lunedì 12 marzo 2018

Albero genealogico e parentele tra le Famiglie reali d'Europa

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La Famiglia Reale Inglese (o per meglio dire, Britannica), discende per linea materna dagli Hannover, che a loro volta discendevano, sempre a livello matrilineare, dagli Stuart di Scozia (successivamente sovrani d'Inghilterra e Irlanda), dai Tudor e dai Plantageneti. Seguendo invece le linee patrilineari, possiamo vedere come il principe Carlo, erede al trono del Regno Unito, discenda, tramite il padre Filippo, dagli Oldenburg (e nello specifico dal ramo Schleswig-Holstein) di Danimarca e Grecia e tramite gli antenati maschili della madre, dai Wettin di Sassonia-Coburgo (questo sarebbe il vero nome della casa di Windsor, in seguito al matrimonio della regina Vittoria, ultima degli Hannover, con Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha) e dai Welf di Brunswick-Luneburg tramite la casata di Hannover. Ci sono altri antenati interessanti, tra cui persino il principe Vlad III di Valacchia, detto Dracula (cosa su cui il Principe di Galles ama scherzare), in quanto la nonna di Elisabetta II, la regina Mary di Teck, discendeva da una principessa ungherese che a sua volta era una discendente del principe Vlad.

domenica 11 marzo 2018

Vite quasi parallele. Capitolo 107. Se ti piace, fa male

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Secondo alcune profezie, il mondo sarebbe dovuto finire nel 2012: non fu così, ma per quel che riguardava Riccardo Monterovere, il mondo era già finito l'anno precedente.
La malattia dei genitori, la morte dell'adorata nonna Diana, la rovina finanziaria e l'avvento al potere di Monti e dei tecnocrati di Bruxelles, con le loro tasse sugli immobili e la conseguente necessità di mettere in vendita la Villa Orsini, avevano distrutto tutto il suo mondo e tutte le sue certezze.
Aveva cercato di tornare alla normalità, o di fingerla, il che è lo stesso.
Ma come fai a rimettere insieme le fila di una vecchia vita, se non c'è più nemmeno un telaio a fare da base? 
Come fai ad andare avanti quando nel tuo cuore cominci a capire che ci sono ferite che neppure il tempo può risanare, piaghe talmente profonde che minacciano di avvelenare tutto il corpo, cancrene da amputare, lasciandoti menomato a tal punto da condizionare ogni aspetto del tuo futuro, per sempre?
Riccardo cercava di farsi forza, per i suoi genitori, più che per se stesso. Si imponeva di portare una maschera che nascondesse i suoi reali sentimenti, ma gli occhi lo tradivano.
Quello che si leggeva nei suoi occhi era il ricordo del dolore, un dolore che non sarebbe mai riuscito a dimenticare.
Per lui la felicità passata non era più felicità, ma il dolore passato era ancora dolore.
Era questa la sua condanna, ricordare tutto, soprattutto il male, perché nella vita il male è preponderante.
Questa era la verità scomoda che nessuno voleva sentirsi dire, ma che quasi tutti, in cuor loro, prima o poi, erano destinati ad ammettere a se stessi, salvo pochi fortunati e moltissimi stupidi.
E Riccardo non apparteneva né ai primi, né ai secondi.
Apparteneva a quella categoria di persone, nel contempo speciali e tragiche, che erano fatte per la semina, ma non per il raccolto.
Aveva detto no all'opaca trafila delle cose, vana più che crudele, per dedicarsi alla conoscenza, pur sapendo che dalla conoscenza non può che derivare un dolore più grande, perché il modo migliore di difendersi dall'ingiustizia è non accorgersi della sua esistenza.
Stupidità ed ignoranza sono il principale scudo con cui ci si salva dalla cognizione del dolore.
Ma questo non poteva dirlo, perché in troppi si sarebbero offesi, specialmente le "anime belle" che consideravano il dolore come una giusta punizione e il lamento come una colpa vergognosa.
Persino Ilaria, a volte, lo accusava di questo:
<<Ostenti il tuo dolore come se fosse un trofeo>>
La verità era meno edificante: in fondo per lui la sofferenza era anche un alibi, una specie di giustificazione, come quando sotto sotto si è contenti di avere la febbre perché così si può marinare la scuola.
Ma questo non l'avrebbe mai ammesso con nessuno, men che meno con Ilaria:
<<E' un trofeo, in effetti, poiché niente ci rende più grandi, davanti a noi stessi, della capacità di sopportare una grande sofferenza>>
Forse fu proprio la divergenza di opinioni su questo punto la prima crepa del rapporto tra Riccardo e Ilaria.
In fondo lei era uno spirito classico, amava le statue antiche degli atleti olimpionici, agognava ben altri trofei e si rendeva conto che Riccardo era troppo diverso dall'ideale di "mens sana in corpore sano". Anzi, ormai ne era l'opposto.
In lui i tormenti dell'anima si erano sommati a quelli del corpo:  erano come una seconda emicrania, ancora più lancinante di quella che lo affliggeva da sempre.
