Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
martedì 10 luglio 2018
lunedì 9 luglio 2018
sabato 7 luglio 2018
Vite quasi parallele. Capitolo 127. La Cena dei Congiurati
La cena di mezzanotte, riservata agli ospiti più illustri o semplicemente a quelli più utili, fu servita nella saletta dell'appartamento privato del Professor Monterovere, in cima alla torre più alta, che Lorenzo aveva ribattezzato "Tour Magdala", in onore non solo di Maria Maddalena, ma del suo più grande estimatore, l'abate Saunière di Rennes-le-Chateau.
<<E' venuto molto bene il restauro di questa torre, Lorenzo. E' bella quasi quanto quella di Rennes, e per tua fortuna è costata molto meno>> dichiarò il Consigliere Albedo, con quell'indecifrabile sorriso che oscillava perennemente tra l'ironia e la minaccia.
<<Un tempo vedevo la bellezza, nelle cose>> rispose Lorenzo Monterovere << ma ora vedo la verità. E non è la stessa cosa, con buona pace di Keats>>
Aveva pronunciato questa sentenza con aria grave, fissando Luca Bosco, che era da poco entrato in sala, a braccetto con lady Jenna Burke-Roche.
Era chiaro che non si fidava di loro.
Jenna ne era consapevole: quando era stata adottata da Vlad Dracu era entrata a far parte della famigerata Fraternitas Draconis, la più segreta delle società fondatrici dell'Ordine degli Iniziati, e la più temibile, specie da quando si trovava all'opposizione, nell'ambito del Consiglio Superiore degli Arcani Supremi.
Doveva cercare di mantenere la conversazione su un livello metaforico, allusivo, senza farsi sfuggire alcun segreto.
<<Quest'atmosfera mi sembra irreale>>
Riccardo Monterovere, che fino a quel momento si era tenuto in disparte, entrò improvvisamente a gamba tesa nel discorso, con una delle sue solite domande provocatorie che lo avevano reso tristemente famoso, o per meglio dire famigerato, nei salotti buoni:
<<E che cos'è la realtà? Lei forse saprebbe rispondermi, lady Joanna o forse preferisce che la chiami col nome di adozione, Virginia Dracu?>>
Lei lo osservò come si guarderebbe un animale esotico, completamente estraneo:
<<Chiamami Jenna e dammi del tu, in fondo siamo coetanei, almeno a livello anagrafico>> era un modo per lasciar intendere che a livello mentale Riccardo fosse molto più immaturo.
<<Bene... Jenna... qual è la tua risposta?>>
Lei continuò a fissarlo con l'aria severa di una maestra che rimprovera un bambino piccolo:
<<Sono un'Iniziata di Rango Segreto e ho visto la Fiamma di Atar. Un giorno capirai cosa intendo, ma lascia che ti dia un consiglio. Se cerchi la Verità, cercala per intero. Metà è peggio di niente>>
Riccardo, che amava essere stuzzicato dalle donne intelligenti e affascinanti, rispose con prontezza;
<<Forse è il massimo di verità che potrei sopportare>>
Il Consigliere Albedo rise, seguito a ruota dal Professore, compiaciuto per l'arguzia del nipote.
Jenna accennò un vago sorriso.
Luca Bosco, il quarto commensale, rimase invece imperturbabile.
Nessuno se ne stupiva, dal momento che il suo umore era sempre cupo e il suo atteggiamento oscillava tra la gravitas romana (una compostezza fredda e distaccata) e lo sdegno morale nei confronti dei rampolli viziati, come l'erede dei Monterovere.
<<Più che altro faresti fatica a mantenere il segreto, Riccardo. Ti conosco abbastanza per poter dire che la riservatezza non è il tuo forte>>
Colpito e affondato.
<<Siamo complementari, tu e io, Luca. Se facessimo squadra saremmo invincibili>>
Il dottor Bosco stava per replicare, ma il Consigliere Albedo lo precedette:
<<L'idea è proprio questa, miei cari ragazzi. L'idea mia e di Lorenzo è quella che voi lavoriate insieme, dopo l'Iniziazione, e sarebbe molto gradita anche la collaborazione della nostra right honourable lady Joanna Virginia Dracu Burke-Roche, baronessa Fitzroy>>
Il nome e i titoli erano stati scanditi con iperbolico sarcasmo dall'enigmatico Consigliere.
<<Sono qui per questo, don Josè Maria Albedo de las Altas Sierras y de Tormes Falcò Gurtabay, Principe di Medina del Campo e Grande di Spagna>>
Tra i due la tensione era palpabile.
Era chiaro che si trovavano su fronti opposti, all'interno del Consiglio.
L'imbarazzante silenzio fu spezzato da Riccardo, che chiese ad Albedo e a Lorenzo:
<<Se dovessi accettare di sottopormi all'Iniziazione, potete promettermi che non morirò durante la prova?>>
Albedo scosse il capo, lentamente, ma inesorabilmente:
<<No. E se la supererai, non sarai comunque più la stessa persona>>
Jenna rise e aggiunse:
<<E la tua morte sarebbe archiviata come uno sfortunato incidente. Come quello che accadde ai miei genitori, o alla cugina di mio padre, la Principessa di Galles. Che termine ha usato, Consigliere, per descrivere questi delitti da lei ordinati: "una tragedia", non è così?>>
Il vecchio mantenne inalterato il suo sorriso arcaico da sfinge, lisciandosi la barba color sabbia:
<<Mi ha tolto le parole di bocca, milady>>
La tensione si tagliava col coltello.
Lorenzo Monterovere fece cenno al cameriere di portare i vini:
<<Posso suggerirvi un Cabernet Sauvignon dei vigneti del Feudo Orsini, un gentile omaggio della compianta nonna di Riccardo, la contessa Diana Orsini Balducci di Casemurate>>
Riccardo provò una fitta al cuore, al pensiero della sua adorata nonna, una delle poche persone, assieme ai suoi genitori, che lo avesse veramente amato per quello che era, senza secondi fini.
