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domenica 18 marzo 2012

Gothian. Capitolo 28. Ellis e Marigold: giochi pericolosi a corte


L'Imperatrice Vedova ostentava un’aria di grande sicurezza quando prese posto nella sala del trono per la  tradizionale riunione del Senato Imperiale, che si teneva a metà dicembre, a Corte, per discutere sulle condizioni dello Stato. Ciò che colpì maggiormente i senatori era che la Reggente aveva deciso di non indossare più gli abiti del lutto, dopo tanti anni, e di sfoggiare un vestito che ne sottolineava la bellezza.


Devono pensare che sto bene, che sono sana e forte più che mai! 
Era fondamentale, nei momenti di crisi, cercare di trasmettere una immagine di potenza.
Davanti a lei c'era tutta l'aristocrazia dell'Impero: militari, burocrati, nobili di ogni grado, preti, rappresentanti delle corporazioni.
La mia base di consenso è ancora ampia.
Ma non poteva illudersi troppo. Con l'avvicinarsi del Millennio, e quindi della scadenza del Patto, tutte le forze che da decenni tramavano nell'ombra sarebbero presto uscite allo scoperto.
«Onorevoli senatori» incominciò con voce ferma «l'anno che sta per concludersi, il diciassettesimo del regno di mio figlio Elner, ha visto aggravarsi alcune problematiche da tempo irrisolte. Nei territori che sono fuori dal dominio del nostro Impero, la situazione sta precipitando. Intere zone della Federazione Keltar sono sotto il dominio di due pericolose organizzazioni criminali, l'Alleanza di Tupile, che esercita la pirateria sui mari, e la Piovra di Terramara, che controlla i fiumi e le foreste della valle amnisiana. Tutto ciò non è più tollerabile!»
Un gradito applauso confortò la sovrana.
«E’ mia intenzione colpire questi criminali al più presto, per evitare che consolidino le loro posizioni. A tal fine ritengo necessario che il mio incarico di Reggente sia confermato anche per il prossimo anno, ed accresciuto con nuovi poteri operativi. A tal fine ho preso accordi con i miei collaboratori...» e indicò Fuscivarian, Tucker e Bial.
Le apparvero del tutto inadeguati alla gravità del momento.
Tre incapaci che non sanno più nemmeno allacciarsi le scarpe!
Ma non poteva fidarsi di nessun altro.
«... affinché provvedano nelle sedi opportune a rafforzare i poteri istituzionali della Reggenza, e ad inasprire le punizioni verso tutti coloro che vi si oppongono»
Un silenzio cupo accolse questa dichiarazione.
Che mi odino pure, purché mi temano!
Occorreva però, dopo il bastone, usare anche la carota.
«A tutti voi che costituite l'aristocrazia imperiale, io offro la possibilità di estendere i vostri poteri, le vostre terre, le vostre ricchezze e la vostra gloria, se collaborerete con me e con i miei consiglieri al fine di preparare un'operazione di sicurezza nelle terre della Federazione Keltar» 
Un applauso accolse quella proposta, che era stata già fatta circolare ampiamente, per valutarne il gradimento.
Operazione di sicurezza. Un ottimo eufemismo... merito di Marigold! 
E lanciò un rapido sguardo alla Dama Gialla, che stava in piedi a sinistra del trono dell'imperatrice, ed osservava il Senato con espressione minacciosa.



Ellis trovava divertente il fatto che due donne riuscissero a terrorizzare quell'assemblea di maschi così presuntuosi ed arroganti.
«Mentre il nostro stimato Primo Ministro Tucker continuerà ad occuparsi dell’ordinaria amministrazione dei territori sotto il legittimo controllo della Dinastia...»
Si fermò un istante per guardare in faccia il suo fedelissimo, in piedi alla sua destra.
Tucker non sa nemmeno contare fino a dieci, ma è l'unico che mi può garantire piena fiducia.
Inspirò per riprendere fiato:
«...l’eunuco Bial avrà il compito di coordinare l’attività strategica e diplomatica nella conduzione dell'operazione di sicurezza, insieme ai capi dell’esercito e della marina»
Come si aspettava, alla sola pronuncia del nome dell'eunuco, tornò il silenzio gelido.
Ci sarà da ridere a vedere quella femminuccia di Bial che tiene testa a quei militari fanfaroni...
Sorrise al pensiero.
«Bene! Ora, per domande, dubbi e chiarimenti, vi lascio in buona compagnia, con il nostro saggio e beneamato senatore Fuscivarian...»
Il tono era decisamente ironico.
Non vi invidio affatto per tale "buona compagnia"... 
Guardò di sottecchi l'anziano avo materno, che osservava la scena con occhi semichiusi e teneva le mani occupate gingillandosi con alcune monete d'oro.


«... e nel prendere congedo, invoco su di voi la benedizione di Eclion!»
Si alzò dal trono e sollevò le mani al cielo, con i palmi aperti, mentre tutti cadevano in ginocchio davanti a lei.
Provò un senso di ebbrezza di fronte a quella manifestazione del proprio potere.
Mi mancherà tutto questo... mi mancherà terribilmente...
Si voltò per nascondere la sua improvvisa commozione, e fece cenno alla Prima Dama di seguirla.
Tutti conoscevano di fama la Contessa di Gothian, e parevano attendere il giorno in cui la Dama Gialla li avrebbe liberati dalla tirannide della Vedova Nera.
Passerebbero dalla padella alla brace... Marigold ed Elner sarebbero centomila volte peggio di me e dei miei ridicoli collaboratori!
Le due donne uscirono dalla sala, e camminarono lungo corridoi e scale interminabili, salutate militarmente dalle guardie, fino al arrivare ai piani nobili della reggia.
«Vorrei parlare con te in privato, Marigold... seguimi nelle mie stanze!» 
La Contessa di Gothian annuì leggermente, impassibile.
Quando arrivarono al soggiorno, Ellis fece uscire le ancelle e disse alle guardie che sostavano dietro la porta: «Non voglio essere disturbata a meno di eventi gravissimi e questioni improrogabili»
Una volta che la porta fu chiusa, l'imperatrice cambiò completamente espressione, e lanciò a Marigold uno sguardo gelido.
Adesso vediamo se è veramente lei la Fanciulla Dorata delle Nevi!
Si avvicinò ad un vecchio seggio. 
«Marigold, aiutami a togliermi questo abito»
La Dama Gialla obbedì, con aria guardinga.
Ellis rimase con indosso soltanto un corpetto di color vermiglio e oro.
Guarda il mio corpo: sono ancora giovane, bella e forte!



