mercoledì 14 febbraio 2018

La Reggenza d'Ungheria tra il 1920 e il 1946



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La Reggenza d'Ungheria (in ungherese Magyar Királyság) fu uno Stato esistente tra il 1920 e il 1946. Benché formalmente indipendente, il suo reggente Miklós Horthy rappresentava la decaduta monarchia austroungarica, sconfitta nel 1918 dopo la prima guerra mondiale
Il sovrano ungherese era formalmente l'ex imperatore asburgico Carlo I d'Austria, ivi noto come re Carlo IV, che di fatto non tornò mai a regnare sul Paese.
Nel 1941 il regno d'Ungheria entrò in guerra al fianco delle potenze dell'Asse e, nel 1944, mentre tentava un armistizio unilaterale con gli Alleati e un'uscita dal conflitto, fu occupata dalla Germania nazista e il suo reggente deposto. Quale successore di Horthy fu nominato Ferenc Szálasi, che istituì un nuovo governo filo-nazista rendendo di fatto l'Ungheria uno stato fantoccio del terzo Reich. Durante la tarda primavera e l'estate 1944 i tedeschi rastrellarono e deportarono, con la collaborazione delle autorità locali, centinaia di migliaia di ebrei ungheresi verso i campi di sterminio, dove la maggior parte di loro morì.
Dopo la seconda guerra mondiale l'Ungheria finì nella sfera d'influenza sovietica. Nel febbraio 1946 nacque la seconda repubblica ungherese, che entro tre anni dalla sua proclamazione virerà verso un regime di stampo socialista e filo-sovietico.

Formazione


Miklós Horthy, reggente d'Ungheria
Quando l'Austria-Ungheria si dissolse sul finire della Prima guerra mondiale, nacque dapprima la Repubblica Democratica di Ungheria, seguita dall'altrettanto effimera Repubblica Sovietica Ungherese, proclamata nel marzo 1919. Il breve governo comunista di Béla Kun attuò quello che divenne noto come "Terrore rosso", trascinando l'Ungheria in una sfortunata guerra contro la Romania. Nel 1920 il paese sprofondò nella guerra civile. Le forze anti-comuniste e monarchiche ebbero la meglio e purgarono la nazione dai comunisti, dagli intellettuali di sinistra e da chiunque venisse ritenuto una minaccia per il nuovo ordine costituito. Aumentò il già diffuso antisemitismo verso gli ebrei, accusati di aver fomentato la rivoluzione o comunque di aver sostenuto la repubblica dei soviet.
Il 1º marzo 1920, dopo il ritiro delle ultime truppe di occupazione rumene, una coalizione di forze politiche conservatrici ristabilì in Ungheria una monarchia costituzionale. La scelta del nuovo Re venne rimandata a causa di lotte intestine ed onde evitare possibili frizioni con gli stati confinanti. Si decise allora di nominare un Reggente che rappresentasse la monarchia, e la scelta ricadde sull'ex ammiraglio Miklós Horthy, ultimo comandante in capo della Marina da Guerra austro-ungaricaSándor Simonyi-Semadam divenne il primo capo del governo di questa Reggenza. Le condizioni sociali del paese erano critiche, dato che una piccola percentuale della popolazione controllava gran parte della ricchezza della Nazione. Sugli ebrei venivano fatte pressioni affinché abbracciassero appieno la cultura magiara.
La difficile situazione dei primi anni '30 spinse Horthy ad affidare a Gyula Gömbös, un esponente dell'estrema destra, la carica di Primo Ministro con la promessa che questi avrebbe mantenuto il sistema politico vigente. Gömbös accettò di mitigare il suo radicato antisemitismo e permise ad alcuni ebrei di accedere al governo. Una volta al potere, Gömbös si orientò verso un modello di governo autoritario ispirato all'Italia fascista e, più tardi, alla Germania nazista. Furono varate speciali "leggi ebraiche": queste leggi, di carattere discriminatorio, fissavano un "numero chiuso" in alcune professioni, in cui la presenza di ebrei non doveva superare il 20% del totale. Gli ebrei vennero indicati come una delle cause della crisi economica che il paese attraversava.

