giovedì 28 giugno 2012

Maria Callas: la Musica e il Successo (1948-57)



Nel 1948, Maria Callas ottenne, anche grazie all'appoggio del marito Battista Meneghini, il ruolo che la rese famosa in tutto il mondo, e cioè quello della Norma, nell'omonima opera di Bellini, soprattutto per la magistrale e inimitabile interpretazione della romanza "Casta diva", che merita veramente di essere riascoltata, e che vi consiglio caldamente di ascoltare cliccando il link qui sotto:

http://www.youtube.com/watch?v=MBW5a77wINQ

Il suo famoso acuto nel vocalizzo del brano "Casta diva", tutt'ora non superato in altezza da nessun altro soprano d'opera, la trasforò nel giro di pochi mesi da giovane promessa in venerata e consacrata interprete a livello internazionale.
Il successo si accompagnò anche con una operazione di "restyling" della sua immagine: perse 30 chili in un anno, incominciò a vestirsi e a truccarsi come un'attrice di Hollywood. Tutto questo, inevitabilmente, creò attorno a lei l'alone del mito. Non era semplicemente una cantante lirica, era diventata un personaggio dell'immaginario collettivo, o meglio ancora un'icona di un nuovo tipo di bellezza che negli anni '50 si affermò anche nel cinema, nella moda e nella politica (il riferimento è ovviamente a Audrey Hepburn, che era il modello estetico di riferimento della Callas, e poi Cocò Chanel, Wallis Simpson e Jackie Kennedy, la futura rivale in amore della stessa Callas)



Si parlò di "trasformazione della Callas" e rilevantissime furono le conseguenze sull'arte scenica, che la Callas portò ad altezze inimmaginabili: libera e fluida nei movimenti, in condizioni di salute sufficientemente buone (era del resto poco più che trentenne), riconcepì le sue creazioni come in senso coreografico, imponendo un modello di recitazione fortemente espressionistico, dalla gestualità nervosa. L'amico critico Andre Tubeuf sosteneva che, a differenza di altre cantanti bravissime che però cantavano da un lato e recitavano dall'altro, in lei canto e recitazione erano qualcosa di assolutamente integrato, difficile da descrivere (esemplare in questo senso la scena della pazzia di Lucia di Lammermoor, dove il gioco di braccia e di mani ascendente e discendente seguiva in modo inesplicabile e misterioso le frasi musicali). A dimostrazione che il dimagrimento non fosse solo una vanità femminile, ma una seria esigenza artistica al fine di rendere credibili fino a una totale immedesimazione, anche fisica, le sue già prodigiose personificazioni ("un dì felice eterea", canta Alfredo della Traviata, "raggiante di pallore")




Nei primi anni '50 la Callas lavorò soprattutto in Italia, dividendosi tra la Scala di Milano e il Teatro all'Opera di Roma. Pur essendo statunitense di nascita e greca di origine, parlava perfettamente l'italiano, con un leggero accento lombardo-veneto dovuto al fatto che il suo principale interlocutore era il marito Battista Meneghini.
Alla Scala cantò nel ruolo di Tosca, in spettacoli memorabili per la regia di Luchino Visconti e dell'allora suo giovane allievo Zeffirelli, che della Callas fu intimo amico, come anche Pasolini.

Famosissima è la romanza: "Vissi d'arte..." e anche questa merita di essere riascoltata, è sublime, vi prego, regalatevi questo momento di pura estasi:

http://www.youtube.com/watch?v=HfPBNs2rDP0

Altro suo "cavallo di battaglia" fu, ne "La traviata", la romanza "Amami Alfredo..." uno dei più potenti acuti della storia della lirica, anche questo tutt'ora insuperato:

http://www.youtube.com/watch?v=3JE4mIB54mI




Meravigliosa fu lì'intepretazione, nel "Gianni Schicchi" di Puccini, della famosa romanza "O mio babbino caro", che nessun'altra riuscì più a interpretare con eguale potenza e partecipazione psicologica:

http://www.youtube.com/watch?v=s6bSrGbak1g

Alcuni forse la ricorderanno come colonna sonora del film "Camera con vista" di James Ivory, con Helena Bonham-Carter, tratto dall'omonimo romanzo di Forster.


Divenuta una celebrità a livello mondiale, tornò per un breve periodo a New York dopo tanti anni, e divenne il centro della vita mondana di Manhattan, senza per questo venir meno alle durissime ore di prova e di esercitazione di canto a cui si sottoponeva ogni giorno con inflessibile rigore.


File:Maria Callas.1.JPG

Dopo numerosi tour mondiali, raggiunse l'apice della carriera nel 1957, l'anno che segnò una svolta decisiva nella sua vita, quando conobbe Aristotele Onassis, l'uomo della sua vita.

