Marigold Steinberg, Contessa di Gothian, era
giunta a Lathéna pochi giorni prima, scortata dagli agenti dei Servizi Segreti Imperiali. Gli uomini di Bial l'Eunuco l'avevano alloggiata in un lussuoso edificio dell'Acropoli, da cui si godeva una splendida visuale della capitale dell'Impero, situata in un istmo tra i due Oceani, alla latitudine dell'Equatore.
Com’è cambiata la tua Città Santa, Eclion, da quell’ultima volta!
Qualcosa di simile a un sentimento si affacciò nel cuore della Dama Gialla.
E' passato troppo tempo...
Un antico dolore perturbò per pochi secondi il suo animo di ghiaccio.
Qualcuno ricorda ancora chi era Edwina Ataris?
Forse chi aveva ucciso il suo uomo, aveva cancellato anche il ricordo di lei.
Nemmeno nell'Antico Patto il suo nome compariva.
Meglio così... meglio che tutti credano che io sia morta con lui...
La rabbia si sostituì al dolore.
I morti sanno compiere meglio le loro vendette!
La Contessa di Gothian sapeva che insieme a lei gli spiriti dei suoi Albini, ravvivati dal fuoco di Atar e dalla potenzia di Eclion, le avrebbero permesso di imporsi sulla discendente di Wechtigar I il Pio.
Wechtigar l'Assassino! Ma il tempo della giustizia è arrivato, Arexatan!
Tutto era stato preparato nei minimi dettagli.
Quando fu il
momento, Marigold uscì dal suo alloggio e incontrò i pretoriani dell'Imperatrice, che la condussero nella Grande Piramide, presso la Sala del trono.
E’ tutto più sfarzoso, più ostentato rispetto ad allora… eccessivo, direi, e di cattivo
gusto!
La sala era buia.
Il Trono del Sole era vuoto,
ma questo era ovvio. Ellis aveva ancora il buon senso di rispettare
le apparenze.
Fintanto che nella mente di suo figlio non si risveglierà il mio amato.
Fu annunciata con solennità, nella penombra blu dell'enorme sala.
Si avvicinò lentamente. Doveva fermarsi a dieci passi dal seggio granitico dove Ellis
sedeva, di fianco al trono.
Il seggio di granito delle imperatrici! E’ sempre quello. Sempre lì…come allora, quando io...
Ma il pensiero si interruppe.
La vista della Vedova Nera si impose ai suoi occhi.
Eccoti finalmente, Ellis, regina ragno, al centro della tua ragnatela!
Si prosternò con finta devozione davanti alla sovrana.
Goditi i tuoi ultimi momenti di potere, assassina!
Alla fine Marigold
ebbe il permesso di rialzarsi e puntò i suoi occhi gialli negli occhi
indaco di Ellis, il cui viso tradì un leggero malessere, come se un brivido
scuotesse il suo corpo.
«La Dama Gialla!
Finalmente ho il piacere di conoscerti…»
Marigold si finse umile e intimidita: «E’ un onore per me, Vostra Maestà»
Anche se dovrebbe essere il contrario.
Ellis le fece segno di avvicinarsi:
«Mi è stato detto che sei qui in qualità di ambasciatrice della Regina degli Alfar»
Marigold fece due passi avanti, e annuì.
L'Imperatrice appariva turbata, come se non credesse a quello che le era stato riferito:
«Che messaggi mi
manda la regina Alyx? »
Marigold sorrise
lievemente: «Alyx di Alfarian vi porta i segni della sua più devota amicizia e
dedizione»
La parola “dedizione” si usava solo nei giuramenti di vassallaggio, e questo cancellava
di fatto tutte le pretese di sovranità degli Alfar.
Alyx è troppo stupida per capire queste finezze, ma
Ellis capirà che le sto offrendo la sottomissione degli Alfar.
E infatti l’Imperatrice si alzò e sollevò le
mani, indicando a Marigold di avvicinarsi ulteriormente.
«Accetto questa
dedizione e la ricambio con la protezione che il mio Impero può offrire: ora lascia che imponga le mani sul tuo capo, secondo le usanze del mio popolo»
Nel momento in cui le mani di Ellis toccarono i capelli gialli della dama, un brivido passò
da Marigold all’Imperatrice, che ne rimase quasi ipnotizzata.
«Cosa... che significa... ho sentito un tremito...»
La Contessa di Gothian assunse un'aria complice:
«Nulla di pericoloso, Maestà. Sono una sacerdotessa di Atar, il Fuoco segreto, e questo è il segno del rispetto che il mio dio ha per il vostro Eclion»
Ellis non si mostrava affatto rassicurata da quella risposta.
Chissà se conosce la reale natura di Eclion?
La Reggente mostrò uno scatto di orgoglio inaspettato:
«Bene, allora, avanti... recita il tuo pezzo!»
Marigold ribollì di rabbia.
Pagherai cara la tua insolenza!
Voleva che recitasse? Sarebbe stata accontentata!
