giovedì 8 marzo 2012

Gothian. Capitolo 23. Sephir Eclionner, Principe della Corona



L’autunno stava avanzando rapidamente e il livello delle acque paludose a nord del fiume Amnis aumentava di giorno in giorno.
L’aria gelida era carica di pioggia e il vento frastornava i rami spogli degli ontani secolari che circondavano l'insediamento di Terramara.
Si trattava di un antico villaggio di palafitte, costruito in un'ansa del fiume e circondato da boschi selvaggi, in modo da essere quasi inaccessibile, per chi non ne conoscesse già l'ubicazione.
In una di quelle palafitte risiedeva il vecchio Sephir Eclionner, che un tempo era stato il Principe della Corona dell'Impero Lathear e che, dopo la sconfitta e le ferite subite nella battaglia di Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue, si era dato alla macchia e alla malvivenza, in quel covo umido e misterioso. 
Erano passati più di diciassette anni, dal giorno in cui aveva deciso di scegliere quel villaggio come sua dimora e centro operativo delle congiure mirate a riconquistare il controllo dell'Impero.
Erano stati anni duri, ma col tempo Sephir aveva ritrovato le forze e la determinazione, tanto che ormai si sentiva pronto alla battaglia decisiva, la rivincita che aveva atteso così a lungo.
C'erano però alcune questioni in sospeso da sistemare.
Attendeva l'arrivo di Vighar di Linthael, detto il Pirata, il migliore degli uomini al suo servizio, oltre che suo parente alla lontana. Lo considerava quasi come un figlio, dato che i figli veri lo avevano profondamente deluso, insieme a tante altre cose, nella sua lunga vita, amara come la terra che lo aveva accolto.
Questo villaggio si chiama Terramara: quale altro nome poteva essere più appropriato?
Quando era arrivato lì per la prima volta, era più morto che vivo. Aveva una gamba gravemente ferita, anche se in via di guarigione. Ma la sua salute era compromessa.
Ero un relitto, eppure negli ultimi diciassette anni ho trasformato questa misera palafitta nell’Ombelico del Mondo!



Eppure certi pensieri molesti del passato continuavano ad ossessionarlo.
Nei suoi sogni riviveva mille e mille volte la Battaglia di Elenna sul Dhain e ogni volta ne usciva distrutto.
Si risvegliava fradicio di sudore e col cuore palpitante.
La Primavera di Sangue... il mio nome legato a quell'epiteto come una maledizione... ma i veri mostri erano altri...
Gli Albini di Gothian.
Gothian!
Quel nome era diventato il suo fardello e la sua ossessione.
Riviveva nella mente ogni dettaglio del duello col Conte Fenrik di Gothian e il dolore terribile quando quel demone di ghiaccio gli aveva conficcato la spada nella gamba.
Ero pronto a morire, ma il Conte vide aleggiare sopra di noi la sagoma terribile di Eclion, mio divino antenato, che gli ordinava di non uccidere la sua progenie. E così il Conte si fermò, e ordinò ai suoi Albini di mettermi in salvo.
Forse Fenrik pensava che così ridotto Sephir non avrebbe fatto più danni.
In verità lo pensavano tutti, e all'inizio i fatti sembrarono dare loro ragione.
Sephir non ricordava molto dei primi giorni dopo la battaglia. Era stato tra la vita e la morte per due settimane, e solo la cura di alcuni druidi del luogo gli aveva permesso di sopravvivere.
Quando aveva ripreso conoscenza, uno dei suoi attendenti gli aveva detto:
 «La guerra è perduta, Altezza. 
Sua Maestà l'Imperatore dà la colpa a voi. Ha sparso la notizia che siete morto, pur sapendo che eravate qui e potevate sopravvivere. Vi ha inviato molti messaggi, tutti con lo stesso ordine: “Se rimani qui, potrai vivere, ma se oserai tornare, perderai anche la gamba buona!”>>
Sephir aveva colto la sfumatura.
Una volta sconfitto, non ero più nessuno, nemmeno per mio padre e per i miei figli!
Ma se credevano che lui fosse un uomo finito, si sbagliavano.
Anche se il suo corpo era stato storpiato e se la sua carriera politica era finita miseramente, la sua determinazione interiore a riprendersi tutto ciò che gli era stato tolto era cresciuta di giorno in giorno, fino a diventare la sua unica ragione di vita.
Per questo aveva raccolto i fedelissimi sopravvissuti alla battaglia e li aveva istruiti su come infiltrarsi nei Servizi Segreti dell’Impero.
Conoscevo molti segreti! In particolare quello dell'incesto di Masrek ed Ellis, e del matrimonio di Masrek con Lilieth Vorkidian.