<<La vera estimatrice di vini era la mia bisnonna Emilia. Ricordo che per lei era un rito inderogabile, il suo Cabernet Sauvignon servito a merenda nel salotto liberty, insieme ai pasticcini>>
Luca Bosco, che non sopportava le rievocazioni bucolico-aristocratiche dell'infanzia di Riccardo, troncò il discorso con un commento filosofico non eludibile:
<<I riti sono simboli messi in azione, diceva Guenon. Nel caso della tua bisnonna, era un simbolo di privilegio, oltre che di alcolismo>>
Lorenzo gli lanciò un'occhiataccia:
<<Non ti fa bene leggere troppi libri di Guenon, mio caro Luca. E comunque mi chiedo che credibilità abbia uno che si era bevuto la bufala di Agarthi e della Terra Cava. Per non parlare delle sue idee politiche>>
Luca colse la palla al balzo:
<<La politica! Finalmente hai pronunciato la parolina magica! Sarebbe ora che si parlasse di quello che state complottando, voi Iniziati, per mantenere in piedi la vostra elite globalista e i suoi proventi da usuraio>>
Albedo, che aveva ascoltato con aria divertita a quel battibecco, fissò Luca con i suoi occhi pallidi, da hidalgo castigliano di pura discendenza visigota:
<<Lei preferirebbe un'aristocrazia guerriera o sacerdotale, Dottor Bosco? In fondo è stato lei a tirar fuori le idee di Guenon>>
Luca decise di essere sincero fino in fondo:
<<Conoscete tutti benissimo le mie idee, che sono l'esatto contrario di quelle di Guenon. Io sono quello che oggi si definirebbe, con disprezzo, "un populista", anche se Jenna preferisce chiamarmi "eretico">>
Il Consigliere si lisciò la barba:
<<Eretico è in effetti il termine più adatto, nel suo significato più nobile.
In ogni caso, noi Iniziati non disprezziamo nessuno. Abbiamo solo nemici che si possono odiare. Nemici di cui essere fieri, in un certo senso. Also sprach Zarathustra.>>
Riccardo, che aveva ascoltato con grande attenzione, intervenne:
<<E quali sono gli attuali nemici dell'Ordine, Consigliere?>>
La domanda attirò l'interesse di tutti, perché finalmente si era arrivati al sodo.
Albedo, che ne era pienamente consapevole, decise che era il momento di cominciare a scoprire qualche carta:
<<In primo luogo i materialisti gaudenti e superficiali. Vedete, miei cari amici, per noi Iniziati il denaro è soltanto un mezzo da usare "nel disprezzo", come dicevano i francescani, quando teorizzavano il concetto sottile di usus pauper.
Noi abbiamo una concezione, per così dire, "spirituale" dell'esistenza. L'Iniziazione ci mostra che esiste un livello superiore di realtà, come i mistici avevano intuito, e tra questi San Bonaventura da Bagnoregio, Padre Generale dell'Ordine dei Frati Minori o, per rimanere nell'ambito della mia Spagna, Santa Teresa d'Avila e San Giovanni de la Cruz.
E voi due, miei cari Luca e Riccardo, pur essendo diversi tra voi come il giorno e la notte, siete entrambi degli "spirituali", se mi concedete il termine.
Il Dottor Bosco lo è in maniera evidente, mentre il giovane Monterovere nasconde il proprio sostanziale ascetismo dietro ad una maschera di scettico e ironico cinismo, che incontra la mia particolare simpatia, perché nei tempi remoti in cui ero giovane, ironia e cinismo furono le stesse armi con cui mi difesi da chi voleva carpire i miei segreti. Per questo sono convinto che Riccardo non si lascerà sfuggire nessun segreto rilevante: è abile nel mentire, sa che la maggiore riservatezza consiste nell'inventare colorite menzogne e che il vero mentitore, per risultare credibile, non dice totali bugie, ma solo mezze verità>>
mercoledì 4 luglio 2018
Vite quasi parallele. Capitolo 126. La Teoria della Cospirazione
<<I complottisti hanno intuito alcuni elementi della nostra strategia...>> dichiarò il Consigliere Albedo <<... soprattutto riguardo all'esistenza e al ruolo dell'Aristocrazia Nera e del Serpente Rosso, ma hanno fatto molta confusione, nelle loro teorie. E per dire questo non è necessario essere Iniziati agli Arcani Supremi. Basta conoscere la Storia, non è vero, giovane Monterovere?>>
Riccardo, con un gesto tipico da intellettuale che prende tempo, ponderando con gravità le proprie riflessioni, tirò fuori da un astuccio un fazzoletto in finta pelle di camoscio e iniziò a pulire meticolosamente le lenti dei suoi occhiali:
<<Conoscere la Storia, certo, ma non è così facile. E' una vita che la studio, ma più passa il tempo più mi rendo conto che gran parte delle cose che sono scritte nei libri di storia non sono "ciò che è accaduto". Temo che quello non lo sapremo mai. E' un po' come il noumeno di Kant. Il passato è inconoscibile, perché perfino i testimoni di un evento, dopo pochi minuti che si è verificato, se lo ricordano diversamente. E anche se gli eventi sono stati registrati, per fare un esempio recente, con una telecamera, tutto dipende dal punto di vista dell'osservatore, da ciò che lui ha scelto di filmare, decidendo implicitamente ciò che, secondo lui, conta di più e tralasciando ciò che, sempre secondo il suo giudizio, è meglio tagliare fuori dalla visuale, magari perché contiene una verità scomoda, ammesso che si possa parlare di verità in questo tipo di registrazioni.
Tutta questa premessa per dire che bisogna essere pronti a rimettere tutto in discussione, se emergono fonti alternative. Questo non è revisionismo: è il normale metodo scientifico.
L'importante è che l'esame delle nuove fonti avvenga in maniera molto accurata e, per quanto è umanamente possibile, in modo imparziale.
Questa è la mia personale filosofia della storia, che come ogni filosofia, ha il compito primario di problematizzare l'ovvio e abolire l'idolatria del fatto compiuto>>
Il Consigliere sorrise con aria divertita, lisciandosi la barba color sabbia:
<<Il Professor Monterovere ti ha insegnato bene. E il tuo talento è superiore alle mie più rosee aspettative. Questo significa che sei pronto per conoscere qualche altro dato, o "fonte", come dici tu. E ti assicuro che si tratta di fonti molto attendibili.
Mi riferisco al modo in cui l'Aristocrazia Nera ha esteso il proprio potere.
Il momento cruciale fu quando la famiglia dei Welfen, i Guelfi, si insediò nel Ducato di Brunswick-Luneburg. Da quel momento non fecero altro che rafforzare il loro ruolo di guida delle forze di opposizione all'Aristocrazia Bianca, guidata dai Waiblingen, i Ghibellini, Duchi di Svevia, che ressero l'Impero per quattro generazioni, fino all'estinzione della casa di Hohenstaufen.
La sconfitta dei Ghibellini fu il primo trionfo dell'alleanza costruita dai Welfen, che avevano buoni rapporti e legami di sangue con la corona francese dei Capetingi e naturalmente con le grandi famiglie di parte guelfa a Roma, Firenze, Venezia e Genova.
Ma i Welfen, che ormai dominavano saldamente la Sassonia, avevano un progetto egemonico su tutto il mondo germanico, nordico e anglosassone>>
Riccardo sapeva queste cose a memoria e incominciò a mostrare segni di insofferenza:
<<I Welfen divennero Principi Elettori di Hannover e uno di loro sposò Sofia del Palatinato, figlia di Elisabetta Stuart, e in quanto tale erede di Anna Stuart, Regina di Gran Bretagna e Irlanda. Fu così che, tramite Giorgio I di Hannover, figlio dell'Elettrice Sofia, i Guelfi si impadronirono delle due corone strategicamente più importanti, a livello massonico: quella inglese e quella scozzese.