E non era il peso dei segreti riguardanti la sua disastrata famiglia.
<<Tu non mi dici tutto, riguardo al tuo passato e ai tuoi parenti. Hai dei segreti e per me i segreti sono bugie>>
Era una stupidaggine, ma in fondo Ilaria aveva solo vent'anni, e a quell'età siamo tutti un po' stupidi.
Riccardo cercava di essere comprensivo, ma sentiva anche il bisogno di mettere in chiaro un concetto che gli stava molto a cuore:
<<Se anche ti raccontassi la mia storia e quella della mia famiglia, non sarebbe certo la verità. E questo non per disonestà o per motivi di riservatezza, ma perché ho la vocazione del romanziere, e come tale dico che la vita passata non è quella che abbiamo vissuto e nemmeno quella che ci ricordiamo, ma quella che immaginiamo, e come ce la immaginiamo per raccontarla, e renderla più interessante sia ai nostri occhi che a quelli di uno spettatore distratto>>
Ilaria era stata sul punto di capire, ma poi il concetto le era sfuggito:
<<E tu credi che il dolore sia interessante?>>
<<E' sicuramente più interessante della felicità. Non c'è niente di più noioso di una storia in cui tutto va bene. Forse è per questo che Dio, o chi per lui, ha creato il mondo in questo modo. Un mondo felice sarebbe stato troppo noioso, almeno per chi lo guarda>>
Era un paradosso, ma conteneva un'accusa ben precisa di sadismo rivolta al Demiurgo, che nell'ìpotesi cattolica arrivava, secondo Riccardo, al sado-masochismo.
Si trattava di una tesi eretica e blasfema, ma si basava comunque sull'esperienza.
La preponderanza del male nella vita era un'evidenza empirica: la maggior parte delle cose che ci piacciono fanno male alla salute o all'immagine, oppure sono inaccessibili per motivi legali, morali o economici.
Chi aveva concepito un mondo simile o era il Demiurgo malvagio dello Gnosticismo, oppure era un Dio che voleva che questo pianeta, in questo universo, fosse il vero Inferno dove noi, anime dannate per i crimini di una vita precedente (la vera vita), eravamo destinati a scontarne la punizione.
Certo, come dice Sam Gamgee: "C'è del buono in questo mondo, Padron Frodo ed è per questo che dobbiamo combattere". E, come aveva scritto Italo Calvino,“L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”
Eppure in quel momento, per Riccardo, era difficile trovare qualcosa che non fosse inferno.
Gli mancavano Ettore e Diana, gli mancavano i suoi genitori com'erano prima che la malattia li rendesse l'ombra di ciò che erano stati e gli mancava Ilaria che era in un paese caldo, per quel maledettissimo Erasmus, quella specie di nuova naja che il globalismo tecnocratico imponeva ai giovani studenti.
Lei era al sole, mentre una gran neve aveva sepolto le città italiane nel febbraio del 2012, e Bologna, in particolare, tanto che ancora oggi gli "umarell", in dialetto, ricordarono con nostalgia " e gran nvò de dods".
Ma dov'era Ilaria non c'era neve né pioggia.
C'era una specie di "estate indiana", come quelle ultime giornate di ottobre, quando ancora sembra di essere in estate e che quell'estate debba durare in eterno, e invece è l'ultima luce e l'ultimo calore prima del grande freddo.
Dicono che Socrate, dopo aver bevuto la cicuta, abbia asserito che il freddo della morte incomincia a sentirsi dai piedi, per poi risalire.
Io non ho bevuto la cicuta, pensava Riccardo, eppure il gelo mi arriva fino al cuore.



Albero genealogico dei Mountbatten, gli antenati materni del Principe Filippo di Edimburgo

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Il principe Filippo, duca di Edimburgo, marito della regina Elisabetta II del Regno Unito, rinunciò al cognome paterno Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glucksburg, della dinastia reale Oldenburg di Grecia e Danimarca, perché suonava troppo "tedesco", specie durante la Seconda Guerra Mondiale e nell'immediato dopoguerra. Preferì adottare il cognome Mountbatten, che era la versione inglese del cognome di sua madre, Alice di Battenberg, la quale discendeva per via materna dalla stessa regina Vittoria (il che rendeva Filippo un lontano cugino di sua moglie Elisabetta) e per via paterna dalla famiglia reale di Assia-Darmstadt.
I Mountbatten erano dunque la versione inglese dei Battenberg, che a loro volta erano un ramo cadetto degli Assia-Darmstadt.
Il nonno materno di Filippo, l'ammiraglio Luigi di Battenberg, era infatti figlio del principe Alessandro di Assia-Darmstadt e di Julia Theresa von Hauke, la quale, essendo considerata di rango sociale inferiore al marito, fu creata Contessa di Battenberg, titolo che trasmise ai suoi figli, esclusi tuttavia dalla successione al granducato di Assia-Darmstadt, in quanto nati da un matrimonio morganatico.




