sabato 7 aprile 2012

Gothian. Capitolo 38. Marigold affronta un pericoloso avversario

Dopo aver appreso dell'incontro di Elner XI con padre Mollander e delle accuse che il sacerdote le aveva rivolto, la contessa Marigold di Gothian andò su tutte le furie, e pretese immediatamente, ed ottenne, una udienza dall'anziano Priore della Grande Canonica.



Quando si trovarono finalmente faccia a faccia, non persero tempo a fingere di ignorare ciò che sapevano benissimo l'uno dell'altra.
«Alla fine ci incontriamo» disse la Dama Gialla calcando la pronuncia sulla parola "fine".
L'idea che quel dialogo dovesse avere qualcosa di "definitivo" doveva essere ben presente anche all'anziano sacerdote:
 «Ho fatto di tutto per ritardare questo incontro, perché ne conosco i rischi. Ma sono gravemente malato, e ormai la salute mi concede poco tempo e non potevo più rimandare»
La contessa lo fissò con sguardo assassino:
«Se la malattia vi concede poco tempo, state sicuro che io ve ne concederò ancora di meno, dopo che avete cercato di mettermi in cattiva luce agli occhi dell'imperatore»
Padre Mollander la fissò con eguale durezza:
 «Gli ho semplicemente ricordato i guai che causaste al suo antenato. Non riuscirete a strumentalizzare di nuovo la dinastia Eclionner!»
Il volto del Priore della Grande Canonica esprimeva il massimo disgusto.



Marigold lo guardò con perplessità: «Posso capire che voi ce l'abbiate con me, perché minaccio il vostro potere. Ma non capisco perché tramate per mettere Marvin Vorkidian sul trono. Che vantaggi può dare la stirpe del luminoso Belenos a gente della vostra razza, che pratica la magia nera?»
Mollander parve divertito:
«Della nostra razza, mia cara! Siamo fin troppo simili! Possiamo anche darci del tu! E' come se ti avessi sempre conosciuta, Edwina! Le tue stregonerie e maledizioni sono note, ma le mie cognizioni sono quelle di un esorcista esperto in necromanzia, il che mi rende molto più potente di quanto credi. Potrai anche uccidere il mio vecchio corpo, violando il Patto, ma non ti libererai mai del mio spirito. Servo Belenos per non finire all'Inferno, ma siccome anche le porte del Cielo mi sono chiuse per le mie pratiche di magia nera, il mio spirito è destinato a vagare in questo mondo, e a tormentare i sonni e i sogni degli assassini come te!»
La Dama Gialla non si lasciò intimidire:
«Conosco l'Antico Patto meglio di te. Io c'ero quando fu siglato! Mi erano state date delle garanzie di non interferenza da parte dei sacerdoti di Lathena. Sei tu, quindi ad aver violato il Patto per primo. E visto che ti piace chiamarmi col mio vecchio nome, Edwina Ataris, ti servirà ricordare che sono la figlia di Atar e la suprema Custode del Fuoco Segreto! Non ho paura di niente e di nessuno, sia esso corpo o spirito!»
Il Priore rise: «Ah ah! Il Fuoco Segreto! Il colore splendente! Il nome Marigold! L’immagine dorata della Dama Gialla! Ti piace questo ruolo, ti diverti vero?»
Marigold rise:
«Sì, mi diverto... e mi divertirò ancora di più quando vedrò questo luogo prendere fuoco per un provvidenziale incendio!» 



Il Priore capì le intenzioni della Dama: «Edwina Ataris, credi forse che dando fuoco a questo luogo sacro tu possa acquisire credito presso l'imperatore? Già quando sposasti Arexatan attirasti su di te e su di lui l'odio di molti, perché straniera e strega, e avida di potere. Certo, dopo la morte del tuo primo marito, sei stata abile ad allearti col Conte di Gothian, ma non credere che Fenrik si accontenterà del Nord. Lui vuole il potere su tutto! Il guaio dei figli dei demoni è che non possono accettare di spartire il potere con nessuno!»
Marigold annuì:
«Conosco i rischi di questa partita, e conosco le mie risorse. In mille anni ho avuto il tempo di chiarirmi le idee. Tu invece, dopo una breve vita inutilmente spesa in cospirazioni contro di me, morirai prima ancora che la Conflagrazione Universale abbia inizio!»
Mollander la guardò con espressione delusa: «Vedo che non credi al fatto che il mio spirito potrà veramente perseguitarti dopo la mia morte. Ciò dimostra come in questi mille anni, tu non abbia speso neanche un minuto per studiare il Libro della Legge dei Morti, il Necronomicon!»



