giovedì 6 settembre 2018

Situazione militare in Libia a settembre 2018

mappa libica 8 giugno 2018
mappa libica 8 giugno 2018

La crisi politica e militare di questi giorni ha palesato ciò che era sotto gli occhi di tutti coloro che erano disposti a vedere: la Libia  non esiste. Esistono centinaia di tribù e di signori della guerra pronti a combattersi per ottenere qualche vantaggio – soprattutto economico – in più. Esistono due leader – Khalifa Haftar e Fayez al Sarraj – che incarnano non solo i loro interessi, ma anche – e soprattutto – quelli degli Stati che li appoggiano. Il primo da Russia, Francia e Egitto, il secondo dalle Nazioni Unite e, in particolare, dall’Italia. La Libia unita, incarnata nel bene o nel male da Mu’ammar Gheddafi è sparita. Non c’è più. E questo è un problema. Come spiega Michela Mercuri, autrice di Incognita Libia: “La Libia è un Paese ingovernabile dal 2011, ovvero dalla morte del Raìs, perché le forze internazionali non sono state in grado di supportare il governo di transizione nel processo di disarmo delle milizie che mano a mano hanno preso il potere”.

Il caos libico in numeri

Basta guardare i numeri per rendersi conto di quanto la Libia rappresenti un vero e proprio rebus. Come ricorda l’Agi, sono presenti oltre trecento milizie sparse in tutto il Paese, “pesantemente armate, anche con i carri armati sottratti al disciolto esercito del ‘rais’, finanziate anche dall’esterno, alcune sono riconosciute e più vicine al Governo di accordo nazionale, altre sono appoggiate dall’esercito libico del generale Khalifa Haftar”. Il punto è che queste tribù, sia che appoggino Sarraj o Haftar, sono spesso in contrapposizione tra loro, sfidandosi per il controllo dei pozzi di petrolio.

Questi gruppi armati appartengono alle tre maggiori tribù della Libia: i Firjān e i  Qadhadhfa che occupano la parte nord occidentale del Paese e, infine, i Warfalla che rappresentano la principale tribù della Tripolitania. Ma in totale, le tribù sono oltre 140. Una diversa dall’altra.

E tra tutte queste fazioni, negli ultimi anni se n’è aggiunta una, molto più pericolosa delle altre: lo Stato islamico. I miliziani dell’Isis hanno saputo sfruttare il vuoto di potere lasciato da Gheddafi per instaurare un vero e proprio regno del terrore. Del resto lo stesso Raìs, in un’intervista concessa a Fausto Biloslavo poco prima di morire, lo disse molto chiaramente: “Se al posto di un governo stabile, che garantisce sicurezza, prendono il controllo queste bande legate a Bin Laden gli africani si muoveranno in massa verso l’Europa. E il Mediterraneo diventerà un mare di caos”.

Sbagliò di poco. Al posto di Al Qaeda è arrivato l’Isis. Per il resto nulla da eccepire. Dal 2011 in poi l’Italia ha visto moltiplicarsi il numero di migranti pronti a raggiungere le nostre coste. Un problema che era stato risolto con il trattato di Bengasi del 2008 siglato da Mu’ammar Gheddafi e Silvio Berlusconi. In base a questo testo, l’Italia si impegnava a versare cinque miliardi di dollari come risarcimento dell’occupazione militare e, in cambio, Tripoli prometteva di bloccare i flussi dei migranti verso il nostro Paese. E così, in effetti, è stato.

La Libia di Gheddafi

Tutto sommato, Mu’ammar Gheddafi è riuscito a tenere insieme le centinaia di fazioni presenti in Libia. Ma tutto è sempre girato attorno a lui, come ci spiega la dottoressa Mercuri: “Non esiste uno Stato perché per 42 anni il Paese è stato governato in un modo molto particolare dal Raìs. Aveva creato la Jamāhīriyya, ovvero il governo delle masse, che nascondeva l’assenza di ogni tipo di istituzione: la Libia non ha mai avuto un Parlamento, un governo o un referendum. Caduto Gheddafi è caduta questa impalcatura che riusciva a tenere insieme tutto”.

Insomma, la Libia esisteva solo perché tenuta insieme da Gheddafi. Quando nel 2011 la coalizione internazionale è intervenuta a sostegno del Raìs non ha pensato al domani: “Non avevano un piano politico, non sapevano come creare uno Stato, una Nazione con uno spirito unitario”, spiega la professoressa.

Il potere di Gheddafi girava tutto attorno al petrolio. Sapeva usarlo come strumento politico, capace di finanziare le tribù che gli erano fedeli. Ma ora che fare? Secondo la dottoressa Mercuri, più che una Libia divisa è ora necessario “un uomo forte, capace di gestire un’autorità centrale. È necessario che il Paese torni a istituzioni centralizzate forti, come la banca centrale. Ma attualmente non c’è ed è necessario un governo di coalizione”.

Insomma, non c’è Libia se non c’è un uomo forte. Ed è forse questa la lezione più importante – nel bene e nel male – del governo di Mu’ammar Gheddafi.ù

Fonte: http://www.occhidellaguerra.it/libia-lezione-gheddafi/  , una delle più interessanti rubriche  di geopolitica contemporanea. La si può leggere nell'edizione online de "il Giornale"

Infografica di Alberto Bellotto

venerdì 27 luglio 2018

Il Mausoleo di Alicarnasso

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Imausoleo di Alicarnasso è la monumentale tomba che Artemisia fece costruire per il marito, nonché fratello, Mausolosatrapo della Caria, ad Alicarnasso (l'attuale Bodrum, in Turchia) tra il 353 a.C. e il 350 a.C.[1] Era una delle sette meraviglie del mondo antico, fu costruito da Pitide e vi lavorarono artisti come BriassideLeocharesTimoteo e Skopas (quest'ultimo, di Paros). Fu distrutto da un terremoto e oggi sono visibili solo alcune rovine.




Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, ci ha lasciato una descrizione delle dimensioni dell'edificio:
« … i lati sud e nord hanno una lunghezza di 63 piedi (ca. 18,67 metri); sulle fronti è più corto. Il perimetro completo è di 440 piedi (ca. 130,41 metri); in altezza arriva a 25 cubiti (ca. 11,10 metri) ed è circondato da 36 colonne; il perimetro del colonnato è chiamato pteron […]. Skopas scolpì il lato est, Bryaxis il lato nord, Timotheos (Timoteo) il lato sud e Leochares quello ovest ma, prima che completassero l'opera, la regina morì. Essi non lasciarono il lavoro comunque, finché non fu completato, decisero che sarebbe stato un monumento sia per la loro gloria sia per quella della loro arte ed anche oggi essi competono gli uni con gli altri. Vi lavorò anche un quinto artista. Sullo pteron si innalza una piramide alta quanto la parte bassa dell'edificio che ha 24 scalini e si assottiglia progressivamente fino alla punta: in cima c'è una quadriga di marmo scolpita da Piti. Se si comprende anche questo l'insieme raggiunge l'altezza di 140 piedi (ca. 41,50 metri)... »
(Plinio il Vecchio)