Fine seconda parte.

mercoledì 27 giugno 2012

Gothian. Capitolo 77. La strategia del Conte Fenrik



Dalla fortezza di Haltcomb, sulla catena dei Denti del Drago, il Conte Fenrik di Gothian poteva vedere da lontano la sorgente dell'Amnis, e la radura di Caemlin.
Era molto compiaciuto per come stavano andando le cose.
Ora che Marvin ha rifiutato il Nuovo Patto, si troverà presto tra l'incudine e il martello.
Il gran rifiuto gli aveva infatti alienato le simpatie di Belenos e Kernunnos, ed ormai soltanto Vivien, signora delle acque, Ulien signora della luna ed Aenor, signora della luce, erano rimaste dalla sua parte.
Il potere delle sue protettrici è molto inferiore a quello degli angeli e dei demoni che si è inimicato.
Le conseguenze di tutto questo erano evidenti.
Vivien non potrà sostenere all'infinito l'incantesimo che preclude il passaggio dei miei eserciti!
Ma qui si poneva anche per lui un problema.
Gothar, mio padre, mi sostiene, ma devo trovare alleati per poter forzare la cintura di Vivien.
Il mondo dei demoni era scosso dalla lotta al vertice tra i più potenti: Atar, Eclion e Gothar.
Atar ed Eclion si erano schierati a favore di Marigold di Gothian e di Sephir Eclionner.
Ora spettava a Gothar il compito di trovare alleati.
Un'alleata importante l'aveva già.
Ursula, signora delle paludi, permetterà ad Alienor di Alfarian e a Lilieth Vorkidian di passare la Palus Putredinis e di arrivare a Lathena pronte per la resa dei conti finale con Marigold!



Ma occorreva qualcun altro che gli desse man forte proprio lì, sul fronte nord, da dove presto Marvin si sarebbe mosso nella direzione di Gothian.
Lo schiaccerò come un insetto, appena oserà entrare nel mio regno! Ma la maggior parte delle truppe deve andare a sud, a invadere la Federazione Keltar!
E per questo ci voleva un alleato, qualcuno che odiasse i Keltar.
Tra gli umani, nessuno più di Elner Eclionner, reincarnazione di Arextan, può odiare di più i Keltar. Gli farò invadere la Federazione da sud.
Mancavano però alleati in grado, con la loro magia, di sciogliere l'incantesimo della Cintura di Vivien.


N.d.A.

Il Conte di Gothian è rappresentato da Alucard di Castlevania.

Il nome Haltcomb è ispirato ad Hautecombe, l'abbazia nell'alta Savoia dove è seppellita l'ultima regina d'italia, Maria José di Sassonia-Coburgo-Gotha, moglie di Umberto I, il re di maggio.

Marigold di Gothian è intepretata da Charlize Theron nel ruolo della regina Ravenna in "Biancaneve e il cacciatore" con Kristen Stewart.

I Keltar sono ispirati ai Celti. Gli Alfar sono un incrocio tra gli Elfi e gli uomini del nord.

Gothian. Capitolo 76. Marigold ed Elner: la fine di un amore millenario


Marigold di Gothian, imperatrice dei Lathear, aveva deciso di attendere il ritorno del suo consorte, Elner XI Eclionner, nella sala del trono, per rimarcare il proprio crescente potere politico.
Non lo vedeva da due settimane.
Per quanto faticasse ad ammetterlo, aveva sentito la sua mancanza.
Non è lui che mi manca, ma l'idea che mi ero fatta di lui.
C'era molta amarezza nel suo cuore. L'euforia del potere non riusciva a cancellare la delusione nei confronti del redivivo Arexatan.
Ho aspettato per mille anni qualcuno che non è mai veramente esistito.
Questi pensieri la indebolivano.
Cercò di scacciarli, sorseggiando il rosso vino di Marina Sedovia, feudo del principale capo dell'opposizione senatoriale.
Tutti complottano contro di me. Devo rispondere con un atto di forza, prima che sia troppo tardi. Non posso attendere oltre... ormai mi sono compromessa con Sephir Eclionner e Bial L'Eununo!
Qualunque cosa avessero deciso i suoi congiurati, la guerra sarebbe comunque divampata molto presto.
Mentre era assorta in questi pensieri, il cerimoniere di turno annunciò l'ingresso dell'imperatore Elner XI.



