lunedì 25 marzo 2013

Albero genealogico della Famiglia Reale Inglese

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L'Albero genealogico dei Windsor comprende in senso stretto i discendenti della regina Elisabetta II e di sua sorella, la defunta principessa Margaret, contessa di Snowdon.
Indica solo i "Principi del Sangue Reale" cioè i componenti della famiglia reale per "diritto di nascita".
Il titolo di Principessa Reale (la più anziana tra le figlie del monarca in carica) spetta ad Anna Windsor, sorella minore di Carlo, Principe di Galles ed erede al trono.
Non compaiono quindi i coniugi dei vari principi e principesse del sangue reale.
L'Albero genealogico dei Windsor in senso ampio comprende tutti i discendenti di Giorgio V, il primo ad utilizzare il cognome (in precedenza la dinastia si chiamava Sassonia-Coburgo-Gotha, come quella dei reali belgi) e i loro coniugi. Attualmente i coniugi della linea primogenita sono: Filippo Mountbatten, duca di Edimburgo e marito della regina; Camilla Parker-Bowles, duchessa di Cornovaglia e moglie del principe Carlo e infine Kate Middleton, duchessa di Cambridge, moglie del principe William. 
E' prevista per la seconda metà di luglio la nascita del primogenito dei duchi di Cambridge.



Qui sotto si può osservare un più ampio e completo albero genealogico della dinastia Windsor



La più famosa tra i consorti dei membri della famiglia reale è stata sicuramente lady Diana Spencer di Althorp, Principessa del Galles (1961-1997) che fu la prima moglie del principe Carlo e la madre del principe William, e quindi anche nonna del famoso Royal Baby che nascerà in luglio.



Attualmente la dinastia ha assunto il cognome di Mountbatten-Windsor, per i discendenti di Elisabetta II, dal momento che il suo consorte Filippo di Edimburgo porta il cognome di Mountbatten. Tale cognome deriva dalla traduzione in inglese del tedesco Battenberg, che era il cognome della madre di Filippo, lady Alice di Battenberg (1885-1969) che fu la suocera della regina Elisabetta. Ho recentemente dedicato un post ad Alice di Battenberg, una donna decisamente fuori del comune.

La linea di successione al trono è attualmente quella che segue:



Il Royal Baby che nascerà intorno al 20 di luglio sarà automaticamente terzo nella linea di successione, a prescindere dal suo sesso, in quanto nel 2011 è stata abolita la Legge Salica, che dava precedenza ai maschi. Quindi anche se dovesse nascere una bambina, sarebbe lei ad essere terza in linea di successione dopo suo padre William e suo nonno Carlo.
Prepariamoci dunque ad aggiungere un nuovo nome al Windsor Family Tree.


Ma nel frattempo risaliamo alle radici e cioè al legame di parentela tra la regina Vittoria e la regina Elisabetta II, di cui Vittoria era la trisavola.



Nell'albero genealogico sottostante si vedono gli antenati della regina Elisabetta II e della dinastia reale Windsor, risalendo al nonno Giorgio VI, primo dei Windsor, a suo padre Edoardo VII di Sassonia-Coburgo-Gotha, alla madre di quest'ultimo, la regina Vittoria di Hannover.

La dinastia Hannover aveva ereditato il trono inglese in quanto la madre di Giorgio I, l'elettrice Sofia del Palatinato, era figlia di Elizabeth Stuart, l'ultima discendente non cattolica della dinastia Stuart.





La discendenza da Sofia del Palatinato (e quindi da Elizabeth Stuart) è contestata dai discendenti del principe Giacomo Stuart, figlio di Giacomo II Stuart e della seconda moglie, Maria di Modena, che furono deposti dalla seconda rivoluzione inglese in quanto cattolici, assolutisti e reazionari.
I discendenti di Giacomo Stuart, detti Giacobiti, hanno da sempre rivendicato la Corona Britannica. Tra essi vi è anche l'attuale Duchessa d'Alba, Cayetana Maria Stuart, coetanea di Elisabetta II.



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Aggiornamento al 2019
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L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 6. Alienor di Alfarian, la regina degli Elfi.


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Alienor di Alfarian, sovrana degli Alfar e dei Drow, regnava da oltre trent'anni sul nord del continente, ma la sua autonomia era fortemente limitata dal giuramento di vassallaggio nei confronti dell'imperatore Marvin Eclionner, che aveva restaurato gli Alfarian sul trono di Elenna sul Dhain.



Quel giorno Alienor era turbata perché Faikan ed Eleanor, i figli che erano nati dal suo primo matrimonio col defunto Elner XI Eclionner, erano partiti per Gothian, dove l'Imperatore-Profeta avrebbe deciso il loro futuro.
Decisioni note ormai: Eleanor sposerà Arthur, il figlio di Marvin, e Faikan sposerà Helena, la sorella di Marvin.
Eleanor e Faikan si sentivano pronti: erano cresciuti con Marvin a Gothian e lo consideravano come un padre.
Erano stati comunque gentili con Alienor e con il resto della famiglia reale: il principe consorte Lorran Plum, secondo marito della regina, e i due figli nati da quel matrimonio: Marie France, sposata al conte di Champagne e Legolas, erede al trono degli Alfar e dei Drow.
Legolas era il prediletto di Alienor, perché era il "figlio dell'amore", nato dal secondo matrimonio, quello con l'uomo che lei amava.
Un uomo che però non era nobile e non era neppure un Alfar.
Lorran era un pirata. L'ho amato, ma ora è nostro figlio a pagarne le conseguenze. Ha bisogno di alleanze matrimoniali forti.
Era diritto dell'Imperatore-Profeta approvare qualunque decisione di fidanzamento che riguardasse Legolas, in quanto suo vassallo.
Marvin ci tratta come conigli: per ogni maschio degno di salvezza, sceglie per lui una femmina riproduttrice che sia conforme ai suoi progetti genetici! Questo è intollerabile!
Ma ormai il potere era nelle mani di Marvin e tutto l'universo pareva girare intorno al castello di Gothian.



Alienor sapeva che in quel castello, l'Imperatore-Profeta teneva prigioniera la contessa di Gothian, Daenerys von Steinberg, con l'accusa di alto tradimento.
Era giunto il momento di valutare la possibilità  di un colloquio con il fratello di Daeberys, il leggendario Daemon  "Iceblood" von Steinberg, Principe di Thule.