Stemma dei Mountbatten

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Albero genealogico di Filippo di Edimburgo

Filippo di EdimburgoPadre:
Andrea di Grecia
Nonno paterno:
Giorgio I di Grecia
Bisnonno paterno:
Cristiano IX di Danimarca
Trisnonno paterno:
Federico di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg
Trisnonna paterna:
Luisa Carolina d'Assia-Kassel
Bisnonna paterna:
Luisa d'Assia-Kassel
Trisnonno paterno:
Guglielmo d'Assia-Kassel
Trisnonna paterna:
Luisa Carlotta di Danimarca
Nonna paterna:
Olga Konstantinovna di Russia
Bisnonno paterno:
Konstantin Nikolaevič Romanov
Trisnonno paterno:
Nicola I di Russia
Trisnonna paterna:
Carlotta di Prussia
Bisnonna paterna:
Alessandra di Sassonia-Altenburg
Trisnonno paterno:
Giuseppe di Sassonia-Altenburg
Trisnonna paterna:
Amalia di Württemberg
Madre:
Alice di Battenberg
Nonno materno:
Luigi di Battenberg
Bisnonno materno:
Alessandro d'Assia
Trisnonno materno:
Luigi II d'Assia
Trisnonna materna:
Guglielmina di Baden
Bisnonna materna:
Julia von Hauke
Trisnonno materno:
Conte Hans Moritz von Hauke
Trisnonna materna:
Sophie La Fontaine
Nonna materna:
Vittoria d'Assia e del Reno
Bisnonno materno:
Luigi IV d'Assia
Trisnonno materno:
Carlo d'Assia
Trisnonna materna:
Elisabetta di Prussia
Bisnonna materna:
Alice di Gran Bretagna
Trisnonno materno:
Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha
Trisnonna materna:
Vittoria del Regno Unito

sabato 10 marzo 2018

Albero genealogico degli Oldenburg Schleswig-Holstein Glucksburg, gli antenati paterni del principe Filippo di Edimburgo

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Il Casato degli Oldenburg è una famiglia nobile tedesca settentrionale e una delle più influenti e longeve case reali europee.
Gli Oldenburg sono entrati nel novero delle famiglie reali quando il Conte Cristiano I di Oldenburg fu scelto come Re di Danimarca nel 1448; da allora in avanti gli Oldenburg sono la famiglia reale danese. Nel 1450 Cristiano I ascese anche al trono del Regno di Norvegia. Allo stesso casato appartengono anche gli zar russi a partire da Paolo I.
L'oculata politica dinastica dei conti medievali Oldenburg ha permesso a molti dei loro discendenti di salire sul trono di vari regni scandinavi. Nel XIV secolo, attraverso il matrimonio con un discendente del re Valdemaro I di Svezia e del re Eric IV di Danimarca, gli Oldenburg reclamarono i troni di Svezia e Danimarca dal 1350.
Al tempo, i competitori erano i successori di Margherita I di Danimarca. Nel XV secolo, l'erede Oldenburg sposò Edvige di Holstein, discendente di Eufemia di Svezia e Norvegia e discendente di Eric V di Danimarca. Dato che i discendenti situati più in alto negli alberi genealogici erano morti, il figlio Cristiano I divenne re di tutti e tre i regni dell'Unione di Kalmar. Il Casato di Meclemburgo era il principale avversario nella successione ai troni settentrionali. Vari rami della dinastia Oldenburg hanno regnato in diversi Paesi, come mostra l'elenco.
Per la lista esatta dei reggenti dello stato di Oldenburg, vedasi alla voce Oldenburg (stato).

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venerdì 9 marzo 2018

La Cospirazione dei Coburgo e il loro legame con la Massoneria

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All'alba del XIX secolo, il Ducato di Coburgo, retto dalla dinastia Wettin di Sassonia-Coburgo-Gotha, era un piccolo e povero feudo tedesco sperduto nelle selve di Turingia, del tutto privo di influenza politica.
Meno di cinquant'anni dopo, i Sassonia-Coburgo avevano non soltanto arricchito enormemente la propria casata, ma avevano di fatto conquistato il trono del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, quello del Belgio e si erano imparentati con tutte le Case Reali d'Europa, trasformandole in una sorta di unica grande famiglia.
Com'era stato possibile?
Ce lo spiega in maniera estremamente chiara, efficace ed avvincente lo scrittore Richard Sotnick nel suo testo "La Cospirazione dei Coburgo", in cui non si limita ad analizzare l'influenza del principe Alberto di Sassonia-Coburgo sulla sua regale consorte, Vittoria di Hannover, sovrana del Regno Unito e dell'Impero Britannico, ma concentra la sua attenzione sul vero stratega e regista di quel matrimonio e cioè Leopoldo di Sassonia-Coburgo e Gotha, zio paterno (e forse persino padre naturale) di Alberto e nel contempo zio materno di Vittoria.



