martedì 27 novembre 2012

Gothian. Capitolo 130. Alienor e Lorran: la principessa e il pirata.



Lorran Plum , vicecomandante dei pirati dell'Alleanza di Tupile, sapeva di piacere ad Alienor di Alfarian, ma nello stesso tempo sapeva che, agli occhi del mondo, l'erede al trono degli Alfar avrebbe dovuto sposare un nobile, possibilmente di sangue reale.
Io sono un pirata, figlio di pescatori. Non ho una goccia di sangue aristocratico nelle vene.
A dire il vero Lorran odiava i nobili.
Nel migliore dei casi sono dei parassiti, nel peggiore degli arroganti e dei prepotenti.
Questo presupposto giustificava, ai suoi occhi, l'esistenza stessa della pirateria. Ma una tale visione del mondo era entrata in crisi nel momento in cui si era innamorato di Alienor.
Lei è diversa, è gentile, generosa, ed ha affrontato quest'avventura con molto coraggio e capacità di adattamento. In lei la nobiltà di stirpe è diventata nobiltà d'animo.
E poi gli piaceva il fatto che Alienor riuscisse a mantenere un'ammirevole compostezza in tutte le circostanze.
E' il suo modo di fare che mi piace, oltre al suo aspetto. E' elegante, ha classe.
All'inizio aveva cercato di non dare corda a questi sentimenti, ma alla lunga aveva dovuto cedere.
Sentiva di essere realmente innamorato di Alienor.



Lei era sempre molto cordiale con lui, e mostrava di gradire molto la sua compagnia. Parlavano spesso e a lungo, lui riusciva a farla ridere, a renderla allegra, ed evidentemente lei ne aveva bisogno.
Insomma, Alienor accettava e apprezzava il suo corteggiamento.
Però c'è sempre qualcosa che la spinge a frenare i suoi sentimenti. Sa di avere degli obblighi che derivano dalla sua condizione sociale. Noblesse oblige...
E poi c'erano considerazioni di carattere politico.
Tutti gli altri membri della famiglia reale degli Alfar erano stati trasformati in vampiri dal conte Fenrik, ed Alienor rimaneva l'unica continuatrice della stirpe elfica del regno del nord.
La salvezza del suo popolo dipendeva da lei e dalle sue scelte.
Gli Alfar discendono dagli Elfi, si considerano Elfi essi stessi, credono di essere un popolo superiore, cercano di mantenere la purezza dei loro tratti somatici... alti, longilinei, pelle chiarissima, occhi celesti, capelli biondi. Tollerano i Mezzosangue solo quando sono nobili, come Marvin Vorkidian.
Se li immaginava insieme, gli pareva quasi di vederli, Marvin e Alienor, lui vestito in panni regali, e lei ancora più elegante.



Gli Alfar avrebbero accettato un re come Marvin, che già deteneva la corona dei Keltar, i discendenti degli antichi Celti, abitatori della grande pianura dell'Amnis.
Un matrimonio politico tra Alienor e Marvin potrebbe portare all'unificazione del Continente, e alla fusione dei tre popoli. 
Chi sono io per impedire tutto questo?
In fondo Marvin Vorkidian aveva sconfitto il Conte di Gothian, e avrebbe liberato gli Alfar dalla loro sudditanza ai vampiri.
Eppure queste considerazioni non mi impediscono di pensare sempre a lei. E leggo nei suoi occhi che anche lei prova gli stessi sentimenti.



Quali considerazioni dovevano prevalere? Venivano prima i suoi doveri verso il suo popolo, oppure i suoi sentimenti?
Prima o poi dovrò affrontare con lei questo discorso, ma non è ancora il momento. L'amore è come una pianta che ha bisogno di tempo per diventare più forte e resistere alle avversità.
Se veramente lei provava un sentimento forte come quello che provava lui, allora, in un modo o nell'altro, quell'amore avrebbe trovato il modo di manifestarsi.



N.d.A.
Lorran Plum è rappresentato da Orlando Bloom nelle vesti del pirata Will Turner nella serie "Pirati dei Caraibi".
Alienor di Alfarian è rappresentata da Tamzin Merchant nella parte di Catherine Howard nella serie "I Tudor".
Marvin Vorkidian in questo post è rappresentato da Jonathan Rhys Meyers, nei panni di Enrico VIII.

lunedì 26 novembre 2012

Artù nei poemi e romanzi cavallerschi



Le prime versioni in francese del ciclo arturiano medievale furono il Roman de Brut (1155) le opere di opere di Robert de Boron e di Chretien de Troyes, trovatori francesi del XII secolo, che introdussero nel modello arturiano alcuni nuovi elementi fondamentali:

1) La cavalleria e gli ideali che ad essa sono legati: onore, coraggio, lealtà, destrezza, generosità e protezione dei deboli dagli abusi dei prepotenti.



2) La corte di Camelot, dove Artù risiede, destinata a diventare sinonimo di perfezione assoluta, di età dell'oro, di massima giustizia, verità e bellezza.



2) La tavola rotonda, che diventa il simbolo dell'ordine cavalleresco che si viene a creare intorno ad Artù, tanto che le gesta dei suoi cavalieri diventeranno quasi più importanti delle sue.
Qui sotto possiamo vedere i nomi dei più famosi cavalieri della tavola rotonda.



3) L'amore, che è il tema principale della letteratura cortese medievale.




4) Le donne, che sono le destinatarie dell'amore (in particolare si tratta delle "dominae", cioè le signore, le mogli dei castellani), in particolare la bellissima regina Ginevra, moglie di Artù e amante di Lancillotto (torneremo sul tema del tradimento amoroso). Il nome celtico della regina è Gwenywar.



