venerdì 9 marzo 2012

I successori della regina Vittoria



Nell'immagine qui sopra vediamo il successore della regina Vittoria, suo figlio Edoardo VII (1841-1910, re dal 1901), con la moglie, la regina Alessandra (1844-1925)
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The Romanovs and the House of Windsor Queen Victoria's lifespan: 1819-1901 Prince Albert's lifespan: 1840-1861 Children: Edward VII | Victoria, Princess Royal, Princess Alice of the UK | Princess Beatrice of the UK | Alfred, Duke of Saxe-Coburg & Gotha | Princess Helena | Princess Louise, Duchess of Argyll | Prince Arthur, Duke of Connaught | Prince Leopold, Duke of Albany | Princess Beatrice http://en.wikipedia.org/wiki/Queen_Victoria:

Queen Elizabeth and Prince Philip's family tree from Queen Victoria. HUGE mistake made in Philip's line...the photo of Princess Victoria is that of Princess Alice's (above) sister who became Empress of Germany. Princess Alice became Princess of Hesse and by Rhine; her daughter was Victoria of Hesse.

Queen Victoria Family Tree - Bing Images:

Nella foto qui sotto, con tre dei suoi successori: il figlio Edorardo VII, il nipote Giorgio V (re dal 1910 al 1936) e il pronipote Edoardo VIII, che regnò solo pochi mesi nel 1936, prima di abdicare, per sposare l'americana divorziata Wallis Simpson, a favore del fratello Giorgio VI (re dal 1936 al 1952), padre dell'attuale sovrana Elisabetta II.



Ma conosciamoli più nel dettaglio, i figli e i successori della regina Vittoria.
Vittoria e Alberto ebbero nove figli, otto dei quali sposarono membri di famiglie reali europee e l'ultima, la principessa Luisa, sposò un duca scozzese.
NomeNascitaMorteNote
Vittoria, principessa reale21 novembre 18405 agosto 1901sposata 1858Federico III, imperatore di Germania e re di Prussia; ebbero figli
Re Edoardo VII9 novembre 18416 maggio 1910sposato 1863principessa Alessandra di Danimarca; ebbero figli
Alice25 aprile 184314 dicembre 1878sposata 1862Luigi IV, granduca d'Assia e del Reno; ebbero figli
Alfredo, duca di Sassonia-Coburgo e Gotha e duca di Edimburgo6 agosto 184431 luglio 1900sposato 1874, granduchessa Marija Aleksandrovna Romanova; ebbero figli
Elena25 maggio 18469 giugno 1923sposata 1866Federico Cristiano di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Augustenburg; ebbero figli
Luisa18 marzo 18483 dicembre 1939sposata 1871John Douglas Sutherland Campbell, IX duca di Argyll; non ebbero figli
Arturo, duca di Connaught e Strathearn1º maggio 185016 gennaio 1942sposato 1879Principessa Luisa Margherita di Prussia; ebbero figli
Leopoldo, duca di Albany7 aprile 185328 marzo 1884sposato 1882principessa Elena di Waldeck e Pyrmont; ebbero figli
Beatrice14 aprile 185726 ottobre 1944sposata 1885Enrico di Battenberg; ebbero 4 figli, di cui 2 maschi affetti da emofilia e una femmina portatrice sana

Victoria Adelaide Mary Louise, Principessa Reale, poi Imperatrice di Germania (1840-1901)



Albert Edward, Principe di Galles (il futuro Edoardo VII, 1841-1910)



E poi, come si può vedere nella foto qui sotto: Alice, Alfred, Helena, Louise, Arthur, Leopold e Beatricre.

The seven youngest children of Victoria and Albert:

Nella foto qui sotto Vittoria è al centro, sovrastata dal Principe di Galles (futuro re Edoardo VII) e affiancata dalla Principessa di Galles, Alessandra di Danimarca, riconoscibile per la pettinatura "a cofana",  che divenne una vera e propria moda sia nel Regno Unito che in tutta Europa.



Sempre nella prima foto, qui sopra, la donna a cui la regina "dà la schiena" è la sua primogenita Vicky, moglie del principe Federico di Prussia, in uniforme militare e con una lunga barba.

La seconda foto di gruppo, qui sotto è di molti anni successiva. Al centro, in primo piano, troviamo la regina vestita sempre a lutto, con la stessa espressione cupa e tetra. A fianco c'è sua figlia Vicky, che all'epoca era diventata imperatrice madre di Germania (Vicky, oltre a portare lo stesso nome della madre, rimase vedova come lei in giovane età, e morì nello stesso anno della madre, pochi mesi dopo). Dall'altro lato c'è il figlio di Vicky, il Kaiser tedesco Guglielmo II, imperatore di Germania. Dietro di lui lo Zar Nicola II di Russia, marito di Alice d'Assia, una nipote della regina. Questi due sovrani, alcuni anni dopo, avrebbero scatenato la prima guerra mondiale e la caduta delle rispettive dinastie. E pensare che erano cugini per parte di madre!



