giovedì 17 maggio 2018

La liberazione della sacca di Rastan Dam in Siria

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Mappa aggiornata della situazione militare nella Siria centrale: la sacca islamista tra Hama e Homs è da oggi sotto il pieno controllo dell'esercito siriano in seguito all'evacuazione dei miliziani islamisti verso le province filo-turche di Idlib e Jarabulus. 
Per la prima volta dall'inizio della guerra la città di Salamyah viene messa in sicurezza.
I rappresentanti della popolazione civile accolgono l'offerta di riappacificazione col governo, permettendo così la liberazione pacifica dell'intera area dalla morsa dei terroristi di Al Nusra che per sei anni aveva imposto la propria volontà.
Si tratta di una nuova vittoria per il presidente Assad e il suo principale alleato, il presidente russo Putin, dopo le vittorie nella Battaglia di Ghouta, nella Battaglia di Yarmouk e nella liberazione del Qalamoun orientale.

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Qui sotto possiamo vedere la mappa della liberazione del Ghouta (la periferia est di Damasco), avvenuta in marzo, e quella di Yarmouk, che è avvenuta in maggio (rimane ancora una sacca di resistenza dell'Isis che è sul punto di capitolare)

sabato 12 maggio 2018

Vite quasi parallele. Capitolo 117. Altro non sei che un nome




Joanna Virginia Dracu Burke-Roche, "the right honourable lady Fitzroy", per gli amici semplicemente Jenna: eccola lì, sempre più inspiegabilmente giovane, sempre più sfacciatamente bella, sempre più insopportabilmente perfetta!
Era una specie di Dorian Gray al femminile.
In quale soffitta hai nascosto il quadro che invecchia al posto tuo?
Il passare degli anni e il crescere dell'età non erano stati gentili con Luca Bosco.
Non avrei mai dovuto accettare di rivederla. Il solo guardarla mi fa star male.
Gli ricordava tutti i suoi fallimenti.
Per anni Luca Bosco aveva cercato, senza riuscirci, di operare una damnatio memoriae della donna di cui era stato dolorosamente e vanamente innamorato.
Per tutto quel tempo, ogni giorno, quando il ricordo si insinuava come una vipera nella sua mente, sussurrando il nome di lei, una voce interiore gridava: "Basta!".
Aveva cercato di demolire non solo il ricordo lei, ma anche e soprattutto l'ingiustificata idealizzazione di quel ricordo.
C'era un tempo in cui lei era stata tutto, per lui.
Tutto il bene e tutto il male del mondo.
L'amore per lei gli aveva intossicato l'anima, gli aveva rubato il sonno e le energie, e nei momenti più acuti gli aveva persino tolto la voglia di vivere.
Il "mal d'amore" non è solo un mito romantico: è qualcosa che uccide.
Lo dicevano persino i neuropsichiatri, osservando sperimentalmente l'alterazione della serotonina e della dopamina nelle TAC delle persone innamorate.
L'innamoramento è il punto debole di tutti noi, perché ci rende vulnerabili.
Persino Freud aveva dovuto ammetterlo:
"Non siamo mai così indifesi verso la sofferenza, come nel momento in cui amiamo".

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Era stato difficile comunicarle la profondità e la serietà suoi sentimenti.
Che fosse innamorato di lei era evidente, ma grandezza di questo amore necessita di essere espressa a parole.
Eppure Luca aveva esitato.
Le parole d'amore ci espongono all'eventualità del fallimento.
E nel suo caso era quasi una certezza, poiché il suo rivale era, almeno in apparenza, migliore di lui sotto ogni punto di vista.
Niente parole d'amore dunque, ma qualche accenno scritto c'era stato, sotto forma di email, ammesso che queste ridicole forme di comunicazione potessero essere considerate "lettere d'amore".
Del resto, come scriveva Fernando Pessoa, tutte le lettere d'amore sono ridicole. 
Era una delle poesie più belle e illuminanti del grande scrittore portoghese.
Anch'io ho scritto ai miei tempi lettere d'amore, come le altre, ridicole...
Le lettere d'amore, se c'è l'amore, devono essere ridicole.
Sentiva lo stesso peso dell'inconcludenza che incombe sulla mezza età di chi ha vissuto molte storie, ma non è riuscito a salvarne neanche una.
E magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo, senza accorgermene, lettere d'amore ridicole.
La verità è che oggi sono i miei ricordi di quelle lettere d'amore a essere ridicoli...


