martedì 3 gennaio 2017

I colori dell'Aura e il loro significato



Al colore prevalente dell'Aura sono associati diversi tipi di personalità:
Il viola indica una personalità spirituale, appassionata e visionaria.
Il blu indica una personalità intuitiva, tranquilla e affidabile.
Il verde indica una personalità vitale, creatrice di abbondanza e di crescita.
Il giallo indica una personalità giocosa, entusiastica e ottimistica.
L'arancione indica una personalità allegra, coraggiosa e di successo.
Il rosso indica una personalità piena di energia, passione e determinazione.



Un'aura perfettamente bilanciata appare così.

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Il concetto di Aura e l'Apometria




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LE SETTE FASCE DEL CAMPO AURICO

Nel contesto della parapsicologia e della spiritualità, l'aura o alone luminoso, parola che deriva dal greco alos («corona»), denota un sottile campo di radiazione luminosa, invisibile alla normale percezione, che circonderebbe e animerebbe tutti gli esseri viventi (persone, animali e piante) come una sorta di bozzolo o alone, capace di riflettere l'anima dell'individuo cui tale aura appartiene, e di sopravvivere al decadimento della sua vita biologica. Non esistono prove scientifiche a supporto di tali credenze, che restano al momento non dimostrabili e ritenute oggetto della pseudoscienza.



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Descrizioni dell'aura


L'aura umana raffigurata dal medico Walter John Kilner nel The Human Atmosphere (1911)
Le descrizioni a noi pervenute dell'aura provengono da popoli appartenenti anche a culture molto diverse, antiche e moderne, presso le quali sono presenti raffigurazioni dei corpi umani avvolti da ovoidi luminosi; dall'aspetto di questi ultimi sarebbe stato possibile capire persino un'eventuale stato di malattia del corpo.[1]
Si tratterebbe di un'"emanazione luminosa" che solo alcuni individui sensitivi sarebbero in grado di percepire.[2] Charles Webster Leadbeater la descrive come «una nube a forma d'uovo di nebbia diafana».[3] Joseph Jastrow sostiene in proposito che «tutti gli oggetti esalano dalla loro periferia una sorta di vapore o nube».[4] Secondo il Manuale Rosacrociano, questa sorta di spirito, la cui essenza corrisponde al Mercurio degli alchimisti, ossia alla materia prima, «quando viene sottoposta a certe condizioni, si raccoglie in punti focali molto piccoli di carica elettrica», cioè negli elettroni;[5] in tal modo avrebbe luogo la materia per come la vediamo.
La nozione dell'aura, o di un involucro energetico avvolgente il corpo umano, compare già nelle descrizioni dei Veda, nel Libro di Dzyan, o nei geroglifici egiziani.[6] Sin dall'antichità essa rappresentava «una luminosità, o simbolica oppure reale, presente attorno al capo o al corpo di uomini illustri, come santi e capi carismatici».[1] Anche nei dipinti di epoca cristiana, ad esempio di Tiziano o Raffaello, si nota spesso un alone luminoso intorno ai personaggi dotati di sacralità.
Nell'Europa moderna, si deve a Johann Georg Gichtel, allievo del filosofo Jakob Böhme, una descrizione dei centri energetici dell'aura, meglio noti nella scrittura sancrita indiana come chakra, illustrati nella sua Theosophia Practica del 1696. Nell'Ottocento, alcuni studi sulle emanazioni auriche dell'essere umano furono condotti dal barone austriaco Carl Von Reichenbach, teorizzatore della forza Odica, e in seguito dalla comunità teosofica fondata da Helena Petrovna Blavatsky.[6]
Agli inizi del Novecento, Charles Webster Leadbeater intese divulgare al grande pubblico la descrizione dell'aura col suo libro L'uomo visibile e l'uomo invisibile,[7] mentre Rudolf Steiner accoglieva l'indagine sull'aura nella sua medicina antroposofica.[6]