Lo era venuto a sapere dallo stesso uomo che l'aveva ferito in battaglia e poi lo aveva fatto mettere in salvo.
Il Conte Fenrik mi disse che Masrek si era sposato con l'ultima dei Vorkidian. Ma  Lilieth all'epoca era troppo giovane, una fanciulla spaurita... non era ancora pronta per affrontare Ellis!



Bial l'Eunuco cercava Masrek, che era in pericolo, per questo Sephir Eclionner, detto "lo Sciancato",  aveva organizzato il rapimento di suo figlio e della nuora, e lo aveva commissionato a Vyghar di Lintahel, il Pirata.
Si trattava di un piano molto più complesso rispetto alle apparenze.
Li ho fatti rapire per salvarli, li ho separati per preservare il segreto della loro unione, nell'interesse di loro figlio... li ho tenuti lontani da me per non macchiare la loro reputazione... un giorno capiranno che tutto questo dolore era necessario e tornerà loro utile.
Per sua figlia aveva altri progetti.
La punizione di Ellis Eclionner era solo rimandata. Non le perdonava la morte di sua moglie, la povera principessa Wensy.
L’ha istigata al suicidio… ha fatto questo a sua madre!
 La tragedia era avvenuta dopo la notizia del ritrovamento del falso cadavere di Masrek..
Avevo mandato un messaggero per avvertire Wensy che il corpo non era di nostro figlio, ma lei si era già uccisa. Fuscivarian… che tu sia maledetto! Hai lasciato morire la tua stessa figlia, e corrotto tua nipote!
Questi pensieri pieni di rabbia lo avevano aiutato a rimanere vivo e gli avevano dato le forze per organizzare la sua vendetta.
Ci sono molte congiure, nel grande continente, ma io posso ancora riportare Ellis sulla retta via, e contrastare i Conti di Gothian!



Ormai la resa dei conti era vicina.
L'Eremita arriverà tra poco. Quell'anonimato non è più sicuro per Masrek. E poi c'è la questione di Marvin...
Fin dall’inizio era stato chiaro che potevano sopravvivere tutti solo se avessero vissuto separati, e questo era stato il compito che aveva affidato a Vyghar, il Pirata.
Lo attendeva con ansia da molti giorni.
 Quando finalmente glielo annunciarono, lo fece accogliere con tutti gli onori.
«Quali nuove mi porti, amico mio!» gli chiese dopo averlo invitato a sedersi.
Vyghar lo fissò con i suoi occhi neri e penetranti.
«Buone nuove, Sephir. Finalmente Alienor e Lilieth si sono incontrate. La principessa è una ragazzina viziata, ma Lilieth le insegnerà quello che c'è da sapere, e la inizierà agli Arcani Supremi. La discendente di Aenor deve essere messa di fronte alle sue responsabilità»
Lo Sciancato annuì.
«Confido nella saggezza di Lilieth, ma devo avvertirti che il villaggio di Tupile non è più un rifugio sicuro. Prima o poi Bial lo scoprirà, e se non sarà lui, sarà Kerelik. Occorre che tu le accompagni nel luogo dove meno le cercheranno: nella Contea di Keltar Senia, da Lady Aryellin, la madre di Lilieth»
Il Pirata ne fu sorpreso:
«La Contea si trova sotto la giurisdizione del Duca di Amnisia. E sappiamo che Gallrian ha spie dappertutto: se lo viene a scoprire, Marigold di Gothian ci denuncerà ai Servizi Segreti imperiali!»
Sephir Eclionner scosse il capo:
«Abbiamo alleati insospettabili. Ho già preparato l'itinerario ed i luoghi dove troverete ospitalità. E poi non dovrete rimanere a lungo presso la Contea. E' necessario che Lilieth porti a termine il viaggio che io le feci interrompere diciassette anni fa. Ora è pronta, ed Alienor la seguirà. Te le affido entrambe, sapendo che sono in buone mani. Sarai ampiamente ricompensato, oltre ogni tua aspettativa. Le condurrai a sud fino a Lathena, nella tana del lupo. In questo modo i piani di Marigold e quelli di Ellis saranno sconvolti. Non sarà facile, ma mi fido di te: sei il migliore!»
Vyghar sorrise con aria complice:
«Mi mancheranno le navi!»
Lo Sciancato rise:
«Al contrario: diventerai Pirata di Fiume. Navigherai lungo l'Amnis e le lagune, fino alla Grande Muraglia. Poi seguirai una strada segreta, piena di pericoli, che metteranno alla prova il tuo valore!»
Il Pirata era piacevolmente interessato a questi sviluppi:
«Tempi interessanti, Sephir! Ma dimmi, che ne farai dell'Eremita?»
Il vecchio lo fissò con aria determinata:
«Masrek dovrà mettere da parte i panni dell'Eremita e ritornare ad essere quello per cui è nato: il guerriero vendicatore, che abbatterà il regime di Ellis e di Fuscivarian! »