Alienor poteva avvalersi di alcuni Drow, gli elfi neri che mantenevano buoni rapporti con l'Ultima Thule, per sondare il terreno.
Morgil Thalion, il principe dei Drow, aveva un conto in sospeso con Marvin Eclionner e avrebbe volentieri appoggiato eventuali strategie volte a indebolire l'Imperatore-Profeta.

Ma come sarebbe stato possibile indebolire un uomo che aveva il dono della premonizione?
Ora però è giunta voce che l'Imperatore stia perdendo il controllo di buona parte della Profezia. Le linee del futuro si stanno oscurando. 
La voce proveniva dalla Veggente del monte Konar.
Ha detto che il Sentiero Dorato è divenuto oscuro e oltre un certo limite è impedita la Visione profetica. Marvin brancola nel buio.
Alienor aveva in mente di colpire l'Imperatore-Profeta con gli stessi metodi che lui utilizzava con gli altri.
Ci manipola scegliendo i nostri compagni? Allora noi faremo la stessa cosa contro di lui!
Il tutto stava nello scegliere una donna in grado di farlo innamorare.
Daenerys c'era quasi riuscita, ma non ha approfittato del suo ascendente. Che stupida! Avrebbe potuto manovrarlo come un burattino e invece ha solo suscitato la sua ira. 
No, ci voleva una donna diversa,  una che fosse nel contempo in grado di incantarlo e di influenzarne a tal punto le sue decisioni da mettere in repentaglio l'esistenza stessa del Sentiero dorato.
Una che finga di adorarlo come sua moglie Igraine, che lo attragga come Daenaerys, la Divoratrice di Cuori, che lo faccia divertire, come Ellis, e che riesca a fare di lui un burattino nelle mie mani. Lo farei io stessa, se solo fossi un po' più giovane.
Ebbe un'intuizione.
Sì, come me, ma un po' più giovane...
E i suoi occhi ricaddero su sua cugina Alice, figlia del duca Ywain de Bors.

Quella fanciulla aveva tutti i requisiti.
Adora Marvin, perché lo vede con gli occhi adoranti di suo padre, lord Ywain, che è sicuramente uno dei migliori amici dell'Imperatore. E' attraente, e di sicuro corrisponde al suo ideale estetico.
E' simpaticissima, e molto intelligente. Basteranno poche, ma efficaci istruzioni e potrà diventare per Marvin più pericolosa di qualunque cospirazione!
L'entusiasmo iniziale lasciò il passo ad un momento di più cauta meditazione.
Sapeva di correre molti rischi, per sé e per la sua famiglia.
Ma il suo timore non derivava solo dal pericolo che Marvin potesse scoprire i suoi piani.
No. Il mio timore ha un'altra radice e questa radice è la speranza.
E la speranza fa paura. 


Cast

Cate Blanchett (Galadriel) - Alienor di Alfarian

Orlando Bloom (Legolas) - Legolas di Alfarian

Daemon Blackfire Targaryen - Daemon Steinberg di Thule

Mia Wasikowska (Alice in Wonderland) - Alice de Bors


Capitolo 7



La principessa imperiale Irulan Eclionner era da trent'anni reggente della città di Lathéna, in absentia Imperatoris.
Un'assenza che dovrebbe continuare a rimanere tale.
L'imperatore Marvin I della dinastia Eclionner risiedeva infatti all'estremo opposto del continente, presso il castello di Gothian, nell'Artide.


Irulan non aveva mai capito perché suo cugino avesse sempre preferito quel luogo disgustoso agli agi dell'antica capitale.
E' pazzo. E questa sarebbe una spiegazione più che sufficiente, se non ci fossero ben altri validi motivi per temere il peggio.
Dal suo nido d'aquile di Gothian, l'Imperatore-Profeta Marvin Eclionner Vorkidian controllava direttamente gli Albini, quelli che, con slancio mistico, aveva soprannominato: "La Fratellanza Bianca".
Vampiri... e chi sa quale altra feccia si è rintanata nelle segrete di Gothian! Tutti i servi dell'anima dannata del conte Fenrik, che bruci all'inferno... tutti passati al nuovo padrone...
Tutti uniti dalla non-morte, anche se Marvin era riuscito a diventare immortale senza essere contagiato dalla maledizione dei vampiri, e cioè il nutrimento ematico. 
Ma per l'Imperatore-Profeta, l'immortalità stessa era una maledizione.
Un immortale che non ha mai amato la vita! Già da qui si capisce il paradosso interiore che lo ha portato alla follia.
Irulan trovava ripugnante il modo con cui Marvin si era servito di quella marmaglia di non-morti per imporre il suo potere sui nobili Alfar, sui valorosi Keltar e, peggio di ogni altra cosa, sugli antichi e onorevoli Lathear.
Ho tollerato questa abominazione per troppo tempo. 




Irulan si era fidata per trent'anni delle capacità politiche del suo primo ministro, Bial Kyoto, detto l'Eunucoche era anche, e soprattutto, il capo dei Servizi Segreti imperiali.
Questo lo aveva reso indispensabile.
Troppo.
Nessuno è insostituibile a questo mondo. 
Tranne me, ovviamente.
Doveva trovarsi un nuovo alleato, prima che fosse troppo tardi.
Bial era un personaggio eccentrico, ostentatamente effeminato, ma sarebbe stato un grave errore sottovalutarlo.
La sua astuzia e la sua esperienza erano stati in passato uno degli elementi fondamentali per il regime imperiale, almeno entro i tradizionali confini dominati dai Lathear.



La legge e l'ordine erano dipesi da lui fin dai tempi della reggenza di Ellis Eclionner, ben prima che Marvin salisse al trono, e questo pareva ad Irulan qualcosa di insopportabilmente noioso.
Le acque di Lathena sono state fin troppo calme: il dispotismo, anche il più illuminato, finisce per addormentare le menti. E la schiavitù comincia sempre col sonno.
Irulan lo sapeva più di chiunque altro.
All'inizio aveva acclamato Marvin come un liberatore, quando aveva deposto l'usurpatrice Marigold Ataris, la vedova del conte Fenrik.
Tutto il Senato Imperiale aveva riconosciuto Marvin come capo della Dinastia e sovrano indiscusso, per acclamazione.
La libertà muore sempre così: tra scroscianti applausi.
Dietro a quelle ovazioni c'era il terrore per ciò che Marvin era diventato, dopo la metamorfosi.
Dicono che non sia invecchiato neanche di un giorno! 