Nella terza foto di gruppo, scattata presso il castello scozzese di Balmòral, residenza preferita della regina, c'è sempre l'affezionatissima figlia Vicky, imperatrice madre di Germania, ma residente anch'ella a Balmoral, quasi tutte le estati. Con lei una figlia di Vicky, Charlotte di Prussia, con la figlia Fedora, la prima dei numerosissimi pronipoti della regina Vittoria.
Fedora, che vediamo alla sinistra della foto, con i lunghi capelli biondi, si sposò quando la bisnonna Vittoria era ancora in vita e fece di tutto per darle un trisnipote, ma purtroppo Fedora fu l'unica dei tanti pronipoti della regina ad essere affetta da sterilità.

Gli anni passavano ed il regno di Vittoria era divenuto il più lungo della storia britannica, un primato che la sua discendente Elisabetta II (di cui Vittoria era trisavola) sta cercando di insidiare e di superare. 
(Aggiornamento: il record è stato battuto da Elisabetta II, al momento in cui apporto questa correzione. Il 3 febbraio 2016 Elisabetta II ha raggiunto i 64 anni di regno, diventando il monarca più duraturo della storia inglese, oltre che il più longevo: compirà 90 anni il prossimo 21 aprile)



Cerchiamo di capire allora la successione dinastica che collega Vittoria ad Elisabetta II, seguendo l'albero genealogico.
Abbiamo visto che Vittoria era una Hannover e aveva sposato un tedesco, il principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha. Il primo figlio maschio della coppia, Albert Edward, detto Bertie, le succedette nel 1901, già anziano, divenendo Re Edoardo VII (1841-1910), che regnò per soli nove anni, 1901-1910. Questo periodo è ricordato come "età edoardiana" e coincide con l'apogeo dell'Impero Britannico.

File:Edward VII in coronation robes.jpg

Edoardo VII fece costruire la famosa residenza di campagna di Sandringham, dove la famiglia reale tutt'ora trascorre il periodo natalizio. Le famiglie nobiliari dell'epoca seguirono il suo esempio e Sandringham divenne un centro di ritrovo per l'alta aristocrazia. Non è un caso se lady Diana Spencer di Althorp, principessa del Galles, nacque proprio a Sandringham, nel 1961.

File:Sandringhammorris edited.jpg

Quando Edoardo era ancora Principe di Galles, il suo primogenito Albert, Duca di Clarence, morì improvvisamente in giovane età, mentre si trovava a Sandringham. Ufficialmente egli morì di polmonite in seguito ad una influenza, secondo alcuni sarebbe morto di emofilia, ma le voci più romanzesche, da cui sono stati tratti romanzi e film (tra cui "La vera storia di Jack lo squartatore", con Johnny Depp) insinuano che la vera causa della morte sarebbe stata la sifilide. Non ci sono, ovviamente, prove per dimostrarlo.
A succedere ad Edoardo fu dunque il figlio Giorgio V (Londra4 giugno 1865 – Sandringham20 gennaio 1936), che regnò dal 1910 al 1936.

File:George V of the united Kingdom.jpg

Giorgio V, nonno della attuale regina Elisabetta II, fu anche il primo dei regnanti ad assumere il cognome Windsor, legato al  famoso castello nelle vicinanza di Londra.
La scelta di rinunciare al cognome tedesco di Sassonia-Cobugo-Gotha avvenne durante la prima guerra mondiale, quando la Gran Bretagna era nemica della Germania, e quindi era opportuno che la famiglia reale inglese scegliesse un cognome più "inglese".
Nel 1936 gli succedette il primogenito Edoardo VIII, che abdicò pochi mesi dopo per sposare Wallis Simpson, duchessa di Windsor.



 Gli succedette il fratello Giorgio VI (quello de "Il discorso del re)



 da cui nacquero Elisabetta II e la sorella Margaret.



Elisabetta  si sposò con Filippo Mountbatten, duca di Edimburgo, nel 1947, e per cinque anni ebbe il titolo di duchessa di Edimburgo, mentre rifiutò quello di principessa del Galles, che le sarebbe spettato in quando erede al trono.



Elisabetta divenne regina nel febbraio del 1952, quando il padre morì di cancro ai polmoni.

Il cognome della dinastia, in seguito al matrimonio di Elisabetta con Filippo Mountbatten è attualmente quello di "Mountbatten-Windsor".



