Nel cuore della Foresta di Broceland viveva Cernunnos, il dio
protettore dei boschi, immortale e
venerato dai Keltar, ma nel contempo temuto, per la sua natura ambigua.
C'era anche un detto che lo riguardava, e che giocava sulla sua natura arborea per esprimere un concetto più complesso.
L'ambiguità mette radici dove il pensiero va a morire.
Nessuno sapeva esattamente dove vivesse Cernunnos.
Secondo i druidi egli per lo più si trovava in un'altra dimensione, e
interveniva soltanto se lo riteneva necessario, o se qualcuno lo evocava.
Il luogo sacro dove spesso avveniva l'evocazione di Kernunnos era
una radura al centro di Broceland, o come la chiamavano i Keltar del luogo, la foresta di Broceliande.
Non era facile arrivarvi, e
nessuno ormai ne conosceva la strada.
La selva nera, la selva oscura, il bosco atro... erano tutti nomi per evocare il concetto di smarrimento dell'anima.
Non ci sono sentieri, a Broceland.
Marvin aveva vagato nell'ombra, seguendo l'istinto, le percezioni, le premonizioni.
Sono allucinazioni, o sono vere?
Aveva visto
luci verdi nel buio che gli facevano strada. Si diceva fossero i folletti
, spiriti minori della foresta.
Seguendoli, era riuscito ad arrivare in un luogo in cui le sue percezioni erano diventate più forti, e poteva quasi sentire e vedere muoversi la foresta intorno a lui.
Questa foresta è un unico organismo. Tutto è collegato con tutto.
Marvin si sentiva parte di esso.
Dopotutto C
ernunnos era l'antenato della moglie di Vorkidex, Ygerne, e quindi era suo antenato, così come lo erano Belenos ed Eclion.
Io e Ygerne eravamo una cosa sola intervenne Vorkidex.
Marvin ricordava tutto di Ygerne, persino i momenti intimi che Vorkidex aveva vissuto con lei.
Ti prego Vorkidex, non distrarmi con i ricordi, devo concentrarmi sul presente.
E il presente era quel cerchio di pietre, lo Stonehenge.
Lì era giunto, intenzionato ad
evocarlo per ottenere un consiglio e un sostegno
in quel momento così travagliato.
Il luogo era circondato da monoliti, disposti in un cerchio sacro.
Marvin conosceva il rituale di evocazione. Si pose al centro del cerchio, seduto, con le gambe incrociate, e poi chiuse gli occhi, ed iniziò a pregare.
La preghiera non è una supplica, è un'energia che dà forza all'entità sovrumana che viene evocata.
Così gli era stato insegnato da Halfgan e poi dallo stesso Arcidruido.
Gwydion osservata a distanza, pronto a intervenire se qualcosa fosse andato storto.
Mentre Marvin si trovava in quel sacro cerchio, la personalità di Vorkidex si risvegliò:
"
C'è stato un tempo in cui questo era uno dei luoghi più importanti del nostro mondo, un cancello tra questa dimensione e quella degli Ahura e dei Deva. Solo i Profeti potevano invocare gli dei senza rischiare la morte"
Se non sono il vostro Profeta, allora è meglio che si veda subito. Ora lasciami pregare il divino Cernunnos!
L'attesa fu lunga, ma alla fine il potente angelo evocato, il Signore delle Foreste, il divino Cernunnos, si manifestò. Era una strana creatura a metà tra un uomo e un albero, e con corna di ariete.
<<
Spero che tu abbia un valido motivo per disturbare la mia quiete, ragazzo!>>
Marvin accolse con umiltà questo esordio piuttosto brutale.
