Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
domenica 17 giugno 2012
Gothian. Capitolo 71. Marvin incontra il Signore delle Foreste
Nel cuore della Foresta di Broceland viveva Cernunnos, il dio protettore dei boschi, immortale e venerato dai Keltar, ma nel contempo temuto, per la sua natura ambigua.
C'era anche un detto che lo riguardava, e che giocava sulla sua natura arborea per esprimere un concetto più complesso.
L'ambiguità mette radici dove il pensiero va a morire.
Nessuno sapeva esattamente dove vivesse Cernunnos.
Secondo i druidi egli per lo più si trovava in un'altra dimensione, e interveniva soltanto se lo riteneva necessario, o se qualcuno lo evocava.
Il luogo sacro dove spesso avveniva l'evocazione di Kernunnos era una radura al centro di Broceland, o come la chiamavano i Keltar del luogo, la foresta di Broceliande.
Non era facile arrivarvi, e nessuno ormai ne conosceva la strada.
La selva nera, la selva oscura, il bosco atro... erano tutti nomi per evocare il concetto di smarrimento dell'anima.
Non ci sono sentieri, a Broceland.
Marvin aveva vagato nell'ombra, seguendo l'istinto, le percezioni, le premonizioni.
Sono allucinazioni, o sono vere?
Aveva visto luci verdi nel buio che gli facevano strada. Si diceva fossero i folletti, spiriti minori della foresta.
Seguendoli, era riuscito ad arrivare in un luogo in cui le sue percezioni erano diventate più forti, e poteva quasi sentire e vedere muoversi la foresta intorno a lui.
Questa foresta è un unico organismo. Tutto è collegato con tutto.
Marvin si sentiva parte di esso.
Dopotutto Cernunnos era l'antenato della moglie di Vorkidex, Ygerne, e quindi era suo antenato, così come lo erano Belenos ed Eclion.
Io e Ygerne eravamo una cosa sola intervenne Vorkidex.
Marvin ricordava tutto di Ygerne, persino i momenti intimi che Vorkidex aveva vissuto con lei.
Ti prego Vorkidex, non distrarmi con i ricordi, devo concentrarmi sul presente.
E il presente era quel cerchio di pietre, lo Stonehenge.
Lì era giunto, intenzionato ad evocarlo per ottenere un consiglio e un sostegno in quel momento così travagliato.
Il luogo era circondato da monoliti, disposti in un cerchio sacro.
Marvin conosceva il rituale di evocazione. Si pose al centro del cerchio, seduto, con le gambe incrociate, e poi chiuse gli occhi, ed iniziò a pregare.
La preghiera non è una supplica, è un'energia che dà forza all'entità sovrumana che viene evocata.
Così gli era stato insegnato da Halfgan e poi dallo stesso Arcidruido.
Gwydion osservata a distanza, pronto a intervenire se qualcosa fosse andato storto.
Mentre Marvin si trovava in quel sacro cerchio, la personalità di Vorkidex si risvegliò:
"C'è stato un tempo in cui questo era uno dei luoghi più importanti del nostro mondo, un cancello tra questa dimensione e quella degli Ahura e dei Deva. Solo i Profeti potevano invocare gli dei senza rischiare la morte"
Se non sono il vostro Profeta, allora è meglio che si veda subito. Ora lasciami pregare il divino Cernunnos!
L'attesa fu lunga, ma alla fine il potente angelo evocato, il Signore delle Foreste, il divino Cernunnos, si manifestò. Era una strana creatura a metà tra un uomo e un albero, e con corna di ariete.
<<Spero che tu abbia un valido motivo per disturbare la mia quiete, ragazzo!>>
Marvin accolse con umiltà questo esordio piuttosto brutale.
<<Divino Cernunnos, non mi sarei mai permesso di farlo se la situazione non fosse così grave>>
Quello strano essere, con un volto scolpito nel legno, riusciva però a mutare forma continuamente:
<<So come stanno le cose, ma tu sei sicuro di voler conoscere il mio parere? Potrebbe non piacerti!>>
Il giovane Vorkidian annuì:
<<Ne sono sicuro, Venerabile. Ti prego di dirmi come tu vedi le cose che stanno accadendo, e puoi darmi un consiglio su come mi debbo comportare>>
Kernunnos tacque a lungo, poi, con voce roca e atona, dichiarò:
<<Vedo quello che è sempre accaduto: angeli e demoni che stringono un Patto per evitare una guerra che porterebbe alla distruzione del cosmo. Tu sei la personificazione di questo patto. Discendi da Eclion e da Belenos, da un demone e da un angelo. Sii dunque garante di questo Nuovo Patto: stai sopra le parti, non schierarti né col Male né col Bene. Pensa solo a mantenere la pace>>
Quella risposta deluse profondamente Marvin:
<<Dunque non c'è speranza che il Bene trionfi? Dovrei forse fare un patto col Diavolo?>>
Il Signore delle foreste rise:
<<Conosci gli Arcani Supremi. I due principi si equivalgono, e si mescolano inscindibilmente tra loro, tanto che spesso è impossibile capire cosa sia Male e cosa sia Bene, cosa sia giusto e cosa sia ingiusto. Ma la guerra è sicuramente un male, e se tu desideri la guerra, allora sei malvagio come tutti gli Eclionner prima di te>>
Marvin sentiva che c'era qualcosa che gli sfuggiva in tutto questo, qualcosa di non convincente:
<<E' un male la legittima difesa? Dovrei forse permettere che i Keltar vengano schiavizzati per altri mille anni, come quando deposero le armi davanti ad Arexatan Eclionner?>>
Kernunnos apparve colpito dalla tenacia argomentativa del giovane:
<<Sento in te la voce di Vorkidex. Dimmi, è una voce di libertà o una voce di vendetta?>>
Marvin sentiva fremere Vorkidex dentro di sé, ma lo mise a tacere:
<<E' una voce di giustizia. I Keltar hanno il diritto di ricostruire il loro regno. E visto che Arexatan è rinato nel mio fratellastro Elner, Vorkidex ha diritto ad una seconda possibilità. Ma da soli non possiamo farcela. Dobbiamo trovare alleati. Ma non voglio allearmi con i demoni!>>
Era una questione eterna, nella morale, nella politica e nella guerra.