Il disegno dello Shrine of Remembrance a Melbourne è stato ispirato da quello del mausoleo
Tali erano la magnificenza e l'imponenza della tomba di Mausolo che il termine mausoleo venne poi usato per indicare tutte le grandi tombe monumentali.
Alcuni resti del Mausoleo, soprattutto i resti dei cavalli e della quadriga che vi era alla sua sommità, sono conservati e visibili al British Museum di Londra, dove vi è anche un'impressionante spiegazione delle proporzioni dell'opera, partendo dalle dimensioni (già di per sé notevoli) dei resti dei cavalli lì esposti.
Nella figura a destra viene citata la struttura dello Shrine of Remembrance, che è ispirata al mausoleo di Alicarnasso. Oltre a questa struttura ne esiste anche un'altra, ispirata a questo mausoleo, che è la House of the Templesi tuata al civico 1733 di Sixteenth Street NW a Washington.

domenica 22 luglio 2018

Mappa delle sfere di influenza geopolitica decise nel summit di Helsinki tra Putin e Trump

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Paolo Borgognone

Questa cartina è indicativa e dovrebbe far riflettere tutti coloro i quali pensano che la Russia sia un Paese "aggressivo" e "imperialista" e l'America il baluardo, "sulla difensiva", della "democrazia" nel mondo, il "faro del mondo libero" come dicono i liberal. È sufficiente constatare che i "blu", ovvero la Nato, sono ormai a 400 km da Mosca, con uno spostamento in avanti della linea del fronte impensabile nel 1990. E di questo spostamento in avanti della Nato non si è mai parlato nel mainstream, se non festeggiando la cosa come un'ulteriore "spinta progressiva" della "democrazia" in direzione di Mosca. L'allargamento della Nato a Est è stato fatto passare per un festival internazionale della "democrazia" nel mondo, e non vi è stato contraddittorio alcuno sul tema: i media celebrano con enfasi ogni nuovo ingresso nella Nato, affermando che si tratta di un Paese candidato a "democratizzarsi" pienamente. Il ritorno a casa della Crimea, avvenuto peraltro previo referendum democratico, fu tacciato invece dal mainstream, senza contraddittorio alcuno, come una "brutale aggressione russa" contro l'Ucraina. Il voto dei crimeani non è stato minimamente tenuto in considerazione dal ceto giornalistico occidentale di complemento alla Nato, quasi si trattasse di cittadini di serie B, gente dimidiata o che vale poco. Fortunatamente, almeno nelle intenzioni, il vertice Trump-Putin di Helsinki potrebbe rappresentare un punto di svolta verso la costruzione di un sistema di relazioni internazionali multipolare. Trump lo sa che gli Usa, nella fase attuale, se vogliono avere voce in capitolo nelle questioni internazionali, devono mediare. L'epoca dell'unilateralismo sbruffone e imperialista potrebbe essere giunta al capolinea. La questione iraniana sarà il banco di prova per Trump per decidersi, finalmente, a smarcarsi dai neocon e dal Deep State che, cercano di influenzare le sue scelte di politica estera.



Una delle patate più bollenti, in questa fase spesso sottovalutata dagli analisti e dalla stampa internazionale, è la crisi tra Israele e l’Iran, ormai giunta quasi a un punto di non ritorno. Netanyahu ha chiesto precise garanzie sull’affollamento di truppe sciite (Hezbollah e Guardie rivoluzionarie di Teheran) che, specie dopo la presa di Quneitra, minacciano da vicino il massiccio del Golan e l’intera Galilea. E le ha ottenute. Ecco perché in questo momento si preoccupa solo di Gaza, a sud. Dove, dopo che un soldato è stato ucciso da un cecchino, hanno perso la vita quattro palestinesi, prima di arrivare a una labile tregua. Tornando a Helsinki, fonti vicine ai servizi segreti dello Stato ebraico, Mossad e Shin-Bet, hanno spifferato i retroscena. Come dire: niente di scritto, ma attenzione, perché Stati Uniti e Russia hanno dato precise garanzie sul monitoraggio delle mosse iraniane.

Dunque, l’intesa raggiunta sottobanco da Washington, Mosca e Gerusalemme impegna Netanyahu a non colpire i governativi e gli sciiti che combattono in Siria in nome e per conto del governo, specie quelle presenti nelle province di Daraa e Quneitra, nel triangolo di confine che interessa anche la Giordania. Si tratta di milizie che arrivano da Iran, Libano, Irak, Afghanistan e persino Pakistan. Israele però si riserva il diritto di bombardare qualsiasi nuova installazione di armi di ultima generazione (piattaforme mobili missilistiche?) che gli ayatollah dovessero piazzare a ridosso del Golan. Israele e la Siria, inoltre, si impegnano a rispettare l’accordo sul cessate il fuoco del 1974, che prevede una “buffer-zone”, una zona-cucinetto, di circa 80 chilometri lungo il confine.

L’area sotto controllo militare congiunto è divisa in tre blocchi, a partire dal Golan. La prima striscia sarà sorvegliata dalla Polizia militare russa e dall’Undof (caschi blu dell’Onu) , che saranno responsabili di qualsiasi violazione dei patti. Nella seconda “strip”, più a sud-est, Damasco potrà schierare non più di 3 mila uomini e 350 carri armati. Nella terza, al confine con la Giordania, Bashar al-Assad potrà impiegare un massimo di 4.500 soldati e fino a 650 tanks. La filosofia dell’accordo è quella di tollerare le unità governative di Damasco, ma di non permettere lo stazionamento delle milizie sciite a ridosso del Golan. Assad è sempre meglio di Alì Khamenei, insomma. Almeno per Gerusalemme. Può sembrare un paradosso, ma saranno proprio i russi a garantire la sicurezza di Golan e Galilea.

Lo schieramento di truppe (cecene?) di “peace-enforcing” servirà ufficialmente a evitare ritorsioni e violenze contro i civili, specie nell’area di Tal Al-Harrah e in quella di Nawa. In pratica, si parla di località situate a 37 chilometri dalla zona dei combattimenti di Daraa, ma a soli 14 chilometri dalle prime linee israeliane sul Golan. Putin che ci guadagna? Beh, altro che interferenza sulle elezioni americane! Qui si tratta di uno sbracamento totale sul ruolo di Mosca nell’intero Medio Oriente. Da Tal Al-Harrah, grazie a installazioni preesistenti (al tempo dell’Urss e prima della Guerra dei Sei giorni), i russi potranno tenere sotto controllo radar ed elettronico Siria, Israele, Giordania, Libano e tutto l’est del Mediterraneo, da Cipro fino alle coste della Turchia.

Logico che l’intesa abbia fatto saltare dalle loro sedie i consiglieri diplomatici di Trump e mezzo Pentagono. E’ un regalo su un piatto d’argento fatto a Mosca e rientra nella strategia della Casa Bianca, quella di mollare tutto il mollabile per risparmiare fino all’ultimo nichelino. La vera ossessione di Trump. Nell’accordo di Helsinki entrano in ballo anche Arabia Saudita ed Emirati, che finora hanno sostenuto finanziariamente i ribelli (sunniti) nell’area siriana passata sotto controllo russo. Dal canto suo, Netanyahu si aspetta al più presto che la Casa Bianca onori una promessa pesante: il riconoscimento formale del Golan non come territorio “occupato”, ma come provincia facente parte a tutti gli effetti, dello Stato di Israele.

Piero Orteca  https://www.remocontro.it/2018/07/22/il-vero-patto-segreto-putin-trump/

lunedì 16 luglio 2018

La battaglia delle Alture del Golan e l'incontro tra Putin e Trump

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Il 12 luglio 2018 l'esercito siriano ha liberato la città di Daara nel sud del paese, a poca distanza dal confine della Giordania. Oltre a un importantissimo risultato strategico, questo successo ha un grande valore simbolico, perché fu proprio a Daara che nel 2011 gli islamisti sostenuti dall'Arabia Saudita e dalla Turchia dettero inizio ad una guerra destinata a durare sette anni (e forse ce ne vorranno altri per giungere alla pacificazione) e a dilaniare la popolazione siriana, vittima delle atrocità dell'Isis e di Al-Nusra (che ancora controlla la città di Idlib, l'ultima roccaforte dei miliziani jihadisti).