Questa foto è stata scattata per il 60° anniversario dell'ascesa al trono di Elisabetta, il Diamond Jubilee culminato con le Olimpiadi di Londra del 2012.
Elisabetta II compirà 87 anni il prossimo 21 aprile. 
L'erede al trono, Carlo, principe di Galles, compirà 65 anni il prossimo novembre.
Il secondo in linea di successione è William, duca di Cambridge, nato dal primo matrimonio di Carlo con Diana Spencer. 
William, trentunennne, diventerà padre il prossimo luglio.

giovedì 8 marzo 2012

Gothian. Capitolo 23. Sephir Eclionner, Principe della Corona



L’autunno stava avanzando rapidamente e il livello delle acque paludose a nord del fiume Amnis aumentava di giorno in giorno.
L’aria gelida era carica di pioggia e il vento frastornava i rami spogli degli ontani secolari che circondavano l'insediamento di Terramara.
Si trattava di un antico villaggio di palafitte, costruito in un'ansa del fiume e circondato da boschi selvaggi, in modo da essere quasi inaccessibile, per chi non ne conoscesse già l'ubicazione.
In una di quelle palafitte risiedeva il vecchio Sephir Eclionner, che un tempo era stato il Principe della Corona dell'Impero Lathear e che, dopo la sconfitta e le ferite subite nella battaglia di Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue, si era dato alla macchia e alla malvivenza, in quel covo umido e misterioso. 
Erano passati più di diciassette anni, dal giorno in cui aveva deciso di scegliere quel villaggio come sua dimora e centro operativo delle congiure mirate a riconquistare il controllo dell'Impero.
Erano stati anni duri, ma col tempo Sephir aveva ritrovato le forze e la determinazione, tanto che ormai si sentiva pronto alla battaglia decisiva, la rivincita che aveva atteso così a lungo.
C'erano però alcune questioni in sospeso da sistemare.
Attendeva l'arrivo di Vighar di Linthael, detto il Pirata, il migliore degli uomini al suo servizio, oltre che suo parente alla lontana. Lo considerava quasi come un figlio, dato che i figli veri lo avevano profondamente deluso, insieme a tante altre cose, nella sua lunga vita, amara come la terra che lo aveva accolto.
Questo villaggio si chiama Terramara: quale altro nome poteva essere più appropriato?
Quando era arrivato lì per la prima volta, era più morto che vivo. Aveva una gamba gravemente ferita, anche se in via di guarigione. Ma la sua salute era compromessa.
Ero un relitto, eppure negli ultimi diciassette anni ho trasformato questa misera palafitta nell’Ombelico del Mondo!



Eppure certi pensieri molesti del passato continuavano ad ossessionarlo.
Nei suoi sogni riviveva mille e mille volte la Battaglia di Elenna sul Dhain e ogni volta ne usciva distrutto.
Si risvegliava fradicio di sudore e col cuore palpitante.
La Primavera di Sangue... il mio nome legato a quell'epiteto come una maledizione... ma i veri mostri erano altri...
Gli Albini di Gothian.
Gothian!
Quel nome era diventato il suo fardello e la sua ossessione.
Riviveva nella mente ogni dettaglio del duello col Conte Fenrik di Gothian e il dolore terribile quando quel demone di ghiaccio gli aveva conficcato la spada nella gamba.
Ero pronto a morire, ma il Conte vide aleggiare sopra di noi la sagoma terribile di Eclion, mio divino antenato, che gli ordinava di non uccidere la sua progenie. E così il Conte si fermò, e ordinò ai suoi Albini di mettermi in salvo.
Forse Fenrik pensava che così ridotto Sephir non avrebbe fatto più danni.
In verità lo pensavano tutti, e all'inizio i fatti sembrarono dare loro ragione.
Sephir non ricordava molto dei primi giorni dopo la battaglia. Era stato tra la vita e la morte per due settimane, e solo la cura di alcuni druidi del luogo gli aveva permesso di sopravvivere.
Quando aveva ripreso conoscenza, uno dei suoi attendenti gli aveva detto:
 «La guerra è perduta, Altezza. 
Sua Maestà l'Imperatore dà la colpa a voi. Ha sparso la notizia che siete morto, pur sapendo che eravate qui e potevate sopravvivere. Vi ha inviato molti messaggi, tutti con lo stesso ordine: “Se rimani qui, potrai vivere, ma se oserai tornare, perderai anche la gamba buona!”>>
Sephir aveva colto la sfumatura.
Una volta sconfitto, non ero più nessuno, nemmeno per mio padre e per i miei figli!
Ma se credevano che lui fosse un uomo finito, si sbagliavano.
Anche se il suo corpo era stato storpiato e se la sua carriera politica era finita miseramente, la sua determinazione interiore a riprendersi tutto ciò che gli era stato tolto era cresciuta di giorno in giorno, fino a diventare la sua unica ragione di vita.
Per questo aveva raccolto i fedelissimi sopravvissuti alla battaglia e li aveva istruiti su come infiltrarsi nei Servizi Segreti dell’Impero.
Conoscevo molti segreti! In particolare quello dell'incesto di Masrek ed Ellis, e del matrimonio di Masrek con Lilieth Vorkidian.