Il Signore della Foresta aveva sentito ripetersela infinite volte.
<<Ovunque ci sia potere, c'è qualcosa di demoniaco. Il potere e il Male sono inscindibili>>
Marvin scosse il capo violentemente:
<<No, io non sono disposto ad accettare alcun compromesso col Male! Non ho mai cercato il potere per ambizione: mi è stato conferito come uno strumento per salvare i Keltar dalla morsa dei Vampiri del Nord e dei Lathear del Sud. Una volta che questo sarà compiuto, rinuncerò ad ogni potere!>>
Kernunnos rise di gusto:
<<Dicono tutti così, all'inizio. Poi si abituano. Non credere di essere migliore degli altri. Sei un Eclionner, non dimenticarlo! Ora spetta a te decidere: se non ti allei con almeno un demone, non potrai impedire ai Lathear di Elner XI di arrivare fino a qui, dove poi si scontrerebbero col Conte Fenrik, in una guerra così distruttiva che porterebbe alla fine del mondo, alla Conflagrazione Universale!>>
Marvin impallidì:
<<E quale sarebbe l'altra alternativa?>>
Kernunnos sorrise:
<<Stipulare un Nuovo Patto, un'alleanza con Marigold di Gothian, imperatrice dei Lathear, e con suo padre Atar, demone del Fuoco, l'unico che può sconfiggere il Conte Fenrik, e liberare il regno degli Alfar>>
Marvin non era convinto:
<<Deve esserci una terza alternativa! E giuro che la scoprirò! Forse Vivien, la Dama del Lago presso la Sorgente, mi sarà di maggiore aiuto rispetto a te. Tu hai ceduto al Lato Oscuro, hai perso la speranza, e chi perde la speranza, ha perso tutto!>>
N.d.A.
La foresta di Broceland o Brocelandia o Broceliande si trova nella Bretagna francese, l'antica Armorica. Fu occupata dai Britanni insulari quando i Sassoni invasero la Britannia. I Britanni continentali sono detti Bretoni. Il ciclo bretone comprende i romanzi cavallereschi e cortesi che furono elaborati o ambientati nella Bretagna francese o nella Grande Bretagna, cioè quella insulare, la Britannia.
Cernunnos è una divinità celtica.
"L'ambiguità mette radici dove il pensiero va a morire" è tratta dalla canzone "Fiore di melograno" cantata da Mia Martini negli anni '70.
Re Vorkidex è ispirato alla figura di Vercingetorige. Il nome è anche influenzato da quello di Vortigern che regnò in Britannia prima di Uter Pendragon, padre di Artù.
L'idea della foresta come unico organismo è presente nella letteratura fantasy a partire da Tolkien e trova nel cinema una ottima espressione nel film "Avatar".
Il centro della foresta è contrassegnato da un anello di Dolmen simile a Stonehenge. Questi megaliti furono eretti da popolazioni precedenti a quelle celtiche, però i druidi li elessero a luoghi sacri.
Cenrunnos è raffigurato come l'Ent Barbalbero ne "Il signore degli anelli".
Arexatan Eclionner che sottomette i Keltar è raffigurato come Giulio Cesare che sottomette i Galli e i Celti belgi e aquitani.
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sabato 16 giugno 2012
Sondaggio: quale tonalità di "viola" preferite?
Viola | ||
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— Coordinate del colore — | ||
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B: normalizzato a [0-255] (byte) H: normalizzato a [0-100] (cento) |
Il colore "viola" ha diverse tonalità e gradazioni, che vanno dall' indaco (ultimo dei "blu") al lilla, (ultimo dei "viola" prima dei "rosa", ma qui potrei sbagliarmi, per cui invito le mie lettrici a correggermi! ) Il color lavanda è più scuro del lilla, mentre i colori malva e glicine sono più chiari. Il rosa si ottiene per intensità. Per esempio il "fucsia" rientra tra i "rosa" o i "viola"?
In fisica ottica il colore viola è uno dei colori dello spettro che l'uomo riesce a vedere. È quello associato alla frequenza più alta ed alla lunghezza d'onda più corta compresa nell'intervallo tra i 420 e i 380
In pittura si dice che il viola è un colore secondario, in quanto deriva dalla mescolanza dei colori primari azzurro ciano e rosso magenta.
In cromoterapia costituisce una sintesi delle qualità simboliche connesse ai due. Così che la passione, la violenta irruenza del rosso, incontrando la tranquillità e la trascendenza del blu, genera la temperanza del viola.
Vi piace il viola? Quale tipo di viola preferite?
Il viola è il colore dei paramenti liturgici usati nei periodi di purificazione penitenziale (Avvento e Quaresima).
In inglese si distingue tra il violetto, "purple" e il viola vero e proprio "violet".
Varie gradazioni di viola: qual è quella vera?
Il color prugna nei capelli
A voi la parola!
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venerdì 15 giugno 2012
Gothian. Capitolo 70. Marigold si allea con Bial l'Eunuco
L'incontro era stato organizzato nella massima segretezza, e nessuno poteva saperlo meglio di Bial l'Eunuco, che per vent'anni era stato il capo dei servizi segreti imperiali.
Questa volta però sul trono c'era un'imperatrice diversa, Marigold di Gothian, la Dama Gialla, "nome d'arte" della venerabile Edwina Ataris, l'Immortale, la figlia del Fuoco.
Bial aveva viaggiato in incognito, travestito da donna, cosa che gli risultava molto più facile che apparire un uomo, per quanto evirato.
Quando però era giunto nell'Acropoli di Lathena ed era stato ammesso nella Piramide imperiale, aveva avuto il permesso di indossare di nuovo il suo abituale mantello nero.
