Se nel profondo più remoto del tuo cuore
vi fosse anche solo una grana di zucchero,
un briciolo di dolcezza, un'eco dello splendore
magico, malinconico del tuo sguardo d'angelo
falso, della fatale tua malia di fata e di sirena,
allora forse avrei potuto amarti e piangere
di gioia e di dolore una vita intera insieme a te,
nella beata valle dei rari ricambiati palpiti.
E invece il cuore tu l'hai massacrato a me,
tu a cui troppi doni ha regalato la fortuna:
anche per te verrà il giorno in cui i petali
di una privilegiata giovinezza ad uno ad uno
precipiteranno a terra e la vita sarà inquieta
e ti ricorderai di me, che t'avrò dimenticata.
Tu
che non mi riconosceresti;
io
che ti confondo in mille volti;
tu
che sei andata molto avanti;
io
che sono fermo da una vita;
tu
che non sei più quella di un tempo;
io
che per amore tuo ho perso proprio tutto;
tu
che non dicevi mai né sì, né no;
io
che camminavo sui carboni ardenti;
tu
che facevi finta ancor di non capire;
io
che non osavo dire quello che già sapevi;
tu
che non ricordi più di me nemmeno il volto;
io
che ho tatuato il tuo su occhi e cuore;
esci
dalla mia mente,
esci,
fuggi dalla mia mente,
fuggi!
Come il silenzio,
noi scenderemo ognuno
per le proprie scale,
non penseremo più
al tuo bene ed al mio male,
e poi che vada tutto un po'
come gli pare!
Come il deserto,
che avanza dentro me
veloce come il suono,
la nostra storia brucerà
un'ultima volta
e finalmente poi sarà
soltanto fumo!
Che ne faremo
di questa fiaba
che si ferma e poi riparte
di questo amore
che non nasce e che non muore?
Dalla corrente
ci faremo trasportare
e finalmente tutto svanirà.
Svanirà.
Svanirà...
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