Conosco quegli alberi genealogici meglio del mio. Veniamo al dunque, se non le dispiace, Consigliere Albedo>>
Il vecchio lo fissò sarcasticamente con i suoi occhi pallidi:
<<Il punto è la cosiddetta Cospirazione dei Coburgo. Immagino che tu ne abbia sentito parlare>>
Riccardo annuì:
<<Naturalmente. I Sassonia-Coburgo-Gotha, nel 1815, erano un ramo cadetto e poco importante della dinstia dei Wettin, ma nel giro di pochi decenni subentrarono ai Welfen al vertice dell'Aristocrazia Nera.
E questo grazie agli intrighi di Leopoldo di Coburgo, iniziato alla Massoneria e forse anche ai Rosacroce, che in forza di questi agganci riuscì, oltre ad ottenere per sé la corona del Belgio, nell'intento di far sposare suo nipote Alberto con l'ultima degli Hannover, la regina Vittoria. I due ebbero nove figli, che a loro volta sposarono gli eredi al trono di tutta l'Europa>>
Al consigliere Albedo brillavano gli occhi:
<<C'eravamo noi Iniziati, dietro a quella strategia, e in particolare noi del Serpente Rosso, addetti al Programma Genetico. Eravamo mossi da presupposti non arbitrari: volevamo la pace e la stabilità, ottenuta tramite la parentela dei capi di stato europei.
L'apice fu il matrimonio della principessa reale Vicky d'Inghilterra con Federico Hohenzollern di Prussia, principe ereditario dell'Impero Tedesco. Quell'unione era destinata a condurre alla saldatura dell'Impero Britannico, ossia la potenza marittima, con quello Prussiano, ossia la potenza continentale, in un unico grande blocco di potere "occidentale", capace di tener testa all'Impero Russo>>
E a quel punto l'entusiasmo svanì dal suo volto, per lasciare il posto ad un senso di rimpianto, che Riccardo interpretò correttamente:
<<Un grande disegno, certamente, ma purtroppo Federico III di Prussia morì tre mesi dopo essere divenuto Imperatore, stroncato da un cancro alla gola, lasciando il trono nelle mani del bellicoso figlio Guglielmo II, il Kaiser, che mai avrebbe accettato una sudditanza nei confronti dell'Impero Britannico.
Se Federico III fosse vissuto a lungo, non ci sarebbero state le Guerre Mondiali e l'Europa sarebbe ancora al centro del mondo. Ma gli Dei vollero altrimenti...>>
Albedo annuì gravemente:
<<Dis aliter visum, avrebbe detto Virgilio. La morte di Federico III fu una vera tragedia.
Guglielmo II fu la nostra Nemesi. L'avevamo creato noi, tramite il Programma Genetico, ma non riuscimmo a controllarlo. A dire il vero, fu proprio l'incrocio tra consanguinei a creare tanti problemi. La nostra preoccupazione maggiore riguardava l'ereditarietà dell'emofilia, di cui Vittoria era una portatrice sana. Ma la discendenza dei Coburgo era troppo importante, e così, coscientemente, abbiamo permesso che il gene malato infettasse tutte le case reali d'Europa. I Romanov ne pagarono il prezzo più alto. Nel caso degli Hohenzollern di Prussia, la tara ereditaria del Kaiser si manifestò invece sotto l'aspetto di un braccio deforme, che lo fece soffrire, negli anni cruciali dell'infanzia, di un complesso di inferiorità. Da qui derivò poi l'aggressività del suo carattere e l'odio nei nostri confronti.
Fu così che Guglielmo II, invece di seguire l'esempio britannico e di rinsaldare le alleanze con sua nonna Vittoria e con Edoardo VII, "lo zio Bertie", preferì volgere il proprio sguardo altrove. Anche all'epoca c'erano i movimenti nazional-populisti, che in Germania univano la riscoperta della mitologia nordica "ariana" con il culto del militarismo "prussiano" e "teutonico" e il rimpianto della centralità del Sacro Romano Impero della Nazione Tedesca, che era durato mille anni: "das tausendjahrighe Reich"! L'Impero Millenario>>
Riccardo era incuriosito riguardo a quel punto:
<<Quale fu l'atteggiamento degli Iniziati rispetto alle correnti esoteriche "ariosofiche" da cui poi emerse, dopo la sconfitta del 1918, il nazionalsocialismo?>>
Albedo sorrise:
<<Ci abbiamo girato intorno molto a lungo, ma alla fine ci siamo arrivati. La questione era molto dibattuta, nell'ambito dell'Ordine e del Consiglio. L'Aristocrazia Nera cercò di trovare un accordo con Hitler. Fu in questo contesto che si inserì la vicenda di Wallis Simpson, che era un'Iniziata di Rango Segreto, naturalmente. Come è noto, fu lei a perorare la causa dell'alleanza tra l'Impero Britannico e il Terzo Reich. Il Principe di Galles, futuro re Edoardo VIII, era destinato a diventare il leader dell'Aristocrazia Nera e il sovrano di un Impero Anglosassone che, alleato al Reich, avrebbe annesso gli Stati Uniti, mentre Hitler e Hirohito si sarebbero spartiti l'Unione Sovietica.
Ma anche qui accadde qualcosa di totalmente inaspettato: Wallis era stata troppo persuasiva ed Edoardo VIII, invece che mantenerla nel suo ruolo di amante e di consigliera, si mise in testa di volerla sposare, con le conseguenze che tutti sanno.
Se non avesse abdicato, la Seconda Guerra Mondiale non sarebbe mai incominciata>>
Quella risposta era credibile, ma solo parziale:
<<E le altre società dell'Ordine, che posizione presero?>>
Il Consigliere appariva sempre più compiaciuto:
<<L'Aristocrazia Bianca era vicina alle posizioni di Churchill, che non a caso era parente degli Spencer, a loro volta legati ai Burke-Roche. Lui non lo sapeva, ma tutte queste famiglie avevano sangue ebraico nelle vene.
E si trattava del Sangue Reale, della Discendenza Messianica, quella di Davide e di Salomone, la Dinastia del Serpente Rosso, per intenderci.
Noi del Programma Genetico avevamo provveduto da tempo ad una sorta di "dissolvenza incrociata" e fusione del sangue germanico con quello ebraico, tramite i discendenti del popolo dei Khazari, che i nostri studi genetici associano a quella degli Ebrei Ashkenaziti, quelli provenienti delle steppe, dagli altopiani del Kazakistan e del Caucaso>>
Riccardo guardò suo zio Lorenzo, il quale aveva studiato la religione ebraica e aveva trascorso molti anni sabbatici in Israele.