Si accomodò sulla poltrona e fissò la sua dama di compagnia con occhi sospettosi.
 «Marigold, io non sono sicura di potermi fidare di te»
La Dama Gialla non reagì come Ellis si era aspettata.
Non parlò, assunse un'insolita espressione di dolcezza, e gentilmente, con la mano destra, bianchissima e morbida, toccò il ginocchio sinistro dell'imperatrice, senza dire nulla.
Un brivido passò dalla donna bionda a quella mora.
Ecco la sua risposta... il suo tocco magico!
Ellis avrebbe voluto ironizzare su quell'assurda manifestazione di intimità, e togliere la mano dell'altra donna, che stava pericolosamente risalendo verso la coscia, ma si sentiva come ipnotizzata, e non trovava le forze.
Cercò, almeno, di trovare le parole: «Guardami, Marigold, e rispondimi! Sei tu la Fanciulla Dorata delle Nevi di cui parla la profezia di Padre Mollander? Sei tu colei che mi toglierà tutto ciò che ho di più caro?» 
La Dama Gialla scosse il capo, e la sua espressione divenne incredibimente triste.
Appariva sinceramente addolorata.
Mi guarda come se avesse davanti l'immagine di qualcuno che è morto da molto tempo. 



Ellis non sopportava quello sguardo compassionevole, e tanto meno quel silenzio ostinato.
«Di' qualcosa, maledizione!»
La Contessa di Gothian, allora, sussurrò: 
«Io sono devota ad Eclion e voi siete una Eclionner. Questo significa molto per me»
Non era una risposta esauriente, ma c'era qualcosa di vero.
E' una sacerdotessa di Atar, che a sua volta è un servitore di Eclion... questo ha un senso, ma non basta... non ha negato di essere la Fanciulla Dorata della profezia!
Marigold si avvicinò e con l'altra mano spinse di lato l'altra gamba dell'imperatrice.
Ellis sentì il profumo dolcissimo della donna bionda, e fu percorsa da un nuovo brivido.
Questa incantatrice mi sta stregando!
La Vedova Nera non aveva mai permesso ad alcuna donna di osare tanto, nemmeno a quella mezza donna che era il suo eunuco.
Non era mai stata attratta dalle donne, ma la Contessa di Gothian era come una calamita, attirava tutto ciò che aveva attorno. Bisognava fermarla!
«Non andare oltre! Non sono mai stata fortunata negli amori trasgressivi...» 

Marigold la guardò negli occhi.
Aveva compreso al volo: «Vi riferite a Masrek, vero?»
Ellis sospiro, ripensando al suo dolce fratello.


Sentì un improvviso bisogno di confessare alla Dama Gialla il suo tormento.
 «Sì, è la sua ombra che mi perseguita...  pensa che a volte sogno che siamo ancora bambini, e gli dico: "Masrek, credevo che fossimo grandi, e che tu fossi fuggito via". E lui mi  risponde: "E' così infatti! Lascia che la mia fuga immobile possa dare speranza a chi crede che la partita sia ancora aperta, perché la partita è chiusa solo per chi si arrende..."»
Marigold parve sinceramente turbata da quel racconto:
«E il sogno continua?»  
Ellis annuì, doveva farle capire che si era pentita.
«Io gli urlo: Pietà! Pietà per il perdente e per chi ha vinto, pietà per chi si sbaglia o ha già sbagliato, pietà per chi non sa Chi è il Bene e il Male, pietà per chi lo sa, per chi lo dice... pietà per chi lo ignora e brancola nel buio...» 
La Dama Gialla era sconvolta. Ellis aveva mostrato un'intuizione pura degli Arcani Supremi. Questo la rendeva molto più consapevole, imprevedibile, e pericolosa.
«Maestà, il vostro dolore è più forte di quanto immaginassi. L'ombra di Masrek vi sta cambiando...» 

La sovrana scosse il capo:
 «No, Marigold, non sto cambiando, sto solo ritrovando me stessa...» 
sospirò «... quella che ero prima, la fanciulla il cui unico peccato era di amare la persona sbagliata»



La Dama Gialla chiuse gli occhi, e parlò con voce suadente:
«Amare non è mai un errore»
Le sue mani ripresero ad avanzare lungo i fianchi dell'imperatrice.
Ellis non credeva a questo lato sentimentale e passionale di Marigold.
Decise di accusarla fino in fondo, e nel contempo di accusare se stessa.
 «E invece sì che può esserlo! E' un errore quando pretendiamo il possesso della persona amata! E' uno sbaglio quando la persona che amiamo diventa solo un mezzo per soddisfare i nostri piaceri. Tutto questo conduce al disprezzo per gli altri e per se stessi. Amore e odio si confondono, diventano le facce della stessa medaglia. Questo amore mi ha fatto diventare cinica, crudele ed io... io odio ciò che sono, ciò che sembro... mi sono allontanata così tanto dalle virtù classiche da non trovare più un'anima che mi stringa forte di notte e mi dia una ragione sincera per risvegliarmi la mattina»
Gli occhi di Marigold brillavano, e questa volta non per la rabbia, ma per la passione.
E' sincera, dovette ammettere Ellis, ma questo non la rende meno pericolosa...
Ora sapeva senza ombra di dubbio che Marigold era la Fanciulla Dorata della Profezia e che avrebbe causato la sua rovina. Solo l'Antico Patto l'aveva trattenuta, ma dopo...
Ellis ormai aveva deciso: avrebbe lasciato Lathena allo scadere del Millennio, per guidare il suo esercito verso l'ultima battaglia. Ormai i preparativi erano stati avviati. Presto sarebbe dovuta partire. Avrebbe lasciato Elner alla Dama Gialla, e sarebbe andata alla ricerca di Masrek.
Ma non ora! Ora ho bisogno di Marigold, del suo fuoco che riscaldi il mio cuore di ghiaccio! Lei è la mia consolazione e la mia nemesi, la mia espiazione e la mia redenzione... 
Sarebbe giunto presto tra loro il tempo dell'odio, ma non quel giorno, non in quel momento, non lì.
Oggi siamo due persone che hanno perduto troppo presto il loro unico amore, e hanno l'bisogno l'una dell'altra, pur sapendo che presto una sola delle due si potrà salvare.