Non aveva uno sguardo amichevole.
C'è la rabbia di Arexatan nei suoi occhi! Devo essere pronta a difendermi anche fisicamente!
Nessuno l'aveva mai battuta in uno scontro, nemmeno Arexatan Eclionner.
Che si faccia pure avanti, io non ho paura...
L'Imperatore avanzò speditamente fino al trono, senza salutare sua moglie, e si sedette di fianco a lei, mantenendo un'espressione minacciosa.
<<Non mi dici niente, Marigold? Non sei felice che tuo marito sia tornato?>>
Il tono era provocatorio e Marigold, che non voleva mostrarsi cedevole, rispose in modo neutro:
<<La severità del tuo sguardo e la freddezza della tua voce non sono certo un invito alla felicità>>
Elner le puntò contro un indice accusatorio:
<<Ho saputo che hai ricevuto molte visite in mia assenza. Credi di poter tramare alle mie spalle senza che io me ne accorga? C'è Arexatan in me! Ed è intenzionato a non farsi eliminare come accadde mille anni fa!>>
Marigold non provò nemmeno a negare: non aveva fatto nulla per tenere nascoste le sue trame. Si sentiva potente, invulnerabile. Aveva l'appoggio dei demoni Atar ed Eclion, e degli angelis Belenos e Cernunnos, i garanti del Nuovo Patto.
Non era la paura a turbarla, ma la consapevolezza della fine di un amore millenario:
<<Dici che c'è Arexatan in te, ma io non ritrovo più l'uomo di allora... cosa ti è successo? Cosa è cambiato?>>
Il volto di Elner divenne improvvisamente triste:
<<Lo hai detto tu: il sogno che interrompi non sarà più uguale. Il nostro sogno si è interrotto mille anni fa... noi siamo solo dei fantasmi, interminabilmente sopravvissuti a noi stessi>>



Marigold sentì che qualcosa dentro di lei si era spezzato per sempre:
<<Come abbiamo potuto ridurci così? Dimmi, Elner, come abbiamo fatto?>>
L'imperatore scosse il capo:
<<In una strada, forse in una stanza, dietro mille finestre, noi guardavamo nella stessa direzione.  E la storia per mille anni si è fermata, è rimasta come ibernata, in attesa. E non ci siamo resi conto che il nostro amore è stato soltanto il pretesto per un patto tra angeli e demoni>>
La Dama Gialla provò un senso di disperazione che non avrebbe mai creduto possibile:
<<Soltanto questo? Guarda che io ti ho amato davvero! Ho accettato il morso del vampiro, e l'ho fatto solo per te...>>
Lui continuò a scuotere il capo:
<<No Marigold, lo hai fatto anche per te stessa, per la tua sete di immortalità, di eterna giovinezza e di potere. La stessa sete che avevo io. Noi abbiamo creduto che questa comune brama fosse un vero amore e non abbiamo fatto in tempo a capire che stavamo sbagliando>>
Lei sgranò gli occhi:
<<Vorresti farmi credere che anche allora non ci amavamo? Come puoi dire una cosa simile?>>



Elner sospirò:
<<Volevamo dar vita a una stirpe di demoni. I nostri padri l'avevano pattuito: Eclion ed Atar! Furono loro a farci credere di essere innamorati, a farci vivere in un'illusione. Ma ora che Atar ha abbandonato Eclion, perché si sono rese possibili nuove e più interessanti alleanze, questa illusione è scomparsa, ed io leggo nei tuoi occhi il tradimento!>>
Marigold si allarmò:
<<Sei tu che mi hai tradita per primo! Ma possiamo ancora salvare la situazione!>>
Lui la guardò severamente:
<<Non mentirmi! Non mentire anche a te stessa!>>
Un lungo silenzio seguì quella frase.
Marigold era confusa:
<<Cosa intendi fare di me?>> gli chiese.
Elner sorrise amaramente:
<<Ti lascio e me ne vado>>
Lei sospirò.
Se adesso te ne vai e fai crollare tutto su di me, ti giuro d'ora in poi io non so più chi sei.
Nascose il dolore come non aveva fatto mai:
<<Guardami negli occhi mentre me lo dici!>>
Elner allora la fissò e il suo sguardo era pieno di rancore:
<<E tu non mi dire adesso che ti dovrei capire. Perdonami, ma io non ti perdonerò. Ti lascio ai tuoi intrighi, che ti si ritorceranno contro. Ti lascio al tuo destino. Ormai nemmeno Ahura Mazda, in tutta la sua misericordia, potrebbe salvare il tuo corpo e la tua anima dal destino di ogni altro corpo e di ogni altra anima>>
Erano le stesse parole scritte nel testamento di Wechtigar il Pio.
Marigold non poteva accettarlo:
<<Io sono immortale! Posso scatenare le fiamme e passare attraverso di esse, così come posso vivere ibernata e ridestarmi intatta! Io non morirò mai!>>
Elner si alzò, diretto verso l'uscita, e senza voltarsi le disse queste ultime parole:
<<Potresti essere già morta e non rendertene conto! La tua vita ormai non ha più senso! La musica della vita ha smesso di suonare per te da molto tempo. Addio, mia cara, addio per sempre. Sì, questa volta sul serio, addio per sempre!>>


N.d.A.

Marigold di Gothian è interpretata da Charlize Theron nel ruolo della regina Ravenna in "Biancaneve e il cacciatore" con Kristen Stewart.

Marina Sedovia è il feudo del senatore Aralte Velares, capo dell'opposizione imperiale. Il nome si è ispirato al principe di Medina Sidonia e alla famiglia Velaryon, parente dei Targaryen ne "Il trono di spade" di George Martin.