L'epilogo della capitolazione di Daara è stato preceduto da intensi attacchi selettivi sulle posizioni dei militanti, effettuati dall'aviazione russa, seguiti dall'attacco di terra della unità corazzate dell'esercito siriano. E' stato a questo punto che  l'11 luglio Adham al-Akràd — uno dei principali comandanti del Free Syrian Army — ha consegnato le armi e si è arreso alle truppe di Damasco. Dopo questo evento, a ruota, hanno capitolato tutti i quartieri di Daara, a cominciare da quello di Al-Balad e a seguire i quartieri di Al Sadd, di Al-Mahameer Road, Sakhna, Mansheya, Gherz, Silwan; finché il giorno dopo, il 12 luglio, tutta la città era libera.

Come si è detto nella premessa, la resa di Daara, oltre aver soddisfatto la realizzazione di un importante obiettivo strategico per la sicurezza del paese, è altamente simbolica.
E' a Daara infatti che ebbero luogo, nel lontano marzo 2011, i primi attacchi che portarono alla diffusione della guerriglia in tutto il paese. Contrariamente a quanto noto ai più, le proteste armate innescate dai Fratelli musulmani (alleati di Erdogan) che vennero realizzate nella città di Daara (a prevalenza baatista) non avevano come finalità il rovesciamento di una dittatura ma l'obiettivo di ottenere la libertà di applicare la Sharia, ovvero l'applicazione integrale della legge islamica.

Come ha detto il compianto vescovo emerito di Aleppo, mons. Giuseppe Nazzaro, all'epoca il governo aveva già fatto grossi passi avanti e in direzione della modernizzazione. Nazzaro, pur consapevole della necessità che il regime implementasse alcune riforme politiche, "si è sempre opposto all'idea che l'appoggio indiscriminato a formazioni di ribelli, finanziati da paesi esteri, fosse la strada per costruire una Siria ancora unita, democratica e pluralista" (cit. Benedetta Panchetti, dottore di ricerca in diritto islamico nell'Università Ca' Foscari di Venezia).

La pretestuosità di brandire i "diritti umani" per altri fini si è vista tra l'altro chiaramente quando tutte le richieste di riforma (compresa la concessione del multipartitismo e la fine dell'egemonia del partito Baath) sono state tutte concesse entro i primi due anni dall'inizio degli attacchi terroristici mascherati dalla nobile aura di appellativi quali "rivolta" o "ribellione"

E' quindi solo per effetto di un preciso piano finanziato dall'esterno — che ha fatto perno sulla partecipazione attiva dei Fratelli musulmani (filo-turchi e amici del Qatar) e di vari gruppi salafiti e wahabiti legati al radicalismo islamico ed alle loro rivendicazioni (molti provenienti dall'Arabia Saudita o dal triangolo sunnita iracheno, come il sedicente Califfo Al Baghdadi) — che la guerra è proseguita, nel silenzio consapevole e colpevole dell'Occidente, all'epoca guidato da Obama e Hillary Clinton (Segretario di Stato e "mente", insieme alla sua assistente Huma Abedin, del piano di creazione di un "principato salafita del Sunnistan" tra Siria e Iraq, al fine di completare la destabilizzazione del Medio Oriente iniziata con la "Falsa Primavera" araba e la caduta di Gheddafi e Mubarak).

Anche in considerazione di questi elementi, i miliziani anti-governativi che si sono arresi (molti dei quali senza combattere), non sono stati fatti oggetto di misure detentive, ma hanno beneficiato di un accordo di riconciliazione (mentre i ribelli locali più ostinati saranno evacuati ad Idlib).

Da parte loro i civili che risiedono in zone sotto il controllo dei terroristi che la stampa mainstream in stile Rula Jebereal chiamava romanticamente "ribelli" che avevano appoggiato la rivolta, ora sono disillusi dalla sedicente "rivoluzione" siriana, disgustati dalle fazioni islamiste (i salafiti del FSA e i wahabiti di Tharir Al-Sham), e insoddisfatti delle strutture locali di opposizione e per questo generalmente accettano la prospettiva del ritorno del governo siriano. Solo l'incapacità dei giornalisti stranieri di riferire dalla "Siria ribelle", andando oltre all'orientamento ideologico dei ribelli locali e delle potenze straniere che li sponsorizzano, contribuisce ancora alla sottovalutazione di questo fenomeno: è per questa difficoltà di comprensione che la liberazione di Daara — mancando la consueta accusa di uso di armi chimiche — non è stata giudicata degna di copertura giornalistica. 

Allo stesso modo, è passato in sordina il risultato preliminare della Organizzazione per la non proliferazione delle armi chimiche (Opcw), che scagiona l'esercito di Assad dall'uso di armi chimiche per i fatti accaduti l'aprile scorso a Duma (che avevano scatenato la rappresaglia statunitense).

E' comunque un fatto che anche se la narrazione di questa guerra è stata opportunamente falsificata, con la riconquista di Daara in Siria non rimangono più ribelli "moderati" ma solo forze terroriste quali Tarir al Sham, Harar al Sham ed Isis. Ciò vuol dire che l'occidente non si potrà opporre, neanche formalmente, alla completa liberazione e la Siria rimarrà laica, la sola nel mondo arabo. 

Ciò vuole anche dire che se qualcuno farà i cambiamenti desiderati dai siriani, sarà Assad e non i fanatici religiosi importati dall'Arabia Saudita. Ma perché la liberazione sia completata e si possa passare alla ricostruzione, alle riforme e al miglioramento dei rapporti con i paesi limitrofi, sarà importantissimo l'incontro di oggi tra Trump e Putin: Trump ha chiesto a Putin di garantire una minore presenza iraniana. 

Non è strano che sia questa la richiesta, visto che il vero motore della rivolta è stato l'intenzione di accrescere il ruolo regionale di Israele e che per questo decine di migliaia di terroristi stranieri sono stati addestrati nei paesi limitrofi e poi fatti entrare in Siria. E' evidente che la richiesta è un'implicita ammissione di fallimento, visto che le forze iraniane e Hezbollah — che oggi si chiede di allontanare — non sarebbero mai entrate in Siria in forze per aiutare Assad, senza una proditoria aggressione esterna.

giovedì 12 luglio 2018

Vite quasi parallele. Capitolo 128. L'illusione del Libero Arbitrio e la natura dell'Iniziazione ai Misteri

