Daenerys Steinberg, contessa di Gothian, detta la Divoratrice di Cuori, era colei che aveva trasformato Marvin Eclionner Vorkidian da uomo a non-morto. Non era corretto dire vampiro, perché Marvin, grazie all'anello di zaffiro della Dinastia, aveva conservato molte caratteristiche umane.
Daenerys aveva concesso il dono della non-morte a Marvin, trent'anni prima, ma non riusciva a ricordare bene come aveva fatto il futuro Imperatore-Profeta a convincerla a non ucciderlo, ma anzi a donargli l'immortalità.
Ricordava solo che lui le aveva dedicato una poesia, che non era sua, ma che esprimeva il suo stato d'animo in quel momento:
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
Quella poesia le aveva cambiato l'esistenza. Marvin le aveva detto che colui che l'aveva scritta era morto suicida, proprio a causa dell'amore non corrisposto da parte della donna che aveva ispirato quei versi.
Marvin sapeva che anche io soffrivo per un amore non corrisposto.
Era sempre l'antica storia: lui che ama lei che ama un altro.
Daenerys aveva derogato alla sua regola: uccidere e divorare il cuore di ogni uomo, per punire colui che l'aveva abbandonata, Daemon Iceblood, il vampiro dal sangue di ghiaccio.
Con quella poesia, Marvin mi ha disarmata, si è insinuato nella mia vita, mi ha intrappolata e poi, siccome non corrispondevo ai suoi sentimenti, mi ha confinata in un angolo remoto, lontano dai suoi occhi e dal suo cuore.
Era la "damnatio memoriae". L'Imperatore-Profeta non aveva bisogno di uccidere e tanto meno divorare cuori. Si limitava ad allontanare la donna che lo rifiutava.
Daenerys conservava ancora l'ultimo messaggio di Marvin, con il quale lui l'aveva congedata dopo l'ennesima lite:
<<Quando mi trasformasti, ti giurai che sarei stato al tuo servizio. Ma tu, respingendo non solo il mio amore, ma anche la mia amicizia, mi hai sciolto da quel giuramento. Per questa ragione io, pur sempre amandoti, bandisco te dalla mia vista, e affinché tu non costituisca un pericolo per l'Impero, ti confino nell'ala più remota del castello di Gothian, sotto la stretta sorveglianza delle mie guardie. Sei un'ombra del mio passato e del mio futuro. La morte, per me, avrà sempre i tuoi occhi>>
L'ultima frase non era solo una mozione degli affetti, era un'informazione ben precisa.
Nella sua profezia, io non compaio. Per questo costituisco un pericolo fatale. Lui teme persino che possa ucciderlo. E dunque, nella sua profezia, lui ammette l'eventualità di essere ucciso o di uccidersi.
Era un'ipotesi interessante. Ma perché Marvin aveva sentito il bisogno di farglielo sapere.
Voleva giustificare il mio arresto? Farmi credere che era una necessità e non una punizione?
Di fronte al mistero della Profezia tutti questi interrogativi apparivano assurdi e cadevano nel vuoto.
Nessuno conosce i particolari del Sentiero Dorato. E il più grande mistero di tutti è quello della morte dell'Imperatore-Profeta. Anche solo pensare alla sua morte è considerato un delitto. Basta soltanto accennare a parole a quell'eventualità per essere condannati alla decapitazione.
Daenerys non poteva fare a meno di ripensare all'incipit della poesia.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi... io pensavo si riferisse solo a quella che trasforma il mortale in un non-morto, ma ora quelle parole assumono un senso molto diverso... lui mi ha informata... lui sa... e allora perché non mi uccide? Perché non mi pianta un palo di frassino nel cuore?
Quando ancora si parlavano, aveva cercato di carpirgli qualche informazione, soprattutto sul mistero della prescienza e su come mai i Profeti non intervengono per cambiare il futuro.
Marvin, con l'aria annoiata di chi risponde per la centesima volta alla stessa domanda, aveva spiegato:
<<La prima legge di ogni Profezia è che intervenire nel presente per cambiare il futuro può soltanto peggiorarlo. Il Profeta interviene soltanto quando il presente e il futuro si congiungono: in quel momento, egli può scegliere quale strada imboccare>>
In questo modo Marvin aveva spiegato il perché della sua inerzia per lunghissimi periodi e della sua improvvisa rapidità in alcuni momenti cruciali, come quando aveva ucciso Marigold Ataris e l'imperatore Elner XI. Il Sentiero Dorato lo richiedeva.
Ha ucciso anche mio padre, prima di tutti gli altri, ma quella fu una vendetta secondo la tradizione del kanly, la faida tra le grandi famiglie aristocratiche dell'antico landsraad.
In fondo Marvin era in sé tutto e il contrario di tutto.
Il suo aspetto di adolescente efebico, quasi elfico, con certi tratti orientali, forse derivati dal sangue dei Fujiwara, la famiglia della sua nonna paterna, la principessa Wensy, contribuiva a sottovalutarne la potenza.
Tutti tendevano a considerarlo innocuo, eppure aveva trapassato con una spada l'argento il cuore del Conte di Gothian, aveva strangolato con le sue mani il collo pallido della Contessa di Gothian, Marigold e aveva squarciato il petto di suo fratello Elner con un micidiale calcio nello sterno, provocandone la morte immediata.
