Il significato base del nome è "dio", "divinità", e se riferito a
YHWH è inteso come il Dio unico di
Israele[3]. L'uso alternativo di questo nome e del nome
Yahweh nel
Pentateuco ha consentito alla c.d. "
teoria delle quattro fonti" di isolare due relati dei quali è dedotta la combinazione nella composizione dei cinque libri, e che appunto sono detti "fonte
elohista" e "fonte
yahwista"
[2].
Il nome plurale
L'interpretazione per cui il nome sarebbe plurale lo collega per alcuni studiosi al nome singolare
El, che presso i pastori proto-
semiti indicava l'Ente Supremo che è nei cieli e si rendeva con
desinenza nelle forme
Elum o
Ilum[6]. Altre teorie vogliono invece il termine come forma plurale di
elohah (
אלוה), oppure di
alah (timore)
[1].
L'idea di pluralità del nome di Dio ha prodotto interrogativi circa una eventuale ipotesi di senso
politeista, ma quando è usato con significato di Dio il nome è preceduto da articolo e guarnito di verbi e aggettivi singolari
[1]; in ogni caso agli
Ebrei fu vietato l'uso di questo nome, ad evitare rischi di contaminazioni con il politeismo degli
Dei romani[1].
Quando usato con verbi e aggettivi al plurale
elohim è usualmente plurale, "dèi" o "
potenze".
[7][8] Generalmente si pensa che
elohim sia una forma derivata da
eloah, a sua volta una forma espansa del sostantivo semitico
il (in ebraico:
אֵל,
ʾēl [4]). Con verbi al plurale la parola è anche usata come vero plurale nel significato di "dèi"
[4], per esempio quelli egizi in
Esodo 12:2.
[5] Fanno eccezione alcuni passi della
Genesi, dell'Esodo, di
Samuele e dei
Salmi in cui
elohim viene generalmente tradotto con
Dio nonostante sia seguito da un verbo coniugato al plurale
[9][10][11][12]. Il supposto significato "giudice" per l'ebraico biblico è ormai abbandonato negli studi accademici.
[13] I nomi correlati
elohah (in ebraico:
אלוה) e
el (in ebraico:
אֵל) sono usati sia come nomi propri che come generici, nel qual caso sono intercambiabili con
elohim. In altri passi
elohim viene tradizionalmente tradotto con
angeli (
Salmi8:6; 97:7; 138:1 e, con riferimento allo spettro di
Samuele, in Samuele
28:13), nonostante tale significato non sia filologicamente fondato
[13]. In Esodo
elohim viene anche attribuito come titolo vicariale a
Mosè (4:16; 7:1)
[13]
Il termine è
affine alla forma ´-
l-h-m trovata nell'
ugaritico, dove viene utilizzata per indicare i re morti e divinizzati.
[16] L'uso del termine
elohim nel tardo testo ebraico implica una visione che sia almeno
monolatrista al momento della scrittura e tale uso (al singolare), come titolo proprio della divinità suprema, non è generalmente considerato sinonimo del termine
elohim, "dèi" (plurale, sostantivo semplice). La grammatica ebraica consente questa forma nominalmente plurale a significare "Egli è la potenza (singolare) sopra le potenze (plurale)", o grossomodo "Dio degli dèi". Il rinomato studioso rabbinico
Maimonide scrisse che i vari altri usi sono comunemente intesi come
omonimi.
[17] La forma plurale terminante in
-im può essere intesa anche come astrazione, vedi la parola ebraica
chayyim ("vita") o
betulim ("verginità"). Se inteso in questo modo,
elohim significa "divinità" o "deità".
[18]
Etimologia
"El" (la base della radice estesa
ʾlh) deriva usualmente da una radice che significa "essere forte" e/o "stare davanti".
[20]
Il nome viene definito un plurale di astrazione ovvero di intensità, una definizione più corretta è quella del Burnett: plurale astratto concretizzato.
[22] Questo particolare plurale con senso singolare si riscontra anche per altri termini.
[23] Nella letteratura extrabiblica abbiamo casi paralleli dell'uso al plurale dell'accadico
ilanu con significato singolare. Tale uso viene confermato dalle
lettere di Tell-el-Amarnah, dove il faraone è designato come
ilani-ia (lett. «miei dei»).
[24]
« Dio disse: facciamo l'uomo, con la nostra immagine, a nostra somiglianza […] Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi » |
(Genesi 1,26; 3,22) |
Religione cananea
La parola
el (singolare) è un termine standard per "dio" in altre lingue semitiche correlate, tra cui la
lingua ugaritica.