Marigold scosse il capo: «Non credo a una sola parola di quel libro! E' opera della fantasia malata di qualche mortale come te. Io credo nella vita, nel godersi la vita! E intendo farlo!»
Mollander la fissò con occhi vitrei:
«Ah sì? E come? Alleandoti con i non-morti di Fenrik? I suoi vampiri Albini sono pronti e hanno molta sete. I suoi zombie Ghoul hanno fame! E le creature ibernate che si risveglieranno, sono potenti. Solo un grande esorcista come me potrebbe proteggere la Dinastia da questi demoni! Credi che ti basterà l'aiuto di Atar per "goderti la vita?"»
La Dama Gialla aveva già pensato anche a questo:
«Elner è quasi pronto: i ricordi di Arexatan si risveglieranno in lui, e così il supremo potere di Eclion, a cui il padre di Fenrik, Gothar è gerarchicamente inferiore. Fenrik quindi non costituisce un pericolo!»
Il Priore sospirò:
 «A meno che Gothar non faccia ricorso direttamente al Principe dei Demoni, al dio del Male, Deva Ahriman, che ascolta sempre le preghiere dei malvagi, purché non ci sia in loro nemmeno un briciolo di bontà!»
La Contessa di Gothian percepì un senso di pericolo.
«Anche Eclion intercederà presso Ahriman! E allora vedremo a chi darà ascolto il Supremo Maligno!»
Il vecchio prete scrollò le spalle:
«E tu credi che Eclion sia più malvagio di Gothar? Non credo proprio! Stai dando troppe cose per scontate, Dama Gialla! In mille anni avresti avuto il tempo per organizzare un piano migliore. Forse ti ho sopravvalutata. Credevo che tu fossi più intelligente»
Marigold ne aveva abbastanza.
Mollander aveva violato il Patto solo perché non aveva nulla da perdere, essendo malato terminale, ma la punzione che la Dama Gialla aveva in serbo non riguardava solo lui. Tutti i Canonici andavano puniti.
Purtroppo Ulume era in missione, assieme a Sulmen e Grizinga, i più pericolosi, ma intanto l'eliminazione di Mollander e dei suoi novizi sarebbe stato un importante punto di partenza.
Scatenò tutto il fuoco che aveva in corpo e diede inizio all'incendio della Grande Canonica.



Il Priore non emise un solo lamento, mentre le fiamme lo trasformavano in cenere.
Marigold era immune al fuoco.
 Il Fuoco cammina con me!
Nessuno poteva vederla: i Canonici vedevano solo il fuoco.
La figlia di Atar poté così uscire tranquillamente, prima che la struttura di quel grande tempio crollasse, e non ne rimanesse altro che polvere.


N.d.A.

Marigold di Gothian, alias Edwina Ataris, è intepretata da Charlize Theron nel ruolo della regina Ravenna in "Biancaneve e il cacciatore" con Kristen Stewart.
Il priore Izumir Mollander è interpretato da Christopher Lee nel ruolo del lord sith Darth Tyranus alias Conte Dooku in Guerre Stellari.
L'idea che dopo l'uccisione lo spirito sopravviva più forte è ispirata in modo particolare da quanto accade, sempre in Star Wars, al personaggio di Obi Wan Kenobi anziano (sir Alec Guinness), che dopo essere stato ucciso da lord Darth Vader (o Fener) acquisisce una sorta di immortalità.
Il ruolo di Marigold come "custode del fuoco segreto" si rifà alla famosa frase che Gandalf pronuncia prima di combattere con il Balrog. Non a caso Gandalf è anche il custode segreto dell'Anello del Fuoco, affidatogli dal re degli elfi della costa, Cirdan il Carpentiere (o il Timoniere), signore dei Rifugi Oscuri. Gli altri due anelli sono custoditi da Elrond e da Galadriel.
La frase "Fuoco cammina con me" è il titolo di un film di David Linch che fa da prequel alla serie "Twin Peaks". In tale film si mostra la vita di Laura Palmer, la cui morte darà poi inizio ai misteri della serie tv che ebbe grande seguito negli anni '90. Di David Linch segnalo anche il film "Dune", tratto dal romanzo capolavoro di Frank Herbert, che ha ispirato gran parte del mio romanzo: numerosi sono infatti i tratti in comune tra Paul Atreides e Marvin Vorkidian.
Il Priorato della Grande Canonica richiama vagamente qualche eco del Priorato di Sion. L'incendio del priorato è ispirato alla frase "there's a fire in the priory" di una canzone di Rufus Wainwright, al quale debbo peraltro anche l'ispirazione del nome Marigold, che compare nella canzone "Rebel prince".


venerdì 6 aprile 2012

Gli ultimi anni di regno di Isabella di Castiglia

Come accade per tutti i sovrani, gli ultimi dieci anni di regno di Isabella la Cattolica, tra il 1494 e il 1504, sono incentrati sul problema della successione al trono di Castiglia.



Isabella di Castiglia e suo marito Ferdinando d'Aragona ebbero cinque figli, di cui però un solo maschio, che morì giovane.
Ecco i figli dei Re Cattolici:

File:Los Reyes Católicos y la infanta doña Juana.jpg


La politica matrimoniale seguita dai Re Cattolici aveva come obiettivo quello di stabilire delle solide alleanze in funzione anti-francese.
Per questo i figli di Isabella si imparentarono con le famiglie reali di Portogallo, Austria e Inghilterra.

La morte dell'Infante don Juan, però, mise in discussione tutta questa politica, perché i mariti delle altre figlie avrebbero potuto aspirare a sottomettere la Castiglia ai loro regni. 

L'anno seguente, 1498, morì anche la primogenita. Addolorata per la morte dei due figli prediletti, e gravata da problemi di salute, Isabella accentuò negli ultimi anni la sua religiosità, e fece testamento, mantenendo però segreto il nome dell'erede.



Tutti davano per scontato che Isabella avesse nominato erede il marito Ferdinando, che di fatto governava insieme a lei da trent'anni.




Ferdinando controllava, tramite l'Aragona, anche il regno di Napoli e Sicilia, oltre che la Sardegna e le Baleari, e si considerava a buon diritto il signore del Mediterraneo. Riteneva che i suoi contributi alla grandezza del regno di Castiglia, compresa la conquista di Granada e della Navarra, gli dovessero essere debitamente riconosciuti nominandolo erede del regno.


Questo però non accadde.