Il Sentiero Dorato era incominciato così, con tre omicidi mirati.
Poi ha strappato dalle mani di sua moglie il figlio legittimo, Arthur, costringendolo a crescere insieme al fratellastro Mordred.
Secondo alcuni, il vero inizio del Sentiero Dorato coincideva proprio con la notte in cui Mordred era stato concepito da Marvin e da sua zia Ellis Eclionner.
Ma quei pensieri non servivano a chiarire il mistero.
Tu sei la vita e sei il nulla...
Le parole di quel verso le rimbombavano nella mente come un'antica maledizione.
Il soggetto non era la speranza, ero io! Io per lui ero la vita ed ero il nulla. La vita immortale che gli ho dato, e il nulla della mia personalità.
Quell'interpretazione era sostenuta anche da Mordred, che una volta le aveva detto in faccia quello che pensava di lei: <<Non sei degna dell'amore di mio padre. Non so cosa ci trovi in te. Sei dura, sei rozza, sei una nullità>>
Quelle frasi l'avevano ferita perché Mordred Eclionner le piaceva.
Il paradosso era che Mordred dimostrava i suoi trent'anni, mentre suo padre Marvin, avendo acquisito l'eterna giovinezza all'età di vent'anni, appariva ancora un adolescente.
<<Tu non mi conosci, Mordred!>> aveva replicato lei quel giorno.
Lui l'aveva guardata con sdegni:
<<So che ammazzavi gli uomini che ti piacevano e divoravi il loro cuore. Non ho bisogno di sapere altro>>
Questa frase aveva scatenato la sua ira:
<<Voi Eclionner siete mille volte più pericolosi. Tuo padre, che sembra tanto buono, è il più pericoloso di tutti e presto ve ne accorgerete!>>
Mordred le aveva puntato la sua spada contro il viso:
<<Se fosse per me ti farei tagliare la lingua! Mio padre è più misericordioso>>
Daenerys aveva alzato le spalle:
<<Ai vampiri ogni organo ricresce, persino il cuore, se il corpo non è subito decapitato. La misericordia di tuo padre è un semplice calcolo politico: se mi uccidesse, molti vampiri si ribellerebbero contro di lui, specie le donne-vampiro>>
Mordred si era immaginato Daenerys nella sua trasformazione, e ne aveva provato ribrezzo:
<<A volte penso che le donne in generale, in maggioranza, siano dei vampiri, almeno in senso metaforico>>
Daenerys rise:
<<Tua madre Ellis lo è di sicuro... in senso metaforico, ovviamente!>>
Mordred non aveva riso:
<<Verrà il giorno in cui ti farò tagliare la lingua, e se anche dovesse ricrescere, te la fare tagliare di nuovo tutti i giorni>>
Lei continuò a mantenere un tono provocatorio:
<<Tuo padre non te lo permetterà. Tu non sei niente senza di lui. Sei un figlio di papà che si rivolge ai genitori alla minima preoccupazione>>
Mordred non cadde nella trappola:
<<Pensa di me quel che ti pare. Non mi importa nulla. Ma non osare criticare mio padre! Lui non merita questo trattamento. Lui ti ha amata. Non so come né perché, ma lui è stato uno dei pochi che l'ha fatto>>
Poco dopo, aveva sentito arrivare Marvin e chiedere a Mordred la ragione di quella lite.
Quella era stata la parte in cui aveva sofferto di più.
Marvin infatti aveva detto a suo figlio:
<<E' un mostro, certo, ma è anche una creatura sofferente, che merita almeno la nostra compassione. Certo donarle la vera morte sarebbe un modo per liberarla dal dolore, ma io credo che lei ci possa essere ancora utile, prima che tutto sia concluso>>
Cast
Emilia Clarke (Daenerys Targaryen) - Daenerys von Steinberg, contessa di Gothian.
Genji Monogatari Murasaki Fujiwara Heian - Imperatore-Profeta Marvin Eclionner Vorkidian
Joaquin Phoenix (Commodo) - Mordred Eclionner
Nota
La citazione è naturalmente tratta da Cesare Pavese.
L'anello di zaffiro è quello di fidanzamento di Kate Middleton, duchessa di Cambridge, ed era stato in precedenza l'anello di fidanzamento di sua suocera, la defunta lady Diana Spencer, Principessa del Galles.
O finalmente sei tornato! ;D
RispondiEliminaBellissima la poesia e che dire di quell'anello? Quanto romanticismo e significato si celano al suo interno?
Buon pomeriggio,
Benedetta
www.daddysneatness.blogspot.com
Più che tornato, ho fatto una breve comparsa, perché purtroppo tra il lavoro e la vita privata ho avuto molti problemi che attendono ancora di essere risolti e che trovano nella scrittura una specie di sfogo. Questi sono capitoli di una serie di romanzi molto complessa persino per me che l'ho scritta, ma nel contempo sono anche una specie di antologia o di rassegna di citazioni e di immagini, e come tale possono essere anche letti individualmente, come un unicum, e spero quindi che almeno le cose che ho citato, come la poesia di Cesare Pavese (molto drammatica e cupa per la verità), possano piacere in sè stesse, al di là della narrazione.
EliminaBuon pomeriggio a te!
;-)