Nel
ciclo ugaritico di Baal si legge dei "settanta figli di
Asherah". Ciascun "figlio di dio" si riteneva fosse la divinità originatrice di un popolo particolare (
Keilschrift Texte aus Ugarit 2 1.4.VI.46). Un collegamento a questo mito si ritrova in
Genesi, in cui si descrivono i "figli di Dio" che giacciono con le "figlie degli uomini" (
Genesi 6:1-4).
[25]
Elohista
Diagramma dell'
Ipotesi documentale o "teoria delle quattro fonti".
'J': tradizione
Jahvista'E': tradizione
Elohista'D': tradizione
Deuteronomista'P': tradizione
Codice Sacerdotale'R': "Redattore" che ha compilato le fonti
* include la maggior parte del Levitico
† include la maggior parte del Deuteronomio
‡ "
Deuteronomic
History
(Storia deuteronomica)":
Giosuè,
Giudici,
Samuele 1&2,
Re 1&2
Elohim ricorre frequentemente in tutti i testi tramandati della
Torah. In alcuni casi (per esempio,
Esodo 3:4: "...
Elohim lo chiamò di mezzo al roveto e disse..."), ha funzione di nome singolare nella
grammatica ebraica e generalmente si considera che denoti il Dio unico di
Israele. In altri casi,
elohim funziona come plurale comune della parola
elohah e si riferisce alla nozione
politeistica di divinità multiple (per esempio
Esodo 20:3: "Non avrai altri dèi di fronte a me.").
[26]
La scelta della parola o parole per indicare Dio varia nella
Bibbia ebraica (
Tanakh). Secondo l'
ipotesi documentale queste variazioni sono la prova di diversi testi di partenza:
elohim è usato come nome di Dio nella fonte Elohista (
E) e nella fonte Sacerdotale (
P), mentre
Yahweh è usato nella fonte Jahvista (
J). La
critica delle forme asserisce che la differenza dei nomi risulta potrebbe essere il risultato di origini geografiche; le fonti
P ed
E potrebbero provenire dal nord e
J dal sud.
[27] Ci potrebbe inoltre essere un punto teologico, affermato dalle fonti Elohista e Sacerdotale, che Dio non ha rivelato il suo nome,
Yahweh, a nessuno prima del tempo di
Mosè, sebbene alcuni studiosi affermino che la fonte Jahvista fosse a conoscenza dei libri profetici sin dai secoli VII e VIII
a.E.V..
[28][27]
Mentre la fonte Jahvista presenta un Dio
antropomorfo che poteva camminare nel
Giardino dell'Eden in cerca di
Adamo ed
Eva, la fonte Elohista rende Elohim più distante e coinvolge frequentemente gli
angeli. Ad esempio, è la versione Elohista del racconto della
Scala di Giacobbe che presenta una scala di angeli con Elohim in alto, mentre nel racconto Jahvista è solo un sogno in cui Yahweh è semplicemente al di sopra del luogo, senza scala o angeli. Allo stesso modo, il racconto elohista descrive
Giacobbe veramente in lotta con Dio.
Genesi32:28}
[29]
L'
ipotesi documentale classica sviluppata nel
XIX secolo presupponeva che le porzioni elohiste della Torah fossero state composte nel IX secolo
a.E.V. (cioè durante il primo periodo del
Regno di Giuda). Questo è ben lungi dall'essere universalmente accettato oggi, in quanto vi è prova di una successiva "redazione elohista" (
giudaismo postesilico) durante il V secolo
a.E.V., il che rende difficile determinare se un dato brano è "elohista" in origine, o solo a seguito di una tarda redazione.
[30][31]
Bibbia ebraica
La parola
elohim ricorre più di 2.500 volte nella
Bibbia ebraica, con significati che vanno da "
dio" in senso generale (come in
Esodo 12:12, dove descrive "gli dèi d'
Egitto"), ad un dio specifico (per esempio in
1 Re 11:33, dove descrive Camos "dio dei
Moabiti", o ai frequenti riferimenti a
Yahweh quale "elohim" di Israele), a demoni,
serafini e altri esseri soprannaturali, agli spiriti dei morti fatti evocare da Re Saul in
1 Samuele 28:13 e persino a re e
profeti (per es.
Esodo 4:16).
[20] La frase
bene elohim, usualmente tradotta "figli degli dèi", ha un parallelo esatto nei testi
ugaritici e
fenici per riferirsi al concilio degli dèi.