Politica estera


István Bethlen, Primo Ministro ungherese
Inizialmente, nonostante il crescente nazionalismo, il nuovo Regno sotto la reggenza di Horthy, nel tentativo di prevenire ulteriori conflitti immediati, firmò il trattato del Trianon, il 4 giugno 1920, che riduceva considerevolmente le dimensioni dell'Ungheria: la Transilvania fu ceduta alla Romania; l'Ungheria superiore entrò a far parte della Cecoslovacchia; la Vojvodina andò al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (Jugoslavia, dopo il 1929), e venne creato lo Stato libero di Fiume, che sarebbe stato spartito in seguito fra il Regno d'Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, nel 1924.

L'voluzione territoriale del Regno d'Ungheria fra il 1920 e il 1941
Con il susseguirsi di primi ministri sempre più nazionalisti, l'Ungheria cercò costantemente di ottenere una revisione del Trattato del Trianon, allineandosi alle posizioni della Germania e dell'Italia, note potenze revisioniste. Un primo passo fu la firma di un trattato di amicizia tra l'Ungheria e l'Italia fascista, il 5 aprile 1927Gyula Gömbös era un fervente ammiratore dei leaders fascisti. Tentò di stringere un'alleanza trilaterale fra Ungheria, Germania ed Italia, facendo anche da intermediario tra i due paesi, i cui regimi erano giunti quasi allo scontro nel 1934 a causa della volontà italiana di mantenere l'Austria indipendente dalla Germania, che mirava ad annettersela.
Pare che Gömbös stesso coniò la parola "Asse", che usò per indicare il suo progetto di un'alleanza con la Germania e l'Italia. Questi due paesi avrebbero poi usato tale termine per indicare il patto di alleanza noto come "Asse Roma-Berlino". Poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, l'Ungheria beneficiò dei suoi stretti legami con la Germania, quando le fu permesso di annettersi alcuni territori slovacchi e la Rutenia subcarpatica dalla Cecoslovacchia, in base al primo arbitrato di Vienna.

L'Ungheria nella Seconda guerra mondiale

Nel 1940 il Regno di Ungheria aderì all'Asse e chiese la cessione della Transilvania dalla RomaniaAdolf Hitler appoggiò l'Ungheria che così, in forza del Secondo arbitrato di Vienna, ottenne porzioni significative della Transilvania, evitando la guerra con la Romania. Hitler chiese che il governo ungherese sostenesse l'azione militare e le politiche razziali della Germania onde evitare potenziali conflitti in futuro. L'antisemitismo era già ben radicato nella destra ungherese. Il governo ungherese aiutò attivamente la Germania nazista nella deportazione di centinaia di migliaia di ebrei nei campi di concentramento a partire dal 1944, durante l'Olocausto.

Divisione territoriale del Regno d'Ungheria nel 1941
Nell'aprile 1941, l'Ungheria partecipò al fianco di Germania ed Italia all'invasione della Jugoslavia, ottenendo la Bačka (Bácska), una parte della Vojvodina (dove si trovava una maggioranza relativa ungherese), così come le regioni del Prekmurje e Medjimurje, che erano invece abitate in prevalenza, rispettivamente, da sloveni e croati. Le sue mire sulla Croazia e sull'ottenimento di ulteriori territori dalla Romania vennero frenate dalla creazione dello Stato indipendente di Croazia e dall'alleanza della Germania nazista con il Regno di Romania contro l'Unione Sovietica.
Il 27 giugno 1941, l'Ungheria dichiarò guerra all'Unione Sovietica. Temendo che i tedeschi potessero ora sostenere le pretese rumene, il governo ungherese inviò proprie truppe per sostenere lo sforzo bellico tedesco durante l'Operazione Barbarossa. La partecipazione alla guerra contro l'U.R.S.S. costò cara agli ungheresi; l'intera Seconda Armata venne annientata durante la battaglia di Stalingrado.

