domenica 11 dicembre 2016

I misteri di Rennes-le-Chateau

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Rennes-le-Château è un comune francese situato nel dipartimento dell'Aude nella regione della Linguadoca-Rossiglione.


Pur contando solo una manciata di abitanti, questo piccolo paese dell'Aude ogni anno è meta di migliaia di amanti del mistero e cercatori di tesori, attirati sul luogo da un corpus leggendario creatosi nel corso di un secolo dal sovrapporsi di tematiche provenienti da ambienti culturali molto diversi. Centro delle ricerche è un presunto "tesoro" che sarebbe nascosto in paese o nei dintorni, presumibilmente ritrovato dal parroco che resse la locale chiesa di Santa Maddalena a cavallo del XIX e XX secoloBérenger Saunière (1852-1917).

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Il nucleo da cui la leggenda ha preso spunto è un fatto documentato sul quale si è a lungo favoleggiato, arricchendolo di particolari del tutto inverosimili. Durante i lavori di ristrutturazione della parrocchia, infatti, eseguiti tra il 1887 e il 1897, l'abate Saunière si imbatté in una serie di reperti di cui è rimasta una debole traccia documentale e qualche testimonianza da parte di suoi contemporanei. Troppo poco per identificare con certezza la natura degli oggetti ritrovati. Uno dei diari del parroco parla infatti della scoperta di un sepolcro[2], che potrebbe aver trovato sotto il pavimento della chiesa, trattandosi dell'antico sepolcro dei Signori del paese il cui accesso era stato murato. Testimonianze oculari parlano del ritrovamento di un contenitore di oggetti preziosi, da Saunière sbrigativamente definite "medaglie di Lourdes"[3]; forse qualche reperto lasciato sul posto da Antoine Bigou, parroco di Rennes durante la Rivoluzione Francese che fu costretto a fuggire in tutta fretta dal paese per rifugiarsi inSpagna; all'interno dell'altare o in una fialetta di vetro Saunière avrebbe trovato delle piccole pergamene, con ogni probabilità - e seguendo una consolidata tradizione cattolica - legate alla cerimonia di consacrazione della Chiesa.
Dopo i restauri della parrocchiale, Saunière spese enormi quantità di denaro per costruire una serie di eleganti costruzioni tra cui una villa (Villa Betania), dei giardini, una balconata panoramica, una torre-biblioteca e una serra per gli animali esotici. Il suo tenore di vita non passò inosservato al vescovo De Beauséjour che, dopo un lungo braccio di ferro per vie legali, sospese Saunière dalle funzioni sacerdotali.
Sin dagli anni quaranta del XX secolo Rennes fu visitata da un giovane esoterista francese chiamato Pierre Plantard (1920-2000), che fece amicizia con il curatore delle eredità lasciate da Saunière, Noel Corbu (1912-1968), e raccolse molte informazioni sulla vita del parroco[4]. Corbu, che aveva fatto delle proprietà del parroco un ristorante, era solito favoleggiare sull'origine delle ricchezze di quello che - in seguito ad alcuni articoli sulla stampa locale - fu chiamato Le Curé aux milliards: nei racconti di Corbu, tra l'altro romanziere dilettante, Saunière aveva ritrovato, grazie alla decifrazione delle pergamene ritrovate nell'altare, il tesoro di Bianca di Castiglia.
Gli articoli usciti sull'argomento sul giornale La Dépêche du Midi[5] fecero accorrere nella zona decine di cercatori di tesori, tra i quali Robert Charroux, che nel 1962 nel suo libro Trésors du monde parlò del presunto ritrovamento di Saunière.[6] Delle voci che iniziarono a circolare si occupò il custode della Biblioteca di Carcassonne, René Descadeillas: la sua posizione gli consentiva di accedere ai documenti originali intorno alle vicende descritte da Corbu. Nella sua Notice sur Rennes-le-Château et l'abbé Saunière lo studioso smontò gran parte delle "voci" diffuse da Corbu, pubblicando i documenti che dimostravano la vera origine delle ricchezze di Saunière: una monumentale impresa di vendita di messe per corrispondenza[7]. Sebbene la Notice contenesse diverse imprecisioni (e più di recente si scoprirà che le ricchezze di Saunière non provenivano solo dalle messe ma anche da finanziamenti occulti da parte di filomonarchici che si opponevano alla Repubblica), il lavoro di Descadeillas poteva già fornire una prima ricostruzione corretta delle vicende.
Mentre i cercatori effettuavano i primi scavi nei dintorni del paese, rivelando molti reperti che testimoniano la secolare storia del paese, nel 1956 Pierre Plantard fondava in Svizzera, insieme a tre amici, un gruppo di ispirazione esoterica chiamato Priorato di Sion, il cui nome si ispirava ad un monte nei pressi della città di Annemasse, il monte Sion. Come molti altri gruppi esoterici, anche il Priorato di Sion - nella persona di Plantard - fece enormi sforzi per crearsi un passato glorioso e antico: falsificando una serie di documenti e collegando con personaggi fittizi moltissimi alberi genealogici separati, Plantard intendeva proporsi come discendente dai re Merovingi, e quindi possibile erede di un ormai anacronistico trono francese. Molto del materiale creato a tavolino da Plantard e soci venne depositato alla Biblioteca Nazionale di Parigi sotto molti pseudonimi, tra cui quello di Henri Lobineau, pseudo-autore dei Dossier Secrets che raccoglievano le su citate genealogie collegate ad arte.
Per supportare questa teoria, oltre a tenere una serie di conferenze nella Chiesa di Saint Sulpice a Parigi, Plantard contattò lo scrittore Gérard de Sède che, nel 1967, pubblicò L'or de Rennes[8]. Nel libro veniva raccontato il ritrovamento da parte di Saunière di alcune pergamene, corredato da alcune testimonianze. Più di recente gli abitanti di Rennes si sono lamentati che le testimonianze fornite all'epoca erano state gravemente alterate; in particolare, gli scrittori implicati nella macchinazione, intendevano "provare" il ritrovamento di quattro pergamene che fornivano la base documentale dell'invenzione di Plantard. Una signora così si espresse: "Loro non riportavano mai sui loro giornali quel che avevo detto loro, citavano sempre delle pergamene trovate nel pilastro dell'altare sebbene io non avessi mai detto una cosa del genere!". In realtà, le pergamene riprodotte nel libro di De Sède erano state disegnate da Philippe De Cherisey, amico di Plantard, che si ispirò alla letteratura di Maurice Leblanc e ai suoi romanzi su Arsène Lupin, colmi di codici segreti e giochi di parole. Il messaggio nascosto nelle pergamene faceva riferimento ad un tesoro che apparteneva a Sion (dunque al Priorato) e a Dagoberto II e a qualcuno che era "morto là" (a Rennes). Il personaggio che sarebbe morto a Rennes era, nella macchinazione di Plantard, Sigisberto IV. Presunto figlio di Dagoberto che storicamente si ritiene essere deceduto molto giovane e senza figli insieme al padre, nel racconto di Plantard divenne invece l'anello di congiunzione tra i Merovingi e i signori di Rennes, dai quali - a sua volta - lui affermava di discendere.[9]
Il libro di De Sède fu letto alla fine degli anni sessanta del XX secolo da un giornalista della BBCHenry Lincoln, che - sconvolto dalle rivelazioni dello scrittore francese - ai misteri di Rennes-le-Chateau dedicò tra il 1972 e il 1981tre documentari della serie "Chronicle": The Lost Treasure of Jerusalem? ("Il tesoro perduto di Gerusalemme"), The Priest, the Painter and the Devil ("Il prete, il pittore e il diavolo") e The Shadow of the Templars ("L'ombra deiTemplari"). Per il terzo documentario, Lincoln si avvalse della collaborazione di Richard Leigh, romanziere appassionato di esoterismo, e di Michael Baigent, giornalista e psicologo; il successo della serie assicurò al libro che raccoglieva gli studi presentati vendite da capogiro. The Holy Blood and the Holy Grail ("Il Sacro Sangue e il Sacro Graal") fu pubblicato anche in Italia, con il titolo di Il Santo Graal.
Nelle pagine del libro, le vicende raccontate da Plantard vennero ulteriormente distorte dai tre autori: attraverso i Merovingi, il fondatore del Priorato di Sion discendeva addirittura da Gesù Cristo, che non era affatto morto in croce, ma si era sposato con Maria Maddalena e aveva raggiunto Marsiglia per dar via a una discendenza che avrebbe poi conquistato il trono francese. Secondo la loro versione della storia, il tesoro che arricchì Bérenger Saunière non era di natura materiale ma documentale: i tre autori sostennero, infatti, che il parroco avesse trovato documenti che provavano la terribile verità della discendenza di Gesù, conosciuta storicamente come dinastia del Sang Real, il "Sangue Reale", termine in seguito corrotto in San Greal o più precisamente Santo Graal.
Dietro le ricchezze di Saunière ci sarebbe dunque stata l'ombra del Vaticano, che stava comprando il silenzio del curato sulla scottante scoperta. Era proprio questa "conoscenza" il tesoro maledetto cui avrebbe fatto riferimento De Sède nel suo libro. Essa sarebbe giunta dall'oriente tramite i Catari che a loro volta l'avevano ricevuta dai Templari. Costoro sarebbero stati l'emanazione di un'ipotetica organizzazione segreta chiamata Priorato di Sion, fondata da Goffredo di Buglione nel 1099. Questo fantomatico gruppo avrebbe avuto a capo, nel corso dei secoli, personaggi sorprendenti: furono Gran Maestri di Sion tra gli altri Sandro BotticelliLeonardo da VinciRobert BoyleIsaac NewtonVictor Hugo e Jean Cocteau. Il Priorato avrebbe avuto come scopo quello di purificare e rinnovare il mondo intero, radunando tutte le nazioni sotto una monarchia illuminata retta da un sovrano merovingio dello stesso lignaggio di Cristo. I tre studiosi citarono a sostegno delle loro teorie l'indole bizzarra di Bérenger, singolarmente attenta alle allegorie e al simbolismo esoterico, ma - nonostante sulla scia di una tradizione locale dell'epoca, non parrebbe così strano ritrovarvi un modesto interesse per l'esoterismo - non esiste alcuna prova di suoi contatti con ambienti occultistici parigini, come da loro affermato. È sufficiente un'analisi sommaria del libro dei tre autori per riconoscere la firma di Plantard dietro la finta storia del Priorato di Sion.

