sabato 28 luglio 2012

Gothian. Capitolo 88. La Sirena delle Paludi insinua dubbi in Alienor

  <<Dicono che Ursula, la Signora delle Paludi, sia una specie di sirena, ma al posto della coda di pesce abbia una coda di rettile, o secondo altri abbia delle zampe simili a quelle di un rospo>> dichiarò Vyghar il Pirata mentre si stavano avvicinando nella zona più pericolosa della Palus Putredinis.
     



<<In ogni caso lei non si mostrerà: di solito manda avanti i suoi guardiani, che presidiano questa zona della palude>>
                                                                                            
   

<<Sono creature piuttosto sgradevoli e pericolose, ma non sono particolarmente intelligenti. Li chiamano Golem. Pare che siano stati una creazione del Conte Fenrik di Gothian, che però li giudicò troppo stupidi per far parte del suo esercito>>


<<In realtà le vere armi di Ursula sono gli influssi negativi che esercita sulle menti di coloro che osano varcare i confini del suo regno>>
Vyghar non pareva particolarmente turbato, mentre Alienor era tormentata da un senso di angoscia.
Sentiva una profonda stanchezza, una mancanza di energie e di volontà. Avrebbe voluto addormentarsi e non risvegliarsi più, perché quel luogo le infondeva una totale mancanza di interesse per la vita. Ricordo i versi di una poesia:
"Meglio a chi il senso smarrì dell'essere, meglio quest'ombra, questa caligine: io voglio, io voglio adagiarmi in un tedio che duri infinito..."


La pericolosità della Sirena della Palude stava proprio nel riuscire a togliere a chi si addentrava in quei luoghi la voglia di vivere. Solo persone forti come Vyghar e Lilieth riuscivano a opporre resistenza a quella condizione di estrema debolezza e di totale disinteresse verso ogni cosa.
Lilieth si accorse della condizione di malessere di Alienor:
<<Confidati con me, parlami senza esitazione, perché sento che hai bisogno di aiuto>>



Alienor la guardò con incertezza:
<<Molti scambiano per freddezza o per mancanza di sensibilità il fatto che io non mi confidi facilmente, che parli poco. In realtà non lo faccio perché ho paura che gli altri utilizzino contro di me quello che dico. Mia madre mi rimproverava sempre, e Marigold utilizzava le mie confidenze per indebolirmi>>
Lilieth annuì:
<<Ti capisco, anche mia madre lo faceva, e non certo per cattiveria, ma perché riteneva che dare giudizi fosse un suo dovere educativo. Ma proprio perché anche io ho sofferto per questa ragione, in genere ascolto senza giudicare, e rimanendo disponibile per l'aiuto solo nel modo e nel tempo scelto dalla persona che si rivolge a me. Non ti giudicherò, e non dirò, né farò nulla che tu non vorrai>>
Alienor sentiva che Lilieth era sincera, e che il suo istinto materno era così dolce e delicato, forse perché era stata privata di suo figlio quando era troppo giovane, e le era rimasto questo amore non dato, questo affetto che non aveva trovato la sua naturale destinazione. Poteva fidarsi di lei.



<<Lilieth, io ho dei dubbi che non riesco a togliermi dalla testa. La veggente del monte Conar ha detto che il mio compito è sconfiggere Marigold, ma io non riesco a crederle. Mi sento così debole, e Marigold è così forte>>
Lilieth le prese una mano, e con l'altra le accarezzò dolcemente il viso e i capelli.
<<La Dama Gialla potrebbe essere meno forte di quel pensiamo. Le persone non sono quasi mai ciò che sembrano>>
Alienor sospirò:
<<E se anche fosse meno forte? E' pur sempre una strega! Cosa posso fare io contro di lei? Perché tutti si aspettano da me qualcosa che io non sento di avere?>>
Lilieth chiuse gli occhi, come se cercasse di trovare in sé un modo per poter replicare in maniera convincente ad una domanda che forse ella stessa si era posta, nei lunghi anni passati in esilio:
<<Vedi, Alienor, quando l'Antico Patto è scaduto, il nostro mondo è stato invaso da forze soprannaturali. Non ne abbiamo la piena comprensione, ma esse ci parlano. Possiamo crederci o non crederci, ma il loro messaggio è chiaro. A noi è stato affidato il compito di deporre la dinastia Eclionner e tutti i suoi alleati, compresa Marigold. Chi ci ha affidato questa missione, lo ha fatto perché sapeva che solo noi potevamo compierla. Aenor, la dea della Luce, che è presente nel tuo stesso nome, ti ha prescelta e ti aiuterà, se tu avrai fede in lei, e in te stessa>>
Alienor parve convinta solo a metà:
<<Una teoria interessante e affascinante. Tutto molto ragionevole. Ma se ti sbagliassi?>>