Truppe ungheresi in ritirata, agosto 1944.
All'inizio del 1944, con le forze sovietiche in rapido avanzamento da est, l'Ungheria tentò di prendere contatti con gli americani e gli inglesi per passare dalla parte degli alleati. Il 19 marzo 1944 i tedeschi risposero a queste avvisaglie invadendo l'Ungheria (Operazione Margarethe); le forze tedesche occuparono tutte le posizioni chiave per assicurarsi la fedeltà ungherese. Horthy venne messo agli arresti domiciliari e sostituito dal primo ministro Miklós Kállay, uomo più malleabile, mentre Döme Sztójay, un fervente sostenitore dei nazisti, divenne il nuovo Primo Ministro. Sztójay governò col sostegno di un "governatore militare tedesco": Edmund Veesenmayer.
Nell'ottobre dello stesso anno i tedeschi scoprirono un ennesimo tentativo di passare al nemico, lanciando così l'Operazione Panzerfaust. Alla guida della nazione venne posto Ferenc Szálasi, capo del Partito delle Croci Frecciate. Fu proclamato un nuovo "governo di unità nazionale" filo-tedesco che decise di proseguire la guerra al fianco dell'Asse. Szálasi non sostituì Horthy come reggente, ma si investì del titolo di "Nemzetvezető" (Duce), oltre a ricoprire la carica di Primo Ministro nel nuovo regime ungherese.
Il 21 dicembre 1944, un "Consiglio nazionale" si costituì a Debrecen con l'approvazione dell'Unione Sovietica e la partecipazione di alcuni membri del Partito Comunista Ungherese, come Ernő GerőLászló Rajk e più tardi Mátyás Rákosi. Questa assemblea elesse un governo ad interim guidato da Béla Miklós, ex comandante della Prima Armata ungherese. Il regime di Szálasi crollò alla fine di marzo 1945.

Fine

Sotto l'occupazione sovietica il destino del Regno di Ungheria era segnato: un "Alto Consiglio nazionale" venne nominato alla direzione collettiva del Paese fino alla formale abolizione della monarchia, il 1º febbraio 1946. L'effimera Repubblica Ungherese venne in breve egemonizzata dai comunisti che nel 1949 proclamarono la Repubblica popolare.

lunedì 12 febbraio 2018

Il Regno di Boemia

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Il Regno di Boemia (in ceco: České království; in tedesco: Königreich Böhmen; in latino: Regnum Bohemiae) fu uno Stato collocato nella regione della Boemia, in Europa centrale, nei territori attualmente corrispondenti alla Repubblica Ceca.
Il Re di Boemia fu, per la maggior parte della storia del regno, anche un principe-elettore del Sacro Romano Impero sino alla dissoluzione di quest'ultimo nel 1806, e molti re di Boemia furono anche imperatori essi stessi. La capitale, Praga, era de facto il centro del Sacro Romano Impero sul finire del XIV secolo, e nuovamente acquisì vigore tra il finire del XVI secolo e l'inizio del XVII secolo.

Regno di Boemia - Localizzazione

Dal 1526, il regno venne continuativamente governato dalla casa d'Asburgo prima e dagli Asburgo-Lorena poi. Dopo la dissoluzione del Sacro Romano Impero essa divenne parte dell'Impero austriaco come dominio diretto e dal 1867 entrò ufficialmente a far parte dell'Impero austro-ungarico.
La Boemia rimase sempre formalmente un regno separato dal resto dei territori dell'Impero, limitandosi ad essere inclusa come "terra della corona dell'Impero austriaco". Negli ultimi anni di esistenza dell'Impero austro-ungarico, la Boemia era la terra più avanzata ed economicamente prospera dei domini imperiali.
La lingua ceca (definita ufficialmente boemo sino al XIX secolo) era la lingua ufficiale parlata in loco e utilizzata dal governo a partire dal 1627 (allorché il tedesco venne ufficialmente equiparato al ceco come lingua; difatti quest'ultima riuscì a prevalere nell'uso corrente), sebbene il tedesco fosse largamente utilizzato per l'amministrazione e per diverse aree abitate in prevalenza da germanofoni.
La corte reale utilizzava il ceco, il latino ed il tedesco come lingue ufficiali, a seconda del periodo storico. A seguito della sconfitta delle Potenze Centrali nella Prima guerra mondiale, l'impero austro-ungarico si dissolse e la Boemia divenne parte della neonata Repubblica Cecoslovacca.