Lo era venuto a sapere dallo stesso uomo che l'aveva ferito in battaglia e poi lo aveva fatto mettere in salvo.
Il Conte Fenrik mi disse che Masrek si era sposato con l'ultima dei Vorkidian. Ma  Lilieth all'epoca era troppo giovane, una fanciulla spaurita... non era ancora pronta per affrontare Ellis!



Bial l'Eunuco cercava Masrek, che era in pericolo, per questo Sephir Eclionner, detto "lo Sciancato",  aveva organizzato il rapimento di suo figlio e della nuora, e lo aveva commissionato a Vyghar di Lintahel, il Pirata.
Si trattava di un piano molto più complesso rispetto alle apparenze.
Li ho fatti rapire per salvarli, li ho separati per preservare il segreto della loro unione, nell'interesse di loro figlio... li ho tenuti lontani da me per non macchiare la loro reputazione... un giorno capiranno che tutto questo dolore era necessario e tornerà loro utile.
Per sua figlia aveva altri progetti.
La punizione di Ellis Eclionner era solo rimandata. Non le perdonava la morte di sua moglie, la povera principessa Wensy.
L’ha istigata al suicidio… ha fatto questo a sua madre!
 La tragedia era avvenuta dopo la notizia del ritrovamento del falso cadavere di Masrek..
Avevo mandato un messaggero per avvertire Wensy che il corpo non era di nostro figlio, ma lei si era già uccisa. Fuscivarian… che tu sia maledetto! Hai lasciato morire la tua stessa figlia, e corrotto tua nipote!
Questi pensieri pieni di rabbia lo avevano aiutato a rimanere vivo e gli avevano dato le forze per organizzare la sua vendetta.
Ci sono molte congiure, nel grande continente, ma io posso ancora riportare Ellis sulla retta via, e contrastare i Conti di Gothian!



Ormai la resa dei conti era vicina.
L'Eremita arriverà tra poco. Quell'anonimato non è più sicuro per Masrek. E poi c'è la questione di Marvin...
Fin dall’inizio era stato chiaro che potevano sopravvivere tutti solo se avessero vissuto separati, e questo era stato il compito che aveva affidato a Vyghar, il Pirata.
Lo attendeva con ansia da molti giorni.
 Quando finalmente glielo annunciarono, lo fece accogliere con tutti gli onori.
«Quali nuove mi porti, amico mio!» gli chiese dopo averlo invitato a sedersi.
Vyghar lo fissò con i suoi occhi neri e penetranti.
«Buone nuove, Sephir. Finalmente Alienor e Lilieth si sono incontrate. La principessa è una ragazzina viziata, ma Lilieth le insegnerà quello che c'è da sapere, e la inizierà agli Arcani Supremi. La discendente di Aenor deve essere messa di fronte alle sue responsabilità»
Lo Sciancato annuì.
«Confido nella saggezza di Lilieth, ma devo avvertirti che il villaggio di Tupile non è più un rifugio sicuro. Prima o poi Bial lo scoprirà, e se non sarà lui, sarà Kerelik. Occorre che tu le accompagni nel luogo dove meno le cercheranno: nella Contea di Keltar Senia, da Lady Aryellin, la madre di Lilieth»
Il Pirata ne fu sorpreso:
«La Contea si trova sotto la giurisdizione del Duca di Amnisia. E sappiamo che Gallrian ha spie dappertutto: se lo viene a scoprire, Marigold di Gothian ci denuncerà ai Servizi Segreti imperiali!»
Sephir Eclionner scosse il capo:
«Abbiamo alleati insospettabili. Ho già preparato l'itinerario ed i luoghi dove troverete ospitalità. E poi non dovrete rimanere a lungo presso la Contea. E' necessario che Lilieth porti a termine il viaggio che io le feci interrompere diciassette anni fa. Ora è pronta, ed Alienor la seguirà. Te le affido entrambe, sapendo che sono in buone mani. Sarai ampiamente ricompensato, oltre ogni tua aspettativa. Le condurrai a sud fino a Lathena, nella tana del lupo. In questo modo i piani di Marigold e quelli di Ellis saranno sconvolti. Non sarà facile, ma mi fido di te: sei il migliore!»
Vyghar sorrise con aria complice:
«Mi mancheranno le navi!»
Lo Sciancato rise:
«Al contrario: diventerai Pirata di Fiume. Navigherai lungo l'Amnis e le lagune, fino alla Grande Muraglia. Poi seguirai una strada segreta, piena di pericoli, che metteranno alla prova il tuo valore!»
Il Pirata era piacevolmente interessato a questi sviluppi:
«Tempi interessanti, Sephir! Ma dimmi, che ne farai dell'Eremita?»
Il vecchio lo fissò con aria determinata:
«Masrek dovrà mettere da parte i panni dell'Eremita e ritornare ad essere quello per cui è nato: il guerriero vendicatore, che abbatterà il regime di Ellis e di Fuscivarian! »