Il suo aspetto, raccontavano gli ambasciatori, era rimasto quello di un ragazzo di vent'anni.
Ma nel frattempo una nuova generazione di Eclionner era cresciuta sotto la sua ombra.
La Dinastia sforna solo dei pazzi, come l'ultimo che ci hanno mandato da Gothian!
Irulan nutriva un grande astio verso il nuovo vice-reggente, Anakin Eclionner, il giovane rampollo destinato a collaborare con lei nel governo di Lathena.
Un bel giovane, certo, ma impulsivo e insolente, oltre che stupido.



Del resto, che cosa ci si può aspettare dal figlio di Sephir e Marigold?
Due genitori peggiori non potevano esistere.
Sephir Eclionner, il precedente Principe della Corona, nonno di Marvin, era stato un uomo feroce, consumato dalla rabbia per essere stato escluso dalla successione al trono imperiale, dopo la disfatta di Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue.



Dopo decenni di esilio, di intrighi e ruberie con i peggiori criminali, quel vecchio miserabile era riuscito infine a impadronirsi di Lathena e aveva trovato ristoro tra le braccia dell'usurpatrice Marigold Edwina Ataris von Steinberg, contessa di Gothian, la più abile tessitrice di intrighi di tutti i tempi.



Ex moglie del conte Fenrik, si era risposata con l'imperatore Elner XI, cugino di Irulan e fratellastro di Marvin.
Mentre Elner si trovava in guerra, Marigold aveva usurpato il potere.
E per consolidare quel potere si è concessa al vecchio Sephir. Un'unione rivoltante sotto ogni punto di vista, come la stessa Marigold.
 Omni parte vitae detestabilis.
Quella cagna era rimasta incinta di due gemelli, Anakin e Valyria.
Quando Marvin l'aveva deposta, se l'era portata con sé come prigioniera, quando era ancora gravida, e così i gemelli erano nati a Gothian, per loro disgrazia.



Per trent'anni sono cresciuti nel freddo e nell'oscurità, senza sapere cosa volesse dire la luce del giorno.
E sarebbe stato meglio se non l'avessero appreso mai.
Bial gliel'aveva assicurato, e invece all'improvviso Anakin Eclionner si era presentato sull'Acropoli di Lathena, salutando la folla come un liberatore calato dal cielo.
Ha occhi crudeli come suo padre, ma anche tutto il fuoco interiore della madre. Ed è stato educato da Marvin...
Qual era il suo ruolo nel Gioco del Trono?
Se almeno le capacità profetiche di Marvin avessero rivelato qualcosa di chiaro!
Circolava voce che l'Imperatore-Profeta avesse perso improvvisamente il dono della prescienza.
Siamo entrati nel Cono d'Ombra, dove il Sentiero Dorato rischia di dissolversi.
In quel momento tutto era possibile.
La stessa Dinastia degli Eclionner era in pericolo.
Irulan ne aveva parlato col Sommo Sacerdote di Eclion, il venerabile padre Rudo Ulume, il più grande degli esorcisti viventi, Maestro Venerabile degli Arcani Supremi.
Nei lunghi anni del suo sacerdozio, padre Ulume aveva trasformato la Chiesa lathearica da setta satanica, adoratrice di Eclion l'Oscuro, in bonaria religione che si prefiggeva il compito di "placare le ire di Eclion".
Ormai tutti i sacerdoti sapevano che Eclion, capostipite degli Eclionner, non era il dio del sole, bensì, al contrario, il Signore delle Tenebre, supremo tra i Grandi Anziani, reggitori dell'universo, e secondo solo a Deva Ahriman, tra le forze del Male.



Irulan lo aveva sempre saputo.
Come discendente di Eclion, una parte di lei era compromessa con l'oscurità.
Ma chi, in tutto l'universo, non era compromesso?
La Luce è la mano sinistra delle Tenebre.
E quella era una lezione che molti dovevano ancora imparare.
Placare Eclion e adorarlo non sono la stessa cosa.
Pochi avevano colto la sfumatura, perché non davano importanza alle parole.
Ma le parole sono importanti. Chi parla male, pensa male, vive male.
Marvin lo sapeva, e conosceva il rispetto che Irulan avrebbe sempre nutrito nei confronti delle parole, persino di quelle di un suo rivale, perché tali parole esprimevano un ideale superiore, qualcosa che valeva più di qualsiasi trono.
"Voi potrete anche tradire me, ma non tradirete mai le mie parole".
E con quella frase, lui l'aveva resa sua schiava, per sempre.
Vincolata in eterno alla Profezia, al Sentiero Dorato.
In principio erat Verbum...
Un tempo qualcuno aveva detto così, prima del Grande Cataclisma, prima dell'Oscurantismo, prima dell'Impero.






Cast

Trine Dyrholm - Irulan Eclionner

Jaye Davidson - Bial Kyoto l'Eunuco

Kit Harington - Marvin Eclionner Vorkidian

Charles Dance - Sephir Eclionner

Lena Headey - Marigold Edwina Ataris von Steinberg, contessa di Gothian

Hayden Christensen - Anakin Eclionner

Emmanuel Milingo - Sommo Sacerdote Rudo Ulume





sabato 23 marzo 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 5.Marvin Eclionner Vorkidian