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<<Anche tu credi che io dica solo menzogne, o al massimo mezze verità?>> chiese Riccardo a suo zio Lorenzo, nel prosieguo della Cena dei Congiurati.
Il Professor Monterovere inarcò le sopracciglia:
<<Per molto tempo ho creduto che tu fossi sincero, poi, gradualmente, mi sono accorto che tu sei il Principe dei Bugiardi. 
Ma ti avverto: se continuerai a fingere, finirai per dimenticare chi sei veramente>>
Il Consigliere Albedo intervenne:
<<Non essere così severo con tuo nipote. La mia non era un'accusa, ma un elogio. Le sue mezze verità gli permettono di essere credibile e nel contempo assolutamente riservato, e questi sono i perfetti requisiti di un candidato all'Iniziazione agli Arcani Supremi.
Non è il caso di iniziare una caccia alle streghe, specie tra di noi.
Anche, perché, quando si comincia a dare la caccia alle streghe, io sto sempre dalla parte delle streghe.
O degli stregoni, che nel nostro caso sono dei Veggenti e una volta che avranno visto la Verità, saranno vincolati alla regola del "silentium">>
Luca Bosco, come sempre, volle dire la sua in modo provocatorio, rispettando il ruolo di Eretico che gli era stato attribuito dagli altri congiurati:
<<Tu parli di Veggenti e di Silentium, ma lady Jenna ha usato termini molto diversi, quando ha detto che questa è l'Età dei Profeti, in cui i Misteri dovranno essere divulgati, affinché tutti siano preparati all'avvento del Regno Millenario>>
Albedo rivolse uno sguardo di rimprovero a Jenna Burke-Roche:
<<Lady Jenna porta avanti la tesi di Vlad Dracu, che è minoritaria, in Consiglio.
Io invece, nell'ambito del Consiglio, rappresento la Relazione di Maggioranza.
E la maggioranza ritiene che l'umanità non sia pronta per conoscere la Verità>>
Jenna scosse il capo:
<<E per quale motivo non dovrebbe esserlo?>>
Il Consigliere Albedo si lisciò la barba color sabbia, come era solito fare prima di pronunciare una delle sue celebri frasi ad effetto:
<<Plotino sosteneva che l'essere umano si trovasse a metà strada tra gli dei e le bestie feroci. 
Forse ai tempi di Plotino poteva anche essere vero, ma da allora ne abbiamo fatta di strada... verso il basso!>>
Riccardo sorrise, annuendo. Il discorso aveva preso una piega interessante e questo lo esortò a porre all'Iniziato una questione su cui rifletteva da tempo:
<<La decadenza, dunque, prevale sul progresso?>>
Albedo sorrise a sua volta, compiaciuto:
<<Diciamo che le due cose vanno di pari passo. E credo che anche il Dottor Bosco sia d'accordo, non è così>>
Luca scrollò le spalle:
<<Può darsi, ma forse questa è l'unica convinzione che mi accomuni a Riccardo Monterovere>>
Il Consigliere scosse il capo:
<<Avete in comune molto più di quanto tu creda.
C'è una cosa che vi accomuna più di tutte le altre ed è la negazione del Libero Arbitrio. 
Ciò non fa di voi degli irresponsabili, perché comunque siete addestrati a pensare prima di agire, e l'esperienza vi ha insegnato che è meglio così. Ma entrambi conoscete la fragilità di questa costruzione e ciò vi rende già adesso, come prima ho accennato, dei Veggenti.
Voi possedete la rara dote dell'Intuizione Intellettuale.
Questo è il primo passo dell'Iniziazione: comprendere che le motivazioni di ogni scelta sono semplici anelli di una catena e dunque non sono motivazioni originali. 
Per dirla in maniera più diretta: queste motivazioni non esistono.
Qualcuno potrebbe obiettare che questa è solo una teoria.
L'Iniziazione serve a capire cosa c'è di vero in questa teoria e in molte altre che la scienza o la filosofia o la religione hanno formulato durante tutta la storia umana.
Mi piace usare un termine "kantiano" per definire il tipo di visione degli Iniziati: il Noumeno, la Cosa in Sé.
E quando la vedrete, capirete che, per quanto diverse e potenzialmente innumerevoli possano essere le sue manifestazioni e le sue evoluzioni, i Principi di base su cui si regge questo universo sono pochi, e soprattutto sono insostituibili>>
Luca non era convinto:
<<Ma non ha senso... una così grande sapienza dovrebbe aver reso voi Iniziati migliori del resto dell'umanità! E invece siete soltanto un'Oligarchia assetata di potere!>>
A quel punto intervenne Lorenzo Monterovere:
<<Mio caro ragazzo, tu neghi il libero arbitrio e poi credi che l'Elite umana debba rendere conto soltanto a se stessa?
Credi che i Principi su cui si fonda questo universo, e ogni altro possibile universo, non abbiano trovato dei guardiani migliori di noi?
Ah, quanto siamo ingenui e presuntuosi noi umani, ogni volta che immaginano di essere il vertice di ciò che questa realtà abbia saputo produrre!>>