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In effetti l'amore ci fa fare molto spesso cose ridicole.
A volte anche cose folli. Persino criminali, ingiustificabili sotto qualsiasi punto di vista.
L'amore è ossessione, è fanatismo, è malattia, è pazzia.
E tanto più lo era per le persone complicate come lui, che con amara ironia era solito scherzare sul fatto che non solo faticava a trovare soluzioni per i problemi, ma per ogni soluzione, trovava un problema nuovo.
Meglio rinunciare, se il rischio era quello di far del male a qualcuno, oppure a se stessi.
Certo, l'assenza di amore rendeva infelici, ma la sua presenza poteva renderlo di più, perché ogni gioia viene pagata a prezzo di grandi sofferenze,
La parola "amore" no, non basta più, non è più qui... 
E questo è un vivere a metà. Ma con l'amore si sarebbe sofferto di più.
Con Jenna, ancora di più.
Lei era come sale su una ferita mai rimarginata.
Gli bastava sentir pronunciare il suo nome, o anche solo pensarlo, ed era come una coltellata al petto.
Un nome... In fondo che cosa c'è in un nome? Jenna è solo uno dei tanti nomi dell'amore.
Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo. 
Così almeno la pensava Shakespeare.
La rosa non ammalia pur con altro nome?
Forse che quella che chiamiamo rosa cesserebbe d'avere il suo profumo se la chiamassimo in altro modo?
Ah, se solo avesse potuto togliersi dalla testa quel nome!
Persino Marco Giunio Bruto, secondo Cassio Dione, prima di gettarsi sulla daga, dopo la sconfitta di Filippi, aveva pronunciato la memorabile sentenza:
"O misera virtù, altro non sei che un nome!"
E così doveva valere per il nome di una donna troppo amata.
Anche tu, Jenna Burke-Roche de Fizroy, in fondo, altro non sei che un nome...
Ed era passato molto tempo.
Molta acqua sotto i ponti...
Gli anni erano sfumati nell'inconcludenza di un tempo nascosto ormai negli interstizi e sotto i tappeti.
Ed era inutile fare l'inventario delle cose perdute, per poi soffocare un urlo di rimpianto, e appoggiarsi a quegli arredi raffinati come fossero pilastri, mentre tutto franava intorno.
Pensava di essere riuscito a moderare quel sentimento, ma non era così.
Tutto ciò che aveva provato, si era risvegliato in un solo istante, nel momento stesso in cui l'aveva rivista.
Erano passati tanti anni, eppure sembrava ieri.
"Solo ieri, quando era più leggera la mia età"
Per tutto quel tempo, Luca aveva creduto, sbagliando, che Jenna e il suo fidanzato, Roman Waldemar, sarebbero stati felici insieme, e che dunque almeno il suo sacrificio fosse servito a qualcosa.
Einvece a un certo punto lei era spartita.
E dopo un po' era sparito anche Waldemar.
Tutto per nulla, dunque? Persino i miei passi indietro, le mie rinunce?
Per dimenticarla si era buttato anima e corpo nel lavoro, che gli aveva dato molta più soddisfazione, fintanto che i rapporti col Professor Monterovere si erano incrinati.
Ma quella sera l'anziano docente sembrava essere tornato benevolo e comprensivo:
<<Cherchez la femme, si diceva una volta!>>
Monterovere sapeva molto più di quel che avrebbe mai potuto o voluto ammettere.
Eppure mi aveva avvertito fin dall'inizio. "Attento... quella è una gatta morta... e tirerà fuori gli artigli quando meno ce l'aspettiamo. Ed è anche un vampiro, nel senso che prosciuga le energie di chi le sta intorno".