E' un grande dilemma per gli storici capire il motivo per cui Isabella, nel testamento, escluse il marito, a cui in apparenza era tanto legata, e lasciò tutto alla figlia Giovanna, così diversa da lei e con la quale non aveva mai avuto buoni rapporti. Giovanna era infatti contraria alla politica clericale della madre, e rifiutava persino i sacramenti, in modo particolare la confessione.
Per questo tutti erano convinti che alla morte di Isabella, ormai prossima a causa di un tumore all'utero, a regnare sarebbe stato il marito Ferdinando d'Aragona.




File:Isabella by Bigarny01.jpg


Negli ultimi anni di vita, molti motivi di amarezza derivarono a Isabella dalle divergenze con Cristoforo Colombo riguardo al governo di Hispaniola, cioè l'insieme delle prime zone americane colonizzate dagli spagnoli. Al ritorno dal suo penultimo viaggio in America, nel 1500, Colombo fu arrestato con l'accusa di abuso di potere, torture alle popolazioni indigene e traffico di schiavi.



Dopo sei settimane di durissima detenzione,
Colombo ottenne la grazia da parte dei Re Cattolici, ma perse sia il titolo di Ammiraglio sia quello di Governatore di Hispaniola. 


Tuttavia, dopo un colloquio privato con Isabella, Colombo ottenne il permesso di compiere un ultimo viaggio esplorativo nelle Americhe.


Al suo ritorno, Colombo si recò a Medina del Campo, dove Isabella si era ritirata nel 1504 a causa dell'acutizzarsi della sua malattia, (un tumore all'utero). Dopo un lungo e affettuoso colloquio,
Isabella perdonò Colombo e sarebbe stata forse pronta a reintegrarlo nella carica di Ammiraglio, ma la morte la colse pochi giorni dopo.



La Regina Cattolica aveva espresso il desiderio di essere sepolta a Granada, dove era stata costruita una Cappella Reale. Per questo, un lunghissimo corteo funebre attraversò la Spagna e portò il feretro dal castello di Medina del Campo alla città araba riconquistata, Granada appunto, dove ancor oggi si trova la tomba dei Re Cattolici e dei loro figli.


File:Capilla real tombs.jpg

Dopo i funerali solenni, si aprì il testamento che, con grande sorpresa di tutti, escludeva il marito Ferdinando dalla successione (qui sotto possiamo vedere il testamento scritto, firmato e autenticato con sigillo reale dalla stessa Isabella) e nominava erede universale, come si è detto...


File:Testamento Isabel Catolica.jpg


...la figlia Giovanna, moglie di Filippo I d'Asburgo, duca di Borgogna e delle Fiandre e signore dei Paesi Bassi, figlio dell'imperatore Massimiliano d'Asburgo, arciduca d'Austria.


Alla regina Giovanna, successivamente detta "la Pazza", sarà dedicato il prossimo post storico.

giovedì 5 aprile 2012

Gothian. Capitolo 37. Elner XI parla di Marigold col Priore Mollander


Da quando sua madre Ellis era partita per l'esilio, il giovane imperatore Elner XI Eclionner si era sentito veramente libero e potente.


Il senatore Fuscivarian, suo bisnonno materno e Presidente del Senato, gli aveva offerto umilmente i suoi servigi e quelli di sua figlia Susan, la madre del defunto Elner X..

File:Princess Wensicia.jpg

Il primo ministro Tucker gestiva con ubbidiente zelo l’ordinaria amministrazione. 
Elner si sentiva molto sicuro si sé.
Ora devo conquistarmi l'appoggio del Clero!
L'occasione arrivò quasi subito.
La mattina del 25 dicembre si celebrava il rito del Dies Natalis Solis Invicti, una ricorrenza che Elner volle onorare partecipando alla cerimonia officiata dal Sommo Sacerdote in persona nel Grande Tempio di Eclion, che si trovava in un promontorio a picco sul mare, nel versante occidentale di Lathena.


Tutti i più grandi ecclesiastici vi partecipavano, e tra essi anche Padre Izùmir Mollander, l'anziano Priore della Grande Canonica, considerato più potente persino del Sommo Sacerdote.
Dopo la celebrazione del rito, Mollander si era spontaneamente avvicinato per rendere omaggio all’Imperatore e gli aveva detto: «A nome del Sacro Clero vi auguro un buon inizio del vostro effettivo governo, Maestà»
Con quella frase voleva dire che era apprezzabile il fatto che Elner avesse revocato la reggenza alla madre e avesse deciso di assumere le redini dello stato. Un buon inizio, ma anche un avvertimento implicito a non cadere più nell'influenza di altre figure femminili ingombranti, come quella di Marigold.
Devo capire se posso fidarmi veramente di lui.
Lo guardò con aria perplessa: 
«Vi ringrazio, Padre. Spero nella vostra benedizione. Ma aiutatemi a chiarire un dubbio.Mi è stato detto che il vostro allievo prediletto, Padre Ulume, è partito per una missione di proselitismo nelle terre dei Keltar, dove ultimamente stanno succedendo molte cose... come dire... interessanti...»



Il Priore minimizzò:
«La missione di Padre Ulume non ha alcun legame con gli eventi a cui fate riferimento»
L'imperatore non gli credette.
Marigold dice che Ulume vuole portare sul trono un usurpatore.
«Il Clero vuole più potere» osservò Elner.
Il vecchio Mollander si lisciò la barba, meravigliato dalla capacità di sintesi del giovane sovrano.