L'imperatore Elner XI Eclionner è interpretato da Tom Hiddleston nel ruolo di Loki in "Avengers".

Belenus e Cernunnos sono divinità celtiche.

Nel capitolo sono sottolineate in grassetto due citazioni dalla canzone "California" di Gianna Nannini.

Atar è il nome nel fuoco nella religione zoroastriana o mazdeista. Marigold è una custode del Fuoco Segreto, come Gandalf ne "Il signore degli anelli" di Tolkien e come Melisandre di Asshai ne "Il trono di spade" di Martin. Nel caso di Tolkien la fiamma si chiama Anar e l'anello di fuoco Narya, donatogli dal re degli elfi della costa, Cirdan il Timoniere. Nel caso di Martin, il nome del dio del fuoco è R'hllor.

Nel dialogo finale ci sono molti passi tratti dalla canzone "Se adesso te ne vai" di Massimo di Cataldo.




martedì 26 giugno 2012

Maria Callas, la Divina (1° parte)


Maria Anna Cecilia Sophia Kalogheròpoulos (New York2 dicembre 1923 – Parigi16 settembre 1977), in arte Maria Callas, è stata un soprano statunitense di origini greche e vissuta per lungo tempo in Italia e in Francia. E' in assoluto la cantante lirica più famosa della storia e la sua voce, come in generale tutto il suo personaggio, è diventato qualcosa di "divino". Alcune cose di lei sono note a tutti, ma forse non sono le cose più importanti. Proviamo a ripercorrere la sua vita e la sua carriera musicale per cercare di conoscerne anche gli aspetti meno noti, ma non meno importanti.



genitori, George Kalogeropoulos ed Evangelia Dimitriadou, nati in Grecia, si trasferirono negli Stati Uniti d'AmericaVi sbarcarono nel 1923, e si trasferirono in un piccolo appartamento di Long Island. George Kalogeropoulos, registrato all'anagrafe come George Callas,  trovò lavoro nel settore farmaceutico di un drugstoreMaria nacque al Flower Hospital di New York il 2 dicembre dello stesso anno. 
A tre anni, stando ai racconti della madre Evangelia, che le sopravvisse, Maria sembra già ben avviata alla carriera musicale: a tre anni ascolta arie d'opera grazie alla pianola del padre e della madre, a quattro suona il pianoforte.  Dal 1931 prese lezioni di canto.





Nel 1937 i genitori si separarono e la madre, ritornata in Grecia nel settembre di quello stesso anno, riassunse il cognome Kalogeropoulos. Maria venne ammessa al Conservatorio di Atene dove si diplomò in canto, pianoforte e lingue, studiando con il soprano italiano Maria Trivella, forse prima scopritrice di un registro acuto facilissimo, ma ancora senza quelle note gravi che sarebbero divenute tipiche della sua particolare organizzazione vocale. L'audizione del 1937 prevedeva la "Habanera" dalla Carmen e "La Paloma". L'11 aprile 1938, non ancora quindicenne, partecipò ad un concerto-saggio con altri studenti, e cantò arie da Il franco cacciatore di Weber, La regina di Saba di Gounod e il duetto d'amore dalla Madama Butterfly. Dopo altri piccoli concerti e audizioni, arrivò, il 2 aprile 1939, un ruolo completo da primadonna: Santuzza in Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, vincendo il premio che il conservatorio metteva in palio. Cominciò così la prima fase di una precocissima carriera che le farà guadagnare l'appellativo di "Divina", ma che determinerà anche un prematuro ritiro dalle scene. Nel corso del 1939 continuò a cantare soprattutto arie e duetti del repertorio lirico-spinto italiano (AidaUn ballo in mascheraCavalleria)




Nonostante lo scoppio della guerra e l'occupazione nazista della Grecia, per Maria sarà un susseguirsi di interpretazioni in crescendo, preparate in condizioni precarie ma con uno scrupolo e una precisione inaudite, per l'ambiente musicale greco-tedesco. Non mancarono le accuse di collaborazionismo per aver cantato sotto una direzione tedesca. La madre e la sorella smentirono tali voci, dichiarando che nascondevano in casa alcuni militari inglesi; circostanza relativamente alla quale non manca un episodio toccante, sembra reale, che vedrebbe la Callas improvvisare "Vissi d'arte", dalla Tosca, al pianoforte durante un'ispezione fascista; i militari, distratti dal suo canto, avrebbero desistito da più approfonditi controlli. 



Nel 1945, il 3 agosto, tenne l'ultimo, acclamato concerto ad Atene, poi partì per gli Stati Uniti per stare un po' col padre, ma dopo due anni sostanzialmente inconcludenti a New York, decise di seguire il consiglio della sua insegnante di canto e di trasferirsi in Italia, patria della musica lirica e del melodramma. Era il 1947.