Marvin Eclionner Vorkidian stentava a riconoscere se stesso.
Il suo Sentiero Dorato, visto da vicino, non era nemmeno lontanamente simile alla Profezia, così come gli si era mostrata trent'anni prima.
All'epoca poteva ancora valere la pena intraprendere quel percorso, poiché la visione non contemplava i dettagli, i particolari, se non alcuni isolati dagli altri.
Ora che quei particolari gli erano noti, sapeva con certezza che il prezzo pagato per garantire la sopravvivenza dell'umanità era troppo alto..
La sopravvivenza non sempre è un bene, specie se per ottenerla si deve scendere a compromessi  meschini.
In quei trent'anni di regno e di disincanto, i primi ideali a cadere erano stati gli Arcani Supremi.
La lotta non è tra il Bene e il Male, ma tra un Male Maggiore e un Male Minore, e spesso non è facile distinguerli.
Persino riguardo al Sentiero Dorato era difficile stabilire se fosse un male maggiore o minore.
La Profezia si faceva sempre più oscura.
La tensione cresce, la conflittualità aumenta, ed io ho infranto troppe regole. Ho messo in crisi un ordine che vigeva da millenni, senza essere in grado di costruire un'alternativa sostenibile. L'inesperienza e la buona fede, all'inizio, potevano attenuare la mia colpa, ma adesso no, non più: ora so che anche dietro le migliori intenzioni, in ogni comunità umana vige la regola eterna del "mors tua, vita mea".
La collaborazione e l'altruismo erano finivano comunque con l'andare a scontrarsi con altri interessi, e quindi diventavano in ogni caso una parte dentro un conflitto.
Tutto questo gli era diventato chiarissimo nel momento in cui aveva affidato incarichi di potere a suo figlio Mordred.


















L'aveva chiamato così, con quel nome di malaugurio, perché gli fosse sempre di ammonimento su come fosse pericoloso essere troppo buoni con le persone che si voleva educare.
Non è servito a niente. Non ho saputo mai dirgli di no. Ho creato un mostro divenuto così potente da farmi paura. E la Profezia si oscura sempre più. Non distinguo i confini. Tutti pensano che sia io a comandare, e invece sono solo trascinato da una corrente che non controllo più, anche per colpa di mio figlio.
Nonostante avesse avuto sempre un trattamento di favore, o forse proprio per quello, il principe Mordred Eclionner era arrabbiato con il mondo.
E del resto chi di noi non è, a modo suo, arrabbiato con il mondo?
Ognuno aveva i suoi motivi. Mordred si sentiva sminuito dalla propria condizione di figlio illegittimo nato da un incesto tra un uomo divenuto poi un non-morto e una donna in età avanzata, che aveva caricato su di lui tutte le aspettative frustrate dal defunto primogenito, Elner.
Marvin ne era consapevole.
Chi dovrà essere sacrificato la prossima volta? Se toccherà a me, sarà una liberazione! Ma c'è un'unica cosa che impedirò con tutte le mie forze... nessun altro Eclionner dovrà accettare il morso del vampiro!
Teneva sotto stretta vigilanza i tentativi di Daenerys, contessa di Gothian, di sedurre Mordred.



Non parlava con Daenerys da molto tempo. Si erano visti di sfuggita alcune volte, prima che la Divoratrice di Cuori mettesse gli occhi su Mordred, violando i termini della loro tregua.
Daenerys è una stupida! Ci saremmo potuti aiutare a vicenda, se lei non si fosse ostinata a trattarmi come un cameriere... bastava solo un minimo di rispetto... ma ormai, anche questa linea di futuro è finita nell'ombra.
Quell'improvvisa notte che era scesa sul suo Sentiero Dorato, ben prima dei diecimila anni auspicati, aveva reso Marvin ancor più cinico e ipocrita nello stesso tempo.
Mordred crede che io lo ammiri! E invece mi fa paura.
Come poteva un padre provare questo per un figlio?
Perché quel figlio rappresenta tutto ciò che vorrei cancellare dal mio Sentiero Dorato. 
La sua prepotenza, la sua arroganza, la sua violenza. Con gente del genere ci sono solo due metodi: o li si batte con la forza o li si elimina con l'astuzia.
Marvin sapeva dosare con precisione questi due metodi.
Se ho vinto il Gioco del Trono un qualche motivo ci sarà!
Ma non era quello il punto.
La vera difficoltà era saper gestire la pace, la quotidianità, l'ordinaria amministrazione.
Sono un condottiero che vince e poi distrugge quel che ha conquistato.



Uno dei suoi ritratti, il preferito, lo mostrava con l'armatura scheggiata, i capelli scompigliati, in un panorama completamente deserto, dove terra, cielo, montagne e mare erano tutti dello stesso colore sabbioso.
Quel ritratto dice tutto... è un avvertimento... la gente non ci crede fintanto che non è troppo tardi... e dopo mi chiama Shaitan, Imperatore della Geenna. 
Mordred era uno di questi.
Ma non ci sarà una seconda Cammlan! Nessun padre e nessun figlio che si uccidono vicenda... no, questa volta niente battaglie, niente duelli... Mordred e tutti gli altri non hanno idea di cosa sono disposto a fare per la salvezza del mio Sentiero Dorato. 
La strategia di sopravvivenza di Marvin era quella del confondere gli avversari sia reali che potenziali.
L'inaspettato, quella era la sua cifra.
Le mie ritorsioni colpiscono con la velocità del fulmine. Il traditore non ha nemmeno il tempo di capire cos'ha sbagliato. E Mordred non fa eccezione.
Nessuno sospettava questa disposizione d'animo di Marvin verso il figlio illegittimo, ma la moglie di Mordred, Valyria, era l'unica a non fidarsi ciecamente di "zio Marvin", come lo chiamavano i giovani Eclionner.
Valyria è ancor più pericolosa. Non si lascia abbindolare facilmente. E il suo sguardo sembra leggere nella mente.



Assomigliava a sua madre in maniera intollerabile.
Quando Marvin se la trovava di fronte, le pareva che fosse il fantasma di Marigold tornato dagli Inferi per tormentarlo.
Valyria e Daenerys sono due alleate naturali: entrambe hanno perso un genitore per causa mia.
Ma io ho perso mio padre a causa dei loro genitori. Siamo pari. 
E allora perché la disapprovazione di quelle due serpi lo faceva soffrire?
Era un dolore localizzato nel petto, sotto le costole, sotto al cuore.
Non è solo un dolore, è un abisso...
In quell'abisso c'era tutta la sofferenza per ogni volta che era stato tradito, oppure rifiutato.
Quel dolore era sempre lì, lo accompagnava da mattina a sera, da una vita.
Non poteva ignorarlo, né tanto meno reprimerlo.
Ma non poteva nemmeno permettere che esso gli avvelenasse l'esistenza.
Non negava questo abisso, non lo reprimeva, ma non gli permetteva nemmeno di diventare una ossessione, una malattia.
Lo lasciò lì, ma, facendo appello a tutte le sue forze interiori, ne distolse lo sguardo.