N.d.A.

Marigold di Gothian è Cersei Lannister interpretata da Lena Headey.
Masrek Eclionner è rappresentato da Finrod Felagund, re degli Elfi Noldor nella Terra di Mezzo. Finrod è figlio di Finarfin e fratello di Galadriel, regina degli Elfi di Lothlorien.
Ellis Eclionner è rappresentata come Morgana di Avalon, la fata celtica del ciclo bretone, sorella di re Artù di Camelot.
Sibelius Fuscivarian (o Fujiwara) è rappresentato da Viserys II Targaryen.

sabato 25 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 17. Marigold ed Ellis: le due "cattive" si incontrano


Marigold Steinberg, Contessa di Gothian, era giunta a Lathéna pochi giorni prima, scortata dagli agenti dei Servizi Segreti Imperiali. Gli uomini di Bial l'Eunuco l'avevano alloggiata in un lussuoso edificio dell'Acropoli, da cui si godeva una splendida visuale della capitale dell'Impero, situata in un istmo tra i due Oceani, alla latitudine dell'Equatore.
Com’è cambiata la tua Città Santa, Eclion, da quell’ultima volta!


Qualcosa di simile a un sentimento si affacciò nel cuore della Dama Gialla. 
E' passato troppo tempo... 
Un antico dolore perturbò per pochi secondi il suo animo di ghiaccio.
Qualcuno ricorda ancora chi era Edwina Ataris?
Forse chi aveva ucciso il suo uomo, aveva cancellato anche il ricordo di lei.
Nemmeno nell'Antico Patto il suo nome compariva. 
Meglio così... meglio che tutti credano che io sia morta con lui...
La rabbia si sostituì al dolore.
I morti sanno compiere meglio le loro vendette!


La Contessa di Gothian sapeva che insieme a lei gli spiriti dei suoi Albini, ravvivati dal fuoco di Atar e dalla potenzia di Eclion, le avrebbero permesso di imporsi sulla discendente di Wechtigar I il Pio.
Wechtigar l'Assassino! Ma il tempo della giustizia è arrivato, Arexatan!
Tutto era stato preparato nei minimi dettagli.
Quando fu il momento, Marigold uscì dal suo alloggio e incontrò i pretoriani dell'Imperatrice, che la condussero nella Grande Piramide, presso la Sala del trono. 
E’ tutto più sfarzoso, più ostentato rispetto ad allora… eccessivo, direi, e di cattivo gusto!
La sala era buia.
Il Trono del Sole era vuoto, ma questo era ovvio. Ellis aveva ancora il buon senso di rispettare le apparenze.
Fintanto che nella mente di suo figlio non si risveglierà il mio amato.
Fu annunciata con solennità, nella penombra blu dell'enorme sala.
Si avvicinò lentamente. Doveva fermarsi a dieci passi dal seggio granitico dove Ellis sedeva, di fianco al trono.
Il seggio di granito delle imperatrici! E’ sempre quello. Sempre lì…come allora, quando io...
Ma il pensiero si interruppe.
La vista della Vedova Nera si impose ai suoi occhi.
Eccoti finalmente, Ellis, regina ragno, al centro della tua ragnatela!


Si prosternò con finta devozione davanti alla sovrana.
Goditi i tuoi ultimi momenti di potere, assassina!
Alla fine Marigold ebbe il permesso di rialzarsi e puntò i suoi occhi gialli negli occhi indaco di Ellis, il cui viso tradì un leggero malessere, come se un brivido scuotesse il suo corpo.
«La Dama Gialla! Finalmente ho il piacere di conoscerti…»
Marigold si finse umile e intimidita: «E’ un onore per me, Vostra Maestà»
Anche se dovrebbe essere il contrario.
Ellis le fece segno di avvicinarsi:
«Mi è stato detto che sei qui in qualità di ambasciatrice della Regina degli Alfar»
Marigold fece due passi avanti, e annuì.
L'Imperatrice appariva turbata, come se non credesse a quello che le era stato riferito:
«Che messaggi mi manda la regina Alyx? »


Marigold sorrise lievemente: «Alyx di Alfarian vi porta i segni della sua più devota amicizia e dedizione»
La parola “dedizione” si usava solo nei giuramenti di vassallaggio, e questo cancellava di fatto tutte le pretese di sovranità degli Alfar.
Alyx è troppo stupida per capire queste finezze, ma Ellis capirà che le sto offrendo la sottomissione degli Alfar.
E infatti l’Imperatrice si alzò e sollevò le mani, indicando a Marigold di avvicinarsi ulteriormente.
«Accetto questa dedizione e la ricambio con la protezione che il mio Impero può offrire: ora lascia che imponga le mani sul tuo capo, secondo le usanze del mio popolo»
Nel momento in cui le mani di Ellis toccarono i capelli gialli della dama, un brivido passò da Marigold all’Imperatrice, che ne rimase quasi ipnotizzata.
«Cosa... che significa... ho sentito un tremito...»
La Contessa di Gothian assunse un'aria complice:
«Nulla di pericoloso, Maestà. Sono una sacerdotessa di Atar, il Fuoco segreto, e questo è il segno del rispetto che il mio dio ha per il vostro Eclion»
Ellis non si mostrava affatto rassicurata da quella risposta.
Chissà se conosce la reale natura di Eclion?
La Reggente mostrò uno scatto di orgoglio inaspettato:
«Bene, allora, avanti... recita il tuo pezzo!»
Marigold ribollì di rabbia.
Pagherai cara la tua insolenza!
Voleva che recitasse? Sarebbe stata accontentata!
«Porto molti messaggi, Maestà. Innanzitutto riguardo alla possibilità di un Nuovo Patto»
Ellis si alzò di scatto e nelle iridi indaco alcune screziature violette pulsarono con insolita energia.