Frontone della Chiesa della Santa Maddalena
Le conclusioni cui giunsero sono ormai oggetto di scherno da parte degli storici più seri. Perfino alcuni studiosi di esoterismo come Mariano Bizzarri e Francesco Scurria scrissero: "Dopo anni di ricerche sappiamo, ora, che la tesi di Lincoln e soci riposa su un cumulo di inesattezze, falsità e manomissioni. […] I pretesi manoscritti sono un falso palese e dichiarato. Non esiste discendenza di Dagoberto II, né tantomeno vivono Merovingi pretendenti a un trono che è caduto con Luigi XVI [...] L'Ordine di Sion non è mai esistito; quanto al Priorato, le sue tracce nascono e muoiono con l'atto di registrazione depositato nel 1956. Né l'uno né l'altro sono stati fondati da Goffredo di Buglione, e con i Templari e la Massoneria esoterica hanno tanto a che vedere quanto un terrestre con un marziano".[10]
Nel 1989 Pierre Plantard, in seguito all'imprevista evoluzione della sua storia dovuta al best seller inglese, rinnegò tutto quanto aveva affermato in precedenza e propose una seconda versione della leggenda, sostenendo che il Priorato non era nato durante le Crociate ma nel 1781 a Rennes-le-Chateau. Finirà processato nel 1993 dal giudice Thierry Jean-Pierre per aver coinvolto un finanziere morto nel 1989 nelle sue fantasticherie sui Gran Maestri del Priorato di Sion[11]. Durante il processo, di fronte a una quantità di materiale falsificato trovato nella sua abitazione, ammetterà di aver inventato tutto[12] e chiuderà in questo modo una carriera costantemente in bilico tra la beffarda ironia e le anacronistiche aspirazioni monarchiche.
Il romanzo di Dan Brown Il codice da Vinci riporterà al centro della scena mondiale - diffondendone ulteriormente il mito - il Priorato di Sion, affermando - all'interno delle note storiche che precedono il romanzo - che la descrizione storica dell'organizzazione è vera. Sono tali e tanti i punti di contatto con Il Santo Graal che Michael Baigent e Richard Leigh denunciarono Brown per plagio, perdendo però la causa. Henry Lincoln, invece, dichiarerà di non credere più minimamente alle teorie proposte da lui stesso nel libro.
Più recenti studi[13] hanno dimostrato connessioni del corpus leggendario di Rennes con i romanzi di Maurice Leblanc del ciclo di Lupin, aprendo nuovi orizzonti alle analisi storiche degli avvenimenti occorsi nell'Aude di fine Ottocento, che rappresentano il vero enigma di Rennes-le-Château.