Cast

Jon Snow - Marvin Eclionner Vorkidian
Joaquin Phoenix (Commodo) - Mordred Eclionner
Emilia Clarke (Daenerys Targaryen) - Daenerys di Gothian
Lena Headey (regina di Sparta in 300) - Valyria Eclionner



mercoledì 20 marzo 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 4. La Dinastia.




Irulan Eclionner, Reggente dei Lathear da trent'anni, era anche chiamata la Vergine Regina, e per sottolineare la sua purezza, vestiva di bianco, mentre le sue dame di compagnia, le onorevoli ladies, vestivano di nero, con veli e gramaglie.
Irulan incarnava e rappresentava lo spirito e l'unità della Dinastia Imperiale e occupava il trono del Drago al posto di suo cugino Marvin, l'Imperatore-Profeta di Gothian.



Molti la consideravano, per il fatto di essere stata testimone e protagonista di mezzo secolo di politica imperiale, la memoria storica della Dinastia.
Tuttavia, le poche persone con cui Irulan si confidava, sapevano che la principessa-reggente era ben diversa dall'immagine di solidità monolitica con cui si presentava nella sala del trono.
Non son chi fui; perì di noi gran parte...
Irulan amava molto quella citazione da Foscolo.
Non aveva mai capito se stessa, le motivazioni profonde del suo agire. Percepiva in sé, nel proprio modo di pensare e agire, una incoerenza di fondo di cui provava una segreta vergogna.
La vergine regina... come se questo fosse un merito... ah, se avessi dato ascolto ad Elner! Una donna non può rinunciare a tutto a trent'anni... nemmeno a quaranta... mai prendere decisioni definitive... se ne pentirà... prima o poi, se ne pentirà... è quasi inevitabile...
Malediceva se stessa e il modo in cui aveva liquidato suo marito, che le offriva tutto ciò di cui ora sentiva una mancanza insopportabile.
Ho lasciato morire la parte migliore di me... mi sono imbalsamata in un ruolo sempre più insostenibile... 
Persino Elisabetta I Tudor aveva percepito la vuotezza della sua vita e si era lasciata morire di fame. "Chiamatemi un prete" aveva detto, con la consueta lucidità: "ho intenzione di morire".



Elisabetta la Grande si lasciò morire di stenti... pochi lo sanno... gli storici hanno operato una censura... come se in fondo la persona non contasse nulla rispetto al ruolo... perché siamo diventati così terribilmente disumani?



La risposta era già contenuta nella domanda.
Irulan lo sapeva meglio di chiunque altro.
Chi aveva scelto il Sentiero Dorato di Marvin Eclionner Vorkidian aveva implicitamente accettato l'idea pericolosa secondo cui l'individuo sarebbe sacrificabile per il bene della specie.
E lo stesso valeva per il bene della Dinastia. Fratricidio, incesto, figli strappati ai genitori e sottoposti al lavaggio del cervello. Come ho potuto accettare tutto questo in nome di un principio astratto?
"Perì di noi gran parte".
Non c'era niente di più morto della giovane donna che era stata quando Marvin le aveva assegnato la Reggenza, ingabbiandola in una prigione con sbarre dorate.
Nei trent'anni in cui Irulan era interminabilmente sopravvissuta a se stessa, erano morti tutti coloro che, nella Dinastia, avevano rappresentato qualcosa di autonomo, di diverso rispetto al regime dell'Imperatore-Profeta.
Persino quelli che sono a Gothian, non possono essere considerati vivi. Quel luogo equivale agli Inferi. 
Ma gli Inferi ogni tanto mandavano qualcuno a ricordare che non erano morti.
E così, Anakin Eclionner, il figlio di Sephir e Marigold, era calato giù dal nord come un avvoltoio, pronto a togliere di mezzo l'ultima scomoda testimone di tempi in cui il Sentiero Dorato non significava niente
.


Una faccia d'angelo che nasconde un'anima demoniaca. Il figlio di Sephir e Marigold, della Tenebra e del Fuoco... addestrato da Marvin ed Ellis, luce e oscurità compenetrate insieme come nei simboli orientali... come ho potuto permetterlo!
Si era presentato a lei con una tracotanza che le aveva fatto rimpiangere la formale cortesia di Elner.
Del resto, che altro ci si poteva aspettare dal figlio di Marigold di Gothian?
Quel suo maledetto sguardo! Quegli occhi che ti fissano minacciosi! Non ha bisogno di parlare, il suo sguardo dice tutto.
Il messaggio era chiaro: "Io sono più forte di te. Tu sarai solo un burattino nelle mie mani. E imparerai a ringraziarmi per questo".
Non c'erano margini di contrattazione.
Trent'anni fa si poteva ancora contrattare... c'era una possibilità di scelta... ed io ho fatto la scelta sbagliata.
Rimaneva soltanto il suo ruolo, la maschera, l'aura di potere che Irulan aveva costruito con sapiente gusto coreografico e drammaturgico.
Non le rimaneva che recitare la sua parte:
<<Anakin Eclionner, ti porgo il benvenuto nella Città Eterna, che ti accoglie come un figlio, poiché qui che tu fosti concepito, e qui fu generata la Dinastia imperiale di cui tu ed io portiamo il cognome. Ora l'Impero del Sole ha di nuovo il suo sole nascente!>>



Anakin le aveva baciato la mano ingioiellata, con decisione e forza. Una mano calda e ruvida che univa il fuoco di sua madre con l'abilità di guerriero di suo padre.
Irulan ne aveva paura, e anche disgusto, ma non erano previste improvvisazioni.
<<Quali messaggi porti dal nord?>>
Anakin, rimanendo in piedi a pochi passi dal trono, valutava con attenzione la donna che per trent'anni era stata sul Trono per cui si erano combattute tante guerre, e pareva chiedersi chi si nascondeva realmente dietro a quella facciata di serena benevolenza.
<<L'Imperatore-Profeta ti benedice e manda me come sostegno per la tua venerabile età>>
Irulan mostrò un sorriso che molti avevano imparato a temere:
<<Ringraziamo tutti la lungimiranza del nostro sovrano e guida spirituale, che alla sua benedizione unisce il dono di un così valido collaboratore>>
Anakin non dette segno di aver capito la sottile ironia del "così valido", mentre i suoi occhi determinati tradirono la soddisfazione per il termine "collaboratore".
Ora è Associato alla Reggenza. E sa di essere il Sole nascente. 
La recita era giunta al momento della consacrazione.
Irulan fece cenno di portare pane e vino.
Dopo aver condiviso il pane e il sale, alzò il calice:
<<Diecimila anni al Celeste Imperatore!>>
Anakin non colse la sottile inflessione ironica nel tono di voce della Reggente e nell'enfasi con cui era stata pronunciata la formula di benedizione.
<<Diecimila anni!>> esclamò lui, con l'eccessiva sicurezza di chi non è abituato ad aver di fronte a sé un'abile mentitrice, una che non dice bugie, ma solo mezze verità.