Il Professore annuì:
<<Albedo dice il vero. E penso che tu sia pronto per sapere anche il resto, non è vero Consigliere?>>
L'Iniziato concordò:
<<Dopo il 1945, l'Ordine degli Iniziati decise di appoggiare l'Occidente contro l'Impero Sovietico.
La decisione fu presa con i tre quarti dei voti. Fu allora che la Fraternitas Draconis della famiglia Dracu decise invece di schierarsi con i Russi, come accade anche ora.
Vlad Dracu è il capo dell'Opposizione, all'interno dell'Ordine, e l'Opposizione ha i suoi diritti: per questo stasera abbiamo come ospite lady Joanna Burke-Roche, ora conosciuta come Virginia Dracu.
Tra poco ceneremo insieme.
Ma prima è necessario che tu conosca altri dati fondamentali.
Dopo la scoperta del DNA, il nostro Programma Genetico ottenne finalmente i mezzi per verificare il proprio operato, specie grazie alla genetica delle popolazioni.
Avemmo allora la conferma che la Dinastia del Serpente Rosso conteneva in sé tutto il patrimonio genetico delle stirpi regali del mondo e della storia: dai Faraoni Egiziani a Gengis Khan per intenderci, fino ad arrivare ai Windsor, tramite il matrimonio, da me caldeggiato, tra il Principe di Galles e lady Diana Spencer di Altorp, la figlia di lady Frances Burke-Roche.
Sfortunatamente la Principessa di Galles sfuggì al nostro controllo e fu necessario, per quanto terribilmente spiacevole, sopprimerla, insieme al suo amante egiziano>>
Riccardo era indignato:
<<Una tragedia, specie per i suoi figli, che erano così giovani e così legati alla madre>>
Il Consigliere Albedo scrollò le spalle:
<<Sì sì, certo... mi hai tolto le parole di bocca...
Ma a mia parziale discolpa va il merito di aver contribuito al matrimonio del principe
William con Kate Middleton, che, pur senza saperlo, ha nelle proprie cellule il DNA del Serpente Rosso, tramite la famiglia materna, i Goldsmith, di cui si decanta il nonno minatore senza sapere che era un parente dei Rothschild, dei Morgan, dei Kissinger e dei Rockefeller.
Ora basterà che il principino George si unisca con una Sinclair e da quell'unione avremo ottenuto l'Avatar del Serpente Rosso.
E' stato un Grande Disegno, millenario, che secolo dopo secolo, dall'infinitesimale germe di un'intuizione dei primi Iniziati e delle loro Guide Spirituali, ha tirato le fila dello scenario mondiale, infiltrandosi geneticamente nelle popolazioni slave e germaniche, influenzandone le identità nazionali, in ogni settore della società, attraverso la formula economia/finanza/comunicazione, governando il tutto da enigmatiche società segrete come la Fabian Society, la Massoneria, il Sionismo, alcuni ordini religiosi cristiani e cattolici, ma anche islamisti wahabiti, fino ad arrivare alle istituzioni dell'Elite Globalista: l'Onu, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, l'Unione Europea, la Banca Centrale Europea, la Commissione Trilaterale, il Club di Roma, la Confraternita Skull & Bones (che arruola gli agenti della Cia e dell'Fbi), il Bohemian Club fino ad arrivare al Club Bilderberg>>
Riccardo annuì:
<<Tutto questo è molto interessante e conferma gran parte dei miei sospetti, che sono poi anche quelli di molti scrittori che lei chiama "complottisti". Avranno anche fatto un po' di confusione, ma ci sono arrivati vicini, bisogna ammetterlo.
Una sola cosa mi sfugge: io che c'entro in tutto questo?>>
L'Iniziato sfoderò un sorriso luciferino:
<<Tu, ragazzo mio, sei nato dall'unione di una famiglia ghibellina, i Monterovere, con una famiglia guelfa, gli Orsini, e come tale rappresenti uno dei migliori candidati alla guida della succursale italiana del Serpente Rosso.
Ti concederò un po' di tempo per riflettere su tutto questo, ma presto dovrai darmi una risposta.
Hai una scelta da compiere: o elevarti al di sopra di tutti i tuoi padri o cadere nell’oblio con i resti della tua stirpe>>
sabato 30 giugno 2018
Vite quasi parallele. Capitolo 125. Verso il Regno Millenario
Luca ripensava alle parole che Jenna aveva pronunciato pochi minuti prima, in maniera sibillina:
"... è giunta l'Età dei Profeti, quella in cui i Misteri dovranno essere svelati, affinché possa aver inizio il Regno Millenario..."
Guardò fuori dalla finestra, istintivamente, nella direzione del borgo di Querciagrossa, vicino al luogo chiamato l'Orma del Diavolo.
Quando ci lasciammo, quella sera di sei anni fa, sul confine, lei non conosceva ancora il suo ruolo.
Luca non poteva esserne sicuro, ma il suo intuito gli diceva qualcosa di più riguardo a Jenna.
Era probabile che soltanto dopo essersi unita alla Fraternitas Draconis, la ragazza avesse acquisito un rango molto elevato tra gli Iniziati.
Lei ha appreso qualcosa, negli anni in cui è stata sotto la protezione della famiglia Dracu.
Qualcosa che nemmeno il Consiglio Superiore degli Iniziati conosce nei particolari.
Forse i Consiglieri conoscevano il vero, ma non tutta la verità.
L'ombra di un oggetto è vera, ma non è la verità.
Solo i Mistici l'hanno potuta vedere "faccia a faccia", e Jenna ci è riuscita.
Cosa ha visto realmente? Perché è così reticente a parlarmi di ciò che le è accaduto?
Lei sembrò leggergli nel pensiero.Solo i Mistici l'hanno potuta vedere "faccia a faccia", e Jenna ci è riuscita.
Cosa ha visto realmente? Perché è così reticente a parlarmi di ciò che le è accaduto?
<<Ti racconterei nei dettagli tutto quello che mi è accaduto...>> disse Jenna con voce turbata <<... ma so già che se te lo dicessi, non mi guarderesti più allo stesso modo, con gli stessi occhi con cui mi guardi adesso>>
Luca scosse il capo:
<<Guardare non so, ma non potrei amarti di meno! Neanche se lo volessi.
Alcuni si illudono di poter cambiare i propri sentimenti tramite la volontà.
Come se si potesse scegliere in amore, come se non fosse un fulmine che ti spezza le ossa e ti lascia lungo disteso in mezzo alla strada.
Ho cercato in tutti i modi di dimenticarti, ma non è servito a niente. E' vano negare un sentimento.
Non si comanda al senso di mancanza che ci coglie al solo pensiero di perdere la persona amata. In questo senso l'amore è un dolore protratto, perché si oscilla tra la paura di perdere la persona amata, e la perdita stessa.
Parlando per similitudini e metafore, nel cuore non risiede solo l'amore, ma anche il dolore.
Per anni mi sono opposto a questa condanna, ma poi ho capito una cosa.