venerdì 27 luglio 2012

Gothian. Capitolo 87. Marigold contro il senatore Fuscivarian



Da alcuni giorni, Marigold di Gothian, imperatrice dei Lathear, non faceva altro che pregare il suo illustre genitore, Atar, demone del fuoco segreto, perché le venisse in soccorso.
La situazione mi sta sfuggendo di mano.
Sephir Eclionner stava marciando su Lathena, massacrando gli abitanti di ogni città che attraversava, compiendo atti così orrendi e meschini da suscitare disgusto e sdegno anche tra i peggiori criminali.
Persino i demoni aborriscono Sephir, persino Eclion lo teme!
Quella scia di sangue avrebbe presto sommerso anche lei.
Continuava a pregare, ma il signore del fuoco non le dava risposte.
Un'ultima volta, ti supplico, aiutami, padre mio!
Bussarono alla porta:
<<Chi è? Sto pregando, non voglio essere distutbata!>>
Il primicerius sacri cubiculi, custode degli appartamenti imperiali, trovò il coraggio per rispondere:
<<Maestà, c'è il senatore Sibelius Fuscivarian. Dice che lo manda Sephir Eclionner...>>
L'imperatrice ebbe un sobbalzo.
Fuscivarian! L'anima nera del regime! Se Sephir l'ha liberato, è per mandarmi un avvertimento...
Cercò di dissimulare il suo terrore e impostò la voce in un tono freddo:
<<Fallo passare e lasciaci soli>>
Dopo pochi minuti, una sagoma nera e gobba entrò nella stanza.
Il senatore Fuscivarian era molto invecchiato, ed indossava il saio da monaco che gli era stato imposto proprio per volontà di Marigold, quando lo aveva esiliato a Marina del Campo.



Il senatore ammiccò ironicamente.
<<Vostra Maestà Imperiale, i miei omaggi...>>
Le parole erano concilianti, ma la voce era sarcastica e minacciosa.
Marigold fu percorsa da un brivido.
Quell'uomo ha ucciso la sua stessa figlia per motivi politici! 
Mascherando il proprio sdegno, Marigold rimase composta e, seppure con disgusto, offrì la mano da baciare a quell'orribile vecchio.
<<Senatore Fuscivarian... non avrei mai immaginato di rivedervi ancora, soprattutto qui a Lathena. Come avete fatto a fuggire da Marina del Campo e ad arrivare fin qui?>>
Il vecchio ridacchiò:
<<La mia condanna è stata revocata per ordine del nuovo Primo Ministro, il mio amato genero Sephir Eclionner, trionfatore su vostro marito Elner XI>>
Bastarono quelle parole per far capire a Marigold che il Gioco del Trono era perduto.
Sephir ha vinto! E mi manda il suo rognoso cane da guardia...
Eppure tra i due non c'era mai stata amicizia.
<<Pensavo che foste in pessimi rapporti con vostro genero. Mi era parso che Sephir vi ritenesse responsabile di aver convinto suo padre a diseredarlo e di aver causato la morte della sua amata consorte, la princpessa Wensy, vostra figlia!>>
Per un attimo rimasero entrambi in silenzio.
Si voltarono a guardare il ritratto della defunta Wensy Fuscivarian Eclionner, principessa della Corona, moglie di Sephir e madre di Ellis e Masrek. Nessuno aveva mai osato spostarlo da lì.