«Un piano ambizioso!» disse il Pirata «Ma come faremo a sfidare contemporaneamente Ellis Eclionner, Bial l'Eunuco, Sibelius Fuscivarian e Marigold di Gothian?»
Sephir sorrise:
«Con una strategia infallibile ed ovvia: li metteremo gli uni contro gli altri. Finiranno per annientarsi a vicenda, spianando la strada al ritorno di Masrek!»
Vyghar annuì:
«Ho un'ultima domanda, Sephir. Cosa hai in mente per tuo nipote Marvin?»
Lo Sciancato sospirò:
«Marvin non è un guerriero. E' un Profeta. La sua strada sarà opposta alla tua. Andrà verso nord. Dovrà incontrare l'Arcidruido, che lo inizierà agli Arcani Supremi. E poi dovrà diffondere il suo messaggio tra i Keltar, e risvegliare il valore di quel popolo, per quando dovranno affrontare la calata degli Albini del Conte Fenrik, e ricacciarli verso la loro tana, sempre più su, oltre il regno degli Alfar, oltre i ghiacci, su, sempre più su, fino alle desolazioni di Gothian!»



mercoledì 7 marzo 2012

La regina Vittoria e l'Impero Britannico

Victoria Alexandrina di Hannover (Kensington Palace, 24 maggio 1819 - Isola di Wight, 22 gennaio 1901) fu Regina di Gran Bretagna e Irlanda per 64 anni, dal 1837 al 1901, e Imperatrice delle Indie dal 1876 alla morte, oltre ad essere riconosciuta come sovrana da Canada, Australia, Sudafrica e numerose isole.




Le circostanze della sua successione al trono furono molto improbabili. La dinastia Hannover, che era succeduta agli Stuart alla morte della regina Anna, si stava estinguendo.
 Re Guglielmo IV era morto senza figli, suo fratello Ernesto Augusto era divenuto Re di Hannover, rinunciando alle pretese al trono, e l'altro fratello, Edoardo, duca di Kent, era morto lasciando come erede l'unica figlia, Alexandrina Victoria, detta Drina.



Quest'ultima divenne regina col nome di Vittoria, all'età di soli 18 anni, il 29 giugno 1837.




Tre anni dopo, il 10 febbraio 1840, sposò il coetaneo principe tedesco Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha (1819-1861)



Queen Victoria Wedding

Ecco il principe consorte




Ecco la sposa e il suo abito di nozze








Ed ecco alcuni ritratti della prima parte del suo regno







File:The Young Queen Victoria.jpg

Vittoria diede nove figli al marito, che amava moltissimo. Eccone l'elenco:



NomeNascitaMorteNote
Vittoria, principessa Reale21 novembre 18405 agosto 1901sposata 1858Federico III, imperatore di Germania e re di Prussia; ebbero figli
Re Edoardo VII9 novembre 18416 maggio 1910sposato 1863principessa Alessandra di Danimarca; ebbero figli
Alice25 aprile 184314 dicembre 1878sposata 1862Ludwig IV, granduca d'Assia e del Reno; ebbero figli
Alfredo, duca di Sassonia-Coburgo e Gotha e duca di Edimburgo6 agosto 184431 luglio 1900sposato 1874, granduchessa Marija Aleksandrovna Romanova; ebbero figli
Elena25 maggio 18469 giugno 1923sposata 1866Federico Cristiano di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Augustenburg; ebbero figli
Luisa18 marzo 18483 dicembre 1939sposata 1871John Douglas Sutherland Campbell, IX duca di Argyll; non ebbero figli
Arturo, duca di Connaught e Strathearn1 maggio 185016 gennaio 1942sposato 1879Principessa Luisa Margherita di Prussia; ebbero figli
Leopoldo, duca di Albany7 aprile 185328 marzo 1884sposato 1882principessa Elena di Waldeck e Pyrmont; ebbero figli
Beatrice14 aprile 185726 ottobre 1944sposata 1885Enrico di Battenberg; ebbero 4 figli, di cui 2 maschi affetti da emofilia e un femmina portatrice sana


Ed ecco alcuni ritratti di famiglia





  File:Queen Victoria, Prince Albert, and children by Franz Xaver Winterhalter.jpg

File:Queen Victoria Prince Albert and their nine children.JPG

Il principe Albert fu un severo moralizzatore dei costumi ed è a lui che bisogna imputare buona parte del puritanesimo che caratterizzò l'età vittoriana.