Il XIII secolo e le origini del regno


Venceslao II rappresendato nel Codex Manesse
Anche se alcuni governanti formali della Boemia avevano ottenuto già tra l'XI ed il XII secolo il titolo di re non ereditario (Vratislavo IIVladislao II), il regno venne fondato ufficialmente solo nel 1198 da Ottocaro I, che venne eletto a sovrano per merito di Filippo di Svevia, per poi ottenere anche il titolo di Re dei Romani, in cambio del suo supporto contro il rivale imperatore Ottone IV. Nel 1204 la dignità reale di Ottocaro venne accettata dallo stesso Ottone IV come del resto fece anche papa Innocenzo III e poi definitivamente confermata dalla Bolla d'Oro di Siciliaemanata dall'imperatore Federico II nel 1212, con la quale egli confermava al Ducato di Boemia lo status di regno.
Nel 1212Ottocaro I (1192–93 e 1197–1230), ottenne dunque il titolo di "re" che già informalmente portava dal 1198, vedendoselo garantito anche per i propri discendenti. Il re boemo sarebbe stato esentato da tutte le future obbligazioni nei confronti del Sacro Romano Impero ma sarebbe stato obbligato a partecipare ai consigli imperiali. Venne contestualmente anche revocata la prerogativa imperiale di ratificare il monarca boemo e di nominare il vescovo di Praga. Il successore del primo re fu Venceslao I, avuto dal suo secondo matrimonio.
Sua sorella Agnese di Boemia (in ceco:Anežka), poi canonizzata, fu un personaggio tra le donne più energiche e coraggiose del suo tempo; ella si rifiutò di sposare l'imperatore e decise invece di devolvere la propria vita a Dio. In corrispondenza col papa i Crocigeri della Stella Rossa nel 1233, il primo ordine cavalleresco ad essere fondato ufficialmente in Boemia.[1] Il XIII secolo fu il periodo più dinamico per la famiglia dei Přemyslidi nel loro governo della Boemia. Le preoccupazioni dell'imperatore Federico II per le sue questioni nel Mediterraneo e le lotte del Grande Interregno (1254–73) indebolirono l'autorità imperiale in Europa centrale, dando modo ai Přemyslidi di acquisire potere.
Nel medesimo periodo, l'invasione mongola (1220–42) assorbì l'attenzione dei re boemi nei confronti dei loro vicini orientali, gli ungheresi e i polacchi. Durante il regno degli ultimi Přemyslidi e la successiva casa di Lussemburgo il regno di Boemia era lo Stato più potente del Sacro Romano Impero: il re Ottocaro II di Boemia governava un'area compresa tra l'Austria ed il Mar Baltico. Il re Venceslao II venne incoronato anche re di Polonia nel 1300, mentre suo figlio Venceslao III fu anche re d'Ungheria per quattro anni.
Ottocaro II (1253–78) aveva sposato una principessa tedesca, Margherita di Babenberg (conosciuta anche come Margherita d'Austria), e divenne nel contempo anche duca d'Austria, acquisendo l'Alta e la Bassa Austria e parte della Stiria; egli conquistò poi il resto della Stiria e gran parte della Carinzia oltre a parte della Carniola. Egli venne chiamato "re del ferro e dell'oro" (ove l'oro rappresentava la sua ricchezza ed il ferro le battaglie che dovette combattere per mantenere il proprio poter). Nel 1256 Ottocaro II fondò la città di Královec, poi conosciuta col nome tedesco di Königsberg ed oggi Kaliningrad. Dal 1273, malgrado i successi ottenuti, la crescita sempre maggiore del potere della casata degli Asburgo spinse l'imperatore Rodolfo I a cercare di riassettare l'autorità imperiale sui territori boemi.
Assieme a problemi interni per la ribellione della nobiltà boema, Ottocaro perse tutti i propri possedimenti in Germania nel 1276 e nel 1278 venne definitivamente abbandonato da tutta l'aristocrazia per morire poi in battaglia contro Rodolfo. Il XIII secolo fu anche un periodo di immigrazioni tedesche su larga scala, durante il cosiddetto Ostsiedlung, spesso incoraggiate dagli stessi re Přemyslidi nella speranza di indebolire l'influenza dell'aristocrazia locale ceca. I tedeschi popolarono i villaggi ed i distretti minerari ed in alcuni casi giunsero a formare vere e proprie colonie tedesche. Stříbro, Kutná Hora, Německý Brod (attuale Havlíčkův Brod) e Jihlava furono tra i più rilevanti insediamenti germanici. I tedeschi portarono in Boemia il loro proprio codice di leggi - lo ius teutonicum - che si pose alla base per le successive 