«Il Clero condivide tutto il suo potere con la Dinastia. L'alleanza Trono-Altare va a vantaggio di entrambi. Solo se uniti, la Dinastia e il Clero potranno essere al sicuro dalle ribellioni degli usurpatori»
Elner annuì:
«D’accordo, ma poi: chi comanderà realmente? Chi sarà il vero decisore? Io o voi?»
Padre Mollander sorrise e si preparò a mentire: «Voi, ovviamente, Maestà. Questo non è affatto in discussione. Semplicemente il Clero vi chiederà una maggiore attenzione ai consigli che provengono dai sacerdoti della Vera Fede»
Elner sorrise:
«Io però ho l’impressione che voi sacerdoti non sarete soddisfatti finché non avrete il controllo della maggioranza del Consiglio dei Ministri, del Senato e della Magistratura. E se così fosse, a me cosa resterebbe?»
Elner si divertiva a stupire tutti con le sue osservazioni argute. Da quando aveva incominciato a interessarsi di politica, sentiva, con sua grande meraviglia, di essere portato per regnare.
«A voi, Maestà, resta sempre il diritto di veto su tutte le questioni che sono contrarie all'Antico Patto tra gli dei e gli uomini, e al Nuovo Patto che firmeremo una volta che sarà scaduto il Millennio»
L'imperatore era compiaciuto per il fatto che Mollander fosse arrivato finalmente al nocciolo della questione. Mancavano solo sei giorni alla fine del Millennio.
Il prete mi teme… sa che presto in me si risveglieranno i ricordi del mio antenato Arexatan!
Ne sentiva gli effetti dentro di sé. Si stavano lentamente manifestando segni delle Altre Memorie, quelle del fondatore della Dinastia.
Aveva sognato Arexatan, con l'armatura nera, mentre duellava con Vorkidex, ultimo re dei Keltar, che teneva in mano una mazza chiodata.


Arexatan alla fine sconfiggeva il rivale, il quale però nel sogno ritornava in vita e diceva:
La mia anima non avrà pace fintanto che non si sarà presa la rivincita” ed Arexatan aveva riso: “Risorgi pure cento volte, Vorkidex:  per me sarà un piacere ucciderti cento volte ancora!
Elner non aveva mai fatto sogni di quel genere, fino a pochi giorni prima, ma non ne aveva parlato con nessuno.
Marigold però ha capito subito! Quando mi guarda sembra leggermi nel pensiero!



  La Dama Gialla gli aveva detto che di norma le anime dei morti non potevano reincarnarsi, ma in base all'antico Patto, gli dei e i demoni avevano fatto eccezione per Arexatan, figlio di Eclion, e per il nemico di lui, Vorkidex, discendente di Belenos, in cambio della promessa, da parte degli uomini, di osservare la pace e l'equilibrio politico che si era creato tra i popoli e gli dei o i demoni che li proteggevano.
Elner ormai conosceva la storia nei particolari.
Wechtigar I Eclionner e Kevin Vorkidian giurarono di mantenere la pace fino a che i loro padri non si sarebbero risvegliati. Ma mio nonno Sephir violò il patto, attaccando Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue. Così rovinò se stesso e trascinò la Dinastia nel disordine...
Il giovane sovrano riprese la parola:
«Tra pochi giorni vedremo se è vera la convinzione che io acquisterò i ricordi del divino Arexatan»
Padre Mollander alzò l'indice della mano destra verso il cielo.
«All’alba del nuovo millennio il Dormiente si risveglierà, e porterà a compimento il disegno che fu spezzato!»
Ad Elner sembrava che Mollander non stesse dicendo tutta la verità.
Se davvero Arexatan si risveglierà, non si lascerà certo manipolare dal Clero. Fu dietro istigazione del clero, che suo figlio Wechtigar I il Pio lo uccise!
E questo doveva spaventare molto il Priore Mollander.
Come può illudersi di controllare Arexatan, se già fatica a controllare me?
A meno che il Clero della Grande Canonica non avesse organizzato un piano del tipo: "Arexatan rinasce, ma poi viene assunto in Cielo”, come l’originale, con l’aiuto di qualcun altro nel ruolo di sicario.
Su questo punto Marigold aveva molto insistito.
Se io fossi ucciso, il potere del Clero sarebbe totale e l'Impero diverrebbe una teocrazia.
Bisognava sondare il terreno.
«Se Arexatan si risveglierà» disse infine «il Clero non potrà che obbedire ai suoi ordini, perché egli è il figlio di Eclion, il dio che voi venerate»