File:Albert, Prince Consort by JJE Mayall, 1860 crop.png






Albert morì di tifo il 14 dicembre 1861, presso il castello di Windsor, devastando il morale di Vittoria che entrò in uno stato semi-permanente di lutto e di sconforto. Indossò sempre abiti neri a ricordo per il resto della sua vita. Evitò di apparire in pubblico, e raramente mise piede a Londra negli anni che seguirono.

La sua reclusione le fece guadagnare il nomignolo di Widow of Windsor (Vedova di Windsor, con evidente gioco di parole fra la parola "Widow", vedova, ed il castello della famiglia Reale, Windsor). Trascorreva il suo tempo nelle residenze di campagna, soprattutto a Balmoral in Scozia e nei giardini del castello, attorniata da pochissime fidate persone.
In quegli anni la politica del Regno Unito era dominata da due personalità speciali, il liberale Ewar Gladstone ed il conservatore Benjamin Disraeli, sostenitore dell'espansione coloniale ed imperiale della Gran Bretagna nel mondo. La regina non nascondeva le sue simpatie per Disraeli e la sua politica colonialista e imperialista.
Ecco l'estensione dell'Impero Britannico alla sua massima espansione:



Vittoria fu incoronata Imperatrice delle Indie nel 1876




Come si può notare, la regina Vittoria non sorrideva mai.
Per la parte del suo regno compresa tra il 1876 e il 1901, cioè il suo apogeo di potenza, ma anche il periodo più complesso per la sua famiglia (mi riferisco alla misteriosa morte del nipote Albert Edward, Duca di Clarence, figlio del Principe di Galles) rimando al post di dopodomani.

martedì 6 marzo 2012

Gothian. Capitolo 22. Lady Marigold svela gli Arcani Supremi

        

 Da quando aveva rimesso piede a Lathena, lady Marigold Steinberg, Contessa di Gothian, si era preparata ad un incontro molto più importante di quello con Ellis. Dopotutto l'Imperatrice aveva una conoscenza limitata degli Arcani Supremi, mentre il Clero di Eclion era decisamente più informato, e l'Ordine della Grande Canonica era quello più informato di tutti.
         Però mai quanto me! A differenza di loro, quando fu siglato il Patto, io c'ero!                                                                                                               
La Dama Gialla era rimasta impressionata dall'imponenza sontuosa e variegata dell'edificio della Grande Canonica di Lathena. 


Era una novità per lei, infatti era stata costruita molto dopo il suo ultimo soggiorno nella capitale dell'Impero. 
Per la maggior gloria di Eclion? O piuttosto per mostrare il potere dell'Ordine dei Canonici?
Ufficialmente erano preti che assistevano il Sommo Sacerdote, ma in realtà si comportavano come un ordine monastico con un ampio margine di autonomia.
Persino il Sommo Sacerdote li teme!
Marigold invece no. Aveva dimenticato da tempo cosa volesse dire la paura.
L'invito da parte di Padre Ulume era anzi l'occasione giusta per incominciare ad attuare la parte più delicata del piano che lei e il Conte di Gothian avevano predisposto fin dal giorno del loro matrimonio, nell'anno della Primavera di Sangue.
 

















E' il primo passo per arrivare al Priore Mollander, il vero tessitore di tutte le trame!
La Contessa di Gothian, era diventata la Prima Dama di compagnia dell'Imperatrice Vedova, e questo giustificava in parte, come atto di omaggio alla sovrana, l'invito di Ulume.
Che Ellis pensi pure a questo invito come ad un gesto di cortesia!
Il prete la attendeva nell’atrio della Canonica e la salutò con seria compostezza.
Si sta abituando alla mia presenza, anche se è ancora molto intimorito. E ne ha tutte le ragioni! Ha capito da tempo che non sono solo una sacerdotessa di Atar.
Dal modo in cui si scambiarono un reciproco sguardo di diffidenza, era chiaro ad entrambi che quel colloquio era potenzialmente pericoloso.
Il sacerdote la accompagnò lungo interminabili corridoi fino al suo sfarzoso studio e poi chiuse la porta.
«Milady, abbiamo lasciato molti discorsi in sospeso, dopo il nostro arrivo nella Città Santa»
Marigold mantenne un’espressione neutrale.
 «Ne sono consapevole, ma non so se quello che ho da dire vi piacerà»
Ulume apparve nel contempo irritato e spaventato: «E' una minaccia?»
La Dama Gialla era compiaciuta di come il prete la temesse.
«Chiamiamola pure così, Padre»
Il sacerdote annuì:
 «Prima di parlare, preghiamo Eclion perché illumini le nostre anime»
E rivolse gli occhi verso l'alto.