martedì 19 marzo 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 3. La moglie e il figlio legittimo



Lady Igraine Canmore di Logres era ancora formalmente la moglie dell'Imperatore-Profeta del Continente Centrale, Marvin Eclionner Vorkidian, anche se di fatto vivevano separati da trent'anni.
Lo aveva sposato quando era solo una ragazzina di sedici anni. All'epoca non aveva avuto dubbi: lui era il suo uomo e il suo re, e niente e nessuno li avrebbero potuti separare.
Poi è andato tutto storto.
La Profezia del Sentiero Dorato aveva spinto Marvin alla metamorfosi che lo aveva trasformato in un non-morto, rendendolo completamente diverso dalla persona che Igraine aveva sposato.
Prima mi aveva amata veramente, poi è caduto sotto l'ombra di Daenerys e di Ellis, ed io l'ho perduto.
Il momento più atroce era stato quando Marvin, dopo aver trasferito la corte a Gothian, aveva ordinato che loro figlio Arthur, all'epoca appena un neonato, fosse cresciuto lassù..
"Se vuoi stare vicino a tuo figlio, devi vivere a Gothian". Ma quel luogo era così spaventoso...
Marvin, come già aveva fatto con sua madre Lilieth, aveva offerto a Igraine la possibilità di risiedere a Caemlyn e di succedere a Lilieth nella Reggenza dei Keltar.
E come Lilieth, anche io ho scelto Caemlyn e il potere... e lui è riuscito così a corromperci entrambe e a far crescere i nostri figli nell'adorazione di se strsso, l'Imperatore-Profeta.



Il tempo passava, i figli crescevano assieme agli altri piccoli Eclionner riuniti a Gothian, e Marvin non invecchiava di un solo giorno.
Anche io non sono invecchiata. 
Igraine aveva quarantasei anni, ma non li dimostrava. Il suo segreto era l'Acqua della Vita, la sostanza alchemica che in grandi dosi era molto pericolosa, specie per chi non aveva ricevuto l'addestramento necessario per l'iniziazione agli Arcani Supremi, ma che in piccole dosi era un vero e proprio Elisir, per chi non ne era allergico.
Com'è stato facile smettere di amarlo! 
Le aveva concesso di avere amanti, ma con discrezione e senza generare figli.
Sono divenuta la Reggente dei Keltar, mi chiamavano ancora "Vostra Maestà". Io ero la regina, tenevo lo scettro di Vorkidex e governavo col consenso dei capiclan delle Highlands. 
Il vero potere era giunto solo quando lady Ariellyn, la madre di Lilieth, aveva lasciato la direzione dei servizi segreti. La Sezione Speciale era passata sotto il controllo del cugino di Igraine, lord Angus Canmore, duca delle Highlands.
In quel momento ho rassicurato i duchi del sud, come Marvin mi aveva consigliato di fare. In fondo avevamo ancora molto in comune, e tutto funzionava meglio senza quelle odiose complicazioni sentimentali.
Poi però Arthur era cresciuto, e suo padre lo aveva istruito per diventare un re.
Cosa succederà al cervo adulto, quando il cervo giovane sarà cresciuto?
Quella domanda era diventata ogni giorno più assillante.
C'era qualcosa di spaventoso nel vedere come Arthur, col passare del tempo, fosse diventato apparentemente più adulto di suo padre.



Al compimento del suo sedicesimo anno, Marvin lo aveva mandato a Caemlyn, per apprendere dalla madre e dallo zio le arti del governo, con la promessa di associarlo al trono una volta raggiunta la maggiore età.
Durante la cerimonia di incoronazione, tutti gli sguardi erano rivolti a lui, tranne il mio... io guardavo la clessidra e ogni granello che cadeva era un attimo che moriva.
Igraine aveva percepito allora, per la prima volta, il tempo scorrere dentro di lei, con la consapevolezza dolorosa che ogni istante non poteva essere più ricatturato.
Indossava il Pendràgon sull'armatura, sbalzato in oro rosso. Era un omaggio ai Vorkidian e un modo di affermare che prima di tutto sarebbe stato il re dei Keltar.
Per Igraine era una visione limitata, se si considerava il suo lignaggio, ma poi tornava sempre in mente il fatto che Marvin era immortale, mentre Arthur no.
L'Imperatoree-Profeta assocerà ai vari troni i suoi discendenti, ma controllerà tutto tramite le proprie spie.
Arthur comunque aveva già le idee molto chiare: eseguire gli ordini del padre per la realizzazione del Sentiero Dorato.
Lo chiama anche l'Utopia, il Governo Perfetto, l'Ideale.
Nella sua mente Caemlyn diventava Camelot, ed il suo nome, Arthur, diventava quello di Artù.
Coerentemente la prima cosa che ha ordinato è sostituire il tavolo rettangolare dove si riuniva il Consiglio con una Tavola Rotonda.