Certo era tutta un'altra cosa rientrare negli appartamenti privati che erano stati di Ellis e vederli trasformati da questa nuova sovrana che era, nella mente di Bial, sostanzialmente una strega, per quanto di bell'aspetto.
Ai tempi di Ellis, Bial deteneva anche l'incarico di Primicerius Sacri Cubicoli, cioè di custode della sacra stanza da letto dell'imperatrice.
Ed era proprio lì che l'incontro con la nuova sovrana avvenne.
Marigold lo attendeva in piedi, con aria stranamente gentile e amichevole.
Temo gli Alfar, anche quando portano doni!
Era una riminiscenza, contraffatta, di un antico poema dei Lathear.
Timeo Danaos, et dona ferentis
I Danai erano stati i dominatori del Continente Occidentale, ed avevano costretto i Lathear a fuggire verso il Continente Centrale, dove arrivarono alle foci del fiume Lathe, da cui avevano preso il nome, prima si chiamavano Rumi..
Con questo spirito, l'Eunuco si inginocchiò e baciò l'anello imperiale della Dama Gialla, un diamante altrettanto giallo!
<<Vostra Maestà Imperiale>> disse, rimanendo in ginocchio a capo chino.
Marigold, mostrando ancora quella strana ed inquietante gentilezza, così fuori luogo in una donna acida come lei, rispose con voce soave, prendendo le mani dell'altro:
<<Vi prego alzatevi, Lord Bial, questa era casa vostra, fino a un mese fa, e sono io l'intrusa!>>
Bial, cercando di essere nel contempo cortese ed ironico, rispose:
<<Questa reggia, Maestà, vi ha atteso per mille anni! Ed ora è illuminata dalla vostra dorata presenza>>
La Dama Gialla non era solita farsi incantare dai complimenti di persone notoriamente ipocrite come Bial, ma quel giorno aveva impostato tutto il suo atteggiamento alla pazienza diplomatica.
<<Lord Bial, prego accomodatevi. Devo parlarvi di qualcosa di molto importante, ed ho bisogno del vostro consiglio>>
Bial rimase sorpreso: quella donna non aveva mai ascoltato il consiglio di nessuno, tranne che quello di suo padre Atar, demone del Fuoco Distruttore.
<<Nel Continente Centrale si sta preparando una guerra che non è solo tra re e popoli, ma anche, e soprattutto, tra demoni e angeli, e anche all'interno delle gerarchie demoniache, vi è uno scontro per il potere. Lo scontro è tra il demone Eclion, signore delle Tenebre e...
e tra Gothar, signore dei Ghiacci, detto il Consigliere, perché i suoi consigli....
...sono quelli più ascoltati da Ahriman, il dio del Male>>
Bial annuì: conosceva bene queste dinamiche, per quanto non fosse stato iniziato agli Arcani Supremi. Nella lotta tra Eclion e Gothar, chiaramente il padre di Marigold, Atar, era l'ago della bilancia.
<<Pensavo, Maestà, che voi aveste già scelto di allearvi con Eclion>>
Marigold apparve turbata:
<<Mio padre Atar non intende schierarsi a favore di nessuno dei due contendenti. Pare invece propenso a favorire un Nuovo Patto che preveda l'alleanza tra me, voi, Masrek Eclionner e suo figlio Marvin, con la benedizione dell'angelo del sole Belenos, di quello delle foreste Kernunnos e di quello della ninfa delle acque, Vivien. Questo patto prevede l'eliminazione di Elner XI, che è vostro nemico, e del Conte Fenrik di Gothian. E infine il mio matrimonio con Marvin Eclionner-Vorkidian>>
L'Eunuco non si era aspettato quella mossa. Credeva che il patto si sarebbe concluso tra Elner e Marvin, e che quest'ultimo avrebbe sposato Alienor di Alfarian, e tutti insieme avrebbero sconfitto Fenrik.
<<Voi e Marvin Vorkidian? Ma avete atteso per mille anni di potervi ricongiungere con Arexatan...>>
L'imperatrice annuì.
<<La personalità di Elner XI si è rivelata più forte di quel che pensassi e le altre memorie di Arexatan sono state inquinate. Ne è nato un ibrido che mi fa orrore>>
Bial lo sapeva da molto tempo, ma continuava a fingersi meravigliato:
<<In ogni caso dovreste cercare un compagno di puro sangue Eclionner. E Marvin Vorkidian...>>
La Dama Gialla si inalberò:
<<Marvin Eclionner-Vorkidian! E' importante il cognome di suo padre! E comunque per me non è un problema cambiare marito. Questo sarebbe il quarto... certo un po' troppo giovane, ma io sono un'immortale!>>
Bial fissò la Dama Gialla negli occhi color ambra:
<<Quale sarà il mio ruolo in tutto questo? E soprattutto, quale sarà la mia ricompensa?>>
Marigold sorrise:
<<Mi piacciono le persone che parlano chiaro e vengono subito al dunque. Riguardo al premio, mi pare ovvio: se farete bene il vostro lavoro, sarete reintegrato nel ruolo di Ministro dei Servizi Segreti. Quanto al vostro ruolo, Lord Bial, sarebbe come sempre quello di intermediario. Vi rivolgerete ad Ellis, su cui avete molto ascendente, e lei convincerà Masrek a portare suo figlio dalla mia parte. Del resto anche gli angeli Belenos e Cernunnos stanno per comunicare a Marvin questa proposta>>
L'Eunuco ricambiò il sorriso:
<<Il vostro secondo marito, il Conte Fenrik, avrebbe definito questa proposta come "un'offerta che non si può rifiutare">>
La Dama Gialla rise, ricordando il precedente coniuge e le sue famose perifrasi.
<<E' un sì?>>
Anche Bial rise:
<<Ovviamente è un sì! Credevate che potessi starmene in un angolo lontano dagli intrighi? Mi permetto di dirvi che avete preso un'ottima decisione rivolgendovi a me. Considerate l'alleanza come già conclusa. Presto il Nuovo Patto sarà stipulato!>>
N.d.A.