«Un Nuovo Patto? Ma di cosa stai parlando?»
Marigold aveva immaginato almeno un migliaio di volte quella scena. 
Eppure in quel momento sentì che c'era qualcosa che non andava. Qualcosa di profondamente sbagliato.
Non ho tenuto conto di un dettaglio fondamentale... Ellis assomiglia così tanto a lui... se la guardo, mi sembra di rivederlo...
Doveva rimanere lucida. Quei sentimenti non potevano interferire sulla sua vendetta.
Era il momento di mentire:
«La regina Alyx  non riconosce più re Kerelik come sovrano. Per questo mi ha chiesto la protezione di Vostra Maestà»
Tutto ciò era musica per le orecchie di Ellis, e Marigold se ne rendeva conto.
Speriamo che Ser Gahel riesca veramente a convincere Alyx!
Mentre era immersa in questi pensieri, la Contessa di Gothian si accorse che Ellis la stava guardando in modo diverso, come se stesse valutando se fidarsi o meno.
«Interessante» disse l’Imperatrice con voce vellutata, e fissò di nuovo gli occhi gialli di Marigold, cambiando discorso: «Mi avevano parlato della tua bellezza, ma vedo che sei ancora più attraente di quanto ti immaginassi. Quanti anni hai?»
La Dama Gialla fu percorsa da un brivido. 
Domanda sbagliata, Ellis...
Certo non poteva ammettere una risposta sincera.
«Trentasette, Vostra Maestà»
Un guizzo di invidia viola scintillò neglio occhi indaco della Reggente.
«Come me! E pensare che ne dimostri dieci di meno! Sembri una fanciulla. Qual è il tuo segreto?»
Marigold si mise in guardia. Le domande di Ellis stavano prendendo decisamente una brutta piega.
Raccontale qualche verità condita da un quintale di bugie!
Con voce suadente, rispose:
«Il fuoco di Atar, unito alle attenzioni del Conte Fenrik...»
In apparenza era vero.


«Credevo che Fenrik fosse insensibile alla bellezza femminile, specie quando non proviene da una nobile di famiglia»
Marigold non si offese, anzi, quella frase la tranquillizzò. 
Ah, Ellis,  tu stai parlando col più nobile sangue che sia mai esistito su questo continente!
Possibile che non sospettasse nulla?
«Le mie origini sono umili, Maestà» sussurrò in tono dolce e quasi melodico.
L’Imperatrice annuì e le prese la mano, sentendo di nuovo quel brivido.
«Come sono pallide le tue mani, bambinapallide come la morte...»
La Contessa di Gothian avrebbe voluto ritrarsi.
Sospetta forse qualcosa? Si sono salvati dei ritratti di Edwina?
Stava andando tutto storto. 
Bisognava sbatterle in faccia la verità:
«Ho vissuto nei ghiacci per troppi anni, Vostra Maestà»
L'Imperatrice le prese anche l'altra mano.
Ellis apprezza la sincerità, e non solo quella...
La Reggente appariva incantata dalla bellezza di Marigold.
Nessun Eclionner è mai riuscito a resistermi...
Ellis aveva le pupille dilatate.
Con una mano artigliata, le sfiorò le labbra ed il seno.
«Voglio crederti, bambina mia..»
Marigold non si era aspettata di entrare così presto nelle grazie della sovrana.
Troppo facile! E' veramente lei la Vedova Nera, la regina ragno dei miei incubi, o ce n'è un'altra più potente, là fuori, che ci spia?
Esplorò a fondo questo pensiero. 
Anche Ellis sta recitando. Vuole che io abbassi le difese.
Non c'era nessun'altra. 
Stiamo duellando a colpi di fioretto.
In fondo doveva aspettarselo. Gli Eclionner si divertivano a giocare al gatto col topo.
Maledizione, se almeno non somigliasse così tanto ad Arexatan!
Doveva trovare un diversivo:
«Maestà, permettetemi di diventare vostra servitrice!»
Ellis non lasciò trasparire alcuna emozione. Solo alcune particelle violacee danzavano nei suoi occhi.
Le sue mani sfiorarono il collo di Marigold.
Quelle unghie sono avvelenate!
Di nuovo un brivido passò tra le due donne.
Quell'istante parve lungo come l'eternità.
«Continueremo questo discorso nei prossimi giorni»
Marigold si chiese se era meglio ucciderla in quel momento, o rinviare ad una occasione più propizia.
Devo far sì che si fidi di me. Solo così riuscirò ad eliminarla.
Si allontanò camminando all'indietro, inchinata, e si prosternò di nuovo davanti alla sovrana.
La tua morte è solo rimandata, Ellis, e sarà ancora più dolorosa, quando ti avrò in pugno!






domenica 19 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 14. L'imperatrice Ellis: i delitti della Vedova Nera


Il Consiglio dei ministri era riunito per discutere, in presenza dell'Imperatrice Vedova, la questione del rapimento della principessa Alienor.
Ellis era vestita a lutto, e pareva profondamente dispiaciuta e commossa.


Ai suoi lati erano presenti il senatore Fuscivàrian e l’eunuco Bial, ministro dei Servizi  Segreti.
Il primo ministro, Rowland Tucker, fedelissimo di Ellis, sedeva all'altro capo del tavolo, assorto e quasi seppellito da una grande quantità di pergamene e registri, e il suo viso quadrato appariva sofferente e in vistoso imbarazzo. Gli altri membri del Consiglio erano silenziosi e dimessi.
«Ehm…»  esordì Rowlan Tucker con voce bassa e incerta «Vostra Maestà…» pausa e sospiro «a nome di tutto il Consiglio, esprimo il mio profondo dolore per il rapimento della principessa Alienor di Alfarian, per opera di una banda di pirati, e per l'assassinio dei membri dell’equipaggio della nave ammiraglia Dolce Ellis»
Si fermò a guardare i volti impassibili dei presenti e poi, dopo un ennesimo sospiro, continuò:
 «Il resoconto degli avvenimenti è stato stilato in base alle testimonianze dei capitani delle navi della flotta Alfar, che scortavano la nostra ammiraglia» altra occhiata veloce al Consiglio e altro sospiro «Secondo tali testimonianze non si era mai vista prima d’ora una flotta pirata di tali dimensioni... » A questo punto Tucker parve perdere il filo del discorso, e i suoi occhi piccoli e infossati fissarono il vuoto per alcuni istanti, mentre la bocca si chiudeva in una linea sottile, e le gote flaccide si agitavano in un leggero tremolio.