«Certamente, Maestà. Come ho già detto, il Clero ha sempre cercato in tutti i modi di venire incontro alle esigenze della Dinastia, per la maggior gloria di Eclion»
«Così pare...» commentò l’Imperatore sarcastico.
Marigold gli aveva aperto gli occhi su molte questioni, anche sul fatto che Mollander fosse convinto che Eclion fosse un demone malvagio, e non il dio del sole.
Questo era stato uno dei motivi per cui la Grande Canonica aveva preso le distanze dagli Eclionner.
Siete stati voi a fomentare tutte le discordie interne alla Dinastia!
Il tono provocatorio non sfuggì a padre Mollander, che preferì non replicare.
Elner, consapevole di aver colpito nel segno, insistette sul punto che gli stava a cuore:
«Arexatan, se rinascerà in me, potrebbe ricordare eventi piuttosto scomodi, riguardo, per esempio, alla vera natura dei colpevoli del suo assassinio»
Mollander capì subito che quelle erano parole della Dama Gialla:
 «Il divino Arexatan sarà compiaciuto di risvegliarsi a fianco di una donna come Marigold di Gothian, che tanto somiglia alla sua ultima moglie,  Edwina Ataris...»
L'imperatore annuì:
«Già, Edwina... possiamo giocare a carte scoperte, al riguardo. Io so che Marigold ed Edwina sono la stessa persona»
Il Priore apprezzò la sincerità del giovane, e gli parlò con altrettanta schiettezza:
«Edwina fu la vera causa della morte di Arexatan. Furono le ambizioni di lei che causarono la la lite del vostro antenato con i figli avuti dalle mogli precedenti, e col Sacro Clero!»
Ecco, quello era il punto fondamentale:
«E' una minaccia, padre Mollander?»
Il prete scosse il capo:
«No, Maestà! Anzi, sto cercando di aiutarvi, mettendovi in guardia! Nulla di buono è mai derivato alla Dinastia dalle interferenze della Dama Gialla, fin dal tempo in cui, col nome di Edwina, regnò al fianco di Arexatan come sua sesta moglie, e tentò di accrescere il proprio potere, e di usurpare il diritto di successione al trono imperiale...»
Elner non poteva negarlo, ma c'era un altro modo di vedere le cose:
«Forse! Ma potrebbe essere anche vero quello che lei dice di voi, e cioè che la vera minaccia per la Dinastia è la sete di potere del Clero. E se avesse ragione?»
 Mollander non parve turbato:
 «E' evidente che lady Marigold sta cercando di mettervi contro di noi, come fece col vostro antenato. Ma sono convinto che il divino Arexatan non compirà per due volte lo stesso errore. Non si lascerà manovrare da lei un'altra volta. Ho piena fiducia nella sua intelligenza! E anche nella vostra!»
L'imperatore non sapeva più a chi credere.
Quel prete mi sta accusando di essere manovrato da Marigold come prima lo ero da mia madre!
Del resto la cosa poteva anche essere vera. Elner aveva candidamente creduto a tutte le bugie di Ellis, e quindi, con la stessa ingenuità, poteva aver creduto alle bugie di Marigold.
La memoria di Arexatan mi darà la consapevolezza necessaria per compiere le scelte migliori...
«Terrò presente il vostro avvertimento, Padre Mollander! Potete stare sicuro che non mi farò più manovrare da nessuno, e che l'unico parametro del mio giudizio e delle mie decisioni, sarà ciò che è presente nella mia memoria, e nelle Altre Memorie che si risveglieranno presto dentro di me!»


N.d.A.

Elner XI Eclionner è Loki di Avengers della Marvel.
Susan Fuscivarian Eclionner è Susan Sarandon nella parte della principessa Wensicia Corrino ne "I figli di Dune" ("Children of Dune") di Frank Herbert
Il tempio di Lathena è quello di Baelor dove risiede l'Alto Septon ad Approdo del Re ne "Il gioco del trono" di George Martin.
Rudo Ulume è il maestro jedi Mace Windu, interpretato da Samuel L. Jackson in Guerre Stellari di George Lucas.
Izumir Mollander è il sith Dath Tyranus, ovvero il conte Dooku, interpretato da Christopher Lee, sempre in Star Wars.

Il duello tra Arexatan Eclionner e re Vorkidex dei Keltar è rappresentato da quello tra Rhaegar Targaryen e Robert Baratheon nella battaglia del Tridente nell'antefatto a "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" ("A song of ice and fire").
Il concetto di "altre memorie" è ripreso dal ciclo di Dune di Frank Herbert.
Marigold di Gothian è interpretata da Charlize Theron in "Biancaneve e il cacciatore" con Kristen Stewart.





mercoledì 4 aprile 2012

Isabella di Castiglia, 2° parte: ombre e luci

Dopo la sua ascesa al trono di Castiglia nel 1479, la regina Isabella (1451- 1504) diede inizio ad una serie di iniziative destinate a fondare lo stato della nuova Spagna imperiale.

Isabella di Castiglia

Per prima cosa Isabella e suo marito Ferdinando, re d'Aragona, organizzarono congiuntamente una spedizione militare finalizzata alla completa realizzazione della "Reconquista", cioè del secolare processo di riconquista dei territori iberici in mano agli Arabi. Ai tempi di Isabella rimaneva in mano araba soltanto il Regno di Granada, nel sud della penisola iberica.
Il regno fu conquistato nel 1492 e annesso al regno di Castiglia. Isabella entrò a Granada trionfalmente il 2 gennaio, dopo sei mesi di assedio, tenendo in mano un crocefisso.




L'unificazione nazionale completa fu portata a termine da Ferdinando molti anni dopo, con la conquista del Regno di Navarra.

Il secondo elemento che caratterizzò il regno di Isabella fu la creazione di una monarchia assoluta, fortemente accentrata, sul modello francese.
I nobili persero potere politico, ma mantennero un primato economico tramite il possesso di vasti latifondi.
La Chiesa cattolica divenne il vero pilastro su cui poggiava la monarchia: appoggiò Isabella in tutto, ma in cambio chiese ed ottenne alcune cose che gettarono molte ombre sulla regina, e ne stanno tutt'ora ostacolando il processo di beatificazione. Mi riferisco al terzo, al quarto e al quinto punto della politica di Isabella, di cui sto per parlare.

Il terzo punto della politica della Regina Cattolica fu l'istituzione della Santa Inquisizione Spagnola, nel 1480. Tale tribunale doveva combattere l'eresia attraverso un capillare controllo della religiosità dei sudditi castigliani e aragonesi. Se qualcuno veniva denunciato per eresia, la prassi era quella di arrestarlo e farlo confessare sotto tortura, per poi bruciarlo vivo al rogo.
Isabella, di fronte a chi le faceva notare la brutalità di questi metodi, rispondeva che quello era l'unico modo per "salvare l'anima" agli eretici. 
Particolarmente devota alla Vergine, Isabella si fece ritrarre, insieme al marito e ai figli, nella sua adorazione.