Sì, perché quello che i libri di storia non dicono è che Leopoldo di Sassonia-Coburgo, prima di diventare Re dei Belgi (carica tutt'ora detenuta dai suoi discendenti legittimi), era stato ad un passo dal diventare lui stesso Principe Consorte e forse persino Re del Regno Unito.
Era infatti riuscito, attraverso una serie di avventure degne di un romanzo, più che di una biografia,
a sposare la principessa Carlotta di Hannover, unica figlia del Principe di Galles, il futuro re Giorgio IV di Gran Bretagna.

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 La domanda è dunque: com'era riuscito l'oscuro figlio cadetto di un insignificante duca tedesco a sposare l'erede presuntiva di una delle più importanti monarchie d'Europa?

Leopoldo era l'ultimogenito del duca Francesco Federico di Sassonia-Coburgo-Saalfeld e della sua seconda moglie, la principessa Augusta di Reuss-Ebersdorf.

Francesco Federico
*1750 †1806
Ernesto I
*1784 †1844
LEOPOLDO I
Ferdinando
*1785 †1851
Ernesto II
*1818 †1893
Alberto
Sovrani del Belgio
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Re del Portogallo
Principi, poi zar di Bulgaria

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Sovrani del Regno Unito e duchi di
Sassonia-Coburgo-Gotha
Nel 1795, ancora bambino, si trasferì in Russia sotto la protezione della sorella Giuliana, promessa in sposa e poi moglie del granduca Konstantin Pavlovič Romanov, fratello dello zar Alessandro I.
n quello stesso anno Leopoldo venne nominato colonnello del Reggimento della guardia imperiale russa Izmajlovskij e, sette anni più tardi, fu promosso al grado di maggiore generale.

Nel 1806, dopo la conquista del Regno di Sassonia e del ducato di Sassonia-Coburgo-Saalfeld da parte delle truppe napoleoniche, soggiornò brevemente a Parigi alla corte di Napoleone.

Leopoldo rifiutò il grado di aiutante che gli venne offerto dall'Imperatore dei francesi, per unirsi alla Russia di Alessandro I, partecipando con lo zar all'incontro di Erfurt del 1808 con Napoleone.

In qualità di colonnello di cavalleria, pur non avendo esperienze pratiche di comando, prese parte alla campagna del 1813, partecipando alle battaglie di Lützen, Bautzen e di Lipsia, contro le truppe del Bonaparte. Queste battaglie gli valsero, nel 1815 al termine delle guerre napoleoniche, il titolo di generale di divisione e poi Maresciallo di Russia e l'anno successivo quello di maresciallo di campo del Regno Unito.

Ma tutto questo non sarebbe bastato a realizzare i propositi dell'ambizioso Leopold e della sua ancor più ambiziosa madre.

La vera mossa vincente di Leopold fu, nell'ottobre del 1813, l'iniziazione alla Massoneria, per mano di Rodolphe-Abraham Schiferli, cavaliere Rosacroce del capitolo della loggia Zur Hoffnung di Berna, in Svizzera, allora appartenente al Grande Oriente di Francia ed oggi parte della Gran Loggia svizzera Alpina. Venne elevato al grado di maestro il 9 dicembre di quello stesso anno e reso membro onorario della loggia svizzera.

E da quel momento divenne parte di un Grande Disegno che mirava a collocare sul trono di tutti i regni d'Europa una dinastia di sovrani liberali e, cosa più importante, ferventi seguaci della Massoneria.

A differenza dei massoni francesi e statunitensi, quelli inglesi e tedeschi erano contrari alla caduta della monarchia e preferivano averla come alleata.
Per questo, in Gran Bretagna, l'evento decisivo era stato, nel 1782, la nomina del principe Enrico, duca di Cumberland, fratello minore di re Giorgio III, a Gran Maestro della Loggia d'Inghilerra.
Da quel momento la Massoneria britannica fu sempre guidata da un membro della Famiglia Reale (attualmente il Gran Maestro è il Duca di Kent, cugino della sovrana).

Nel 1792, il principe Giorgio di Galles, futuro re Giorgio IV, succedette allo zio nella carica di Gran Maestro.

Fu dunque in seno alla Massoneria che si decise di creare l'alleanza tra gli Hannover di Gran Bretagna, discendenti della potentissima famiglia tedesca dei Welfen, con i Sassonia-Coburgo, discendenti dell'antica dinastia Wettin, al fine di consolidare i legami tra il Regno Unito e la Germania, nell'ottica di una futura unificazione tedesca ed europea sotto le insegne del liberalismo massonico.