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La chiesa di Santa Maria Maddalena

Nel frontone della chiesa v'è scritto "Terribilis est locus iste" e ciò ha fatto pensare a significati arcani ed esoterici. La frase però è tutt'altro che incongrua in una chiesa, è presente infatti nell'Antico Testamento nella scena della visione di Giacobbe (Genesi, 28; 17) ed il termine latino "terribilis", comunemente tradotto nell'italiano "terribile", ha anche il significato di "cosa che incute rispetto", concetto che richiama il "timore di Dio". Pertanto, si può benissimo tradurre la frase nella seguente maniera: "Questo luogo incute rispetto", cioè quello che si deve normalmente portare per un luogo religioso, e infatti la stessa frase si trova all'ingresso di molte altre chiese (ad esempio quella di San Michele a Monte Sant'Angelo, quella dei Santi Stefano e Margherita ad Arcola e quella della Maria SS Annunziata a Termini Imerese)[14]. La stessa frase è anche l'incipit della preghiera di dedicazione delle chiese (In dedicatione ecclesiae) e molti sono i canti liturgici intitolati Terribilis est[15].

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All'ingresso della chiesa è situata l'acquasantiera, sotto la quale si trova un orrendo demone solitamente identificato con Asmodeo. Molti autori che si sono occupati di Rennes-le-Château, a partire dai soliti Baigent, Leigh e Lincoln, hanno scritto che si tratterebbe di una raffigurazione incongrua e misteriosa, così come la disposizione delle stazioni della Via Crucis in senso antiorario[16]. Anche questi particolari però sono spiegabili nell'ambito dell'ortodossia cristiana: l'acquasantiera con il demone schiacciato e sconfitto dal battesimo si trova anche in altre chiese (ad esempio San Paolo fuori le Mura a Roma, la chiesa parrocchiale di Santa Lucia di Piave in Veneto, Saint Malo a Dinan in Bretagna o Montréal nell'Aude, peraltro non molto lontano da Rennes-le-Château) a ricordo della domanda alla quale devono rispondere i padrini: "Rinunci a Satana?"; così come in ogni città si trovano equamente distribuite Vie Crucis sia in senso orario che antiorario, non essendovi alcuna prescrizione liturgica in merito. Addirittura in Francia la maggioranza delle vie crucis risulta essere disposta in senso antiorario.[17]
Il 17 gennaio di ogni anno la chiesa di Santa Maria Maddalena è meta di pellegrinaggio da parte di molti studiosi e curiosi per assistere al fenomeno delle "mele blu", un albero di luci creato dai raggi del sole attraversando le vetrate della chiesa. Un fenomeno simile è stato rinvenuto lo stesso giorno in una chiesa poco distante da quella di Santa Maria Maddalena nel paesino di Brenac. Fenomeni luminosi di rifrazione e trasparenza di quel tipo, con colori e disegni variabili a seconda dei soggetti delle vetrate, sono però molto comuni e osservabili in moltissimi altri edifici che presentano vetrate rivolte verso il sole.[18]

Curiosità

Il videogioco Gabriel Knight 3: Il mistero di Rennes-le-Chateau si svolge interamente nel villaggio e nei suoi dintorni, ed illustra una serie di eventi sovrannaturali legati alla leggenda del paesino mescolandoli ad un'analisi storica molto accurata.

Note

  1. ^ INSEE popolazione legale totale 2009
  2. ^ Nei diari di Berenger Sauniere alla data 21 settembre 1891 si trova l'appunto: "Lettre de Granes, découverte d'un tombeau, le soir pluie" (Lettera da Granes, scoperta di una tomba, la sera pioggia). In: Claire Corbu, Antoine Captier, L'héritage de l'Abbé Saunière, Nice: Bélisane, 1995, page 95.
  3. ^ Claire Corbu, Antoine Captier, L'héritage de l'Abbé Saunière, Nice: Bélisane, 1995, p.77
  4. ^ René Descadeillas, Mythologie du Trésor de Rennes, Editions Collot, 1974. Lo stesso Plantard nel 1978 raccontò di una sua visita a Rennes-le-Chateau avvenuta quarant'anni prima, per recuperare alcune lettere che il nonno avrebbe scritto a Sauniere. (P. Plantard, Souvenirs Reconstitués, prefazione al libro di Boudet La Vraie Langue Celtique, ed Belfond, 1978)
  5. ^ (FR)  Albert Salamon. «La fabuleuse découverte du curé aux milliards de Rennes-le-Chateau», La Dépêche du Midi, gennaio 1956.
  6. ^ Robert Charroux, Trésors du monde, Paris, Fayard, 1962, pp.259-267.
  7. ^ Il traffico di messe è documentato e fu il principale capo d'accusa nei processi a cui fu sottoposto Sauniere. Tutta la vicenda è descritta in questa Guida a Renne-le-Chateau
  8. ^ Il contratto della casa editrice che indica i rispettivi diritti di Plantard e de Sède è riprodotto in: Philippe de Chérisey, L'énigme de Rennes, 1978. Vedi anche: B. Putnam, J.E. Wood, Il tesoro scomparso di Rennes-le-Chateau, Newton Compton, 2005, pag. 160.
  9. ^ Plantard fece queste dichiarazioni nel 1979, nel programma televisivo della BBC "L'ombra dei Templari" di Henry Lincoln, uno degli autori di "Il Santo Graal". Il testo dell'intervista è pubblicato in: Bill Putnam e Edwin WoodIl tesoro scomparso di Rennes-Le-ChateauNewton & Compton, 2005, pag. 157).
  10. ^ M. Bizzarri - F. Scurria, Sulle tracce del Graal, alla ricerca dell'immortalità, Edizioni Mediterranee, Roma, 1996.
  11. ^ Marie-France Etchegoin, Enquête sur les sources de «Da Vinci Code», Le Nouvel Observateur, 9 septembre 2004.
  12. ^ Affaire Pelat: Le Rapport du Juge", Le Point, no. 1112 (8–14 January 1994), p. 11.
  13. ^ Mario Arturo Iannaccone, Rennes-le-Chateau, una decifrazione. La genesi occulta del mito, SugarCo Edizioni, Milano, 2004
  14. ^ Ma è davvero Terribile questo luogo?" di D. Migliaccio
  15. ^ Johann Heinrich Schmelzer (1620-1680), In dedicatione ecclesiae Introitus: Terribilis Est Locus Iste.
  16. ^ Baigent, Leigh, Lincoln, Il Santo Graal, pag. 21.
  17. ^ "Dans la plus part des églises et des chapelles, on trouve un chemin de croix. Il consiste en 14 croix en bois, fixées sur les murs de l'église, accompagnées habituellement d'une peinture ou d'une sculpture représentant le sujet de la station. Les croix sont disposées à des intervalles tels qu'elle jalonnent un chemin et pour qu'en les parcourant les fidèles fassent le tour complet de l'église. Le tour va habituellement en sens inverse des aiguilles d'une montre, mais ce n'est pas une règle générale." (tratto da una pagina della Diocesi di Nanterre: http://catholique-nanterre.cef.fr/faq/priere_devotions.htm#CROIX )
  18. ^ In questa pagina web alcuni esempi di riflessi simili : Le Mele Blu