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Il quarto elemento, ancor più grave, fu l'espulsione degli Ebrei dal regno, "salvo bautismo", cioè salvo battesimo: gli Ebrei convertiti al cristianesimo potevano rimanere, ma erano comunque discriminati, a partire dal nome con cui venivano sprezzantemente chiamati: Marranos voleva dire "maiali" ed era considerata una delle più gravi offese.

Il quinto elemento, sempre in linea con i precedenti, fu la conversione forzata dei Moriscos, gli abitanti musulmani del regno di Granada appena conquistato.

Spettò al tribunale dell'Inquisizione, guidato dal confessore personale di Isabella, il padre domenicano Tomaso de Toquemada, detto "il Grande Inquisitore", a garantire la "limpieza de sangre", termine con cui la regina intendeva esprimere la purezza del sangue cristiano spagnolo, non "contaminato" da quello arabo o ebreo. Non è dunque fuori luogo parlare di elementi razzisti e integralisti nella politica di Isabella e dei suoi collaboratori.



Il sesto elemento fu l'appoggio alla spedizione di Cristoforo Colombo, che portò alla scoperta dell'America e alla sua colonizzazione da parte degli Hidalgos, i cavalieri castigliani.


File:Christopher Columbus7.jpg


I motivi dell'appoggio erano molti: in primo luogo, il bisogno di consolidare le finanze del regno unita alla speranza di trovare nuove ricchezze nelle lontane terre di cui si cominciava a favoleggiare; inoltre, il costo per l'impresa era relativamente contenuto, e non si poteva certo correre il rischio che il navigatore genovese si rivolgesse al re di Francia Carlo VIII, che avrebbe potuto soffiare un grosso affare ai coniugi spagnoli.
                                                                   



Ad Isabella va comunque riconosciuto il merito di aver creduto in un'impresa che gli altri si ostinavano a non voler finanziare. La decisione della regina di dare fiducia e credito al navigatore genovese fu così clamorosa che ne nacquero delle dicerie ridicole riguardo al rapporto tra Isabella e Cristoforo Colombo. La religiosità di Isabella però era tale che con assoluta certezza si può dire che non abbia mai avuto alcun rapporto intimo con Colombo.





Colombo mise piede in territorio americano il 12 ottobre 1492. Fu la prima di quattro spedizioni.


File:Viajes de colon en.svg


Isabella, consapevole dell'immenso potenziale di quella scoperta, unì l'aspetto politico ed economico a quello religioso, finanziando spedizioni che avevano come scopo ufficiale la "cristianizzazione" degli indigeni e come scopo ufficioso la conquista delle loro terre.
Nella cartina qui sotto si può vedere l'impero coloniale spagnolo nella sua massima espansione, colorato in rosso.


File:Spanish Empire Anachronous 0.PNG

Già nel 1493 sorse una contesa con il Portogallo, riguardo al diritto di colonizzazione delle Americhe, allora chiamate Indie Occidentali.
Isabella si rivolse al papa spagnolo Alessandro VI Borgia, perché facesse da arbitro della contesa ispano-portoghese.

File:Pope Alexander Vi.jpg

In una lettera molto convincente, scritta in latino a quattro mani con Torquemada, Isabella chiedeva al Papa spagnolo  il suo appoggio, anche in considerazione di tutto quello che lei aveva fatto per la cristianizzazione della Spagna. Nella lettera, Isabella faceva notare al Borgia che "Nullus hereticus, nullus Iudaeus habet solum in terra hispanica".

Probabilmente risultarono più convincenti, per il Papa, le promesse di un appoggio diplomatico, militare e finanziario spagnolo alle ambizioni di conquista sue e di suo figlio Cesare Borgia in Italia.


Dopo aver studiato attentamente la questione, Alessandro VI, il 4 maggio 1493, emise la celeberrima Bolla papale Inter coetera, nella quale, con un tratto di penna, si sanciva la spartizione del mondo tra Spagna e Portogallo. Alla Spagna sarebbero andati i territori che si trovavano a ovest del meridiano che passava per le isole di Capo Verde. I territori ad est, invece, ossia l'Africa e le Indie orientali, spettavano al Portogallo.
Isabella approvò.
(l'attrice che interpreta Isabella nelle immagini selezionate è Faye Dunaway)


Fu così firmato il Trattato di Tordesillas, che il 7 giugno 1494; divise il mondo in un duopolio esclusivo tra l'Impero spagnolo e l'Impero portoghese lungo il meridiano nord-sud, 370 Leghe (1.770 km) ad ovest delle Isole di Capo Verde (al largo della costa del Senegal, nell'Africa Occidentale), corrispondenti approssimativamente a 46° 37' O. Le terre ad est di questa linea sarebbero appartenute al Portogallo e quelle ad ovest alla Spagna. Questo meridiano veniva chiamato Raya. Il trattato venne ratificato dalla Spagna il 2 luglio, e dal Portogallo il 5 settembre 1494.


Nella terza parte, nel prossimo post storico, parlerò degli ultimi dieci anni di regno di Isabella, dal 1494 al 1504.


Fine seconda parte.

martedì 3 aprile 2012

Gothian. Capitolo 36. Il sogno di Marvin


Marvin stava sognando qualcosa che non aveva mai visto in vita sua.
Si trovava in una reggia a forma di piramide, in cima ad una acropoli.
 Vide un giovane principe, dai lineamenti Eclionner.

 

Parlava con una ragazza che gli somigliava, anch'ella dai lineamenti Eclionner, una Principessa del Sangue, cioè figlia di un erede al trono. 
Marvin ascoltava il loro dialogo.
Stavano discutendo. Il principe era deluso:
«Perché non fuggi via con me? Se davvero mi ami come dici, Ellis, rinuncia a quel matrimonio da farsa con nostro cugino, e seguimi!»
La ragazza lo fissava con occhi pieni di tristezza:
«Non possiamo andarcene tutti e due, Masrek... ci verrebbero a cercare anche all'inferno...»