<<Mia figlia Wensy stava per denunciarmi al capo dell'opposizione, Aralte Velares, il principe di Marina Sedovia. Gli voleva rivelare tutto! Sapeva che io avevo istigato il vecchio Wechtigar XVI a diseredare Sephir, e poi lo avevo avvelenato! Io avevo costretto Masrek alla fuga! Io avevo istigato Ellis ad avvelenare suo marito Elner X e a tenere recluso suo figlio Elner XI.  Per questo, anche Wensy doveva morire! Se mi avesse denunciato, sarei stato condannato a morte per omicidio ed alto tradimento. Si trattava della mia vita contro la sua. Comunque, a spingerla materialmente giù da quella torre fu Ellis, non io!>>
Il vecchio doveva sentirsi molto sicuro di sé per ammettere di essere l'esecutore e il mandante di così tanti delitti.
Ellis ha spinto giù dalla torre la propria madre! E tutto per gelosia verso il fratello, e per sete di potere! 
E quel vecchio malefico si vantava dei propri delitti!
<<Ma che razza di famiglia siete, voi Eclionner?>>
Il senatore ridacchiò:
<<Ma io non sono un Eclionner! Avete le idee confuse, Maestà...>>
Marigold era esasperata:
<<Per trecento anni gli Eclionner e i Fuscivarian si sono incrociati tra loro, creando questo abominio! L'incesto era la regola nelle vostre due famiglie! Non è iniziato con Ellis... vi siete sempre sposati tra di voi, sempre lo stesso maledetto sangue!>>
Fuscivarian sorrise:
<<E ve ne siete accorta solo ora? Povera Marigold... vi credevate tanto intelligente, tanto astuta, e siete caduta nella nostra trappola... volevamo dividervi dal Conte Fenrik, e ci siamo riusciti! Ora non contate più niente!>>
La Dama Gialla ripensò con nostalgia ai tempi in cui era stata Contessa di Gothian.
Credevo che Elner mi avrebbe amata e difesa... ho sbagliato tutto... 
Cercò di non mostrare la propria rabbia:
<<Io almeno ho amato qualcuno, e non ho mai ucciso un mio parente. Se nonostante ciò dicono che sono perfida, allora voi che cosa siete?>>
Fuscivarian scrollò le spalle:
<<Sono il Presidente del Senato Imperiale!>>
E tornò a ridere con quel suo ghigno malefico.



Marigold sapeva che il vecchio aveva novantacinque anni:
<<Alla vostra età dovreste essere moribondo! Ma a quanto pare non vi vogliono nemmeno all'Inferno!>>
Il vecchio ebbe la risposta pronta:
<<Io ho quasi cent'anni, certo, ma voi, cara Marigold, ne avete più di mille, se non erro. Chi è dunque,  tra noi due, quello che non è gradito neanche all'Inferno?>>
L'imperatrice non colse l'umorismo del senatore:
<<Veniamo al dunque, Fuscivarian! Cosa dovete dirmi?>>
Il vegliardo divenne serio e minaccioso:
<<In primo luogo che Sephir Eclionner ha il controllo militare dell'Impero. Per ora si accontenterà della carica di Primo Ministro, ma quando Elner sarà eliminato, Sephir vi sposerà e voi avrete il privilegio di generargli un erede maschio. Dopo di che troveremo il modo di togliervi di mezzo!>>
Gli occhi di Marigold pulsarono di pagliuzze infuocate:
<<Marvin non lo permetterà! E' lui il legittimo erede, l'unico che il Senato sarà disposto ad accettare!>>



Il senatore scosse il capo:
<<Ammesso che quel ragazzo arrivi fino a qui... per voi sarà comunque la fine! Marvin non vi vuole come moglie!>>
Marigold non si lasciò intimidire:
<<Lo convincerò! So essere molto persuasiva! Ho il potere del fuoco!>>
Fuscivarian ridacchiò:
<<Fate troppo affidamento sulle vostre arti di seduzione. Alienor di Alfarian è più giovane e più bella di voi! Avete fatto male a non ucciderla, quando ne avete avuto l'opportunità!>>
Era vero.
Un altro errore... ho sottovalutato quella ragazzina... ed ora anche lei cospira contro di me...
Con uno sguardo furente si rivolse al senatore, puntandogli addosso un dito artigliato:
<<Non illudetevi di poter cambiare il mio destino, Fuscivarian, o il vostro, o quello di chiunque altro si sia macchiato di sangue senza essersi pentito. Presto bruceremo all'Inferno: io, voi, Sephir... per sempre, lo capite? Per sempre... per sempre...>>
Era come impazzita. C'era quasi un singhiozzo in quell'ultima esclamazione. Nessuno l'aveva mai vista così sconvolta.
Il vecchio ne rimase turbato, perché sentiva in lei la voce di tutti i demoni dell'oltretomba:
<<Veramente pensate che non possiamo fare nulla per cambiare il nostro destino?>>
Marigold, si asciugò le lacrime e scrollò le spalle, come se si fosse liberata di un grande peso::
<<E perché dovremmo? La malvagità è nella nostra natura. Chi poteva pentirsi, e salvarsi, lo ha già fatto. Per noi è troppo tardi: o instaureremo l'Inferno su questa terra, o andremo a fare compagnia a tutti gli altri dannati della famiglia Eclionner! Forse troveremo interlocutori interessanti... in fondo, il Paradiso deve essere un posto piuttosto noioso, per gente come noi!>>
Fuscivarian capì che Marigold lo stava avvertendo: se lei fosse crollata, avrebbe trascinato tutti nel suo abisso di fuoco.
<<L'Inferno può attendere, Maestà! Se non ci ostacolerete, potremo permettervi di vegliare sulla Dinastia. Di più non posso promettervi!>>
Marigold non lo ascoltava nemmeno. Gli fece cenno di andarsene, e quando rimase sola, si guardò lungamente allo specchio, e per la prima volta in vita sua, provò vergogna di se stessa.