Marigold di Gothian è interpretata da Charlize Theron nel ruolo della regina Ravenna in "Biancaneve e il cacciatore" con Kristen Stewart.
Bial l'Eunuco è interpretato da Bill Kaulitz, cantante dei Tokio Hotel.
Belenus e Cernunnos sono divinità celtiche.
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giovedì 14 giugno 2012
Abbigliamento nell'Antica Grecia
L'abbigliamento nell'antica Grecia era di carattere molto semplice, spesso costituito da un unico abito, un rettangolo di stoffa, non cucito, ma drappeggiato intorno al corpo, con stili pressoché identici sia nell'abbigliamento maschile che in quello femminile.
L'unico capo a fare parte unicamente del guardaroba femminile era il peplo
Il peplo consisteva essenzialmente in un panno di lana fissato al fianco da una cintura, che forma le tipiche pieghe, normalmente aperto su un lato (il destro) e fermato sulla spalla da fibule.
Il chitone era una lunga tunica, cucita su un lato e fermata sulle spalle da bottoni, o da una cucitura,. Nel corso degli anni il chitone fu relegato ad abito per le circostanze formali e le cerimonie solenni, e sostituito a partire dal V secolo dal più pratico chitoniskos, lunga sino alle ginocchia e fermata in vita da una cintura.
Tale moda rimase sostanzialmente invariata nel corso degli anni, in cui cambiarono soltanto i tessuti ed i materiali utilizzati ed il modo in cui essi venivano indossati, a seconda del quale era possibile distinguere il diverso ceto sociale dell'indossatore. Gli uomini liberi lo indossavano fissato su entrambe le spalle, e spesso con l'illusione di due piccole maniche. Gli schiavi invece ne indossavano una versione meno pregiata, e fissata su una sola spalla, in modo da riconoscere la loro condizione e permettere loro maggiore comodità nel lavoro. La versione destinata ai bambini invece era lasciata libera senza cintura, così come quella indossata dai soldati al di sotto delle corazze. Materiale maggiormente diffuso era la lana, e soltanto in rare occasioni il lino, mentre all'epoca il cotone non era conosciuto (la pianta era originaria dell'India e fu introdotta solo dai mercanti Arabi): al posto del cotone si usava il lino egiziano.
mercoledì 13 giugno 2012
Gothian. Capitolo 69. Alienor e Lilieth alle sorgenti del Lathe
Il fiume Lathe, che dava il nome alla città di Lathena, capitale dell'Impero Lathear, nasceva dalle vette della Dorsale Rocciosa, presso il l Passo del Lupo.
Dopo le fatiche per la lunga salita, Alienor e Lilieth decisero di fermarsi nei pressi dell'azzurro specchio d'acqua dal quale il fiume, destinato ad arrivare a Lathena, sgorgava da sotto una pietra, in un'ambiente così sereno che pareva un paradiso
Si narrava, nei tempi antichi, che chiunque bevesse la purissima acqua delle sorgenti del Lathe, dimenticasse tutti i mali subìti, e ricordasse soltanto le cose belle.
Ma era una maledizione, perché chi non ricordava il male commesso o subìto, era condannato a ricommetterlo o a subirlo di nuovo.
Per questo nessuno ormai aveva più il coraggio di abbeverarsi in quello specchio d'acqua di fonte.
Mentre Alienor e Lilieth osservavano incantate quel luogo, sentirono una voce nota dietro di loro:
Dopo le fatiche per la lunga salita, Alienor e Lilieth decisero di fermarsi nei pressi dell'azzurro specchio d'acqua dal quale il fiume, destinato ad arrivare a Lathena, sgorgava da sotto una pietra, in un'ambiente così sereno che pareva un paradiso
Si narrava, nei tempi antichi, che chiunque bevesse la purissima acqua delle sorgenti del Lathe, dimenticasse tutti i mali subìti, e ricordasse soltanto le cose belle.
Ma era una maledizione, perché chi non ricordava il male commesso o subìto, era condannato a ricommetterlo o a subirlo di nuovo.
Per questo nessuno ormai aveva più il coraggio di abbeverarsi in quello specchio d'acqua di fonte.
Mentre Alienor e Lilieth osservavano incantate quel luogo, sentirono una voce nota dietro di loro:
<<Da qui in avanti seguiremo il corso del fiume>> disse Vyghar il Pirata
Alienor ebbe un attimo di smarrimento:
<<La Palus Putredinis? Il nome non mi piace per niente! Non esiste una strada alternativa?>>
Vyghar rise:
<<Certo che esiste, Vostra Altezza, anzi Vostra Maestà, ma se prendessimo la strada principale ci troveremmo in mezzo ai legionari Lathear che stanno avanzando verso Nord. Spero che vi rendiate conto che non siamo in una gita di piacere!>>
Lilieth gli lanciò un'occhiataccia:
<<Smettila di trattarla così! Ha ragione lei ad avere paura. Le sabbie mobili della Palus Putredinis hanno inghiottito migliaia di persone, per non parlare di tutti gli esseri abominevoli che ci vivono!>>
Vyghar sospirò, scuotendo la testa:
<<Allora pensaci tu, Lilieth, ad avvertire la nostra piccola regina degli Alfar su cosa la aspetta, e non dimenticare di parlarle delle leggende nere riguardanti il fiume Lathe, da qui fino alla foce. La nostra la nostra regina deve conoscere alla perfezione le origini della città di cui dovrà conquistare il cuore!>>
Lilieth era sempre più irritata:
<<Tutti sanno che io sono una persona molto paziente. Solo tu riesci a farmi arrabbiare!>>
Vyghar sorrise. Sapeva che quello era un buon segno e se ne andò con aria divertita.
Le due donne rimasero sole nella tenda davanti alla sorgente.