 Il 27 giugno 1947 la Callas arrivò in nave a Napoli, in compagnia di Rossi Lemeni e di Louise Caselotti, la moglie dell'agente Eddie Bagarozy per il quale aveva sottoscritto un contratto capestro, e da lì si recò in treno a Verona per iniziare le prove. Appena giunta nella città veneta, la Callas fece due importanti incontri: con Giovanni Battista Meneghini, suo futuro marito, grande appassionato di lirica e possessore di una fiorente industria di laterizi, e col direttore Tullio Serafini, uno dei più grandi direttori italiani del tempo. Grazie al loro aiuto, Maria riuscì, in Italia, ad ottenere, a partire dal 1948, i suoi primi grandi successi che le conferirono una fama internazionale.


Ma di questo parlerò nella prossima puntata.






lunedì 25 giugno 2012

Gothian. Capitolo 75. La scelta di Marvin: capitolo centrale del romanzo



Marvin camminava solo nel sentiero che costeggiava il fiume. L'Amnis era diventato così piccolo, poco più di un ruscello sassoso. Le fonti erano vicine.
Vivien attende la mia decisione. Solo in base a quella mi giudicherà degno di guidare il mio popolo verso la salvezza.
Non aveva voluto nessuno con sé, in quell'ultimo tratto di strada.
Doveva concentrarsi. Nemmeno la voce di Vorkidex osava disturbare i suoi pensieri.
Qualsiasi sarà la mia scelta, molti ne soffriranno ingiustamente, molti moriranno senza colpa, e tutto per un sì o per un no.
Il peso di quella responsabilità gravava su di lui più della pesante armatura, più della fatica di quella salita, più delle nubi grige che oscuravano il sole.
Anche gli dei si sono fatti da parte. Su questa decisione non deve pesare l'influenza di nessuno.
Non era così che si era immaginato la sua ascesa alle sorgenti dell'Amnis.
Una profonda tristezza e un doloroso senso di solitudine esistenziale gli pesavano sul cuore.
Tutto è sospeso, qui, nell'Ultima Valle.



Anche il paesaggio, immobile, attendeva.
Ed era inutile chiedersi "perché proprio a me...", inutile implorare gli angeli.
Proteggetemi custodi miei silenziosi, perché il sole si raffredda...
Inutile. Nessuno poteva intervenire.
Il tempo era scaduto. Rien ne va plus.
Se scelgo di sposare Marigold di Gothian, angeli e demoni sigleranno il Nuovo Patto e sarà quasi impossibile distinguerli, tanto il Bene e il Male  si mescoleranno in un compromesso senza dignità.
No, non poteva accettarlo.
Per quanto tutti fossero tentati da questo accordo, Marvin Vorkidian rifiutava con la mente e con il cuore qualsiasi patto col diavolo.
Se rifiuto di sposarla, la guerra divamperà senza scampo in tutto il Continente, e l'Universo stesso ne sarà scosso fin nelle fondamenta.
Ogni persona che sarebbe morta in quella guerra, avrebbe gravato per sempre sulla sua coscienza, ed i sopravvissuti, piangendo i loro morti, avrebbero maledetto il suo nome.
Ma se dobbiamo vivere in un mondo dove Bene e Male non si distinguono più, dove non sapremo più a chi rivolgere le nostre preghiere, perché nessuno potrà più intervenire né intercedere per noi, allora meglio la morte, mille volte meglio!
Questo era il suo pensiero, ma sapeva bene che molti, forse la maggioranza, non sarebbero stati d'accordo con lui.
Si fermò, e si sedette su un masso, raccogliendo con le mani l'acqua gelida del ruscello.
L'acqua è pura solo alla sorgente.
Pura, incontaminata. Puro Bene senza alcuna scoria di Male.



Quell'acqua gli ridonò le forze.
Sentiva di essere diventato indistinguibile da quell'acqua.
Sono acqua di fonte, che al suo monte non può ritornare, e il suo orizzonte è solo vivere. E vivere da solo come il sasso di un torrente, che non cambia la corrente, mentre il tempo se ne va, e resta niente.
Era una canzone che sua nonna gli cantava quando era bambino, e sognava di risalire il grande fiume, di trovare la purezza, dopo un'infanzia trascorsa tra canali limacciosi, nell'umido delta.
Ma c'era anche un'altra realtà, gli diceva lady Ariellyn, continuando a cantare.
Sono acqua di foce, ed è una croce non sapere mai se la mia voce è fiume o oceano. E non c'è no fiume che due volte sia capace di bagnarmi, e darmi pace.
Si accorse che la dolcezza dell'acqua del ruscello si stava mescolando col sale delle sue lacrime, che rigavano il suo viso di ragazzo.
Ma non sono più un ragazzo: nelle Altre Memorie dei miei antenati, risvegliati dentro di me, ci sono ricordi che farebbero inorridire anche i mostri di Gothian.
Se chiudeva gli occhi, rivedeva tutti gli Eclionner e i Vorkidian dalla prima all'ultima generazione.
Figlio di Cento Re, lo chiamavano, come se questo fosse un onore.
Discendo da una stirpe di demoni.
Quella era la realtà, gli Eclionner erano stati la dinastia più crudele della storia.
Non occorre risalire troppo indietro. Ellis faceva il bagno nel sangue delle vergini, per mantenere intatta la sua bellezza. Sephir tinse di porpora il fiume Dhain, alle porte di Elenna, nell'anno della Primavera di Sangue.
Non poteva accettare il loro ricatto. Doveva trovare il buono che c'era in lui.
E quel buono aveva un nome: Lilieth Vorkidian, contessa di Keltar Senia, sua madre.
Madre, mostrami il tuo volto, dammi la forza di compiere la scelta giusta!
Chiuse gli occhi e l'immagine di Lilieth gli apparve in tutta la sua dolcezza.