«Ora io mi chiedo…» riprese con grande sforzo e voce ancor più rauca «e vi chiedo… ehm… come è stato possibile che i pirati fossero a conoscenza del fatto che proprio quel giorno a quella tale ora sarebbe passata la flotta che scortava la principessa Alienor?»
Si fermò e si schiarì la voce, osservando le reazioni del Consiglio.
Il senatore Fuscivarian era immobile come una statua di sale e dal suo volto rugoso non traspariva la minima emozione. L’eunuco Bial, con gli occhi truccati di bistro fissava le proprie unghie laccate. 
I ministri guardavano con immotivato interesse il tavolo, il pavimento o il soffitto, oppure le finestre o le porte.
«La sparizione dell’ammiraglio Travemund rende ancora più difficile il compito di dare una risposta plausibile. Propongo quindi che sia istituita una commissione d’indagine guidata dal più autorevole e neutrale esponente del nostro Senato, il qui presente Sibelius Fuscivarian»
Molti ministri annuirono e il senatore Fuscivarian parve approvare con un quasi impercettibile cenno del capo questa affermazione.

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Tucker sapeva che non c'era altra soluzione.
Fuscivarian ci è ancora utile, e in questo momento è l'unico che ci può garantire il completo insabbiamento delle indagini.
Il Primo Ministro trasse un sospiro di sollievo e guardò con deferenza l’Imperatrice.
Vedete, Maestà, come mi sono prodigato per  voi?
Ma il viso di Ellis rimaneva impostato sull’espressione di sofferente cordoglio che aveva fin dall’inizio della riunione, come se tutte le cose dette dal Consiglio non la riguardassero minimamente.
«Ora» riprese Tucker, di nuovo teso «C’è da affrontare il problema delle nozze mancate di Sua Maestà Imperiale Elner XI, e dei rapporti con il Regno degli Alfar»
Questo era il punto più controverso, e infatti il silenzio divenne totale.
Quell'idiota di Elner sta ancora festeggiando come se nulla fosse successo...

File:The Roses of Heliogabalus.jpg

Tucker sapeva che su questo punto si stava giocando non solo la sua carriera, ma la sua stessa vita.
«Ehm… sono stato informato del fatto che una parte del Senato Imperiale ha richiesto ed ottenuto con voto di maggioranza un ordine del giorno…ehm… che solleciti Sua Maestà Elner XI affinché prenda comunque moglie al più presto per garantire ... la linea di discendenza primogenita della dinastia Eclionner…»
E qui Tucker guardò Fuscivarian
Questa è un'altra tua gatta da pelare.
Il vecchio senatore era profondamente assorto, tanto da apparire quasi addormentato.
Ellis rimaneva imperscrutabile.
«Inoltre, ho qui una richiesta del Re degli Alfar di discutere le condizioni per il rilascio di sua figlia Alienor e in caso di… ehm… di esito infausto… c’è anche un… come dire…un eventuale… ipotetico, s’intende…rischio di ritorsioni militari...»
Ancora silenzio imbarazzato del Consiglio.
Maledizione Ellis, parla, aiutami!
Ma la Vedova Nera non dava segno di vita.


«E’ quindi puramente come atto dovuto, puramente formale, che io…io » balbettò il Primo Ministro con voce implorante «cioè… il Consiglio... si pronunci su questi temi di grande… di enorme… come dire…»
A questo punto Ellis intervenne per porre fine a quella scena pietosa.
Sollevò la mano destra per comandare che si facesse silenzio. Poi,  rimanendo a capo chino, con voce serissima e ferma, dichiarò: 
«Sebbene ancora distrutta dal dolore, ho trovato la forza di partecipare a questo Consiglio, e di valutare le questioni all'ordine del giorno»
Sollevò lo sguardo :
«Quanto al primo punto, ho piena fiducia nella commissione d'indagine - e qui fissò con aria minacciosa il senatore Fuscivarian - e non intendo interferire con i suoi lavori»


Tucker la guardava con  ammirazione:
Il ruolo della donna in lutto le si addice, è nata per recitarlo...
Ellis gli lanciò uno sguardo d'intesa:
«Riguardo alle nozze di mio figlio, invito il primo ministro a riferire al Senato che Elner XI confida nella liberazione della principessa Alienor e ritiene offensiva l'idea di pensare a un altro fidanzamento»
Tutti annuirono con decisione.
 «Sarà fatto, Maestà» garantì Tucker, pensando alla genialità di quel piano. Il rapimento impediva nel contempo le nozze con Alienor e qualunque altro fidanzamento, lasciando alla Reggente tutto il tempo per consolidare il proprio potere.
Ellis riprese la parola: «Circa il terzo punto, sono certa che la prima preoccupazione di re Kerelic di Alfarian sia quella di concentrarsi sul ritrovamento di sua figlia, piuttosto che muovere guerra al nostro Impero. Si riferisca al Senato che qualsiasi voce di intervento militare è completamente infondata»
Tucker rispose con un inchino, in segno di totale sottomissione.
 Provava, nei confronti della sovrana che lo aveva scelto come Primo Ministro, un misto di paura e di attrazione.
Ripensò alla prima volta in cui, un ventina d’anni prima, aveva incontrato Ellis Eclionner, all’epoca ancora adolescente e poco influente rispetto al resto della dinastia.
Già allora aveva una predilezione per il nero. Pareva che si stesse preparando ai funerali di tutte le future vittime dei suoi complotti.


