sabato 18 febbraio 2012

Le amanti di Luigi XV

Madame Jeanne-Antoinette Poisson, Marchesa di Pompadour (Parigi 1721- Versailles 1764) fu la più famosa amante di re Luigi XV di Francia:



Sua è la famosa frase con cui consolò il re dopo la sconfitta militare di Rossbach, nel 1757, durante la Guerra dei Sette Anni: "Dopo di noi, il diluvio" dalla quale possiamo dedurre la consapevolezza della fragilità dell'Ancien Regime, da parte di colei che fu per vent'anni, dal 1745 alla morte "la sola e l'unica" effettiva "regina" di Francia. 

In realtà dopo la sua morte non vi fu il diluvio, ma semplicemente il re si trovò una nuova amante, più giovane, Marie-Jeanne Becù de Lorraine, Contessa Du Barry (1746-1793):


Non occorre essere laureati in storia per conoscere il personaggio della Du Barry, basta aver visto le puntate iniziali di Lady Oscar. Sfido chiunque a non avere visto almeno una puntata di Lady Oscar! Ecco come compariva la Du Barry nel cartone:


Comunque, per la cronaca, la Du Barry entrò in conflitto con l'allora moglie del Principe Delfino, la principessa Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena, futura regina di Francia, l'ultima che visse a Versailles, il simbolo splendente dell'Ancien Regime.


L'odio della Du Barry verso Maria Antonietta fu tale che, quando molti anni dopo, durante la Rivoluzione Francese, la regina di origini austriache fu condannata a morte, Madame du Barry rientrò a Parigi per godersi lo spettacolo dell'esecuzione della sua rivale.
Non fu una buona idea: i rivoluzionari arrestarono immediatamente la Du Barry e la condannarono alla decapitazione con l'accusa di spionaggio controrivoluzionario. E così, la bella contessa ebbe l'onore di posare il suo collo pallido sulla ghigliottina ancora fresca del sangue di Maria Antonietta.
Con la morte delle due più affascinanti donne del Settecento si concluse definitivamente l'età dell'oro della corte di Versailles.

venerdì 17 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 13. Il destino di Aliènor e le trame di Màrigold


La principessa Alienor di Alfàrian si trovava sulla punta estrema della prua della Dolce Ellis, la nave ammiraglia della flotta imperiale, che viaggiava in direzione sud, verso Amnisia, scortata da alcune navi della flotta degli Alfar.


Dalla cima albero maestro svolazzava la bandiera imperiale: un Sole dorato con ampi raggi su sfondo bianco. Per gentile cortesia, sotto alla bandiera imperiale era stata issata anche quella regale degli Alfar, un’aquila nera incoronata su sfondo bianco.
Alienor era ancora perplessa per quell'omaggio di Ellis, e soprattutto per la lettera personale che la Reggente  indirizzava “alla mia carissima nuora e figlia”, assicurandole che sarebbe stata la benvenuta a Lathéna, e che finalmente il Senato e il Popolo avrebbero avuto "una nuova Imperatrice, più giovane e più bella”. Così era scritto, e la firma di Ellis Eclionner era confermata dal suo sigillo personale, raffigurante la testa di una donna con dei serpenti al posto dei capelli.
Una nuova Imperatrice più giovane e più bella? Ellis preferirebbe farsi scorticare viva piuttosto che rivolgere simili complimenti a un’altra donna…
Alienor era convinta che ci fosse qualcosa di molto pericoloso, sotto a questo apparente gesto di cortesia, ma ancora non era riuscita a capire cosa.
Il viaggio procedeva lento e regolare, sotto il sole infuocato di fine luglio, da cui la principessa dalla pelle diafana si proteggeva con un ombrellino.
E' dai tuoi raggi che mi proteggo, Eclion! 
Per ordine dell’ammiraglio Travemund il percorso si svolgeva a breve distanza dalla costa, “per evitare rischi inutili”. In quel modo però, costeggiando la baia del Dhain, la flotta ci avrebbe messo il doppio del tempo per arrivare ad Amnisia.
C’è qualcosa di sbagliato in tutto questo…
Più il tempo passava nella noia di quel viaggio a rilento, più la ragazza si convinceva che sarebbe accaduto presto qualcosa, e rimaneva a scrutare, come di vedetta, dal ponte di prua, il mare e le coste, e poi ancora l’oceano.


