Joan Crafword:




O la grandissima Meryl Streep:


E' quasi impossibile trovare una foto dove Meryl Streep non emani un senso di eleganza, persino quando è in contesti quotidiani o scherzosi. La sua è una eleganza innata, naturale, spontanea, si potrebbe dire che "ce l'ha nel sangue, nel DNA".

Viceversa si può essere bellissimi senza essere eleganti, e qui non c'è bisogno di esempi, basta girare per strada e guardarsi intorno.

Il mix di naturalezza e raffinatezza, e di semplicità e ricercatezza conferisce equilibrio all'immagine e trasmette un senso di autocontrollo e di coordinamento nei modi e nelle azioni, che dona nel contempo piacevolezza ed autorevolezza.

Non è necessario nemmeno essere ricchi per essere eleganti: non è l'abito firmato che rende più elegante una persona. Si può essere ricoperti di abiti firmati e non raggiungere mai l'eleganza.
Un esempio di persona che si ricopre di abiti firmati e non è quasi mai raffinata è Paris Hilton:


Confrontate la spontaneità di Meryl Streep con le pose esageratamente ammiccanti della Hilton.
Quasi tutte le sue foto la ritraggono con vestiti costosissimi, ma mai equilibrata, sempre in una posa di ostentazione. Ecco, l'ostentazione è il contrario dell'eleganza.

C'è una fashion blogger, molto nota, fisicamente bella, con i migliori capi di abbigliamento a disposizione, che  nonostante cià di solito non riesce ad essere elegante, perché o non riesce a trovare gli abbinamenti giusti, o non ce la fa a realizzare un equilibrio armonioso tra i capi semplici e quelli raffinati. I suoi outfits, che fanno impazzire le sue numerose fan, sono a volte, almeno secondo me, una accozzaglia ridicola di cose che non c'entrano niente tra loro.
Lei si difende dicendo che il suo stile è abbinare capi costosi a capi poco costosi, ma c'è modo e modo di farlo. Lei spesso lo fa in modo inopportuno. Un capo può risultare inopportuno non perché costa di meno, ma perché è troppo vistoso, troppo stonato rispetto agli altri o al contesto. Vorrei tanto mettere una foto che esemplificasse tutto questo: ne ho in mente alcune in cui è talmente bardata di bigiotteria, tra collane e braccialetti e altri pendagli, che sembra un albero di Natale.  Ma non mi voglio beccare una querela per diffamazione. Diciamo che a volte, in confronto a lei, come appare in certi suoi outfits troppo "originali", persino Paris Hilton potrebbe apparire Grace Kelly.

Ma eleganza non vuol dire necessariamente sobrietà: come ho detto, molto dipende dal contesto.
Per esempio non possiamo dire che Maria Antonietta, regina di Francia, vestisse in maniera sobria, però per l'epoca era una donna decisamente elegante:



Oggi solo in una festa di carnevale una donna potrebbe vestirsi così. Questo concetto apparentemente ovvio non è ancora entrato nella testa di molti stilisti, che ci fanno vedere, nelle sfilate, delle modelle vestite in maniera ridicola.
Ecco, direi che oltre all'ostentazione, anche il ridicolo è il contrario dell'eleganza, e potrei mettere una valanga di foto in cui persone che si credono eleganti appaiono invece del tutto ridicole.

Un consiglio alle fashion bloggers è quello di tracciare sempre un limite che separa l'eleganza dal ridicolo. Prima di aggiungere un orpello o un capo stravagante, chiedetevi se ne vale la pena, fermatevi un attimo e pensate a cosa avrebbe scelto Grace Kelly.

venerdì 20 gennaio 2012

Che cos'è la Moda?

Nel significato più generale la moda è un comportamento collettivo che si genera per emulazione di qualcuno o qualcosa che ha attirato l'attenzione ed è stato considerato degno di essere imitato.

Se si restringe il concetto di moda all'abbigliamento e alla acconciatura, si può definire come un modo di abbigliarsi o acconciarsi che segue una tendenza considerata degna di imitazione.