5) Il Santo Graal, la cui ricerca disperderà i cavalieri della tavola rotonda e segnerà il declino del regno di Artù. I due cavalieri destinati a trovare il Graal sono Perceval (o Parsifal) e Galahad (figlio di Lancillotto).



6) La fata Morgana, avversaria di Merlino e sorella di Artù, in quanto figlia di Igraine e del primo marito Gorlois di Cornovaglia.
Vedremo che ci sono due tradizioni riguardanti Morgana: una che sostiene che ella commetta un incesto col fratello Artù, e da quell'unione nasca Mordred, il traditore che ferisce a morte il re nella battaglia di Cammlan. L'altra tradizione sostiene che la madre di Mordred sia Morgause, sorella o zia di Artù, moglie di Lot delle Orcadi e madre dei cavalieri Gawain, Agrawain, Gaheris e Gareth.

File:Morganlfay.jpg

7) La foresta di Broceliande, nella Bretagna francese, dove visse a lungo Merlino.









8) La Dama del Lago, Viviana detta anche Niniane o Nimue. E' la madre di Lancillotto del Lago, avuto dal re Ban della Bretagna francese. In alcune versioni consegna la spada ad Artù oppure ad Uter o a Merlino.



9) La spada nella roccia.  Secondo alcune versioni la spada Excalibur sarebbe stata data da Viviana al padre di Artù, il re Uter. Poiché, alla morte di Uter, Artù era ancora un bambino (allevato da Merlino presso la dimora di Ser Ector e Ser Kay), il mago avrebbe infilato la spada in una incudine al centro di Londra e avrebbe stabilito che solo chi avesse estratto tale spada sarebbe potuto diventare re di Britannia.



10) Avalon viene descritta più ampiamente e identificata con la Glastonbury Tor, detta anche Ynis Witrin



Vista de Glastonbury Tor

Nel prossimo post parlerò dell'evoluzione del mito arturiano nei secoli successivi.



domenica 25 novembre 2012

Gothian. Capitolo 129. Marvin e Igraine: l'incontro col destino.




La riunione del Consiglio privato di Marvin Vorkidian, re dei Keltar, era stata particolarmente lunga e delicata, a causa della spaccatura tra coloro che volevano continuare la guerra attaccando gli eserciti del Conte di Gothian a nord, e quelli che invece preferivano limitarsi alla difesa del regno.
Marvin aveva ascoltato in silenzio, per ore, il parere di tutti.
L'unica che non ha parlato è Igraine.
La giovane duchessa di Logres era rimasta in silenzio, attenta e immobile, nel suo vestito color malva.
Ha una compostezza veramente regale, e una gran resistenza: non mostra alcun segno di stanchezza.
Marvin decise di aggiornare la riunione al giorno successivo.
Attese che i consiglieri se ne andassero e notò che Igraine rimaneva al suo posto.
E' chiaro che vuole parlarmi. 
Quando rimasero soli le chiese:
<<Lady Igraine, come mai non avete espresso il vostro parere?>>
Lei lo guardò con quella sua espressione nel contempo tranquilla e determinata:
<<Per lo stesso motivo per cui non l'avete espresso voi. Il saggio riflette su quanto hanno detto gli altri, prima di prendere una decisione>>
Marvin ammirò la disciplina di  quella giovane donna:
<<Vi andrebbe di fare due passi con me fuori dall'accampamento, per rinfrescarci le idee e sgranchirci le gambe?>>
Igraine annuì:
<<Speravo che me lo chiedeste>>
Gli si avvicino, e gli porse il braccio.
Sa essere femminile e forte nello stesso tempo.
La prese sottobraccio ed uscì con lei dalla tenda centrale.
L'uscita dell'accampamento era immediatamente dietro la grande tenda delle riunioni.



Fuori, il vento di aprile portava con sé le fragranze della primavera, e l'erba verde delle pianure ne era come accarezzata.
Marvin sentiva un forte magnetismo che gli faceva sentire il bisogno di stare vicino a Igraine, al calore delle sue braccia e del suo respiro.
<<Possiamo darci del tu e chiamarci per nome?>>
Igraine annuì:
<<Grazie Marvin, in fondo, almeno in apparenza, siamo i più giovani>>
In apparenza.
Forse anche in lei si sono risvegliate le "altre memorie"?
Assomigliava così tanto alla moglie di Vorkidex, la regina Ygerne, che pareva esserne la reincarnazione.
<<L'altro giorno mi hai chiesto se credevo nella trasmigrazione delle anime. Conosci forse qualcosa che io non so, al riguardo?>>
Lei si fermo e lo fissò, con il viso molto vicino al suo:
<<Perché me lo chiedi? Non conosci già la risposta dentro di te?>>
Marvin provò di nuovo la sensazione di aver vissuto già infinite volte quella situazione..
<<So solo che ho come l'impressione di conoscerti da sempre>>
Il vento le accarezzava i capelli, ed il sole illuminava il suo volto.