In tutto e per tutto, la corte di Caemlyn voleva rispecchiare Camelot e il mito arturiano.
Igraine aveva assecondato questo elemento, pur ritenendolo più che altro un allestimento coreografico.
E invece no.
Arthur l'ha preso maledettamente sul serio!
Il re giovane... 
E la domanda, assillante, si ripeteva.
Cosa succederà al cervo adulto quando il cervo giovane sarà cresciuto?
Marvin ha paura che io possa sobillare Arthur contro di lui. Teme che io sia come Eleonora d'Aquitania e lui si sente Enrico Plantagenéto, il Leone d'Inverno.
Era una immagine che si addiceva a Marvin, nell'inverno perenne dei ghiacci di Gothian.
Ed Arthur è il giovane leone, come fu Enrico il giovane per sua madre Eleonora.
E poi gli altri figli, tutti sobillati contro il padre.
Riccardo Cuor di Leone, Goffredo di Bretagna, Giovanni Senzaterra... nomi che si perdevano nelle cronache di una storia lontanissima, divenuta essa stessa leggenda.
Enrico Plantageneto scoprì la tomba di Artù e Ginevra, nel monastero di Glastonbury, la perduta Avalon. E la speranza dei Bretoni risorse... la speranza vana... quella del ritorno di Artù.
Arthur era un nome glorioso, ma infelice, un po' come Richard. I tre Riccardi della storia d'Inghilterra morirono tutti ammazzati. Gli Arturi morirono prematuramente. Artù ferito a morte da suo figlio Mordred nella battaglia di Camlann, Arturo di Bretagna, figlio di Goffredo e nipote di Eleonora, fu ucciso per ordine dello zio, re Giovanni Senzaterra. Il terzo Arturo fu il fratello maggiore di Enrico VIII. Arturo, principe di Galles, sarebbe dovuto succedere al padre Enrico VII, la cui famiglia paterna, i Tudor, era di origine gallese, celtica e quindi strettamente imparentata con i Bretoni. Il principe Arturo fu l'ultima speranza dei Bretoni, la speranza vana.
Perché Marvin ha chiamato Mordred il figlio che ha avuto da Ellis? Vuole forse che mio figlio e il suo bastardo si uccidano a vicenda?
Si rifiutava di crederlo. Sarebbe stata una pura follia. No, Marvin doveva aver visto qualcosa che giustificasse quei nomi.
Era come un avvertimento, un modo per segnalare un allarme.
Ha paura di Arthur? Della vita che continua?
No, non può essere: io ho visto quanto amava nostro figlio fin da quand'era bambino. 



Marvin era l'albero. L'albero della vita. 
The tree of life.
E nostro figlio era la continuazione della vita. Persino Marvin lo sapeva.



La vita, sì.
Questa vita che insiste, 
che si ostina, che ci insegue 
come un'ombra o un predatore,
che ci possiede e ci costringe, 
brutale come uno stupratore,
ma ci si nega quando serve,
capricciosa come un'amante
viziata, severa come una madre
esigente, indiscreta come 
una portinaia intrigante.
La vita, sì, potente illusione
fino a che non si capisce,
nell'ora più buia della notte,
che era un sogno ingannatore:
la mano sinistra della morte.




Cast

Jessica Chastain (Msr. O'Brien) - Igraine Canmore di Logres

Brad Pitt (Mr. O'Brien) - Marvin Eclionner Vorkidian

Hunter McKracken (Jack O'Brien) - Arthur Eclionner Vorkidian da bambino

Paul Atreides - Marvin Eclionner Vorkidian

Daeron Targaryen - Arthur Eclionner Vorkidian






lunedì 18 marzo 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 2. La donna fatale.



Daenerys Steinberg, contessa di Gothian, detta la Divoratrice di Cuori, era colei che aveva trasformato Marvin Eclionner Vorkidian da uomo a non-morto. Non era corretto dire vampiro, perché Marvin, grazie all'anello di zaffiro della Dinastia, aveva conservato molte caratteristiche umane.



Daenerys aveva concesso il dono della non-morte a Marvin, trent'anni prima, ma non riusciva a ricordare bene come aveva fatto il futuro Imperatore-Profeta a convincerla a non ucciderlo, ma anzi a donargli l'immortalità.
Ricordava solo che lui le aveva dedicato una poesia, che non era sua, ma che esprimeva il suo stato d'animo in quel momento:


Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.


Quella poesia le aveva cambiato l'esistenza. Marvin le aveva detto che colui che l'aveva scritta era morto suicida, proprio a causa dell'amore non corrisposto da parte della donna che aveva ispirato quei versi.
Marvin sapeva che anche io soffrivo per un amore non corrisposto.
Era sempre l'antica storia: lui che ama lei che ama un altro.
Daenerys aveva derogato alla sua regola: uccidere e divorare il cuore di ogni uomo, per punire colui che l'aveva abbandonata, Daemon Iceblood, il vampiro dal sangue di ghiaccio.
Con quella poesia, Marvin mi ha disarmata, si è insinuato nella mia vita, mi ha intrappolata e poi, siccome non corrispondevo ai suoi sentimenti, mi ha confinata in un angolo remoto, lontano dai suoi occhi e dal suo cuore.
Era la "damnatio memoriae". L'Imperatore-Profeta non aveva bisogno di uccidere e tanto meno divorare cuori. Si limitava ad allontanare la donna che lo rifiutava.
Daenerys conservava ancora l'ultimo messaggio di Marvin, con il quale lui l'aveva congedata dopo l'ennesima lite:
<<Quando mi trasformasti, ti giurai che sarei stato al tuo servizio. Ma tu, respingendo non solo il mio amore, ma anche la mia amicizia, mi hai sciolto da quel giuramento. Per questa ragione io, pur sempre amandoti, bandisco te dalla mia vista, e affinché tu non costituisca un pericolo per l'Impero, ti confino nell'ala più remota del castello di Gothian, sotto la stretta sorveglianza delle mie guardie. Sei un'ombra del mio passato e del mio futuro. La morte, per me, avrà sempre i tuoi occhi>>