sabato 7 luglio 2018

Vite quasi parallele. Capitolo 127. La Cena dei Congiurati

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La cena di mezzanotte, riservata agli ospiti più illustri o semplicemente a quelli più utili, fu servita nella saletta dell'appartamento privato del Professor Monterovere, in cima alla torre più alta, che Lorenzo aveva ribattezzato "Tour Magdala", in onore non solo di Maria Maddalena, ma del suo più grande estimatore, l'abate Saunière di Rennes-le-Chateau.
<<E' venuto molto bene il restauro di questa torre, Lorenzo. E' bella quasi quanto quella di Rennes, e per tua fortuna è costata molto meno>> dichiarò il Consigliere Albedo, con quell'indecifrabile sorriso che oscillava perennemente tra l'ironia e la minaccia.
<<Un tempo vedevo la bellezza, nelle cose>> rispose Lorenzo Monterovere << ma ora vedo la verità. E non è la stessa cosa, con buona pace di Keats>>
Aveva pronunciato questa sentenza con aria grave, fissando Luca Bosco, che era da poco entrato in sala, a braccetto con lady Jenna Burke-Roche.
Era chiaro che non si fidava di loro.
Jenna ne era consapevole: quando era stata adottata da Vlad Dracu era entrata a far parte della famigerata Fraternitas Draconis, la più segreta delle società fondatrici dell'Ordine degli Iniziati, e la più temibile, specie da quando si trovava all'opposizione, nell'ambito del Consiglio Superiore degli Arcani Supremi.
Doveva cercare di mantenere la conversazione su un livello metaforico, allusivo, senza farsi sfuggire alcun segreto.
<<Quest'atmosfera mi sembra irreale>>
Riccardo Monterovere, che fino a quel momento si era tenuto in disparte, entrò improvvisamente a gamba tesa nel discorso, con una delle sue solite domande provocatorie che lo avevano reso tristemente famoso, o per meglio dire famigerato, nei salotti buoni:
<<E che cos'è la realtà? Lei forse saprebbe rispondermi, lady Joanna o forse preferisce che la chiami col nome di adozione, Virginia Dracu?>>
Lei lo osservò come si guarderebbe un animale esotico, completamente estraneo:
<<Chiamami Jenna e dammi del tu, in fondo siamo coetanei, almeno a livello anagrafico>> era un modo per lasciar intendere che a livello mentale Riccardo fosse molto più immaturo.
<<Bene... Jenna... qual è la tua risposta?>>
Lei continuò a fissarlo con l'aria severa di una maestra che rimprovera un bambino piccolo:
<<Sono un'Iniziata di Rango Segreto e ho visto la Fiamma di Atar. Un giorno capirai cosa intendo, ma lascia che ti dia un consiglio. Se cerchi la Verità, cercala per intero. Metà è peggio di niente>>
Riccardo, che amava essere stuzzicato dalle donne intelligenti e affascinanti, rispose con prontezza;
<<Forse è il massimo di verità che potrei sopportare>>
Il Consigliere Albedo rise, seguito a ruota dal Professore, compiaciuto per l'arguzia del nipote.
Jenna accennò un vago sorriso.
Luca Bosco, il quarto commensale, rimase invece imperturbabile.
Nessuno se ne stupiva, dal momento che il suo umore era sempre cupo e il suo atteggiamento oscillava tra la gravitas romana (una compostezza fredda e distaccata) e lo sdegno morale nei confronti dei rampolli viziati, come l'erede dei Monterovere.
<<Più che altro faresti fatica a mantenere il segreto, Riccardo. Ti conosco abbastanza per poter dire che la riservatezza non è il tuo forte>>
Colpito e affondato.
<<Siamo complementari, tu e io, Luca. Se facessimo squadra saremmo invincibili>>
Il dottor Bosco stava per replicare, ma il Consigliere Albedo lo precedette:
<<L'idea è proprio questa, miei cari ragazzi. L'idea mia e di Lorenzo è quella che voi lavoriate insieme, dopo l'Iniziazione, e sarebbe molto gradita anche la collaborazione della nostra right honourable lady Joanna Virginia Dracu Burke-Roche, baronessa Fitzroy>>
Il nome e i titoli erano stati scanditi con iperbolico sarcasmo dall'enigmatico Consigliere.
<<Sono qui per questo, don Josè Maria Albedo de las Altas Sierras y de Tormes Falcò Gurtabay, Principe di Medina del Campo e Grande di Spagna>>
Tra i due la tensione era palpabile.
Era chiaro che si trovavano su fronti opposti, all'interno del Consiglio.
L'imbarazzante silenzio fu spezzato da Riccardo, che chiese ad Albedo e a Lorenzo:
<<Se dovessi accettare di sottopormi all'Iniziazione, potete promettermi che non morirò durante la prova?>>
Albedo scosse il capo, lentamente, ma inesorabilmente:
<<No. E se la supererai, non sarai comunque più la stessa persona>>
Jenna rise e aggiunse:
<<E la tua morte sarebbe archiviata come uno sfortunato incidente. Come quello che accadde ai miei genitori, o alla cugina di mio padre, la Principessa di Galles. Che termine ha usato, Consigliere, per descrivere questi delitti da lei ordinati: "una tragedia", non è così?>>
Il vecchio mantenne inalterato il suo sorriso arcaico da sfinge, lisciandosi la barba color sabbia:
<<Mi ha tolto le parole di bocca, milady>>
La tensione si tagliava col coltello.
Lorenzo Monterovere fece cenno al cameriere di portare i vini:
<<Posso suggerirvi un Cabernet Sauvignon dei vigneti del Feudo Orsini, un gentile omaggio della compianta nonna di Riccardo, la contessa Diana Orsini Balducci di Casemurate>>
Riccardo provò una fitta al cuore, al pensiero della sua adorata nonna, una delle poche persone, assieme ai suoi genitori, che lo avesse veramente amato per quello che era, senza secondi fini.
<<La vera estimatrice di vini era la mia bisnonna Emilia. Ricordo che per lei era un rito inderogabile, il suo Cabernet Sauvignon servito a merenda nel salotto liberty, insieme ai pasticcini>>
Luca Bosco, che non sopportava le rievocazioni bucolico-aristocratiche dell'infanzia di Riccardo, troncò il discorso con un commento filosofico non eludibile:
<<I riti sono simboli messi in azione, diceva Guenon. Nel caso della tua bisnonna, era un simbolo di privilegio, oltre che di alcolismo>>
Lorenzo gli lanciò un'occhiataccia:
<<Non ti fa bene leggere troppi libri di Guenon, mio caro Luca. E comunque mi chiedo che credibilità abbia uno che si era bevuto la bufala di Agarthi e della Terra Cava. Per non parlare delle sue idee politiche>>
Luca colse la palla al balzo:
<<La politica! Finalmente hai pronunciato la parolina magica! Sarebbe ora che si parlasse di quello che state complottando, voi Iniziati, per mantenere in piedi la vostra elite globalista e i suoi proventi da usuraio>>
Albedo, che aveva ascoltato con aria divertita a quel battibecco, fissò Luca con i suoi occhi pallidi, da hidalgo castigliano di pura discendenza visigota:
<<Lei preferirebbe un'aristocrazia guerriera o sacerdotale, Dottor Bosco? In fondo è stato lei a tirar fuori le idee di Guenon>>
Luca decise di essere sincero fino in fondo:
<<Conoscete tutti benissimo le mie idee, che sono l'esatto contrario di quelle di Guenon. Io sono quello che oggi si definirebbe, con disprezzo, "un populista", anche se Jenna preferisce chiamarmi "eretico">>
Il Consigliere si lisciò la barba:
<<Eretico è in effetti il termine più adatto, nel suo significato più nobile. 
In ogni caso, noi Iniziati non disprezziamo nessuno. Abbiamo solo nemici che si possono odiare. Nemici di cui essere fieri, in un certo senso. Also sprach Zarathustra.>>
Riccardo, che aveva ascoltato con grande attenzione, intervenne:
<<E quali sono gli attuali nemici dell'Ordine, Consigliere?>>
La domanda attirò l'interesse di tutti, perché finalmente si era arrivati al sodo.
Albedo, che ne era pienamente consapevole, decise che era il momento di cominciare a scoprire qualche carta:
<<In primo luogo i materialisti gaudenti e superficiali. Vedete, miei cari amici, per noi Iniziati il denaro è soltanto un mezzo da usare "nel disprezzo", come dicevano i francescani, quando teorizzavano il concetto sottile di usus pauper
Noi abbiamo una concezione, per così dire, "spirituale" dell'esistenza. L'Iniziazione ci mostra che esiste un livello superiore di realtà, come i mistici avevano intuito, e tra questi San Bonaventura da Bagnoregio, Padre Generale dell'Ordine dei Frati Minori o, per rimanere nell'ambito della mia Spagna, Santa Teresa d'Avila e San Giovanni de la Cruz.
E voi due, miei cari Luca e Riccardo, pur essendo diversi tra voi come il giorno e la notte, siete entrambi degli "spirituali", se mi concedete il termine. 
Il Dottor Bosco lo è in maniera evidente, mentre il giovane Monterovere nasconde il proprio sostanziale ascetismo dietro ad una maschera di scettico e ironico cinismo, che incontra la mia particolare simpatia, perché nei tempi remoti in cui ero giovane, ironia e cinismo furono le stesse armi con cui mi difesi da chi voleva carpire i miei segreti. Per questo sono convinto che Riccardo non si lascerà sfuggire nessun segreto rilevante: è abile nel mentire, sa che la maggiore riservatezza consiste nell'inventare colorite menzogne e che il vero mentitore, per risultare credibile, non dice totali bugie, ma solo mezze verità>>

