sabato 17 marzo 2012

Maria José, la Regina di Maggio (1° parte)

Marie José Charlotte Sophie Amelie Henriette Gabrielle di Sassonia-Coburgo-Gotha
(Ostenda4 agosto 1906 – Ginevra27 gennaio 2001), nata principessa reale del Belgio, fu l'ultima regina d'Italia come consorte di Umberto II di Savoia. 
Poiché il suo regno durò solamente dal 9 maggio al 12 giugno 1946, venne soprannominata dagli Italiani: la Regina di maggio.




Era figlia del re del Belgio, Alberto I di Sassonia-Coburgo-Gotha, cugino del re Giorgio V del Regno Unito,  e di Elisabetta di Wittelsbach, della casa reale di Baviera, omonima dell'imperatrice d'Austria, Sissi, sua prozia.


 


Difficilmente si sarebbe potuto trovare un sangue più "blu" di quello della principessa reale del Belgio per l'erede al trono d'Italia, Umberto di Savoia. Il loro matrimonio era stato combinato fin da quando Maria José era ancora bambina. La sua provenienza dal più aperto ambiente reale belga e l'educazione di stampo moderno che aveva ricevuto, si scontravano con il rigore della più chiusa monarchia italiana. La più classica educazione e istruzione dello stesso Umberto e, soprattutto, il ligio ossequio del principe all'etichetta, alle regole e all'autorità paterna, furono tutti fattori di ostacolo alla riuscita della loro unione. In seguito, Maria José avrebbe confidato all'amico giornalista, Indro Montanelli, che in confronto alla casa reale del Belgio, la casa reale di Savoia le era apparsa fin da subito "un frigidaire", ossia un frigorifero!
Le nozze con il Principe di Piemonte furono celebrate a Roma l'8 gennaio del 1930 nella Cappella Paolina del palazzo del Quirinale



 




La coppia trascorse i primi anni di matrimonio a Torino, dove Umberto comandava il 92º reggimento di fanteria con il grado di colonnello. Negli anni torinesi la principessa preferì sottrarsi ai rapporti con gli esponenti della nobiltà e con la cerchia delle amicizie del marito, ritagliandosi spazi e frequentazioni personali. 
Anche a Roma, nell'appartamento privato del Quirinale, ricevette filosofiintellettuali e scrittori in modo del tutto indipendente da Umberto.


 


Diverso e sotto alcuni aspetti più felice fu il periodo trascorso da Maria José e Umberto a Napoli, dove essi si trasferirono nel 1933, complici probabilmente l'ambiente umano e il clima. Di certo la vita di coppia venne allietata in questo periodo dalla nascita di tre dei loro quattro figli: Maria Pia il24 settembre 1934Vittorio Emanuele il 12 febbraio 1937Maria Gabriella il 24 febbraio 1940. La quartogenita, la principessa Maria Beatrice, nacque a Roma il 2 febbraio 1943. 




Maria José si occupò personalmente dei suoi figli, sia nei soggiorni autunnali al Castello Reale di Racconigi che in quelli estivi di Villa Maria Pia a Posillipo



Non vi fu mai simpatia tra la principessa e Mussolini, specie dopo l'alleanza con Hitler e la firma delle leggi razziali. Da quel momento, Maria José non nascose i propri sentimenti di ostilità nei confronti dell'operato di Mussolini e anche Umberto, del resto, faticava a nascondere un certo dissenso.
Fino allo scoppio della guerra, la sua vita fu comunque serena, e caratterizzata da una partecipazione ad iniziative benefiche e viaggi in tutto il paese e all'estero. Per tutto questo si guadagnò la simpatia di buona parte degli Italiani, anche di molti che non vedevano con favore i Savoia o la stessa monarchia.


 






Ecco una curiosa immagine risalente ad un viaggio in Libia, allora parte dell'impero coloniale italiano.