A un certo punto la sua attenzione fu attirata da una piccola flotta di imbarcazioni snelle e veloci, dalle vele nere, che si avvicinavano verso do loro con una velocità insolita.
La cosa fu notata anche dall’equipaggio e l’ammiraglio, col cannocchiale, osservò la scena dal punte di prua e subito tuonò con voce possente: «Pirati a tribordo! Allarme! Prepararsi alla difesa della nave!» e poi, rivolgendosi alla principessa: «Vostra Altezza, dovete ritirarvi subito sottocoperta nelle vostre cabine… qui ci sarà presto una battaglia!»
Alienor non se lo fece ripetere due volte. 
Corse nella stiva chiedendosi dove si fosse nascosta Marigold.
Non si vedeva da nessuna parte. Nemmeno Ser Gahel.
Che li rapiscano pure i pirati! Non sarebbe una grande perdita!
Quando si chiuse nella sua cabina, la principessa incominciò a sospettare che quella aggressione non fosse casuale.
I pirati non osano mai attaccare delle flotte grandi come la nostra, con una ammiraglia così potente come la “Dolce Ellis”. E poi ci sono le navi di mio padre!
Mentre passava il tempo, Alienor non poteva smettere di pensare a tutte le stranezze che le erano accadute, da Elenna in giù.
Marigold e Ser Gahel mi hanno venduta! 
Non c'era altra spiegazione, e questo la preoccupava più della stessa presenza dei pirati sulla nave.
I combattimenti durarono per oltre un'ora. 
Stanno macellando un intero equipaggio solo per me? E' possibile che la crudeltà di Ellis arrivi a tanto? 
 Dopo un tempo relativamente breve il rumore della battaglia fu sostituito da un inquietante silenzio.
Potrebbe essere la mia ultima ora.
Bussarono alla porta e la voce dell’ammiraglio Travemund disse: «Principessa, ora potete uscire»
Alienor si affacciò alla porta e vide che Travemund era in compagnia di un personaggio bizzarro e inanellato, con un grande berretto, e lunghi capelli scuri intrecciati. Gli occhi erano neri, magnetici e profondi,  il naso piccolo, la bocca carnosa, atteggiata a un sorriso ironico, il pizzetto ben curato, alla moda dei pirati. 


«Vostra Altezza, vi presento il capitano lord Vyghar di Linthael, meglio noto come il Pirata Gentiluomo. Da questo momento voi siete nelle sue mani»
Il pirata accentuò il sorriso ironico: «Fossi in voi non farei troppo affidamento sulla mia fama di gentiluomo»
Alienor fece finta di non sentire e si concentrò sull'ammiraglio:
«I pirati hanno vinto contro la nave ammiraglia dell’Impero?»
Sia Travemund che Vyghar risero di gusto, e poi il primo rispose: «Oh, no… la flotta dei pirati si è limitata soltanto a tenere lontane le navi di vostro padre, cosa peraltro molto facile. Sulla “Dolce Ellis” ci siamo dovuti soltanto sbarazzare di molti scomodi testimoni»
«Avete fatto uccidere i vostri marinai? Ma che ammiraglio siete?» chiese Alienor, sospettando già la risposta.
«Erano dei pendagli da forca» rise Travemund «e comunque io mi sono limitato ad obbedire agli ordini dell’Imperatrice Vedova…»
Alienor annuì amaramente, ma la sua preoccupazione era un'altra: 
«Che cosa è successo alle persone del mio seguito?»
Travemund sorrise: 
«Siete molto gentile, Altezza, a preoccuparvi dei vostri servitori. Posso rassicurarvi sul fatto che Ser Gahel li sta conducendo in salvo verso le navi di vostro padre. Apparirà un vero eroe agli occhi del popolo e in particolare a quelli di vostra madre. Contiamo molto sull'ascendente di Ser Gahel verso le nobildonne Alfar!»
Quindi Ser Gahel era implicato anche in un complotto per destabilizzare il regno. 
«E lady Marigold?»
Una risata inconfondibile annunciò la comparsa della Dama Gialla, seguita da Padre Ulùme.


 «Sono qui, mia piccola Alienor! Ma purtroppo da questo momento le nostre strade si dividono. Io sarò accompagnata a Lathéna, come era nei patti. Tu invece farai compagnia al nostro bel pirata...  Ah, poteva andarti molto peggio, credimi!»
Alienor trattenne la rabbia e si rivolse al pirata:
«Sarà nel vostro interesse trattarmi bene: come ostaggio valgo molto. Mio padre pagherà qualsiasi riscatto chiediate!»
Vyghar appariva divertito: «Lo spero, Altezza, anche perché non escluderei l'esistenza di alcuni personaggi disposti a pagare molto più di lui, per farvi... come dire... passare a miglior vita. Devo decidere quale offerta accettare. Nel frattempo vi condurrò in un posto sicuro... per me ovviamente...» poi fece una pausa, guardando di sottecchi l’ammiraglio: «…del resto, qui ci siamo solo noi a testimoniare che siete sopravvissuta. Ordini della Vedova Nera… nessun testimone! A parte, naturalmente, i qui presenti!»
E si mise a ridere, insieme all'ammiraglio e a Lady Marigold.
Padre Ulume rimase serio. Probabilmente Alienor doveva a lui il fatto di essere ancora viva.
D'ora in avanti sarò sola... nessuno mi difenderà, e nessuno mi ha insegnato a difendermi...
Guardò Marigold negli occhi:
«Traditrice... Per sedici anni mi hai fatto credere di volermi bene come a una figlia! Poi ad Elenna sei cambiata e adesso non so più chi sei... qual è il tuo segreto, cosa nascondi?»
La Contessa di Gothian ricambiò lo sguardo intenso, e le due donne rimasero per alcuni attimi a fissarsi reciprocamente.
«Alienor, se ora sei viva, è perché io l'ho permesso! La "dolce" Ellis, che dà il nome a questa nave, avrebbe molto gradito la tua testa, come mio regalo di presentazione. Ma io non sono come gli Eclionner. Non mi diverte versare sangue inutile. E poi so cosa vuol dire trovarsi nelle tue condizioni, e così come allora un Patto salvò la vita a me, io ora la salvo a te, per saldare, alla presenza di Padre Ulume, il mio ultimo debito di gratitudine nei confronti  degli Dei degli Alfar. Dovresti ringraziarmi per questo atto di pietà, ma mi basta che te ne stia alla larga da Lathena. Del resto, è nel tuo interesse farti dimenticare dai Servizi Segreti dell'Imperatrice» 
La principessa avrebbe voluto schiaffeggiarla:  
«Non mi hai ancora risposto... chi sei veramente?»
 La Dama Gialla scosse il capo:
«Ma allora proprio non mi ascolti! Ho parlato di un patto, il Patto! Lo capisci? Prova a ricordare chi era presente! Non ti dico altro, ti ho già detto fin troppo, e l'ho fatto solo perché l'ammiraglio Travemund e il buon Padre Ulume già sapevano chi sono e cosa intendo fare. E si sono mostrati molto intelligenti nel capire che è meglio avermi come alleata piuttosto che come nemica. Ti avevo già avvisata ad Elenna, ed ora te lo ripeto: non metterti contro di me. Non ti conviene!»
Alienor stava per replicare quando il pirata la strattonò per un braccio:
 «Non c'è tempo per fare conversazione, Altezza, per cui adesso i miei uomini vi accompagneranno a scegliere poche cose essenziali tra i vostri bagagli! Vi aspetto sulla mia nave. Fate presto, perché, lo ripeto, la mia fama di gentiluomo non corrisponde pienamente alla realtà» 
Detto questo rise e se ne andò, con un cenno ironico di saluto agli altri cospiratori, mentre alcuni uomini lo seguivano con una cassa piena di monete d’oro e pietre preziose. 
Il "dono di nozze" di Ellis...
La principessa si sentì improvvisamente stanca. 
Perché proprio a me sta accadendo tutto questo? 
Le tornò in mente un proverbio Alfar, che la Contessa di Gothian le aveva insegnato:
Prima o poi gli Dei chiedono un prezzo, per tutti i beni che abbiamo ricevuto in sorte.
Ecco, quello era il prezzo che Alienor stava incominciando a pagare.