Bibliografia

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

L'Ultimo Eretico. Capitolo 3. Monterovere.

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Luca Bosco aveva già parlato con un gran numero di conoscenti, membri della Confraternita, quando finalmente apparve il Professor Lorenzo Galli, Conte di Monterovere.
Appariva più serio, più severo, persino più arcigno di come Luca se lo ricordasse.
I suoi capelli erano diventati completamente bianchi e gli occhi celesti si erano come sbiaditi, divenendo quasi grigi. Il volto era pallido e flaccido.

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Le tracce che il tempo lascia su di noi dovrebbero far riflettere quelli che investono tutto sull'esteriorità.
Era una battaglia persa in partenza, come quella con la morte.
Quando gli occhi di Luca Bosco incontrarono quelli del Professor Monterovere, lo sguardo di quest'ultimo parve illuminarsi e subito gli si avvicinò, tendendogli la mano.
Ha usato il ricordo di Virginia per ottenere una riconciliazione con me. Ma che cosa vuole, esattamente, da me?
La stretta della mano di Monterovere fu floscia e debole, ma la sua voce pareva allegra:
<<Dottor Bosco! Sono davvero lieto di rivederla>>
La cosa non era reciproca, ma Bosco cercò di essere educato:
<<La ringrazio. Mi tornano in mente molti momenti felici trascorsi qui>>
Una felicità perduta, il che rendeva insopportabili quei ricordi.
<<Nel mio invito c'era una promessa a cui intendo mantenere fede, questa sera stessa, nella certezza che lei vedrà quei felici momenti rinnovati>>
Luca inarcò le sopracciglia:
<<Intende dire che Virginia è qui?>>

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Monterovere sorrise:
<<E' arrivata proprio ieri dall'Inghilterra. Tra poco scenderà in sala>>
Allora era vero... era viva...
<<Com'è possibile? Perché per tutti questi anni Virginia ci ha fatto credere di...>>
Il Professore gli fece cenno di abbassare la voce e di avvicinarsi:
<<Si tratta di una questione molto difficile da comprendere. La situazione è più complessa di quel che potevamo immaginare. E' tutto molto complicato... Ci sono elementi che io stesso fatico ad accettare. Vede, fintanto che si parla di qualcosa in termini di letteratura o di fantasia, allora può essere persino divertente, ma quando questo "qualcosa" mette piede nella nostra realtà, allora non sembra più così piacevole>>
Luca sospirò:
<<Sempre meglio dell'insignificanza di una vita trascorsa nell'attesa di qualcosa che non arriva mai>>
Gli occhi del Professore si illuminarono:
<<Mi è mancato molto il suo pessimismo integrale. C'è troppa gente soddisfatta nella Confraternita, e questo è pericoloso>>
<<Ma sono realmente soddisfatti? Oppure è il solito orgoglio che rende tanta gente così intenta a fingere di sembrare felice?>>
<<Vedo che ha conservato la sua vis polemica>>
<<Sì, ma ora prevale la stanchezza. Forse è una stanchezza collegata alla vita stessa. Del resto ci sono cose ben peggiori della morte, ed io riservo la mia pietà per i vivi, e soprattutto per quelli che vivono senza amore>>
Il Professore parve lievemente a disagio:
<<Forse non è troppo tardi per porvi rimedio. Ma, mi dica, dottor Bosco, dov'è stato, lei, in tutti questi anni?>>
Luca preferì rimanere sul vago:
<<Sono fuggito>>
<<Da cosa?>>
<<Da tutto quanto>>
<<Sì, ma dove?>>
<<Lontano>>
<<Ma lontano da dove?>>
<<Da tutto quanto>>
<<D'accordo, ma dove, di preciso?>>
<<In posti tranquilli, quieti, in cui fosse possibile riflettere>>
<<Riflettere su cosa?>>
Luca sorrise:
<<Su tutto quanto>>
Non si aspettava che l'altro capisse.
La comprensione richiedeva tempo. 
Dopo un grave danno, per rimediare, è necessario lasciar passare del tempo.
Dovetti attendere. Ho atteso. Bisogna saper attendere.
Ma chi ha subito un grave danno e non ne è stato completamente travolto, sa una cosa che gli altri non sanno. Sa di poter sopravvivere.
Mi chiesero qual era il Sentiero Dorato. Credevano che fosse una strada ben precisa, forse è per questo che non capirono la mia risposta. Se c'è l'equilibrio interiore, ogni sentiero è il Sentiero Dorato.
Monterovere si rese conto che non sarebbe stato facile riconquistare la fiducia del suo ex pupillo:
<<Be', spero che le sue riflessioni non siano state eccessivamente profonde. Chi va troppo in profondità rischia di annegare>>
Luca, che conosceva bene quel rischio, sollevò le spalle, in un gesto di leggerezza disinvolta:
<<Io so quando fermarmi. Forse è l'unica cosa che so. Vede, ci sono momenti di estremo pericolo in cui è necessario che ognuno rinunci a qualcosa, per il benessere generale. Ognuno di noi si ritiene un irriducibile seguace di qualche verità o quantomeno di una cosa giusta, ma ci sono certe verità, certe cose giuste che potrebbero provocare la fine del mondo e noi non abbiamo il diritto di provocare la fine del mondo in nome di una cosa che riteniamo giusta. Ecco: quello è il momento di fermarsi, il momento di rinunciare.
Io sentivo il dovere di farmi da parte, di lasciare la Confraternita>>
Monterovere capì cosa significavano realmente quelle parole:
<<Non credo sia stata una decisione saggia>>
Luca lo fissò:
<<E' stata la decisione più saggia della mia vita. Voi siete troppo elitari. Disprezzate la gente comune. Non capite che è la gente comune a salvare il mondo>>
Il Professore non si diede per vinto:
<<Le circostanze, adesso, sono cambiate. Non stiamo facendo più dell'accademia, mi creda. Ci siamo resi conto anche noi di cosa sta succedendo laggiù, fuori dalla Torre eburnea>>
Luca sospirò:
<<Quando ero a io dirvelo, però, non ci credevate, non mi credeva nemmeno Virginia, con le sue frequentazioni di personaggi altolocati legati all'Oligarchia>>