E' il dolore che ci dà la certezza di esistere, più di qualsiasi altra cosa.
Forse è l'unica verità che conosco.
E' quando soffriamo che ci rendiamo conto, senza ombra di dubbio, di essere reali.
Le emozioni e i sentimenti piacevoli possono sembrarci falsi, perché è tutto troppo perfetto, come nei bei sogni.
Ma sono gli incubi quelli che ci fanno aprire gli occhi e riprendere il contatto con la realtà.
Non temere dunque di raccontarmi la tua storia, per quanto terribile possa essere.
Potrei persino amarti di più>>
Jenna, che aveva studiato la poesia latina, fu colta da una riminiscenza:
<<Amare magis, sed bene velle minus>>
Luca ne fu compiaciuto:
<<Ora ho la conferma che sei veramente tu! Solo tu potevi declamare Catullo in metrica classica durante un simile discorso. Ed è vero che amare e voler bene sono due cose diverse.
Ma dovresti anche sapere che non posso volerti meno bene, perché il mio sentimento va ben oltre l'attrazione o il desiderio.
Se un fiore ti attrae e lo cogli, non gli vuoi bene e non lo ami, perché recidendolo lo uccidi, ma se lo ami davvero, lo lasci dov'è e te ne prendi cura, innaffiandolo tutti i giorni>>
Jenna era commossa.
Lo guardò fisso negli occhi, dandogli il tempo di farsi avanti, ma essendo lui così restio a lasciarsi andare, allora prese lei l'iniziativa e lo strinse a sé.
Si scambiarono un bacio lieve e romantico, perché era il momento della tenerezza, non quello della passione.
Non ancora. Non lì.
Lei era bellissima, ma Luca sapeva che di troppa bellezza si può anche morire.
La bellezza può essere una trappola e troppe volte, in passato, ci era caduto.
E allora i versi del poeta potevano tornare di nuovo utili, ma senza bisogno del latino e della metrica.
Misero Catullo, smettila di vaneggiare, e quello che hai perduto consideralo perduto per sempre.
L'impulsività degli anni verdi era passata da tempo, così come la giovinezza.
Ma non era necessariamente un male.
Aveva appreso che la via lunga è anche la più breve, e che la pazienza non soltanto è la capacità di aspettare, ma piuttosto quella di saper utilizzare bene il tempo nell'attesa.
Jenna, con la testa appoggiata sulla spalla di lui, riuscì ancora una volta a leggergli nel pensiero.
<<Sei diventato più saggio>>
Luca sorrise:
<<Ti aspettavi un maggiore trasporto, da parte mia?>>
Lei sorrise a sua volta:
<<Assolutamente no! Anzi, la compostezza è segno di maturità.
Non siamo più i due ragazzini impetuosi di sei anni fa. Ora siamo entrambi più saggi.
E la saggezza non è altro che sofferenza guarita.
Per questo non devi essere prigioniero del passato: ciò che è accaduto è stata una lezione, non una condanna.
Il peso della vita cresce con l'età, eppure ci vuole moltissimo tempo per diventare giovani.
E il nostro scopo non è vincere: è rimanere in gioco il più a lungo possibile, in condizioni tollerabili>>
Luca era impressionato:
<<Parli già come un'Illuminata>>
Lei scrollò le spalle:
<<Non esageriamo>>
Lui insistette:
<<Dico davvero. Le tue doti sono eccezionali>>
Jenna gli accarezzò i capelli:
<<Anche le tue sono eccezionali, ed è tempo che siano valorizzate.
Hai incontrato sempre persone che cercavano di sminuire i tuoi successi.
Non essere tu il primo a farlo>>
Luca era perplesso:
<<Io sono sempre fuggito. Mi sono nascosto nelle narrazioni, grandi o piccole che fossero.
Storie, trame, visioni del mondo, fatti veri o presunti tali, ma soprattutto fantasie.
Sono uno che legge per legittima difesa. Uno che si rifugia nei libri. Ci entra dentro. <<Io sono sempre fuggito. Mi sono nascosto nelle narrazioni, grandi o piccole che fossero.
Storie, trame, visioni del mondo, fatti veri o presunti tali, ma soprattutto fantasie.
Non esistono forse giorni della nostra vita che abbiamo vissuti tanto pienamente in compagnia d’un libro prediletto? Ancor oggi, se mi capita di sfogliare quei libri di un tempo, li guardo come se fossero i soli calendari da me conservati dei giorni che furono, e con la speranza di veder riflesse nelle loro pagine le dimore e gli stagni e le foreste e tutti quegli altri luoghi di fantasia nei quali ho trascorso le mie ore migliori, pur non essendo essi mai esistiti.
E ora tutto mi sembra così magico, così romantico, da farmi dubitare che stia accadendo veramente.
E' forse questo uno degli attributi del tuo misterioso Regno Millenario?>>
Jenna sollevò l'indice della mano destra e lo puntò verso di lui:
<<Affronta l'Iniziazione e lo saprai>>
Luca si chiese se anche quella curiosità non fosse solo un'esca:
<<Se manca poco, potrei semplicemente attendere>>
Jenna scosse lievemente i capo, mantenendo un'espressione indulgente, ma decisa:
<<In questo caso ti troveresti dalla parte sbagliata, perché vedi, l'Iniziazione non ti dice soltanto ciò che sei, ma anche ciò che potresti essere, chi potresti diventare, se ti unissi a noi.
L'Ordine degli Arcani Supremi non è una società iniziatica qualunque.
Noi siamo quelli che stanno dietro qualsiasi società iniziatica. Noi controlliamo tutte le altre società.
I Massoni o i Sacerdoti, se confrontati a noi, sono come dei bambini che giocano a fare gli adulti, senza comprendere il significato di quello che stanno facendo.Jenna sollevò l'indice della mano destra e lo puntò verso di lui:
<<Affronta l'Iniziazione e lo saprai>>
Luca si chiese se anche quella curiosità non fosse solo un'esca:
<<Se manca poco, potrei semplicemente attendere>>
Jenna scosse lievemente i capo, mantenendo un'espressione indulgente, ma decisa:
<<In questo caso ti troveresti dalla parte sbagliata, perché vedi, l'Iniziazione non ti dice soltanto ciò che sei, ma anche ciò che potresti essere, chi potresti diventare, se ti unissi a noi.
L'Ordine degli Arcani Supremi non è una società iniziatica qualunque.
Noi siamo quelli che stanno dietro qualsiasi società iniziatica. Noi controlliamo tutte le altre società.
Quand'eri bambino, parlavi da bambino, pensavi da bambino, ragionavi da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che eri da bambino l'hai messo da parte, conservandolo con cura nello scrigno della memoria. Il bambino sarà sempre pronto a sorriderti, quando avrai bisogno di conforto, ma è tempo che tu vada avanti.