N.d.A.

Alienor di Alfarian è rappresentata da Daenerys Targaryen.
Marigold di Gothian da Cersei Lannister.
Vyghar di Linthael da Johnny Depp nel ruolo del capitano Jack Sparrow.

giovedì 16 febbraio 2012

Da Sofia a Caterina II: le grandi zarine di Russia


Per un secolo e mezzo l'impero Russo fu governato da una serie di donne molto volitive: Sofia Alekseevna, sorella di Pietro di Grande, Caterina I, moglie di Pietro, Elisabetta, figlia di Pietro, con un intermezzo di Pietro II, nipote di Pietro il Grande, e della zarina Anna, altra nipote. In questo post prendo in considerazione le tre principali sovrane:
1) Sofia Alekseevna Romanov (1657-1704)
File:Nikita Pustosviat. Dispute on the Confession of Faith.jpg
Fu reggente per i fratelli Ivan V e Pietro I, dopo aver ottenuto il potere attraverso un colpo di stato.
Vanessa Redgrave nel ruolo della zarina Sofia Aleksievna Romanov (1657-1704) è stata fenomenale, vi consiglio di guardare la scena iniziale di questa parte del film su Pietro il Grande, di cui Sofia era sorella maggiore e reggente.Nella scena Pietro accusa Sofia di aver nascosto una pesante sconfitta militare per proteggere il proprio amante, il principe Golitzyn. Di fronte alle prove evidenti, Sofia si finge sorpresa e addolorata, ma quando si appoggia alle spalle del suo amante incomincia subito a tramare la vendetta contro Pietro. La resa dei conti porterà alla sconfitta di Sofia e alla sua reclusione in convento.
http://www.youtube.com/watch?v=6kpzRD9cqPs&feature=related

2) Elisabetta (1709-1762), figlia di Pietro il Grande e di Caterina I

Non si sposò mai, ma ebbe numerosi amanti che la influenzarono notevolmente nel governo dell'impero russo. Con lei si estingueva il ramo diretto dei Romanov per discendenza maschile. Alla sua morte le succedette il figlio di sua sorella, Pietro III (1728-1762) Oldenburg-Romanov che però fu deposto e fatto uccidere dalla moglie, la zarina Caterina II la Grande (1729-1796), che qui compare in più immagini, in ordine di tempo.

a)  Caterina è col marito e col figlio Paolo. (anno 1760)

b) 1763, Caterina II prende il potere con un colpo di stato ed è incoronata imperatrice:


c) Caterina II la Grande, all'apice della potenza (1780)


d) Caterina II in tarda età (1795)

Caterina ebbe numerosi amanti e altrettanti figli illegittimi: si crede che anche l'unico figlio legittimo, il futuro zar Paolo I, non fosse figlio di Pietro III. Fu l'ultima zarina regnante. Morì di ictus cerebrale nel 1796. Le succedette il figlio Paolo, il quale però, già nel 1801, fu deposto e fatto uccidere da una congiura che portò sul trono suo figlio Alessandro, colui che sconfisse Napoleone.

mercoledì 15 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 12. Marvin e Ariellyn: le verità svelate.