«Un piano ambizioso!» disse il Pirata «Ma come faremo a sfidare contemporaneamente Ellis Eclionner, Bial l'Eunuco, Sibelius Fuscivarian e Marigold di Gothian?»
Sephir sorrise:
«Con una strategia infallibile ed ovvia: li metteremo gli uni contro gli altri. Finiranno per annientarsi a vicenda, spianando la strada al ritorno di Masrek!»
Vyghar annuì:
«Ho un'ultima domanda, Sephir. Cosa hai in mente per tuo nipote Marvin?»
Lo Sciancato sospirò:
«Marvin non è un guerriero. E' un Profeta. La sua strada sarà opposta alla tua. Andrà verso nord. Dovrà incontrare l'Arcidruido, che lo inizierà agli Arcani Supremi. E poi dovrà diffondere il suo messaggio tra i Keltar, e risvegliare il valore di quel popolo, per quando dovranno affrontare la calata degli Albini del Conte Fenrik, e ricacciarli verso la loro tana, sempre più su, oltre il regno degli Alfar, oltre i ghiacci, su, sempre più su, fino alle desolazioni di Gothian!»



mercoledì 7 marzo 2012

La regina Vittoria e l'Impero Britannico

Victoria Alexandrina di Hannover (Kensington Palace, 24 maggio 1819 - Isola di Wight, 22 gennaio 1901) fu Regina di Gran Bretagna e Irlanda per 64 anni, dal 1837 al 1901, e Imperatrice delle Indie dal 1876 alla morte, oltre ad essere riconosciuta come sovrana da Canada, Australia, Sudafrica e numerose isole.




Le circostanze della sua successione al trono furono molto improbabili. La dinastia Hannover, che era succeduta agli Stuart alla morte della regina Anna, si stava estinguendo.
 Re Guglielmo IV era morto senza figli, suo fratello Ernesto Augusto era divenuto Re di Hannover, rinunciando alle pretese al trono, e l'altro fratello, Edoardo, duca di Kent, era morto lasciando come erede l'unica figlia, Alexandrina Victoria, detta Drina.



Quest'ultima divenne regina col nome di Vittoria, all'età di soli 18 anni, il 29 giugno 1837.




Tre anni dopo, il 10 febbraio 1840, sposò il coetaneo principe tedesco Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha (1819-1861)



Queen Victoria Wedding

Ecco il principe consorte




Ecco la sposa e il suo abito di nozze








Ed ecco alcuni ritratti della prima parte del suo regno







File:The Young Queen Victoria.jpg

Vittoria diede nove figli al marito, che amava moltissimo. Eccone l'elenco:



NomeNascitaMorteNote
Vittoria, principessa Reale21 novembre 18405 agosto 1901sposata 1858Federico III, imperatore di Germania e re di Prussia; ebbero figli
Re Edoardo VII9 novembre 18416 maggio 1910sposato 1863principessa Alessandra di Danimarca; ebbero figli
Alice25 aprile 184314 dicembre 1878sposata 1862Ludwig IV, granduca d'Assia e del Reno; ebbero figli
Alfredo, duca di Sassonia-Coburgo e Gotha e duca di Edimburgo6 agosto 184431 luglio 1900sposato 1874, granduchessa Marija Aleksandrovna Romanova; ebbero figli
Elena25 maggio 18469 giugno 1923sposata 1866Federico Cristiano di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Augustenburg; ebbero figli
Luisa18 marzo 18483 dicembre 1939sposata 1871John Douglas Sutherland Campbell, IX duca di Argyll; non ebbero figli
Arturo, duca di Connaught e Strathearn1 maggio 185016 gennaio 1942sposato 1879Principessa Luisa Margherita di Prussia; ebbero figli
Leopoldo, duca di Albany7 aprile 185328 marzo 1884sposato 1882principessa Elena di Waldeck e Pyrmont; ebbero figli
Beatrice14 aprile 185726 ottobre 1944sposata 1885Enrico di Battenberg; ebbero 4 figli, di cui 2 maschi affetti da emofilia e un femmina portatrice sana


Ed ecco alcuni ritratti di famiglia





  File:Queen Victoria, Prince Albert, and children by Franz Xaver Winterhalter.jpg

File:Queen Victoria Prince Albert and their nine children.JPG

Il principe Albert fu un severo moralizzatore dei costumi ed è a lui che bisogna imputare buona parte del puritanesimo che caratterizzò l'età vittoriana.