L'"Età d'oro" del Regno di Boemia

Il XIV secolo - in particolare il regno di Carlo IV (1342–78) — viene considerata l'età d'oro della storia boema. Nel 1306, i Přemyslidi si estinsero e dopo una serie di guerre dinastiche, Giovanni, conte di Lussemburgo, venne eletto re di Boemia. Egli sposò Elisabetta, figlia di Venceslao II. Il loro figlio, Carlo IV, il secondo re della Casa di Lussemburgo, venne allevato alla corte francese ed ebbe attitudini cosmopolite.
Quest'ultimo rafforzò il potere ed il prestigio del regno boemo. Nel 1344 Carlo elevò il vescovato di Praga ad arcivescovato, liberandolo contemporaneamente dalla giurisdizione di Magonza e del Sacro Romano Impero; l'arcivescovo ottenne inoltre il diritto di incoronare i re boemi. Carlo riuscì a piegare la nobiltà boema, razionalizzando l'amministrazione provinciale di Boemia e Moravia, rendendo feudi della corona boema il Brandeburgo (sino 1415), la Lusazia (sino al 1635) e la Slesia (sino al 1742).
Nel 1355 Carlo venne incoronato imperatore del Sacro Romano Impero. Nel 1356 egli emise la Bolla d'Oro del 1356, definendo e sistematizzando il processo di elezione al trono imperiale, rito al quale il re di Boemia partecipava come uno dei sette principi-elettori. L'emissione della Bolla d'Oro assieme all'acquisizione successiva dell'Elettorato di Brandeburgo, concesse al regno di Boemia due voti nel collegio elettorale. Carlo inoltre rese Praga capitale dell'impero.
Il re intraprese una serie di lavori e nuove fondazioni tra cui la Città Nuova a sud-est dell'antica città di Praga. Il castello reale, l'Hradčany, venne ricostruito. Di particolare rilevanza è da ricordare l'Università Carolina a Praga nel 1348. L'intenzione chiara di Carlo era quella di rendere Praga un centro di studio internazionale, suddividendo a questo scopo la nuova università in dipartimenti di studi "nazionali" tra boemi, polacchi, sassoni e bavaresi.
Carlo morì nel 1378 e la corona boema passò a suo figlio, Venceslao IV, che già era stato eletto Re dei Romani, ma che venne poi deposto dalla successione prima di poter essere incoronato imperatore, con la successione di suo fratello Sigismondo incoronato a Roma nel 1433.