Lady Ariellyn Vorkidian, contessa di Keltar-Senia, sapeva che il momento della rivelazione di ogni segreto ormai era giunto. Non poteva tacere oltre la verità a suo nipote.
«E così Halfgan ti ha detto chi erano i mandanti e gli esecutori del rapimento di tua madre e di tuo padre»
Marvin annuì, con uno sguardo determinato che non ammetteva ulteriori dilazioni:
«Mi ha indicato un elenco di persone da cui devo proteggermi. Lo ha fatto per mettermi in guardia, ma non ha risposto alle domande più importanti. Ti aveva giurato di non farlo e ha mantenuto la promessa. Ora è il momento che tu mi dica il resto»
Ariellyn sentì improvvisamente tutti i propri anni sulle spalle. Erano stati anni difficili, soprattutto gli ultimi, quelli dopo la Primavera di Sangue.
«Seguimi» disse al nipote, dirigendosi verso la propria stanza e poi si fermò di fronte ad un quadro che la ritraeva in gioventù: «Sposta il mio ritratto di quand'ero giovane»


Marvin eseguì l'ordine, immaginando che qualcosa di prezioso fosse nascosto in quel ritratto, ma vide invece che dietro di esso c'era una cassaforte.
Ariellyn tirò fuori dalla tasca del vestito una chiave e aprì la botola. Dentro c'erano alcune pergamene e un misterioso sacco di velluto blu, tenuto insieme da un cordone dorato.
Quando lo vide, Lady Vorkidian chiuse gli occhi e sospirò.
«Prendi quella sacca di velluto e guarda cosa c'è dentro»
Marvin non se lo fece ripetere due volte: il cuore batteva forte e l'emozione era così grande che quasi sentiva le vertigini.
Prese il sacco e sciolse il nodo dorato. C'erano due oggetti dentro: un ciondolo e un anello.
«Guarda prima il ciondolo» disse sua nonna con voce severa.


Marvin lo prese con delicatezza: era un grande zaffiro color indaco, incastonato in oro bianco e brillanti. Il suo valore doveva essere notevole.
«Dietro allo zaffiiro ci sono due iniziali ed una scritta. Leggile»
Il giovane guardò immediatamente il retro del gioiello, in oro bianco, e vide in effetti le due iniziali e la scritta:. 
E. e M. per sempre
Si accigliò. Non erano le iniziali dei suoi genitori, come si era aspettato. 
Rivolse alla nonna uno sguardo interrogativo.
Lady Ariellyn richiuse gli occhi, come se anche la sola vista di quel gioiello fosse motivo di dolore.
«Apparteneva a tuo padre. Gli era stato regalato, prima che si trasferisse qui e conoscesse mia figlia»
Marvin non capiva: «Sono le iniziali dei suoi genitori?»
La nonna sorrise, ma la sua voce era triste: «No. Io credo che Halfgan ti abbia dato tutti gli elementi per capire, ma immagino che la tua mente si rifiuti persino di considerare una simile verità»
Halfgan aveva detto che tutte le sue domande avevano una sola risposta, un cognome. Il cognome di suo padre, che doveva essere lo stesso cognome dello Sciancato, il quale probabilmente era suo nonno. Queste erano le risposte che si era dato. Ma le iniziali dei due nomi, evidentemente una coppia di sposi o di innamorati, non gli dicevano nulla.
«Halfgan afferma che la risposta è un cognome. Tu invece mi indichi due nomi di una coppia sconosciuta»
La contessa di Keltar-Senia lo guardò con infinita tristezza.
«Magari fossero sconosciuti. E magari fossero una coppia. Erano fratello e sorella. La E è l'iniziale della sorella. La donna più famosa del Continente»
Marvin capì subito, anche se non riusciva a cogliere il nesso che legava quel ciondolo ai suoi genitori.
«Ellis, l'Imperatrice Vedova!»


Ariellyn annuì: «E la M sta per Masrek, il nome di suo fratello»
Marvin sgranò gli occhi.
«Allora era questo il segreto che i miei genitori dovevano rivelare al Senato imperiale! L'incesto tra l'imperatrice e suo fratello!»
Sua nonna annuì gravemente, ma sollevò l'indice della mano destra verso il cielo e disse:
«Questa è solo una parte del segreto. Ce ne sono molte altre, di cui una ti riguarda in modo particolare. Tuo padre si chiamava Rekormas Roth. Con quel nome si presentò a noi, l'anno in cui l'imperatrice Ellis si sposò con Elner X e mise al mondo Elner XI. L'anno della Primavera di Sangue»
Marvin incominciava ad intuire la risposta non detta. 
«Rekormas Roth non era il suo vero nome. Roth è un cognome molto diffuso, ma il nome, Rekormas, questo nome...»
Lady Ariellyn lo fissò negli occhi: «E' un anagramma quasi perfetto del suo vero nome»
A quel punto non c'erano più dubbi.
Il giovane strinse forte il cindolo: «Masrek... sì, Masrek Eclionner, il Principe della Corona!»