L'altro pretendente alla mano della principessa Carlotta era Guglielmo d'Orange-Nassau, futuro re dei Paesi Bassi, anch'egli liberale e massone. La principessa preferì Leopoldo di Coburgo e secondo quanto ci descrivono i contemporanei, pare che questo fidanzamento fosse considerato preferibile e particolarmente felice, sia per l'aspetto sentimentale che per le prerogative dinastiche, dal momento che gli Hannover intendevano recuperare il controllo del loro regno originario nella Germania settentrionale.

Fu così che Carlotta sposò, il 2 maggio del 1816 a Londra, il principe Leopoldo di Sassonia Coburgo-Gotha (1790-1865). 

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Ma un evento infausto pose fine alla felicità dei giovani sposi e nel contempo alle ambizioni dei loro parenti e protettori, in particolare nell'ambiente massonico.

Il 6 novembre 1817 la principessa Carlotta morì di parto, per emorragia, poco dopo la morte dello stesso neonato.

Questo tragico evento, di cui la Storia ufficiale non parla, ebbe invece delle conseguenze determinanti non solo per la Gran Bretagna, ma per tutta l'Europa e, di conseguenza, per tutta la storia mondiale.

La corona del Regno Unito rimase senza eredi diretti e il progetto liberale massonico di egemonia anglo-germanica pareva essere sfumato.

Allo scopo di ovviare a questa circostanza, Giorgio IV costrinse suo fratello Edoardo, Duca di Kent, a sposare, suo malgrado, Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld, sorella dello stesso Leopoldo. 

Dalla loro unione nacque Vittoria, che ereditò la corona del Regno Unito nel 1837 e la detenne fino alla morte, nel 1901, quando tutti i suoi discendenti si erano insediati in ogni casa reale d'Europa.


Leopoldo, che non dimenticò mai l'amatissima moglie, a seguito della Rivoluzione belga del 1830 che provocò lo smembramento del Regno Unito dei Paesi Bassi e alla nascita degli attuali Belgio e Paesi Bassi, fu scelto dalla diplomazia britannica (e imposto sia ai belgi che a Luigi Filippo di Francia) per governare il nuovo Paese. Nel 1831 diventò così il primo Re del Belgio, fondando una nuova dinastia tuttora regnante.

Ma il suo vero capolavoro diplomatico fu quello di convincere sua nipote Vittoria a sposare il cugino Alberto di Sassonia-Coburgo, rinsaldando in maniera determinante l'alleanza degli Hannover con i Wettin.

Il passo successivo fu quello di fidanzare i dieci figli di Vittoria e Alberto con i principi reali delle più importanti dinastie che, nel disegno della Massoneria inglese e germanica, avrebbero dovuto creare una sorta di Unione Europea ante litteram.

E ci andarono molto vicino, in particolare quando la principessa Vicky sposò l'erede al trono di Prussia, Federico di Hohenzollern, e il principe Bertie sposò Alessandra di Danimarca, appartenente alla prestigiosissima dinastia degli Schleswig-Holstein, ramo dell'ancor più antica casata degli Oldenburg.

Ancora una volta, però, il "Grande Disegno" fu spezzato da una morte prematura: Federico III di Prussia, che in qualità di Imperatore Tedesco avrebbe impresso una svolta liberale, massonica e filo-britannica alla Germania, regnò per soli tre mesi, a causa dell'interminabile longevità del padre e dell'implacabile cancro alla gola che lo portò a seguire nella tomba l'imperiale genitore.

A succedergli fu il bellicoso figlio Guglielmo II, il Kaiser per eccellenza, che non aveva nessuna intenzione di diventare un burattino della diplomazia britannica o della Massoneria, preferendo di gran lunga la tradizione militare prussiana, il nazionalismo tedesco e l'eterno sogno della supremazia pangermanica sul continente eurasiatico.

Se la storiografia attribuisce parte della responsabilità delle guerre mondiali del XX secolo alla megalomania di Guglielmo II e dei suoi seguaci, non deve però dimenticare che il Kaiser fu, in fin dei conti, una creazione delle trame dei Coburgo e dei loro alleati massoni.

Albero genealogico dei Wettin di Sassonia Coburgo e Gotha, antenati dei Windsor e della regina Elisabetta II

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La Casata di Wettin, dal nome Witzel modificatosi nel tempo, fu una dinastia tedesca di conti, duchi, principi elettori (Kurfürsten) e re che governarono l'area corrispondente allo stato della Sassonia per più di ottocento anni, riuscendo anche ad occupare per alcuni periodi il trono di Polonia. Esponenti della Casata di Wettin, in varie epoche, ascesero ai troni di Gran BretagnaPortogalloBulgariaPoloniaSassonia e Belgio; di questi, solo la linea britannica (Windsor) e quella belga (Sassonia-Coburgo-Gotha) regnano ancora.

