Distribuzione delle varietà linguistiche curde e delle lingue zazaki e gorani
Kurmanji (Curdo settentrionale)
Sorani (Curdo centrale)
Pehlewani (Curdo meridionale)
Zazaki
Gorani
aree miste
La lingua curda (کوردی, Kurdî) non è un'unica entità linguistica standardizzata, si tratta invece di un continuum di varietà linguistiche strettamente legate tra loro, parlate in Asia Occidentale. Generalmente la lingua curda viene distinta in tre sottogruppi: la varietà settentrionale (Kurmanji), varietà centrale (Sorani) varietà meridionale (Pehlewani) e Laki[1], anche se non mancano suddivisioni differenti. Le lingue Zaza-Gorani sono altresì parlate da diversi milioni di curdi, tuttavia non sono linguisticamente appartenenti al continuum curdo.[2]
La lingua curda è parlata nella regione geografica del Kurdistan, oggi suddivisa tra Turchia, Iran, Iraq, Siria, e Armenia A seguito della diaspora curda la lingua curda è attestata in Europa, vari paesi dell'ex Unione Sovietica,Afghanistan, Libano, Stati Uniti d'America.[3]
I curdofoni si attestano tra i 20-30 milioni di parlanti.[4]
In Iraq il curdo centrale (Sorani) è lingua ufficiale accanto alla lingua araba a partire dalla Costituzione del 2005[5][6].
La lingua curda è una lingua indoeuropea appartenente al gruppo delle lingue iraniche nord-occidentali, e facente parte del sottogruppo orientale, accanto al baluchi e il gilaki.
La lingua curda o le lingue curde?
Lo status della lingua curda è tuttora oggetto di dibattito. Non è ancora chiaro cosa sia definibile come "lingua curda" e cosa non lo sia, né se esistano più lingue curde o se si tratti di dialetti della medesima. Per comprendere a fondo i problemi legati alla definizione della lingua curda è necessario prendere in considerazione sia i fattori linguistici che extra-linguistici, in quanto molte delle posizioni prese dagli studiosi e dai curdi stessi a tal proposito sono fortemente influenzate da fattori culturali e politici.
Dal punto di vista prettamente linguistico è chiaro quali siano le varietà appartenenti alla lingua curda. Ad esempio, varietà come lo Zazaki (parlato nell'Anatolia orientale) o il Gurani (parlato nell'Iran Sud Occidentale e nell'Iraq Nord Orientale) chiaramente non appartengono alla lingua curda. Le somiglianze fonetiche, fraseologiche e sintattiche sono state spiegate dall'analisi della fonologia storica come conseguenze dei contatti tra Zazaki/Gorani e le lingue curde, che hanno portato a influenze reciproche. Infatti, nonostante Zazaki e Gorani appartengano alla famiglia delle lingue iraniche nord-occidentali, originariamente erano molto diverse dal curdo.
Per quanto riguarda il Lori-Bakhtiāri la situazione è differente: esistono infatti dei dialetti di transizione tra curdo meridionale e il Lori-Bakhtiāri, che appare quindi essere una sorta di lingua collocabile tra il curdo e il persiano. Linguisticamente non ha comunque molto senso definire il Lori-Bakhtiāri un dialetto curdo.