<<Grazie Lilieth! Sei l'unica persona che mi abbia mai trattata bene in vita mia senza secondi fini. Nemmeno i miei genitori erano così, e sappiamo che Marigold è stata sempre ipocrita come dama di compagnia, per sedici anni! Solo tu dimostri un sincero affetto!>>
Lilieth le sorrise dolcemente:
<<Avrei tanto voluto avere anche una figlia femmina...>>
Non riuscì a proseguire. Era ancora troppo addolorata per il tradimento di Masrek.
Abbracciò Alienor ed entrambe si sentirono subito meglio.
<<Ora suppongo che tu mi debba parlare di quelle cose che ha suggerito Vyghar>>
Lilieth annuì:
<<Cercherò di essere graduale. Ci sono tante cose da dire, ma una per volta, e con calma.
La Palus Putredinis è un luogo maledetto. Lì si svolse una battaglia, ai tempi dell'antica Repubblica dei Lathear, prima dell'Oscurantismo, prima dell'Impero>>
Poi le porse una mappa:
<<Guarda: questa mappa indica la valle del Lathe. A sinistra c'è una foresta. A destra c'è la Palude, e ancora più a destra le montagne della Dorsale. In basso puoi vedere un villaggio, che è Nuova Veio, e dall'altra parte del fiume c'è Lathena. Naturalmente qui è tutto ridotto e stilizzato. Sembrano piccole distanze, ma si tratta di migliaia di chilometri>>
<<Il Lathe faceva da confine tra la Repubblica di Antica Veio e quella di Lathena.
Poi ci fu una guerra, che si combatté nel luogo dove ora si trova la Palus.
Il comandante delle truppe era l'allora giovanissimo generale Arexatan Eclionner, all'epoca soltanto un militare, prima del colpo di stato con il quale, molti anni dopo si proclamò Imperatore>>
Alienor conosceva la storia, ma ora che era entrata nelle zone di cui aveva solo letto qualcosa, e che avrebbbe avuto presto a che fare con i discendenti del feroce Arexatan, tutto diventava nuovo, ed ogni cosa detta dall'altra donna la sconvolgeva.
Lilieth riprese a narrare:
<<Dicono che abbia fatto uccidere tutti i sopravvissuti di AnticaVeio, in modo atroce, mediante impalamento, squartamento o scorticazione. Gli dei Ahura ne furono talmente disgustati che maledissero quel luogo e lo lasciarono in mano ai demoni, perché là dove la terra era stata macchiata da tali atrocità, non sarebbe potuto più sorgere nulla di buono>>
In realtà, durante il millennio successivo, era venuto a formarsi un nuovo villaggio, intorno ad una fiera di mercanti, in quella zona, e si era fatto chiamare Nuova Veio, diventando ogni giorno più grande e più ricco.
<<Ci sono tantissime altre cose che ti devo rivelare e che nei libri di storia non troverai mai, ma per ora abbiamo già detto anche troppo. Quindi ti invito a memorizzare questi argomenti, prima di proseguire>>
N.d.A.
Il fiume Lithe è ispirato al Tevere. La zona delle sorgenti è dunque simile al monte Fumaiolo presso Verghereto. La foto però indica un altro bacino di acqua sorgiva.
La Palus Putredinis corrisponde al territorio della Val di Chiana prima della bonifica ad opera del canale maestro.
Lathena corrisponde a Roma. Nel capitolo viene rievocata la guerra contro Veio, potente città etrusca.
Alienor di Alfarian è interpretata da Val, principessa dei popoli a nord della Barriera nelle "Cronache del ghiaccio e del fuoco" di George Martin.
Vyghar di Linthael è interpretato da Johnny Depp nel ruolo del capitano Jack Sparrow nella serie "Pirati dei caraibi".
Lilieth Vorkidian è intepretata da Claire Forlani nel ruolo di Igraine in "Camelot".
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martedì 12 giugno 2012
Storia della Moda: introduzione
Il termine moda deriva dal latino modus, che significa misura, norma, regola.
Nei secoli passati, l'abbigliamento alla moda era appannaggio delle sole classi abbienti soprattutto per via del costo dei tessuti e dei coloranti usati, che venivano estratti dal mondo minerale, animale e vegetale.
Le tinture, per esempio, scolorivano dopo ogni lavaggio, e dovevano essere ripetute.
Prima dell'Ottocento, l'abito era considerato talmente prezioso che veniva elencato tra i beni testamentari. I ceti poco abbienti erano soliti indossare solo abiti tagliati rozzamente e, soprattutto, colorati con tinture poco costose come il grigio. A questi aggiungeva scarpe in panno o legno. Non potendo permettersi il lusso di acquistare abiti nuovi confezionati su misura, tali classi ripiegavano spesso sull'abbigliamento usato.
Le tinture, per esempio, scolorivano dopo ogni lavaggio, e dovevano essere ripetute.
Prima dell'Ottocento, l'abito era considerato talmente prezioso che veniva elencato tra i beni testamentari. I ceti poco abbienti erano soliti indossare solo abiti tagliati rozzamente e, soprattutto, colorati con tinture poco costose come il grigio. A questi aggiungeva scarpe in panno o legno. Non potendo permettersi il lusso di acquistare abiti nuovi confezionati su misura, tali classi ripiegavano spesso sull'abbigliamento usato.
Il termine moda compare per la prima volta, nel suo significato attuale, nel trattato La carrozza da nolo, ovvero del vestire alla moda, dell'abate Agostino Lampugnani, pubblicato nel 1645.
La moda - detta anche, storicamente costume - nasce solo in parte dalla necessità umana correlata alla sopravvivenza di coprirsi con tessuti, pelli o materiali lavorati per essere indossati. In realtà l'abito assunse anche precise funzioni sociali, atte a distinguere le varie classi e le mansioni sacerdotali, amministrative e militari.
Le donne, che ne erano escluse, non per questo rinunciavano a vestirsi con cura estrema. Più legato alla psicologia è l'aspetto del mascheramento. Gli abiti possono servire a nascondere lati della personalità che non si vogliono far conoscere o, viceversa, a mostrarli. Si pensi, ad esempio, al proverbio: "l'abito non fa il monaco".
