Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
martedì 17 febbraio 2015
Estgot. Capitolo 28. I sotterranei di Sleepy Providence
Le rivelazioni che si erano susseguite nell'arco della giornata avevano provocato in Waldemar un senso di turbamento che si era tradotto immediatamente in una spossatezza fisica.
Durante mangiò poco e svogliatamente. Erano troppe le sue preoccupazioni.
Qui le autorità sono tutte conniventi l'una con l'altra. Se non sono Iniziati sono Massoni. Mi hanno già spogliato di tutto ciò che potrebbe permettermi un contatto con l'esterno. Devo elaborare un piano per contattare Luca Bosco e il professor Gallo.
Erano gli unici che avrebbero creduto alla sua storia, ed erano stati gli unici a metterlo in guardia su ciò che avrebbe trovato ad Estgor.
Alla fine del misero pasto, Waldemar prese congedo:
<<Mi ritiro presto, stasera>>
Detto questo se ne andò nel suo appartamento, sperando di trovare qualche messaggio da parte di colui o colei che, fin dalla sua prima sera, si divertiva a lasciargli indizi e consigli in un codice cifrato che ancora non riusciva ad interpretare.
I corridoi dai soffitti gotici a sesto acuto gli parevano quella sera più tetri che mai.
Le guardie, che fino alla sera prima gli erano state presentate come garanti della sua sicurezza, ora gli apparivano come i secondini di un carcere creato apposta per intrappolarlo.
Cercò di mantenere un'apparenza solenne, ma quando chiuse la porta del suo appartamento dietro di sé, si accasciò subito sulla poltrona vicino al camino, e lì fu vinto dal sonno, poiché era logoro per il dolore e la molta fatica.
Si risvegliò che era notte fonda e il camino stava per spegnersi.
Vi sistemò un ceppo di abete odoroso di resina e poi crollò nuovamente sulla poltrona.
Il suo sguardo cadde sul tavolo, dove si trovava un libro che prima non c'era.
Non credette ai suoi occhi.
Era una rarissima copia del Delomelanicon, detto anche "Il Testo delle Nove Porte degli Inferi".
Era aperto sulla Prima Porta, raffigurata come l'ingresso di un castello diroccato in cima ad un monte, che ricordava in maniera molto inquietante l'edificio di Sleepy Providence sulla vetta del colle che dominava la città fantasma di Estgot.
Una statuetta a forma di gargoyle lo teneva aperto e fermo, e sotto di essa vi era una busta,
Il misterioso Suggeritore si è di nuovo introdotto in queste stanze e mi ha lasciato l'ennesimo messaggio.
Aprì la busta e lesse.
Era la solita calligrafia femminile d'altri tempi:
"Formula di Esorcismo contro la Possessione: Exorcizo te, immundissime spiritus, omnis incursio adversarii. Audi ego et time, Satana, inimice fidei! Imperat tibi Deus: Exi, ergo, transgressor! Exi, seductor! Abiuro te, Draco nequissime! Adiuro te et omne phantasma, in nomine Agni immaculati. Discede ergo nunc, discede seductor! Tibi abitatio Serpens est"
L'ultima parte dell'esorcismo era sottolineata.
Scendi, dunque, scendi seduttore: la tua abitazione è il Serpente.
Perché quella parte era sottolineata? C'era forse un secondo messaggio in codice?
E se fosse un'indicazione? Un invito a scendere concretamente nei sotterranei di Sleepy Providence e trovare un luogo dove è rappresentato un serpente, magari forse il Serpente Rosso della dinastia Burke-Roche? Forse lì c'è un passaggio segreto, una via di fuga! Forse è questa la chiave della mia salvezza!
Ma dove cercarla? Poteva partire da qualsiasi luogo, in quel grande maniero.
La persona che mi suggerisce questi indizi non entra dalla porta principale. Non c'è mai stata effrazione, né sottrazione delle chiavi, e le guardie non hanno visto niente.
Dunque il passaggio segreto che conduce ai sotterranei parte da qui, da questo appartamento, e sicuramente ci sono altri indizi sparsi qua e là, per suggerimi dove cercare.
lunedì 16 febbraio 2015
Estgot. Capitolo 27. La guerra dei cloni.