Il Laki invece sembra appartenere alla famiglia delle lingue curde, con cui condivide numerose caratteristiche. Non tutti gli studiosi concordano però su questo.[2][7]
I fattori non linguistici che influenzano la classificazione delle lingue sono legati principalmente all'autopercezione che molti parlanti di dialetti curdi - ma anche di zazaki o gurani - hanno, e per la quali si sentono curdi e facenti parte di un unico gruppo etnico, i curdi appunto.[2]
Principali distinzioni delle varietà curde
La distinzione delle varietà di curdo sono soggette a numerose interpretazioni.[8] Tra le più rilevanti vi è quella precedentemente illustrata, dove le lingue curde vengono divise in quattro gruppi: curdo settentrionale (kurmanji), curdo centrale (sorani), curdo meridionale e laki. Hassanpour[9] nel 1992 divide le lingue curde in:
- Kurmanci
- Sorani
- Hawrami
- Kirmashani
Izady[10] sempre nel 1992 invece teorizza due macrogruppi:
- Kurmanji, comprendente Kurmanji Settentrionale, Kurmanji Meridionale (o Sorani)
- Pahlawani, comprendente Dimili (o Zaza) e Gurani (comprendente Laki e Hawrami)
Fattah Chenel[11], nel 2000, distingue le lingue curde in due gruppi:
- il gruppo delle lingue curde (Curdo Settentrionale/Kurmanji, Centrale/Sorani, Meridionale)
- il gruppo delle lingue curdo-caspiche (Zazaki e Hawrami).
Ancora diverse sono state poi le analisi successive, che tuttavia a grandi linee possono essere ricondotte a quelle precedentemente indicate, in versione rivista e aggiornata. È del 2014 la suddivisione proposta da Haig e Öpengin:
- Curdo Settentrionale/Kurmanji: diviso in Badini, Kurmanji
- Curdo Centrale/Sorani: cui dialetti principali sono Mukri, Hewlêrî (Erbil), Silêmanî (Suleimaniya), Germiyanî (Kirkuk) e Sineyî (Sanandaj).
- Curdo Meridionale: comprendente varietà come Kelhuri, Feyli, Kirmashani e alcuni dialetti Laki
- Gorani: comprende Hawrami or Hawramani
- Zazaki: comprende i tre dialetti principali, zazaki settentrionale, centrale e meridionale
Storia
Ogni tentativo di studiare o descrivere le lingue curde si scontra con il problema della carenza di attestazioni antiche; infatti le prime testimonianze scritte in lingua curda risalgono a non prima del XVI secolo e non sono particolarmente rilevanti per lo studio delle evoluzioni della lingua. Gli studiosi si avvalgono quindi dei dati raccolti da altre varietà iraniche, passate e presenti, vicine al curdo: le relazioni sincroniche del curdo con altre lingue moderne della stessa famiglia possono essere traslate in un modello diacronico. Gli studi di dialettologia iranica precedenti al 1900 tendevano a raggruppare le varietà linguistiche in base alla zona geografica. Tra le lingue iraniche occidentali solamente persiano, curdo e baluchi erano conosciute relativamente bene; le altre lingue iraniche occidentali, molte delle quali parlate nella zona storica dell'antica Media, vennero invece raggruppate sotto il nome di "mediane". Di quest'ultime vennero ritrovati, all'inizio del XX secolo, molti documenti che posero le basi per gli studi successivi. Alcuni di questi documenti (scritti in medio persiano manicheo e partico manicheo) furono di particolare rilievo per lo studio dialettologico delle varietà occidentale. Paul Tedesco nel suo pionieristico lavoro sulle distinzioni dialettali tra medio persiano e partico vide varie connessione tra persiano e curdo e, talvolta, anche baluchi. Tuttavia la sua sottodivisione delle lingue occidentali iraniche è fatta ad hoc e spesso basata su una sola caratteristica condivisa, e soggetta a cambiamenti frequenti.