E l'aveva fatto, poi era sparita, e poi, come niente fosse, era tornata.
Sarebbe saggio, da parte mia, non darle corda. Ma la saggezza, purtroppo, è una virtù che non ho mai posseduto.
E così eccolo ancora una volta, vergognosamente, pateticamente, a pendere dalle labbra di lei.
E' la coazione a ripetere: l'assurda illusione che ci fa dire: "Questa volta sarò in grado di gestire la situazione. Questa volta saprò comportarmi nel modo giusto". 
Ma non è forse follia credere, rifacendo sempre le stesse cose, di poter ottenere risultati diversi?
Non aveva avuto il tempo di darsi una risposta.
Lei era lì, come la manifestazione di una divinità volubile e spietata.
Quasi non riusciva a crederci.
Continuava scioccamente a domandarsi: è lei o no?
I capelli biondo scuri le scendevano dolcemente sul collo aristocratico e sulle spalle scoperte.
Portava una collana di diamanti con uno zaffiro, che faceva rifulgere il blu dei suoi occhi. 
Simili erano gli orecchini.
I tratti del viso erano dolci, ma qualcuno avrebbe detto che quella faccia d'angelo le serviva per ingannare.
Portava un abito rosso scarlatto.
Mi guarda e sorride come se fosse davvero felice di rivedermi, ma sarebbe imperdonabilmente sciocco, da parte mia, farmi illusioni di qualsiasi genere sul suo conto.
Era assurdo solo pensarlo, eppure non poteva farne a meno.
Forse ora lei magari... sì, ma poi ti butta via... 
Via dalle sue mani, in un deserto senza fine.
Jenna l'aveva fatto anche col fidanzato, Waldemar Richmond, quando l'aveva lasciato poco prima del matrimonio, spezzandogli il cuore.
Nell'incredulità e nella disperazione, Waldemar aveva telefonato a Luca e si era sfogato con lui:
"Da quando lei se n'è andata, ho visto la mia vita riempirsi di vuoto".
Jenna era fatta così: era una divoratrice di cuori.
Ma forse potrebbe essere cambiata, aver appreso qualcosa di nuovo. Forse è per questo che è tornata da me, ora, al mutare della marea.
Fece qualche passo nella sua direzione e gli parve come se questa scena si fosse già ripetuta infinite volte.
Ormai era a un passo a lui: poteva riconoscerne il profumo, ritrovare tutti i particolari del suo volto, le screziature degli occhi...
<<Non sono un fantasma>> disse lei mentre allargava le mani <<Abbracciami e vedrai che sono io in carne ed ossa>>
Fu un abbraccio dolce e forte, nello stesso tempo: un piacere così grande da fare male, da incrinare tutti i precari equilibri laboriosamente costruiti in anni di paziente sopportazione.
<<Sei davvero tu... ma prima di ogni altra cosa, prima di ogni convenevole, prima di ogni discorso, prima di tutto... una sola domanda: perché?>>
Lei continuò a tenergli strette le mani, come se temesse una sua fuga.
Perché sei fuggita? Perché sei sparita? Perché hai lasciato Waldemar? Perché non mi hai cercato?
Jenna sorrise e Luca sentì di essere di nuovo in trappola.
Lei sa di potermi dominare ancora. 
Era molto abile a mentire.
Avrebbe mentito ancora?
("Fa prima una bugia a fare il giro del mondo che una verità a mettersi i pantaloni" aveva detto Churchill).
Lei gli si avvicinò ancora di più, tanto che lui poteva sentire il suo respiro, che era sempre profumato di fragola.
<<Perché, rispetto alle apparenze, la situazione era un po' più complessa>>