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<<Ritenevamo che l'Oligarchia fosse in grado di gestire la situazione, ma ora è evidente ci sbagliavamo. Mi assumo la responsabilità di aver contribuito a questo errore>>
Luca gli rivolse uno sguardo severo:
<<Il fatto è che adesso è troppo tardi: l'asse socialisti-popolari-liberali ha preso il peggio delle tre tradizioni. Socialisti che non credono più nello Stato Sociale, liberali che non credono più nella Libertà e nella Proprietà, e democristiani che non difendono più il Cristianesimo dall'Islam. Questa è diventata l'Europa dei Tecnocrati: registi freddi, impenetrabili, senza dubbi, senza palpiti. Senza un momento di autentica pietà umana verso i loro concittadini. In questi ultimi anni di crisi economica, sono rimasti indifferenti, lividi, assenti, chiusi nel loro cupo disegno di potere. Cosa significava la sofferenza dei popoli europei rispetto alla loro avidità? Cosa significavano i suicidi di coloro che avevano perso tutti i risparmi e gli investimenti a causa del diktat dell'austerity? Ebbene per loro tutto questo non significava niente>>

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Monterovere annuì, come per una tardiva comprensione e per una ancor più tardiva speranza:
<<Forse non è tutto perduto! E' per questo che l'ho richiamata! Lei deve sentire tutto ciò che Virginia ha scoperto in questi anni. Ed io sapevo che al richiamo di un antico amore lei non avrebbe resistito>>
Luca si sentiva usato e manovrato, e questo non poteva perdonarlo:
<<Un amore a senso unico è qualcosa di straziante. Non è questo tipo di amore a salvarci. No,  quell'amore non ricambiato può solo finire in odio. E chi non ci ricambia non merita nemmeno quello. No, la migliore risposta sarebbe l'indifferenza, il totale disinteresse e il totale oblio. Ma questo è un dono degli Dei, non dei comuni mortali.
Lei sa che io soffro di profonde emicranie. Virginia è come una seconda emicrania ancora più lancinante che non mi dà tregua. Non riesco a togliermela dalla testa.
Non posso fare a meno di rimproverarle il fatto di avermi sottratto la libertà di non amare>>
Il vecchio professore probabilmente si aspettava un'altra disposizione d'animo:
<<Non l'ha ancora perdonata? Dopo tutto questo tempo?>>
Luca assunse un'espressione ferma nella sua risposta:
<<Mai!>>
E nemmeno lei l'avrebbe perdonato.
Certe parole non si perdonano, anche quando sono dettate da un cuore infranto.
Ed io ti accuso, Virginia! Domani anche tu piangerai, come l'amante da te abbandonato tanti anni fa. Da qui sul monte sto guardando finire un'illusione nata lungo il nostro fiume e lì perduta, e la corrente la trascina via verso l'eterno. 
Si erano detti addio vicino al ponte sul fiume che scorreva nella valle di Monterovere: lui era tornato indietro, Virginia era andata avanti. Una distanza li aveva divisi, un confine mai varcato.
Al ricordo si aggiunse una riflessione triste e dolce nel contempo, su quel poco che c'era stato tra loro (e avrebbe potuto non esserci) e su tutto quello avrebbe potuto esserci, e non c'era stato.
Questo è l'amore che non abbiamo mai avuto. E questo è il mio ultimo ricordo di te, che nasce su un confine, e non lo supera.

sabato 10 dicembre 2016

Mappa dell'esito del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 visualizzato per singoli comuni



In rosso il No in verde il Sì

Palmyra nuovamente sotto assedio da parte dell'Isis



Nel momento in cui l'esercito siriano è concentrato nella liberazione della città di Aleppo dai terroristi di Al-Nusra e delle altre sigle eversive, appoggiate dalla Turchia e dall'Arabia Saudita, l'Isis ne approfitta per attaccare nuovamente la città e il sito archeologico di Palmyra, che erano stati liberati dall'esercito siriano nella scorsa primavera. Come sempre, la comunità internazionale preferisce dimenticare che il nemico non è il presidente siriano Assad, bensì il Califfo dello Stato Islamico, Abu Bakr Al Baghdadi.

Mappa delle conseguenze della Primavera Araba (la Falsa Primavera)

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Chi ha letto "Il trono di spade" sa che tutti i mali ebbero inizio al Torneo di Harrenal, nell'Anno della Falsa Primavera.
Chi non l'ha letto, sa comunque che gran parte delle catastrofi umanitarie degli ultimi sei anni hanno avuto origine in seguito alla Primavera Araba del 2010, che si può a buon diritto considerare una Falsa Primavera, avendo prodotto soltanto guerre, devastazioni, terrorismo, crudeltà di ogni genere, migrazioni, esodi, squilibri demografici che hanno dissestato tutta l'area mediterranea e i tre continenti che la circondano.