mercoledì 4 luglio 2018

Vite quasi parallele. Capitolo 126. La Teoria della Cospirazione

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<<I complottisti hanno intuito alcuni elementi della nostra strategia...>> dichiarò il Consigliere Albedo <<... soprattutto riguardo all'esistenza e al ruolo dell'Aristocrazia Nera e del Serpente Rosso, ma hanno fatto molta confusione, nelle loro teorie. E per dire questo non è necessario essere Iniziati agli Arcani Supremi. Basta conoscere la Storia, non è vero, giovane Monterovere?>>
Riccardo, con un gesto tipico da intellettuale che prende tempo, ponderando con gravità le proprie riflessioni, tirò fuori da un astuccio un fazzoletto in finta pelle di camoscio e iniziò a pulire meticolosamente le lenti dei suoi occhiali:
<<Conoscere la Storia, certo, ma non è così facile. E' una vita che la studio, ma più passa il tempo più mi rendo conto che gran parte delle cose che sono scritte nei libri di storia non sono "ciò che è accaduto". Temo che quello non lo sapremo mai. E' un po' come il noumeno di Kant. Il passato è inconoscibile, perché perfino i testimoni di un evento, dopo pochi minuti che si è verificato, se lo ricordano diversamente. E anche se gli eventi sono stati registrati, per fare un esempio recente, con una telecamera, tutto dipende dal punto di vista dell'osservatore, da ciò che lui ha scelto di filmare, decidendo implicitamente ciò che, secondo lui, conta di più e tralasciando ciò che, sempre secondo il suo giudizio, è meglio tagliare fuori dalla visuale, magari perché contiene una verità scomoda, ammesso che si possa parlare di verità in questo tipo di registrazioni.
Tutta questa premessa per dire che bisogna essere pronti a rimettere tutto in discussione, se emergono fonti alternative. Questo non è revisionismo: è il normale metodo scientifico.
L'importante è che l'esame delle nuove fonti avvenga in maniera molto accurata e, per quanto è umanamente possibile, in modo imparziale.
Questa è la mia personale filosofia della storia, che come ogni filosofia, ha il compito primario di problematizzare l'ovvio e abolire l'idolatria del fatto compiuto>>
Il Consigliere sorrise con aria divertita, lisciandosi la barba color sabbia:
<<Il Professor Monterovere ti ha insegnato bene. E il tuo talento è superiore alle mie più rosee aspettative. Questo significa che sei pronto per conoscere qualche altro dato, o "fonte", come dici tu. E ti assicuro che si tratta di fonti molto attendibili.
Mi riferisco al modo in cui l'Aristocrazia Nera ha esteso il proprio potere.
Il momento cruciale fu quando la famiglia dei Welfen, i Guelfi, si insediò nel Ducato di Brunswick-Luneburg. Da quel momento non fecero altro che rafforzare il loro ruolo di guida delle forze di opposizione all'Aristocrazia Bianca, guidata dai Waiblingen, i Ghibellini, Duchi di Svevia, che ressero l'Impero per quattro generazioni, fino all'estinzione della casa di Hohenstaufen.
La sconfitta dei Ghibellini fu il primo trionfo dell'alleanza costruita dai Welfen, che avevano buoni rapporti e legami di sangue con la corona francese dei Capetingi e naturalmente con le grandi famiglie di parte guelfa a Roma, Firenze, Venezia e Genova.
Ma i Welfen, che ormai dominavano saldamente la Sassonia, avevano un progetto egemonico su tutto il mondo germanico, nordico e anglosassone>>
Riccardo sapeva queste cose a memoria e incominciò a mostrare segni di insofferenza:
<<I Welfen divennero Principi Elettori di Hannover e uno di loro sposò Sofia del Palatinato, figlia di Elisabetta Stuart, e in quanto tale erede di Anna Stuart, Regina di Gran Bretagna e Irlanda. Fu così che, tramite Giorgio I di Hannover, figlio dell'Elettrice Sofia, i Guelfi si impadronirono delle due corone strategicamente più importanti, a livello massonico: quella inglese e quella scozzese.
Conosco quegli alberi genealogici meglio del mio. Veniamo al dunque, se non le dispiace, Consigliere Albedo>>
Il vecchio lo fissò sarcasticamente con i suoi occhi pallidi:
<<Il punto è la cosiddetta Cospirazione dei Coburgo. Immagino che tu ne abbia sentito parlare>>
Riccardo annuì:
<<Naturalmente. I Sassonia-Coburgo-Gotha, nel 1815, erano un ramo cadetto e poco importante della dinstia dei Wettin, ma nel giro di pochi decenni subentrarono ai Welfen al vertice dell'Aristocrazia Nera.
E questo grazie agli intrighi di Leopoldo di Coburgo, iniziato alla Massoneria e forse anche ai Rosacroce, che in forza di questi agganci riuscì, oltre ad ottenere per sé la corona del Belgio, nell'intento di far sposare suo nipote Alberto con l'ultima degli Hannover, la regina Vittoria. I due ebbero nove figli, che a loro volta sposarono gli eredi al trono di tutta l'Europa>>
Al consigliere Albedo brillavano gli occhi:
<<C'eravamo noi Iniziati, dietro a quella strategia, e in particolare noi del Serpente Rosso, addetti al Programma Genetico. Eravamo mossi da presupposti non arbitrari: volevamo la pace e la stabilità, ottenuta tramite la parentela dei capi di stato europei.
L'apice fu il matrimonio della principessa reale Vicky d'Inghilterra con Federico Hohenzollern di Prussia, principe ereditario dell'Impero Tedesco. Quell'unione era destinata a condurre alla saldatura dell'Impero Britannico, ossia la potenza marittima, con quello Prussiano, ossia la potenza continentale, in un unico grande blocco di potere "occidentale", capace di tener testa all'Impero Russo>>
E a quel punto l'entusiasmo svanì dal suo volto, per lasciare il posto ad un senso di rimpianto, che Riccardo interpretò correttamente:
<<Un grande disegno, certamente, ma purtroppo Federico III di Prussia morì tre mesi dopo essere divenuto Imperatore, stroncato da un cancro alla gola, lasciando il trono nelle mani del bellicoso figlio Guglielmo II, il Kaiser, che mai avrebbe accettato una sudditanza nei confronti dell'Impero Britannico.
Se Federico III fosse vissuto a lungo, non ci sarebbero state le Guerre Mondiali e l'Europa sarebbe ancora al centro del mondo. Ma gli Dei vollero altrimenti...>>
Albedo annuì gravemente:
<<Dis aliter visum, avrebbe detto Virgilio. La morte di Federico III fu una vera tragedia. 
Guglielmo II fu la nostra Nemesi. L'avevamo creato noi, tramite il Programma Genetico, ma non riuscimmo a controllarlo. A dire il vero, fu proprio l'incrocio tra consanguinei a creare tanti problemi. La nostra preoccupazione maggiore riguardava l'ereditarietà dell'emofilia, di cui Vittoria era una portatrice sana. Ma la discendenza dei Coburgo era troppo importante, e così, coscientemente, abbiamo permesso che il gene malato infettasse tutte le case reali d'Europa. I Romanov ne pagarono il prezzo più alto. Nel caso degli Hohenzollern di Prussia, la tara ereditaria del Kaiser si manifestò invece sotto l'aspetto di un braccio deforme, che lo fece soffrire, negli anni cruciali dell'infanzia, di un complesso di inferiorità. Da qui derivò poi l'aggressività del suo carattere e l'odio nei nostri confronti.
Fu così che Guglielmo II, invece di seguire l'esempio britannico e di rinsaldare le alleanze con sua nonna Vittoria e con Edoardo VII,  "lo zio Bertie", preferì volgere il proprio sguardo altrove. Anche all'epoca c'erano i movimenti nazional-populisti, che in Germania univano la riscoperta della mitologia nordica "ariana" con il culto del militarismo "prussiano" e "teutonico" e il rimpianto della centralità del Sacro Romano Impero della Nazione Tedesca, che era durato mille anni: "das tausendjahrighe Reich"! L'Impero Millenario>>
Riccardo era incuriosito riguardo a quel punto:
<<Quale fu l'atteggiamento degli Iniziati rispetto alle correnti esoteriche "ariosofiche" da cui poi emerse, dopo la sconfitta del 1918, il nazionalsocialismo?>>
Albedo sorrise:
<<Ci abbiamo girato intorno molto a lungo, ma alla fine ci siamo arrivati. La questione era molto dibattuta, nell'ambito dell'Ordine e del Consiglio. L'Aristocrazia Nera cercò di trovare un accordo con Hitler. Fu in questo contesto che si inserì la vicenda di Wallis Simpson, che era un'Iniziata di Rango Segreto, naturalmente. Come è noto, fu lei a perorare la causa dell'alleanza tra l'Impero Britannico e il Terzo Reich. Il Principe di Galles, futuro re Edoardo VIII, era destinato a diventare il leader dell'Aristocrazia Nera e il sovrano di un Impero Anglosassone che, alleato al Reich, avrebbe annesso gli Stati Uniti, mentre Hitler e Hirohito si sarebbero spartiti l'Unione Sovietica. 
Ma anche qui accadde qualcosa di totalmente inaspettato: Wallis era stata troppo persuasiva ed Edoardo VIII, invece che mantenerla nel suo ruolo di amante e di consigliera, si mise in testa di volerla sposare, con le conseguenze che tutti sanno.
Se non avesse abdicato, la Seconda Guerra Mondiale non sarebbe mai incominciata>>
Quella risposta era credibile, ma solo parziale:
<<E le altre società dell'Ordine, che posizione presero?>>
Il Consigliere appariva sempre più compiaciuto:
<<L'Aristocrazia Bianca era vicina alle posizioni di Churchill, che non a caso era parente degli Spencer, a loro volta legati ai Burke-Roche. Lui non lo sapeva, ma tutte queste famiglie avevano sangue ebraico nelle vene. 
E si trattava del Sangue Reale, della Discendenza Messianica, quella di Davide e di Salomone, la Dinastia del Serpente Rosso, per intenderci
Noi del Programma Genetico avevamo provveduto da tempo ad una sorta di "dissolvenza incrociata" e fusione del sangue germanico con quello ebraico, tramite i discendenti del popolo dei Khazari, che i nostri studi genetici associano a quella degli Ebrei Ashkenaziti, quelli provenienti delle steppe, dagli altopiani del Kazakistan e del Caucaso>>