<<E' la stessa sensazione che provo anch'io>>
Un brivido percorse la schiena di Marvin.
<<E questo ha qualcosa a che vedere con la trasmigrazione delle anime?>>
Lei sorrise:
<<Le anime gemelle sono destinate a rincorrersi per l'eternità>>
Anime gemelle.
Perché allora io nei miei sogni ho visto solo Alienor?
Era difficile ragionare quando si era in preda ad un senso di attrazione così forte come quello che lui provava per Igraine.
<<L'Arcidruido mi disse che la vera felicità si trova soltanto quando l'anima si libera dal ciclo di morte e rinascita. Chi precipita di nuovo in questa vita, vuol dire che ha commesso dei peccati, e deve scontare il suo karma>>
Nel continente orientale usavano quella parola.
Lei sorrise:
<<Per gli orientali ogni forma di attaccamento è un peccato, e quindi anche l'amore. Dicono che le anime gemelle sono condannate a tornare in questo mondo pieno di sofferenze, per ricercarsi>>
Marvin sentiva che c'era del vero in quelle parole.
<<Temo che il più delle volte non si ritrovino, e restino sole>>
Lei chiuse gli occhi, e la sua voce divenne remota:
<<A volte possono passare anche mille anni, prima che si ritrovino. Non viene dato loro nessun indizio, prima che si incontrino, ma quando le loro strade si incrociano, allora provano quello che noi stiamo provando, con l'unica differenza che noi siamo stati iniziati agli Arcani Supremi, e abbiamo le "altre memorie">>
In quel momento Marvin capì, e lasciò che a parlare fosse l'anima di Vorkidex che era dentro di lui:
<<Ygerne... se sei veramente tu, dammi una prova...>>
Igraine aveva gli occhi lucidi:
<<Prima della battaglia in cui fu ucciso, Vorkidex  disse ad Ygerne: "Le temps viendra. Il nostro tempo ritornerà">>
Era vero.
Le disse proprio quelle parole, ed erano soli.
Ormai era tutto chiaro, tranne una cosa:
<<Perché allora nelle mie visioni compare Alienor di Alfarian?>>
Temeva di aver offeso Igraine parlandole di questo, ma la fanciulla non mostrò alcuna sorpresa:
<<La principessa degli Alfar ti si mostra in sogno per esortarti a salvare il suo popolo dalla trasformazione a cui Fenrik di Gothian li vuole condannare. In cambio, lei combatterà contro l'usurpatrice Marigold>>
Quelle parole rispondevano a moltissime domande.
Io contro Fenrik, Alienor contro Marigold, come era destino. Ma la mia anima gemella è qui, di fronte a me.
L'effetto di quella rivelazione lo scosse nel profondo, e per prendere tempo, espresse un'ultima domanda:
<<Conosci altro, riguardo al mio futuro?>>
Igraine scosse il capo:
<<Nient'altro riguardo al futuro. Ma c'è un meraviglioso presente tutto da vivere>>
Oramai i loro volti si toccavano, come i loro corpi.
Marvin affondò le mani nei suoi capelli e lei lo abbracciò.
Il loro bacio fu all'inizio passionale e irresistibile, e poi sempre più dolce e tenero.
Poi non ci fu più bisogno di parole.




N.d.A.

Igraine di Logres è rappresentata da Sansa Stark de "Il gioco del trono" ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco di George Martin, intepretata dall'attrice Sophie Turner.

sabato 24 novembre 2012

Artù nella letteratura latina medievale



Come si è detto nel post precedente, il primo modello del mito arturiano si trova nell'Historia Regum Britanniae di Goffredo di Montmouth.
In tale modello i genitori di Artù sono Uther Pendragon, re supremo di Britannia, e lady Igraine di Tintagel, duchessa di Cornovaglia. Quando Uther si innamora di Igraine, ella è ancora sposata col duca Gorlois di Cornovaglia, che, dopo essersi accorto dell'interesse del re per sua moglie, la tiene segregata nella fortezza di Tintagel, che si trova nell'estrema punta della Cornovaglia. 
Le rovine del castello di Tintagel esistono ancora e si possono visitare.



Il concepimento di Artù avviene grazie ad un incantesimo operato dal mago Merlino, che dona ad Uther le fattezze di Gorlois, il quale viene ucciso poi dagli uomini del re. In cambio Merlino ottiene di diventare il tutore del bambino che nascerà da quell'unione. E così per la prima volta il personaggio di Merlino, presente nella letteratura celtica, viene collegato a quello di Artù. Può sembrare strano che in una cornice cristiana come quella del ciclo bretone ci sia spazio per la magia, ma dobbiamo tenere a mente le origini celtiche del mito, che giustificano la presenza della magia in un personaggio come Merlino che molto probabilmente rispecchia la figura di un antico druido della religione dei Celti.



In questa prima versione letteraria la spada di Artù si chiama Caliburnus, "acciaio", da cui deriverà, tramite l'ablativo di materia "Ex caliburno", la successiva forma Excalibur.
Vengono poi narrate dodici battaglie vittoriose di Artù contro i Sassoni, di cui la più importante è quella di Mount Badon, collocata nell'anno 516.
Il modello del Montmouth fornisce anche i nomi dell'ultima battaglia, combattuta a Camlann nel 537 contro il traditore Mordret (che ancora non è diventato il figlio incestuoso di Artù e sua sorella Morgana, come accadrà nelle versioni successive), e il luogo dove Artù, ferito gravemente, viene condotto per rimanere in uno stato tra la vita e la morte, grazie alla magia: il luogo è Avalon, indicato secondo la nomenclatura inglese di Glastonbury.



La collina di Glanstonbury, detta Glastonbury Tor, si trova nella contea del Somerset, ed era anticamente chiamata, in lingua celtica, Yinis Witrin, isola di vetro, in quanto il territorio circostante, soggetto ad annuali inondazioni, trasformava la collina in un'isola che si specchiava nelle acque come  se queste fossero di vetro.
Tale isola era anche chiamata Avalon, la cui etimologia pare si possa ricondurre a "isola delle mele", per i frutteti che ospitava.
Luogo sacro per i Celti, la zona di Glastonbury lo divenne anche per i cristiani, che vi fondarono una abbazia, nelle cui rovine furono trovate le tombe di Artù e Ginevra.