Arab Spring map.svg

    Allontanamento o morte del capo di stato
     Conflitti armati e cambiamento nel governo
     Cambiamento del primo ministro
     Proteste maggiori
     Proteste minori
     Proteste collegate
     Guerra civile
     Assenza di proteste

Flag of the Arab League.svg

La premessa necessaria è che tutti gli avvenimenti di cui si tratta qui sotto, sono stati favoriti più o meno segretamente dall'amministrazione Obama e in particolare dal segretario di Stato Hillary Clinton e dal suo principale finanziatore e consigliere, George Soros, l'eminenza grigia dietro alle "rivoluzioni colorate"

Storia

Le proteste cominciarono il 18 dicembre 2010, in seguito alla protesta estrema del tunisino Mohamed Bouazizi, che si diede fuoco in seguito a maltrattamenti subiti da parte della polizia, il cui gesto innescò l'intero moto di rivolta tramutatosi nella cosiddetta Rivoluzione dei gelsomini.[7][8] Per le stesse ragioni, un effetto domino si propagò ad altri Paesi del mondo arabo e della regione del Nord Africa. In molti casi i giorni più accesi, o quelli dai quali prese avvio la rivolta, sono stati chiamati giorni della rabbia o con nomi simili.[9][10]
Nel 2011, quattro capi di Stato furono costretti alle dimissioni, alla fuga e in alcuni casi portati alla morte: in Tunisia Zine El-Abidine Ben Ali (14 gennaio 2011), in Egitto Hosni Mubarak (11 febbraio 2011), in Libia Muhammar Gheddafi che, dopo una lunga fuga da Tripoli a Sirte, fu catturato e ucciso dai ribelli il 20 ottobre 2011[11][12] e in Yemen Ali Abdullah Saleh (27 febbraio 2012).[13]
I sommovimenti in Tunisia portarono il presidente Ben Ali, dopo venticinque anni, alla fuga in Arabia Saudita. In Egitto, le imponenti proteste iniziate il 25 gennaio 2011, dopo diciotto giorni di continue dimostrazioni, accompagnate da vari episodi di violenza, costrinsero alle dimissioni (complici anche le pressioni esercitate da Washington) il presidente Mubarak dopo trent'anni di potere.[14] Nello stesso periodo, il re di Giordania ʿAbd Allāhattuò un rimpasto ministeriale e nominò un nuovo primo ministro, con l'incarico di preparare un piano di "vere riforme politiche".[15]
Sia l'instabilità portata dalle proteste nella regione mediorientale e nordafricana, sia le loro profonde implicazioni geopolitiche, attirarono grande attenzione e preoccupazione in tutto il mondo.[16]

I fattori scatenanti

Le proteste hanno colpito non solo paesi arabi, ma anche esterni alcuni Stati non arabi, come nel caso della Repubblica Islamica dell'Iran, che ha in un certo senso anticipato la primavera araba con le proteste post-elettorali del 2009-2010; i due casi hanno in comune l'uso di tecniche di resistenza civile, come scioperi, manifestazioni, marce e cortei e talvolta anche atti estremi come suicidi, divenuti noti tra i media come auto-immolazioni, e l'autolesionismo. Anche l'utilizzo di social network come Facebook e Twitter per organizzare, comunicare e divulgare determinati eventi è stato molto diffuso, a dispetto dei tentativi di repressione statale. La Primavera araba ha avuto lo scopo di portare o riportare le tradizioni del mondo arabo al potere.[17][18][19] I social network tuttavia non sarebbero stati il vero motore della rivolta, secondo alcuni osservatori, per i quali "il network della moschea, o del bazar, conta assai più dì Facebook, Google o delle email".[20][21] Alcuni di questi moti, in particolare in Tunisia ed Egitto, hanno portato a un cambiamento di governo, e sono stati identificati come rivoluzioni.[22][23]
I fattori che hanno portato alle proteste sono numerosi e comprendono la corruzione, l'assenza di libertà individuali, la violazione dei diritti umani e la mancanza di interesse per le condizioni di vita, molto dure, che in molti casi rasentano la povertà estrema.[24] Anche la crescita del prezzo dei generi alimentari e la fame sono da considerarsi tra le principali ragioni del malcontento; questi fattori hanno colpito larghe fasce della popolazione nei Paesi più poveri nei quali si sono svolte le proteste, portando quasi a una crisi paragonabile a quella osservata nella crisi alimentare mondiale nel 2007-2008.[25][26][27] Tra le cause dell'aumento dei costi, secondo Abdolreza Abbassian, capo economista alla FAO, vi fu la "siccità in Russia e Kazakistan, accompagnata dalle inondazioni in EuropaCanada e Australia, associate a incertezza sulla produzione in Argentina", a causa della quale i governi dei Paesi del Maghreb, costretti ad importare i generi commestibili, decisero per l'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari di largo consumo.[28] Altri analisti hanno messo in risalto il ruolo della speculazione finanziaria nel determinare la crescita del prezzo dei generi alimentari in tutto il mondo.[29] Prezzi più alti si registrarono anche in Asia e in particolare in India, dove vi furono rialzi nell'ordine del 18%, e in Cina, con aumento dell'11,7% in un anno.[28]

Stati coinvolti

Tunisia

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Sommosse popolari in Tunisia del 2010-2011.

Zine El-Abidine Ben Ali, ex presidente della Tunisia

La Carovana della Liberazione a Tunisi
Le proteste nel Paese iniziarono dopo il gesto disperato di un fruttivendolo, Mohamed Bouazizi, che il 17 dicembre 2010 si diede fuoco per protestare contro il sequestro da parte della polizia della propria merce.[30] Il 27 dicembre il movimento di protesta si diffuse anche a Tunisi, dove giovani laureati disoccupati manifestarono per le strade della città e vennero colpiti duramente dalla polizia.[30]
Nonostante un rimpasto di governo il 29 dicembre, le rivolte nel paese non si placarono.[30] Il 13 gennaio il presidente tunisino Ben Ali, in un intervento trasmesso dalla televisione nazionale, si impegnò a lasciare il potere nel 2014 e promise che avrebbe garantito la libertà di stampa. Il suo discorso però non calmò gli animi e le manifestazioni continuarono.[30] Meno di un'ora dopo, venne decretato lo stato d'emergenza e imposto il coprifuoco in tutto il Paese.[30] Poco dopo, il primo ministro Mohamed Ghannushi dichiarò di aver assunto la carica di presidente ad interim fino alle elezioni anticipate.[31] In serata venne dato l'annuncio che Ben Ali, dopo ventiquattro anni al potere, aveva lasciato il Paese.[32]
A fine febbraio alcune decine di migliaia di manifestanti si radunarono nel centro di Tunisi per chiedere le dimissioni del governo provvisorio, insediatosi dopo la cacciata di Ben Ali.[33]

Egitto

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Rivoluzione egiziana del 2011Tamarod e Golpe egiziano del 2013.