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Riccardo guardò suo zio Lorenzo, il quale aveva studiato la religione ebraica e aveva trascorso molti anni sabbatici in Israele.
Il Professore annuì:
<<Albedo dice il vero. E penso che tu sia pronto per sapere anche il resto, non è vero Consigliere?>>
L'Iniziato concordò:
<<Dopo il 1945, l'Ordine degli Iniziati decise di appoggiare l'Occidente contro l'Impero Sovietico. 
La decisione fu presa con i tre quarti dei voti. Fu allora che la Fraternitas Draconis della famiglia Dracu decise invece di schierarsi con i Russi, come accade anche ora.
Vlad Dracu è il capo dell'Opposizione, all'interno dell'Ordine, e l'Opposizione ha i suoi diritti: per questo stasera abbiamo come ospite lady Joanna Burke-Roche, ora conosciuta come Virginia Dracu.
Tra poco ceneremo insieme.
Ma prima è necessario che tu conosca altri dati fondamentali.
Dopo la scoperta del DNA, il nostro Programma Genetico ottenne finalmente i mezzi per verificare il proprio operato, specie grazie alla genetica delle popolazioni.
Avemmo allora la conferma che la Dinastia del Serpente Rosso conteneva in sé tutto il patrimonio genetico delle stirpi regali del mondo e della storia: dai Faraoni Egiziani a Gengis Khan per intenderci, fino ad arrivare ai Windsor, tramite il matrimonio, da me caldeggiato, tra il Principe di Galles e lady Diana Spencer di Altorp, la figlia di lady Frances Burke-Roche.
Sfortunatamente la Principessa di Galles sfuggì al nostro controllo e fu necessario, per quanto terribilmente spiacevole, sopprimerla, insieme al suo amante egiziano>>
Riccardo era indignato:
<<Una tragedia, specie per i suoi figli, che erano così giovani e così legati alla madre>>
Il Consigliere Albedo scrollò le spalle:
<<Sì sì, certo... mi hai tolto le parole di bocca... 
Ma a mia parziale discolpa va il merito di aver contribuito al matrimonio del principe
William con Kate Middleton, che, pur senza saperlo, ha nelle proprie cellule il DNA del Serpente Rosso, tramite la famiglia materna, i Goldsmith, di cui si decanta il nonno minatore senza sapere che era un parente dei Rothschild, dei Morgan, dei Kissinger e dei Rockefeller.
Ora basterà che il principino George si unisca con una Sinclair e da quell'unione avremo ottenuto l'Avatar del Serpente Rosso.
E' stato un Grande Disegno, millenario, che secolo dopo secolo, dall'infinitesimale germe di un'intuizione dei primi Iniziati e delle loro Guide Spirituali, ha tirato le fila dello scenario mondiale, infiltrandosi geneticamente nelle popolazioni slave e germaniche, influenzandone le identità nazionali, in ogni settore della società, attraverso la formula economia/finanza/comunicazione, governando il tutto da enigmatiche società segrete come la Fabian Society, la Massoneria, il Sionismo, alcuni ordini religiosi cristiani e cattolici, ma anche islamisti wahabiti, fino ad arrivare alle istituzioni dell'Elite Globalista: l'Onu, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, l'Unione Europea, la Banca Centrale Europea, la Commissione Trilaterale, il Club di Roma, la Confraternita Skull & Bones (che arruola gli agenti della Cia e dell'Fbi), il Bohemian Club fino ad arrivare al Club Bilderberg>>
Riccardo annuì:
<<Tutto questo è molto interessante e conferma gran parte dei miei sospetti, che sono poi anche quelli di molti scrittori che lei chiama "complottisti". Avranno anche fatto un po' di confusione, ma ci sono arrivati vicini, bisogna ammetterlo.
Una sola cosa mi sfugge: io che c'entro in tutto questo?>>
L'Iniziato sfoderò un sorriso luciferino:
<<Tu, ragazzo mio, sei nato dall'unione di una famiglia ghibellina, i Monterovere, con una famiglia guelfa, gli Orsini, e come tale rappresenti uno dei migliori candidati alla guida della succursale italiana del Serpente Rosso
Ti concederò un po' di tempo per riflettere su tutto questo, ma presto dovrai darmi una risposta.
Hai una scelta da compiere: o elevarti al di sopra di tutti i tuoi padri o cadere nell’oblio con i resti della tua stirpe>>