File:Albert, Prince Consort by JJE Mayall, 1860 crop.png






Albert morì di tifo il 14 dicembre 1861, presso il castello di Windsor, devastando il morale di Vittoria che entrò in uno stato semi-permanente di lutto e di sconforto. Indossò sempre abiti neri a ricordo per il resto della sua vita. Evitò di apparire in pubblico, e raramente mise piede a Londra negli anni che seguirono.

La sua reclusione le fece guadagnare il nomignolo di Widow of Windsor (Vedova di Windsor, con evidente gioco di parole fra la parola "Widow", vedova, ed il castello della famiglia Reale, Windsor). Trascorreva il suo tempo nelle residenze di campagna, soprattutto a Balmoral in Scozia e nei giardini del castello, attorniata da pochissime fidate persone.
In quegli anni la politica del Regno Unito era dominata da due personalità speciali, il liberale Ewar Gladstone ed il conservatore Benjamin Disraeli, sostenitore dell'espansione coloniale ed imperiale della Gran Bretagna nel mondo. La regina non nascondeva le sue simpatie per Disraeli e la sua politica colonialista e imperialista.
Ecco l'estensione dell'Impero Britannico alla sua massima espansione:



Vittoria fu incoronata Imperatrice delle Indie nel 1876




Come si può notare, la regina Vittoria non sorrideva mai.
Per la parte del suo regno compresa tra il 1876 e il 1901, cioè il suo apogeo di potenza, ma anche il periodo più complesso per la sua famiglia (mi riferisco alla misteriosa morte del nipote Albert Edward, Duca di Clarence, figlio del Principe di Galles) rimando al post di dopodomani.

martedì 6 marzo 2012

Gothian. Capitolo 22. Lady Marigold svela gli Arcani Supremi

        

 Da quando aveva rimesso piede a Lathena, lady Marigold Steinberg, Contessa di Gothian, si era preparata ad un incontro molto più importante di quello con Ellis. Dopotutto l'Imperatrice aveva una conoscenza limitata degli Arcani Supremi, mentre il Clero di Eclion era decisamente più informato, e l'Ordine della Grande Canonica era quello più informato di tutti.
         Però mai quanto me! A differenza di loro, quando fu siglato il Patto, io c'ero!                                                                                                               
La Dama Gialla era rimasta impressionata dall'imponenza sontuosa e variegata dell'edificio della Grande Canonica di Lathena. 


Era una novità per lei, infatti era stata costruita molto dopo il suo ultimo soggiorno nella capitale dell'Impero. 
Per la maggior gloria di Eclion? O piuttosto per mostrare il potere dell'Ordine dei Canonici?
Ufficialmente erano preti che assistevano il Sommo Sacerdote, ma in realtà si comportavano come un ordine monastico con un ampio margine di autonomia.
Persino il Sommo Sacerdote li teme!
Marigold invece no. Aveva dimenticato da tempo cosa volesse dire la paura.
L'invito da parte di Padre Ulume era anzi l'occasione giusta per incominciare ad attuare la parte più delicata del piano che lei e il Conte di Gothian avevano predisposto fin dal giorno del loro matrimonio, nell'anno della Primavera di Sangue.
 

















E' il primo passo per arrivare al Priore Mollander, il vero tessitore di tutte le trame!
La Contessa di Gothian, era diventata la Prima Dama di compagnia dell'Imperatrice Vedova, e questo giustificava in parte, come atto di omaggio alla sovrana, l'invito di Ulume.
Che Ellis pensi pure a questo invito come ad un gesto di cortesia!
Il prete la attendeva nell’atrio della Canonica e la salutò con seria compostezza.
Si sta abituando alla mia presenza, anche se è ancora molto intimorito. E ne ha tutte le ragioni! Ha capito da tempo che non sono solo una sacerdotessa di Atar.
Dal modo in cui si scambiarono un reciproco sguardo di diffidenza, era chiaro ad entrambi che quel colloquio era potenzialmente pericoloso.
Il sacerdote la accompagnò lungo interminabili corridoi fino al suo sfarzoso studio e poi chiuse la porta.
«Milady, abbiamo lasciato molti discorsi in sospeso, dopo il nostro arrivo nella Città Santa»
Marigold mantenne un’espressione neutrale.
 «Ne sono consapevole, ma non so se quello che ho da dire vi piacerà»
Ulume apparve nel contempo irritato e spaventato: «E' una minaccia?»
La Dama Gialla era compiaciuta di come il prete la temesse.
«Chiamiamola pure così, Padre»
Il sacerdote annuì:
 «Prima di parlare, preghiamo Eclion perché illumini le nostre anime»
E rivolse gli occhi verso l'alto.