Marvin valutò la propria intuizione. 
Mio padre era Masrek Eclionner. Halfgan ha detto:"Un cognome è la risposta a tutte le tue domande". Questo cognome è Eclionner. Mio padre era un Eclionner, anzi era il più importante degli Eclionner, l'erede al trono! 
Questo pensiero aveva troppe implicazioni. Prima di considerarle, doveva aver chiare anche le altre risposte. Se quel cognome rispondeva a tutto, allora...
Allora io sono un Eclionner. E contemporaneamente sono un Vorkidian. Halfgan ha detto: "Il profeta nascerà dall'unione di due nobili stirpi". Ma l'Antico Patto impediva questa unione! 
Aveva bisogno di altri dati.
Eclionner è anche la risposta su chi rapì i miei genitori. L'uomo che si fa chiamare lo Sciancato. Anche lui è un Eclionner.
Guardò sua nonna, che a sua volta lo osservava in silenzio:
«Chi è veramente "lo Sciancato"?»
Lady Ariellyn fece segno di sì col capo:
«Tutto ebbe inizio il giorno della battaglia di Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue. Tu eri appena nato. Tuo padre era in guerra, al seguito di tuo nonno, Sephir Eclionner. Quando Masrek tornò, ci disse che Sephir era stato gravemente ferito e aveva trovato asilo presso il Conte di Linthael. Lì era stato raggiunto da un messaggero dei Servizi Segreti imperiali, con un documento firmato dall'imperatore Wechtigar XVI e dal primo ministro Fuscivarian. In quella missiva Sephir apprese di essere stato diseredato, esiliato e condannato alla "damnatio memoriae". Fu allora che decise di vivere in incognito, per programmare la sua rivincita. Da quel momento si fece chiamare, a causa della sua ferita alla gamba, "lo Sciancato"»
Si fermò per lasciare a suo nipote il tempo di elaborare queste informazioni.
<<Se Sephir era lo Sciancato, perché ha rapito i miei genitori?>>
Ariellyn si strinse le spalle, come se la risposta fosse troppo ovvia per essere specificata:
«Lo ha fatto per salvarli da Ellis e da Fuscivarian, che nel frattempo avevano eliminato il vecchio Wechtigar e dopo di lui la principessa Wensy e l'imperatore Elner X. Tuo padre era il legittimo erede al Trono e tua madre era una Vorkidian, appartenente alla dinastia rivale degli Eclionner. Se si fosse saputo che erano vivi, il potere di Ellis e di Fuscivarian sarebbe crollato all'istante»
Marvin aveva aspettato quel momento per tutta la vita, ma ora che il flusso delle risposte si era scagliato su di lui come un'ondata oceanica, gli pareva di non essere in grado di reggere a tutte quelle rivelazioni:
«Se Ellis amava veramente mio padre, non poteva desiderare la sua morte»
Sua nonna si accigliò.
«Ellis voleva sposarlo, sfidando tutte le leggi umane e divine. Lei e Masrek avevano concepito un figlio. Bisognava che questo erede fosse legittimato da un matrimonio. Masrek si rifiutò e partì per la guerra. Ellis non gli perdonò mai quella decisione»
Una domanda però rimaneva in sospeso:
<<Dunque Elner XI è stato generato dall'incesto tra Ellis e mio padre?>>
Ariellyn annuì:
<<Elner XI è il tuo fratellastro. E' nato alcuni mesi prima di te, ma i suoi diritti sul Trono sono nulli, in quanto egli, in realtà, è un figlio illegittimo. Il vero erede al Trono sei tu!>>
Marvin fu percorso da un brivido, ma poi si riscosse:
<<E come potrei dimostrarlo?>>
La lady lo invità a guardare l'anello:
 «Quello è il sigillo personale di Masrek. Quando lui e tua madre partirono per Lathena, mi disse di tenerlo. Se loro avessero fallito, un giorno questo anello mi sarebbe potuto tornare utile, per dimostrare che Masrek era mio genero»
Marvin aveva ancora una domanda: 
«Perché mio padre, prima di andare in guerra, si era fermato qui. Cosa cercava?»
Sua nonna lo guardò negli occhi: 
«Cercava l'erede di Vorkidex. Voleva porre fine all'antica frattura tra gli Eclionner e i Vorkidian. Voleva una pacificazione, ma non aveva messo in conto la variabile impazzita dell'amore. Lui e Lilieth si innamorarono e si sposarono in segreto. Ma così facendo violarono il Patto e segnarono il loro destino. Ora Sephir li tiene nascosti chissà dove...»
Si fermò, con le lacrime agli occhi.
Marvin non si dava pace:
 «Ma se sono vivi qualcosa si può ancora fare!»
Lady Vorkidian scosse il capo: 
«E' troppo tardi. Elner XI è ormai pronto per ospitare la reincarnazione di Arexatan Eclionner, secondo quanto fu stabilito quando venne siglato l'Antico Patto. Ellis ne è consapevole e questo le impone, se vuole conservare la benevolenza del demone Eclion, di difendere fino all'ultimo il Trono di suo figlio»
Non rimaneva che un'ultima domanda:
 «Anche ho il suo sangue di Eclion. Cosa mi succederà allo scadere dell'Antico Patto?»
Aryellin scosse il capo:
 «Non lo so, Marvin. Questo solo l'Arcidruido può saperlo. Prima o poi dovrai andare a Floriana per parlare con lui. Ma adesso devi mantenere un atteggiamento prudente, come ho fatto io per tutti questi anni. Qualcuno ad Amnisia tiene d'occhio la nostra famiglia. E questo qualcuno, se sospettasse che tu sai la verità, potrebbe desiderare la tua morte»

martedì 14 febbraio 2012

Caterina de' Medici: un'italiana sul trono di Francia

Caterina de' Medici (Firenze 1519 - Blois 1589) fu regina di Francia come consorte di Enrico II dal 1547 al 1559 e come regina madre tra il 1559 e il 1589.