Marigold  non voleva permettergli di mantenere il controllo della conversazione.
Occorreva osare, colpire subito al cuore.
«Sono a conoscenza del vostro progetto di instaurare un regime teocratico a Lathéna»
Un progetto che durava da decenni, forse da secoli.
Il sacerdote fece finta di non capire: «Ma di cosa state parlando?»
La Dama Gialla sorrise:
«Voi lo chiamate il Nuovo Patto. Lo conosco bene, perché, tra le altre cose, quel progetto prevede la mia eliminazione»
Ulume faticò a mantenere la compostezza: «Vi hanno informato male, Milady!»
La Contessa di Gothian si spazientì:
«Avanti, Ulume! Siamo entrambi iniziati agli Arcani Supremi! Smettiamola con questi stupidi giochetti !»
Il sacerdote deglutì e a bassa voce le chiese: «Cosa volete da me?»
Marigold rispose scandendo bene le parole:
«Da voi niente!Voglio un colloquio privato col Priore Izùmir Mollànder!»


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Al solo sentir pronunciare il nome del suo superiore, Ulume scosse il capo:
«E' fuori discussione!»
La Dama Gialla era irritata da quelle resistenze.
«Io so che Mollander vuole uccidere l'imperatore Elner XI !»
Il sacerdote la fissò con sdegno: «Come osate insinuare una cosa simile?»
Il suo maldestro tentativo di difesa la spazientì del tutto.
Occorre passare alle maniere forti. L'hai voluto tu!
I suoi occhi gialli pulsarono di pagliuzze dorate.
«Ne ho tutto il diritto, prete! Non mi riconosci? Hanno davvero distrutto tutti i miei ritratti?»
Le sue labbra si ritirarono in un ghigno diabolico. I suoi canini apparvero quelli di un predatore.
Lo vedi? Sono anch'io una progenie divina! La figlia di Atar, dio del Fuoco!


Un’ondata di terrore travolse Padre Ulume, che istintivamente si portò la mano alla catena col sole radiante di Eclion che aveva appesa al collo: «Va’ indietro, demone!»
Marigold gli strappò con violenza la catena, e la scagliò per terra.
«Sei più sciocco di quanto credessi! Non sono un demone, sono la figlia di un dio!»
Tutto il potere di Atar la stava rendendo terrificante.
Per un attimo tornò ad essere veramente Edwina Ataris!

Il sacerdote si vide perduto, e implorò la protezione di Eclion.
La Dama Gialla, con una incredibile forza lo prese per il colletto: «Stai pregando inutilmente!  Eclion e Atar sono alleati! Eclion protegge me, perché suo figlio Arexatan mi amava!»
Il prete allora cedette.
 «Edwina… la tua anima non ha dunque trovato pace?»
 La risposta era fin troppo ovvia.
«Né la mia anima, né il mio corpo! Impedirò a Mollander di portare sul trono imperiale il Mezzosangue di Amnisia!»
Ulume sgranò gli occhi.
 «Come fai a...»
Marigold non lo lasciò finire. Conosceva la domanda e la risposta da troppo tempo.
 «Il Duca Gallrian lavora per me! Credevi che lasciassi al tuo confratello Sulmen il controllo di Marvin Vorkidian?»
Il sacerdote si limitò a fissarla.
 «Rispondimi, Ulume! Come osi negare al mio amato la reincarnazione nel corpo di Elner XI, il suo discendente perfetto, puro sangue Eclionner, nato dall'incesto di due fratelli carnali?»
Ulume non rispose, il terrore glielo impediva.
Ora che ha capito, devo lasciarlo vivere per farlo obbedire ai miei ordini.
Si sentì improvvisamente stanca.
Ripensò al suo amato.
Ho attraversato gli oceani del tempo per rivederti, Arexatan! 
Troppo tempo. Quasi mille anni...
 Non le pareva possibile che fosse ormai trascorso il Millennio, dalla morte del suo amato, il fondatore della dinastia Eclionner e dell'Impero Lathear, il divino Arexatan, figlio di Eclion.


