Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
Visualizzazione post con etichetta industria culturale. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta industria culturale. Mostra tutti i post
sabato 3 novembre 2012
Estetica degli oggetti
La mia analisi della teoria e della filosofia dell'estetica prosegue presentando alcuni concetti importanti contenuti nel testo che vedete qui sopra.
Il primo concetto fondamentale è quello di estetica diffusa. In base all'analisi di T.W. Adorno e W. Benjamin, e alla successiva corrente della Pop Art, ciò che ha reso l'esperienza e la teoria estetica dalla condizione di realtà elitaria a quella di realtà diffusa è stata la nascita della cosiddetta civiltà di massa.
Nella civiltà di massa sia l'arte che l'artigianato diventano parte di quella che Horkheimer definisce industria culturale, in cui l'opera d'arte e di artigianato, in virtù della sua riproducibilità su vasta scala e della sua ampia commercializzazione diventa qualcosa di diffuso, che non è più appannaggio di una ristretta oligarchia, ma diventa alla portata di tutti.
Certo continua ad esistere un duplice mercato, cioè quello degli oggetti di marca, più costosi e destinati all'elite, e quello degli oggetti non di marca, che è accessibile a tutti.
Anche ammettendo che la qualità degli oggetti firmati sia molto migliore di quella degli altri, spesso il loro aspetto è identico. Esistono poi marche meno costose, che permettono maggiori acquisti.
In questo modo l'estetica entra nella vita quotidiana di tutti, fino a coinvolgere il nostro stesso corpo.
Mentre fino a due o tre generazioni fa la moda era appannaggio delle classi alte, oggi è un fenomeno che coinvolge tutti, nel senso che tutto il mercato segue la moda, e questa moda simboleggia un'epoca, in genere un decennio.
Tipico è il caso del cosiddetto vintage, termine con cui si designa uno stile che ha caratterizzato un'epoca di almeno trent'anni prima di quella attuale, in particolare gli anni '70.
Chi, tra gli intellettuali, teme l'omologazione, non tiene conto del fatto che comunque, al di là delle mode e della produzione su vasta scala, esiste un gusto personale che comunque salvaguarda l'individualità della fruizione dell'oggetto estetico.
Proseguirò questo argomento trattando il secondo concetto, che è quello dell'autonomia dell'estetica e dell'arte.
Etichette:
Adorno,
arte,
artigianato,
Benjamin,
civiltà di massa,
estetica,
estetica diffusa,
filosofia,
Horkheimer,
industria culturale,
moda,
oggetti,
Pop art,
riproducibilità,
teoria,
vintage.
Iscriviti a:
Post (Atom)