Marigold  non voleva permettergli di mantenere il controllo della conversazione.
Occorreva osare, colpire subito al cuore.
«Sono a conoscenza del vostro progetto di instaurare un regime teocratico a Lathéna»
Un progetto che durava da decenni, forse da secoli.
Il sacerdote fece finta di non capire: «Ma di cosa state parlando?»
La Dama Gialla sorrise:
«Voi lo chiamate il Nuovo Patto. Lo conosco bene, perché, tra le altre cose, quel progetto prevede la mia eliminazione»
Ulume faticò a mantenere la compostezza: «Vi hanno informato male, Milady!»
La Contessa di Gothian si spazientì:
«Avanti, Ulume! Siamo entrambi iniziati agli Arcani Supremi! Smettiamola con questi stupidi giochetti !»
Il sacerdote deglutì e a bassa voce le chiese: «Cosa volete da me?»
Marigold rispose scandendo bene le parole:
«Da voi niente!Voglio un colloquio privato col Priore Izùmir Mollànder!»


Count Dooku headshot gaze.jpg

Al solo sentir pronunciare il nome del suo superiore, Ulume scosse il capo:
«E' fuori discussione!»
La Dama Gialla era irritata da quelle resistenze.
«Io so che Mollander vuole uccidere l'imperatore Elner XI !»
Il sacerdote la fissò con sdegno: «Come osate insinuare una cosa simile?»
Il suo maldestro tentativo di difesa la spazientì del tutto.
Occorre passare alle maniere forti. L'hai voluto tu!
I suoi occhi gialli pulsarono di pagliuzze dorate.
«Ne ho tutto il diritto, prete! Non mi riconosci? Hanno davvero distrutto tutti i miei ritratti?»
Le sue labbra si ritirarono in un ghigno diabolico. I suoi canini apparvero quelli di un predatore.
Lo vedi? Sono anch'io una progenie divina! La figlia di Atar, dio del Fuoco!


Un’ondata di terrore travolse Padre Ulume, che istintivamente si portò la mano alla catena col sole radiante di Eclion che aveva appesa al collo: «Va’ indietro, demone!»
Marigold gli strappò con violenza la catena, e la scagliò per terra.
«Sei più sciocco di quanto credessi! Non sono un demone, sono la figlia di un dio!»
Tutto il potere di Atar la stava rendendo terrificante.
Per un attimo tornò ad essere veramente Edwina Ataris!

Il sacerdote si vide perduto, e implorò la protezione di Eclion.
La Dama Gialla, con una incredibile forza lo prese per il colletto: «Stai pregando inutilmente!  Eclion e Atar sono alleati! Eclion protegge me, perché suo figlio Arexatan mi amava!»
Il prete allora cedette.
 «Edwina… la tua anima non ha dunque trovato pace?»
 La risposta era fin troppo ovvia.
«Né la mia anima, né il mio corpo! Impedirò a Mollander di portare sul trono imperiale il Mezzosangue di Amnisia!»
Ulume sgranò gli occhi.
 «Come fai a...»
Marigold non lo lasciò finire. Conosceva la domanda e la risposta da troppo tempo.
 «Il Duca Gallrian lavora per me! Credevi che lasciassi al tuo confratello Sulmen il controllo di Marvin Vorkidian?»
Il sacerdote si limitò a fissarla.
 «Rispondimi, Ulume! Come osi negare al mio amato la reincarnazione nel corpo di Elner XI, il suo discendente perfetto, puro sangue Eclionner, nato dall'incesto di due fratelli carnali?»
Ulume non rispose, il terrore glielo impediva.
Ora che ha capito, devo lasciarlo vivere per farlo obbedire ai miei ordini.
Si sentì improvvisamente stanca.
Ripensò al suo amato.
Ho attraversato gli oceani del tempo per rivederti, Arexatan! 
Troppo tempo. Quasi mille anni...
 Non le pareva possibile che fosse ormai trascorso il Millennio, dalla morte del suo amato, il fondatore della dinastia Eclionner e dell'Impero Lathear, il divino Arexatan, figlio di Eclion.