(Nella foto i "pantaloni palazzo", che torneranno di moda nel 2012 secondo quanto si è visto nelle sfilate per la stagione autunno-inverno 2012/13, si veda l'articolo: http://www.naturadonna.com/tendenze-moda-autunno-inverno-2012-i-pantaloni-palazzo/

Ecco un eccezionale video che riassume la moda degli ultimi cento anni:


Non necessariamente la moda è maggioritaria, a volte può essere minoritaria, in quanto segue una tendenza sviluppatasi nell'ambito di una elite o di un gruppo ristretto, e chi la segue vuole sottolineare la sua appartenenza a questa elite. In questo caso la componente sociologica e psicologica prevale su quella estetica. A seconda di chi si imita nel vestire, si comunica anche a quale gruppo sociale si vuole appartenere e quindi anche quali sono le nostre caratteristiche in termini di aspirazioni e motivazioni.

Per esempio tra gli adolescenti o i giovani si possono trovare diversi tipi di mode che delineano l'adesione ai principi di un certo gruppo minoritario. Negli scorsi anni c'è stato il fenomeno della moda degli Emo:



C'è comunque, in un dato periodo che in genere dura un decennio, una moda maggioritaria e quindi dominante.

In genere a dettarla sono le maison o case di moda, per motivi economici, in quanto, costringendo i clienti a rifarsi il guardaroba, mettendo da parte gli abiti fuori moda e comprando quelli nuovi, ottengono enormi guadagni.

Un esempio tipico è quello delle cravatte: tra il 1997 e il 2007 hanno dominato cravatte larghe e spesse, dal 2007 in poi sono state imposte le skinny ties (che io detesto). Una operazione commerciale geniale: ha costretto milioni di persone a cambiare le cravatte, ha cercato di rilanciare questo indumento tra i teen-agers e soprattutto lo ha fatto riducendo i costi di produzione, essendo le skinny ties più strette e più sottili:


Zac Efron è stato uno dei personaggi che le case di moda hanno pagato per indossare le skinny ties e creare così questa moda prima nei giovanissimi e poi anche nei meno giovani.

Qui però la moda è andata contro alcuini princìpi dell'estetica e della psicologia. La cravatta è un simbolo fallico e come tale se è larga e spessa è virile, se è stretta e sottile è androgina, e questo forse spiega il successo avuto dalla skinny tie inizialmente negli ambienti gay.

Ma riguardo alla differenza tra la Moda e lo Stile personale, l'Eleganza o la Classe rimando ai post di domani, dopodomani e del giorno successivo.

Ieri si è detto che anche la Moda è un'Arte.
E' infatti:
1) l'arte di abbigliarsi e acconciarsi e nel contempo è
2) l'arte del creare nuovi tipi di abbigliamento e acconciature da parte di uno stilista.

Ogni maison in genere è stata fondata da uno stilista, che poi col tempo si è avvalso della collaborazione di altri stilisti più giovani. Ma il nome del fondatore è quello che resta.


Gabrielle Coco Chanel ne è un esempio leggendario.
Rivoluzionò la moda femminile, anche a livello di aspetto fisico. I suoi capi di abbigliamento si adattavano a donne magre e di classe come Jacqueline Kennedy:


Oppure come Wallis Simpson, Duchessa di Windsor (nella foto col marito Edoardo VIII di Windsor, che per sposare lei rinunciò alla corona dell'impero britannico)


E ovviamente Audrey Hepburn:


Ma nel caso di queste quattro donne: Chanel, Jackie, Wallis e Audrey più che di moda è preferibile parlare di Stile, di Eleganza e di Classe. Di questi argomenti parlerò nei prossimi post.

Che cos'è l'Arte?

L'Arte è ogni attività creativa che può essere valutabile dal punto di vista estetico.

Nell'Antichità col termine latino "ars, artis" si intendeva l'operato dell'artigiano, e non dell'artista.

Nel Medioevo e nel Rinascimento si è distinto tra le arti meccaniche dell'artigiano, le arti liberali, cioè quelle del libero professionista con una preparazione disciplinare teorica (grammatica, retorica, dialettica, aritmetica, geometria, giurisprudenza e medicina), e le belle arti.