Figlia di Lorenzo II de' Medici, duca di Urbino, era nipote del papa Clemente VII, che la propose al re di Francia Francesco I come moglie per il delfino Enrico, a cui andò sposa nel 1533, all'età di 14 anni.




Da Enrico ebbe dieci figli, di cui tre furono poi re di Francia: Francesco II, Carlo IX ed Enrico III.
Durante il regno del marito non ebbe alcun potere, in quanto il re era manovrato dall'amante, Diana di Poitiers, contessa di Chenonceau.
Quando però Enrico II fu ucciso durante un torneo, nel 1559, Caterina ottenne la Reggenza per il figlio adolescente Francesco II.
Da quel momento Caterina si vestì sempre di nero, per manifestare la propria condizione di vedova, e questo, assieme alla presenza di alcuni astrologi (tra cui Nostradamus) ed alchimisti, contribuì a creare il mito della Regina Nera, a cui venne attribuita la colpa di tutte le morti sospette, comprese quelle del marito e dei figli.




Dopo la morte del primogenito Francesco II, Caterina assunse la reggenza in nome del secondogenito Carlo IX.
In quegli anni era scoppiata in Francia la guerra civile tra i Cattolici e i protestanti Ugonotti.
Caterina, per quanto cattolica, preferì svolgere un ruolo di mediazione tra le parti, per garantire alla monarchia una superiorità rispetto alle varie fazioni e alle famiglie nobiliari che le rappresentavano: i cattolici duchi di Guisa e gli ugonotti, duchi di Borbone.
Per favorire una pacificazione, ma anche per controbilanciare il potere dei Guisa, Caterina diede sua figlia Margot in sposa ad Enrico di Borbone, re di Navarra.
Un famoso romanzo di Dumas, La Regina Margot, ricostruisce gli eventi gravissimi che avvennero dopo le nozze, nella notte tra il 23 e il 24 agosto 1572, passata alla storia come la Notte di San Bartolomeo, in cui a Parigi e in tutta la Francia, furono uccisi 30.000 ugonotti.
Il romanzo, come anche il film che ne è stato tratto, con Virna Lisi nella parte di Caterina, tende ad avvalorare la Leggenda Nera secondo cui la regina vedova avrebbe convinto il figlio Carlo IX a dare l'ordine della strage per prevenire un complotto da parte del protestante ammiraglio di Coligny.




L'unica cosa certa è che Enrico di Borbone dovette abiurare, cioè sciogliere il giuramento di fedeltà alla fede protestante. Successivamente Enrico avrebbe detto, secondo la tradizione, le parole "Parigi val bene una messa", facendo intendere che quella conversione gli avrebbe garantito la successione al trono, in quanto cugino degli ultimi Valois e marito della principessa Margot.
Sul momento parve che la strage della notte di San Bartolomeo avesse posto fine alle guerre di religione.
In questo quadro, Caterina viene dipinta come trionfatrice, quando, la mattina del 25 agosto, uscì dal castello reale del Louvre, assieme alla famiglia e alla corte, per verificare l'accaduto:


In realtà, dopo la morte di Carlo IX, quando il figlio preferito di Caterina, il duca d'Anjou Enrico III divenne re, scoppiò una nuova guerra, detta dei tre Enrichi, in quanto vide contrapposti, oltre al re Enrico III, il duca Enrico di Guisa e il duca Enrico di Borbone.
Gli eventi precipitarono quando Enrico III, contravvenendo al parere di Caterina, si schierò contro Enrico di Guisa, che venne ucciso nel dicembre del 1588.
Per prendere le distanze da questo atto, Caterina si ritirò nel castello di Blois.




Consapevole dell'imminente fine della dinastia dei Valois, Caterina rinunciò a qualsiasi atto politico, e dopo poche settimane morì di polmonite nel gennaio 1589.
Pochi mesi dopo Enrico III fu ucciso ed Enrico IV di Borbone divenne re di Francia, dando inizio ad una nuova dinastia.

lunedì 13 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 11. Ellis e i giardini pensili di Lathéna

L’Acropoli di Lathéna era il centro storico, politico, sociale e culturale non solo della città, ma di tutto l’Impero Lathear
Era stata costruita prima che Arexatan Eclionner prendesse il potere e trasformasse l'antica Repubblica in un Impero. 


Arexatan aveva fatto costruire sull’Acropoli un’enorme fortezza, con al centro una massiccia Piramide a gradoni, e per ogni grado, sul terrazzamento, c’era un giardino pensile meravigliosamente curato. 


Al vertice della Piramide c’erano gli appartamenti della famiglia imperiale.
 In cima alla cuspide dell'edificio brillava un disco d’oro, a simboleggiare Eclion,  il Sole, che aveva generato il primo imperatore.
Per mille anni i sovrani della Dinastia Eclionner avevano governato l’impero dall’alto di quella piramide, senza farsi mai vedere dal popolo.
A tutti gli imperatori Eclionner era piaciuto molto recitare il ruolo di semidei, e alla fine erano arrivati a credere alla loro stessa finzione, ritenendo veramente di avere una natura sovrumana. E la piramide era il simbolo della separazione tra la “marmaglia umana” e la purezza di sangue della Dinastia. La "limpieza de sangre", in nome della quale spesso gli Eclionner si erano sposati tra di loro, col grado di parentela di cugini.
La stessa Imperatrice Vedova, Ellis, aveva sposato suo cugino Elner X.
Ma non si era limitata a quello.
I suoi pensieri non si soffermavano mai più di qualche istante su quel discorso.
Per scacciare le ossessioni moleste, Ellis amava recarsi nel giardino pensile del grado più alto, quello riservato solo a lei, a suo figlio ed ai suoi intimi.
Nel giardino c’erano zone erbose, altre boscose, una fontana con un ruscello che alimentava una piscina. Ogni giorno quest’ultima veniva svuotata e riempita di nuova acqua fatta risalire dai pozzi con grande fatica degli schiavi.