«Porto molti messaggi,
Maestà. Innanzitutto riguardo alla possibilità di un Nuovo Patto»
Ellis si alzò di scatto e nelle iridi indaco alcune screziature violette pulsarono con
insolita energia.
«Un Nuovo Patto? Ma di cosa stai parlando?»
Marigold aveva immaginato almeno un migliaio di volte quella scena.
Eppure in quel momento sentì che c'era qualcosa che non andava. Qualcosa di profondamente sbagliato.
Non ho tenuto conto di un dettaglio fondamentale... Ellis assomiglia così tanto a lui... se la guardo, mi sembra di rivederlo...
Doveva rimanere lucida. Quei sentimenti non potevano interferire sulla sua vendetta.
Era il momento di mentire:
«La regina Alyx non riconosce più re Kerelik come sovrano. Per questo mi ha chiesto la protezione di Vostra Maestà»
Tutto ciò era
musica per le orecchie di Ellis, e Marigold se ne rendeva conto.
Speriamo che Ser Gahel riesca veramente a convincere Alyx!
Mentre era immersa in questi pensieri, la Contessa di Gothian si accorse che Ellis la stava guardando in modo diverso, come se stesse valutando se fidarsi o meno.
«Interessante» disse
l’Imperatrice con voce vellutata, e fissò di nuovo gli occhi gialli di
Marigold, cambiando discorso: «Mi avevano
parlato della tua bellezza, ma vedo che sei ancora più attraente di
quanto ti immaginassi. Quanti anni hai?»
La Dama Gialla
fu percorsa da un brivido.
Domanda sbagliata, Ellis...
Certo non poteva ammettere una risposta sincera.
«Trentasette, Vostra
Maestà»
Un guizzo di invidia viola scintillò neglio occhi indaco della Reggente.
«Come me! E pensare che ne dimostri dieci di meno! Sembri una fanciulla. Qual è il tuo segreto?»
Marigold si mise in guardia. Le domande di Ellis stavano prendendo decisamente una brutta piega.
Raccontale qualche verità condita da un quintale di bugie!
Con voce suadente, rispose:
«Il fuoco di Atar, unito alle attenzioni del Conte Fenrik...»
In apparenza era vero.
«Credevo che Fenrik fosse insensibile alla bellezza femminile, specie quando non proviene da una nobile
di famiglia»
Marigold non si offese, anzi, quella frase la tranquillizzò.
Ah, Ellis, tu stai parlando col più nobile sangue
che sia mai esistito su questo continente!
Possibile che non sospettasse nulla?
«Le
mie origini sono umili, Maestà» sussurrò in tono dolce e quasi melodico.
L’Imperatrice annuì e le
prese la mano, sentendo di nuovo quel brivido.
«Come sono
pallide le tue mani, bambina…pallide come la morte...»
La Contessa di Gothian avrebbe voluto ritrarsi.
Sospetta forse qualcosa? Si sono salvati dei ritratti di Edwina?
Stava andando tutto storto.
Bisognava sbatterle in faccia la verità:
«Ho vissuto nei ghiacci per troppi anni, Vostra Maestà»
L'Imperatrice le prese anche l'altra mano.
Ellis apprezza la sincerità, e non solo quella...
La Reggente appariva incantata dalla bellezza di Marigold.
Nessun Eclionner è mai riuscito a resistermi...
Ellis aveva le pupille dilatate.
Con una mano artigliata, le sfiorò le labbra ed il seno.
«Voglio crederti, bambina mia..»
Marigold non si era aspettata di entrare così presto nelle grazie della sovrana.
Troppo facile! E' veramente lei la Vedova Nera, la regina ragno dei miei incubi, o ce n'è un'altra più potente, là fuori, che ci spia?
Esplorò a fondo questo pensiero.
Anche Ellis sta recitando. Vuole che io abbassi le difese.
Non c'era nessun'altra.
Stiamo duellando a colpi di fioretto.
In fondo doveva aspettarselo. Gli Eclionner si divertivano a giocare al gatto col topo.
Maledizione, se almeno non somigliasse così tanto ad Arexatan!
Doveva trovare un diversivo:
«Maestà, permettetemi di diventare vostra servitrice!»
Ellis non lasciò trasparire alcuna emozione. Solo alcune particelle violacee danzavano nei suoi occhi.
Le sue mani sfiorarono il collo di Marigold.
Quelle unghie sono avvelenate!
Di nuovo un brivido passò tra le due donne.
Quell'istante parve lungo come l'eternità.
«Continueremo questo discorso nei prossimi giorni»
Marigold si chiese se era meglio ucciderla in quel momento, o rinviare ad una occasione più propizia.
Devo far sì che si fidi di me. Solo così riuscirò ad eliminarla.
Si allontanò camminando all'indietro, inchinata, e si prosternò di nuovo davanti alla sovrana.
La tua morte è solo rimandata, Ellis, e sarà ancora più dolorosa, quando ti avrò in pugno!