Qui si prenderanno in considerazione solo le belle arti, ma in senso lato, cioè può essere considerata bella qualsiasi arte che sia suscettibile di valutazione estetica.


Ho scelto il ritratto di Monna Lisa come simbolo delle Belle Arti, perché l'arte forse più riconosciuta come tale è la pittura, e nella pittura l'opera più nota in assoluto è questa.
Ma quali sono le altre Belle Arti? Come si possono classificare?

Io propongo questo schema:

1) Arti visive classiche:
 - Pittura
 - Scultura
 - Architettura
 - Arti tessili (arazzo, ricamo)

2) Arti visive moderne:
 - Fotografia
 - Design
 - Moda

3) Arti uditive / foniche:
 - Musica strumentale
 - Canto
 - Dizione

4) Arti letterarie:
 - Poesia
 - Narrativa
 - Sceneggiatura

5) Arti dello spettacolo dal vivo
- Teatro
- Danza
- Mimo
- Arte circense

6) Arti dello spettacolo non dal vivo
- Cinema
- Fiction televisiva
- Arti del punto 5) visualizzate tramite tv o nuovi media


(Nel quadro Minerva e le Muse)

In questi sei gruppi di arti, io ne ho selezionato alcune che mi appassionano e di cui intendo occuparmi a livello critico in questo blog.
In ordine di importanza e preparazione, esse sono la Letteratura, il Cinema, le Arti Visive sia classiche che moderne, e quindi anche Fotografia, Design e Moda.


Nel quadro: "I Romani della decadenza".

E le vostre arti preferite quali sono?







giovedì 19 gennaio 2012

Che cos'è la Bellezza?

Si considera dotato di bellezza, e quindi bello, tutto ciò che, se percepito dalla vista e/o dall'udito, suscita nel soggetto percettore emozioni, sensazioni e pensieri piacevoli e positivi.
Può essere un paesaggio naturale:


Può essere un'opera d'arte:


Può essere un insieme di entrambe le cose:


In quest'ultima immagine (la residenza reale di Sandringham House, in Inghilterra) gli aspetti artistici sono relativi all'architettura e al giardinaggio.

Può essere bella una musica, sia essa naturale o creata dall'uomo.
Può essere bello un testo letterario, anche se in questo caso la bellezza, percepita dalla vista e dall'udito, necessita di una rielaborazione intellettuale maggiore, e quindi può essere meno immediata.
Musica e testo letterario insieme possono creare una canzone, e così infatti nacque la poesia.
Per la definizione di testo letterario e di letteratura rimando a un post successivo.
Bisogna poi distinguere tra bellezza oggettiva e bellezza soggettiva.
La prima è quella che si riconosce perché la maggioranza delle persone giudica bella una determinata cosa.
La seconda dipende invece dai gusti personali e giustifica il motivo per cui persone oggettivamente belle non siano ritenute tali da una parte minoritaria del campione statistico di riferimento. E' il famoso: de gustibus non est disputandum.


Quando alla musica e al testo letterario si uniscono le percezioni visive si può avere un livello di bellezza superiore, come nel cinema. Come esempio vorrei scegliere il videoclip in cui un testo letterario, cioè la poesia Les feuilles mortes, di Prévert, viene interpretata dalla cantante Dalida, con sullo sfondo una serie di immagini che scorrono.



Nel prossimo post parlerò di cos'è l'Arte e di quali e quante sono le arti e vedremo che il concetto di arte può essere esteso a tantissimi ambiti della creatività umana.

mercoledì 18 gennaio 2012

Che cos'è l'Estetica?

Queste mie cronache partono da una prospettiva che, nell'età post-umana, ha assunto un ruolo preponderante proprio in seguito all'uso combinato dello smartphone con fotocamera digitale e dei social network (in particolare Instagram), al fine di utilizzare la propria immagine come mezzo per generare popolarità ed influenzare le scelte altrui, a tal punto di rendere tutto ciò un mestiere.
Si tratta di un nuovo mestiere, quello dell'influencer, cioè della persona che, condividendo tramite immagini il proprio aspetto, vestiario, stile di vita o le proprie passioni, fa pubblicità a tutta l'industria che c'è dietro: cosmetica, moda, alimentazione, viaggi, prodotti di marca, et similia.