Le origini: i Wettin di Sassonia

Il più antico personaggio della Casata di Wettin è Tiederico (m. 982), quasi certamente figlio del duca Burcardo III di Svevia, che aveva stabilito probabilmente la propria sede a Liesgau. Attorno al 1000 la famiglia acquistò, come parte dei territori tedeschi conquistati nelle terre degli Slavi, quello che sarebbe divenuto il Castello di Wettin, da cui presero il nome. Il castello si trova a Wettin nell'Hosgau presso il fiume Saale. Attorno al 1030, la famiglia dei Wettin ricevette la Marca Orientale come ricompensa per i servigi prestati all'impero.
La permanenza dei Wettin nei territori degli Slavi spinse l'Imperatore Enrico IV a investirli anche della Marca di Meissen, come ricompensa, nel 1089. La famiglia divenne sempre più potente durante il Medioevo, ereditando il Langraviato di Turingia nel 1263, e venne investita del Ducato di Sassonia nel 1423 con la dignità di principi elettori del Sacro Romano Impero.
La famiglia si divise in due linee nel 1485 quando i figli di Federico II di Sassonia conclusero che venti anni di governo comune avevano avuto poco successo. Il figlio maggiore, Ernesto di Sassonia, ricevette la carica di principe elettore e stabilì la sua sede a Wittenberg, mentre il fratello più giovane, Alberto di Sassonia, governò le proprie terre da Dresda. La Sassonia venne quindi divisa in Sassonia Elettorale (che comprendeva sostanzialmente la Turingia), retta dalla "linea Ernestina", e la Sassonia Ducale (che comprendeva sostanzialmente la moderna Sassonia), governata dalla "linea Albertina".

La linea Ernestina e la linea Albertina dei Wettin

L'eredità delle due linee assunse caratteristiche differenti.
La linea Albertina si concentrò nel mantenere l'unità della Sassonia, preservandola come simbolo del potere della famiglia nella regione ed assegnando solo piccole porzioni di territorio ai rami cadetti della famiglia come appannaggio.
La linea Ernestina divise fin dall'inizio i propri territori, creando un piccolo insieme di Stati definiti "Ducati Ernestini" in Turingia. Inoltre, negli anni quaranta del XVI secolo, quasi metà delle terre della linea Ernestina passarono alla linea Albertina per intervento di Carlo V d'Asburgo, contro la crescita del protestantesimo. Alla fine della disputa la linea Albertina possedeva quasi i tre quarti delle terre della casata di Wettin.
La linea Albertina governò la Sassonia (15471806), la Polonia (16971763) e nuovamente la Sassonia (18061918), detenendo inoltre il Ducato di Varsavia (18071814) dopo che l'invasione russa aveva reso la Polonia un protettorato russo. Durante le guerre napoleoniche la linea Albertina perse circa il 40% delle proprie terre a favore della Prussia.

La Casata di Sassonia-Coburgo-Gotha

La linea Ernestina maggiore perse l'elettorato in favore dell'Albertina nel 1547, ma mantenne i propri possedimenti in Turingia, dividendo l'area in numerosi stati. Uno di questi fu il Ducato di Sassonia-Coburgo-Gotha, la cui famiglia regnante fornì le case reali di paesi come il Belgio (dal 1831) e la Bulgaria (dal 1887 al 1946) nonché i principi consorti di Portogallo e Regno Unito (Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, marito della Regina Vittoria d'Inghilterra) e l'imperatrice consorte del Messico (Carlotta del Belgio).

Lista di famiglie, sub-casate e rami della Casa di Wettin attraverso le loro discendenze

giovedì 8 marzo 2018

Il Ducato di Brunswick-Lüneburg e la Dinastia dei Welfen (Guelfi)

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Il Brunswick-Lüneburg fu un Ducato del Sacro Romano Impero. Come il nome ricorda, le principali città dello Stato furono inizialmente Brunswick e Luneburgoper quanto il vero centro dello stato divenne la città di Hannover , tanto che la dinastia guelfa dei Brusnwick-Luneburg divenne nota come la Casa degli Hannover, che poi regnò sulla Gran Bretagna, grazie a una parentela con gli Stuart.
Il primo re britannico della casa di Hannover, Giorgio I d'Inghilterra era duca di Brunswick-Lüneburg ed elettore del Sacro Romano Impero quando il Parlamento inglese approvò l'Act of Settlement, il quale pose sua madre Sofia in linea di successione dopo Anna d'Inghilterra ultima sovrana della Dinastia Stuart. 

Il feudo di Bruswick-Luneburg trasse origine nel Medioevo dal Ducato di Sassonia di Enrico il Leone, della Dinastia dei Welfen, la casata dei Guelfi rivale degli Hohenstaufen di Waiblingen, i Ghibellini di Federico Barbarossa.

 Quando alla fine del XII secolo Enrico venne deposto dal proprio titolo di duca di Sassonia dall'imperatore del Sacro Romano Impero, Federico I, mantenne diversi territori della Bassa Sassonia, che vennero ereditati dai suoi figli come ducati di Brunswick e Lüneburg.