L'ultima frase non era solo una mozione degli affetti, era un'informazione ben precisa.
Nella sua profezia, io non compaio. Per questo costituisco un pericolo fatale. Lui teme persino che possa ucciderlo. E dunque, nella sua profezia, lui ammette l'eventualità di essere ucciso o di uccidersi. 
Era un'ipotesi interessante. Ma perché Marvin aveva sentito il bisogno di farglielo sapere.
Voleva giustificare il mio arresto? Farmi credere che era una necessità e non una punizione?
Di fronte al mistero della Profezia tutti questi interrogativi apparivano assurdi e cadevano nel vuoto.
Nessuno conosce i particolari del Sentiero Dorato. E il più grande mistero di tutti è quello della morte dell'Imperatore-Profeta. Anche solo pensare alla sua morte è considerato un delitto. Basta soltanto accennare a parole a quell'eventualità per essere condannati alla decapitazione.
Daenerys non poteva fare a meno di ripensare all'incipit della poesia.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi... io pensavo si riferisse solo a quella che trasforma il mortale in un non-morto, ma ora quelle parole assumono un senso molto diverso... lui mi ha informata... lui sa... e allora perché non mi uccide? Perché non mi pianta un palo di frassino nel cuore?
Quando ancora si parlavano, aveva cercato di carpirgli qualche informazione, soprattutto sul mistero della prescienza e su come mai i Profeti non intervengono per cambiare il futuro.
Marvin, con l'aria annoiata di chi risponde per la centesima volta alla stessa domanda, aveva spiegato:
<<La prima legge di ogni Profezia è che intervenire nel presente per cambiare il futuro può soltanto peggiorarlo. Il Profeta interviene soltanto quando il presente e il futuro si congiungono: in quel momento, egli può scegliere quale strada imboccare>>
In questo modo Marvin aveva spiegato il perché della sua inerzia per lunghissimi periodi e della sua improvvisa rapidità in alcuni momenti cruciali, come quando aveva ucciso Marigold Ataris e l'imperatore Elner XI. Il Sentiero Dorato lo richiedeva.
Ha ucciso anche mio padre, prima di tutti gli altri, ma quella fu una vendetta secondo la tradizione del kanly, la faida tra le grandi famiglie aristocratiche dell'antico landsraad.
In fondo Marvin era in sé tutto e il contrario di tutto.



Il suo aspetto di adolescente efebico, quasi elfico, con certi tratti orientali, forse derivati dal sangue dei Fujiwara, la famiglia della sua nonna paterna, la principessa Wensy, contribuiva a sottovalutarne la potenza.
Tutti tendevano a considerarlo innocuo, eppure aveva trapassato con una spada l'argento il cuore del Conte di Gothian, aveva strangolato con le sue mani il collo pallido della Contessa di Gothian, Marigold e aveva squarciato il petto di suo fratello Elner con un micidiale calcio nello sterno, provocandone la morte immediata.
Il Sentiero Dorato era incominciato così, con tre omicidi mirati.
Poi ha strappato dalle mani di sua moglie il figlio legittimo, Arthur, costringendolo a crescere insieme al fratellastro Mordred.
Secondo alcuni, il vero inizio del Sentiero Dorato coincideva proprio con la notte in cui Mordred era stato concepito da Marvin e da sua zia Ellis Eclionner.
Ma quei pensieri non servivano a chiarire il mistero.
Tu sei la vita e sei il nulla...
Le parole di quel verso le rimbombavano nella mente come un'antica maledizione.
Il soggetto non era la speranza, ero io! Io per lui ero la vita ed ero il nulla. La vita immortale che gli ho dato, e il nulla della mia personalità.
Quell'interpretazione era sostenuta anche da Mordred, che una volta le aveva detto in faccia quello che pensava di lei: <<Non sei degna dell'amore di mio padre. Non so cosa ci trovi in te. Sei dura, sei rozza, sei una nullità>>
Quelle frasi l'avevano ferita perché Mordred Eclionner le piaceva.



Il paradosso era che Mordred dimostrava i suoi trent'anni, mentre suo padre Marvin, avendo acquisito l'eterna giovinezza all'età di vent'anni, appariva ancora un adolescente.
<<Tu non mi conosci, Mordred!>> aveva replicato lei quel giorno.
Lui l'aveva guardata con sdegni:
<<So che ammazzavi gli uomini che ti piacevano e divoravi il loro cuore. Non ho bisogno di sapere altro>>
Questa frase aveva scatenato la sua ira:
<<Voi Eclionner siete mille volte più pericolosi. Tuo padre, che sembra tanto buono, è il più pericoloso di tutti e presto ve ne accorgerete!>>
Mordred le aveva puntato la sua spada contro il viso:
<<Se fosse per me ti farei tagliare la lingua! Mio padre è più misericordioso>>
Daenerys aveva alzato le spalle:
<<Ai vampiri ogni organo ricresce, persino il cuore, se il corpo non è subito decapitato. La misericordia di tuo padre è un semplice calcolo politico: se mi uccidesse, molti vampiri si ribellerebbero contro di lui, specie le donne-vampiro>>



Mordred si era immaginato Daenerys nella sua trasformazione, e ne aveva provato ribrezzo:
<<A volte penso che le donne in generale, in maggioranza, siano dei vampiri, almeno in senso metaforico>>
Daenerys rise:
<<Tua madre Ellis lo è di sicuro... in senso metaforico, ovviamente!>>
Mordred non aveva riso:
<<Verrà il giorno in cui ti farò tagliare la lingua, e se anche dovesse ricrescere, te la fare tagliare di nuovo tutti i giorni>>
Lei continuò a mantenere un tono provocatorio:
<<Tuo padre non te lo permetterà. Tu non sei niente senza di lui. Sei un figlio di papà che si rivolge ai genitori alla minima preoccupazione>>
Mordred non cadde nella trappola:
<<Pensa di me quel che ti pare. Non mi importa nulla. Ma non osare criticare mio padre! Lui non merita questo trattamento. Lui ti ha amata. Non so come né perché, ma lui è stato uno dei pochi che l'ha fatto>>
Poco dopo, aveva sentito arrivare Marvin e chiedere a Mordred la ragione di quella lite.
Quella era stata la parte in cui aveva sofferto di più.
Marvin infatti aveva detto a suo figlio:
<<E' un mostro, certo, ma è anche una creatura sofferente, che merita almeno la nostra compassione. Certo donarle la vera morte sarebbe un modo per liberarla dal dolore, ma io credo che lei ci possa essere ancora utile, prima che tutto sia concluso>>


Cast

Emilia Clarke (Daenerys Targaryen) - Daenerys von Steinberg, contessa di Gothian.

Genji Monogatari Murasaki Fujiwara Heian - Imperatore-Profeta Marvin Eclionner Vorkidian

Joaquin Phoenix (Commodo) - Mordred Eclionner


Nota

La citazione è naturalmente tratta da Cesare Pavese.

L'anello di zaffiro è quello di fidanzamento di Kate Middleton, duchessa di Cambridge, ed era stato in precedenza l'anello di fidanzamento di sua suocera, la defunta lady Diana Spencer, Principessa del Galles.