Il Dormiente deve essere risvegliato!>>
Mappe geopolitiche dell'Europa centro-orientale e sfere di influenza tedesca, russa e turca
Da "Limes". Mappe realizzata da Laura Canali.
venerdì 29 giugno 2018
L'offensiva diplomatico/militare nella valle di Daraa (Siria)
L’equilibrio del sud della Siria sta per essere deciso dall’ultima grande offensiva dell’esercito di Damasco.L'esercito siriano sta tagliando in tre sacche separate le zone occupate dagli islamisti nella provincia di Daraa (compresa la zona meridionale della città).
Nelle ultime settimane, dopo una fase di interventi mirati dell'aeronautica, l'esercito siriano ha avviato la campagna di terra, conquistando anche la strategica cittadina di Busra Harir, strappando ai "ribelli" l'intera regione di Lajat. Inutile la resistenza islamista di fronte ad un massiccio attacco governativo guidato dalla forza tigre e supportato da jet siriani e russi.
I siriani vanno rapidamente riducendo il saliente islamiste a nord-est di Daara. In questo modo hanno accorciato il fronte di diversi km e creato nuove vie di rifornimento.
I quadrati verdi indicano le città che stanno trattando una riappacificazione con il governo siriano.
La battaglia per Daara e Nasib si sta combattendo anche sul tavolo della diplomazia. La Giordania sarebbe anche favorevole a cessare il suo supporto alle milizie islamiste, ma Israele e gli USA si oppongono. Il pretesto per non cessare il sostegno a tali milizie sarebbe la presenza di truppe iraniane. Ma è solo un pretesto, come tanti altri. La Giordania vorrebbe la normalizzazione dei rapporti con Damasco, anche per ragioni commerciali. Ma a Tel Aviv e Washington sono contrari.
Le milizie sciite libanesi e irachene, e i consiglieri militari, si ritireranno dalle zone nelle province di Daraa e Quneitra a ridosso delle Alture del Golan, nel Sud della Siria. Il governo siriano avrebbe accettato la mediazione russa con Israele. Si dovrebbe formare una zona cuscinetto “senza presenza iraniana”, probabilmente profonda 60 chilometri, come chiesto l’anno scorso dal premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Netanyahu è tornato alla carica nel lungo colloquio il 9 maggio scorso a Mosca, in occasione delle celebrazioni della vittoria russa contro la Germania nazista. Il presidente Vladimir Putin aveva dichiarata qualche giorno dopo che le “forze militari straniere” avrebbero dovuto ritirarsi dalla Siria una volta sconfitte le formazioni terroristiche. L’Iran aveva protestato e ribattuto che i suoi consiglieri militari sono in Siria su richiesta del governo di Bashar al-Assad.
Il pressing russo su Damasco ha porta ora a questo compromesso. Le forze iraniane e milizie sciite alleate saranno ritirate dai territori più vicini a Israele. Assad ha ottenuto in cambio il via libera da Mosca per un’offensiva nella provincia di Daraa, con sole forze militari regolari siriane, per riconquistare i territori ancora in mano ai ribelli e riaprire il valico di frontiera che porta ad Amman, in modo da ripristinare il collegamento autostradale fra la capitale siriana e quella giordana.
La riconquista da parte dell’esercito siriano è chiaramente una sconfitta strategica da parte di Israele. È chiaro che riavere le forze armate di Damasco al suo confine non era il sogno di Benjamin Netanyahu, che dall’inizio della guerra ha sostenuto i ribelli della parte meridionale della Siria e si ritrova invece “il nemico alle porte” e i ribelli in procinto di cadere. Ma Israele sa anche che da questa sconfitta, può trarne una vittoria.
La vittoria consiste nell’allontanamento delle truppe iraniane. Perché se è vero che Israele può colpire le forze dell’Iran autolegittimandosi con la presenza di una minaccia esistenziale al nord del suo territorio, la stessa cosa non può farla con Assad. Come può Israele pretendere le forze armate siriane non riconquistino il proprio territorio? Sarebbe una richiesta assurda che non potrebbe essere accolta neanche dall’interlocutore privilegiati di quel blocco: la Russia.
Ed ecco quindi la possibile svolta nei piani di Israele. Non colpire la Siria, purché la presenza siriana eviti la contemporanea presenza di truppe iraniane e di Hezbollah. Ecco la tattica di Israele. Ed è un’idea che la Russia sta in qualche modo avallando se non addirittura contribuendo a rendere concreta. Netanyahu vuole allontanare le truppe iraniane dalla Siria? Allora, deve permettere alle forze di Assad di riprendere il controllo del Sud.
Assad, in questo momento, ha una carta fondamentale da giocarsi. I ribelli stanno scomparendo o cedendo le armi. Gli Stati Uniti hanno abbandonato le sacche di Daraa e la Russia sta già iniziando a martellare le roccaforti ribelli. L’avanzata di Damasco sembra ineluttabile. E Israele non può fermarla. A meno di tragici errori tattici da parte delle forze armate siriane, come un’avanzata verso il Golan occupato da Israele. Questa situazione fornisce al leader siriano la quasi garanzia di vincere. E lui può farlo insieme alla Russia, escludendo l’Iran ed Hezbollah dall’assalto sul fronte meridionale.
Del resto Israele ha sempre chiesto questo: che le forze iraniane e le milizie sciite rimanessero lontane dal confine. Netanyahu ha chiesto un completo ritiro da tutto il territorio della Siria. Ma già non avere queste forze né al confine né nella fascia di 50 chilometri al di là della linea del fronte, è una realtà che i vertici della Difesa israeliana apprezzerebbero. Pertanto, tra i due mali, ecco il male minore: la Siria riprendere il controllo, ma l’Iran ed Hezbollah devono rimanere lontani dalle operazioni.
Ma non c’è solo l’Iran al centro della strategia israeliana. Tra le linee rosse imposte da Israele all’inizio della guerra in Siria, c’era anche la protezione della popolazione drusa del Golan. Questa comunità è da sempre sotto l’ala protettrice di Israele, ed è confermato dal fatto che è stata sempre esclusa dal conflitto. I ribelli conquistavano le località limitrofe senza minacciarli. L’esercito siriano non reagiva alla mancata risposta dei drusi alla leva obbligatoria. Sarebbero considerati disertori, ma Assad ha sempre chiuso un occhio.
Le cose però stanno cambiando. Assad avanza e i ribelli stanno perdendo. E negli ultimi giorni, due razzi hanno colpito la città di Sweida, a maggioranza drusa. E adesso Israele si ritrova di fronte a un dilemma: come salvare i drusi?
Assad, anche in questo caso, ha una carta molto importante. E a giocarla è stata la Russia, che, secondo Haaretz, ha inviato due generali a parlare con le autorità locali di Sweida. L’esercito siriano è disposto a tutelare la città e a non considerarla ostile, ma vuole che i drusi si uniscano alle sue forze. In caso contrario, la Russia e la Siria considereranno la città come ribelle, quindi possibile oggetto di bombardamenti.