Quel giardino pensile e quella piscina erano i luoghi che Ellis amava di più.
La Reggente ritrovava la pace interiore, quando poteva rinfrescarsi in quell'acqua che rifletteva l'intenso blu del cielo, lasciandosi accarezzare i capelli e le spalle dalla brezza tiepida e profumata delle palme che crescevano intorno. 


Quel giorno Ellis si sentiva particolarmente soddisfatta. Era da poco arrivato un piccione viaggiatore con il messaggio tanto atteso, scritto in codice cifrato dall’ammiraglio Travemund, nel quale si confermava che il piano riguardante la principessa Alienor, suggerito dalla contessa Marigold di Gothian, era stato ormai definito e programmato in una maniera che ella non esitava a definire “deliziosa”.
         Bene! Tutto sta andando come avevo previsto...
Si alzò dolcemente e con lentezza uscì dall'acqua, subito raggiunta dalle fidate ancelle che le portarono un soffice e caldo mantello.
Dopo essere rimasta sdraiata alcuni minuti su uno dei letti, l'imperatrice si alzò per passeggiare verso i bordi del grande giardino, da dove si poteva dominare l’intera città.


L’aria di Lathéna, quel mattino, era cristallina come l’acqua di una sorgente, e la città brulicava di vita, pulsava come un grande cuore che faceva andare avanti tutto l’Impero.
Ellis respirò profondamente, assaporando la purezza dell’aria in cima all’Acropoli, e si sentì pervasa da un’euforia connessa al potere illimitato.
Presto la finzione della Reggenza non sarà più necessaria: assumerò personalmente la corona, mi risposerò e avrò altri figli, e regnerò col mio nome su tutto il Continente Centrale, e poi anche sugli altri continenti!
I suoi piani  erano molto ambiziosi.
Prevedevano una guerra di rivincita contro gli Alfar e una riannessione di tutti i territori dei Keltar. L’Impero sarebbe tornato al suo massimo splendore, come ai tempi di Adrian Eclionner e del suo successore Wechtigar XIV il Grande, che aveva portato l’Impero all’apogeo e all’egemonia intercontinentale.
Ma in futuro il  nome di Ellis Eclionner sarà considerato più importante del loro, e più sacro di quello del divino Arexatan.


Aveva atteso tutta la vita quel momento: c’erano voluti vent’anni di intrighi, congiure e sacrifici per arrivare a questo “nobile scopo”. 
Il gioco del Trono, come Bial lo ha chiamato.
Un gioco che richiedeva la massima attenzione.
Ellis e i suoi più fidi collaboratori avevano conosciuto fin dall’inizio i rischi di un piano così vasto, così complesso e ingegnoso, così rischioso e protratto nel tempo.
E così sanguinario…
Ma il sangue versato era stato, dopotutto, il prezzo da pagare “per il bene della causa”. In alcuni casi, poi, si era trattato della “giusta punizione” per tutti coloro che l’avevano maltrattata e umiliata fin dalla sua prima infanzia.
I suoi genitori stravedevano per suo fratello Masrek, e non avevano la minima attenzione per lei. Suo padre Sephir vedeva nel ragazzo una sua piccola copia, e lo adorava. Sua madre Wensy Fuscivarian, la figlia del senatore Sibelius, mostrava affetto e considerazione solo per il figlio maschio.
Anch’io amavo Masrek…
Un nodo alla gola la assalì.
Cercò di non pensarci, ma non ci riuscì.
Nemmeno ora, nel momento del trionfo, riesco a liberarmi dagli spettri del passato.
Quanti ricordi…
Da bambina Ellis era stata semplicemente ignorata, tranne che dal nonno materno, Fuscivarian, che le aveva fatto notare la gravità dell’indifferenza con cui veniva trattata.
L’ indifferenza degli altri è la peggiore delle offese. I pedagoghi la chiamano "disconferma". E' il più grave messaggio che si può trasmettere. E' come dire: "Tu, per me, non esisti".
La piccola Ellis aveva cercato affetto e considerazione, e, a parte le attenzioni morbose di Fuscivàrian, aveva trovato solo disinteresse e freddezza.
Era una Principessa del Sangue, eppure aveva meno importanza di una comune bambina. 
Mai un momento di tenerezza, mai una parola dolce, mai un apprezzamento.
Fuscivarian aveva intuito tutto ciò ed aveva acuito l’astio che la principessa covava verso i genitori e l’invidia verso il fratello minore privilegiato e viziato. L’aveva osservata, aveva notato i suoi silenzi, i suoi sbalzi di umore, la sua solitudine.
E così, nei dialoghi tra il vecchio senatore e la nipote, era stato concepito per la prima volta quello che Ellis amava definire “il Grande Disegno”. Lei e suo nonno erano stati consapevoli fin dall’inizio della gravità morale del loro piano. Avevano messo in conto la possibilità di doversi macchiare del sangue del loro sangue.
Fuscivarian diceva che era un mio risarcimento morale.
Il risarcimento per anni di umiliazione, di sottomissione, di obbedienza formale, di finta devozione, di affettata modestia.
 Sempre due passi indietro all'imperatore, ed uno dietro ai miei genitori, i principi della corona, e a mio fratello, velata di nero, nelle poche occasioni pubbliche a cui le permettevano di presenziare, non era nemmeno notata dai presenti
Rimaneva così sempre sola, sempre nell’ombra.
Era nata così la sua Leggenda Nera.
La gente si chiedeva cosa ci fosse dietro il velo scuro, dietro la maschera da sfinge che l’allora sedicenne principessa si era imposta in ogni occasione pubblica.
L’imperscrutabile Ellis! L'oscura Ellis! La perfida Ellis!


