mercoledì 11 marzo 2015

Estgot. Capitolo 44. Verso l'Iniziazione




La cerimonia si doveva tenere nell'ala est del castello, per antica tradizione, in una vera e propria cripta, sotto a una cappella sconsacrata.
Da secoli la Società degli Iniziati aveva celebrato in quel luogo il più importante dei suoi riti.
<<Estgot è sempre stata un feudo dei Burke-Roche>> dichiarò Jessica, mentre lei e Waldemar facevano il loro ingresso nella cripta, poco dopo il crepuscolo <<e Sleepy Providence è stata concepita fin dall'inizio come un vero e proprio tempio della Dinastia del Serpente Rosso. Tutti i mie antenati genetici hanno ricevuto qui la loro Iniziazione>>
Da come lo diceva, sembrava che Estgot fosse il centro dell'universo, e che i Burke-Roche ne fossero i dominatori.
<<A te non l'hanno mai proposta, l'Iniziazione?>>
Lei considerò la domanda così stupida da essere liquidata senza nemmeno cambiare espressione o tono di voce:
<<Il mio ruolo è sempre stato un altro, in questa vicenda>>
Si sfiorò il ventre, con la premura delicata delle donne che aspettano un figlio a lungo desiderato.



Non ne abbiamo mai parlato esplicitamente, eppure lei ne è certa.
Waldemar sentiva crescere un senso di affetto paterno verso quella nuova vita che era ancora in embrione.
<<Se io non dovessi sopravvivere alla prova, come si comporteranno con te?>>
Era sottintesa la sua preoccupazione per la sorte del nascituro.
Jessica fu percorsa da un brivido e la preoccupazione emerse sinceramente sul suo viso:
<<Non lo so, non ci voglio nemmeno pensare>> 
Le implicazioni sarebbero state pesanti.
Se io non sopravvivo vorrebbe dire che il mio Dna non è quello giusto. E dunque nemmeno quello dei miei figli lo sarebbe.
Però era un'eventualità che gli appariva remota.
<<Quello che preoccupa di più gli Iniziati è come ne uscirò trasformato, non è così?>>
Lei annuì:
<<Ivan Kaspar ha persino chiamato ad assistere alcune Veggenti della Fonte Sacra. 
Si dice che abbiano il Dono della Precognizione, ma questa volta i loro oracoli sono discordanti. Non c'è mai stata tanta incertezza prima d'ora. Credo che si stiano rendendo conto, troppo tardi, che stanno per evocare qualcosa che potrebbe sfuggire al loro controllo>>
Era la stessa preoccupazione di lady Margaret e forse anche di Jennifer
L'Anello del Fuoco è sufficientemente vicino per proteggermi?
Nessun membro della Fiamma di Atar era stato invitato.
<<E tu non hai paura che io possa sfuggire al tuo controllo?>>
Lei lo guardò con espressione indecifrabile:
<<Qualunque cosa tu diventerai, io sarò al tuo fianco, se mi vorrai ancora>>



Detta da un'altra persona sarebbe potuta persino essere una risposta romantica, ma provenendo da Jessica, suonava quasi come una minaccia di stalking.
<<Se io diventassi malvagio, o fossi asservito a qualche oscuro progetto, il vero gesto d'amore sarebbe quello di sopprimermi, per liberarmi da una vita che non mi apparterrebbe più>>
Quella frase parve colpirla in modo imprevisto:
<<Il vero gesto d'amore sarebbe impedire questa Iniziazione. La persona che tu sei adesso ne uscirà comunque trasformata. Ed io, che tu ci creda o no, preferirei che rimanessi quello che sei ora>>
Parevano parole sincere
<<C'è sempre la speranza che i cambiamenti possano essere positivi. Io voglio crederci, La vita mi ha già messo duramente alla prova, eppure non ho mai ceduto all'oscurità>>
Lei gli prese la mano e gliela strinse:
<<Sei un uomo buono, Roman. C'è un nucleo di bontà autentica, al centro della tua persona, che non è stato scalfito dagli eventi. Anch'io voglio scommettere sul fatto che questo nucleo possa prevalere>>
Waldemar fu sorpreso da quelle parole.
<<Parli come se mi conoscessi da una vita>>
Jessica gli appoggiò la testa su una spalla:
<<Virginia mi ha parlato molto di te. Mi ha trasmesso i suoi ricordi... i vostri ricordi. Lei era speciale, aveva quello che gli Iniziati chiamano "il Dono". Telepatia. Premonizioni. Ma tu non credi a queste cose...>>
Lui non ne era più così convinto:
<<Non lo so, Jessica. Non lo so. Ma presto avrò la mia risposta>>

Fairytales. Forestland























Living the Highlife Tree House























































martedì 10 marzo 2015

Estgot. Capitolo 43. E venne il giorno...