Il movimento hussita nel XV secolo


Mappa del regno di Boemia nel XV secolo
Il movimento hussita (1402–85) fu in primo luogo un movimento religioso e poi nazionalista scoppiato nel XV secolo in seno alla Boemia. Partito con gli intenti di un movimento di riforma religiosa, esso rappresentò l'insofferenza locale all'ingerenza papale nell'amministrazione del regno. Gli hussiti riuscirono a respingere quattro crociate indette contro di loro dal Sacro Romano Impero ed il movimento venne visto da molti come un preludio della riforma protestante del secolo successivo.
L'hussitismo ebbe inizio durante il lungo regno di Venceslao IV (1378–1419), un periodo di scisma nella chiesa romana e di concomitante anarchia nel Sacro Romano Impero, il tutto precipitato da controversie studentesche scoppiate all'università di Praga. Nel 1403 Jan Hus divenne rettore dell'università praghense. Predicatore riformista, Hus espose gli insegnamenti antipapali e anticlericali già esposte da John Wycliffe in Inghilterra, spesso riferendosi a lui come la "mazza della riforma". L'insegnamento di Hus si distingueva da ogni altro per il suo spiccato accento contrario all'accumulo di ricchezze da parte della chiesa, combattendo la corruzione e le tendenze gerarchiche della chiesa cattolica romana. Egli promuoveva inoltre la comunione sotto le due nature del pane e del vino (la chiesa cattolica riserva ancora oggi prevalentemente il calice del vino al solo clero celebrante) nonché per l'ingresso del laicato nel mondo della chiesa.
I sostenitori moderati di Hus, gli Utraquisti, presero il nome dalla locuzione latina sub utraque specie, che significa appunto "sotto entrambe le nature". Una setta più radicale prese il nome di Taboriti dalla città di Tábor che era la loro roccaforte, nella Boemia meridionale: questi rigettavano completamente la dottrina della chiesa ed elevavano la Bibbia a loro unica autorità in materia di fede. Poco dopo che Hus ebbe ottenuto il proprio incarico di rettore, i professori di teologia tedeschi all'università richiesero la condanna degli scritti di Wycliffe. Hus protestò e ricevette il supporto di gran parte degli insegnanti boemi all'università, ma senza il successo sperato.
Negli anni successivi i boemi richiesero una revisione del regolamento dell'università di modo da garantire pari diritti tra tedeschi e cechi, innestando anche un lungo germe di conflitto tra questi due popoli. Le controversie universitarie erano inoltre intensificate dalle posizioni vacillanti del re boemo Venceslao. La sua insistenza dapprima a favorire i tedeschi con la nomina dun consigliere e di altri rappresentanti di quella nazionalità anziché boemi, aveva portato l'aristocrazia locale a difendere le tesi di Hus. I tedeschi, inoltre, erano forti dell'appoggio conferito loro da Zbyněk Zajíc, arcivescovo di Praga, e da tutto il clero di origine tedesca. Venceslao, per ragioni politiche, decise ad un certo punto di spostare il proprio supporto dai tedeschi a Hus ed ai suoi alleati riformatori. Il 18 gennaio 1409, Venceslao emanò il Decreto di Kutná Hora, con il quale stabilì che i boemi potessero disporre di tre voti nel consiglio universitario, contro le altre nazionalità che vi avrebbero disposto di un solo voto ciascuna.
La vittoria di Hus tuttavia ebbe vita breve. Egli si scagliò questa volta contro la vendita delle indulgenze, fatto che gli fece perdere il sostegno del re, il quale riceveva una percentuale da quelle vendite. Nel 1412 Hus ed i suoi sostenitori vennero sospesi dall'università ed espulsi da Praga. Per due anni i riformatori furono predicatori itineranti in Boemia. Nel 1414 Hus venne convocato al Concilio di Costanza per difendere le proprie posizioni. Hus accettò l'offerta, ma giunto sul posto venne imprigionato e mai gli venne offerta una possibilità di argomentare le proprie tesi, venendo anzi condannato come eretico e bruciato quindi sul rogo nel 1415.