Partiremo dal discorso dell'estetica e della moda, perché è certamente quello che ha ottenuto più visibilità grazie al binomio I-Phone - Instagram.

Ma che cos'è l'estetica? O meglio: che cos'era una volta e che cos'è adesso?

In senso tradizionale termine "estetica" ha almeno tre significati

1) filosofia della percezione; 
2) filosofia, scienza e tecnica della bellezza;
3) filosofia dell'arte. 

Sono tre ambiti diversi, ma con molti aspetti in comune. Per esempio la percezione del colore può influenzare il giudizio sulla bellezza di un'opera d'arte visiva.



Allo stesso modo la percezione dei tratti di un viso si presta al giudizio di bellezza:


Questa foto di Anne Hathaway è percepita dalla maggioranza delle persone come "bella", e qui nasce la domanda: cos'è la bellezza? Esiste un modello ideale di bellezza, oppure il giudizio è soggettivo?
A queste domande risponde l'estetica intesa come filosofia della bellezza.
Ma è possibile cercare una risposta a questi quesiti anche con un approccio scientifico.
Esiste una disciplina apposita che se ne occupa, la psicologia della bellezza. Una delle sue tesi è che ciò che ci fa dire che un volto è bello dipende da una serie di parametri legati al concetto matematico di Sezione Aurea, che stabilisce le distanze e le proporzioni ideali dei vari componenti di un viso o di un corpo che la maggioranza degli intervistati definisce "bello". 
Nei prossimi post ritornerò sia sul concetto di bellezza, accostandola alle altre categorie estetiche, tra cui il "sublime", sia sul concetto di Sezione Aurea.




L'estetica nel suo significato più comune è intesa come "tecnica" della bellezza, cioè come insieme di metodi pratici per rendere più bello qualcosa, che può essere il corpo umano, un paesaggio, un ambiente, ma anche una creazione dell'uomo, un'opera d'arte.

Che cos'è un'opera d'arte? Come si può definire l'arte? Quali attività creative dell'uomo possono rientrare nel concetto di arte? Che rapporto c'è tra l'arte e la bellezza?
Di questo si occupa l'estetica intesa nel senso di filosofia dell'arte.
Le due scuole di pensiero che da secoli si confrontano nell'ambito della filosofia dell'arte sono il Classicismo e l'Anti-classicismo. Il primo stabilisce un canone ideale di riferimento, il secondo invece privilegia l'originalità e l'individualità dell'opera d'arte.

I Classicisti sono legati al concetto di Sezione Aurea, gli Anti-classicisti rifiutano i modelli e mirano ad una creazione il più possibile libera da canoni tradizionali.
Nell'Anti-classicismo rientrano, tra gli stili artistici più noti, il Barocco, il Romanticismo, il Simbolismo, le Avanguardie storiche e le Neoavanguardie. Ritornerò in seguito anche su questi concetti.
 Come esempio di opera d'arte del Romanticismo riporto un famoso quadro di C.D. Friedrich, Coppia che osserva il chiaro di luna:



Nell'ambito della filosofia dell'arte si possono poi individuare l'estetica della letteratura e quella dello spettacolo. Le categorie estetiche che si possono individuare in questo ambito sono:


1) Il Bello
2) Il Sublime
3) Il Tragico
4) Il Comico
5) Il Fantastico

Nei prossimi post cercherò di dare una risposta a queste domande: cos'è la bellezza? cos'è l'arte? quante e quali sono le arti? quante e quali sono le arti letterarie?
Ma soprattutto arriveremo a confrontare tutto ciò con l'attuale significato riduttivo che spesso viene attribuito nel web al termine estetica, ossia, nel migliore dei casi, ad un insieme di immagini iconiche molto vicine alla pop art, e nel peggiore alla pratica del make-up, dell'acconciatura, della manicure e del famigerato outfit, ossia l'abbinamento dei capi di vestiario che definiscono lo stile di abbigliamento personale a fronte dei dettami di mercato della moda corrente. 
Parleremo anche di questo, seppure con l'accortezza di alternare post di attualità con altri di argomento storico o letterario che ci permetteranno di mettere a confronto, alla fine, i pro e i contro dell'umanesimo e del postumanesimo.