Un altro passo importante nello studio della lingua curda (e della dialettologia iranica occidentale) fu fatto da MacKenzie nel 1961. Questi nel suo saggio sviluppa un sofisticato modello dialettologico secondo il quale il curdo, condividendo un certo numero di isoglosse, è relativamente vicino al persiano, mettendo quindi in questione il tradizionale visione secondo la quale il curdo sarebbe una lingua nord occidentale e non sud occidentale come il persiano. Sempre nello stesso anni pubblica inoltre una dissertazione sui dialetti curdi, rimasta di riferimento standard. Dopo MacKenzie, nonostante le conoscenze relative alla lingua curda si siano considerevolmente estese, non sono stati fatti grandi progressi per quanto riguarda lo sviluppo di un modello genealogico del curdo. Gernot Windfuhr nel 1975 ha corroborato la stretta relazione tra persiano, curdo e baluchi. Pierre Lecoq nel 1989 ha fornito un'analisi di vari fenomeni fonetici e altre caratteristiche grammaticali, senza però inquadrarle in uno sviluppo genealogico che avrebbe potuto sorpassare le teorie di MacKenzie. Paul nel 1988 ha adottato un nuovo modello, a sostituzione del sottogruppo lingue iraniche nord occidentali vs sud occidentali, dove ogni lingua prende posizione su una scala, poi elaborato nel 2003 da Agnes Korn, che ha distinto il modello scalare in due-tre fasi storiche di scalarità.
Considerando la mancanza di dati storici e la preponderanza di fattori areali, prestiti e sostrati, non è certo se sarà mai possibile scrivere una grammatica storica comprensiva delle lingue iraniche occidentali, prerequisito necessario per un'adeguata descrizione della storia del curdo.[2]
Sistema di scrittura
Le lingue curde utilizzano a grandi linee gli alfabeti dei Paesi nei quali sono parlate; pertanto in Iraq e Iran viene utilizzato l'alfabeto arabo modificato; in Armenia e in Turchia e Siria dal 1932 viene utilizzato l'alfabeto latino; negli ex paesi dell'URSS viene invece scritto utilizzando il cirillico. Tradizionalmente il kurmanji viene associato all'alfabeto latino e il sorani all'alfabeto arabo. In passato le lingue curde sono state scritte sia con l'alfabeto armeno nell'Armenia sovietica e durante l'Impero Ottomano.
Attualmente è in corso un progetto di unificazione dell'alfabeto della lingua curda, chiamato Yekgirtú[12], e basato su ISO/IEC 8859-1.
Tra l'alfabeto latino del kurmanji e l'alfabeto arabo del sorani non vi è una corrispondenza perfetta, in quanto anche la fonologia delle due lingue non è identica. È infatti possibile parlare di corrispondenza 1:1 (ossia dove ad un carattere ne corrisponde uno) per 24 lettere, di corrispondenza 1:2 (laddove per ogni carattere in un alfabeto ne corrispondono due nell'altro) in 4 casi e di corrispondenza 1:0 (per i caratteri assenti in uno dei due alfabeti) in 5 casi.[13]
I sistemi di scrittura principali delle lingue curde sono i seguenti:
Yekgirtú | Curdo settentrionale
Kurmanjî con alfabeto latino
| Curdo settentrionale
Kurmanjî con alfabeto cirillico
| Curdo centrale
Soraní alfabeto arabo modificato
|
A a | A a | A a | ا |
B b | B b | Б б | ب |
C c | Ç ç | Ч ч | چ |
D d | D d | Д д | د |
E e | E e | Ә ә | ە |
É é | Ê ê | E e (Э э) | ێ |
F f | F f | Ф ф | ف |
G g | G g | Г г | گ |
H h | H h | h h | هـ |
I i | I i | Ь ь | --- |
Í í | Î î | И и | ى |
J j | C c | Щ щ | ج |
Jh jh | J j | Ж ж | ژ |
K k | K k | К к | ک |
L l | L l | Л л | ل |
ll | ---- | Л' л' | ڵ |
M m | M m | M м | م |
N n | N n | Н н | ن |
O o | O o | O o | ۆ |
P p | P p | П п | پ |