File:Umberto MariaJosè Libia.JPG

Attenta alla politica interna e internazionale, nel 1939 Maria José sostenne che l'Italia non era nelle condizioni di sostenere, e tanto meno vincere, una guerra. Quando l'Italia entrò in guerra, nel 1940, la principessa promosse un'azione segreta volta a collegare l'ambiente antifascista direttamente con i Savoia. A tal fine incontrò personaggi come Benedetto CroceUgo la MalfaIvanoe BonomiElio VittoriniAlcide de Gasperi.
Mussolini era al corrente delle azioni della principessa, ma ne sottovalutò l'importanza, considerando che il re era comunque dalla parte del governo, almeno fino al 1942. Nell'ambiente della monarchia, per questa ragione, Maria José venne definita da molti "l'unico uomo di Casa Savoia".
Il 6 agosto 1943 Maria José venne convocata dal suocero, il quale non le parlava direttamente da più di due anni, e le venne espressamente ordinato di troncare immediatamente ogni rapporto con l'opposizione antifascista e ogni attività politica. Inoltre il re la costrinse a ritirarsi con i quattro figli a Sant'Anna di Valdieri, sotto la sorveglianza della cognata Jolanda, e le ordinò di rimanervi fino a che lui stesso non l'avesse espressamente richiamata a Roma.
 
L'8 settembre la principessa, come il resto degli italiani, apprese la notizia dell'Armistizio dalla radio. Dopo un viaggio piuttosto avventuroso, riuscì a portare in salvo i figli in Svizzera, dove si mise in contatto, tramite Luigi Einaudi, con gli ambienti partigiani. Pur essendo controllata dalle autorità elvetiche, riuscì comunque, in diverse occasioni, a trasportare armi per la Resistenza nel nord Italia. C'era in lei la speranza di poter salvare la monarchia dal discredito in cui era caduta dopo la fuga del re a Brindisi. Nonostante Umberto avesse ottenuto la luogotenenza, il re si rifiutò di abdicare, e la principessa, che per tutta la vita era stata educata a diventare regina, incominciò a temere che l'impegno di tutti quegli anni fosse divenuto ormai inutile. Tornata in Italia dopo la Liberazione, riprese l'attività di volontariato presso la Croce Rossa. Durante una visita all'ospedale di Cassino, il 9 maggio 1946, fu informata dell'abdicazione del suocero. Fonti contemporanee riportano che quando, di ritorno a Roma, fu salutata come "regina", non manifestò alcun entusiasmo, e anzi avrebbe commentato: "Sono una regina? Non in queste condizioni. Non è così che mi ero immaginata questo giorno"
Non ci fu nessuna incoronazione per colei che per quasi quarant'anni era stata educata per regnare. Solo una sbiadita foto di circostanza ricorda i pochi giorni di regno della Regina di Maggio.
Fine prima parte. 


venerdì 16 marzo 2012

Gothian. Capitolo 27. Alienor, Lilieth e il Pirata partono verso sud


Era un gelido mattino di fine autunno, a Tupile, in mezzo ai monti.
Alienor e Lilieth avevano da poco terminato la colazione quando dalle finestre della baita videro un assembramento di paesani, e capirono che il Pirata Gentiluomo, Vyghar di Linthael, era tornato dopo due settimane di assenza.
Il clima si era fatto più freddo. Le cime delle montagne erano ricoperte di neve.
A metà mattina, Vyghar si fece annunciare e comparve con l'aria di chi si sente al centro di eventi della massima importanza.