I manuali di taglio e sartoria si svilupparono con una certa lentezza, soprattutto quando, dal XIV secolo in poi, si cominciarono a creare abiti aderenti al corpo. Il Garzoni, nel suo libro su tutte le professioni del mondo edito a Venezia nel 1585, dice esplicitamente che un buon sarto deve saper fare di tutto, per soddisfare ogni necessità della sua clientela. Quello del sarto non era quindi un mestiere indipendente, bensì era un servitore delle grandi signorie: viveva e lavorava presso la corte di un signore, che poteva anche scegliere di "prestarlo" a parenti o amici. La retribuzione per l'operato si aggirava intorno al 10% della spesa del tessuto. Era una professione preclusa alle donne, che come sarte avevano compiti minori o si applicavano maggiormente al telaio e al ricamo.
Non esistevano le taglie, quindi ogni vestito era un pezzo unico, realizzato su misura del cliente. Le unità di misura erano variabili; a Venezia erano in uso i brazzi: da seda, che corrispondeva a 63,8 cm, e da lana, 67,3 cm.
Non esistevano le taglie, quindi ogni vestito era un pezzo unico, realizzato su misura del cliente. Le unità di misura erano variabili; a Venezia erano in uso i brazzi: da seda, che corrispondeva a 63,8 cm, e da lana, 67,3 cm.
La famosa sarta della regina di Francia Maria Antonietta, Rose Bertin, pur creando sontuose toilettes per la regina, non poteva ancora definirsi stilista. Per fare un esempio una sarta non poteva comperare direttamente il tessuto, che era venduto esclusivamente dal fabbricante. Dopo la rivoluzione francese la Convenzione abolì le corporazioni e le regole rigide e minuziose che vi erano applicate, stabilendo che ognuno poteva vestirsi come gli pareva. Il decreto nasceva per l'odio contro le leggi suntuarie che erano ormai diventate uno spartiacque tra l'abito dell'aristocrazia e quello della borghesia, a cui erano proibiti molti oggetti di lusso. Dopo di allora il sarto fu completamente libero di esprimere la sua creatività.
Nell'Ottocento la tecnica sartoriale andò affinandosi rendendo più agevole indossare il vestito. Dal XIX secolo si iniziano a distinguere i primi stilisti, che creavano nuovi tagli, nuove stoffe e nuovi canoni nel modo di abbigliarsi, con l'adozione di nuovi abiti femminili quali il tailleur inventato alla fine del secolo dall'inglese Redfern. Lo stilista capovolse il rapporto tra il sarto e la cliente, che ora dipendeva dalle sue idee ed era ben felice di indossare un abito firmato da lui e realizzato nel suo atelier. Gli stilisti lavoravano solo per l'élite poiché i costi per l'ideazione e per la produzione erano molto alti. Questo nuovo impulso di riforma fu principalmente portato avanti da Charles Fréderic Worth, inglese trapiantato in Francia, considerato l'inventore della Haute Couture e sarto personale dell'imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III, e della sua corte, dal 1865.
La rivoluzione industriale nata in Inghilterra alla fine del XVIII secolo, creò, nel campo della moda e della tessitura, macchine che permettevano di tessere, tagliare e cucire con rapidità e a basso costo. Tuttavia la moda si avvicinò alla massa solo verso la metà dell'Ottocento, grazie all'invenzione di macchine per tagliare le pezze di tessuto e all'introduzione del telaio meccanico jaquard. All'inizio tali tecniche furono applicate soprattutto alle uniformi militari; con la nascita in Francia dei grandi magazzini, i prezzi degli abiti confezionati in serie si abbassarono notevolmente. Le nuove tecniche della chimica e l'invenzione dell'acciaio introdussero materiali meno costosi: la tessitura meccanica accelerò la produzione di stoffa, così come la stampa delle decorazioni con coloranti industriali; i busti e le sottogonne non furono più rinforzati da stecche di balena, ma di metallo, facilmente riproducibile in serie. La crinolina, la sottogonna a cupola diffusa durante il periodo del romanticismo e munita di cerchi d'acciaio, fu per la prima volta indossata anche dalle donne del popolo.
Sarebbe bello poter ripercorrere questa storia.. non so se ne avrò il tempo ora che il mio concorso si avvicina, ma vedrò di fare quello che posso...
Sarebbe bello poter ripercorrere questa storia.. non so se ne avrò il tempo ora che il mio concorso si avvicina, ma vedrò di fare quello che posso...
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lunedì 11 giugno 2012
Gothian. Capitolo 68. Marvin e la foresta di Broceland
Quel giorno il cuore di Marvin era gravato da un senso di malinconia e oppressione di cui non riusciva a capire l'origine.
Quando l'umore si abbassa senza apparente motivo, allora c'è in atto una crisi più grave del solito, un conflitto talmente profondo da risultare impercettibile alla coscienza.
Sarebbe stato riduttivo parlare della guerra interiore tra le memorie di Arexatan e quelle di Vorkidex, così come sarebbe stato esagerato vedere tutto dal punto di vista della battaglia tra la luce e le tenebre.
L'unica cosa che aveva potuto constatare era che il senso di oppressione era aumentato con l'avvicinarsi ai margini della leggendaria foresta di Broceland, luogo sacro e nel contempo proibito, per i Keltar.
Una selva oscura e intricata come la mia vita.
Gli alberi avevano migliaia di anni, e si diceva che le loro radici arrivassero a toccare il centro della terra.
I tronchi grinzosi parevano avere un volto e i rami nodosi sembravano muoversi come braccia.
Cercò invano una pista battuta ai margini della foresta. Non vi sono sentieri, a Broceland.
Nessuno era così folle da inoltrarsi tra quei rovi. I pochi che ci avevano provato non avevano fatto ritorno.
E' una follia, ma devo trovare Cernunnos. Senza il suo appoggio i Keltar delle tribù non mi seguiranno.