L'abbazia fu distrutta per ordine di Enrico VIII Tudor durante lo scisma anglicano. Paradossalmente i Tudor erano gallesi, per ascendenza paterna (avevano anche i capelli rossi, tipici della popolazione celtica) e il fratello maggiore di Enrico VIII si chiamava Arthur.
C'era infatti, tra i Britanni e i Bretoni (cioè gli abitanti della Bretagna francese) la leggenda secondo cui Artù non era mai morto e un giorno sarebbe tornato per ridare la libertà alle popolazioni celtiche di Galles, Cornovaglia e Bretagna francese.
Questa leggenda va sotto il nome di "Speranza dei Bretoni", detta anche, per la sua improbabilità, la "Speranza vana".
Eppure ci furono due tentativi di riportare un Artù sul trono di Britannia.
Oltre a quello di Arthur Tudor, principe del Galles, c'è il caso di Arturo Plantageneto, duca della Bretagna francese e nipote di re Riccardo I Cuor di Leone. Arturo era erede di Riccardo, ma lo zio Giovanni gli usurpò il trono.
Nella prossima puntata parlerò di come il mito di Artù si è evoluto nei poemi cavallereschi.

venerdì 23 novembre 2012

Gothian. Capitolo 128. Marigold concede potere al clero di Eclion




La nomina del cardinale Augustin Arenga alla carica di Primo Ministro aveva fatto scalpore a Lathena, perché di fatto rappresentava una notevole concessione di potere, da parte dell'imperatrice Marigold di Gothian, al Clero del dio Eclion, o meglio all'Alto Clero.
Vi era infatti una frattura interna al Clero di Lathena: da una parte c'erano il Sommo Sacerdote, i cardinali e i vescovi  e dall'altra c'erano i sacerdoti comuni, parroci o cappellani, che facevano riferimento all'Ordine della Grande Canonica, che Marigold aveva sciolto, dando fuoco alla sede e provocando così la morte del Priore Izumir Mollander.
<<Il Sommo Sacerdote ha dichiarato ufficialmente eretici tutti i canonici>> disse il cardinale all'imperatrice.
Marigold capì subito l'implicazione di quel discorso:
<<Quindi richiede al "braccio secolare", e cioè a me, di eseguire le condanne. Immagino che ci sarà molto odore di carne bruciata, dopo che avrò mandato al rogo tutti i canonici>>
Il cardinale annuì:
<<Lo facciamo per salvare le loro anime. Si sono macchiati di peccati gravissimi, come la magia nera e la blasfemia, dichiarando che Eclion non è un dio, ma un demone, e insinuando l'idea che sarebbe il Signore delle Tenebre!>>
L'imperatrice cercò di non lasciar trapelare i suoi pensieri.
I canonici hanno solo detto la verità, cosa molto pericolosa di questi tempi.
C'era però un punto che la spaventava:
<<La loro conoscenza della magia, ed in particolare della necromanzia, rischia di renderli più pericolosi da morti che da vivi, come è successo col priore Mollander>>



Lo spettro del defunto Priore perseguitava Marigold da mesi, ed era responsabile di molti dei suoi fallimenti, in particolare la fuga di Lilieth Vorkidian e di Alienor di Alfarian.
Il cardinale però si mostrò irremovibile:
<<Non credo che abbiano tutti le conoscenze che aveva Mollander.  Lui è morto senza pentirsi, per cui la sua anima è condannata a vagare in eterno in questo mondo, ma se gli altri saranno... come dire... persuasi a pentirsi... allora le porte dei cieli si spalancheranno davanti a loro>>
Marigold era scettica:
<<Siete sicuro che un pentimento ottenuto sotto tortura possa essere considerato valido?>>
L'alto prelato si avvalse dell'argomento d'autorità:
<<Il Sommo Sacerdote ne è certo>>
L'imperatrice dovette fare ricorso a tutto il suo autocontrollo per non dichiarare apertamente quello che pensava del Sommo Sacerdote.
<<Ipse dixit... non è così? I retori che parlano in Senato potrebbero obiettare che l'argumentum ab auctoritate è una fallacia argomentativa>>
Il cardinale scrollò le spalle:
<<La maggioranza dei senatori sta dalla parte del Sommo Sacerdote>>
Marigold non ne era così sicura.
Sono clericali per convenienza, come me, ma non sono stupidi... se un argomento non sta in piedi, se ne accorgono!
Ma per il momento l'Alto Clero era un alleato necessario.
<<E va bene! Firmerò la condanna al rogo per tutti i canonici! Ma in cambio voglio che voi convinciate il Senato a riconoscere mio marito Elner come unico e legittimo imperatore e ad attribuire a me la reggenza in suo none!>>



<<Sarà fatto, Maestà>>
La voce del cardinale era solenne, ma l'orecchio attento di Marigold vi scorse una punta di ipocrisia.
Lui mi vede come una strega pagana... se fosse per lui sarei la prima a bruciare al rogo! Ma per il momento ha bisogno di me come io ho bisogno di lui.
Le venne un'idea:
<<Intendo convertirmi al culto di Eclion. Dopotutto, quando l'imperatore tornerà, io e lui daremo vita alla discendenza divina, e la dinastia Eclionner potrà finalmente contare su un erede degno di questo nome>>
Il cardinale valutò quell'offerta:
<<La nostra religione è monoteista, per cui vi sarà chiesto di respingere apertamente il legame col demone Atar, di cui dite di essere figlia>>
Marigold dominò un impulso di rabbia.
Io sono figlia di Atar, e lo sarò per sempre! Le parole dette sono solo aria, mentre i miei pensieri saranno sempre con lui.
Le iridi dei suoi occhi scintillarono di pagliuzze dorate.
<<La mia dedizione d'ora in avanti andrà esclusivamente ad Eclion, che mi ha scelta come prosecutrice della sua stirpe imperiale>>
Era una partita pericolosa, quella che stava giocando con il cardinale, ma era necessaria per la legittimazione del proprio potere.
<<Riferirò la vostra intenzione al Sommo Sacerdote, e sosterrò la vostra causa>>
Marigold sorrise:
<<La nostra causa, Eminenza... la nostra causa!>>


N.d.A.