A quei tempi era impiegato presso la Cancelleria, dove passavano tutti i segreti dell'Impero.
Ellis aveva bisogno di lui per ottenere informazioni, e lui aveva bisogno di lei per accrescere il suo potere, in quanto i suoi avversari erano vicini ad altri esponenti della dinastia.
Su quanti cadaveri siamo dovuti passare, Ellis!
A volte Tucker provava qualcosa di simile al rimorso, ma lei gli ripeteva le stesse parole:
 “La nostra è una guerra, e le guerre non si vincono con le buone maniere”.
Il fine giustificava i mezzi. E quel fine era il Trono.
Il gioco del Trono era tutto per lei, e Tucker era stato contagiato da questa smania di ascesa politica, quasi fosse una febbre, o una sete insaziabile. 
Ma ci fu una volta in cui il suo lutto era sincero.
Lo ricordava con precisione. Era il giorno in cui avevano riportato a Lathena il presunto corpo di suo fratello, il principe Masrek.
Di quella vicenda si era occupato l'eunuco Bial.
Il rapporto ufficiale diceva che Masrek era stato ucciso ad Elenna sul Dhain ed il suo corpo era stato preso in consegna dal capo dei disertori, detto "lo Sciancato".
Nel rapporto ufficioso, però, Bial aveva sostenuto tutto il contrario.
Non c'erano prove sufficienti per identificare il cadavere, mentre al contrario c'erano molti motivi per ritenere che lo Sciancato, di cui si sospettava la reale identità, avesse deliberatamente inscenato il tutto per proteggere Masrek attribuendogli una nuova identità.
"In ogni caso, io l'ho perduto per sempre". 
Quello era stato il commento di Ellis..
Il suo dolore era immenso.
 Al funerale era sinceramente provata ed angosciata
Dopo la cerimonia si era recata nella sua villa sulla scogliera, a picco sul mare. 
Lui era stato convocato, ed era andato subito da lei.
La trovai ai bordi del burrone, appoggiata ad una lapide, con il vento che le scompigliava i capelliGli era parsa come una divinità offesa, una statua che dominava gli elementi dall’alto del promontorio. Aveva in mano una rosa nera, e la stava gettando in mare.


Quando si era voltata, lui aveva visto un'espressione di dolore e insieme di determinazione nei suoi occhi color indaco, che parevano scuri come la notte, e fissi, quasi osservassero una realtà diversa e cupa, che solo lei poteva vedere.
Era bellissima…e terribile... e disperata…



N.d.A.

Ellis Eclionner nella prima foto è rappresentata da Romy Schneider nei panni dell'imperatrice Sissi (Elizabeth von Wittelsbach) sovrana d'Austria e Ungheria.

mercoledì 8 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 8. Ellis e il senatore Fuscivàrian: la Progenie di Eclion.

L’anziano Senatore Sibelius Fuscivàrian, nonno materno dell'Imperatrice Ellis, avanzava a passi brevi e silenziosi verso gli uffici personali della sovrana, con la quale tutte le mattine concordava la linea politica da tenere in Senato assieme ai Lord fedeli alla Corona.
Il nobile clan dei Fuscivàrian era considerato secondo di importanza solo alla stessa Dinastia Imperiale, con la quale aveva stabilito importanti alleanze matrimoniali. 
Sibelius aveva dato in moglie sua figlia Wensy al Principe della Corona, Sephir Eclionner, e da quella unione erano nati  Ellis e  Masrek.
La Principessa della Corona, Wensy Fuscivàrian, era stata molto amata dal popolo, 


perché era l'unica, nella famiglia imperiale, ad avere un cuore buono, e a dedicarsi ad opere di bene e di aiuto verso i bisognosi. Usciva spesso dall'Acropoli e amava passeggiare per la capitale, acclamata dalla gente, cosa impensabile per tutti gli altri componenti della famiglia imperiale.
Dopo la presunta morte del marito Sephir e dell'amatissimo figlio Masrek, Wensy si era gettata dalla finestra di una torre situata a fianco della Piramide, nell'Acropoli.
Suicidio. Quella almeno era la versione ufficiale. 
La  povera Wensy aveva idee pericolose, pensò il senatore passando davanti ad un meraviglioso ritratto di sua figlia.
Una sua eventuale reggenza sarebbe stata un grave pericolo per l'Impero.
 E poi soffriva troppo. Mi era intollerabile vederla in quelle condizioni... 
La morte tragica della Principessa della Corona aveva destato una grande commozione tra i Lathear, che avevano partecipato in migliaia ai funerali.
La principessa del popolo... così l'avevano chiamata in quei giorni.
Sibelius, fingendosi affranto dal dolore, aveva utilizzato persino quella circostanza a vantaggio del suo clan, ed aveva trasformato la tomba di Wensy in un luogo di pellegrinaggio e di devozione verso i Fuscivàrian.
Era stato un  grande successo anche per gli Eclionner.
Dopotutto anche Wensy, rendendosi defunta, ha fatto la sua parte per la maggior gloria della Dinastia imperiale. Ah, che destino curioso: amata da tutti tranne che dalla sua famiglia...
Ellis poteva avere anche qualche valido motivo per essere gelosa del rapporto privilegiato della madre con suo fratello Masrek, ma questo elemento, da solo, senza altre motivazioni politiche, non sarebbe parso accettabile nemmeno al vecchio senatore per giustificare l'odio che ella nutriva verso la madre.
Ellis è un mostro, e l'ho creato io, quel mostro!
Un tempo ne andava fiero.
Il mio personale capolavoro politico... e la mia più grande delusione!
Ancora era incerto su quale sorte decidere per la nipote. Doveva stare molto attento, perché nel gioco del trono tutto dipendeva dalla capacità di saper gestire anche i più  piccoli dettagli.
Sibelius ormai era un maestro in quell'arte.
Non si era limitato a salire al potere. 
Era sgusciato su, furtivo, tra le fessure
         Lo avevano sottovalutato, forse anche per il suo aspetto.
.


Era piccolo e gobbo, e il suo viso volpino poteva ricordare i gargoyle delle cattedrali gotiche.


Aveva molti scheletri nell'armadio, ma la cosa non turbava la sua coscienza.
Non si sentiva in colpa. Tutto ciò che aveva fatto era stato necessario per il bene dell'Impero, e ancor di più per la gloria del dio Eclion e del suo santo Clero.
In nome dello stato e della divinità, talvolta erano necessari dei sacrifici. 
Anche umani!
 Era entrato al servizio dell'imperatore Wechtigar XVI, detto Barbablù ed in breve tempo aveva ottenuto incarichi sempre più importanti, fino a diventare Primo Ministro e persino consuocero del monarca. Aveva dato in moglie l'altra sua figlia, Susan, al nipote dell'imperatore, Ivar, figlio di una delle sorelle di Wechtigar e da quel matrimonio era nato Elner X. 
Ricordava quei tempi con nostalgia.
Ah,Wechtigar sì che era un vero sovrano, amava divertirsi e gozzovligliare! E lasciava a me tutto il resto. Ci intendevamo alla perfezione.
Era stato fin troppo facile, per Fuscivarian, accumulare il potere, mentre Wechtigar Barbablù si abbandonava alla crapula e alle orge. 
Bastava fargli avere una vergine ogni sera...