Visualizzazione


Aura Kirlian di una mano
Per spiegare tali visioni, tra le cause naturali proposte in ambito parapsicologico, ma scientificamente indimostrabili, potrebbe esservi un'emissione di onde elettromagnetiche d'una lunghezza d'onda troppo lunga per essere elaborate dai coni della retina ma sensibili invece ai bastoncelli, responsabili della visione laterale; questi ultimi, quando si assume una particolare posizione, ad esempio con il capo roteato e gli occhi socchiusi, sarebbero in grado di recepire tali onde; in tal modo, infatti, interverrebbe nella visione soltanto la parte periferica della retina.[2]
Trattandosi di onde, si ritiene che queste possano essere percepibili anche da apparecchiature tecniche, in particolare mediante strumenti di tipo termografico, in grado di eseguire foto a colori delle radiazioni di calore presenti sul corpo umano, ma non percepibili ad occhio nudo a causa della loro lunghezza d'onda.[2] In proposito, hanno raggiunto una certa notorietà le presunte fotografie dell'aura scattate con un procedimento fotografico noto come «effetto Kirlian», dal nome dei coniugi loro ideatori, da cui anche il nome di aura Kirlian. Secondo la ricerca scientifica, questo tipo di fotografia non ritrarrebbe in realtà l'aura, ma semplicemente normali effetti fisici quali l'umidità, il calore o generici fenomeni elettromagnetici tipicamente presenti in tutti i corpi, anche in quelli inanimati.[8]
Gli stessi coniugi Kirlian tracciarono la mappa dei punti del corpo umano che secondo loro avrebbero emanato questa luce e ritennero, in un secondo tempo, di individuare corrispondenze con i punti fondamentali per l'agopuntura.[1] Un'analoga corrispondenza è stata oggetto di studio del naturopata Peter Mandel.[9]

Patologie dell'aura e rimedi


Raffigurazione dell'uovo aurico composto da diversi colori, cioè da diverse frequenze vibratorie
Poiché l'aura non è che il riflesso dei pensieri e degli atteggiamenti di una persona, essa ne riflette anche le eventuali disarmonie e comportamenti errati, che possono dare luogo a patologie tendenti a trasferirsi progressivamente dal piano più sottile, attraverso i vari corpi intermedi, fino a quello materiale. Il legame tra psiche e malattia era noto del resto già nelle epoche pre-moderne, presso le quali il medico era anche sacerdote.[10] La disarmonia tra l'anima, intesa come la forma o il modello che la personalità è chiamata a realizzare, e la psiche, si esprime come una frattura del campo sottile che può andare da un semplice assottigliamento a una sorta di buco dell'aura, spesso di colore scuro. Attraverso i buchi dell'aura si determinano fuoriuscite di energia che vengono generalmente vissute come spossatezza e svuotamento.[11]
Quali forme di rimedio, oltre ad una presa di coscienza delle problematiche scatenanti, tra le più antiche vi sono le terapie energetiche come l'agopuntura o la cura dei colori della medicina tradizionale cinese. A livello eterico agisce anche l'omeopatia. Rimedi che agiscono invece al livello astrale o emozionale sono i fiori di Bach, i quali, apportando una specifica energia ad alta frequenza, inondano l'aura di vibrazioni armoniche in grado di riequilibrarne le eventuali disarmonie.[12]



Note

  1. ^ a b c Edoardo Borra50 parole chiave della parapsicologia, alla voce "Aura vitale", Edizioni Paoline, 1980, p. 43.
  2. ^ a b c E. Borra, op. cit., p. 39.
  3. ^ C. W. Leadbeater, Man visible and invisible, p. 73, Londra, The Theosophical Publishing House, 1971.
  4. ^ Joseph Jastrow, Wish and wisdom, p. 354, New York, D. Appleton-Century Co., 1935.
  5. ^ H. Spencer Lewis, The Rosicrucian Manual, p. 167, San Jose, California, Rosicrucian Press, 1966.
  6. ^ a b c Dietmar KrämerNuove terapie con i fiori di Bach, vol. II, p. 17, Mediterranee, 2008.
  7. ^ Man Visible and Invisible, pubblicato la prima volta nel 1902.
  8. ^ CICAP Lazio: "L'aura non c'è" - Box 1
  9. ^ Peter Mandel, Diagnosi Energetica dei Punti Terminali, Tecniche Nuove Edizioni, 2001.
  10. ^ Pia Vercellesi, Giampaolo Gasparri, L'aura, Xenia, 2007, p. 107.
  11. ^ L'aura, ivi, pp. 93-105.
  12. ^ L'aura, ivi, pp. 110-113.

Bibliografia

Voci correlate

Il Corpo eterico e astrale nelle dottrine esoteriche orientali e occidentali

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In numerose tradizioni, religioni e scuole di pensiero orientali[1] ed esoteriche, il corpo è considerato tutto ciò che – a livello più o meno materiale – riveste e ricopre la «vera essenza» spirituale di un essere che deve, attraverso pratiche religiose, liberarsi delle necessità materiali corporee per raggiungere i più alti gradi di spiritualità. Trattandosi di un'essenza "nascosta", il suo studio attiene alla cosiddetta anatomia occulta.[2]

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Cenni storici

« Tutto quanto si sa dei corpi non consiste solo nell'estensione, come sostengono i moderni. Questo ci costringe a reintrodurre quelle forme che essi hanno bandito. »
(Gottfried LeibnizDiscorso di Metafisica, XVIII[3])
Ad una concezione risalente a Platone, che vedeva nei corpi la manifestazione fenomenica di un'idea trascendente, o ad Aristotele che individuava nei corpi un sinolo, cioè un'unione, di sostrato materiale e forma spirituale, si è andata sempre più sostituendo nell'età moderna una visione esclusivamente materialista che riduceva il corpo ad una mera estensione spazio-temporale.