[20]
Elohim occupa il settimo rango su dieci, nella famosa
gerarchia angelica ebraica del rinomato
rabbino e
filosofo medievale Maimonide. Maimonide afferma: "Devo premettere che ogni ebreo [ora] sa che il termine
elohim è un omonimo e denota Dio, gli angeli, i giudici e i sovrani delle nazioni..."
[17]
Grammatica – singolare o plurale
In
ebraico il suffisso
-im indica principalmente un plurale maschile. Tuttavia con
elohim la costruzione è grammaticalmente al singolare, (cioè regge un verbo o aggettivo singolari) quando si riferisce al Dio ebraico, ma grammaticalmente al plurale (cioè reggendo un verbo o aggettivo plurali) quando usato per divinità
pagane (
Salmi 96:5;
Salmi 97:7).
[32] Il fenomeno è definito "plurale astratto concretizzato".
[33] Similmente, il
Corano usa
Alīha come plurale di
Īlah per le divinità pagane e occasionalmente usa
Allahuma (O Dio! - plurale) per il dio unico (come rif. ad Allah). L'equivalente esatto di
elohim sarebbe
Īlahīn (
إلاهين), sebbene poco usato nel parlato
arabo. Da notare che anche gli esseri umani possono avere nomi che finiscono al plurale, come
Efraim, figlio di
Giuseppe.
"Dèi" al plurale con verbi al plurale
Il nome
elohim è usato con un verbo plurale in
1 Samuele 28:13. La
Strega di Endor dice a Saul di aver visto "dèi" (elohim) salire (
olim עֹלִים, verbo plurale) dalla terra.
[34]
Dio d'Israele, con verbo singolare
Gesenius commenta che Elohim singolare deve essere distinto da elohim (dèi) al plurale e asserisce che:
« la supposizione che Elohim sia da considerarsi semplicemente un residuo di precedenti vedute politeiste (cioè come originariamente solo un plurale numerico) è perlomeno altamente improbabile e, inoltre, non spiegherebbe i plurali analoghi (sotto). Alla stessa classe (e probabilmente formata sull'analogia di elohim) appartengono i plurali kadoshim, che significano "il Santissimo" (solo di Yahweh, Osea 12:1, Proverbi 9:10,30:3 - cfr. El hiym kadoshim in Giosuè24:19 e il singolare aramaico "l'Altissimo", Daniele 7:18,22,25) e probabilmente teraphim (solitamente preso nel senso di penati) l'immagine di un dio, usato soprattutto per ottenere oracoli. Certamente in 1 Samuele 19:13,16 si intende solo un'immagine; in molti altri passi si può intendere una singola immagine; unicamente in Zaccaria 10:2 può considerarsi naturale prenderlo per un plurale numerico. » |
(Wilhelm Gesenius, Hebrew Grammar[35]) |
Esistono alcune eccezioni alla regola che
elohim venga accordato al singolare quando ci si riferisce al Dio d'Israele, tra cui
Genesi 20:13; 35:7;
2 Samuele 7:23 e
Salmi 58:11 e in particolare l'epiteto del "Dio vivente" (
Deuteronomio 5:26 ecc.), che è costruito con l'aggettivo al plurale, e
lohim hayiym in
ebraico:
אלהים חיים
?, ma regge comunque verbi al singolare. Nelle traduzioni della
Septuaginta (
LXX) e del
Nuovo Testamento elohim viene dato al singolare con il
greco ὁ θεὸς anche in questi casi e le traduzioni moderne seguono l'esempio nel dare "
Dio" al singolare. Il
Pentateuco samaritano ha omesso alcune di queste eccezioni.
[36]
Abramo e "gli dèi mi hanno fatto errare"
In
Genesi 20:13 Abramo, davanti al re filisteo politeista
Abimelech, dice che "gli dèi (elohim) mi hanno fatto (verbo plurale) errare lungi dalla casa di mio padre".
[37][38][39] La
Septuaginta (
LXX)
greca e la maggior parte delle versioni
italiane lo traducono "Dio mi ha fatto/fece", forse per evitare l'insinuazione di Abramo che si rimetta alle credenze politeiste di Abimelech.
[40]
Angeli e giudici
Nel
cristianesimo, dopo che
papa Gregorio II ebbe ridotto a nove gli ordini gerarchici che gli ebrei enumeravano a dieci,
[41] gli
Elohim saranno conosciuti anche come il coro angelico delle
Potestà.