martedì 17 gennaio 2012

L'Età Post-umana

Prima di tutto, un chiarimento sul titolo di questo blog.
A costo di apparire spiazzante, dirò subito una cosa di cui sono fermamente convinto ossia che la storia contemporanea abbia vissuto una cesura epocale il giorno 29 giugno 2007, quando fu presentato il primo modello di I-Phone, in concomitanza col successo dei primi social network e in generale di quello che è stato definito il web 2.0.
Da quel giorno, anche se quasi nessuno se ne accorse, l'umanità cambiò radicalmente (a mio parere in peggio, ma questo è un altro discorso).
Lo smartphone è diventato una specie di protesi del corpo umano, qualcosa che bisogna avere sempre dietro perché se no si perde la connessione col mondo virtuale, che ha reso opaco e grigio il mondo reale, trasformandolo in una specie di sala d'aspetto, di anticamera, se non addirittura di dormitorio, dove gli esseri post-umani si aggirano come zombie , con lo sguardo fisso sul cellulare, le orecchie tappate dagli auricolari, e la quasi totale estraniazione dal contesto.
Il termine post-umano non è una mia invenzione, naturalmente, e chi volesse approfondire il concetto troverà infiniti testi che rendono limitativo inserire un link privilegiato. Al massimo, per voler rimanere nell'ambito di un pilastro del web 2.0, si può citare la voce "postumanesimo" su Wikipedia. 
Postumanesimo è un neologismo[1] creato per definire una corrente di pensiero che fa riferimento a diversi ambiti del sapere come la filosofia, l'informatica e particolarmente le biotecnologie che vengono concepite come in grado di trasformare fisicamente e mentalmente l’uomo in qualcosa di nuovo, un essere ibrido, umano e non umano.
Il postumanesimo ha un testo programmatico, The Posthuman Manifesto[2] tratto da un libro di Robert Pepperell, The Posthuman Condition: Consciousness Beyond the Brain.[3]
Più semplicemente, io dirò che l'essere post-umano, dal 2007 in avanti, è sostanzialmente un cyborg nato dall'innesto dello smartphone nelle dita dell'umano, e quindi anche nei suoi neuroni e nel suo cervello.
Come siamo potuti arrivare a questo punto?
Vorrei dare una risposta che non sia tecnologica, perché questo blog è umanistico, pur prendendo atto che l'umanesimo è finito.
Parlerò dunque di come eravamo prima del 2007 e di cosa siamo diventati dopo.
Cercherò di ricordare com'era il mondo prima che il genere umano fosse risucchiato in questo vortice rutilante, stupefacente, e tossico più di qualsiasi allucinogeno esista in circolazione.
Ne parlerò da vittima, da persona che ne abusa, da cyborg, da zombie, ma che ancora ha memoria di ciò che abbiamo perduto, e coltiva questa memoria come si farebbe con una specie in via di estinzione.

Voce di uno che grida nel deserto

Mi chiesero dunque: "Chi sei? Che diritto hai di giudicare?".
Risposi: "Io sono la voce di uno che grida nel deserto. Il mio diritto nasce da ciò che ho vissuto e da ciò che ho imparato, da ciò che ho visto e da ciò che ho sentito, da ciò che ho studiato e da ciò che ho sperimentato, da ciò che ho pensato e da ciò che ho capito"
Mi chiesero: "Perché gridi nel deserto, se nessuno può sentirti?"
Risposi: "Perché non posso fare altro"
Ma forse un giorno qualcuno ascolterà.
Forse un giorno qualcuno, dal deserto, risponderà.