Q q | Q q | Q q | ق |
R r | R r | Р р | ر |
rr | --- | Р' р' | ـڕ |
S s | S s | C c | س |
Sh Sh | Ş ş | Ш ш | ش |
T t | T t | T т | ت |
U u | U u | Ö ö | و |
Ú ú | Û û | У у | وو |
Ù ù | ---- | ---- | ---- |
V v | V v | B в | ڤ |
W w | W w | W w | و |
X x | X x | X x | خ |
Y y | Y y | Й й | ى |
Z z | Z z | З з | ز |
Fonologia
Consonanti
Le consonanti della lingua curda, nelle sue due varianti principali (kurmanji e sorani) sono le seguenti:[14][15]
Bilabiali | Labiodentali | Dentali
Alveolari
| Post alveolari | Palatali | Velari | Uvulari | Glottidali | |
Occlusive | p[16] b | t[17] d | k[18] g | q | ||||
Fricative | f v | s z | ʃ ʒ | x γ[19] | h ħ[19] | |||
Affricate | t͡ʃ[20] d͡ʒ | |||||||
Nasali | m | n | ||||||
Approssimanti | w | j | ||||||
Vibranti | r ɾ | |||||||
Laterali | l | ʎ[19] |
Altre differenze fonologiche comprendono:[21]
- la distinzione tra /p, t, k - p, t, k/, forse mutuata dalla lingua armena, non è presente nella variante sorani ma solo in quella kurmanji; le enfatiche kurmnaji /s, t, z/ (velarizzate), probabilmente prese dalla lingua araba non sono presenti in sorani.
- il fonema /h/, presente in alcuni dialetti del sorani, che non compare in kurmanji e la differenza tra /I/ e /Í/ che non è percepita in kurmanji ma solo in sorani.
Vocali
Le vocali della lingua curda, nelle sue due varianti principali (kurmanji e sorani) sono le seguenti:[14][15]
Anteriori | Quasi anteriori | Centrali | Quasi posteriori | Posteriori | |
Chiuse | i | ɨ[22] | u | ||
Quasi chiuse | ɪ | ʊ | |||
Semichiuse | e | o | |||
Medie | ə[23] | ||||
Semiaperte | ɛ[24] | ||||
Quasi aperte | æ | ||||
Aperte | ɑ |
Morfologia
Verranno ora presentati gli aspetti principali della morfologia delle due varietà principali, quella settentrionale e quella centrale che assieme costituiscono le varietà parlate dal 75% dei curdofoni.[13]
Aspetti principali della grammatica kurmanji
Sostantivi
I sostantivi in kurmanji nella loro forma base, priva di suffissi, esprimono concetti generali e assoluti. Presentano inoltre genere, numero e caso. Il kurmanji non conosce articoli, tuttavia presenta una marca del'indefinito (-ek)utilizzata per indicare indeterminatezza o unità.
Genere
In kurmanji esiste il genere, insito nelle parole e non determinato grammaticalmente, tant'è che per capire se una parola è maschile o femminile bisogna conoscerla. In alcuni casi è possibile intuirlo, tenendo presente che i sostantivi indicanti individui maschili sono maschili e quelli indicanti enti femminili sono femminili, mentre per quanto riguarda gli animali, il loro sesso è definito da una particella prefissa. Gli oggetti inanimati invece vanno studiati accanto al genere perché non ci sono regole che permettano di distinguerlo[25]. Ai prestiti stranieri viene assegnato un genere, che può anche differire da quello che la parola in questione aveva nella lingua originaria.
Numero e casi
Il kurmanji presenta quattro casi, nominativo, caso obliquo, costruttivo e vocativo. Al caso nominativo non ci sono terminazioni particolari e il singolare coincide col plurale. Al caso obliquo, i nomi femminili prendono la terminazione in –(y)ê, mentre quelli maschili singolari non prendono nessuna terminazione. Al plurale viene suffisso –(y)an per ambedue i generi. Alcune grammatiche[26] identificano invece solo due casi, quello diretto e quello obliquo, interpretando il costruttivo come stato costrutto e non prendendo in considerazione il vocativo. I suffissi del vocativo sono –o per il maschile singolare, -ê per il femminile singolare –ed.
