martedì 26 febbraio 2013

Moda maschile negli anni Trenta



Gli anni Trenta del Novecento sono un decennio caratterizzato dalla Grande Depressione economica nelle democrazie occidentali, dall'ascesa dei Totalitarismi in Italia, Germania, Unione Sovietica e di regimi autoritari in Spagna, Giappone, Europa centrale e orientale.
La premessa di storia generale è rilevante anche per capire le mode di quel decennio.
Nei paesi totalitari va di moda l'uniforme del partito che detiene il potere.
Non approfondisco questa parte perché entra troppo nello specifico della storia generale.
Nei paesi democratici la crisi economica porta ad una semplificazione del vestiario.



Analizzando l'immagine qui sopra si possono notare alcune caratteristiche specifiche della moda maschile negli anni '30.
1) Il colletto diventa (o meglio, torna ad essere) parte integrante della camicia e quindi non più staccato o staccabile da essa. Diventa inoltre molto appuntito, in modo da consentire al fermacravatta di essere posto sotto il nodo della stessa.
2) La cravatta diventa più lunga e si sperimentano nuovi tipi di nodo. Uno di questi è ispirato dal principe di Galles, futuro Edoardo VIII. Il principe, la cui eleganza era indiscutibile, inventò il nodo Windsor, il mio preferito. Ne ho già parlato e ne riparlerò presto.


3) La giacca e i pantaloni si allargano. 
4) Diventa di moda l'abito gessato. Poiché il gessato era un abito che all'epoca voleva "esibire" lo status sociale alto raggiunto da chi era nato in una condizione diversa, fu spesso indossato dai boss della mafia americana e dai gangsters, assieme al doppiopetto, sia nelle giacche che nei cappotti.





La pettinatura vede capelli corti pettinati all'indietro e impomatati o fissati con la brillantina.
In genere i film ambientati in quegli anni sono di argomento poliziesco e hanno spesso a che fare, in qualche modo, con la malavita, pertanto il look maschile di quegli anni è diventato, nell'immaginario collettivo, qualcosa che si tende ad associare al boss mafioso o al gangster senza scrupoli, ma anche all'investigatore cinico dei film noir.
Nel prossimo post dedicato alla moda maschile nel Novecento, parlerò degli anni Quaranta.

4 commenti:

  1. Con questi post tu mi conquisti sempre!
    Sarò anche un'inguaribile animo vintage ma a me l'uomo elegante con il cappello e il completo piace sempre. Lo trovo sempre signorile.
    La moda moderna secondo me ha perso tanto. E' mediamente volgare, ostentatrice della griffe (e non della qualità)e quella maschile è mediamente tamarra!

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    1. Grazie! Sono d'accordo con te su tutto quello che hai scritto. Io cerco di vestire nel modo classico, signorile, ma spesso questo viene scambiato per vanità, stranezza, voglia di farsi notare... tutte cose che non sono assolutamente nelle mie intenzioni. Io trovo l'abito con giacca e cravatta molto comodo, oltre che bello. Comodo specie in inverno, quando la cravatta permette di proteggere bene il collo e la gola dal freddo, tanto per fare un esempio, e la possibilità di mettersi o togliersi la giacca è sicuramente più comoda rispetto al mettersi o togliersi un maglione. Eppure, nonostante queste considerazioni anche di natura pratica, alla fine hanno prevalso i jeans e altri capi non ben definiti o definibili... se non col termine di "tamarro"... ;-)

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  2. verissimo...questi sono veri uomini...questa è pura eleganza....altro che gli uomini di oggi in giacca, pantaloni stretti come le donne, senza calzini e caviglie scoperte...Oddio...da sentirsi male...

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