[42] In alcuni passi della
Septuaginta (
LXX), del resto, l'
ebraico elohim col verbo plurale, o in contesto plurale implicito, veniva reso con
angeloi ("angeli") o
pros to kriterion tou Theou ("davanti al giudizio di Dio").
[43] Questi passi vennero poi messi prima in
latino nel
Vulgata, poi in
italiano con "angeli" e "giudici" rispettivamente. Da qui il risultato che per esempio fa mettere a James Strong (nella sua
Concordanza)
[44] "angeli" e "giudici" quali possibili significati di
elohim con verbo al plurale; lo stesso vale per molte altre opere di riferimento dei secoli XVII-XX. Sia il
Dizionario Ebraico di Gesenius che quello di
Brown-Driver-Briggs[45] elencano sia angeli che giudici come possibili significati alternativi di
elohim con verbi e aggettivi plurali. Tuttavia il semitista Cyrus Gordon poté dimostrare che il significato "giudice" è inesistente in ebraico biblico.
[13]
L'affidabilità della traduzione dei
Settanta in questa materia è stata contestata da Gesenius e dal
teologo tedesco Ernst Wilhelm Hengstenberg (1802–1869). Nel caso di Gesenius, egli elenca il significato senza esserne d'accordo.
[46] Hengstenberg affermava che il testo del
Tanakh non usa mai
elohim per riferirsi ad "angeli", ma che i traduttori della
Septuaginta rifiutano i riferimenti a "dèi" nei versetti e li modificano in "angeli."
[47]
Il
Nuovo Testamento greco (NT) cita Salmi8:4-6
[2] in
Ebrei Ebrei 2:6b-8a, dove il NT greco presenta "ἀγγέλους" (
angelous) in v. 7,
[48] citando
Salmi 8:5 (8:6 nei
LXX), che presenta "ἀγγέλους" anche in una versione del Septuaginta greco.
[49] Nella versione italiana,
elohim<ref name="Strong1"/> è tradotto con "angeli" solo nel Salmo
8:5-6[50]
La versione (
EN) di
Re Giacomo (KJV) e saltuariamente le versioni italiane traducono
elohim con "giudici" in
Esodo 21:6 (in (
IT) come alternativa a "Dio" in nota) e due volte in
Esodo 22:9 (in (
IT) nelle note in alcune edizioni).
[51]
Letture ambigue
A volte, quando
elohim appare come referente o complemento oggetto (cioè, non come soggettivo) di una frase e senza alcun accompagnamento di verbo o aggettivo per indicare pluralità, può essere grammaticalmente non chiaro se si intenda dèi plurale o Dio al singolare. Un esempio è il Salmo
8:5 dove "Eppure l'hai fatto poco meno d[egl]i elohim" è ambiguo sul fatto se si intenda "inferiore rispetto agli dèi" o "inferiore a Dio". La
Septuaginta lo legge come "dèi" e poi "corregge" la traduzione in "angeli",
[52] lettura che è ripresa dal
Nuovo Testamento in
Ebrei 2:9: "Però quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli
angeli, lo vediamo ora coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti."
[53]
Altri plurali-singolari nell'ebraico biblico
La
lingua ebraica ha diversi nomi che terminano in
-im (plurale maschile) e
-oth (plurale femminile) che tuttavia reggono verbi, aggettivi e pronomi al singolare. Per esempio
Ba'alim "proprietario/possessore": "Egli è signore (singolare) anche su qualunque di quelle cose che egli possiede, che sono signorili (plurale)."
La Scala di Giacobbe e gli "dèi furono rivelati" (plurale)
Nei versetti seguenti
elohim è stato tradotto con Dio al singolare (per es., anche in
inglese su KJV), sebbene fosse accompagnato da verbi al plurale ed altri termini grammaticali plurali:
| « ... Qui egli costruì un altare e chiamò quel luogo "El-Betel", perché là Dio gli si era rivelato (verbo plurale), quando sfuggiva al fratello. » (Genesi 35:7 [3]) | | |
Qui il verbo
ebraico "rivelato" è plurale, quindi: "gli-dèi furono rivelati". Una nota della
Bibbia NET (
EN) ammonisce che la Versione Autorizzata traduce erroneamente: "Dio gli apparve".
[10] Questa è una di quelle volte in cui la Bibbia usa verbi plurali col nome
elohim.
[11][12]
Il Concilio Divino di Elohim
Salmi 82:1 Dio si alza nell'assemblea divina, giudica in mezzo agli dèi.
Salmi 82:6 Io ho detto: "Voi siete dèi, siete tutti figli dell'Altissimo".