Anatomia dell'essere umano secondo la concezione astrologica occidentale, che associa ogni organo ad un particolare segno zodiacale
Con Cartesio, che separò rigidamente la res extensa o «sostanza estesa», dalla res cogitans o «sostanza pensante», venne da un lato inaugurata una concezione soltanto meccanicista e quantitativa dei corpi, ripresa dall'atomismo di Democrito, mentre dall'altro, sul piano mentale, fu eliminata la distinzione che la filosofia greca poneva tra i livelli dell'anima, in particolare tra nous e dianoia, ossia tra intelletto e ragione,[4] distinzione fatta propria dalla scolastica,[5] e tramandata fino al Rinascimento.[6] Sino allora, almeno per quanto riguarda la tradizione occidentale, le varie dottrine dell'antichità avevano trovato una sintesi filosofica nel neoplatonismo, concepito da Ficino come pia philosophia,[7] cioè come un'unica dottrina filosofico-religiosa, antitetica alle correnti di pensiero atee e materialiste, che percorrendo la storia dell'umanità ne unificava i diversi filoni spirituali, da Platone al Cristianesimo.
Fu così che nel Rinascimento, all'interno di certi ambienti alchemico-cristiani dell'Europa, aveva ripreso vigore una visione esoterica dell'essere umano, concepito come un microcosmo in cui si riflette il macrocosmo,[8] e quindi come un insieme di parti che concorrono a formare un tutto organico, ognuna delle quali veniva associata ad esempio ad un particolare pianeta, o un particolare metallo.[9] All'interno del neoplatonismo confluivano anche concezioni del pitagorismo e del Corpus Hermeticum, la dottrina già ripresa, almeno in parte, da Porfirio, da Giamblico e Proclo.[10]
Anche se con accezioni e funzionalità parzialmente diverse da quelle neoplatoniche, le distinzioni e le specifiche peculiarità attribuite ai corpi sono ritornate nelle dottrine esoteriche moderne, in particolare con la Società Teosofica fondata da Helena Blavatsky, e con l'antroposofia di Rudolf Steiner.

Le tre suddivisioni

La tradizione occidentale, rifacendosi alle dottrine greche e giudaico-cristiane, ha generalmente proposto una suddivisione dell'essere umano in tre livelli. Platone lo suddivideva in una componente razionale (loghistòn), volitiva (thumoeidès), e concupiscibile (epithymetikòn),[11] oppure, in un altro contesto: nous (intelletto), thumos (passione), e epithumia (appetito).[12] Aristotele differenziava invece le funzioni dell'anima umana in: intellettiva, sensitiva e vegetativa.[13] Queste suddivisioni sono state poi assimilate e integrate nella tripartizione evangelica fatta da Paolo di Tarso che distingueva il corpo, l'anima e lo spirito,[14] nei quali la tradizione agostiniana vedrà l'immagine della Trinità.[15]

I corpi sottili possono essere pensati come vari strati sovrapposti che ricoprono il corpo grossolano
Ogni livello è a sua volta ulteriormente suddivisibile, compreso quello fisico, che può essere concepito come una composizione dei quattro elementi fondamentali (ariaacquaterrafuoco). In seno all'anima, ad esempio, la scolastica medioevale ha fatto propria la tripartizione aristotelica dell'essere umano in anima vegetativa (comune alle piante), sensitiva (comune agli animali), e razionale (esclusiva dell'uomo).[16]
Analogamente, secondo l'antroposofia steineriana, il primo livello è quello propriamente fisico, mentre ai due superiori (anima e spirito) si attribuisce un'ulteriore suddivisione a seconda dei vari livelli di densità. La costituzione occulta dell'uomo risulta quindi la seguente:[17]
Si tratta quindi di sette corpi in tutto, che nel lessico filosofico greco-latino trovano corrispondenza nei seguenti termini:[18]
  1. σῶμα (Soma) / Corpus
  2. ψυχῆ (Psyche) / Anima
  3. σκιά o ὅχημα (Ochema) / Umbra
  4. εἴδωλον (Eidolon) / Imago
  5. Φάσμα (Phasma) / Manes
  6. διάνοια (Dianoia) / Mens
  7. νοῦς (Nus) / Spiritus