Era stato il selvaggio druido Myrlic, che viveva in una baita ai confini del bosco, a spiegargliene la ragione.
Secondo il vecchio Myrlic, il divino Cernunnos, Signore delle Foreste, era uno dei pochi Dominatori dell'Universo che aveva scelto di dimorare espressamente in un luogo fisico.
Mentre gli altri se ne stanno a distanza e ci osservano distratti dall'alto dei mondi sereni, il signore Cernunnos si è calato nel nostro mondo e ha preso apertamente partito.
Era un alleato indispensabile, anche se da tempo non usciva dalla foresta.
Ma se io sono veramente il Principe Promesso, mi concederà udienza.
Gli alberi avevano migliaia di anni, e si diceva che le loro radici arrivassero a toccare il centro della terra.
I tronchi grinzosi parevano avere un volto e i rami nodosi sembravano muoversi come braccia.
Cercò invano una pista battuta ai margini della foresta. Non vi sono sentieri, a Broceland.
Nessuno era così folle da inoltrarsi tra quei rovi. I pochi che ci avevano provato non avevano fatto ritorno.
E' una follia, ma devo trovare Cernunnos. Senza il suo appoggio i Keltar delle tribù non mi seguiranno.
Era stato il selvaggio druido Myrlic, che viveva in una baita ai confini del bosco, a spiegargliene la ragione.
Secondo il vecchio Myrlic, il divino Cernunnos, Signore delle Foreste, era uno dei pochi Dominatori dell'Universo che aveva scelto di dimorare espressamente in un luogo fisico.
Mentre gli altri se ne stanno a distanza e ci osservano distratti dall'alto dei mondi sereni, il signore Cernunnos si è calato nel nostro mondo e ha preso apertamente partito.
Era un alleato indispensabile, anche se da tempo non usciva dalla foresta.
Ma se io sono veramente il Principe Promesso, mi concederà udienza.
Prima di inoltrarsi in quel fitto intrico di rovi, Marvin si era assicurato di lasciare le retrovie del suo esercito in buone mani.
Aveva stretto accordo con i capiclan dei villaggi, tutti impressionati dalle
capacità di leader che poteva avere un ragazzo neppure ventenne.
Sanno che Vorkidex è rinato in me, ma non sanno che io ho visto qualcosa che nemmeno i druidi conoscono.
Si era guardato bene dal rivelarlo. In quel momento prevaleva la necessità di ricreare il Regno dei Keltar.
A ciò che avverrà dopo, se riuscirò a sopravvivere, ci penseremo dopo. Ogni cosa a suo tempo.
A ciò che avverrà dopo, se riuscirò a sopravvivere, ci penseremo dopo. Ogni cosa a suo tempo.
Aveva infuso così
tanta fiducia in quelle tribù disperse, che da ogni luogo giungevano volontari per la ristrutturazione del maniero di Caer Dragon caduto in rovina dopo la Primavera di Sangue.
Il patto interiore tra Marvin e Vorkidex, per
tenere a bada le memorie di Arexatan, funzionava e resisteva, ma le pretese di Vorkidex aumentavano, e le discrepanze
tra i suoi obiettivi e quelli di Marvin si facevano più evidenti.
Quello era un problema più difficile da gestire.
A Vorkidex non posso nascondere nulla. Lui sospetta cosa ho in mente per il futuro, e non gli piace.
Quello era un problema più difficile da gestire.
A Vorkidex non posso nascondere nulla. Lui sospetta cosa ho in mente per il futuro, e non gli piace.
“Questi pensieri
non ti porteranno lontano” gli disse la voce del suo antenato.
Marvin era esasperato.
Marvin era esasperato.
Non è un'idea mia! E' Belenos stesso che ha proposto ad Eclion un Nuovo Patto.
“Eclion è un demone! Ed io esigo vendetta contro suo figlio Arexatan!”
La vendetta era una cosa da perdenti.
Le persone felici dimenticano e le persone forti perdonano.
L'odio ci rende simili alla parte peggiore di coloro a cui ci opponiamo.
Le persone felici dimenticano e le persone forti perdonano.
L'odio ci rende simili alla parte peggiore di coloro a cui ci opponiamo.
Non ci fu
risposta, e questo voleva dire che Vorkidex aveva accettato quella obiezione, ma solo temporaneamente.
Doveva parlarne subito con il suo più fedele amico.
«Chiama Gwydion», disse a una guardia che stava davanti alla sua tenda.
Il giovane druido arrivò
poco dopo.
«Ci sono cose che devi sapere. Cose che nemmeno un druido può percepire»
Gwydion annuì
gravemente:
<<Lo so: così diceva la profezia. "Potrà vedere dove voi non potrete nemmeno guardare">>
Marvin sospirò.
E' la mia maledizione...
Poi disse:
<<Ho parlato con il druido Myrlic, e sostiene che solo Cernunnos potrà confermare le mie premonizioni>>
Myrlic era considerato quasi un eretico all'interno della confraternita dei druidi, eppure i Keltar erano devoti a lui più che ad ogni altro.
Myrlic è qualcosa di più di un druido, è un intermediario tra gli uomini e gli spiriti della foresta di Broceland.
Gwydion era dubbioso:
<<Myrlic si è compromesso troppo con Cernunnos. I druidi servono Belenos. Non si possono servire due padroni allo stesso tempo!>>
Il giovane Vorkidian scosse il capo:
<<Cernunnos è un Ahura, un angelo custode! Non possiamo dubitare della sua devozione alla nostra causa!>>
Poi la sua voce divenne perentoria:
Marvin sospirò.
E' la mia maledizione...
Poi disse:
<<Ho parlato con il druido Myrlic, e sostiene che solo Cernunnos potrà confermare le mie premonizioni>>
Myrlic era considerato quasi un eretico all'interno della confraternita dei druidi, eppure i Keltar erano devoti a lui più che ad ogni altro.
Myrlic è qualcosa di più di un druido, è un intermediario tra gli uomini e gli spiriti della foresta di Broceland.