Israele difficilmente potrebbe intervenire militarmente contro la Russia e contro la Siria per difendere una comunità all’interno di un Paese nemico. Anche a livello politico, l’opinione pubblica potrebbe non accettarlo. Ed esistono poi molti contatti fra i drusi e il governo siriano, in particolare per le città al confine con il Golan occupato.
In questo caso, Israele, consapevole dell’ineluttabile vittoria di Assad al sud e convinto dalla fine dei ribelli – fonti locali parlano di centinaia di miliziani che si sono consegnati all’esercito – potrebbe accettare questa soluzione per evitare che i drusi finiscano nel conflitto. Una volta garantito sull’assenza di Hezbollah e di forze iraniane, lo Stato ebraico potrebbe ottenere il massimo risultato ormai raggiungibile.
Aggiornamento:
La situazione nel governatorato di Daara è in costante evoluzione. Diversi tavoli delle trattative di resa/riconciliazione aperti. Si registrano comunque combattimenti in varie aree anche se per i miliziani islamisti la situazione è critica. La Giordania sembra appoggiare il ritorno dell'esercito siriano lungo i suoi confini. Questo anche al fine di evitare un'emigrazione di massa dalla Siria verso la Giordania.
The settlements of Um Oualad, Da’il, Tafas, Saida, Um Mayazin, Taybah, Nassib and Jabib in southern Syria have accepted a reconciliation agreement with the Damascus government, according to pro-government sources.
Earlier, the town of Ibta also accepted the very same reconciliation agreement.
These 8 settlements will be fully controlled by pro-government forces soon. Servicemen of the Russian Military Police will also enter the area according to some reports.
Mappe geopoliche del Mediterraneo
Carta di Laura Canali, 2018.
http://www.occhidellaguerra.it/italia-usa-cina/
Da "Gli Occhi della Guerra"
L’Italia torna al centro del Mediterraneo e dei giochi per il suo controllo. Le grandi potenze mondiali hanno capito che questo governo può essere un’opportunità per tutti. E cominciano a giocare a carte scoperte per mettere Roma nel proprio blocco. Ma l’Italia da che parte sta? E, soprattutto, per quanto tempo possiamo continuare a essere i grandi equilibristi dell’Europa mediterranea?
Salvini con Bolton
Le ultime ore danno un quadro abbastanza chiaro del difficile gioco italiano. Ma anche delle molteplici anime che convivono all’interno del governo Lega-5 Stelle.
Matteo Salvini ha incontrato John Bolton a Roma ribadendo l’assoluta fedeltà dell’Italia agli Stati Uniti d’America. Un incontro che lo stesso ministro dell’Interno ha descritto così sul suo profilo Facebook: “Piena condivisione sui temi della lotta all’immigrazione clandestina e del terrorismo, a conferma del rapporto di amicizia e lealtà che lega Italia e Stati Uniti”.
Non è un mistero che questo governo piaccia agli Stati Uniti. La benedizione di Donald Trump a Giuseppe Conte è arrivata da tempo. E sembra che l’amministrazione americana abbia trovato proprio nell’esecutivo italiano quella spina nel fianco dell’Unione europea cercata in questi mesi.
Anche sul tema delle aperture alla Russia, il premier italiano e il presidente Trump si trovano sulla stessa lunghezza d’onda. A Washington ritengono che l’Italia possa essere utile anche a questo scopo. Possiamo essere un ponte. Certo, questo non significa lasciarci carta bianca. Ma all’interno della cornice creata dalla Casa Bianca, l’Italia può ritagliarsi uno spazio più autonomo anche sul fronte di Mosca, dove i legami sono molto buoni.
Toninelli apre alla Cina
Se Salvini riceve il Consigliere per la Sicurezza nazionale americano, Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture, è invece intervenuto in diretta video al convegno “Belt&Road Initiative” a Milano parlando in maniera entusiasta della Cina. Il ministro ha definito la Nuova Via della Seta come “una sfida di livello planetario, una frontiera che può e deve vedere l’Italia protagonista in prima linea rispetto alle tante opportunità che ci si presenteranno davanti”.
Il ministro, in quota Cinque Stelle, ha detto che “la nuova Via della Seta è l’appuntamento che deve vederci al centro della scena e non ai margini”, ed ha concluso confermando “il massimo impegno da parte mia e del mio governo” al fine di portare l’Italia al centro del progetto mediterraneo de grande progetto cinese.
Un’apertura importante, nel solco dei precedenti governi. L’Italia è da sempre al centro delle strategia cinesi in Europa, con i porti di Trieste e Genova considerati come le ancore italiane del progetto della Nuova Via della Seta.
L’Italia al centro della sfida Usa-Cina
Anche in questo si evince l’anima molteplice d’Italia. Giochiamo sull’orlo dello scontro tra superpotenze. Ma potrebbe arrivare presto la “resa dei conti”.Non siamo in un’epoca di equilibrismi: gli Stati Uniti di Trump sono diventati molto esigenti. A Washington non c’è più una strategia di compromesso. Il motto sembra essere “o con noi o contro di noi”. E l’hanno dimostrato in molte crisi internazionali.
La Cina è considerata dagli Stati Uniti un avversario strategico. E questa può essere una chiave di lettura per capire perché gli Stati Uniti abbiano di nuovo posto l’Italia al centro della loro strategia. Non solo benevolenza nei confronti del governo, ma soprattutto pragmatismo. L’America non vuole la Cina in Europa. E un’Italia al centro delle strategie cinesi per il Mediterraneo preoccupa gli interessi statunitensi, che considerano la Nuova Via della Seta un pericolo molto serio.
La guerra commerciale fra Washington e Pechino passa anche per la sfida per l’Europa. La Nuova Via della Seta è un progetto faraonico che non è solo economia, ma soprattutto legami politici. E la Casa Bianca non vuole assistere alla crescita di Pechino nel Mediterraneo dopo che ha già posto solide basi in Grecia e Spagna e nel Nordafrica. E l’impressione è che da Washington ci stiano richiamando all’ordine.
giovedì 21 giugno 2018
Vite quasi parallele. Capitolo 124. Aristocrazia Bianca e Aristocrazia Nera.
<<Non ho ben capito quale sia, all'interno dell'Ordine degli Iniziati, la differenza tra l'Aristocrazia Bianca e l'Aristocrazia Nera>> disse Riccardo Monterovere al Consigliere Albedo.
Il Consigliere sorrise:
<<E' un argomento su cui i profani hanno fatto molta confusione. Ogni epoca ha definito a modo suo questa realtà, facendo riferimento ad alcuni dettagli che coglievano solo una minuscola parte del concetto. Succede spesso, tra i profani: le singole cose che dicono possono anche essere vere, ma nel loro complesso non sono mai la Verità.
Fatta questa doverosa premessa, partirei proprio dalle definizioni profane.