Brunswick toccò al secondogenito, Ottone, che riuscì poi a diventare Imperatore col nome di Ottone IV, ma fu successivamente sconfitto da Federico II.
Il primo duca di Brunswick-Lüneburg fu Ottone il Bambino, figlio di Guglielmo di Luneburg, fratello di Ottone IV , che era morto senza eredi maschi. Successivamente, nel 1267, il ducato venne diviso in due stati definiti ed indipendenti, di Lüneburg e di Wolfenbüttel (che successivamente daranno vita ad una moltitudine di piccoli stati), entrambi governate da due linee dalla casata dei Welfen, che mantennero tra loro strette relazioni. I centri di potere si erano spostati nel frattempo da Brunswick e Lüneburg a Celle a Wolfenbüttel.

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Con il tempo nell'area del Brunswick-Lüneburg si formarono diversi piccoli stati, molti dei quali non erano nemmeno riconosciuti e avevano in genere un valore dinastico. La complessa divisione ereditaria delle terre tra le varie linee sovrane e la guerra rovinosa che si trascinò fino al 1373 fu una delle cause che spinse l'imperatore Carlo IV a regolamentare il diritto di primogenitura e di voto al Reichstag delle terre elettorali.
Dopo varie divisione e riunioni la linea di Lüneburg nel 1527 si divise ulteriormente in tre rami ducali:
  • Brunswick-Lüneburg
  • Celle-Hartburg, estintasi nel 1642
  • Celle
Nel 1569 la linea di Wolfenbüttel, costituitasi nel 1559, cambiò nome in Brunswick-Lüneburg-Danneberg e Wolfenbüttel. Augusto il Giovane divise ulteriormente il suo Stato tra i figli nel 1666:
  • Brunswick-Wolfenbüttel, al primogenito Rudolf August: questa linea si estinse nel 1753 e le terre furono riassorbita da quella di Bevern.
  • Brunswick-Bevern, al figlio minore Ferdinando Alberto: dal 1753 riassorbì anche le terre di Wolfenbüttel, prendendo il nome di ducato di Brunswick.
Le terre della linea ducale cadetta di Calenberg furono il nucleo a cui si aggiunsero i ducati di Grübenhagen (1617), Celle (1642) ed altri terre che andarono a costituire il nuovo ducato di Brunswick-Lüneburg e Hannover, divenendo nel 1708 l'ottavo elettorato dell'impero.
Alcune linee sovrane erano rappresentate al Parlamento del Sacro Romano Impero (Reichstag o Dieta):
Nel 1705, solo due rami dei duchi di Brunswick-Lüneburg erano sopravvissuti: uno reggente i ducati di Calenberg, Celle, e altri possessi, e l'altro regnante a Wolfenbüttel e a Bevern. Nel 1701, il duca Giorgio di Brunswick-Lüneburg si trovò erede alla linea di successione della corona inglese, creando così un'unione personale dei territori di Hannover e Gran Bretagna (20 ottobre 1714).
Con la soppressione del Sacro Romano Impero nel 1806, Calenberg-Celle e i suoi possessi, vennero presi in considerazione dal Congresso di Vienna alla fine delle guerre napoleoniche e diedero vita allo regno di Hannover; il Wolfenbüttel continuò ad esistere sotto il nome di ducato di Brunswick.

Dal Lüneburg all'Hannover

Una delle linee dinastiche, quella dei Lüneburg-Celle, che nel 1635 acquisì Calenberg da un ramo minore della famiglia, prese residenza nella città di Hannover. I loro discendenti ereditarono Celle nel 1648 e li si stabilirono dividendosi Calenberg; un ramo imparentato con la famiglia risiedeva e governava separatamente a Wolfenbüttel. I territori di Calenberg e Celle vennero elevati al rango di elettorati del Sacro Romano Impero nel 1692 in attesa dell'imminente eredità di Celle dai duchi di Calenberg, anche se l'unione territoriale dei domini non avvenne sino al 1705, e l'elettorato non venne ufficializzato sino alla Dieta imperiale del 1708.
Lo Stato che ne risultò venne conosciuto con diversi nomi (Brunswick-Lüneburg, Calenberg, Calenberg-Celle e Hannover), ma venne ufficialmente inscritto come elettorato di Hannover. Nel 1806 Napoleone I abolì l'elettorato, anche se l'elettore di Hannover, il capo della corona inglese Giorgio III vi mantenne incarichi diplomatici e di amministrazione durante la guerra. Durante il Congresso di Vienna, che seguì alla disfatta napoleonica, il Regno di Hannover iniziò a chiedere che Giorgio III d'Inghilterra divenisse anche il primo re di Hannover, mantenendo tra i due stati l'unione personale che esisteva dal 1714. I suoi discendenti mantennero la corona dell'Hannover sin quando essa non venne annessa dalla Prussia durante la guerra austro-prussiana del 1866, divenendo parte della provincia di Hannover. Attualmente la regione è parte dello Stato federale della Bassa Sassonia (Niedersachsen), in Germania.