Salmi 82:7 Eppure morirete come ogni uomo, cadrete come tutti i potenti.
Marti Steussy nel suo
Chalice Introduction to the Old Testamen annota: “Il primo versetto di
Salmi 82: 'Dio si alza nel concilio divino'. Qui elohim ha un verbo al singolare e chiaramente si riferisce a Dio. Ma nel versetto 6 del Salmo, Dio dice agli altri membri del concilio, ‘Voi (plurale) siete elohim.' Qui elohim deve necessariamente significare dèi.”
[54]
Lo studioso biblico statunitense Mark Smith, riferendosi allo stesso salmo, nel suo
God in Translation afferma: “Questo salmo presenta una scena di dèi che si riuniscono in un concilio divino... Elohim sta nel concilio di El. Tra gli elohim Egli pronuncia il Suo giudizio:...”
[55]
In
Hulsean Lectures, H. M. Stephenson esamina l'argomentazione di
Gesù in
Giovanni 10:34-36 sul Salmo 82. (In risposta all'accusa di blasfemia Gesù rispose:) "Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio?" – "Allora qual è la forza di questa citazione 'Io ho detto: voi siete dèi'? È dal salmo di Asaf che inizia 'Elohim si alza nell'assemblea divina. Giudica in mezzo agli elohim.'"
[56]
Figli di Dio
La parola ebraica corrispondente a
figlio è
ben; il plurale è
benim (con la forma di
status constructus "benei"). Il termine
ebraico benei elohim ("figli di Dio" o "figli degli dèi") in
Genesi 6:2[57] si confronta con l'uso di "figli degli dèi" (
ugaritico b'n il) figli di
El nella
mitologia ugaritica.
[58] Lo
storico olandese Karel van der Toorn asserisce che gli dèi possono essere citati collettivamente come
bene elim,
bene elyon, o
bene elohim.
[20]
Nella tradizione
ebraica, il
versetto della
Torah che fu il grido di battaglia dei
Maccabei (in
ebraico:
מקבים
?Machabi,
מקבים), "M
i ch
amocha b
a'elim YHWH" ("Chi è come te fra gli dèi,
HaShem!"
[59]),
[60] è un
acronimo di "Machabi" e anche un
acronimo di "
Matityahu K
ohen b
en Y
ochanan".
[61] Il versetto correlato della Torah,
La canzone del Mare di Mosè e dei Figli di Israele, fa riferimento a
elim, ma più con una nozione mondana di forze naturali, di potenza, di guerra e poteri sovrani.
Movimenti religiosi
Note
- ^ a b c d e Utet, GDE, voce "Elohim".
- ^ a b Treccani, Enciclopedia online, voce "Elohim"
- ^ Si veda: Theologisches Wörterbuch zum Alten Testament, Vol 1, 1973, pp. 286-305; L. Koehler / W. Baumgartner, Hebräisches und aramäisches Lexikon zum Alten Testament, Vol 1, 1967, pp. 51-52; Terrance R. Wardlaw, Conceptualising Words for God within the Pentautech. A Cognitive-Semantic Investigation in Literary Context, JSOTS 495, Bloomsbury: New York/Londra, 2008.
- ^ a b c K. van der Toorn, Bob Becking, Pieter Willem van der Horst (curatori), Dictionary of deities and demons in the Bible (2ª ediz. riveduta, Brill, 1999) ISBN 90-04-11119-0, p. 274, 352-3
- ^ a b L. Boadt, C. Carvalho, Pastoral Essays in Honor of Lawrence Boadt, CSP: Reading the Old Testament, Paulist Press, 2013.
- ^ Utet, GDE, voce ""El".
- ^ Glinert, Modern Hebrew: An Essential Grammar, Routledge, p. 14 sez. 13 "(b) Accordo di verbi - i verbi si accordano col loro soggetto e non solo nel genere e numero ma anche nella persona. Verbi al tempo presente distinguono il maschile dal femminile ed il singolare dal plurale."
- ^ Wilhelm Gesenius, Gesenius` Hebrew Grammar, curato da E. Kautzsch, trad. (EN) di A.E. Cowley, Dover Publications (ed. bilingue), 2006. ISBN 978-0-486-44344-7
- ^ I. Drazin, S. Wagner, Onkelos on the Torah: Be-reshit, p.120.