Con il termine Aristocrazia Nera, si definiva nel passato quella parte di aristocrazia romana rimasta fedele al Papato dopo il 1870, e che, ricoprendo alte cariche nei ranghi dell'amministrazione pontificia, era tenuta a indossare l'abito di corte o "alla spagnola" rigorosamente di colore nero, visibile nelle sue vesti originali fino al 1968 quando papa Paolo VI, con il Motu proprio Pontificalis Domus, decretò la riforma della Corte Pontificia con la soppressione di parte del suo suggestivo apparato barocco.
Tra l'Aristocrazia Nera romana si ricordano in particolare le famiglie principesche e quelle dei marchesi di baldacchino che ricoprivano cariche tradizionalmente ereditarie presso la Corte Pontificia (Colonna, Orsini, Sacchetti, Massimo, Della Rovere, Patrizi Naro Montoro, Serlupi Crescenzi, Caetani, Ruspoli, Radini Tedeschi, Borghese, Chigi, Gabrielli, Guglielmi, Lancellotti, Aldobrandini, Pallavicini, Odescalchi, Altieri)
Altre famiglie comitali che nel corso dei secoli avevano ricevuto dal romano Pontefice titoli o altri privilegi, furono i Torlonia, Theodoli (marchesi di baldacchino), Soderini (conti di baldacchino), Mazzetti di Pietralata, del Gallo di Roccagiovine, Gentiloni Silveri, Senni, Ricci Parracciani, Lepri di Rota, Rocchi, Nannerini, Bufalari, Datti, Pietromarchi, Pacelli, Nasalli Rocca, Pecci, Cantuti Castelvetri, Ugolini di Montolmo; molti membri delle famiglie predette erano tradizionalmente appartenenti alle Guardie Nobili.
All'epoca si diede il nome di Aristocrazia Bianca a quelle famiglie nobiliari che giurarono subito fedeltà ai nuovi sovrani di Casa Savoia. Tra la nobiltà "bianca" si annoveravano i Boncompagni Ludovisi, Ottoboni, Cesarini Sforza, Doria Pamphilj, Sciarra, Schiaratura, Lovatelli, rami minori dei Caetani, degli Odescalchi e dei Pallavicini. Non mancarono infatti famiglie che, con il venir meno del fedecommesso, si divisero al loro interno accrescendo l'autonomia dei rami cadetti.
Molte delle famiglie della nobiltà nera chiusero i portoni dei loro palazzi (atto che esprimeva il lutto) in segno di dissenso e rifiuto dei nuovi sovrani, fino almeno al 1929, anno dei Patti Lateranensi; tipico il caso del portone del palazzo Lancellotti ai Coronari, sulla omonima piazza, rimasto chiuso fino agli anni settanta.
Ma questo aspetto è solo un granello di sabbia in un immenso deserto, o una piccola goccia in uno sconfinato oceano>>
A Riccardo venne in mente un dato storico:
<<Nel Medioevo, a Firenze, i Guelfi si divisero in due fazioni. I Neri erano la fazione fedele al Papa. C'entra qualcosa, questo fatto?>>
Il Consigliere Albedo annuì compiaciuto:
<<Naturalmente. La corrente dei Neri fiorentini, capeggiata dalla famiglia dei Donati, è sempre stata quella più vicina alla supremazia di Roma.
E' nota anche una Nobiltà nera veneziana, che affermò definitivamente il proprio potere nella prima delle tre crociate, dal 1063 al 1123, sulla Serenissima Repubbliva trasformandola in una oligarchia aristocratica nel 1171-1172 con l'istituzione del Maggior Consiglio, che si arrogò il diritto esclusivo di nominare il Doge.
Oltre a quella veneziana si aggiunse anche la Nobiltà Nera di Genova, che insieme ai Neri di Venezia, di Firenze e di Roma, aveva diritti privilegiati sin dal dodicesimo secolo.
Tra queste famiglie si crearono delle alleanze sancite da accordi matrimoniali.
In generale possiamo dire che l'Aristocrazia Nera è sempre stata alleata del Papato, e prima ancora della classe sacerdotale ufficiale. Per questo le sue idee politiche sono considerate "tradizionaliste", persino all'interno dei fedeli della Chiesa Cattolica.
Ma attenzione! Questa è solo la "facciata", l'immagine pubblica.
La realtà invece, come sempre, è molto diversa ed estremamente più complessa.
Le famiglie italiane sono decadute, ma il loro sangue scorre in alberi genealogici di case reali straniere.
La casata più importante è diventata quella dei Welfen (da cui il termine Guelfi), ed è il momento che tu sappia chi è attualmente, e segretamente, al vertice dell'Aristocrazia Nera>>
Riccardo aveva sentito delle voci in proposito, ma voleva prima farsi un'idea generale:
<<Credo di conoscere, almeno in parte, la risposta. Ma prima vorrei sapere qualcosa di più sull'Aristocrazia Bianca>>
Albedo e il professor Monterovere si scambiarono uno sguardo d'intesa:
<<I Bianchi fanno riferimento a un Principio Metafisico differente.
Sono sempre stati su posizioni che potremmo definire "eretiche" e accostare allo Gnosticismo e all'eresia dei Catari. Portavano avanti le istanze dei Manichei e dello Zoroastrismo, che sono poi quelle che maggiormente risultano coerenti con i Misteri dell'Ordine degli Iniziati.
Vi troviamo quindi tutte le famiglie aristocratiche che si sono opposte apertamente al Papato, e quindi i Waiblingen (da cui il termine Ghibellini), detti anche Hohenstaufen, e tutti i loro alleati in Germania, in Italia e in Francia, specialmente in Provenza e in Occitania, con alcune diramazioni che arrivano alla Catalogna e alla Navarra.
Ufficialmente hanno "perso la guerra" contro l'ortodossia cristiana, ma in realtà sono sopravvissuti come federazione di società segrete, ed il loro potere, come può testimoniare il Professor Monterovere, è ancora notevolmente elevato, e vive un momento di crescita>>
Riccardo si trovò a simpatizzare istintivamente verso questi ultimi e si chiese come mai erano stati disposti a scendere a patti con i loro eterni rivali dell'Aristocrazia Nera.
Anche questo punto doveva essere chiarito, ma restava un'ultima domanda preliminare:
<<L'Aristocrazia Bianca e l'Aristocrazia Nera che legami hanno con la Dinastia del Serpente Rosso?>>
Il Consigliere Albedo sorrise con ostentata condiscendenza:
<<Mio caro ragazzo, il Serpente Rosso è il tronco da cui si è diramato tutto il resto, e quindi anche le due aristocrazie contrapposte.
Queste famiglie eminenti sono tutti rami collaterali dello stesso grande albero, e in esse scorre la stessa linfa, lo stesso sangue, ciò che noi chiamiamo "I Fiumi di Porpora">>
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