Il quartier generale del Partito Nazionale Democratico di Mubarakmesso a fuoco il 28 gennaio
Il 25 gennaio, in seguito ai diversi casi di protesta estrema, in cui diverse persone si erano date fuoco, violenti scontri si svilupparono al centro del Cairo, con feriti ed arresti, durante le manifestazioni della giornata della collera, convocata da opposizione e società civile contro la carenza di lavoro e le misure repressive.[34] Il fulcro delle manifestazioni è Piazza Tahrir, che si trova al centro della metropoli e rappresenta un punto nevralgico della capitale egiziana, ospitando importanti edifici amministrativi, hotel di lusso, l'università americana AUC e il Museo delle antichità egizie. I manifestanti contrari al regime di Mubarak invocano la liberazione dei detenuti politici, la liberalizzazione dei media, e sostengono la rivolta contro la corruzione e i privilegi dell'oligarchia.
Il 29 gennaio il presidente Hosni Mubarak licenziò il governo e nominò come suo vice l'ex capo dell'intelligence, ʿOmar Sulaymān Tuttavia gli scontri e le manifestazioni continuarono nelle città egiziane.[35] Il 5 febbraio intanto si dimise l'esecutivo del Partito nazionale democratico di Mubarak, mentre il rais alcuni giorni dopo delegò tutti i suoi poteri a Sulaymān.[36] L'11 febbraio il vice presidente annunciò le dimissioni di Mubarak mentre oltre un milione di persone continuavano a manifestare nel Paese.[37] L'Egitto fu lasciato nelle mani di una giunta militare, presieduta dal feldmaresciallo Mohamed Hussein Tantawi, in attesa che venisse emendata la costituzione e che fosse predisposta la convocazione di nuove elezioni presidenziali.[38][39]

Libia

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Prima guerra civile in Libia e Seconda guerra civile in Libia.

Il dittatore libico Mu'ammar Gheddafi, ucciso dal CNT il 20 ottobre 2011.

La vecchia bandiera del regno libico usata durante le manifestazioni dalle forze di opposizione
Il 16 febbraio si verificarono nella città di Bengasi scontri fra manifestanti, irritati per l'arresto di un attivista dei diritti umani, e la polizia, sostenuta da sostenitori del governo. In tutto il Paese nel frattempo si tennero manifestazioni a sostegno del leader Mu'ammar Gheddafi.[40]
Il 17 febbraio si registrarono numerosi morti in accesi conflitti a Bengasi, città simbolo della rivolta libica che intendeva cacciare Gheddafi, al potere da oltre quarant'anni. Testimoni vicini ai ribelli riferirono inoltre che sarebbero avvenute vere e proprie esecuzioni da parte delle forze di polizia.[41] Nella data del 17 febbraio, proclamata la giornata della collera, milizie giunte da Tripoli a Beida, nell'est della Libia, attaccarono i manifestanti, causando morti e numerosi feriti.[42]
Molti dei decessi registrati in Libia risultarono concentrati nella sola città di Bengasi, località tradizionalmente poco fedele al leader libico e più influenzata dalla cultura islamista.[43] Il 20 febbraio il numero delle vittime si avvicinava ai 300 morti.[44] Il sito informativo libico Libya al-Youm denunciò che i militari inviati dal regime libico per reprimere i manifestanti di Bengasi stanno usando in queste ore armi pesanti contro le persone riunite davanti al tribunale cittadino, come razzi Rpg e armi anti-carro.[44]
Il 21 febbraio la rivolta si allargò anche alla capitale Tripoli, dove i contestatori diedero fuoco a edifici pubblici.[45] Nella stessa giornata a Tripoli si fece ricorso a raiddell'aviazione sui manifestanti per soffocare la protesta.[46] Il 21 febbraio cominciarono i tradimenti politici: la delegazione libica all'Onu prese nettamente le distanze dal leader Muʿammar Gheddafi. Il vice-ambasciatore libico, Ibrahim Dabbashi, a capo della squadra diplomatica libica, accusò il Colonnello di essere colpevole di genocidioe di aver praticato crimini contro l'umanità[47]. Il 20 ottobre 2011 Gheddafi venne catturato e ucciso vicino Sirte. Il suo cadavere fu poi sepolto nel deserto vicino a Misurata.

Siria

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Guerra civile siriana.

Il presidente siriano Bashar al-Assad

La vecchia bandiera della Siria usata durante le manifestazioni dalle forze di opposizione
Il 26 gennaio Ali Akleh ad Amman si diede fuoco, in segno di protesta contro il governo siriano. A fine gennaio su Facebook vennero invocate manifestazioni in tutto il Paese dopo la preghiera settimanale islamica contro la monocrazia, la corruzione e la tirannia, nella prima giornata della collera del popolo siriano e della ribellione civile in tutte le città siriane[48].
In un'intervista rilasciata al quotidiano statunitense Wall Street Journal, Bashar al-Assad, Presidente siriano, si disse convinto del fatto che fossero necessarie riforme e che si stesse costruendo una nuova era in Vicino Oriente.[49]
La mobilitazione indetta però per il 4 e 5 febbraio, in contemporanea con la giornata della partenza proclamata in Egitto, non ottenne il risultato sperato, e le adesioni risultarono scarse da parte della popolazione, complice anche il cattivo tempo. Il giorno prima si era rivelato un insuccesso il sit-in indetto davanti alla sede del Parlamento in segno di solidarietà con studenti, lavoratori e pensionati privi di reddito[50].
Il 10 febbraio Damasco aprì definitivamente ai social network, e dopo cinque anni fece cadere il divieto che ne prevedeva l'oscuramento[51]. La decisione di eliminare le limitazioni, secondo quanto riferirì il quotidiano filo-governativo al-Waṭan (La patria), dimostrò la fiducia del governo nell'uso della Rete. Secondo l'opposizione, la libera accessibilità ai social network sarebbe stato un tentativo delle autorità siriane di contrastare attività sediziose contro il regime.[51]
Il 17 febbraio Tal al-Mallouhi, giovane blogger siriana, venne condannata a cinque anni di carcere dall'Alta Corte per la Sicurezza dello Stato, con l'accusa di aver lavorato per conto della CIA.[52]
Le sommosse popolari in Siria del 2011-2012 furono un moto di contestazione, simile a quelli che si svolsero nel resto del mondo arabo nello stesso periodo, e che interessò numerose città della Siria dal mese di febbraio del 2011. Le proteste, che assunsero connotati violenti sfociando in sanguinosi scontri tra polizia e manifestanti, avevano l'obiettivo di spingere il presidente siriano Bashar al-Assad ad attuare le riforme necessarie a dare un'impronta democratica allo stato. In virtù di una legge del 1963 che impediva le manifestazioni di piazza (formalmente revocata solo dopo diverse settimane di scontri), il regime procedette a sopprimere, anche ricorrendo alla violenza, le dimostrazioni messe in atto dalla popolazione, provocando un numero finora imprecisato di vittime tra i manifestanti e le forze di polizia. In seguito, dalla sostanzialmente pacifica ribellione popolare, anche a causa della risposta dura e violenta del regime, la Siria precipitò in una guerra civile.