«Mie care signore, domani partiremo da qui per recarci in un luogo lontano, a sud. Rallegratevi, almeno andiamo verso il caldo!»
Ci fu un attimo di pausa e di disorientamento.
«Lo Sciancato dunque ha deciso?» domandò Lilieth, come se sapesse già la risposta.
Vyghar annuì e con aria vagamente ironica aggiunse: «Non solo, ha anche anticipato metà del riscatto! Ora i miei uomini sono ricchi, ed al mio ritorno potrò ricostruire la fortezza di Linthael!»
Alienor ebbe un attimo di illusione: «Mi libererete?»
Il lieve sorriso del pirata contrastava con la serietà dei suoi occhi neri.
«No, mia principessa. Voi e lady Lilieth verrete con me: abbiamo una missione della massima importanza da compiere. Ve ne parlerò durante il viaggio, ora non c'è tempo»
Lilieth parve avere un’intuizione, fece per parlare, ma poi non disse nulla.
Alienor era troppo delusa per accorgersene.
«Avete un giorno intero per prepararvi. Domattina si parte, e il viaggio, come ho detto, sarà lungo!»
Uscì senza dire altro.
Le due donne si guardarono, dubbiose.
Lilieth sorrise dolcemente: «Per diciotto anni non è successo nulla, e poi gli eventi sono precipitati. Ma questo non mi stupisce: il Millennio si avvicina, l'antico Patto scade, e tutte le forze si mettono in movimento»


Il pendolo che la distingueva come sacerdotessa di Ulien, dea della luna, era particolarmente luminoso quel mattino, e Lilieth pareva tutta circondata da un'aura di sacralità.
Alienor si era affezionata a lei come a una madre: «I nostri destini sono legati, come tu avevi previsto»
Lilieth annuì: «E' così. Siamo state entrambe tenute lontane dal luogo in cui deve compiersi il nostro destino. E' accaduto perché i tempi non erano maturi. Ora però tutto sta cambiando»
La bionda principessa apparve incuriosita, oltre che felice di partire.


«Hai qualche idea sul luogo esatto dove ci porteranno?»
«Qualcuna, Alienor, ma nessuna certezza. Le forze in gioco sono tante, e si stanno muovendo tutte in una volta. Probabilmente si passerà dalle mie terre, da mia madre, Lady Ariellyn Vorkidian, Contessa di Keltar-Senia e poi proseguiremo verso la grande muraglia»

 


Alienor annuì.
Si mise poi a preparare i suoi effetti personali, in silenzio, per non disturbare i pensieri dell'altra donna, che aveva già pronti da molto tempo i propri bagagli.
Da fuori si sentiva la voce possente di Vyghar che scherzava con i suoi uomini, divenuti improvvisamente molto allegri dopo le ultime donazioni.
«Vi ho resi molto ricchi, come vi avevo promesso! Ma dovrete aspettare ancora un po' prima di poter tornare alla vita mondana! Fintanto che non avremo rovesciato gli attuali sovrani, i loro servizi segreti vi scoverebbero subito, e non avreste il tempo di godervi nemmeno un centesimo del vostro tesoro»
Fece una pausa ad effetto.
«La mia missione è di importanza fondamentale. Mi recherò a stanare la Vedova Nera nel suo covo, al centro della sua ragnatela. Devo portarle i vostri saluti?» 
Un vecchio pirata si fece avanti: «Capitano! Mandate a dire all'Imperatrice che tutti i pozzi sono stati avvelenati, e i ponti bruciati, e brilla la roccia dove aspetteremo di travolgere i suoi legionari!»
Vyghar gli appoggiò una mano sulla spalla:
«Ben detto! Ora ci si presenta l'occasione per abbattere i sovrani che ci hanno espulsi dai loro regni. Nessuno conosce il nostro reale potere. Sono in molti a commettere l’errore di sottovalutare l’Alleanza di Tupile. Non hanno idea di quanti siamo, e non sanno che conosciamo segreti tali da scuotere l’Impero dei Lathear, il Regno degli Alfar e la Federazione dei Keltar fin dalle loro fondamenta. L’Alleanza è nata come un sogno di libertà e di giustizia. Ci ribellammo ai carnefici della Primavera di Sangue. Ora quei carnefici osano chiamarci criminali, loro che si comportano come il peggiore dei criminali!»