Mappa della Magna Grecia nell'Italia meridionale

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sabato 30 giugno 2018

Vite quasi parallele. Capitolo 125. Verso il Regno Millenario

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Luca ripensava alle parole che Jenna aveva pronunciato pochi minuti prima, in maniera sibillina:
"... è giunta l'Età dei Profeti, quella in cui i Misteri dovranno essere svelati, affinché possa aver inizio il Regno Millenario..."
Guardò fuori dalla finestra, istintivamente, nella direzione del borgo di Querciagrossa, vicino al luogo chiamato l'Orma del Diavolo.
Quando ci lasciammo, quella sera di sei anni fa, sul confine, lei non conosceva ancora il suo ruolo.
Luca non poteva esserne sicuro, ma il suo intuito gli diceva qualcosa di più riguardo a Jenna.
Era probabile che soltanto dopo essersi unita alla Fraternitas Draconis, la ragazza avesse acquisito un rango molto elevato tra gli Iniziati.
Lei ha appreso qualcosa, negli anni in cui è stata sotto la protezione della famiglia Dracu. 
Qualcosa che nemmeno il Consiglio Superiore degli Iniziati conosce nei particolari.
Forse i Consiglieri conoscevano il vero, ma non tutta la verità.
L'ombra di un oggetto è vera, ma non è la verità.
Solo i Mistici l'hanno potuta vedere "faccia a faccia", e Jenna ci è riuscita.
Cosa ha visto realmente? Perché è così reticente a parlarmi di ciò che le è accaduto?
Lei sembrò leggergli nel pensiero.
<<Ti racconterei nei dettagli tutto quello che mi è accaduto...>> disse Jenna con voce turbata <<... ma so già che se te lo dicessi, non mi guarderesti più allo stesso modo, con gli stessi occhi con cui mi guardi adesso>>
Luca scosse il capo:
<<Guardare non so, ma non potrei amarti di meno! Neanche se lo volessi.
Alcuni si illudono di poter cambiare i propri sentimenti tramite la volontà. 
Come se si potesse scegliere in amore, come se non fosse un fulmine che ti spezza le ossa e ti lascia lungo disteso in mezzo alla strada.
Ho cercato in tutti i modi di dimenticarti, ma non è servito a niente. E' vano negare un sentimento.
Non si comanda al senso di mancanza che ci coglie al solo pensiero di perdere la persona amata. In questo senso l'amore è un dolore protratto, perché si oscilla tra la paura di perdere la persona amata, e la perdita stessa.
Parlando per similitudini e metafore, nel cuore non risiede solo l'amore, ma anche il dolore.
Per anni mi sono opposto a questa condanna, ma poi ho capito una cosa.
E' il dolore che ci dà la certezza di esistere, più di qualsiasi altra cosa.
Forse è l'unica verità che conosco.
E' quando soffriamo che ci rendiamo conto, senza ombra di dubbio, di essere reali. 
Le emozioni e i sentimenti piacevoli possono sembrarci falsi, perché è tutto troppo perfetto, come nei bei sogni. 
Ma sono gli incubi quelli che ci fanno aprire gli occhi e riprendere il contatto con la realtà.
Non temere dunque di raccontarmi la tua storia, per quanto terribile possa essere. 
Potrei persino amarti di più>>
Jenna, che aveva studiato la poesia latina, fu colta da una riminiscenza:
<<Amare magis, sed bene velle minus>>
Luca ne fu compiaciuto:
<<Ora ho la conferma che sei veramente tu! Solo tu potevi declamare Catullo in metrica classica durante un simile discorso. Ed è vero che amare e voler bene sono due cose diverse.
Ma dovresti anche sapere che non posso volerti meno bene, perché il mio sentimento va ben oltre l'attrazione o il desiderio. 
Se un fiore ti attrae e lo cogli, non gli vuoi bene e non lo ami, perché recidendolo lo uccidima se lo ami davvero, lo lasci dov'è e te ne prendi cura, innaffiandolo tutti i giorni>>
Jenna era commossa.
Lo guardò fisso negli occhi, dandogli il tempo di farsi avanti, ma essendo lui così restio a lasciarsi andare, allora prese lei  l'iniziativa e lo strinse a sé.
Si scambiarono un bacio lieve e romantico, perché era il momento della tenerezza, non quello della passione. 
Non ancora. Non lì.
Lei era bellissima, ma Luca sapeva che di troppa bellezza si può anche morire.
La bellezza può essere una trappola e troppe volte, in passato, ci era caduto.
E allora i versi del poeta potevano tornare di nuovo utili, ma senza bisogno del latino e della metrica.
Misero Catullo, smettila di vaneggiare, e quello che hai perduto consideralo perduto per sempre.
L'impulsività degli anni verdi era passata da tempo, così come la giovinezza.
Ma non era necessariamente un male.
Aveva appreso che la via lunga è anche la più breve, e che la pazienza non soltanto è la capacità di aspettare, ma piuttosto quella di saper utilizzare bene il tempo nell'attesa.
Jenna, con la testa appoggiata sulla spalla di lui, riuscì ancora una volta a leggergli nel pensiero.
<<Sei diventato più saggio>>
Luca sorrise:
<<Ti aspettavi un maggiore trasporto, da parte mia?>>
Lei sorrise a sua volta:
<<Assolutamente no! Anzi, la compostezza è segno di maturità. 
Non siamo più i due ragazzini impetuosi di sei anni fa. Ora siamo entrambi più saggi.
E la saggezza non è altro che sofferenza guarita.
Per questo non devi essere prigioniero del passato: ciò che è accaduto è stata una lezione, non una condanna.
Il peso della vita cresce con l'età, eppure ci vuole moltissimo tempo per diventare giovani.
E il nostro scopo non è vincere: è rimanere in gioco il più a lungo possibile, in condizioni tollerabili>>
Luca era impressionato:
<<Parli già come un'Illuminata>>
Lei scrollò le spalle:
<<Non esageriamo>>
Lui insistette:
<<Dico davvero. Le tue doti sono eccezionali>>
Jenna gli accarezzò i capelli:
<<Anche le tue sono eccezionali, ed è tempo che siano valorizzate.
Hai incontrato sempre persone che cercavano di sminuire i tuoi successi. 
Non essere tu il primo a farlo>>
Luca era perplesso:
<<Io sono sempre fuggito. Mi sono nascosto nelle narrazioni, grandi o piccole che fossero.
Storie, trame, visioni del mondo, fatti veri o presunti tali, ma soprattutto fantasie.
Sono uno che legge per legittima difesa. Uno che si rifugia nei libri. Ci entra dentro. 
Non esistono forse giorni della nostra vita che abbiamo vissuti tanto pienamente in compagnia d’un libro prediletto? Ancor oggi, se mi capita di sfogliare quei libri di un tempo, li guardo come se fossero i soli calendari da me conservati dei giorni che furono, e con la speranza di veder riflesse nelle loro pagine le dimore e gli stagni e le foreste e tutti quegli altri luoghi di fantasia nei quali ho trascorso le mie ore migliori, pur non essendo essi mai esistiti.
E ora tutto mi sembra così magico, così romantico, da farmi dubitare che stia accadendo veramente.
E' forse questo uno degli attributi del tuo misterioso Regno Millenario?>>
Jenna sollevò l'indice della mano destra e lo puntò verso di lui:
<<Affronta l'Iniziazione e lo saprai>>
Luca si chiese se anche quella curiosità non fosse solo un'esca:
<<Se manca poco, potrei semplicemente attendere>>
Jenna scosse lievemente i capo, mantenendo un'espressione indulgente, ma decisa:
<<In questo caso ti troveresti dalla parte sbagliata, perché vedi, l'Iniziazione non ti dice soltanto ciò che sei, ma anche ciò che potresti essere, chi potresti diventare, se ti unissi a noi.
L'Ordine degli Arcani Supremi non è una società iniziatica qualunque. 
Noi siamo quelli che stanno dietro qualsiasi società iniziatica. Noi controlliamo tutte le altre società.
I Massoni o i Sacerdoti, se confrontati a noi, sono come dei bambini che giocano a fare gli adulti, senza comprendere il significato di quello che stanno facendo.
Quand'eri bambino, parlavi da bambino, pensavi da bambino, ragionavi da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che eri da bambino l'hai messo da parte, conservandolo con cura nello scrigno della memoria. Il bambino sarà sempre pronto a sorriderti, quando avrai bisogno di conforto, ma è tempo che tu vada avanti.
Il Dormiente deve essere risvegliato!>>


Mappe geopolitiche dell'Europa centro-orientale e sfere di influenza tedesca, russa e turca

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Da "Limes". Mappe realizzata da Laura Canali.

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Mappa geopolitica di tutte le guerre in medio oriente (da Limes)

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