Il silenzio calò in quella stanza: troppe cose erano state dette, e troppi segreti svelati.
Lei però attendeva ancora la risposta.
Ulume se ne accorse e capì che forse si sarebbe potuto salvare: «Credimi Edwina, non abbiamo tradito il Patto. Il testo sacro non specifica chi sia il Predestinato, e non prevede che sia tu a deciderlo. Edwina devi credermi... non ti sto mentendo!»
Lei pareva non ascoltarlo più.
Edwina... 
Sentire quel nome la faceva star male. Lo aveva detto al Conte Fenrik il giorno in cui si era risvegliata.
Il sogno che interrompi non tornerà più uguale.
Era stata quella l'amara lezione della sua vita.
Cosa ne sapevano loro? Come potevano capire quanto le fosse costato reinventarsi una nuova vita, ridare a se stessa una nuova opportunità?
La sua voce divenne improvvisamente calma.
«Ora sono Marigold, e non voglio essere chiamata in altro modoVengo a riprendere ciò che mi è stato tolto»
Padre Ulume, percorso dai brividi, annuì.
Marigold lesse nei suoi occhi una comprensione che prima non c'era.
Lui sa che ho ragione!
Aspettò che il prete parlasse.
Ulume cercò di ritrovare la sua dignità.
«Padre Mollander non credeva alle voci sul tuo conto. Dopotutto in questa storia nessuno sembra chi è veramente. Siamo confusi...»
Era sincero. Eppure gli elementi per capire c'erano tutti.
«Gli iniziati agli Arcani Supremi sono stati informati che Eclion è un demone, e che
 Atar è il suo braccio destro e Gothar il suo braccio sinistro»
Il sacerdote scosse il capo:«Arexatan ci aveva nascosto l'Arcano più importante, e cioè che Eclion è il Signore delle Tenebre!»
Marigold sospirò: «Eppure era così evidente... gli Eclionner sono creature della notte, non nascondono la loro oscurità. Come può essere solare una stirpe dove i figli uccidono i padri e viceversa? No, Ulume... voi sapete bene che il dio del sole è Belenos, il progenitore della stirpe dei Vorkidian»  

Ulume non poteva mentire: «Sì lo sappiamo. Per questo Mollander ritiene che Marvin Vorkidian possa costituire il giusto equilibrio tra Eclion e Belenos, discendendo da entrambe le stirpi»  
Quell'ammissione era per Marigold una vittoria importante. Ora la partita poteva essere giocata a carte scoperte.
«Per questo esigo di parlare con Mollander. In fondo Eclion sa perdonare. Sa persino amare! L'amore non è un peccato, come alcuni di voi sostengono. I veri peccati sono quelli contro l'amore. E quelli sono imperdonabili!»  
Il riferimento era evidente. 
Arexatan era stato ucciso dal suo figlio primogenito ed erede al trono, il principe-sacerdote, Wechtigar I il Pio, sobillato dal Clero, che temeva lo strapotere di Edwina Ataris, imperatrice consorte, la sesta moglie, venuta dal nord per generare con lui una nuova stirpe. Ma quel sogno fu spezzato.
Wechtigar si era macchiato del crimine più grande.



Marigold ricordò quell'evento come se fosse successo in un'altra vita, in un altro mondo:
«Avrebbe voluto uccidere anche me. Fu Eclion stesso a fermarlo. Quel giorno di mille anni fa, gli dei e i demoni si incontrarono per l'ultima volta, e siglarono il Patto. Io fui risparmiata, e non solo perché ero figlia di Atar. Anche la dea della luce, Aenor, ebbe pietà di me. Persino Ulien, dea della luna, implorò Belenos  e, tramite lui, Kevin Vorkidian, di risparmiarmi. E infine Gothar chiese a suo figlio, il Conte Fenrik, di portarmi con sé. Io e lui siamo gli ultimi testimoni viventi del Patto, ed ormai è giunto il tempo in cui tutto questo diverrà noto»  
La mente di Ulume era confusa. Non conosceva i dettagli del Patto, nessuno aveva capito l'ampiezza e la vastità di quell'accordo, e le sue implicazioni. 
«Il Patto fu un compromesso tra il Bene e il Male, per questo ora riteniamo che Marvin Vorkidian...».
«No! Io voglio un Eclionner puro al mio fianco! L'equilibrio sarà rispettato dall'unione dei Vorkidian con la stirpe di Alfarian. Marvin avrà Alienor e il regno dei Keltar, io avrò Elner e l'impero dei Lathear, e Fenrik avrà Alyx e il regno degli Alfar. Tutti gli altri dovranno essere eliminati: Ellis, Masrek, Kerelik, Gahel, Gallrian, Aryellin e Lilieth»  
Era una menzogna, Marigold lo sapeva bene. Fenrik voleva molto di più, ma questo era meglio non rivelarlo ai sacerdoti.
Ci fu di nuovo silenzio. Ulume pareva aver accettato il Nuovo Patto.
Marigold si rilassò e con voce tranquilla concluse: «Riferisci tutto al Priore Mollander e digli che pretendo la sua sottomissione. Rimarrò in attesa ancora un po', ma quando scadrà il Millennio, ed il Dormiente si sarà risvegliato, allora dovrete ricordarvi bene una cosa: Lui-è-mio!»