 

Alienor sentì che il pirata aveva parlato con sincerità, e percepì una sofferenza indicibile dietro a quelle parole, un dolore antico che accomunava tutti i pirati dell'Alleanza di Tupile.
Per la prima volta, credette di capire il loro stato d'animo.
Ognuno di noi, in un certo momento della vita, vorrebbe mollare tutto e andarsene, creare una propria Alleanza di Tupile, oltre i confini del mondo, per dimenticare tutto il resto.
Non ci aveva mai pensato, prima di quel momento. Credeva che i pirati fossero solo dei ladri e degli assassini, ma quella visione era riduttiva.
Sono esuli, certo, e feriti dalla vita… ma sono comunque uomini liberi!
Forse era questa commistione di esilio, dolore e desiderio di libertà ciò che accomunava il Pirata a Lilieth?
Possibile che in tanti anni non ci sia mai stato niente tra di loro?
Guardò Lilieth, che ascoltava il discorso come se fosse rivolto anche a lei.
Alienor colse l'occasione per porle la domanda che fin dal loro primo incontro era rimasta in sospeso:
«Non hai mai provato niente per Vyghar?»
Lei tardò a rispondere, e infine disse:
«Per me ormai è come un fratello»
La principessa evitò di farle notare che anche suo marito Masrek e sua cognata Ellis erano fratelli, e questo non aveva impedito loro di diventare amanti e avere un figlio insieme, Elner XI.
«E per Masrek provi ancora amore?»
Anche questa volta Lilieth dovette pensarci su, prima di formulare una risposta:
«Io amo il Masrek di diciotto anni fa. Non so se amerei quello che è diventato, l'Eremita. Credo che il dolore su di lui abbia avuto un effetto più pesante che su di me. Lui non ha una fede che lo sostenga, e il dio della sua stirpe, Eclion, non sa dare conforto, ma solo disprezzo verso tutti gli uomini più deboli»
Alienor non era pienamente soddisfatta di quella risposta. Doveva capire se Lilieth si sentiva ancora vincolata al giuramento matrimoniale oppure no.
«Il tuo affetto potrebbe farlo ritornare come era allora, quando ti chiese in sposa a tuo padre, davanti all'assemblea dei Keltar Senia, e tu eri una fanciulla più giovane di me»


Lilieth scosse il capo:
«Non credo. Io ero già una sacerdotessa, iniziata agli Arcani Supremi, sapevo bene a cosa andavo incontro. Ma lui... lui non poteva immaginare, ed io non volevo rovinare i pochi giorni di felicità che ci erano stati concessi dagli dei. E poi sono successe troppe cose, dopo. Non potrò mai dimenticare tutto quello che accadde nell'anno della Primavera di Sangue. Un sogno fu infranto...»
Alienor ricordò allora una frase che Marigold di Gothian aveva ripetuto più volte: «Il sogno che interrompi non tornerà più uguale»


N.d.A.

Vyghar di Linthael è Johnny Depp nei panni di Jack Sparrow.
Alienor di Alfarian è rappresentata come Elayne Trakand, principessa di Caemlin ne "La ruota del tempo" di Robert Jordan.
Ariellyn Vorkidian è Francesca Annis nei panni di Jessica Atreides, nel film "Dune" di David Linch, tratto dall'omonimo romanzo di Frank Herbert.
Lilieth Vorkidian e Masrek Eclionner sono rappresentati come Lyanna Stark e Rhaegar Targaryen al torneo di Harrenal, nell'anno della Falsa Primavera, ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" di George Martin.

giovedì 15 marzo 2012

Cayetana Stuart, diciottesima Duchessa d'Alba

Donna  Cayetana Maria del Rosario Fitz-James Stuart de Tormes y de Silva Falcò Gurtabay, diciottesima Duchessa d'Alba, (Madrid28 marzo 1926), è la persona vivente con più titoli nobiliari della Terra, (li elencherò dopo le prime foto), con il sangue più "blu" della storia, ed e anche la dimostrazione vivente che i titoli nobiliari e il sangue blu non sempre fanno bene alla salute fisica e mentale. Seguiamo l'evoluzione del look di questa donna nobilissima e ricchissima:

Ecco la Duchessa d'Alba in giovane età. Un viso e un portamento aristocratici, per quanto già dall'abito e dai gioielli si potesse intuire che amava gli "eccessi".
Eccola con i genitori e l'abito da sposa il giorno del suo primo matrimonio.