- ^ a b "God appeared unto him" - NET Bible con CD-ROM, cur. W. Hall Harris, 3ª, 2003: "35:14 - Allora Giacobbe eresse una stele, dove gli aveva parlato. 30 Versò olio 20tn Heb "si rivelarono." Il verbo iVl] (niglu), tradotto "si rivelarono" è plurale, sebbene uno si aspetti il singolare."
- ^ a b Haggai and Malachi, p. 36, Herbert Wolf, 1976: "Se sia il nome che il verbo sono plurali, la costruzione può riferirsi ad una persona, proprio come la dichiarazione “Dio si rivelò” in Genesi 35:7 ha nome e verbo al plurale. Tuttavia, poiché la parola Dio, “Elohim”, è di forma plurale, il verbo... ecc."
- ^ a b J. Harold Ellens, Wayne G. Rollins, Psychology and the Bible: From Genesis to apocalyptic vision, 2004, p. 243: "Spesso la forma plurale Elohim, quando usata in riferimento alla divinità biblica, regge un verbo o aggettivo plurali (Genesi 20:13,35:7; Esodo 32:4,8; 7:23; Salmi58:12)."
- ^ a b c d Cyrus H. Gordon, “Elohim in its Reputed Meaning of Rulers, Judges,” Journal of Biblical Literature, 54 (1935). Il significato "giudice" non è presente in L. Koehler/W. Baumgartner, Hebräisches und aramäisches Lexikon zum Alten Testament, Vol 1, 1967, pp. 51-52.
- ^ Mark S. Smith, God in translation: deities in cross-cultural discourse in the biblical world, vol. 57 di "Forschungen zum Alten Testament", Mohr Siebeck, 2008, ISBN 978-3-16-149543-4, p. 19.; anche M.S. Smith, "The Early History of God: Yahweh and the Other Deities in Ancient Israel", Biblical Resource Series, 2002.
- ^ Cfr. anche Morton Smith, Studies in the Cult of Yahweh, Vol. 1, "Historical Method, Ancient Israel, Ancient Judaism", 1996.
- ^ G. del Olmo Lete & J. Sanmarín, A Dictionary of the Ugaritic Language in the Alphabetical Tradiction, Vol 1, Brill: Leiden, 2003, p. 55 s.v. ilh: "DN. the 'Divine One', referring to the deified dead (kings). [...] Forms: sg ilh; du./pl. ilhm (or sg. + encl. -m)"
- ^ a b Mosè Maimonide, (EN) Guida dei Perplessi (1904); vedi anche Guida maimonidea, s.v.
- ^ Alcuni studiosi considerano elohim come un plurale oppure un aumentativo di El, da cui si sarebbe formato più tardi il singolare Eloah. Sebbene Elohim abbia una forma plurale, nella Bibbia moderna ha significato di singolare e così viene costruito con un verbo al singolare (constructio ad sensum) quando si riferisce al Dio degli Ebrei. Cfr. Enciclopedia della Bibbia, cit.
- ^ Il Dictionary of Deities and Demons in the Bible (DDD) è un'opera accademica di riferimento curata dagli storici Karel van der Toorn, Bob Becking e Pieter Willem van der Horst, e che contiene articoli/saggi specialistici sugli dei, angeli e demoni citati nei libri della Bibbia ebraica, Septuaginta e Apocrifi, come anche quelli della Bibbia cristiana e della letteratura patristica. la prima edizione (Brill) è uscita nel 1995 e fu scelta da Choice, rivista della American Library Association (Associazione delle Biblioteche Americane) come miglior lavoro di consultazione del 1996. La seconda edizione ampiamente riveduta (Eerdmans, 960pp) è uscita nel 1999. Una versione elettronica è stata presentata nel 2001. Tra i consulenti contributori si annoverano Hans Dieter Betz, André Caquot (1923–2004), Jonas C. Greenfield (1926–1995), Erik Hornung Professore di egittologia all'Università di Basilea, Michael E. Stone dell'Università Ebraica di Gerusalemme e Manfred Weipert dell'Università di Heidelberg.
- ^ a b c d e K. van der Toorn, Bob Becking, Pieter Willem van der Horst (curatori), Dictionary of deities and demons in the Bible (2ª ediz. riveduta, Brill, 1999) ISBN 90-04-11119-0, p. 274, 352-3
- ^ Le varie proposte sull'etimologia sono raccolte in Theologisches Wörterbuch zum Alten Testament, Vol 1 (1973) p. 295.