Stato Costrutto
Quando un nome è determinato per mezzo di un complemento di specificazione, in kurmanji si usa una particolare costruzione, chiamata stato costrutto. Lo stato costrutto kurmanji prevede due casistiche: quella di sostantivo+sostantivo, indicante una relazione di possesso e quella sostantivo+aggettivo attributivo che invece modifica il nome. Le terminazioni dello stato costrutto sono differenti per i sostantivi definiti/indefiniti, singolari/plurali, maschili/femminili; per ogni combinazione viene utilizzato un suffisso diverso, a eccezione del plurale, comune sia al maschile che al femminile.
Aggettivi
L'aggettivo presenta genere e numero solamente quando viene sostantivato. Normalmente segue il nome che va a modificare in un rapporto di ezāfe e nelle frasi nominale si colloca prima della copula. Il comparativo di maggioranza viene creato tramite il suffisso –tir.
Pronomi
I pronomi personali si presentano al caso diretto e al caso obliquo. Questi ultimi, quanto determinano un sostantivo, assumono la funzione di pronomi possessivi, posti dopo il sostantivo da determinare e legati ad esso in un rapporto di ezāfe. Il pronome personale xwe in funzione di possessivo sostituisce tutti i pronomi al caso obliquo. Un altro pronome utilizzato per questa funzione è il pronome reciproco (e invariabile) hev, che rappresenta un gruppo di soggetti che fanno un'azione reciproca. Esistono due pronomi dimostrativi, uno di prossimità (ev) e uno di lontananza (ew).
Preposizioni e Posposizioni
Le preposizioni semplici in Kurmanji sono limitate. Le più utilizzate sono bi (compagnia o strumentale), di (locativo), ji (allontamento), li (direzione).Le postposizioni vengono utilizzate per definire meglio le preposizioni o indipendentemente, e in tal caso reggono il caso obliquo.
Ci sono anche delle preposizioni “assolute”, ovvero composte da preposizione+ pronome personale alla terza persona, ad esempio: bi+wî/wê=pê, con lui/lei.
Sistema verbale
In kurmanji ci sono due tipologie di verbi, i verbi semplici e quelli composti, che a loro volta si suddividono in verbi composti con preverbo (preposizione+verbo), locuzioni verbali (sostantivo + verbo), oppure verbo+preposizione assoluta.
Aspetti principali della grammatica sorani
Sostantivi
I sostantivi in sorani nella loro forma base, priva di suffissi, esprimono concetti generali e assoluti. Il sorani non conosce casi, le terminazioni servono a indicare se un nome è definito (suffiso -(y)akà) indefinito (sufisso-(y)èk), singolare o plurale (suffisso -(y)ân).
Stato costrutto
Quando un nome è determinato per mezzo di un complemento di specificazione, in sorani si usa una particolare costruzione, chiamata stato costrutto. Lo stato costrutto in sorani contempla tre diverse forme: stato costrutto sostantivo+sostantivo, costruzione stretta sostantivo+aggettivo (ossia quando vi è un aggettivo attributivo e un dimostrativo o un suffisso di definizione) e costruzione aperta (quando il sostantivo è indefinito o alla forma base)
Aggettivi
Il comparativo si costruisce suffiggendo -tir e il superlativo -tirîn
Pronomi
In sorani i pronomi personali possono essere enclitici oppure indipendenti e non c'è differenza tra il pronome oggetto e soggetto. I pronomi possessivi sono sempre enclitici; talvolta l'idea di possesso viene espressa tramite lo stato costrutto. Al pronome riflessivo xe vengono suffissi i pronomi personali. La particella enclitica -îsh indica "anche, pure".
Preposizioni, posposizioni, circumposizioni
Il sorani conosce numerose preposizioni, posposizioni e circumposizioni. In sorani inoltre i pronomi, quando assumono la funzione di complementi di preposizioni, diventano enclitici e vengono preposti o posposti.