"Figlio mio, ti sento! Anche se sono lontana, ogni mio pensiero è per te. Verrà un giorno, alla fine di tutto, in cui potremo finalmente abbracciarci. Sono orgogliosa di te, perché hai scelto la parte migliore. Ti prometto che sconfiggerò la Dama Gialla, e lo farò con l'aiuto di una fanciulla che come te sta affrontando da sola le forze del Male. Ricordati di me e di lei, nei momenti in cui ti sentirai disperato. Ricorda il mio volto, che è il volto dell'amore, e ricorda quello della fanciulla che è con me, Alienor di Alfarian. Guarda la sua radiosità: che possa essere per te una luce in luoghi oscuri, quando ogni altra luce sarà spenta"




La dolcezza della visione di Alienor fu come un balsamo per l'animo tormentato di Marvin.
Ci si può innamorare di una persona che abbiamo visto soltanto come riflesso della memoria di un altro? Forse, ma più che amore è conforto ciò che ora chiedo. C'è un tempo per ogni cosa ed tempo dell'amore verrà più avanti. 

N.d.A.

L'immagine delle sorgenti dell'Amnis è una foto delle sorgenti del Po, sul Monviso.

La frase "Proteggetemi perché il sole si raffredda" è tratta dalla poesia di Eugenio Montale, Proteggetemi,
che fa parte della raccolta Quaderno di quattro anni.

Rien ne va plus è un'espressione francese (che nel romanzo "Gothian" è la lingua keltar moderna dell'alta aristocrazia cittadina) tratta dal gioco d'azzardo: Le jeoux son faits. Riguardo alle lingue dei Keltar (ispirate dalle lingue celtiche, da quelle gallo-romanze e dai dialetti gallo-italici) esiste un'ampia varietà a seconda del tempo (variante diacronica), del luogo (variante diatopica), della condizione sociale dei parlanti (diastratica), del contesto (diafasica) e del mezzo scritto od orale di comunicazione (diamesica). In base alla combinazione di queste varianti esistono determinati registri. Nel caso della lingua dei Keltar al vertice della gerarchia dei registri si ha la variante moderna scritta presso la città di Amnisia dall'alta aristocrazia e dai letterati nel contesto dell'ambiente di corte.

Il tema del patto col diavolo è derivato dal Faust. L'inizio del capitolo è molto amletico, anche se poi Marvin prende una decisione molto chiara e netta.

"L'acqua è pura solo alla sorgente" è una frase tratta dalla canzone "Fiore di melograno" cantata da Mia Martini negli anni '70.

Il periodo che incomincia con "Sono acqua di fonte"e termina con "e resta niente" è tratto dalla canzone "Cuore di aliante" di Claudio Baglioni, così come anche il periodo che inizia con "Sono acqua di foce" e termina con "darmi pace".

Le Altre memorie sono un tema presente nel ciclo di "Dune" di Frank Herbert.

Lilieth Vorkidian è interpretata da Claire Forlani nel ruolo di "Igraine Pendragon", duchessa di Cornovaglia e poi regina di Britannia e madre di Artù e Morgana, nella serie tv "Camelot".

Riguardo alle frasi finali ci sono vari elementi a cui mi sono ispirato. Uno è la frase che, nel finale di "Dead man walking" l'attrice Susan Sarandon pronuncia al condannato prima dell'esecuzione: "Guardami, perché voglio che l'ultima cosa che tu vedi sia il volto dell'amore".

La frase "Possa essere per te una luce in luoghi oscuri, quando ogni altra luce si spegne" è pronunciata da Cate Blanchett nel ruolo di Galadriel, regina degli elfi di Lothlorien, ne "Il signore degli anelli" di Tolkien, quando ella dona a Frodo la "luce di Earendil, la nostra stella più amata". Questa luce è l'acqua che risplende del riflesso della stella di Earendil. Il mito di Earendil, padre di Erlond, è ne "Il Silmarillion".

Alienor di Alfarian è interpretata da Jessica Brooks nel ruolo di Ghanima Atreides ne "I figli di Dune".