Il principe scuoteva il capo.
«La Dinastia ha altri eredi... nostro cugino, per esempio... quello che tu vuoi sposare per nascondere al mondo il fatto che aspetti un figlio da me! E per consolidare il tuo potere!»
«Non dirlo!» gridò lei, afferrandogli le spalle: «Non pensarlo nemmeno! Cosa potremmo offrire a nostro figlio, se dovessimo vivere fuggendo come criminali? Accetta questo compromesso, Masrek... ci ameremo in segreto, nessuno ci scoprirà... »
«Preferisco vivere fuggendo, che rimanere qui a nascondermi nella menzogna! Io non sono capace di recitare, non sono come te!»
«Tu sei migliore di me, lo so, lo hanno sempre detto tutti... e allora dimostra di essere forte, e prometti che non mi abbandonerai! Promettilo, Masrek!»
«Ne ho abbastanza delle tue trame, Ellis! Raggiungerò nostro padre ad Elenna sul Dhain. E lo metterò in guardia dalle tue ambizioni, e da quelle dei tuoi alleati, specialmente Fuscivarian e sua figlia Susan, la tua futura suocera!»
La fanciulla versò le sue ultime lacrime d'amore:
«Se adesso te ne vai, io non so più chi sei: per me sarai morto per sempre, Masrek! Perdonami, ma io non ti perdonerò!»
La scena svanì.
Poi apparve all'improvviso una seconda scena.
C'era una città in mezzo a un fiume.  E tutto attorno si stava combattendo.


In mezzo alla battaglia c'era un possente condottiero di stirpe Eclionner, sui quarant'anni, che portava il diadema dell'erede al trono, e i suoi capelli erano già grigi, e i lineamenti scavati. Gridava alle truppe: «Seguitemi! Elenna sul Dhain cadrà entro stasera, e tutti ricorderanno i nostri nomi! Un giorno racconterete che eravate insieme a Sephir Eclionner, Principe della Corona, il giorno della battaglia di Elenna sul Dhain!»


«Sei arrivato troppo tardi, Sephir Eclionner!» gridò una voce «E' destino che tu non debba tornare mai più a Lathena! Hai infranto il Patto, ed io sono qui per punire te, e distruggere il tuo esercito!»
 Il condottiero riconobbe chi aveva parlato e capì che per lui era finita:
«Fenrik di Gothian! Maledetto traditore! Giuro che te la farò pagare cara!»











Poi tutto scomparve.
Nella terza scena c’era un Imperatore molto vecchio, dalla lunga barba bluastra. Il suo volto era crudele, e la sua voce era rauca e sibilante. Le sue unghie erano lunghissime e affilate.
Marvin lo riconobbe: era Wechtigar XVI Barbablù, quello che si faceva mandare ogni notte una vergine, e la mattina dopo faceva portare via quello che ne restava.


 L'Imperatore stava parlando al suo primo ministro: “Fa’ in modo che Sephir non torni mai più. La sua disfatta ad Elenna sul Dhain ha gettato il disonore sulla mia stirpe! Da oggi non è più mio figlio: io lo rinnego! Fa’ che resti principe di quattro palafitte su terra fangosa. Ed ordina a mio nipote Masrek di rientrare immediatamente: ora è lui l'erede!”.
 L’altro annuiva e chiedeva: “E riguardo a Wensy? Lei sospetta che Sephir sia sopravvissuto... potrebbe rivelarlo... non rinuncerà facilmente a suo marito...”.
Il vecchio sovrano scrollò le spalle: “Wensy è figlia tua, Fuscivarian, e dovrai occupartene tu!”.
Poi apparve una quarta scena.
C'era il Trono Imperiale, immerso in un’ombra scura.

Iron Throne Teaser - game-of-thrones  

E una donna bionda, seduta sul trono. 


La dama guardava per terra e diceva tra sé:  «Tornerò ad essere tua moglie, Arexatan! Sarò la nuova imperatrice e fonderò una nuova Dinastia!»
Marvin aveva riconosciuto la Dama Gialla, e voleva smascherarla, dire che aveva sposato il Conte di Gothian, e si faceva chiamare Marigold, ma tutto svanì in un lampo.
Infine apparve una quinta scena.
C'era il suo amico druido Gwydion, ma era molto vecchio e sfogliava un libro, intitolato "Il Profeta dei Keltar"


Parlava con un giovane apprendista, che gli chiedeva: “Hai davvero conosciuto il grande Marvin Vorkidian?
Oh, sì! Tanti anni fa! Era il principe che ci fu promesso, e la sua stirpe era quella della Luce e delle Tenebre
Marvin aveva udito, ma nessuno pareva vederlo.
Incominciò a gridare: “Gwydion! Sono io… sono ancora vivo...Gwydion, rispondimi!
L’immagine del druido tornò a ringiovanire e gli impose una benedizione.