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Corpo grossolano

Il corpo grossolano non è altro che il corpo fisico, soggetto a nascita e morte. Esso è ovviamente il corpo più denso in modo assoluto, tant'è che può essere percepito con i normali organi di senso. Rudolf Steiner lo equipara alla condizione dei minerali, sebbene le forze in esso attive siano poste al servizio di altre componenti più elevate:
« Il corpo fisico è, nel mondo manifesto, ciò in cui l'uomo è simile al mondo minerale; d'altra parte, non può considerarsi corpo fisico ciò che differenzia l'uomo dal minerale. Da questo punto di vista, il fatto di massima importanza è che la morte mette in evidenza quella parte dell'entità umana, che, sopravvenuta la morte, è della stessa natura del mondo minerale. Possiamo accentuare il fatto che in questo elemento costitutivo della natura umana, cioè nel cadavere, sono attive le stesse sostanze e le stesse forze del regno minerale; ma occorre insistere non meno vivamente sul punto che con la morte questo corpo fisico entra in decomposizione. »
(R. Steiner, La scienza occulta nelle sue linee generali [1910], cap. II, trad. di E. De Renzis ed E. Bataglini, Bari, Laterza, 1947)

Corpo sottile


Alcuni organi eterici secondo la tradizione indiana
Le dottrine metafisico-esoteriche definiscono genericamente corpo sottile ogni tipo di struttura extracorporea che convive con la struttura fisica, e di cui ogni essere vivente è dotato. Le terapie che utilizzano il concetto di vibrazione, come l'omeopatia o i fiori di Bach, si propongono di agire su questo tipo di struttura.
Presso la filosofia orientale, il corpo sottile indica il campo di energia composto dagli organi "eterici" che hanno ognuno un corrispondente sul piano fisico, come il cuore, il fegato, e così via. Nella tradizione indiana vi sono poi quegli organi conosciuti come i chakra, la kundalini, e i flussi di energia vitale (prana che scorre nei nadi), mentre nella tradizione cinese ad esso appartengono i meridiani e gli altri organi come il triplice riscaldatore. L'insieme di questi corpi formano i vari strati dell'aura, legati tra di loro in modo tale che ogni cambiamento a livello fisico venga avvertito dapprima nel corpo eterico, poi in quello astrale, poi in quello mentale, e infine in quello causale; viceversa i cambiamenti del corpo sottile si manifestano come cambiamenti di colore negli strati dell'aura prima di arrivare agli strati interni del corpo fisico.[19]
Il corpo sottile è quindi solitamente suddiviso in:

Corpo eterico

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Etere (elemento classico).
È il più denso di tutti e il più direttamente connesso con il corpo fisico. I cambiamenti dello stato fisico sono immediatamente avvertiti come variazioni di energia nel corpo eterico. La sua funzione è quella di strutturare dinamicamente il corpo fisico secondo un'articolazione intelligentemente prevista ma non personalizzata. Gli spiritisti chiamano il corpo eterico anche perispirito,[20] intendendolo come una specie di raccoglitore di involucri strumentali dello Spirito, oppure doppio eterico, essendo in fondo un duplicato del corpo fisico, il quale ne risulta modellato.[20] Su di esso sono situati i chakra, e vi affluisce il prana, ossia di quel tipo di energia funzionale al nutrimento della dimensione psichica.[20]
Steiner lo chiama anche «corpo vitale», trattandosi di quel veicolo che conferisce vitalità all'organismo, e a cui riconosce, pur con molti distinguo, una certa parentela col concetto di forza vitale di cui parlavano gli scienziati nella prima metà del XIX secolo, prima che venisse bandito dalla biologia.[21] Il corpo eterico è ciò che accomuna l'uomo alle piante, le quali vivono come in uno stato permanente di sonno.
« L'uomo ha in comune con il mondo vegetale il corpo eterico, come quello fisico con il minerale. »
(R. Steiner, ivi)
La separazione del corpo eterico dal corpo fisico è ciò che sul piano visibile determina la morte.