giovedì 26 luglio 2012

Gothian. Capitolo 86. Marvin incontra Ellis Eclionner



Prima di affrontare l'Assemblea Generale dei Keltar, il giovane re Marvin Vorkidian, già riconosciuto come Profeta, Principe Promesso e Figlio di Cento Re,  aveva ricevuto il giuramento di fedeltà da parte del generale Tork e delle sue truppe di fedelissimi, gli Irriducibili, i combattenti per la fede.
Alla testa di queste truppe, Marvin decise di raggiungere sua zia Ellis a Keltar Augusti, per verificarne l'affidabilità.
Era la prima volta che vedeva Ellis Eclionner di persona, e la trovò straordinariamente giovane.



Aveva sentito parlare di strani rituali di eterna giovinezza, e persino di bagni nel sangue delle vergini.
Non mi stupirei! Quella donna ha fatto scorrere più sangue di suo padre Sephir, e ne ha gioito più di Lord Fenrik. Il Conte se ne ciba: lei ci nuotava dentro.
Ma il padre di Marvin, il principe Masrek, che era di nuovo innamorato di Ellis, aveva giurato che l'ex sovrana dei Lathear si era pentita di tutte le atrocità commesse, ed era pronta al martirio, nella guerra contro il Conte di Gothian, per redimersi dal male.
Quando si incontrarono, Ellis si inginocchiò di fronte a lui dicendo:
<<Vostra Maestà Imperiale, vi accolgo come vostra suddita e servitrice. Le legioni che ho condotto sin qui sono ai vostri ordini>>
Quell'atto di sottomissione, per quanto necessario ai fini del riconoscimento della legittimità dei diritti di Marvin sul trono imperiale dei Lathear, lo mise in imbarazzo.
Non ho ancora fatto niente, e tutti mi trattano da sovrano. Ma al primo errore che dovessi compiere, non esiterebbero a eliminarmi.
Prese le mani di sua zia e, invitandola ad alzarsi, le disse:
<<Ti prego, Ellis, tra noi non ci debbono essere formalità. Chiamami col mio nome e rivolgiti a me come a un nipote, per quanto la tua giovinezza potrebbe farci apparire quasi fratelli>>
Ellis sorrise:
<<Hai lo stesso animo gentile e galante di tuo padre>>
Marvin volle subito valutare se sua zia fosse sincera:
<<Anche di mia madre>> rispose e si chiese se Lilieth avesse in cuor suo perdonato Ellis.



































<<Per diciotto anni l'ho cercata. Ma nessuno sapeva dove fosse. Il Pirata l'ha nascosta bene, e l'ha salvata dalla mia gelosia. Ora so che si dirige di nuovo verso Lathena, per rinvendicare il Trono in tuo nome. Ed ha il mio appoggio>>
Marvin cercava di vedere se rimaneva in lei qualcosa della terribile Vedova Nera.
<<Per tanti anni ti ho temuta. Mia nonna ha fatto tutto il possibile perché i tuoi servizi segreti non mi scoprissero, ma credo che Lord Bial sapesse di me, e volesse proteggermi, forse perché sapeva che un giorno sarei potuto essere utile>>
La donna annuì:
<<Bial ha agito giustamente, al contrario di me. Purtroppo non posso cambiare il mio passato, né alleviare le mie colpe. Posso solo tentare di espiare i miei peccati, sacrificando tutto ciò che ho di più caro, affinché tu possa compiere la missione alla quale sei destinato>>
Marvin sentì una sincera convinzione nella voce di sua zia:
<<Ti credo, Ellis. E accetto la tua alleanza. Abbiamo due nemici comuni: Fenrik e Marigold di Gothian. Anche se non sono più sposati, restano una minaccia per tutti i popoli del Continente>>