Nella prima immagine si può vedere Anna d'Austria, regina di Francia, con il cardinale Richelieu.
Nella seconda il grande Christopher Lee nei panni del conte Douku rappresenta lo spettro del priore Izumir Mollander.
Nella terza immagine Loki rappresenta l'imperatore Elner XI Eclionner.


giovedì 22 novembre 2012

Chi era, storicamente, re Artù?



Il testo che ho indicato qui sopra, Re Artù di Marc Bolland, ed. Il Mulino,  e che sto leggendo in questi giorni, affronta tutte le sfaccettature del mito aturiano, a partire dalle sua radici storiche, di cui oggi voglio occuparmi.
In primo luogo va detto che il nome Arthur ha una origine celtica, infatti la sua radice Art- vuol dire, in irlandese e gallese, "orso". Sono state proposte altre etimologie, ma meno convincenti.
Le fonti storiche convalidano la tesi dell'origine celtica del nome, che si spiegherebbe se si considera che Artù viene presentato come colui che difendeva i Britanni, stirpe celtica, contro i Sassoni, che poi conquistarono quella che in seguito diventerà l'Inghilterra. Lo scenario in cui si collocano le gesta di Artù è infatti quello della Britannia del V secolo, che dopo essere stata abbandonata dai Romani, deve difendersi dagli attacchi degli Angli e dei Sassoni.

File:Britain in AD500 - Project Gutenberg eText 16790.jpg

I Britanni controllavano la parte occidentale dell'isola, che veniva indicata dai Sassoni con il termine Welsh, che italianizzato indica non solo il Galles, con i suoi regni di Gwynedd e Dyfed, ma anche la Dumnonia (futura Cornovaglia) e vaste aree che sarebbero diventate in seguito le contee inglesi del Somerset e dei territori intorno a Londra. 
Poiché la Britannia era stata colonia romana per quattro secoli, i Britanni erano popolazioni celtiche molto romanizzate, specialmente quelle dei centri urbani. La resistenza dei Britanni contro i Sassoni durò per secoli e di fatto il Galles è rimasto un principato a se stante, di popolazione celtica, anche se anglicizzata.
Il monaco Gildas, nel suo De excidio Britanniae, fa riferimento alla battaglia di Monte Badon, in cui i regni federati delle tribù dei Britanni sconfissero e fermarono i Sassoni. Tale battaglia, di cui parla anche Beda il Venerabile, è collocata a cavallo tra il V e il VI secolo dell'era cristiana.
Il condottiero vincitore di questa battaglia, secondo l'Historia brittonum del monaco Nennio era Artù, che deteneva il titolo di dux bellorum, cioè comandante supremo in guerra.

File:Beda Petersburgiensis f3v.jpg

Secondo Gildas, dopo che le legioni romane avevano lasciato la Britannia, si erano succeduti alcuni uomini forti di stirpe romana, tra cui Costantino III, che si era proclamato imperatore, e che successivamente verrà identificato con il Costantino che fu padre di Uther Pendragon, a sua volta padre di Artù.
Alla morte di Costantino, il potere supremo sulla Britannia fu esercitato per lungo tempo da Vortigern, di stirpe celtica, considerato un tiranno e un usurpatore, perché per otterene il comando avrebbe stipulato un patto con i Sassoni, cedendo loro le coste orientali del regno.
La figura di Vortigern diventerà molto importante nelle leggende arturiane, perché sarà protagonista di alcuni episodi della vita di Merlino, con cui inizia il ciclo bretone.
L'oppositore più importante di Vortigern fu il condottiero di stirpe romana Ambrosio Aureliano, che fu il primo comandante della resistenza contro i Sassoni.
Nella rivalità tra Vortigern e Ambrosio Aureliano sarà quest'ultimo a prevalere.
 Secondo la Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmouth, Ambrosio Aureliano fu re supremo di Britannia fino alla metà del V secolo e il suo successore sarebbe stato Uther Pendràgon, padre di Artù.



Dal punto di vista storico l'opera di Goffredo di Monmouth è in gran parte inattendibile e alcune cose sono del tutto inventate, per cui è più corretto considerare l'Historia regum Britanniae come un'opera letteraria, quella che ha creato il paradigma arturiano, a partire dalla nascita di Artù.
Di questo e di altro parlerò la prossima volta!

mercoledì 21 novembre 2012

Gothian. Capitolo 127. Vyghar rivela un segreto a Lilieth



Dopo che anche Sephir Eclionner e le sue legioni ebbero abbandonato la città di Lathena, l'idea del comandante pirata Vyghar di Linthael di assaltare la città incominciò a trovare ampi consensi tra i vari capitani che erano giunti a Tortuga per la riunione del Consiglio.
<<Allora presto ci sarà la guerra?>> gli chiese Lilieth, quando lui tornò dall'ennesima riunione.
Vyghar annuì con aria stranamente severa, e poi disse:
<<Lilieth, ti devo parlare di una cosa che ho intenzione di rivelare prima che il Consiglio decida di approvare la spedizione contro Lathena. Ciò che sto per dirti ha una rilevanza particolare anche dal punto di vista, se mi concedi il termine, politico>>
La donna ne fu sorpresa:
<<Non vorrai metterti anche tu a competere nel gioco del Trono!>>
Il pirata scosse il capo:
<<Non in prima persona, ma c'è una ragione per cui il mio parere potrebbe essere richiesto dal Senato imperiale>>
Lilieth incominciò a preoccuparsi sul serio:
<<Cosa c'entri tu col Senato imperiale?>>