Corpo astrale, animico, o emozionale

È meno denso ma ancora più complesso del corpo eterico; riflette lo stato emotivo dell'individuo, ed è sede e motore dei sentimenti, dei desideri, delle emozioni.[20]
Poiché ogni passione ha la sua tonalità astrale, i suoi colori si riverberano sull'involucro generale dell'auraHelena Blavatsky lo scompone in sette principi, prossimi al livello fisico. Rudolf Steiner lo chiama anche «corpo psichico», «corpo di coscienza», e a volte «corpo dei desideri». Non è associato a forme fisiche o eteriche, ma possiede forma ovoidale ed è percorso da correnti di forze psichiche che si manifestano in maniera luminosa, colorata o trasparente. È strettamente collegato con le ghiandole endocrine, ed è a partire da questo livello che avrebbero origine il 90% delle malattie fisiche.[20]
Secondo Steiner, il corpo astrale è responsabile dello stato di veglia a cui ci ridestiamo dopo il sonno. Durante lo stato di incoscienza del sonno, il corpo astrale si separa da quello eterico: mentre il secondo rimane all'interno del corpo fisico, il primo deve esplicare la sua azione in un ambiente astrale extra-corporeo dove poter reintegrare quelle forme e quei modelli da veicolare al corpo eterico, funzionali a sua volta della conservazione del corpo fisico.[22]
« L'osservazione dei sensi non riguarda invero il corpo astrale stesso, ma soltanto i suoi effetti su ciò che è manifesto; e questi durante il sonno non sono direttamente visibili. Nello stesso senso in cui l'uomo ha in comune con i minerali il corpo fisico e con le piante il corpo eterico, così egli ha il corpo astrale in comune con gli animali. »
(R. Steiner, ivi)
Trattandosi di un terzo strato, il corpo astrale non ha, di per sé, influenza diretta sul corpo fisico; la sua azione sulla materia passa sempre per il sostrato eterico, fungente da guaina di protezione.
Anche Porfirio e Giamblico parlavano di un sostrato a cui l'anima eterica si associa una volta uscita dal corpo fisico, in attesa di reincarnarsi. In questi scritti neoplatonici è definito ὅχημα, veicolo dell'anima. In seguito sarà poi concepito come associato all'anima anche quando si trova incarnata in un corpo.[23]

Corpo mentale

È costituito dall'unione della mente con gli organi di percezione, ed è il corpo adibito alla formulazione del pensiero. Sede dell'Io e delle intuizioni,[20] ma ancora al di sotto della percezione pura dello Spirito, non ha un corrispettivo sul piano sensibile, né su quello animale, ed è pertanto esclusivo dell'essere umano.[21]
Rudolf Steiner a questo livello non parla di corpo ma di anima, distinguendola in tre componenti:
  • anima senziente;
  • anima razionale;
  • anima cosciente.
L'anima senziente può tuttavia essere fatta coincidere con il precedente corpo astrale, mentre l'anima cosciente con il livello successivo del Sé spirituale. L'anima razionale è invece quella che caratterizza più propriamente l'Io, a cui l'uomo perviene tramite la sensazione che, in mezzo al mutare delle esperienze di dolore e piacere, o di fame e di sete, vi è qualcosa che permane. Ed è proprio questo sentimento che differenzia l'uomo dagli animali, e che operando nell'ambito della razionalità, consente il perdurare della conoscenza tramite la memoria.[21]
« Come il corpo fisico si disgrega quando non lo tiene assieme il corpo eterico, come il corpo eterico cade nell'incoscienza quando non lo illumina il corpo astrale, così il corpo astrale dovrebbe lasciar cadere il passato continuamente nell'oblio, se l'«Io» non lo preservasse richiamandolo in vita nel presente. L'oblio per il corpo astrale equivale alla morte per il corpo fisico e al sonno per il corpo eterico. Si può anche dire: del corpo eterico è proprio il vivere, del corpo astrale l'aver coscienza, dell'Io il ricordare. »
(R. Steiner, ivi)
L'anima razionale o mentale è il punto dove si ha il passaggio dal corporeo all'animico, perché è grazie all'anima che l'uomo è in grado di guidare le proprie conoscenze, svincolandosi dagli oggetti presenti della percezione, a cui il corpo astrale limita le proprie esperienze, diventando capace di richiamare anche quelle del passato.[21]
Questi diversi corpi fin qui esaminati costituiscono così, attraverso la loro sintesi, la personalità dell'uomo (storica e psicosociale) che si rinnova o si trasforma attraverso la reincarnazione.

Corpo spirituale o causale

L'Io può anche andare oltre le esperienze, che seppur rielaborate dalla propria memoria, egli ha pur sempre ricevuto dall'esterno. Egli può rivolgere la propria attenzione interamente su se stesso, pervenendo alla percezione della propria essenza attraverso l'autocoscienza.[21]
Si tratta di una struttura ulteriore che non può essere compresa e percepita se non attraverso una certa attività interiore: è il «santuario nascosto» dell'anima a cui non può avere accesso nulla di esterno ad essa, ma può essere raggiunto solo immergendosi nel divino che è nell'uomo. Per Alice Bailey il corpo spirituale è la «Luce interiore chiamata Anima». Gli orientali parlano a questo livello di corpo causale, prima origine di ogni altra manifestazione. Steiner la chiama «anima cosciente», la quale conduce a una conoscenza interiore di se stessi, così come il corpo astrale (sensazione), unito alla capacità mnemonica dell'Io (intelletto), raggiunge una conoscenza del mondo esterno.[21]
Da qui ha inizio il percorso che ogni uomo deve saper compiere individualmente per riuscire a percepire lo Spirito, a cui si accede con la medesima attività che egli sviluppa per percepire se stesso. Diventando padrone degli elementi inferiori della propria anima, l'Io riesce a nobilitarla e spiritualizzarla, aggiungendo così nuovi elementi al suo essere.[21]
« Ciò può andare così oltre, che nell'anima non entri alcun desiderio né alcun piacere, senza che l'Io, come autorità competente, ne permetta l'ingresso. Per tal via l'intera anima diviene una manifestazione dell'Io, mentre al principio ciò accadeva solo per l'anima cosciente. In fondo, tutta la civiltà e tutto lo sforzo spirituale dell'umanità consiste in un lavoro che ha per meta questa supremazia dell'Io. Ogni uomo vivente attualmente è impegnato in questo lavoro, lo voglia o no, ne sia o no cosciente. »
(R. Steiner, ivi)
Gli elementi che l'Io dovrà sviluppare sono i seguenti:

Sé spirituale

È il primo livello della componente spirituale dell'uomo, a cui si collega ciò che Steiner chiama diversamente «anima cosciente», poiché in esso l'anima si connette con lo spirito. Presente nell'uomo solo in germe, il Sé spirituale si sviluppa grazie al lavoro compiuto dall'Io sul corpo astrale, che ne risulta via via dominato e trasformato.[21]
« Si consideri anzitutto come si sviluppino certe proprietà dell'anima umana quando l'Io lavora su di essa: come piaceri e desiderigioie e dolori possano cambiare. Basta che l'uomo ripensi alla propria infanzia. Da che derivavano allora le sue gioie e i suoi dolori? Che cosa imparando ha aggiunto a ciò che sapeva da fanciullo? La risposta non sarà che una prova del dominio che l'Io ha acquistato sul corpo astrale: ché esso è infatti il veicolo di piaceri e di dispiaceri, di gioie e dolori. »
(R. Steiner, ivi)
Presso la sapienza orientale è denominato «Manas».[21]

Spirito vitale

È la controparte spirituale del corpo eterico o vitale, che si sviluppa quando l'Io lavora su di esso. Si tratta di un lavoro più arduo che sul corpo astrale, poiché il corpo eterico è avvolto sotto due strati: la costruzione dello Spirito vitale consiste infatti nel modificare il proprio temperamento e le peculiarità più profonde del carattere.[21]
Gli impulsi più forti che spingono l'uomo ad agire sul corpo eterico sono gli insegnamenti di natura religiosa, che creano in lui un sentimento costante in grado di conferire ai suoi pensieri e volizioni, modellati nel Sé spirituale, una caratteristica di unitarietà e di durata che si mantiene attraverso i loro cambiamenti.[21]
« L'espressione «spirito vitale» è appropriata, perché in ciò ch'essa denota agiscono le stesse forze che nel «corpo vitale»; solo quando tali forze si manifestano come corpo vitale non è in esse attivo l'Io umano, mentre, quando si estrinsecano come spirito vitale, esse sono impregnate dall'attività dell'Io. Lo sviluppo intellettuale dell'uomo, la purificazione e la nobilitazione dei suoi sentimenti e delle sue volizioni ci danno la misura della trasformazione del suo corpo astrale in Sé Spirituale; le sue esperienze religiose, e varie altre sue prove e vicende, s'imprimono nel suo corpo eterico, e trasformano questo in spirito vitale. »
(R. Steiner, ivi)
In modo analogo agiscono sull'uomo gli influssi dell'arte:
« Quando l'uomo, in presenza di un'opera d'arte, attraverso la forma esterna o il colore o il suono, penetra colla rappresentazione e con il sentimento nei substrati spirituali di essa, gl'impulsi che l'Io ne riceve arrivano in verità ad agire fino sul corpo eterico. Se si approfondisce questo pensiero, si potrà misurare l'enorme importanza dell'arte per tutta l'evoluzione umana. »
(R. Steiner, ivi)
Lo Spirito vitale è analogamente conosciuto presso la filosofia orientale come «Buddhi».[21]

Uomo-Spirito

Il lavoro dell'Io può estendersi, oltre che ai corpi astrale ed eterico, anche a quello fisico: è così che si sviluppa il grado più alto dell'evoluzione umana rappresentato dall'Uomo-Spirito. Un segno di tale lavoro, da non intendersi però come di natura rozzamente materiale, si può scorgere ad esempio nei fenomeni dell'impallidire o del rossire. Steiner tiene a precisare che solo approfondendo la conoscenza soprasensibile si può arrivare a capire la natura di questo lavoro dell'Io sul corpo fisico, inaccessibile altrimenti all'esperienza ordinaria.[21]
« Riguardo all'Uomo-Spirito si può anche facilmente esser tratti in errore dal fatto che nel corpo fisico vediamo l'elemento più basso dell'uomo e quindi possiamo difficilmente rappresentarci che il lavoro su questo corpo fisico debba essere compiuto dall'elemento più alto dell'uomo. Ma, appunto perché il corpo fisico nasconde sotto tre veli lo spirito che in lui è attivo, occorre il più alto genere di lavoro umano per unire l'Io con ciò che è il suo spirito nascosto. »
(R. Steiner, ivi)
Questo elemento supremo è lo stesso che è chiamato «Atma» dalla sapienza orientale.[21]