L'ex reggente lo guardò con ammirazione:
<<Avrei voluto avere un figlio come te, non come Elner. Lui ti odia anche per questo, e anche se è pronto a combattere contro Fenrik di Gothian, prima o poi vorrà sfidarti a duello>>
Marvin annuì:
<<Anche l'anima di Vorkidex, dentro di me, lo vorrebbe, ma io non credo nella violenza come metodo di risoluzione delle controversie!>>
Ellis era d'accordo:
<<Sei molto saggio Marvin. Non a caso i Keltar ti hanno scelto come guida e i Lathear sono pronti a farlo! Inoltre anche gli Alfar, se riusciremo a liberarli, saranno lieti di offrirti in sposa Alienor di Alfarian, a cui io, purtroppo, ho fatto del male. Spero che tu e lei un giorno possiate trovare quell'amore che a me e a tuoi genitori è stato negato per tanto tempo>>
I pensieri fissi di Ellis erano sempre due: l'amore e la politica, intrecciati e inscindibili.
Da fanciulla ha sacrificato l'amore alla politica, ora sacrifica la politica all'amore.
Ma restavano due dubbi importanti.
<<Come intendi comportarti con tuo padre?>>
L'ex sovrana aveva valutato attentamente la questione:
<<Sephir aveva altri progetti per te. E infatti non ha preso bene il tuo rifiuto di sposare Marigold. Ti incolpa di aver scatenato la guerra, e sta marciando su Lathena, devastando tutto quello che si trova nel mezzo, e attribuisce a te il prezzo del sangue>>



Marvin non ne era sorpreso:
<<Mio nonno è peggio di Fenrik: il vampiro ha bisogno del sangue per nutrirsi, come tu un tempo per mantenerti giovane, ma Sephir ama solo vederlo scorrere nei fiumi. E' l'unica cosa che lo rende felice. Sarà un degno alleato di Marigold, e dovremo sconfiggerlo, tutti insieme! Ed Elner sarebbe di grande aiuto, se riuscisse a liberarsi dal fantasma che lo domina>>
Ellis divenne improvvisamente triste:
<< Elner ormai è posseduto da Arexatan, e non c'è speranza di redimerlo: persino padre Ulume della Sacra Canonica dice che nessun esorcismo potrebbe salvarlo>>



<<E riguardo a mio padre?>>
Quella era la domanda più spinosa.
Ellis si commosse:
<<Lui è tutta la mia vita. Ci amiamo, ma non vogliamo dare scandalo, né generare altre abominazioni. Saremo casti, ma non potremo separarci mai più, perché ormai siamo una persona sola: Masrek è l'altra parte di me, ed è tutto il bene che mi resta>>



Marvin annuì:
<<Ellis, non mi opporrò al tuo amore per mio padre. Era destino che accadesse, e che mio padre fuggisse. Era la condizione per generare me. Ma ora che la profezia si è compiuta, sento con certezza che la tua anima ha imboccato la giusta strada della redenzione. Ora quindi mettiamo da parte tutti i conflitti del passato, e prepariamoci alla grande battaglia contro il comune nemico, Lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian>>








sabato 21 luglio 2012


Un saluto a tutti/e ... sono ancora vivo, e con un supremo atto di narcisismo ( e di coraggio) allego la mia ultima foto, con indosso alcuni acquisti degli ultimi saldi! ;-)
Giacca beige (anche se il colore non si vede bene a causa della webcam), comprata da Zara, camicia azzurra, e cravatta a colori oro, rosso e argento. I capelli sono un po' più lunghi del solito. Ho voluto provare come mi stavano con questo ciuffo nero corvino ;-)
Spero di sopravvivere al prossimo test, il 25!
A presto!
Rick