<<Negli archivi del Senato è contenuta una informazione che io ho cercato in tutti i modi di mantenere segreta e che riguarda la mia famiglia. Tutti sanno che mio padre fu l'ultimo conte di Linthael e che il suo castello venne bruciato nell'anno della Primavera di Sangue. Quello che nessuno sa è che dopo quell'evento, Sephir Eclionner mi ospitò presso il suo rifugio negli anni dell'esilio e mi aiutò a creare l'Alleanza di Tupile>>
Lilieth sospirò:
<<Sephir era il principale committente delle tue scorrerie, pensavo che i vostri rapporti si limitassero a questo...>>
Vyghar la fissò con aria solenne:
<<C'era un legame più profondo. Mia madre Elaine Tinuviel era sua cugina e mia nonna materna Luthien era una Eclionner, sorella minore dell'imperatore Wechtigar XVI. Questo fa di me, dopo Sephir e Marvin, il terzo nella linea di successione al Trono imperiale>>


The Choice of Lúthien by Jenny Dolfen

Un lungo silenzio seguì questa affermazione.
Lilieth non aveva mai conosciuto la madre e la nonna di Vyghar, e lui non ne aveva mai parlato con nessuno. Tutti pensavano che quel silenzio fosse dovuto esclusivamente al dolore di averle perse prematuramente, ma non era così.
<<Perché non me l'hai mai detto?>>
Il pirata si accigliò:
<<All'inizio era solo perché non volevo rinnovare un dolore indicibile, poi mi resi conto del pericolo che correvo se qualcuno avesse ricordato ad Ellis Eclionner l'esistenza di un legittimo erede al Trono. Infine, temevo che, se tu avessi saputo che ero parente, seppure alla lontana, di tuo marito,  e che rientravo nella linea di successione, mi avresti percepito come un nemico per la tua famiglia e non avresti mai accettato le mie attenzioni e tanto meno i miei sentimenti>>
Lei rimase pensierosa.
Come sempre, prima di parlare, rifletteva a lungo:
<<Avrei preferito la verità. Quando si decide di stabilire una relazione, bisogna essere sinceri, perché prima o poi tutti i nodi vengono al pettine. Promettimi che tra noi due non ci saranno più segreti>>
Vyghar sentì di essere stato perdonato, e si rilassò:
<<Dicono che le promesse di un marinaio non hanno molto valore>>
Lilieth sorrise:
<<Oh, se è per questo dicono anche che una donna su una nave porti sfortuna. Ma non mi sembra il mio caso>>
Lui le prese la mano:
<<Prometto che non ci saranno più segreti tra noi>>
Un bacio suggellò la promessa ed il perdono.




N.d.A.
Vyghar di Linthael è rappresentato da Johnny Depp nel ruolo di Jack Sparrow nella serie "Pirati dei Caraibi"
Il Senato imperiale di Lathena è simile al senato dell'antica Roma, anche se la dicitura "Senato imperiale" è tratta dalla serie di "Guerre stellari".
Il nome Elaine è tratto dai romanzi arturiani, in quanto è il nome della moglie di Lancillotto.
Il nome Luthien Tinuviel è invece tratto dal Silmarillion di Tolkien.

martedì 20 novembre 2012

Re Artù tra storia e letteratura



Il personaggio di re Artù è prima di tutto letterario. Viene citato per la prima volta nella letteratura gallese, in un antico poema in questa lingua, Y Gododdin (circa 594) del bardo Aneirin (535-600) e in alcuni poemi del bardo Taliesin, che sono presumibilmente dello stesso periodo. In Preiddeu Annwn ("I Tesori di Annwn"), viene citato "il valore di Artù" e si afferma che "noi partimmo con Artù nei suoi splendidi regni". Nel poema Viaggio a Deganwy, c'è il passaggio "come alla battaglia di Badon con Artù, il capo che organizza banchetti, con le sue grandi lame rosse dalla battaglia che tutti gli uomini possono ricordare"



Due secoli dopo alla prime citazioni letterarie, il nome  di Artù è attestato anche come personaggio storico nell'Historia Brittonum, dell monaco gallese Nennio, che scrisse questo compendio dell'antica storia del suo paese nell'anno 830 circa. Nuovamente, quest'opera ci descrive Artù come un "comandante di battaglie" (dux bellorum), piuttosto che come un re. Due fonti distinte all'interno di questo scritto ricordano almeno 12 battaglie in cui avrebbe combattuto, culminando con la battaglia del Monte Badon, dove si dice abbia ucciso, da solo/con una sola mano, addirittura 960 nemici Sassoni.



Secondo gli Annales Cambriae, Artù sarebbe stato ucciso durante la battaglia di Camlann nel 537.



Appare inoltre in numerose vitae di santi del VI secolo, ad esempio la vita di san Illtud, dove si dice che Artù fosse un cugino di quell'uomo di chiesa. Secondo la Vita di San Gildas (morto intorno all'anno 570), opera scritta nel XI secolo da Caradoc di Llancarfan, Artù uccise Hueil, fratello di Gildas, un pirata dell'isola di Man.