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Il corpo esoterico nelle dottrine orientali

Tradizione indiana

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Kosha.
La scuola filosofica induista dell'Advaita Vedānta identifica con il termine Kosha (lett. involucro o guaina) i cinque corpi che rivestono l'Ātman, l'essenza immortale fatta di pura beatitudine. Questi cinque involucri, velando la verità di Brahman (radice impersonale e metafisica dell'esistenza, e principio fondante di ogni realtà), generano la manifestazione stessa (in tutti i suoi aspetti), il senso dell'Io e quello di separatività, che l'uomo deve gradualmente superare per riscoprire la propria autentica identità: di essere il Brahman.

I sette Chakra e i corpi sottili

Il Chakra (adattamento del sostantivo neutro sanscrito cakra, in scrittura devanāgarī चक्र, traducibile come "ruota", "disco", "cerchio"[1]) è un concetto proprio delle tradizioni religiose dell'India, inerenti allo yoga e alla medicina ayurvedica traendo origine dalle tradizioni tantriche, sia dell'induismo sia del buddhismo. Nell'accezione più comune è usualmente reso anche con "centro", per indicare quegli elementi del corpo sottile nei quali è ritenuta risiedere latente l'energia divina


(Yogakuṇḍalinī Upaniṣad, 86 e segg.; citato in Varenne 2008, p. 201)
Chakrazona corrispondente nel corpoColore dei petaliElemento grossoElemento sottileBījamantraDivinità maschileDivinità femminile
Muladharaplesso coccigeocremisiTerraOdoreLAṂBrahmaḌākinī
Svadhisthanaplesso sacralevermiglioAcquaSaporeVAṂViṣṇuRākinī
Manipuraplesso epigastricobluFuocoFormaRAṂRudraLākinī
Anahataplesso cardiacogialloAriaTattoYAṂĪśvaraKakinī
Visuddhaplesso laringeorosso cenereEtereSuonoHAṂSadaśivaŚākinī
Ajnaplesso cavernosobianco------KSHAMParamaśivaHākinī
Sahasrarasommità del capo---------OM------
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Medicina tradizionale cinese

Secondo la medicina tradizionale cinese il corpo umano è pervaso a livello eterico da un'energia (qi) che scorre nei meridiani. I vari organi, ognuno dei quali è associato ad uno dei dodici meridiani principali, sono visti come una funzione particolare in cui si specializza quest'energia. Esiste cioè un cuore, un intestino, un polmone, e così via, non solo del corpo fisico, ma anche dell'anima, dei pensieri, dei sentimenti.[24] Gli organi-funzione sono complessivamente i seguenti: rene, vescica, fegato, cistifellea, stomaco, milza-pancreas, polmone, intestino crasso, cuore, intestino tenue, pericardio e triplice riscaldatore.

Triplice riscaldatore

Triplice riscaldatore, o triplice focolare, nella terminologia MTC denota un organo di materia fine, situato all'altezza dello stomaco, che non trova corrispondenza sul piano fisico. È incaricato di trasformare gli alimenti in energia, ed è perciò suddiviso in tre parti: quella centrale si occupa più propriamente di questa trasformazione, generando un flusso di energia pura, che viene indirizzata verso l'alto dalla parte superiore del focolare. All'altezza dei polmoni questo flusso si mescola con l'energia cosmica penetrata attraverso l'aria, andando a costituire la prima forma di energia di cui si serve l'essere umano. Viene poi generato anche un flusso di energia impura, trattata invece dalla parte inferiore dell'organo. Dopo una prima depurazione essa giunge così, attraverso un canale interno, fino ai reni, dove viene ulteriormente depurata. L'energia di scarto finisce nell'urina, mentre quella purificata percorre un canale che collega i reni al fegato, e di qui al meridiano della cistifellea. Quest'ultimo fuoriesce infine all'altezza dell'angolo esterno dell'occhio, determinando l'alternanza degli stati sonno-veglia.[25] In definitiva, il triplice riscaldatore è caratterizzato da numerose connessioni energetiche con le altre parti del corpo e rappresenta in generale l'organo della vitalità.