domenica 15 luglio 2012

La moda nella seconda metà dell'Ottocento



In questa puntata di Storia della moda, riguardante la seconda metà dell'Ottocento ho deciso di concentrarmi su due donne che hanno dettato l'alta moda in Europa e di conseguenza poi nel resto del mondo: una, come potete vedere è Elisabeth von Wittelsbach, principessa di Baviera e poi imperatrice d'Austria e Ungheria
e l'altra è Alessandra di Danimarca, principessa di Galles e poi regina di Gran Bretagna e Irlanda.
Chi più dell'imperatrice Sissi può rappresentare il meglio della moda femminile di metà Ottocento? L'età dei valzer, per intenderci.
Sissi dettò la moda.
E trovò una ammiratrice e continuatrice.
La principessa del Galles, Alessandra di Danimarca, imitò la moda dettata da Sissi e la rese popolare in tutta Europa.

File:Alexandra de Gales.jpg

Alessandra di Danimarca fu Regina di Gran Bretagna e Irlanda dal 1901 al 1910, come consorte di Edoardo VII.



A livello di moda maschile, nei vari decenni della seconda metà dell'Ottocento vi furono alcune caratteristiche che risultano evidenti dai ritratti dei sovrani o dei politici dell'epoca.
Prendiamo per esempio la capigliatura, il pizzetto, la barba, i baffi ecc.
Abbiamo tra il 1850 e il 1870 il trionfo del pizzetto sul modello di Napoleone III.





Oppure le "fedine", cioè basette molto lunghe collegate ai baffi, come nel caso di Francesco Giuseppe d'Asburgo.



Tra il 1870 e il 1900  le due tendenze principali furono quelle dei "baffoni spioventi" alla Bismark...



o  dei "baffoni arricciati" Guglielmo II, Kaiser del Secondo Reich tedesco...

File:Bundesarchiv Bild 146-2004-0096, Kaiser Wilhelm II..jpg

...e quelle della barba incolta, alla Principe Bertie del Galles (futuro Edoardo VII)



Mi riservo di parlare più avanti anche dell'abbigliamento maschile dell'epoca.

sabato 14 luglio 2012

Gothian. Capitolo 85. Marvin convoca l'assemblea dei Keltar



Quando Marvin fece ritorno dal viaggio solitario verso le fonti dell'Amnis, incontrò a metà strada il druido Gwydion, il cavaliere ser Yvain de Bors e , con sua sorpresa, anche il sacerdote Padre Ulume, in rappresentanza della delegazione dei Lathear.
Mostrò loro la spada, ed essi rimasero estasiati.



L'elsa era costituita da un sole dorato, simbolo di Belenos, angelo del sole e capostipite della stirpe dei Vorkidian.
L'acciaio era decorato e sfavillante, l'arma era enorme e incuteva paura.
Ma sul suo significato non c'erano dubbi, e Gwydion per primo si inginocchiò dicendo:
<<Lunga vita al re dei Keltar, Marvin, primo del suo nome, della stirpe Vorkidian, Figlio di cento re, Principe promesso e Profeta del nostro popolo!>>
Marvin accettò l'omaggio, che venne prestato anche da Ser Yvain.
Ulume, essendo un Lathear, si limitò ad un inchino, ma nel suo sguardo c'era la consapevolezza di chi ha visto compiersi un'antica profezia.
Marvin accettò l'omaggio, ma poco aiutò gli amici a rialzarti, e fece un cenno di ringraziamento anche al sacerdote lathear:
<<Amici miei, vi ringrazio per aver riconosciuto per primi la mia regalità, ma il difficile incomincia adesso!
Dovrò parlare ai rappresentati di tutti i Keltar riuniti in assemblea: tutti devono sapere cosa mi è stato detto da Vivien, e conoscoscere qual è la mia missione e come riusciremo a proteggere il nostro popolo e la nostra terra>>
Gwydion sollevò una mano in un gesto di benedizione e rispose:
<<I rappresentanti sono già già stati convocati, mio signore!>>



Ser Yvain aggiunse: <<Ci aspettano a est della foresta di Broceland. Attendono voi, mio re!>>