Al risveglio, dopo ore di sonno profondo, la prima cosa che Waldemar vide fu lo sguardo accigliato di Jessica, che lo fissava con quell'implacabile espressione di rimprovero e sarcasmo che era solita sfoderare per le grandi occasioni.
Per un attimo temette di essere impazzito e che quella davanti a lui fosse solo un'allucinazione.
<<Jessica... cosa ci fai qui? Perché fai quella faccia?>>
A lei venne da ridere:
<<Sono le due del pomeriggio, Roman. Sono venuta a controllare se eri ancora vivo... be', pare di sì...>>
Il tono ironico di lei smorzò sul nascere le preoccupazioni di Waldemar, che si sentì stranamente calmo:
<<Sì, non c'è niente di meglio che una bella dormita... ora che sai che sono vivo puoi anche tornare...>>
Lei tagliò corto:
<<La tua prova di Iniziazione si terrà stasera, nell'ala est di Sleepy Providence>>
Detto questo si appoggiò allo schienale del letto e osservò di sbieco la sua reazione, come se gli avesse annunciato una sentenza di morte.




Waldemar però non ne fu turbato, anzi, in un certo senso quell'anticipo gli faceva piacere;
<<Meglio così. Non mi sono mai piaciute le attese. Meglio togliersi il dente il prima possibile, come diceva la prozia Sidonie>>
Jessica ridacchiò:
<<Ci sarà anche lei stasera, tra gli ospiti incappucciati che accorreranno fin qui dai quattro angoli del mondo per godersi lo spettacolo. Forse ci sarà anche mia nonna Glynis e chissà quanti altri parenti che non ho mai conosciuto e non ho nessuna voglia di conoscere. Si riveleranno solo alla fine, però, se tutto andrà come deve andare>>
Lui scrollò le spalle e ribatté in tono scherzoso:
<<Facciano pure. In fondo dovrei essere grato a questa gente, per avermi offerto questa grande opportunità!>>
Lei sbuffò:
<<Ah! E' grato! Non so dove trovi la forza per scherzarci su>>
Waldemar cercò di sviarla:
<<Il sonno fa miracoli>> poi, con nonchalance <<Ti sta bene quel vestito bianco, sai?>>
Lei, naturalmente, non ci cascò:
<<Non ho ancora scoperto chi ci ha fatto quello scherzetto il primo giorno. Non vorrei che qualcuno si introducesse qui per combinarne altri>>
Lui finse indifferenza:
<<Mi avevi assicurato che non c'erano pericoli>>
Jessica gli si avvicinò e gli mise le mani sulle spalle, massaggiandole con sapienza:
<<Non ne sono più tanto sicura. Ivan Kaspar, che ha curato il restauro di Sleepy Providence, mi ha messo in guardia dall'avventurarmi nelle zone disabitate del maniero>>



Waldemar si chiese se per caso Jessica avesse trovato l'anello di rubino che Jennifer gli aveva donato prima di congedarsi, ma era sicuro di averlo nascosto bene tra gli effetti personali, insieme a cimeli di famiglia:
<<E perché mai?>>
Lei continuò nel suo massaggio e avvicinò le labbra al suo orecchio, sussurrando:
<<E' vetusto... e cela molti brutti ricordi>>
Scandì lentamente quelle parole, sillaba per sillaba, con tono allusivo e nello stesso tempo definitivo, come chi vuol mostrare di aver "mangiato la foglia" e di non voler approfondire oltre l'argomento.
Lo sa.
Sa di Jennifer e lady Margaret, o quantomeno lo sospetta. 
Ma per il momento non dirà niente a Ivan Kaspar. 
In fondo, se stasera le cose andassero bene per me, sarò io a comandare la baracca, e lei vorrà essere per sempre come adesso, candidamente dietro le mie spalle, con le mani saldamente serrate sul mio collo, come in una morsa, e la sua bocca profumata sul mio orecchio, a sussurrarmi cosa è meglio fare e cosa no. E' certa di poterlo fare. Io gliene ho dato motivo e non posso biasimare che me stesso.
In fondo, lei ha atteso questo momento per tutta la vita.

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