<<
Divino Cernunnos, non mi sarei mai permesso di farlo se la situazione non fosse così grave>>
Quello strano essere, con un volto scolpito nel legno, riusciva però a mutare forma continuamente:
<<
So come stanno le cose, ma tu sei sicuro di voler conoscere il mio parere? Potrebbe non piacerti!>>
Il giovane Vorkidian annuì:
<<
Ne sono sicuro, Venerabile. Ti prego di dirmi come tu vedi le cose che stanno accadendo, e puoi darmi un consiglio su come mi debbo comportare>>
Kernunnos tacque a lungo, poi, con voce roca e atona, dichiarò:
<<
Vedo quello che è sempre accaduto: angeli e demoni che stringono un Patto per evitare una guerra che porterebbe alla distruzione del cosmo. Tu sei la personificazione di questo patto. Discendi da Eclion e da Belenos, da un demone e da un angelo. Sii dunque garante di questo Nuovo Patto: stai sopra le parti, non schierarti né col Male né col Bene. Pensa solo a mantenere la pace>>
Quella risposta deluse profondamente Marvin:
<<
Dunque non c'è speranza che il Bene trionfi? Dovrei forse fare un patto col Diavolo?>>
Il Signore delle foreste rise:
<<
Conosci gli Arcani Supremi. I due principi si equivalgono, e si mescolano inscindibilmente tra loro, tanto che spesso è impossibile capire cosa sia Male e cosa sia Bene, cosa sia giusto e cosa sia ingiusto. Ma la guerra è sicuramente un male, e se tu desideri la guerra, allora sei malvagio come tutti gli Eclionner prima di te>>
Marvin sentiva che c'era qualcosa che gli sfuggiva in tutto questo, qualcosa di non convincente:
<<
E' un male la legittima difesa? Dovrei forse permettere che i Keltar vengano schiavizzati per altri mille anni, come quando deposero le armi davanti ad Arexatan Eclionner?>>
Kernunnos apparve colpito dalla tenacia argomentativa del giovane:
<<
Sento in te la voce di Vorkidex. Dimmi, è una voce di libertà o una voce di vendetta?>>
Marvin sentiva fremere Vorkidex dentro di sé, ma lo mise a tacere:
<<
E' una voce di giustizia. I Keltar hanno il diritto di ricostruire il loro regno. E visto che Arexatan è rinato nel mio fratellastro Elner, Vorkidex ha diritto ad una seconda possibilità. Ma da soli non possiamo farcela. Dobbiamo trovare alleati. Ma non voglio allearmi con i demoni!>>
Era una questione eterna, nella morale, nella politica e nella guerra.
Il Signore della Foresta aveva sentito ripetersela infinite volte.
<<
Ovunque ci sia potere, c'è qualcosa di demoniaco. Il potere e il Male sono inscindibili>>
Marvin scosse il capo violentemente:
<<
No, io non sono disposto ad accettare alcun compromesso col Male! Non ho mai cercato il potere per ambizione: mi è stato conferito come uno strumento per salvare i Keltar dalla morsa dei Vampiri del Nord e dei Lathear del Sud. Una volta che questo sarà compiuto, rinuncerò ad ogni potere!>>
Kernunnos rise di gusto:
<<
Dicono tutti così, all'inizio. Poi si abituano. Non credere di essere migliore degli altri. Sei un Eclionner, non dimenticarlo! Ora spetta a te decidere: se non ti allei con almeno un demone, non potrai impedire ai Lathear di Elner XI di arrivare fino a qui, dove poi si scontrerebbero col Conte Fenrik, in una guerra così distruttiva che porterebbe alla fine del mondo, alla Conflagrazione Universale!>>
Marvin impallidì:
<<
E quale sarebbe l'altra alternativa?>>
Kernunnos sorrise:
<<
Stipulare un Nuovo Patto, un'alleanza con Marigold di Gothian, imperatrice dei Lathear, e con suo padre Atar, demone del Fuoco, l'unico che può sconfiggere il Conte Fenrik, e liberare il regno degli Alfar>>
Marvin non era convinto:
<<
Deve esserci una terza alternativa! E giuro che la scoprirò! Forse Vivien, la Dama del Lago presso la Sorgente, mi sarà di maggiore aiuto rispetto a te. Tu hai ceduto al Lato Oscuro, hai perso la speranza, e chi perde la speranza, ha perso tutto!>>
N.d.A.
La foresta di Broceland o Brocelandia o Broceliande si trova nella Bretagna francese, l'antica Armorica. Fu occupata dai Britanni insulari quando i Sassoni invasero la Britannia. I Britanni continentali sono detti Bretoni. Il ciclo bretone comprende i romanzi cavallereschi e cortesi che furono elaborati o ambientati nella Bretagna francese o nella Grande Bretagna, cioè quella insulare, la Britannia.
Cernunnos è una divinità celtica.
"L'ambiguità mette radici dove il pensiero va a morire" è tratta dalla canzone "Fiore di melograno" cantata da Mia Martini negli anni '70.
Re Vorkidex è ispirato alla figura di Vercingetorige. Il nome è anche influenzato da quello di Vortigern che regnò in Britannia prima di Uter Pendragon, padre di Artù.
L'idea della foresta come unico organismo è presente nella letteratura fantasy a partire da Tolkien e trova nel cinema una ottima espressione nel film "Avatar".
Il centro della foresta è contrassegnato da un anello di Dolmen simile a Stonehenge. Questi megaliti furono eretti da popolazioni precedenti a quelle celtiche, però i druidi li elessero a luoghi sacri.
Cenrunnos è raffigurato come l'Ent Barbalbero ne "Il signore degli anelli".
Arexatan Eclionner che sottomette i Keltar è raffigurato come Giulio Cesare che sottomette i Galli e i Celti belgi e aquitani.