Marvin si svegliò.
Il cuore gli batteva forte, e la fronte era imperlata di sudore.
Di fianco a lui c'era veramente Gwydion, che gli impartiva una benedizione.
 «Ho fatto un sogno assurdo…» gli sussurrò «...ho visto mio padre con Ellis, mio nonno Sephir, suo padre Wechtigar XVI, e il senatore Fuscivarian, ho visto le loro malefatte… ho visto Marigold di Gothian, mi aveva scambiato per Arexatan Eclionner... e poi c’eri tu, ma eri vecchio. E parlavi di me. Mi chiamavi "il Profeta dei Keltar"... »
Gwydion annuì gravemente
«Tu sei il Profeta che ci fu promesso, e la tua stirpe è quella della Luce e delle Tenebre»
Marvin riconobbe la stessa frase del sogno:
«Hai detto quasi le stesse parole nel sogno, ma parlavi al passato, come se io fossi morto da tempo..»
Il druido gli pose una mano sulla spalla:
«Non morirai, ma ti trasformerai. Per metà tu discendi da una stirpe di demoni. Eclion è il più   potente e malvagio. Gli Eclionner hanno commesso atrocità indicibili. Dovrai imparare a ad accettare queste memorie ancestrali, e a tenerle a bada. Ma tu sei anche un Vorkidian, e questo ti salverà! Vorkidex discendeva da Belenos, il Luminoso, un angelo potente e buono, venerato come dio del sole. Ora non puoi capire tutto. Sarà l’Arcidruido di Floriana a iniziarti agli Arcani Supremi»


Marvin annuì: «Spero che possa guarirmi dall'angoscia che sento nel cuore»
Gwydion lo fissò con serietà:
«Quell'angoscia nasce dal conflitto interiore tra le due stirpi da cui discendi. E questo nessuno lo può cancellare, nemmeno noi druidi. Non possiamo cambiarti, ma possiamo aiutarti ad accettare te stesso. Non possiamo guarirti, ma possiamo aiutarti a vivere meglio. Non possiamo rendere immortale il tuo corpo, ma renderemo immortale il tuo nome!»


N.d.A.

Tutta l'intelaiatura di questo capitolo è basata su una rielaborazione personale delle visioni di Daenerys Targaryen nella Casa degli Eterni.
Sephir Eclionner è Aegon V Targaryen, l'Improbabile, padre di Jaheaerys II.
Wechtigar XVI Eclionner è Aerys II Targaryen il Folle.
Il trono è chiaramente "Il trono di spade" di George Martin.
Elenna sul Dhain è Tar Valon della serie di Robet Jordan.
Marigold di Gothian è Cersei Lannister interpretata da Lena Headey.
Il druido Gwidion da giovane è Baelor Targaryen il Benedetto, mentre da vecchio è Aerys I Targaryen il Sapiente.
L'arcidruido è Jaheaerys I Targaryen il Conciliatore o il Saggio.
Belenos è il dio celtico Belenus, dio della luce e del sole.




lunedì 2 aprile 2012

Isabella di Castiglia, 1° parte: la presa di potere

Isabella di Trastàmarala Cattolica ( Madrigal de las Altas Torres22 aprile 1451 – Medina del Campo26 novembre 1504) , regina di Castiglia dal 1474 al 1504, regina consorte di Aragona, dal 1479 al 1504, è considerata la fondatrice del regno di Spagna, costituitosi tramite l'unione delle corone di Castiglia e di Aragona, attraverso il matrimonio con Ferdinando il Cattolico, re d'Aragona, e la conquista del regno di Granada (1492). Nello stesso anno, finanziò la spedizione di Cristoforo Colombo, che pose le basi per la creazione dell'impero coloniale spagnolo in America latina.

File:Isabel la Católica-2.jpg

Appartenente al casato di Trastámara, era figlia del re di CastigliaGiovanni II e della sua seconda moglie Isabella del Portogallo. A soli tre anni perse il padre, mentre la madre, donna religiosissima e sofferente di crisi depressive, si ritirò nel castello di Arévalo, entro le cui mura rimase per 42 anni, fino alla morte. Isabella crebbe con la madre, lontana dai giochi di potere, in quanto il regno di Castiglia era stato ereditato dal fratellastro Enrico, la cui figlia Giovanna era considerata legittima erede al trono.
I rapporti tra Enrico ed Isabella erano molto tesi in quanto buona parte della nobiltà riteneva Isabella avrebbe dovuto ereditare il trono al posto di Giovanna, considerata illegittima, in seguito alle dicerie secondo cui il re era impotente. 


File:Arms of the Crown Castile with the Royal Crest.svg
Nel 1469, contro la volontà del fratello, suo tutore legale, Isabella sposò Ferdinando, erede al trono d'Aragona. Questa unione ottenne l'appoggio del clero, in particolare del potente arcivescovo di Toledo, che conosceva l'estrema devozione religiosa di Isabella, e la preferiva, come erede al trono, alla figlia di Enrico.


File:IsabellaofCastile05.jpg

Per alcuni anni Isabella e Ferdinando vissero in condizioni precarie, spostando continuamente la residenza, per raccogliere sostegno tra i nobili castigliani e soprattutto tra i vescovi.
Quando nel 1474 il fratello di Isabella, re Enrico di Castiglia, morì improvvisamente, la nobiltà si divise in due fazioni: alcuni sostennero la successione della figlia di Enrico, altri, soprattutto i vescovi, sostennero la successione di Isabella, che fu proclamata regina di Castiglia con una solenne cerimonia a Segovia il 13 dicembre 1474.
A questa cerimonia non partecipò il marito, che si trovava in Aragona per raccogliere un esercito in grado di fronteggiare l'opposizione del Portogallo all'incoronazione di Isabella.
La guerra civile durò cinque anni.
Il 4 dicembre 1479 i nemici di Isabella la riconobbero pubblicamente come unica regina di Castiglia. Nello stesso anno il marito Ferdinando era succeduto al padre come re di Aragona.
Dall'unione personale dei due regni, quell'anno nacque l'entità che presto sarebbe stata conosciuta come Regno di Spagna.
File:CastillaLeon 1360.png


Nella prossima puntata parlerò degli elementi positivi e di quelli negativi che caratterizzarono il regno di Isabella.