La duchessa d'Alba da giovane.




Titoli di Cayetana Fitz-James Stuart de Tormes, 18° Duchessa d'Alba

Duchessa
Contessa-Duchessa
  • 12ª Contessa-Duchessa di Olivares, Grande di Spagna
Marchesa
  • 17a Marchesa di El Carpio, Grande di Spagna
  • 10ª Marchesa di San Vicente del Barco, Grande di Spagna -Ceduto a suo figlio Don Fernando
  • 16ª Marchesa di La Algaba
  • 16ª Marchesa di Almenara
  • 18ª Marchesa di Barcarrota
  • 10ª Marchesa di Castañeda
  • 23ª Marchesa di Coria
  • 14ª Marchesa di Eliche
  • 16ª Marchesa di Mirallo
  • 20ª Marchesa di la Mota
  • 20ª Marchesa di Moya
  • 17ª Marchesa di Orani
  • 12ª Marchesa di Osera
  • 14ª Marchesa di San Leonardo
  • 19ª Marchesa di Sarria
  • 12ª Marchesa di Tarazona
  • 15ª Marchesa di Valdunquillo
  • 18ª Marchesa di Villanueva del Fresno
  • 17ª Marchesa di Villanueva del Río
Contessa
Viscontessa
  • 12a Viscontessa di la Calzada
Baronessa
  • 11ª Baronessa di Bosworma
Altri
  • 29a Signora di Moguer
  • Pretendente legittima al trono di Gran Bretagna in quanto discendente diretta in linea primogenita dell'unico figlio maschio di Giacomo II Stuart, detronizzato dalle figlie Maria II ed Anna, ultime sovrane della dinastia Stuart.

Onorificenze 

Dama di Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica - nastrino per uniforme ordinariaDama di Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica
— 1º aprile 1964
Gran Croce dell'Ordine Civile di Alfonso X il Saggio - nastrino per uniforme ordinariaGran Croce dell'Ordine Civile di Alfonso X il Saggio
— 14 dicembre 2001
Dama Nobile dell'Ordine delle Dame Nobili di Maria Luisa - nastrino per uniforme ordinariaDama Nobile dell'Ordine delle Dame Nobili di Maria Luisa



Eccola intorno ai 50 anni, una signora di classe, dignitosamente consapevole del suo rango.



Già all'epoca però scalpitava per una vita più movimentata e si allenava ballando da sola il flamenco


Col passare del tempo, la duchessa dovette scegliere se invecchiare naturalmente o se ricorrere alla chirurgia estetica. Le sue immense disponibilità finanziarie, nonché la sua predilezione per uomini molto più giovani di lei, la fecero decidere senza esitazione per la seconda strada ed ecco la progressiva trasformazione della sua immagine. 


Anno 2006 (ottantesimo compleanno), a parte la pettinatura, il lifting, le labbra rifatte e la plastica al naso, pare ancora quasi normale.

File:DuquesaAlba palacio dueñas.jpg 

Anno 2007: gli eccessi del botulino e dell'acido ialuronico incominciano ad attribuirle un'espressione inquietante e minacciosa


Anno 2008: gli occhiali da sole, molto trendy, riescono a mascherare la follia incipiente, e nonostante l'abuso del Botox, ancora riesce accennare un sorriso.



Anno 2009, mentre riceve gli omaggi della Duchessa di Cornovaglia e del Principe di Galles.
Ho sottolineato questo dato perché la Duchessa d'Alba, essendo una Stuart, sarebbe oggettivamente più titolata a detenere la corona britannica di quanto lo sia la famiglia reale Windsor, che discende solo per via femminile e cadetta dalla famiglia Stuart.

 


Anno 2010: incomincia il tracollo...
Ma lo sfascio definitivo è avvenuto l'anno scorso per l'overdose di Botox e acido ialuronico che si è fatta applicare alla vigilia delle sue terze nozze con un uomo molto più giovane di lei. Ecco la duchessa d'Alba nel 2011, il giorno del suo terzo matrimonio:


No comment!