Perfino il nonno Fuscivarian a volte cadeva in quel tranello. Una volta le aveva chiesto quali fossero i suoi reali sentimenti, ed Ellis aveva detto che i sentimenti erano un lusso che non poteva concedersi. Al che il senatore aveva ribattuto: «Una lunga finzione crea una realtà. Tu sei veramente senza sentimenti!»
Che stupido! Solo dopo, solo troppo tardi si era accorto che in lei covava, oltre ad una rabbia fredda anche un amore indicibile verso suo fratello.
L’ossessione non la lasciava respirare.
Masreksolo Eclion sa quanto ti ho amato! E anche tu mi amavi! Ma non hai voluto assumerti le tue responsabilità. Non mi hai lasciato alternativa. Dovevo sposare nostro cugino per legittimare la nascita di...
Si impose di non pensarci, ma le conseguenze di quella decisione erano state inevitabili: il gioco del Trono era entrato nella sua fase più decisiva.
Sephir e Masrek non avevano fatto ritorno dalla guerra, 
In assenza dei principi ereditari, il gioco si era fatto molto più semplice.
E così il sangue aveva incominciato a scorrere e il veleno a colpire.
Prima Wechtigar XVI, poi la principessa Wensy, poi Elner X.
 Ellis ricordava bene le parole di Padre Mollander, a cui aveva confessato i suoi peccati: «Si paga sempre, prima o poi, il prezzo del sangue»
Quell’ammonizione echeggiava nei suoi incubi: “Il prezzo del sangue…” le ripeteva il prete vestito di nero: “Il prezzo del sangue!”.
Ma non era solo quella frase. In realtà Padre Mollander l'aveva messa in guardia anche su altre questioni. 
Il prete suo precettore era un esorcista, un uomo che aveva reali poteri occulti, un veggenteun sensitivo. Gli bastava il contatto delle mani sulla fronte per avere delle premonizioni sulla vita altrui.
Oltre alla parte nota della Profezia, quella relativa all'Antico Patto tra Wechtigar I il Pio e Kevin Vorkidian, alla presenza dell'ultima moglie di Arexatan, c'era una parte nota solo a Ellis e ai confratelli della Grande Canonica.
Ellis rabbrividì, cercando di convincersi che ormai quella minaccia era stata completamente distrutta,
“Il Figlio dei Cento Re tornerà a cercarti dalla tomba…”
Lei aveva creduto che si trattasse di Masrek, ma il prete aveva scosso il capo.
Non riteneva che il principe fosse morto e comunque il numero delle generazioni non tornava. Masrek era il quarantanovesimo discendente di Arexatan. 
 "C’è un errore nell’interpretazione della profezia ufficiale. Percepisco che molto di ciò che appare non corrisponde al vero. La massima insidia giunge dalla Fanciulla Dorata delle Nevi"
Per fortuna almeno quell'insidia stava per essere risolta: Alienor era ormai un capitolo chiuso.
Dovrò compensare Marigold di Gothian, per aver suggerito ai miei inviati un piano così sottile. Dicono che sia una inziata agli Arcani Supremi: potrebbe essermi di grande aiuto, per interpretare il resto della Profezia.
Quell'idea andava meditata, ma non in quel momento.
Ellis non voleva rovinarsi quella meravigliosa giornata con le solite preoccupazioni.
Osservò la Città Eterna che si estendeva a perdita d’occhio e si inebriò di nuovo della sensazione di potere assoluto che era ormai diventata la sua principale ragione di vita.
Il potere è meglio di tutto, persino dell'amore. 
Non era vero. Non ci aveva mai creduto seriamente.
Però era un valido surrogato.
Ne aveva conferma mentre osservava dall'alto la vitalità della Capitale: Lathéna sarebbe stata completamente sua, e poi l’Impero, il Continente, il Mondo!
 Era giusto che fosse così.
Sono la discendente diretta di Arexatan Eclionner, il Figlio del Sole! Eclion è con me! Tutto ciò che io faccio, è Eclion che lo vuole!


Ma anche su questo, Padre Mollander l'aveva ammonita più volte: "Eclion è furioso per il modo in cui tu hai permesso a Fuscivarian di eliminare i suoi eredi. Ma tu conosci ciò che può placare la sua ira!"
Lo sapeva fin troppo bene. 
Ho generato io il tributo che Egli ha chiesto. E ormai il tempo del Suo avvento è prossimo.