... e raccoglierne i resti la mattina dopo...
Ma la vera opera d’arte della carriera del Senatore era stato sbarazzarsi dei due eredi legittimi, che lo avrebbero tagliato fuori da ogni incarico di potere. 
Togliere di mezzo Sephir  era stato un azzardo. Era pericoloso assecondare la sua brama di sangue, affidandogli la guida di quella spedizione folle. Bisognava autorizzarlo facendo finta di prenderne le distanze, e tutti ci sono cascati. Solo io ed Ellis sapevamo che non poteva vincere, perché stava violando il Patto, e non poteva più tornare, proprio perché lo aveva violato. 
E poi il Principe della Corona era odiato da tutti, persino da suo padre.
 Tutti sapevano che Sephir era un sanguinario, un sadico torturatore.


E tale è rimasto, anche dopo, anche nell'ombra... sotto falso nome...
Ma quella era tutta un'altra storia, un conto ancora in sospeso.
Devo risolvere un problema per volta. Ed eliminare un Eclionner per volta.
Nella crisi dinastica che era seguita all'anno della Primavera di Sangue, Sibelius era riuscito ad imporre come sovrano il debole e malaticcio Elner X, il marito di Ellis, la quale aveva da poco messo al mondo un figlio, Elner XI.
Dopo soli sette mesi di matrimonio. Troppo pochi per credere che il giovane Elner sia figlio di suo “padre”...dal quale ha ricevuto solo il nome...
Ma quelli erano affari di Ellis, l'importante era sapere che lei era la madre! Da lei veniva il più puro sangue di Eclion, lei era una Principessa del Sangue: così erano chiamate le discendenti dirette e primogenite del divino Arexatan.
Finché Elner X era stato in vita, Ellis aveva operato seguendo i consigli del nonno materno, ma quando anche Elner fu “aiutato a morire”, la nomina di Ellis a Reggente era diventata inevitabile.


Il mio errore più grande…
Fuscivàrian non si dava pace per essere stato così sciocco da credere di poterla manovrare.
Troppo potere si era concentrato nelle mani dell’Imperatrice Vedova, che aveva cercato di rendersi più autonoma “promuovendo” Sibelius alla Presidenza del Senato, in modo da sostituirlo nella guida del Governo con un certo Rowland Tucker, un burocrate a lei fedelissimo.
Tucker era una nullità.
E lei lo ha scelto proprio perché è una nullità!
Un signor nessuno come primo ministro le andava benissimo: non le aveva mai fatto ombra, non aveva mai osato disobbedirle.
Ogni volta che si ricordava di come era stato ingannato da sua nipote, Fuscivarian veniva colto da una fredda rabbia interiore e da uno sconfinato desiderio di vendetta e di riconquista del potere.
 Nel frattempo, dallo scranno più alto del Senato Imperiale, il vecchio politico si era dovuto barcamenare in una posizione di precario equilibrio tra le varie fazioni, cercando di organizzare attorno a sé un ampio consenso, che un giorno gli sarebbe tornato utile. Per diciassette anni aveva tessuto nell’ombra la sua rivincita, e sentiva che il momento in cui avrebbe di nuovo controllato il Trono era vicino.
Ellis doveva essere eliminata.
Non basta mandarla in convento, devo ucciderla, come ho fatto con sua madre! 
Aveva creato lui quel mostro, ed ora doveva distruggerlo.
Era necessario, così come era stato necessario togliere di mezzo gli altri Eclionner.
Ma non sarebbe stato facile. Ellis non era come gli altri. Lei era la Vedova Nera!
Se la ricordava da bambina, molto vivace e caparbia, gelosissima del fratello.
Era stato facile far leva su quel sentimento.
Mi è bastato farle notare come tutti, in famiglia, amassero solo Masrek e non tenessero in minima considerazione lei.
Crescendo, la principessa Ellis aveva imparato a mascherare la sua rabbia dietro ad un’immagine di falsa modestia e di simulata innocenza.


Come sapeva apparire dolce e ingenua, la piccola Ellis, quando era adolescente!
Sapeva tenere a bada i suoi difetti e le sue debolezze, e Sibelius aveva sottovalutato sia l'astuzia che la rabbia che covavano dentro di lei.
Ma c'è stato qualcosa di più! E questo qualcosa sarà la sua rovina, perché chi ama il potere non deve amare nient'altro e nessun altro!
Sibelius aveva incominciato a sospettare qualcosa il giorno in cui Ellis aveva sposato Elner X, poco prima che Masrek raggiungesse il padre Sephir ad Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue..
L’orchestra suonava una musica triste, per accompagnare una danza tipica delle assolate regioni del Sud, e nell’udire quelle note malinconiche Ellis si era improvvisamente incupita. Stava guardando fissamente Masrek, che per mostrarle la contrarietà a quel matrimonio, aveva ballato tutto il giorno con una loro coetanea Il Senatore aveva riso di lui e di tutta quella sceneggiata. E in quel momento era avvenuto l'incredibile: Ellis gli aveva detto una cosa sorprendente, l'unica affermazione sincera di tutta la sua vita: «Non ridere! Non si deve ridere mai dell’amore, in nessuna delle sue manifestazioni…».
In quel momento Sibelius aveva capito il punto debole di Ellis, quello che l'avrebbe trascinata prima o poi alla rovina.
Masrek! Lui è il suo punto debole! Ed il tempo per colpire è arrivato. La Vedova Nera va schiacciata come un insetto!
Giunto nell’anticamera dell’ufficio privato dell’Imperatrice, il vecchio fece un rapido cenno alle guardie affinché lo annunciassero.
Quando Sibelius entrò in quella stanza buia che esalava aromi di cera e di incenso, Ellis non lo degnò nemmeno di uno sguardo e continuò a scribacchiare incomprensibili appunti su un papiro, al lume di una lampada azzurra. Faceva sempre così quando era particolarmente nervosa.
Non lo guardò e non lo invitò a sedersi.
«Mia cara nipote...» esordì Fuscivarian, ma fu subito interrotto.
«Quando mi chiami così so che devo preoccuparmi…» 
L'Imperatrice aveva detto quelle parole senza sollevare lo sguardo. Il vecchio mantenne la calma:
«Mia dolce Ellis, sono diciassette anni che governiamo l’Impero insieme e...»
Lei lo interruppe di nuovo: «Ed è ora che tu vada all'inferno!»
Il senatore non si lasciò provocare:
 «Mi dici questo solo perché ritengo necessario il matrimonio…»
A quel punto lei si alzò di scatto e lo fissò con aria annoiata:
«Non ci sarà nessun matrimonio»