La morte di Hus aprì decenni di guerre religiose note come guerre hussiteSigismondo, sovrano d'Ungheria favorevole al papa e successore alla corona boema dopo la morte di Venceslao nel 1419, fallì ripetutamente nel tentativo di ottenere il controllo completo del regno malgrado gli aiuti ottenuti dagli eserciti ungherese e tedesco. Scoppiarono rivolte a Praga, guidate dal boemo Jan Žižka e dai taboriti. Le lotte religiose pervasero l'intero regno e furono particolarmente intense nei villaggi dominati dalla popolazione germanofona. Molti tedeschi fecero pertanto ritorno in Germania, altri vennero uccisi, altri ancora vennero esiliati e le percentuali presenti in precedenza non furono mai più così alte riguardo ai tedeschi. Sigismondo mosse diverse crociate contro la Boemia con l'apporto dei cattolici locali. Sotto la guida di Zizka, le armate hussite depredarono castelli, monasteri, chiese e villaggi, espellendo il clero cattolico ed espropriando terre ecclesiastiche ma anche accettando conversioni alla dottrina riformata.
Durante la guerra contro Sigismondo, i taboriti penetrarono anche in aree nell'attuale Slovacchia ove si rifugiarono poi tra il 1438 ed il 1453 gran parte dei nobili rifugiati. In quel medesimo periodo il nobile boemo Giovanni Jiskra di Brandýs ebbe autonomamente il controllo di gran parte della Slovacchia meridionale ponendo la propria capitale a Zólyom (attuale Zvolen) e poi a Kassa (attuale Košice). Le dottrine hussite e la bibbia boema vennero pertanto diffuse anche tra gli slovacchi, dando vita quindi a quei legami tra cechi e slovacchi che si svilupperanno meglio in seguito. Quanto Sigismondo morì nel 1437, la dieta boema elesse Alberto d'Austria quale suo successore.
Alberto, ad ogni modo, morì poco dopo e suo figlio Ladislao Postumo - così chiamato perché nato dopo la morte del padre - venne a succedergli come re di Boemia. Durante la minore età di Ladislao, la Boemia venne governata da una reggenza composta da nobili moderati riformisti che appartenevano al movimento degli utraquisti. Non pochi furono ancora una volta i dissensi interni anche durante la reggenza, in particolare per il fatto che una parte dell'aristocrazia boema era rimasta cattolica e fedele al papa. Una delegazione utraquista venne inviata al Concilio di Firenze nel 1433 e negoziò una riconciliazione con la chiesa cattolica. Il patto firmato poi a Basilea prescriveva l'introduzione di alcune prescrizioni specifiche, note come Quattro Articoli di Praga: comunione sotto le due nature, libera predicazione, espropriazione delle terre della chiesa ed esposizione e punizione pubblica per i peccatori e gli eretici. Il papa ad ogni modo, temendo uno scisma, si rifiutò di accettare questi articoli e la ricongiunzione fu impossibilitata.
Giorgio Poděbrady, divenuto in seguito re "nazionale" di Boemia, emerse come capo degli utraquisti durante la reggenza. Giorgio pose un altro utraquista, Giovanni di Rokycan, quale arcivescovo di Praga e riuscì a far convivere pacificamente utraquisti e taboristi nell'ambito della chiesa riformata boema. Il partito cattolico venne espulso da Praga. Ladislao morì di leucemia nel 1457 e nel 1458 la dieta boema elesse Giorgio Poděbrady quale suo successore. Molti erano ad ogni modo i problemi rimasti irrisolti: sebbene Giorgio fosse di nobile nascita, egli non aveva legami per succedere ad una dinastia regale e pertanto la sua elezione a monarca non venne riconosciuta da tutti, né dal papa, né da altri monarchi europei.
Giorgio tentò di proporre una "Carta dell'Unione per la Pace Universale", con l'idea che tutti i monarchi avrebbero dovuto impegnarsi formalmente per perseguire la pace internazionale pur mantenendo i principi di sovranità fondamentali degli stati, risolvendo le dispute locali con l'ausilio di un tribunale internazionale. Egli predispose inoltre che l'Europa intera avrebbe dovuto unirsi contro il comune pericolo degli ottomani, ponendo la Francia quale guida di questa grande coalizione. Giorgio non vide in questo progetto nessuna autorità specifica per il papa se non quella di capo del suo Stato. Il progetto, per quanto utile in un'epoca travagliata e complessa, non ebbe successo.
I cattolici boemi aderirono alla Lega di Zelena Hora nel 1465 per contrastare il potere di Giorgio Poděbrady e l'anno successivo papa Paolo II scomunicò definitivamente il sovrano. La Guerra boema (1468-1478) pose nuovamente la Boemia sotto assedio per intervento delle forze di Mattia Corvino e di Federico III d'Asburgo. Giorgio Poděbrady morì nel 1471.