N.d.A.

Marigold di Gothian è qui rappresentata da Melisandre di Asshai, ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" di George Martin.
Izumur Mollander è Christopher Lee nel ruolo del Conte Dooku, o Darth Tyranys in Guerre Stellari.
Belenos è il dio Belenus dei Celti.
La Grande Canonica è la cattedrale della Sagrada Familia di Barcellona, opera dell'architetto Gaudì.
Arexatan Eclionner è rappresentato da Feanor ne "Il Silmarillion" di J.R.R. Tolkien.

lunedì 5 marzo 2012

Gli ultimi tre anni di Diana Spencer: 1994-97



Nel precedente post dedicato a lady Diana Spencer di Althorp, Principessa del Galles, mi ero fermato alla data del suo divorzio, nel 1994. I termini di tale divorzio le consentirono di mantenere il titolo di Principessa di Galles (che da allora è rimasto vacante, anche se formalmente spetterebbe a Camilla Parker-Bowles, duchessa di Cornovaglia e seconda moglie del principe Carlo) e di risiedere presso Kensington Palace (dove si conserva la sua collezione di abiti) e dove attualmente vive suo figlio, il principe William, duca di Cambridge, con la moglie Kate Middleton, duchessa di Cambridge.
Poco tempo dopo il divorzio, lady Diana concesse una storica intervista alla BBC che andò in onda in diretta in tutti i principali canali televisivi europei, e mondiali. Ecco una foto tratta da quell'intervista, che divenne una delle più note di Lady D.

Immagine correlata

Con questo atto la Principessa del Galles sospendeva i rapporti ufficiali con la Royal Family (perdendo il titolo di cortesia di "Altezza reale"), esclusi naturalmente i suoi figli. 
La libertà riacquistata le fece tornare il sorriso.





Da quel momento si dedicò alla beneficenza e a  missioni umanitarie, per le quali ebbe modo di collaborare con personaggi di primo piano. Qui la vediamo con una giovane Hillary Clinton.



Molto famosa è questa foto con Madre Teresa di Calcutta, sua amica personale, al cui Ordine elargì numerose sovvenzioni e raccolte di fondi.



Importante fu la collaborazione con la Croce Rossa Internazionale, in particolare riguardo alla campagna contro le mine antiuomo, che causano ogni anno la morte o la perdita di un arto da parte di bambini e persone innocenti ed estranee alle guerre.



Diana ebbe il coraggio di attraversare un campo minato: nella foto qui sotto, ogni bandiera rossa indica il luogo dove è stata ritrovata una mina, e l'apparecchiatura indossata era quella degli operatori della Croce Rossa impegnato nella ricerca e rimozione delle mine antiuomo.

Diana divenne protagonista anche nel mondo della moda. Innumerevoli furono i servizi fotografici che la riguardarono, nelle più importanti riviste.







Gli abiti erano tutti rigorosamente firmati da Gianni Versace.






La collezione dei suoi abiti si trova a Kensignton Palace, che fu l'ultima residenza della principessa.



Ma questa felicità non era destinata a durare.
Gli eventi precipitarono nel 1997. L'ultimo mese di vita di Diana Spencer fu un susseguirsi frenetico di eventi, riportati in maniera quotidiana e ossessiva dai media, che ormai non le concedevano un attimo di pace.
Nel mese di luglio viene ucciso in Florida Gianna Versace. I funerali si tennero nel duomo di Milano. All'epoca anche io mi trovavo a Milano per motivi di studio, e fu in quella occasione che, dalla piazza del Duomo, riuscii a vedere, seppure di sfuggita, la Principessa del Galles.
Diana sedeva a fianco dell'amico di sempre, Elton John, che solo un mese dopo avrebbe cantato ai  suoi funerali la canzone "Candle in the wind", dedicata a Marilyn, anch'ella morta a 36 anni.