- ^ Sul termine Elohim si veda fondamentalmente Joel S. Burnett, A Reassessment of Biblical Elohim, SBL Dissertation Series,Atlanta 2001. A pag. 15 l'autore definisce questo tipo di plurali " 'concretized' abstract plural". Per la definizione grammaticale si veda inoltre Paul Joüon / T. Muraoka A grammar of Biblical Hebrew, Sub. Bib. 27 2008, 469 s.
- ^ Per altri termini formalmente plurali usati in senso singolare per indicare una divinità in altre lingue semitiche si veda: Sh. Izre'el, Amurru Akkadian. A Linguistic Study, Vol. I, HSS 40, 29 s. (cananeo); W. Röllig, El als Gottesbezeichnung im Phönizischen, in: R. von Kienle u.a. (Hg.), Festschrift Johannes Friedrich, 1959, S. 403-416 (fenicio) http://archiv.ub.uni-heidelberg.de/propylaeumdok/volltexte/2011/1178/pdf/Roellig_El_als_Gottesbezeichnung_1959.pdf;
- ^ Si veda fondamentalmente: Joel S. Burnett, A Reassessment of Biblical Elohim, SBL Dissertation Series, Atlanta 2001; A.F. Rainey, Canaanite in the Amarna Tablets. Vol I, Brill: Leiden,147 s.; Enciclopedia della Bibbia - Ed. LDC - vol. 2, coll. 1289 - 1290
- ^ John Day, Yahweh and the gods and goddesses of Canaan, Sheffield Academic Press, 2001, p. 23.
- ^ John J. McDermott, "Reading the Pentateuch: a historical introduction", Pauline Press, 2002, p. 21. ISBN 978-0-8091-4082-4
- ^ a b H. H. Schmid, Der Sogenannte Jahwist, Zurigo: TVZ, 1976.
- ^ Alter, 2004, pp. 17,141
- ^ Richard Elliott Friedman, The Bible With Sources Revealed, HarperCollins, 2003, p. 65 & passim. ISBN 978-0-06-073065-9
- ^ Umberto Cassuto, The Documentary Hypothesis and the Composition of the Pentateuch: Eight Lectures, tradotto in (EN) dall'ebraico da Israel Abrahams, Magnes Press, Gerusalemme, 1961.
- ^ Alter, 2004, pp. XII, 40 et seq.
- ^ Si vedano le versioni in (HE) del Codice di Leningrado: Salmi 96:5 e Salmi 97:7.
- ^ Joel S. Burnett, A Reassessment of Biblical Elohim, SBL Dissertation Series,Atlanta 2001, pag. 15.
- ^ Brian B. Schmidt, Israel's beneficent dead: ancestor cult and necromancy in ancient Israelite Religion and Tradition, Forschungen zum Alten Testament 11 (Tübingen: J. C. B. Mohr [Paul Siebeck], 1994), p. 217: "Nonostante il fatto che il nome MT plurale 'elohim del v. 13 sia seguito dal participio plurale 'olim, una ricerca dell'antecedente al suffisso pronominale singolare su mah-to'ro nel v. 14 che forma ha? ha condotto gli interpreti a considerare 'elohim... 'olim come designazione di Samuele morto, "un dio che sale". Lo stesso termine 'elohim ... Egli [Saul], quindi, richiede urgentemente di verificare l'identità di Samuele, mah-to'"ro, "che forma ha/che aspetto ha?" ... 'elohim ricorre con un verbo finito plurale e denota dèi multipli in questo caso: 'elohim '"seryel'ku I fydnenu, "gli dèi davanti a noi." Di conseguenza le due presenze di 'elohim in 1 Samuele 28:13,15— nel primo complementato dal plurale ...28:13 manifesta una complessa storia testuale, allora 'elohim del v. 13 potrebbe rappresentare non un morto deificato, ma quegli dèi noti per essere evocati — alcuni dall'aldilà — ad assistere nel richiamare il fantasma. 373 ...
- ^ a b Wilhelm Gesenius, Hebrew Grammar: 124g, senza articolo 125f, con articolo 126e, col singolare 145h, col plurale 132h,145i.
- ^ Richard N. Soulen, R. Kendall Soulen, Handbook of biblical criticism, Westminster John Knox Press, 2001, ISBN 978-0-664-22314-4, p. 166.
- ^ Elia Benamozegh, Maxwell Luria, Israel and Humanity, Paulist Press International, 1995, p. 104, ISBN 978-0-8091-3541-7.
- ^ Victor P. Hamilton, Exodus: An Exegetical Commentary, Baker Academic, 2012, ISBN 978-0-8010-3183-0.