Le terre dell'elettorato di Hannover

Con l'elevazione ad elettorato il ducato di Brunswick-Luneburg-Hannover era costituito da:
  • ducato di Calenberg
  • ducato di Lüneburg
  • ducato di Celle
  • ducato di Grübenhagen (Einbeck)
  • ducato di Sassonia-Lauenburg (1689)
  • ducato di Gottinga
  • ducato di Brema (dal 1720)
  • principato di Verden (1720)
  • principato di Culemburg nei Paesi Bassi
  • principato di Walkenried (abbazia secolarizzata)
  • le contee di Diepholz, Hoya, Oberwald, Luenrode, Ostenrode, Spiegelberg, Hohenstein (Ilfeld)
  • le signorie di Nideck, Hadeln e Ottendorf (1731)
  • il protettorato sulla città imperiale di Brema fino al 1744
  • la contea in ipoteca di Bentheim-Bentheim dal 1753

In basso nella tavola degli Acta Eruditorum del 1733 un sigillo dei duchi di Brunswick e Lüneburg

Brunswick-Wolfenbüttel

La linea di Wolfenbüttel mantenne la propria indipendenza suddividendosi nel 1559 nelle due linee di Wolfenbüttel e di Bevern (riunificate dal 1753), tranne nel periodo compreso tra il 1807 ed il 1813, quando entrambi i ducati e l'Hannover vennero riuniti nello Stato napoleonico del regno di Vestfalia. Il Congresso di Vienna del 1815 lo rese un ducato indipendente con il nome di ducato di Brunswick.
  • Il ducato si Wolfenbüttel comprendeva la città di Brunswick, riconquistata nel 1671 e divenuta capitale nel 1753, il principato di Blankenburg, con Walkenried, le signorie di Lebestedt, Oelsburg, Thedinghausen, Kalvoerde, Helmstedt ed alcune miniere in comune con la città imperiale di Goslar. La linea ducale si estinse nel 1753.
  • I ducato di Bevern si estendeva su Bevern, il principato di Blankenburg (in comune con l'altra linea), la contea di Hohenstein e le signorie della Harzburg, Boedenburg, e Holzminden. Nel 1780 il duca inviò un contingente di oltre 4.000 soldati mercenari a combattere nelle colonie americane a fianco degli Inglesi. Dal 1753 si riunificò in un unico ducato, ereditando titoli e terre della linea primogenita.
Durante la prima metà del XIX secolo, il regno di Hannover fu governato in unione personale dalla corona britannica sotto il controllo di Giorgio III d'Inghilterra, l'ultimo principe-elettore di Hannover, sino alla morte di Guglielmo IVnel 1837. A quel punto, la corona di Hannover passò al fratello minore di Guglielmo, Ernesto, duca di Cumberland e Teviotdale dal momento che nello Stato tedesco vigeva ancora la legge salica, secondo la quale erano ammessi al trono solo i membri maschi della famiglia, mentre la sua prima cugina, Vittoria d'Inghilterra, ereditò il trono inglese. Successivamente, nel 1866 il regno con il figlio di Ernesto, Giorgio V di Hannover, nel corso della Guerra Austro-Prussiana venne annesso dalla Prussia.
Il ducato di Brunswick, invece, rimase indipendente ed aderì dapprima alla Confederazione Germanica del Nord e nel 1871 all'Impero tedesco. Attualmente entrambe le aree fanno parte dello Stato federale della Bassa Sassonia(Niedersachsen), in Germania.

Duchi di Brunswick e Lüneburg (1235-1611)

Duchi di Calenberg e Gottinga (fino al 1613)

Duchi di Brunswick e Principi di Lüneburg

Duchi di Brunswick e Principi di Calenberg

Principi elettori di Hannover

Re di Hannover e di Gran Bretagna

Duchi di Brunswick, Lüneburg e Grübenhagen

Duchi di Brunswick e Wolfenbüttel

Duchi di Brunswick, Bevern poi Brunswick


Ernesto Augusto di Brunswick-Hannover, ultimo duca di Brunswick-Lüneburg.
  • Ferdinando Alberto 1666-1734
  • Ferdinando Alberto II 1734-1735
  • Carlo Federico 1735-1780
  • Carlo Guglielmo Ferdinando 1780-1792
  • Federico Guglielmo 1792-18071813-1815
  • Carlo Federico Augusto 1815-1831
  • Guglielmo 1831-1884
  • Alberto principe di Prussia 1884-1906
  • Giovanni Alberto del Mecklenburgo 1906-1913
  • Ernesto Augusto di Brunswick-Hannover 1913-1918

Voci correlate