"C'è un tempo per ogni cosa" è l'incipit di un celeberrimo passo dell'"Ecclesiaste".



domenica 24 giugno 2012

La moda nel Cinquecento (Rinascimento)


File:Bartolomeo Veneto 001.jpg

L'immagine qui sopra è un famoso ritratto di Lucrezia Borgia, duchessa di Ferrara, dipinto da Bartolomeo Veneto intorno al 1510.
Il Cinquecento è passato alla storia come il secolo del Rinascimento.
Il Rinascimento è un periodo artistico e culturale della storia d'Europa, che si sviluppò a partire da Firenze tra la fine del Medioevo e l'inizio dell'età moderna, in un arco di tempo che va all'incirca dalla seconda metà del XIV secolo fino al XVI secolo, con ampie differenze tra disciplina e disciplina e da zona a zona.





Il Rinascimento, vissuto dalla maggior parte dei suoi protagonisti come un'età di cambiamento, maturò un nuovo modo di concepire il mondo e se stessi, sviluppando le idee dell'umanesimo nato in ambito letterario nel XIV secolo (da Petrarca) e portandolo a influenzare per la prima volta anche le arti figurative e la mentalità corrente.





La vera rivoluzione nell'abbigliamento femminile avviene con Elisabetta I Tudor


File:Elizabeth I in coronation robes.jpg










Per i maschi nel '500 torna di moda la barba, perché la portava l'imperatore Carlo V per nascondere il suo lunghissimo mento.



Qui sotto Enrico VIII

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Qui sotto il re di Francia, Francesco I

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Enrico, duca d'Angiò, poi re Enrico III di Francia

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Enrico di Lorena, Duca di Guisa



Thomas Howard, Duca di Norfolk

File:ThomasHoward4HerzogvonNorfolk.jpg


Gli uomini indossano prevalentemente capi scuri.Incomincia a farsi strada l'uso del bavero bianco, che qui sotto vediamo portato da Cosimo I de Medici, Granduca di Toscana.


Un capo d'abbigliamento tipico della moda maschile del Cinquecento era la stola di pelliccia che si può osservare nei seguenti ritratt, come anche la collana, che indicava il possessore come appartenente ad un ordine cavalleresco :

Sir Thomas Moore, ritratto da Hans Holbein




Lord Charles de Solier, ritratto da Hans Holbein


File:Hans Holbein d. J. - Portrait of Charles de Solier, Lord of Morette - WGA11551.jpg

Cosa ne pensate della moda di questo periodo?



venerdì 22 giugno 2012

Gohian. Capitolo 74. Sephir Eclionner incontra il suocero Fuscivarian



Sua Altezza Imperiale il principe della corona Sephir Eclionner, vestito in armatura e toga dopo tanto tempo,  alla testa di 10 legioni di Lathear, circondò la roccaforte di Marina del Campo, che si arrese senza alcuna resistenza.
Sul motivo che aveva spinto Sephir a prendere il controllo della cittadella non c'erano dubbi:  lì infatti si trovava confinato suo suocero, il senatore Fuscivarian, segregato in un convento.
Sephir non lo vedeva da 18 anni, da quando cioè suo padre, il vecchio imperatore Wechtigar XVI, su istigazione dello stesso Fuscivarian, aveva diseredato ed esiliato il principe ereditario, a causa della disfatta militare nella spedizione contro gli Alfar.
Quello stesso giorno Sephir era stato gravemente ferito alla gamba destra nell'ormai leggendario duello col Conte Fenrik di Gothian, durante la battaglia di Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue.
Da allora tra i due era nato un odio profondo, anche se per motivi politici si erano trovati costretti più volte a complottare intrighi di palazzo.
Sephir si considerava un vecchio, per i suoi 75 anni, ma suo suocero Fuscivarian era veramente decrepito, con i suoi 95.
Da quando poi Elner XI lo aveva costretto a farsi monaco, e a vivere relegato nel convento di Marina del Campo, il senatore appariva ancora più vecchio e incartapecorito.



Lo sguardo di Fuscivarian aveva conservato quella lieve piega ironica, unica concessione all'emotività in un volto da sfinge mummificata.
<<Questa sì che è una sorpresa: Sephir Eclionner... già Principe della Corona, ora latitante e bandito, a capo della Piovra. Come è possibile che un pendaglio da forca come te giri impunemente per l'Impero e si faccia annunciare come un generale vittorioso, cosa che non sei mai stato e mai riuscirai mai ad essere!>>
Un'accoglienza più gelida e beffarda non poteva esistere.
Ma Sephir non si lasciò scalfire:
<<Anche per me è una sorpresa trovarvi vivo, senatore Fuscivarian, dopo che avete ucciso la vostra stessa figlia, la mia povera Wensy, e avete sobillato Ellis contro il resto della famiglia, benedicendo persino il suo vergognoso incesto con Masrek! Chi è dunque il pendaglio da forca tra noi due? Mi chiedo se non sia giunto il momento di mandarvi all'inferno>>
Il Senatore sogghignò:
<<Se era questo il tuo obiettivo, caro genero, l'avresti già realizzato da un pezzo. Sei la persona più sanguinaria della storia imperiale, Sephir. Peggio dei vampiri! Loro almeno del sangue se ne cibano. Tu provi piacere semplicemente a spargerlo. Hai persino infranto l'Antico Patto, portando morte e fiumi di porpora tra gli Alfar, a Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue>>