La prima grande popolarizzazione della leggenda di re Artù fu il romanzo di Goffredo di Monmouth Historia Regum Britanniae, un equivalente medievale di best-seller che aiutò a riportare l'attenzione di altri scrittori. La data dell'Historia è determinata tra il 1133 e il 1138L'opera consiste in una compilazione romanzesca di amorimagie ed avventure e venne liberamente tradotta in versi francesi un ventennio più tardi in Francia nelRoman de Brut dal poeta normanno chiamato Maistre Wace. Da qui ebbe inizio il cosiddetto Ciclo bretone o Materia di Britannia, cioè un insieme di poemi e romanzi cavallereschi, tra i cui principali autori vanno ricordati Chretien de Troyes e Robert de Boron.
Nel Merlin di Robert de Boron, successivamente ripreso e continuato da Thomas Malory, re Artù ottiene il trono estraendo una spada da una roccia. Nel racconto estrarre la spada è possibile solo a colui che è "il vero re", inteso come il figlio e l'erede di Uther Pendragon. La spada del racconto è presumibilmente la famosa Excalibur. Secondo versioni successive, però, Excalibur viene donata a re Artù dalla Dama del Lago dopo che Artù è già re (Artù ottiene la spada prendendola dalla mano della Dama che esce fuori da un lago e gli porge l'Excalibur). 
Già la presenza di queste due distinte versioni richiede, prima di entrare nel merito delle opere letterarie successive in cui si parla di Artù, fare una ricerca di tipo storico, chiedendosi se è mai veramente esistito un personaggio riconducibile all'Artù delle leggende e delle antiche cronache.
Di questo parlerò nel prossimo post sull'argomento arturiano.

lunedì 19 novembre 2012

Gothian. Capitolo 126. Marvin incontra Igraine di Logres




Il giorno in cui Marvin aveva convocato una riunione del suo Consiglio Privato presso l'accampamento di Flandes, si presentò alla sua tenda la giovane lady Igraine di Logres, figlia del defunto duca Gorlois, caduto durante la battaglia della valle boscosa di Endor.
Era una ragazza dall'aspetto tipicamente Keltar: capelli ramati, occhi verdazzurri, alta e slanciata. Indossava un vestito celeste, simbolo della nobiltà, ma anche dell'iniziazione agli Arcani Supremi.
E' una sacerdotessa di Ulien, la dea della luna.
Si presentò a Marvin con un lieve inchino:
<<Vostra Maestà>>
Marvin fece un lieve cenno del capo:
<<Lady Igraine, vi porgo le mie condoglianze per la morte del duca Gorlois. Vostro padre era un uomo valoroso ed è morto da eroe>>
Lei annuì e aggiunse:
<<Io ero molto legata a mio padre>>
Marvin notò una sfumatura leggermente polemica nella voce di lei.
Mi sta dicendo implicitamente che io invece non lo ero affatto con mio padre.
Non poteva negare che per lui Masrek era stato un estraneo.
<< Il duca Gorlois faceva parte del mio Consiglio Privato. Sareste interessata a ricoprire quell'incarico?>>
<<Sono qui per questo>>
Una risposta secca e molto diretta. Marvin si rese conto di aver a che fare con una persona dal carattere forte.
<<Siete molto giovane>> commentò



Igraine lo fissò con severità:
<<Si cresce in fretta, a Logres>>
Marvin ricordò che il ducato dei Keltar Logres era una zona montana, fredda e inospitale.
Si chiese come doveva essere stata la sua educazione.
<<Anche ad Amnisia, credetemi. Siete mai stata nella mia città?>>
Lei scosse il capo:
<<Non in questa vita>>
Marvin ebbe l'impressione di aver già vissuto quella scena, di aver già ascoltato quelle parole.
Si sentiva a disagio e cercò di cambiare argomento:
<<Ho sentito dire che i Keltar del nord, a cui voi appartenete, milady, non vedono di buon occhio i Keltar del sud, specie quelli della costa, come me. Io poi sono un mezzosangue, mio padre era un Lathear... a volte mi chiedo se questo elemento possa essere visto con qualche sospetto, o preoccupazione, dalla vostra gente>>
La ragazza rifletté qualche secondo prima di parlare:
<<Esistono dei pregiudizi, ma credo che siano reciproci. Forse voi Keltar di città e di mare ci vedete come dei rozzi montanari, dei bifolchi. Vedo che sorridete... quindi non mi sbaglio. Ma per quanto riguarda voi come persona, la mia gente è leale, ha grande rispetto per voi, e ripone molte speranze nel vostro governo>>
A Marvin venne un dubbio:
<<Ripongono fiducia in me, o in Vorkidex, le cui memorie si sono risvegliate dentro di me?>>
Igraine accennò un lieve sorriso:
<<In entrambi, vostra Maestà>>



<<Apprezzo la vostra sincerità e la vostra franchezza. Mi saranno utili durante le riunioni del Consiglio>>
Un'ombra di malizia apparve nei suoi occhi, ma fu solo un attimo:
<<Spero anche al di fuori del Consiglio>>
Di nuovo Marvin fu assalito da una sensazione di deja vù.
<<C'è qualcosa in voi che mi ricorda la regina Ygerne, la moglie di Vorkidex...>>
Lei lo fissò intensamente:
<<Voi non credete nella trasmigrazione delle anime?>>
Lui ebbe un brivido:
<<Presto mi pronuncerò anche in materia di fede. Questo discorso va persino oltre gli Arcani Supremi>>
Igraine annuì:
<<La risposta è già dentro di voi, e se me lo permetterete, io vi aiuterò a svelarla>>