Note

  1. ^ Ad esempio in alcune scuole induiste Vedānta.
  2. ^ Sul significato di «anatomia occulta», cfr. P. Vercellesi, L'aura, Xenia, 2007, pp. 19-20.
  3. ^ Trad. in Perone, Storia del pensiero filosofico, vol. II, Torino, SEI, 1989, pag. 23.
  4. ^ Per indicare le due facoltà, Agostino d'Ippona utilizzava in alternativa anche i termini ratio superior e ratio inferior (De Trinitate, XII, 3).
  5. ^ Ribadita da Tommaso d'Aquino, in Summa Theologiae, I, q. 79, a. 8.
  6. ^ Nicola Cusano ad esempio distingueva la ragione, limitata dal principio di non-contraddizione e comune anche agli animali, dall'intelletto, posto ad un grado più elevato, il quale riesce ad intuire la comune radice della molteplicità risalendo a quella "coincidenza degli opposti" che è propria di Dio: «Grazie alla dotta ignoranza, l'intelletto si innalza a giudice della ragione discorsiva» (Cusano, Apologia doctae ignorantiae, h II, S. 16, Z. 1-6).
  7. ^ Enciclopedia Treccani alla voce "Marsilio Ficino".
  8. ^ Ubaldo Nicola, Atlante illustrato di filosofia, p. 224, Giunti Editore, 1999.
  9. ^ Eugenia Casini-Ropa, Francesca Bortoletti, Danza, cultura e società nel Rinascimento italiano, p. 45, Ephemeria, 2007.
  10. ^ Clemens Zintzen, Die Wertung von Mystic und Magie in der neuplatonischen Philosophie, in «Rheinisches Museum für Philologie», 108 (1965), pp. 71-100.
  11. ^ Mito del carro e dell'aurigaFedro, 246 A – 249 B.
  12. ^ Platone, Repubblica, libro IV.
  13. ^ Aristotele, De Anima, 414 a 29 - 415 a 10.
  14. ^ «Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, "spirito""anima" e "corpo", si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo» (Paolo, Prima lettera ai Tessalonicesi, 5, 23).
  15. ^ Per Agostino d'Ippona, la Trinità di Dio si riflette nella triade umana essere-sapere-volere (Confessioni, XIII, 11, 12), che dà luogo alle facoltà spirituali della memoria, dell'intelletto, e della volontà (De Trinitate, X, 12, 19; XIV, 12, 15; XV, 20, 38). Tommaso Campanella riprendendo Agostino parlerà delle tre primalità dell'essere: «posse», «nosse», «velle» (cfr. Antimo Cesaro, La politica come scienza: questioni di filosofia giuridica e politica nel pensiero di Tommaso Campanella, pp. 22-25, FrancoAngeli, 2003).
  16. ^ Ezio Mariani, L'uomo, la cultura, l'anima: riflessioni su questioni di antropologia e di teoria della conoscenza, p. 90, Rubbettino Editore, 2003.
  17. ^ Si fa riferimento alla terminologia usata in L'aura, a cura di P. Vercellesi e P. Gasparri, Xenia, 2007, pag. 27.
  18. ^ Vercellesi e Gasparri, op. cit., p. 27.
  19. ^ Fabio Nocentini, Shen vis prana, cap. 4, pag. 42, Youcanprint, 2013.
  20. ^ a b c d e f Emilio De Tata, Numerologia medicale. Le origini delle malattie e la loro possibile risoluzione, pp. 31-35, Mediterranee, 2006.
  21. ^ a b c d e f g h i j k l m n R. Steiner, La scienza occulta nelle sue linee generali [1910], cap. II, trad. di E. De Renzis ed E. Bataglini, Bari, Laterza, 1947.
  22. ^ Steiner afferma in proposito di non giudicare errate, bensì soltanto incomplete, le spiegazioni della scienza naturale sulle cause fisiologiche del sonno, «così come si ammette che per il sorgere fisico di una casa bisogna porre un mattone sull'altro, e che, quando la casa è finita, la sua forma e la sua struttura si spiegano con leggi puramente meccaniche. Ma, perché sorga la casa, è necessario il pensiero dell'architetto. E a questo pensiero non si giunge se si investigano semplicemente le leggi fisiche. Come dietro le leggi fisiche che rendono spiegabile la casa stanno i pensieri del suo costruttore, così, dietro ciò che la scienza fisica prospetta in modo perfettamente giusto, stanno i fatti di cui riferisce la conoscenza soprasensibile» (R. Steiner, La scienza occulta, op. cit., cap. II).
  23. ^ Cfr. Giuseppe Muscolino, La demonologia di Porfirio e il culto di Mitra.
  24. ^ Dianne M. Connelly, Traditionelle Akupunktur: Das Gesetz der fünf Elemente, Endrich, 1975.
  25. ^ Guido Fisch, Akupuntur. Chinesische Heilkunde als Medizin der Zukunft, Stoccarda, Deutsche Verlagsanstalt 1973, pp. 27-29.

Bibliografia

Voci correlate