Sistema verbale
Il verbo essere è una forma enclitica generalmente suffissa. In sorani ci sono tre tipologie di verbi: verbi semplici, verbi complessi e verbi composti. I verbi semplici sono verbi costituiti da una sola parola, i verbi complessi sono invece formati da un prefisso e un verbo semplice oppure da un verbo semplice seguito da un suffisso. I verbi composti sono invece costituiti da due parole. È inoltre fondamentale la distinzione tra verbi transitivi e intransitivi, poiché seguono regole grammaticali differenti.
Differenze morfologiche principali delle varianti kurmanji e sorani
Differenze generali[13]
- il kurmanji mantiene il genere (femminile e maschile) e i casi (assoluto e obliquo) mentre il sorani ha abbandonato la distinzione di genere e i casi, e supplisce a questi ultimi tramite l'utilizzo di suffissi pronominali
- il kurmanji conosce la struttura ergativa nei tempi passati dei verbi transitivi
- in kurmanji la forma passiva e causativa possono essere costruite con hatin (venire) e dan (dare); in sorani la forma passiva e causativa vengono costruite morfologicamente
- in sorani la forma passiva e causativa vengono costruite morfologicamente
- presenza, in sorani, del suffisso di definizione
Differenze nel sistema verbale
Sintassi
Kurmanji
Ez miróv dibînim
io.NOM uomo.OBL vedo
"io vedo l'uomo"
Inoltre presenta in alcuni casi strutture ergative, dove il soggetto (agente) è marcato con il caso dell'ergativo, e l'oggetto (paziente) non è marcato e prende l'accordo con il verbo.
Min ew dîṯ
Io.ERG egli.ASSOL vide
"Io lo vidi"
Sorani
Pyâw-èk ktâw-ak-ân-î křî.
uomo-INDF libro-INDF-PLU comprò
"Un uomo comprò dei libri"
Lessico
La maggior parte del lessico presente nelle lingue curde è di origine iranica nordoccidentale.Sono presenti numerosi prestiti, specialmente dall'arabo, entrate nella lingua attraverso la religione e i contatti storici con le tribù arabe. Una parte minore del lessico è di origine turca, caucasica e armena.
Numeri
Kurmanji | Sorani | |
---|---|---|
1 | yek | yek |
2 | du, didu | du |
3 | sê, sisê | sê |
4 | çar | chwâr |
5 | pênc | penj |
6 | şeş | shash |
7 | heft | ḥawt |
8 | heşt | hasht |
9 | neh | no |
10 | deh | da |
Espressioni di uso comune[modifica | modifica wikitesto]
Alcune espressioni di uso comune nelle due varietà:
Traduzione | Kurmanji | Sorani |
---|---|---|
Ciao | Merheba, Silav | Slaw! , |
Buongiorno | Rojbaş | Nîwerro baş |
Buonasera | Êvarbaş | Éwar baş |
Grazie | Spas | Supas |
Come va? | Çawa yî? | Chonî? |
Bene | Xasim | Çakim |
Arrivederci | Bi xatirê te | Xwa-legell |
Per favore | Tika dikim | Tikaye |
Bibliografia
Grammatiche kurmanji
- W.M. Thackston. Kurmanji Kurdish - A Reference Grammar with Selected Readings. M. S. Harvard University, 2006.[4]
- J. Blau e V. Barak. Manuel De Kurde. S.l.: Harmattan, 1999
- M.S. Derince, E. Opengin, G. Haig. Kurdish: An Elementary Course in Kurmanji. 2008
- U. Demîrhan, Kurmanji Kurdish For The Beginners [5]
Grammatiche sorani
- Thackston W. M., Sorani Kurdish - A Reference Grammar with Selected Readings. M. S. Harvard University, 2006.[6]
- Kim D. H., A Basic Guide to Kurdish Grammar, 2010 [7]
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