- ^ Per es. Genesi 20:13 in ebraico: התעו אתי אלהים מבית אבי? (dove התעו è da תעה "errare, vagare, barcollare", il plurale causativo hif`il "mi hanno causato di vagare")
- ^ Septuaginta: «ἐξήγαγέν με ὁ θεὸς ἐκ τοῦ οἴκου τοῦ πατρός»; "quando Dio mi ha fatto errare lungi dalla casa di mio padre." (Genesi 20:13) Si possono confrontare anche le altre versioni italiane presso Biblegateway.com.
- ^ Le gerarchia angeliche.
- ^ Fioravante Brescia, Riflessioni su Chiesa e Cristianesimo, GDS, 2012, p. 10.
- ^ Brenton Septuagint, Esodo 21:6 «προσάξει αὐτὸν ὁ κύριος αὐτοῦ πρὸς τὸ κριτήριον τοῦ θεοῦ»
- ^ James Strong, Dizionario Strong, s.v. "'elohiym", nr. 430.
- ^ Hebrew and English Lexicon (Brown-Driver-Briggs) su Wikisource.
- ^ The Biblical Repositor, p. 360 cur. Edward Robinson, 1838: "Gesenius nega che elohim possa mai significare angeli; nel suo rifiuto fa riferimento specialmente a Salmi 8:5 e97:7; ma osserva che il termine viene tradotto così nelle versioni antiche."
- ^ Samuel Davidsohn, An Introduction to the New Testament, 3, 1848, p. 282: "Hengstenberg, per esempio, afferma che l‘usus loquendi è decisivo contro un riferimento diretto ad angeli, perché Elohim non significa mai angeli. Egli pensa che il traduttore di Septuaginta non potesse capire la rappresentazione..."
- ^ Hebrews 2:7 with Greek, blueletterbible.org. URL consultato il 4 agosto 2013.
- ^ Psalm 8:5 with Greek (8:6 in the LXX), blueletterbible.org. URL consultato il 4 agosto 2013.
- ^ Dandolo in alternanza con "Dio". Cfr. anche (EN) Elohim as angels in the KJV only in Psalm 8:5 (8:6 in LXX), blueletterbible.org. URL consultato il 4 agosto 2013.
- ^ Cfr. anche (EN) Elohim as "judges" in the KJV, blueletterbible.org. URL consultato il 4 agosto 2013.
- ^ Cfr. per esempio la versione (IT) Nuova Riveduta 2006.
- ^ Si veda un confronto parallelo tra Ebrei 2:5-9 e Salmi 8:3-6, anche a fronte [1]
- ^ Marti Steussy, Chalice Introduction to the Old Testament.
- ^ Mark Smith, "God in Translation:..."
- ^ Si confronti in parallelo Salmo 82:6-7 e Giovanni 10:34–36. Cfr. anche H.M. Stephenson, Hulsean Lectures, lezione 1, (1890), p. 14.
- ^ Per esempio Genesi 6:2 "... figli d[egl]i Elohim (e-aleim) videro che le figlie degli uomini (e-adam, gli adam) erano belle e ne presero per mogli..."
- ^ Marvin H. Pope, El in the Ugaritic texts, supplementi a Vetus Testamentum Vol. II Leiden, Brill, 1955, pp. x—l-116, p. 49.
- ^ Nosson (cur.); redattori consulenti: Yaakov Blinder, Avie Gold, Meir Zlotowitz ; progettato da Sheah Brander Scherman, Tanakh = Tanakh: Torah, Neviʼim, Ketuvim : the Torah, Prophets, Writings: the twenty-four books of the Bible, newly translated and annotated, 1ª ed. di studio, Stone, Brooklyn, N.Y., Mesorah Publications, 1998, pp. 171–172, ISBN 1-57819-109-2.
- ^ Esodo 15:11
- ^ "What does 'Maccabee' mean?" - Ask the Rabbi (EN)
- ^ La Repubblica, 29 dicembre 2002
- ^ "God the Father, Elohim", su lds.org URL consultato 3 marzo 2016
Bibliografia
- (EN) Robert Alter, The Five Books of Moses, W. W. Norton & Company, 2004, ISBN 0-393-33393-0.
- Giovanni Garbini, Storia e ideologia nell'Israele antico, Brescia, 1986.
- Horst Dietrich Preuss, Old Testament theology, vol. 1, Continuum International Publishing Group, 1995, pp. 147-149. ISBN 978-0-567-09735-4
- Mark S. Smith, The Early History of God: Yahweh and the Other Deities in Ancient Israel, Harper & Row, 1990.
Voci correlate