Diana si recò poi per due settimane in Sardegna. Qui decise di rendere pubblica la sua relazione con Dodi Al-Fayed, un anglo-egiziano, di religione islamica, figlio del proprietario dei grandi magazzini Harrod's.



La foto del loro bacio fece il giro del mondo e suscitò reazioni contrastanti. Tutti i tabloid intitolarono a caratteri cubitali: "The Kiss"! La regina, contraria a quella relazione, si ritirò nel castello scozzese di Balmòral assieme a tutta la famiglia reale, per stabilire una linea comune da prendere di fronte a quella relazione. Il problema era: poteva la Principessa del Galles, madre di un futuro re, sposarsi con un musulmano ed avere figli da lui?



 Secondo Mohammed Al-Fayed, padre di Dodi, questa eventualità risultava inaccettabile in particolare per il Principe consorte Filippo Mountbatten, duca di Edimburgo, marito della regina, noto per le sue idee xenofobe e principale nemico di Diana nella famiglia reale.
Travolta dallo scandalo, Diana lascia precipitosamente la Sardegna, con il compagno, per recarsi a Parigi. Era il suo appuntamento con la morte.

Alcune foto ricostruiscono le sue ultime ore





Diana e Dodi cenano all'Hotel Ritz la sera del 30 agosto 1997

Poi il viaggio a bordo della Mercedes che li deve condurre all'abitazione di Al-Fayed, che secondo molte fonti le avrebbe donato un anello di fidanzamento. Forse Diana era incinta. L'automobile fu inseguita come sempre dai fotografi, e accelerò. Poi, il mistero, e l'incidente stradale violentissimo nel tunnel dell'Alma. Gravemente ferita, Diana verrà dichiarata morta due ore dopo, nella notte del 31 agosto 1997
ed il suo corpo venne sottoposto a trattamenti per mantenerne intatto l'aspetto.
Le manifestazioni di affetto del popolo britannico superano ogni previsione

File:Flowers for Princess Diana's Funeral.jpg

Per la prima volta, la popolarità di Elisabetta vacilla, e la regina decide, contrariamente al suo stile riservato, di parlare alla nazione, leggendo un documento faticosamente, ma anche coraggiosamente stilato insieme al premier Tony Blair, come viene raccontato in modo molto efficace nel film "The Queen" dove Helen Mirren risultò "più vera del vero", vincendo poi tutti i titoli possibili e diventando l'attrice più premiata per un singolo film.
Nella foto sotto, però, vediamo l'originale Elisabetta II, nel settembre del 1997, insieme alla sorella, principessa Margaret, contessa di Snowdon, durante i funerali di lady Diana.

Queen Elizabeth II and her sister, Princess Margaret, at Princess Diana's funeral on September 6, 1997.:

I funerali della Principessa del Galles sono stati considerati il primo evento mediatico globale, seguito da miliardi di persone in tutto il mondo.
Qui sotto vediamo Charles Spencer, visconte di Althorp e fratello di Diana, e poi il principe William, il principe Harry e il principe Carlo, che rendono omaggio al feretro di lady Diana.



Diana viene sepolta nel parco del castello di Althorp, da sempre la residenza principale della famiglia dei conti Spencer.

Il suo mausoleo si trova nella tenuta di Althorp, vicino ad un lago, che è  visitato da migliaia di persone ogni anno.





Diana avrebbe compiuto 50 anni nel 2011: Newsweek non ha resistito a dedicarle una copertina, ovviamente un fotomontaggio, di gusto quantomeno discutibile, che affianca una cinquantenne lady Diana con la trentenne nuora Kate Middleton, duchessa di Cambridge.

So che questa foto fa venire i brividi, per cui se dovesse risultare offensiva, sono pronto a rimuoverla. Il motivo per cui l'ho messa non è certo quello di immaginare come sarebbe stata Diana con le rughe. No, il motivo principale è che mi avrebbe fatto piacere che le due donne si fossero conosciute. Quali sarebbero stati i rapporti di Diana con la nuora Kate? 
Con questa domanda si chiude la mia rassegna di post dedicati alle donne e all'albero genealogico della famiglia Windsor, prima e durante il regno di Elisabetta II.