Notando l'aspetto tetro e scarmigliato della nipote, Sibelius vide per la prima volta in lei i segni della stanchezza.
Provò quasi pena e sentì di doverle almeno un avvertimento:
«Non ti conviene metterti contro di me, Ellis».
L’Imperatrice restò impassibile: «Stavo per darti lo stesso consiglio. Credi che non conosca le trame dei tuoi leccapiedi? So a memoria i nomi di chi mi ha tradito, e posso garantirti che al minimo tentativo di ribellione li farò impalare vivi davanti alle porte dell'Acropoli!»
Sibellius si chiese fino a che punto fosse realmente informata: «Ti fidi troppo del tuo eunuco!»
La sovrana rise: «Lui dice che mi fido troppo di te… non è divertente? »
La faccia del vecchio senatore era diventata grinzosa come il tronco di un pino: «Ellis, io faccio appello alla tua razionalità. Questa opposizione contro Alienor è una sciocchezza da adolescente!»
Si era aspettato un’esplosione d'ira da parte di lei, e invece la Reggente rimase impassibile.
Quel silenzio preoccupò Fuscivarian molto più di quanto avrebbe fatto una sfuriata: «Ellis, mi stai ascoltando?»
L'imperatrice, sempre più seria, sussurrò: «La Progenie del Sole non dovrà unirsi con quella delle Nevi fino alla cinquantesima generazione dal divino Arexatan»
Fuscivarian capì: «Se quello che temi è una violazione dell'Antico Patto, basterà attendere pochi mesi e allo scadere del Millennio, Elner potrà sposare chi vuole!»


«Dimentichi che Elner appartiene alla cinquantesima generazione, quella più pericolosa! Il Millennio scadrà solo con la generazione successiva...»
Il senatore la fissò con sguardo di rimprovero: «Questa interpretazione è minoritaria! Il termine "generazione" va inteso come periodo di venti anni!»
«Ti sbagliLe parole del Giuramento vanno rispettate alla lettera!»
Fuscivarian ridacchiò: «E da quando in qua tu rispetti i giuramenti? »
Ellis rispose con solennità: «C’è un unico Giuramento che conta! Così mi insegnò Padre Izùmir Mollànder, il mio precettore, che adesso è Priore della Grande Canonica»
Sibelius era legato ai Cardinali e al Sommo Sacerdote, e non vedeva di buon occhio il potere della Grande Canonica: «Mollander è un eretico! Il cardinale Arenga lo farà presto bruciare al rogo!»
 «No, Sibelius! Io non lo permetterò! Mollander è un potente esorcista, e conosce la demonologia meglio di chiunque altro. Mi ha servito bene e ho bisogno di lui, ora più che mai!»
Il vecchio inorridì: «Demonologia? Stai forse insinuando che Eclion sia un demone?»
Il viso di Ellis rimase impassibile: «Eclion è adirato... abbiamo avvelenato due imperatori, la sua Progenie! Abbiamo rinnovato il Crimine del figlio di Arexatan! »
Fuscivarian inarcò le sopracciglia: «Questa leggenda è blasfema! Wechtigar I il Pio non uccise Arexatan! Fu Kevin Vorkidian che si macchiò del Crimine!»
«Chiunque sia stato ad uccidere Arexatan, non cambia la nostra responsabilità nella morte dei suoi ultimi discendenti… Eclion si sente tradito, e pretende che paghiamo il prezzo del sangue…non possiamo correre il rischio di una sua reincarnazione!» la voce di Ellis era quasi impercettibile.
Fuscivarian rimase atterrito. La sua fede in Eclion vacillava.
E se fosse vero? Se fosse un demone? 
Dopotutto gli Eclionner erano stati uno peggio dell'altro, una dinastia di pazzi sanguinari.
Ellis ed io ne abbiamo eliminati tre! Che cosa abbiamo scatenato? Chi potrebbe risvegliarsi nel corpo di Elner XI, il cinquantesimo discendente, nato da un incesto tra fratelli carnali?
L’Imperatrice approfittò di questo suo smarrimento per tornare al suo tono autoritario: «Ora capisci perché Alienor va eliminata? Ho già incaricato i nostri referenti di prendere contatto con la dama di compagnia, Lady Marigold di Gothian. So per certo che è caduta in disgrazia presso la corte di Alfarian, ed anche ad Elenna è stata pesantemente offesa. Sarà facile farla passare dalla nostra parte. Ora che sai come stanno le cose, torna in Senato e cerca di far rinsavire i ribelli. Digli che la fanciulla degli Alfar non metterà mai piede nell’Impero. Il suo destino è segnato, così come lo è stato quello di tutti coloro che si sono messi contro di me!»
Fuscivarian annuì, suo malgrado, e si inchinò in segno di congedo, lasciando con sollievo l’atmosfera tetra di quella stanza, dove la Vedova Nera aveva riportato la sua ennesima vittoria.


N.d.A.

La principessa Wensy Fuscivarian è rappresentata nel ritratto dell'imperatrice Sissi (Elizabeth von Wittelsbach) sovrana dell'impero Austro-Ungarico.
Il senatore Sibelius Fuscivarian è interpretato da Ian McDiarmid, l'imperatore Palpatine di Guerre Stellari, Star Wars.
Sephir Eclionner è rappresentato in questo capitolo da un ritratto del principe Vlad Tepes Dracula di Valacchia.
Ellis Eclionner è interpretata da Daniela Amavia nel ruolo di Alia Atreides in "Children of Dune" e da Eva Green nel ruolo di Morgana in "Camelot".
Il demone Eclion è mostrato nella forma del Re Sole nel film "Le roi danse".