Marvin sorrise: <<Continuate a chiamarmi col mio nome, senza titoli o forme di cortesia>>
Poi vide che era stato preparato un cavallo nero per lui.
<<Quello è il dono della Congregazione dei Druidi>> disse Gwydion
Marvin aveva appreso l'arte dell'equitazione, così come anche le tecniche di combattimento e l'uso delle armi, quando i ricordi di Vorkidex si erano risvegliati in lui.
<<Non so se tutto quello che ho da dire farà piacere ai druidi>>
Gwydion annuì:
<<Un profeta deve dire anche cose scomode, ed essere pronto ad andare contro le tradizioni. I druidi lo sanno. Se tu troverai le parole giuste per raccontare ciò che ti è stato detto e che hai visto, allora capiranno!>>
Marvin scosse il capo: <<Ci sono cose che non piaceranno neanche a te...>>
<<Per esempio?>> chiese il giovane druido.
<<Vivien ha confermato qualcosa che sospettavo da tempo. La dottrina degli Arcani Supremi contiene degli errori>>
Gwydion capì che erano questioni troppo delicate per parlarne in quel momento, ma il sacerdote Padre Ulume, che aveva sentito, dichiarò:
<<Anche i confratelli della Sacra Canonica hanno molti dubbi su alcune questioni legate agli Arcani Supremi. Soprattutto sul tema dell'intercessione dell'entità sovrumana di fronte alla divinità>>
Ser Yvain, per spezzare la tensione, intervenne.:
<<E credete che all'Assemblea dei Keltar importi qualcosa di queste fumisterie metafisiche?>>



Gwydion approfittò di questa domanda per deviare il discorso:
<<Dipende da come saranno rappresentate le varie fazioni... che rappresentanza avranno i druidi, e quanta i guerrieri o i contadini?>>
Marvin si mostrò sicuro di sé:
<<Ho le memorie di Vorkidex nella mia mente: so bene come erano organizzate le assemblee del regno, prima che Arexatan ci sottomettesse! Torneremo a quelle istituzioni, e sarà un progresso!>>


N.d.A.

Marvin Vorkidian è rappresentato da Jon Snow ne "Il trono di spade" di George Martin.

L'espressione "Figlio di Cento Re" è tratta dai romanzi della serie di Avalon, i prequel de "Le nebbie di Avalon" di Marion Zimmer Bradley.

Il druido Gwidion è rappresentato da re Baelor Targaryen il Benedetto ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco".

La mappa dell'alta valle amnisiana ricalca alcuni tratti del Piemonte e della Valle d'Aosta. I toponimi sono facilmente riconducibili alle città di quella zona.

I Keltar sono i Celti, di cui ho ricostruito le istituzioni in maniera distante dall'originale, come se la Gallia non fosse mai stata invasa dai Franchi, né cristianizzata. E' una sorta di ucronia.

Ser Ywain de Bors è rappresentato da ser Loras Tyrell in "A games of thrones" dove vince il torneo di Approdo del re e dona la rosa a Sansa Stark.




venerdì 13 luglio 2012

La moda ai tempi di Jane Austen e Jane Eyre



Da "Pride and prejudice", (Orgoglio e pregiudizio), il capoloavoro di Jane Austen, sono stati tratti numerosi film che ci possono aiutare a capire come era la moda nella prima metà dell'Ottocento, specie negli anni tra il 1820 e il 1850, dove sono ambientati anche i romanzi delle sorelle Bronte: "Cime tempestose" (1847) di Emily Bronte e "Jane Eyre" (1847) di Charlotte Bronte.
Vediamo di ripercorrere, tramite immagini dei film tratti da questi romanzi, la moda di quel trentennio.





Quale vi convince di più, quello sopra, con Keira KnigthtleyMatthew MacFadyen o quello sotto, con
Colin Firth e Jennifer Ehle?





Sempre di Jane Austeen è  "Ragione e sentimento" (Sense and sensibility). Possiamo riconoscere le note attrici, a sinistra Emma Thompson e a destra Kate Winslett.








Questo qui sotto è l'amico di Lord Darcy, di cui non ricordo il nome, ma è un esempio di moda maschile dell'epoca

E questa è la locandina di un film su Jane Austen, con protagonista la splendida Anne Hathaway:



Ma passiamo ora a "Cime tempestose"



Qui sotto nella miniserie tv con Alessio Boni e Anita Caprioli...






E infine il romanzo "Jane Eyre" di Charlotte Bronte ed il film che ne è stato tratto:










Vi è venuta voglia di rileggere uno di questi romanzi?