Iraq

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Proteste in Iraq del 2011.

Yemen

Exquisite-kfind.pngLo stesso argomento in dettaglio: Rivolta yemenita.

Episodi correlati

Conflitti e sommosse

Proteste in altri paesi arabi

Proteste in paesi non arabi


Note

  1. ^ micromega - micromega-online » 2011, l'anno della Primavera araba - Versione stampabile
  2. ^ Francesca Paci, L'onda non si ferma: dallo Yemen alla Giordania, dal Marocco alla Siria, in La Stampa, 1° febbraio 2011. URL consultato il 20 febbraio 2011.
  3. ^ RIVOLTE M.O. E NORDAFRICA: DALLA CADUTA DI BEN ALI ALL'IRAN (SERVIZIO), in ASCA, 15 febbraio 2011. URL consultato il 20 febbraio 2011.
  4. ^ La mappa della protesta, in RaiNews24, 19 febbraio 2011. URL consultato il 21 febbraio 2011.
  5. ^ La "primavera araba" fra autoritarismo e islamismo - SAMIR KHALIL SAMIR
  6. ^ L'Europa e la primavera araba | Presseurop (italiano)
  7. ^ (EN) Yasmine Ryan, The tragic life of a street vendor, in Al Jazeera, 20 gennaio 2011. URL consultato il 20 febbraio 2011.
  8. ^ (EN) KAREEM FAHIM, http://www.nytimes.com/2011/01/22/world/africa/22sidi.html?pagewanted=1&_r=1&src=twrhp, in New York Times, 21 gennaio 2011. URL consultato il 20 febbraio 2011.
  9. ^ Gheddafi con i sostenitori contro la "Giornata della collera", in Euronews, 18 febbraio 2011. URL consultato il 20 febbraio 2011.
  10. ^ Giornata della rabbia in Bahrein: scontri e feriti, in Il Messaggero, 14 febbraio 2011. URL consultato il 20 febbraio 2011.
  11. ^ Mubarak si dimette, Cairo in festa Poteri passano in mano ai militari, in Adnkronos/Aki, 11 febbraio 2011. URL consultato il 20 febbraio 2011.
  12. ^ In Tunisia vince la rivolta. Ben Ali fugge in Arabia Saudita, poteri al premier Ghannushi, in Il Sole 24 ORE, 15 gennaio 2011. URL consultato il 20 febbraio 2011.
  13. ^ Terre spezzate: viaggio nel caos del mondo araborepubblica.it, 16 agosto 2016. URL consultato il 18 agosto 2016.
  14. ^ Vittorio Emanuele ParsiAlla fine ha vinto Obama, in La Stampa, 12 febbraio 2011. URL consultato il 12 febbraio 2011.
  15. ^ Re Abdullah di Giordania cambia governo, e ordina vere riforme politiche, in ASIANews, 02 febbraio 2011. URL consultato il 20 febbraio 2011.
  16. ^ Mattia Toaldo, Il dittatore se n’è andato. E ora?, in Limes, 11 febbraio 2011. URL consultato il 12 febbraio 2011.
  17. ^ (EN) Lawrence Pintak, Arab media revolution spreading change, in CNN, 29 gennaio 2011. URL consultato il 20 febbraio 2011.
  18. ^ Algeria: tre disoccupati si danno fuoco seguendo esempio tunisini, in Adnkronos/Aki, 16 title=Proteste_nel_Nordafrica_e_Medio_Oriente_del_2010-2011&action=edit&section=1 gennaio 2011, p. 03. URL consultato il 20 febbraio 2011.
  19. ^ Marco Hamam, Egitto in rivolta: il risveglio del gigante, in Limes, 29 gennaio 2011. URL consultato il 20 febbraio 2011.
  20. ^ "LE RIVOLTE NON SI FERMERANNO MA I DITTATORI SARANNO SPIETATI", in Governo Italiano RassegnaStampa, 21 febbraio 2011. URL consultato il 21 febbraio 2011.
  21. ^ Redazione, «Macché Twitter, i ribelli sono islamisti» – D. Scalea a “Il Secolo d’Italia”, in geopolitica-rivista.org, 15 giugno 2011. URL consultato il 28 giugno 2012.
  22. ^ Roberto Santoro, Il vecchio Egitto del golpe militare e il nuovo della rivoluzione liberale, in L'Occidentale, 14 febbraio 2011. URL consultato il 16 febbraio 2011.
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  47. ^ Caos Libia, la delegazione Onu volta le spalle a Gheddafi: “Genocida”, in Blitzquotidiano, 21 febbraio 2011. URL consultato il 23 febbraio 2011.
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  50. ^ SIRIA: FALLISCE LA "GIORNATA DELLA RABBIA" INDETTA ON-LINE, in AGI News, 04 febbraio 2011. URL consultato il 21 febbraio 2011.
  51. ^ a b Siria, sì a Facebook e Youtube dopo divieto di 5 anni, in Newsnotizie, 10 febbraio 2011. URL consultato il 21 febbraio 2011.
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Voci correlate