Gwydion era dubbioso:
<<Myrlic si è compromesso troppo con Cernunnos. I druidi servono Belenos. Non si possono servire due padroni allo stesso tempo!>>
Il giovane Vorkidian scosse il capo:
<<Cernunnos è un Ahura, un angelo custode! Non possiamo dubitare della sua devozione alla nostra causa!>>
Poi la sua voce divenne perentoria:
«Verrai con me a
Broceland. Parleremo col divino Cernunnos, il Custode di Broceland! Dovremo cercare di capire i suoi consigli e prendere delle decisioni»
Gwydion annuì: «Farò il mio dovere e ti proteggerò, come ho sempre fatto, ma sappi una cosa: i druidi sono stati istituiti per conservare l'ordine e la tradizione. I Profeti invece sconvolgono questo ordine, e sono rivoluzionari.
Non sarà facile per me seguirti nel tuo luogo selvaggio. Abbiamo due modi opposti di andare incontro alla verità, e il tuo mi terrorizza»
Non sarà facile per me seguirti nel tuo luogo selvaggio. Abbiamo due modi opposti di andare incontro alla verità, e il tuo mi terrorizza»
Marvin rimase in silenzio, riflettendo su quelle parole.
«Puoi starne certo! Non permetterò mai alle forze del Male di imporci le loro condizioni!»
N.d.A.
La foresta di Broceland si ispira a quella di Broceliande o Brocelandia, situata nella Bretagna francese. In tale foresta sono ambientate parti dei romanzi cavallereschi e cortesi del ciclo bretone arturiano, in particolare quelli riguardanti Merlino, Viviana e Lancillotto.
La "selva oscura" dantesca è sia una allegoria che un correlativo oggettivo dello stato d'animo del protagonista.
Nella seconda immagine, l'albero con il volto scolpito richiama sia il parco degli dei di Grande Inverno (Winterfell) della famiglia Stark ne "Il Trono di Spade" di George Martin, sia gli Ent del "Signore degli anelli" di Tolkien.
Il druido Myrlic è ispirato a Merlino, che in lingua celtica era anche indicato con Myrddin (a volte accompagnato dal secondo nome Wylt o dall'altro secondo nome Emrys). Nella fusione delle due figure di Myrddin Wylt e Myrddin Emrys si trovano le origini di Merlino, o Merlin silvestris o caledonensis.
Cernunnos, come Belenus, è una divinità celtica.
La mappa dell'alta valle amnisiana si ispira alla zona nord-ovest della pianura padana.
Le rovine di Caer Dragon traggono nome dalle fortificazioni dei celti britanni e dei romani celtizzati della Britannia e dal cognome Pendragon del re e dux bellorum Uter, padre di Artù.
La stessa Camelot potrebbe aver avuto origine da Caer Melyn, e quindi Caemlyn, nome della antica capitale del regno dei Keltar.
Keltar Augusti è ispirato ad Augusta Pretoria, cioè la città di Aosta.
Il druido Gwidion è rappresentato nelle vesti di Baelor Targaryen il Benedetto.
Il druido Myrlic è nelle vesti di Aerys I Targaryen il Sapiente de "Le cronache del ghiaccio e del fuoco".
La tematica del patto col diavolo richiama naturalmente tutta la tradizione del Faust.
La frase: "Io sono venuto non per abolire, ma per portare a compimento" è tratta dal Vangelo di Matteo, 15-17.
Poi disse:
<<Non devi avere paura. Io non sono qui per abolire la tradizione, ma per portarla a compimento>>
Gwydion annuì:
<<Spero che rimarrai entro questi limiti!>>
Marvin assunse un'aria determinata:<<Non devi avere paura. Io non sono qui per abolire la tradizione, ma per portarla a compimento>>
Gwydion annuì:
<<Spero che rimarrai entro questi limiti!>>
«Puoi starne certo! Non permetterò mai alle forze del Male di imporci le loro condizioni!»
N.d.A.
La foresta di Broceland si ispira a quella di Broceliande o Brocelandia, situata nella Bretagna francese. In tale foresta sono ambientate parti dei romanzi cavallereschi e cortesi del ciclo bretone arturiano, in particolare quelli riguardanti Merlino, Viviana e Lancillotto.
La "selva oscura" dantesca è sia una allegoria che un correlativo oggettivo dello stato d'animo del protagonista.
Nella seconda immagine, l'albero con il volto scolpito richiama sia il parco degli dei di Grande Inverno (Winterfell) della famiglia Stark ne "Il Trono di Spade" di George Martin, sia gli Ent del "Signore degli anelli" di Tolkien.
Il druido Myrlic è ispirato a Merlino, che in lingua celtica era anche indicato con Myrddin (a volte accompagnato dal secondo nome Wylt o dall'altro secondo nome Emrys). Nella fusione delle due figure di Myrddin Wylt e Myrddin Emrys si trovano le origini di Merlino, o Merlin silvestris o caledonensis.
Cernunnos, come Belenus, è una divinità celtica.
La mappa dell'alta valle amnisiana si ispira alla zona nord-ovest della pianura padana.
Le rovine di Caer Dragon traggono nome dalle fortificazioni dei celti britanni e dei romani celtizzati della Britannia e dal cognome Pendragon del re e dux bellorum Uter, padre di Artù.
La stessa Camelot potrebbe aver avuto origine da Caer Melyn, e quindi Caemlyn, nome della antica capitale del regno dei Keltar.
Keltar Augusti è ispirato ad Augusta Pretoria, cioè la città di Aosta.
Il druido Gwidion è rappresentato nelle vesti di Baelor Targaryen il Benedetto.
Il druido Myrlic è nelle vesti di Aerys I Targaryen il Sapiente de "Le cronache del ghiaccio e del fuoco".
La tematica del patto col diavolo richiama naturalmente tutta la tradizione del Faust.
La frase: "Io sono venuto non per abolire, ma per portare a compimento" è tratta dal Vangelo di Matteo, 15-17.
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