venerdì 11 maggio 2018

Quel che resta dell'Isis



Nelle mappe qui riportate  possiamo vedere le ultime sacche di resistenza dell'Isis in territorio siriano, colorate in grigio.

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Syrian Civil War map.svg

Per rendersi conto dei progressi fatti nella lotta contro lo stato islamico, basta confrontare questa mappa con quella del Califfato nello scorso settembre.



La situazione attuale mostra anche la spartizione del territorio siriano e in parte anche di quello iracheno tra le forze vincitrici e i loro alleati internazionali.

Syrian, Iraqi, and Lebanese insurgencies.png

    Controlled by the Syrian Arab Republic (SAA   Controlled by the Iraqi government    Controlled by the Syrian Opposition    Controlled by Tahrir al-Sham (HTS)    Former rebel areas that have reconciled with the government    Controlled by the Turkish government and Turkish-backed rebel forces    Controlled by the Islamic State of Iraq and the Levant (ISIL   Controlled by the SDF    Controlled by the Kurdistan Region    Areas under joint SDF-SAA control    Controlled by the Lebanese government    Controlled by Hezbollah in Lebanon 

In the respective colours: Stable mixed control Rural presence Contested Strategic hill Oilfield/Gasfield Military base or checkpoint Airport/Air base (plane) Heliport/Helicopter base Major port or naval base Border post Dam Industrial complex

mercoledì 9 maggio 2018

La Battaglia di Yarmouk a sud di Damasco



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Dopo la liberazione del territorio del Ghouta Orientale, alla periferia est di Damasco, l'esercito siriano ha subito avviato, nella seconda metà di aprile, l'operazione di messa in sicurezza del quartiere di Yarmouk, a sud della capitale, che da oltre sei anni è nelle mani dell'Isis e del Fronte Al-Nustra (che poi ha cambiato nome infinite volte, ma resta pur sempre una cellula di Al-Qaeda).
Yarmouk, prima della guerra, era già in una situazione delicata, essendo in gran parte composto da un campo profughi palestinese.
L'infiltrazione di terroristi jihadisti ha creato una situazione umanitaria grave per la popolazione civile.
Per questo, come già accaduto in altre aree negli ultimi mesi, il governo siriano ha offerto agli jihadisti la possibilità di arrendersi ed essere trasferiti nelle province di Idlib e Jarabulus, sotto controllo dei Turchi e dei gruppi islamisti radicali, per risparmiare alla popolazione civile le conseguenze di una battaglia sia aerea che di terra.
Il 21 aprile, a seguito del fallimento di trattative per l'evacuazione dei miliziani, è stata avviata un'offensiva aerea accompagnata da operazioni di terra.
Il 30 aprile i miliziani di Al-Nusra nell'area si sono arresi, accettando di essere trasferiti nelle provincie di Idlib e Jarabulus: l'evacuazione è stata immediatamente avviata.
L'esercito siriano si è così potuto concentrare direttamente sulla zona controllata dall'Isis e già il 3 maggio si è conseguito l'importante risultato di dividere l'enclave in due sacche, di cui una è ciò che resta del campo profughi, mentre l'altra è il quartiere di Al Hajar al Aswad.
Tra il 4 e il 7 maggio le forze governative siriane, aiutate dalle milizie palestinesi (Fatah Intifada, PFLP-GC, Brigata Galilea, Esercito di Liberazione), dalle Brigate Baath e dai volontari nazionalisti Nusur al-Zawbaa e Guardia Nazionale Araba hanno stretto d'assedio le due partil'ultimo fazzoletto di Damasco Sud ancora occupato dall'ISIS.
La più meridionale delle due "sotto-sacche" è caduta immediatamente sotto gli assalti di Nusur Al-Zawbaa, PFLP-GC,  Esercito di Liberazione e Fatah Intifada, come mostra la mappa che pubblichiamo.
Nella parte Nord, dalla direzione di Tadamun, i governativi hanno lancianto una nuova offensiva, nel tentativo probabilmente di separare anche questa 'pocket' in due parti distinte.
L'8 maggio i miliziani dell'Isis di Al Hajar al Answad si sono arresi e il cerchio si è stretto intorno alla zona di Yarmouk propriamente detta, dove l'Isis si è asserragliato, barricandosi nell'ex campo profughi.