Sephir scrollò le spalle:
<<Anche voi vi siete dato molto da fare quell'anno. Siete riuscito ad avvelenare mio padre, a far credere che mio figlio fosse morto, e infine ad avvelenare il marito di Ellis, quel povero idiota di mio nipote Elner X. Ma non sono qui per fare a gara a chi ha seminato più vittime. Sono qui per parlare del Nuovo Patto>>
Al solo sentir pronunciare quella parola, il decrepito senatore sgranò gli occhi immersi in un mare di borse e di rughe:
<<Un Nuovo Patto? Ma se ormai i demoni hanno conquistato tutto il Continente Centrale?>>
Sephir scosse il capo:
<<No, molte zone dell'Impero sono sotto il mio controllo, e la Federazione Keltar si sta per ricostituire in un Regno unitario, sotto la guida di mio nipote Marvin, che è anche vostro pronipote, in quanto figlio di Masrek>>
Il Senatore annuì:
<<Marvin ... il figlio segreto di Masrek!>>



Lo Sciancato confermò:
<<Voi siete suo bisnonno, tramite Wensy, ed io suo nonno... lui è tutto ciò che ancora ci accomuna, e avremmo entrambi interesse affinché Marvin ascendesse al Trono del Sole!!>>
Fuscivarian sogghignò nuovamente:
<<E' sempre bello rientrare nel Gioco del Trono... ho sempre sostenuto che fosse l'unico gioco in cui valesse la pena impegnarsi. L'unico gioco che conta. Ellis ed Elner mi hanno deluso, ed ora c'è quella terribile Marigold di Gothian... come potremmo riuscire a sconfiggere quella strega... a meno che... >>
Sephir terminò la frase:
<<A meno che non riusciamo a far sposare Marigold e Marvin. Questa è la sintesi del Nuovo Patto! Abbiamo l'appoggio di Eclion e di Atar, tra i demoni, e di Belenos e di Cernunnos tra gli angeli. Gli altri per ora si mantengono neutrali>>
Il senatore annuì:
<<Ed io come posso esserti utile? E soprattutto, cosa ci guadagno?>>
Lo Sciancato scosse il capo:
<<Sempre le solite domande... ebbene, voi avete ancora molti amici in Senato e nel Clero: vi chiedo di convincerli ad abbandonare Elner e a schierarsi per Marvin. Possiamo già contare sull'appoggio di Bial l'Eunuco e dei servizi segreti, e persino della Grande Canonica: il nuovo priore Ulume è un mio fedelissimo.  Naturalmente voi sarete ricompensato con la revoca dell'esilio, la nomina a Presidente del Senato e a Ministro degli Interni... che ve ne pare?>>
A Fuscivarian brillavano gli occhi:
<<Considerala già una cosa fatta! Ma ti pongo solo una domanda: come riesci a fidarti di me, dell'uomo che ha ordinato la morte della sua stessa figlia, tua moglie, e ha rovinato i figli che hai avuto da lei?>>
Qui Sephir rimase pensieroso per un po', e poi rispose:
<<Sono un Eclionner, e gli Eclionner non hanno figli, hanno solo degli eredi!>>


N.d.A.

Sephir Eclionner è interpretato da Charles Dance nel ruolo di lord Tywin Lannister ne "Il trono di spade" di George Martin.

Il toponimo Marina del Campo si ispira a quello di Medina del Campo, dove morì Isabella di Castiglia.

Gli Alfar sono un incrocio tra gli Elfi e i popoli del nord del Continente centrale.

Il senatore Fuscivarian (Fujiwara) è intepretato da Ian McDiarmid nel ruolo dell'imperatore Palpatine in "Guerre Stellari".

"I fiumi di porpora", espressione rappresentata nella seconda immagine, è il titolo di un ottimo film thriller con Jean Reno, tratto da un omonimo romanzo.

"Il gioco del trono" è il titolo italiano dei primi due romanzi della serie "Le cronache del ghiaccio e del fuoco". Separatamente i due romanzi si intitolano "Il trono di spade" e "Il grande inverno", seguiti poi da "Il regno dei lupi" (con riferimento alla famiglia Stark) e "La regina dei draghi" (con riferimento a Daenerys Targaryen).

La frase finale è ispirata da una affermazione di Pietro il Grande quando ordinò l'esecuzione di suo figlio Alessio Petrovich Romanov, accusato di cospirazione e alto tradimento: "Gli zar non hanno figli, hanno solo degli eredi".