N.d.A.
Igraine di Logres è rappresentata da Sansa Stark ne Il gioco del trono, da Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco, di George Martin

domenica 18 novembre 2012

Templari, Santo Graal, leggende celtiche, re Artù

File:Holygrail.jpg

Disse una volta Umberto Eco che un libro sui Templari può essere considerato serio se termina nel 1314, con l'esecuzione di Jaques de Molay, ultimo Gran Maestro dell'Ordine, per ordine di Filippo IV il Bello, re di Francia, in seguito alle accuse di eresia, blasfemia, profanazione, fornicazione e sodomia, mosse dall'Inquisizione sotto il pontificato di papa Clemente V, il primo dei papi che risiedettero ad Avignone.
Tutto il resto è leggenda.
La leggenda nasce dal fatto che i Cavalieri Templari (il cui nome esatto era "Poveri compagni d'arme di Cristo e del Tempio di Salomone), un ordine monastico-cavalleresco nato a Gerusalemme nel 1119 per difendere la Città Santa, conquistata dieci anni prima durante la Prima Crociata.
La prima sede era ubicata nel luogo dove nell'antichità sorgeva il Tempio di Salomone, e i primi confratelli erano nove. Dopo la regolarizzazione dell'Ordine, ottenuta grazie al sostegno di San Bernanro di Chiaravalle, il numero dei Templari si moltiplicò. In breve tempo l'Ordine divenne ricchissimo, per ragioni mai del tutto chiarite-
E qui la storia si ferma e inizia la leggenda. Incominciarono a circolare storie secondo cui i Templari avrebbero scoperto, a Gerusalemme, una sacra reliquia, capace di generare potere ricchezza.
Alcuni ipotizzarono che si trattasse del Santo Graal, la cui leggenda si stava sviluppando in quegli stessi anni. Ma cos'è il Santo Graal?

Il Santo Graal


Il termine graal designa in francese medievale una coppa o un piatto e probabilmente deriva dal latino gradalis, con il significato di "ciotola", o dal greco κρατήρ ("vaso"). In particolare secondo la tradizione dei poemi cavallereschi del XII secolo il Graal sarebbe stata la coppa utilizzata da Gesù Cristo nell'Ultima Cena e successivamente utilizzata da Giuseppe di Arimatea per raccogliere il sangue di Cristo sgorgato dalla ferita nel costato, inflittagli dai soldati romani dopo la morte in croce. . Proprio per aver raccolto il sangue di Gesù, tale oggetto sarebbe stato dotato di misteriosi poteri magici. In altre culture si identifica il medesimo oggetto con lo stesso nome. Per esempio il Graal è associato al calderone dei Dagda, un antico talismano della civiltà celtica. Giuseppe di Arimatea avrebbe poi fondato la prima comunità cristiana in Britannia, dove il Graal sarebbe stato portato, fino a ricomparire molti anni dopo durante il mitico regno di Artù, collocabile nel V secolo dopo Cristo


Lo sviluppo della leggenda del Graal è stato tracciato in dettaglio dagli storici culturali: sarebbe una leggenda orale gotica, derivata forse da alcuni racconti folcloristici precristiani e trascritta in forma di romanzo tra la fine del XII secolo e l’inizio delXIII secolo. I primi racconti sul Graal, attribuibili ali trovatori Robert de Boron, e Chretien de Troyes (il favorito di Eleonora d'Aquitania e di sua figlia Marie de Champagne),  sarebbero stati imperniati sulle figure di Percrval e Galahad (quest'ultimo figlio di Lancillotto del Lago) e si sarebbero poi intrecciati con il ciclo arturiano. I romanzi del Graal furono originariamente scritti in francese e successivamente tradotti nelle altre lingue europee, in particolare in tedesco nel Parzifal di Wolfram von Eschenbach.

File:Apparition saint graal.jpg

Fu solo dopo che il ciclo dei romanzi arturianil si fu costituito nel XIII secolo che il Santo Graal divenne un tema centrale nella letteratura cortese e successivante nell'immaginario collettivo. Nacquero numerose interpretazioni, tra cui quella che collegava l'etimologia dei termini francesi san greal ("Sacro Graal") e sang real ("sangue reale").
Il sangue reale sarebbe stato nientemeno che la discendenza di Gesù Cristo tramite Maria Maddalena, che avrebbe dato origine, secondo le fantasiose leggende (riprese poi da romanzi contemporanei come "Il codice da Vinci" di Dan Brown) alla dinastia sacra dei Merovingi, i fondatori del regno di Francia.

File:François-Louis Dejuinne (1786-1844) - Clovis roi des Francs (465-511).jpg

Qui sopra possiamo vedere il fondatore del regno di Francia, il re Clodoveo I (466-511). 
La dinastia dei discendenti di Clodoveo fu deposta da Pipino il Breve nel 751, quando ebbe inizio la dominazione della nuova dinastia dei Carolingi. Da allora alcune famiglie cercarono di accreditarsi come discendenti dei Merovingi, per legittimare le proprie aspirazioni al trono.

Uno dei collegamenti successivamente immaginati tra il Graal e i Templari nacque da ipotesi fantasiose riguardanti il periodo della crociata contro i Catari e gli Albigesi, fortemente voluta da Innocenzo III e San Domenico, per ordine dei quali il sud della Francia fu messo a ferro e fuoco. Pare che in tale circostanza gli unici che mostrarono moderazione e persino pietà per i Catari siano stati i Templari, che avrebbero offerto asilo agli eretici in abbazie situate nelle zone dei Pirenei, come quella di Montsegur. Qui però non si capisce se siano stati i Catari a ricevere in custodia il Graal dai Templari o viceversa.
Una teoria nata da un termine che compare nel Parzifal di Escenbach fa riferimento ad un "lapis exillis", una pietra dai poteri magici. Secondo un'altra versione ancor più fantasiosa ed eretica, è il Graal altro sarebbe stato addirittura un'urna contenente addirittura le ossa di Gesù Cristo, che non sarebbe quindi risorto, secondo una testimonianza di testi apocrifi. I Templari avrebbero ricattato la Chiesa con la minaccia di rendere pubblico quello scottante segreto. 
Probabilmente il Graal non è mai esistito, però la sua leggenda è risultata così affascinante da diventare un topos della letteratura e poi anche del cinema, così come i Templari o i cavalieri di re Artù, di cui parlerò prossimamente.