Dal governo degli Jagelloni a quello degli Asburgo

Alla morte del re hussita, i boemi elessero un principe polacco quale loro nuovo sovrano, Ladislao Jagellone, il quale come primo atto negoziò la Pace di Olomouc nel 1479. Nel 1490 Ladislao divenne anche re d'Ungheria unendola ad personam ai domini boemi. Gli Jagelloni governarono la Boemia come monarchi perlopiù assenti e la loro influenza sulla politica locale fu minima, con un governo de facto sottomesso all'autorità della nobiltà locale.
I cattolici boemi accettarono nel 1485 i Quattro Articoli e si riconciliarono con gli utraquisti ponendo fine alle lotte religiose interne. L'estraniamento progressivo della Boemia dall'Impero continuò dopo che a Ladislao succedette Mattia Corvino d'Ungheria nel 1490 che perdurò l'unione personale dei regni di Boemia e d'Ungheria. Non considerate più uno Stato imperiale, le terre della corona boema non vennero incluse come provincia imperiale nelle riforme del 1500. Nel 1526 il figlio di Ladislao, re Luigi, venne decisamente sconfitto dai turchi ottomani nella famosa Battaglia di Mohács e successivamente morì. Come risultato, i turchi conquistarono parte del regno d'Ungheria; il resto del territorio (corrispondente a gran parte dell'attuale Slovacchia) passò sotto il controllo degli Asburgo per via di un contratto di matrimonio di re Luigi.
La dieta boema elesse Ferdinando, fratello minore dell'imperatore Carlo V, quale nuovo successore di Luigi in Boemia, atto che inaugurò il secolare dominio degli Asburgo nell'area della Boemia. Nel 1558 Ferdinando succedette al fratello anche come imperatore del Sacro Romano Impero ed incorporò definitivamente il territorio della Boemia alla corona asburgica, seppur contro la resistenza della nobiltà locale di fede protestante che nel 1618 si vendicò apertamente con la Defenestrazione di Praga che fu l'atto iniziale della sanguinosa Guerra dei Trent'anni. La sconfitta dei protestanti boemi nella Battaglia della Montagna Bianca nel 1620 pose fine al movimento autonomista boemo.
Con la dissoluzione del Sacro Romano Impero nel 1806, il regno boemo venne incorporato nell'Impero austriaco ed il titolo reale venne mantenuto dall'Imperatore d'Austria. Nel corso del compromesso austro-ungherese del 1867, le province di Boemia, Moravia e Slesia austriaca divennero parte del nuovo Impero austro-ungarico. Il regno di Boemia ufficialmente cessò di esistere nel 1918 con la trasformazione nella Repubblica Cecoslovacca. L'attuale Repubblica Ceca (composta di fatto da Boemia, Moravia e Slesia) continua ad utilizzare dei simboli propri del regno di Boemia: il leone con la doppia coda nello stemma, la bandiera rossa e bianca ed il Castello di Praga che è sede del governo nazionale.

Le terre della corona di Boemia


Le terre boeme durante il regno di Carlo IV.
La Boemia propriamente detta (Čechy) con la Contea di Kladsko (Hrabství kladské) era l'area principale del Regno di Boemia e dal 1348 Carlo IV istituì ufficialmente la "corona di Boemia" (Koruna česká), fondando le seguenti province:
Per un certo periodo il regno di Boemia incorporò anche le seguenti province:

Geografia antropica

Suddivisioni amministrative


Terre della corona di Boemia sino al 1742. (Incluse le partizioni interne.) Mappa di Josef Pekař, 1921
Kraje di Boemia
Kraje di Moravia
Lusazia

Note

Bibliografia

  • Pánek, Jaroslav; Tůma Oldřich et al. (2009). A History of the Czech lands. Praga: Karolinum. ISBN 978-80-246-1645-2.
  • Bobková, Lenka (2006). 7. 4. 1348 – Ustavení Koruny království českého: český stát Karla IV. (Fonazione della Corona del Regno di Boemia: lo Stato ceco di Carlo IV) (in ceco). Praga: Havran. ISBN 80-86515-61-3.
  • Agnew, Hugh LeCaine (2004). The Czechs and the Lands of the Bohemian Crown. Stanford: Hoover Institution Press. ISBN 0-8179-4492-3.

Voci correlate