Il silenzio calò in quella stanza: troppe cose erano state dette, e troppi segreti svelati.
Lei però attendeva ancora la risposta.
Ulume se ne accorse e capì che forse si sarebbe potuto salvare: «Credimi Edwina, non abbiamo tradito il Patto. Il testo sacro non specifica chi sia il Predestinato, e non prevede che sia tu a deciderlo. Edwina devi credermi... non ti sto mentendo!»
Lei pareva non ascoltarlo più.
Edwina... 
Sentire quel nome la faceva star male. Lo aveva detto al Conte Fenrik il giorno in cui si era risvegliata.
Il sogno che interrompi non tornerà più uguale.
Era stata quella l'amara lezione della sua vita.
Cosa ne sapevano loro? Come potevano capire quanto le fosse costato reinventarsi una nuova vita, ridare a se stessa una nuova opportunità?
La sua voce divenne improvvisamente calma.
«Ora sono Marigold, e non voglio essere chiamata in altro modoVengo a riprendere ciò che mi è stato tolto»
Padre Ulume, percorso dai brividi, annuì.
Marigold lesse nei suoi occhi una comprensione che prima non c'era.
Lui sa che ho ragione!
Aspettò che il prete parlasse.
Ulume cercò di ritrovare la sua dignità.
«Padre Mollander non credeva alle voci sul tuo conto. Dopotutto in questa storia nessuno sembra chi è veramente. Siamo confusi...»
Era sincero. Eppure gli elementi per capire c'erano tutti.
«Gli iniziati agli Arcani Supremi sono stati informati che Eclion è un demone, e che
 Atar è il suo braccio destro e Gothar il suo braccio sinistro»
Il sacerdote scosse il capo:«Arexatan ci aveva nascosto l'Arcano più importante, e cioè che Eclion è il Signore delle Tenebre!»
Marigold sospirò: «Eppure era così evidente... gli Eclionner sono creature della notte, non nascondono la loro oscurità. Come può essere solare una stirpe dove i figli uccidono i padri e viceversa? No, Ulume... voi sapete bene che il dio del sole è Belenos, il progenitore della stirpe dei Vorkidian»  

Ulume non poteva mentire: «Sì lo sappiamo. Per questo Mollander ritiene che Marvin Vorkidian possa costituire il giusto equilibrio tra Eclion e Belenos, discendendo da entrambe le stirpi»  
Quell'ammissione era per Marigold una vittoria importante. Ora la partita poteva essere giocata a carte scoperte.
«Per questo esigo di parlare con Mollander. In fondo Eclion sa perdonare. Sa persino amare! L'amore non è un peccato, come alcuni di voi sostengono. I veri peccati sono quelli contro l'amore. E quelli sono imperdonabili!»  
Il riferimento era evidente. 
Arexatan era stato ucciso dal suo figlio primogenito ed erede al trono, il principe-sacerdote, Wechtigar I il Pio, sobillato dal Clero, che temeva lo strapotere di Edwina Ataris, imperatrice consorte, la sesta moglie, venuta dal nord per generare con lui una nuova stirpe. Ma quel sogno fu spezzato.
Wechtigar si era macchiato del crimine più grande.



Marigold ricordò quell'evento come se fosse successo in un'altra vita, in un altro mondo:
«Avrebbe voluto uccidere anche me. Fu Eclion stesso a fermarlo. Quel giorno di mille anni fa, gli dei e i demoni si incontrarono per l'ultima volta, e siglarono il Patto. Io fui risparmiata, e non solo perché ero figlia di Atar. Anche la dea della luce, Aenor, ebbe pietà di me. Persino Ulien, dea della luna, implorò Belenos  e, tramite lui, Kevin Vorkidian, di risparmiarmi. E infine Gothar chiese a suo figlio, il Conte Fenrik, di portarmi con sé. Io e lui siamo gli ultimi testimoni viventi del Patto, ed ormai è giunto il tempo in cui tutto questo diverrà noto»  
La mente di Ulume era confusa. Non conosceva i dettagli del Patto, nessuno aveva capito l'ampiezza e la vastità di quell'accordo, e le sue implicazioni. 
«Il Patto fu un compromesso tra il Bene e il Male, per questo ora riteniamo che Marvin Vorkidian...».
«No! Io voglio un Eclionner puro al mio fianco! L'equilibrio sarà rispettato dall'unione dei Vorkidian con la stirpe di Alfarian. Marvin avrà Alienor e il regno dei Keltar, io avrò Elner e l'impero dei Lathear, e Fenrik avrà Alyx e il regno degli Alfar. Tutti gli altri dovranno essere eliminati: Ellis, Masrek, Kerelik, Gahel, Gallrian, Aryellin e Lilieth»  
Era una menzogna, Marigold lo sapeva bene. Fenrik voleva molto di più, ma questo era meglio non rivelarlo ai sacerdoti.
Ci fu di nuovo silenzio. Ulume pareva aver accettato il Nuovo Patto.
Marigold si rilassò e con voce tranquilla concluse: «Riferisci tutto al Priore Mollander e digli che pretendo la sua sottomissione. Rimarrò in attesa ancora un po', ma quando scadrà il Millennio, ed il Dormiente si sarà risvegliato, allora dovrete ricordarvi bene una cosa: Lui-è-mio!»


N.d.A.

Marigold di Gothian è qui rappresentata da Melisandre di Asshai, ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" di George Martin.
Izumur Mollander è Christopher Lee nel ruolo del Conte Dooku, o Darth Tyranys in Guerre Stellari.
Belenos è il dio Belenus dei Celti.
La Grande Canonica è la cattedrale della Sagrada Familia di Barcellona, opera dell'architetto Gaudì.
Arexatan Eclionner è rappresentato da Feanor ne "Il Silmarillion" di J.R.R. Tolkien.