<<Dicono che l'originale Jessica Burke-Roche sia lei>> e indicò alcune foto contenute nei file del computer della segreteria <<questa giovane dai riccioli d'oro, nata il 16 febbraio 1990. Ha venticinque anni esatti, ma ne dimostra di meno, come tutti i membri della dinastia del Serpente Rosso>>
Waldemar era incredulo:
<<E gli Iniziati conoscevano già la tecnica di clonazione umana venticinque anni fa?>>
Jessica annuì:
<<Si racconta che quando la Jessica originale era ancora in embrione le abbiano prelevato il DNA mitocondriale in modo da replicare, in vitro, altri embrioni identici al suo, che sono stati poi innestati negli uteri di donne sposate che avevano aderito al Programma, tra cui la mia madre adottivi, Agatha Baumann>>
Waldemar aveva talmente tante domande che non riusciva a scegliere quale dovesse avere la precedenza:
<<Tu sai quanti cloni di Jessica Burke-Roche sono effettivamente in circolazione?>>
Lei sorrise:
<<Io sono il clone numero 3. Mi chiamano 3-J. Non si sono presi nemmeno la briga di cambiare il nome di battesimo dell'originale, tanto il cognome era diverso. Non so con l'esattezza quante siamo, né dove ci tengono nascoste, ma so che ce ne sono altre. Alcune hanno scelto di essere chiamate diversamente>>
Lui allora ebbe un'intuizione:
<<Virginia Dracu! Tu mi hai detto che era tua cugina, ma...>>
Jessica annuì:
<<Lei era 2-J, la Jessica numero 2. Ma siccome non voleva essere seconda a nessuno, si fece ribattezza col nome di Virginia>>
Waldemar sospirò:
<<Io la amavo. Quando ti ho vista è stato come se Virginia fosse tornata in vita>>
Jessica gli prese una mano:
<<Lo so. Loro facevano affidamento proprio su questo. Virginia non voleva sottostare ai loro piani. Per questo l'hanno uccisa, così come hanno ucciso i miei genitori adottivi, i Baumann, quando si opposero ai progetti che gli Iniziati avevano per me. Quell'incendio non fu scatenato dalla guerra civile.
Era un'altra guerra, con un nome molto più fantascientifico: la guerra dei cloni. Io rimasi sfigurata, ma loro mi dissero che se fossi stata brava e avessi seguito i loro ordini sarei potuta tornare come prima. E infatti ormai sono guarita. Ma non avevano previsto una cosa, Roman, e cioè che io potessi provare dei sentimenti reali per te. So che dovrò fare molto per dimostrarti che sono sincera, ma giuro che farò di tutto per riconquistarmi la tua fiducia>>
Lui era profondamente turbato, sia dal ricordo di Virginia, che dalle rivelazioni di Jessica:
Waldemar era incredulo:
<<E gli Iniziati conoscevano già la tecnica di clonazione umana venticinque anni fa?>>
Jessica annuì:
<<Si racconta che quando la Jessica originale era ancora in embrione le abbiano prelevato il DNA mitocondriale in modo da replicare, in vitro, altri embrioni identici al suo, che sono stati poi innestati negli uteri di donne sposate che avevano aderito al Programma, tra cui la mia madre adottivi, Agatha Baumann>>
Waldemar aveva talmente tante domande che non riusciva a scegliere quale dovesse avere la precedenza:
<<Tu sai quanti cloni di Jessica Burke-Roche sono effettivamente in circolazione?>>
Lei sorrise:
<<Io sono il clone numero 3. Mi chiamano 3-J. Non si sono presi nemmeno la briga di cambiare il nome di battesimo dell'originale, tanto il cognome era diverso. Non so con l'esattezza quante siamo, né dove ci tengono nascoste, ma so che ce ne sono altre. Alcune hanno scelto di essere chiamate diversamente>>
Lui allora ebbe un'intuizione:
<<Virginia Dracu! Tu mi hai detto che era tua cugina, ma...>>
Jessica annuì:
<<Lei era 2-J, la Jessica numero 2. Ma siccome non voleva essere seconda a nessuno, si fece ribattezza col nome di Virginia>>
Waldemar sospirò:
<<Io la amavo. Quando ti ho vista è stato come se Virginia fosse tornata in vita>>
Jessica gli prese una mano:
<<Lo so. Loro facevano affidamento proprio su questo. Virginia non voleva sottostare ai loro piani. Per questo l'hanno uccisa, così come hanno ucciso i miei genitori adottivi, i Baumann, quando si opposero ai progetti che gli Iniziati avevano per me. Quell'incendio non fu scatenato dalla guerra civile.
Era un'altra guerra, con un nome molto più fantascientifico: la guerra dei cloni. Io rimasi sfigurata, ma loro mi dissero che se fossi stata brava e avessi seguito i loro ordini sarei potuta tornare come prima. E infatti ormai sono guarita. Ma non avevano previsto una cosa, Roman, e cioè che io potessi provare dei sentimenti reali per te. So che dovrò fare molto per dimostrarti che sono sincera, ma giuro che farò di tutto per riconquistarmi la tua fiducia>>
Lui era profondamente turbato, sia dal ricordo di Virginia, che dalle rivelazioni di Jessica:
<<Ma tu sai dove vive la Jessica originale?>>
Lei annuì:
<< Vive a New York e fa la bella vita con i soldi di nonna Glynis>>
Lui inarcò le sopracciglia:
<<E i suoi genitori? I tuoi genitori naturali, intendo?>>
Jessica fu percorsa da un brivido:
<<Sono morti anche loro, in circostanze misteriose, molti anni fa. Un incidente stradale, si disse, ma io non credo sia stato un caso>>
Waldemar provò improvvisamente una gran pena per la ragazza che stava di fronte a lui:
<<E tu sei cresciuta qui ad Estgot>>
Lei annuì:
<<Come un animale in gabbia. E miei carcerieri sono stati prima Andrei Ulienko e poi Ivan Kaspar. Dipendo da loro in tutto e per tutto. Per loro sono solo come una coniglia da riproduzione, niente di più. Mi dispiace per come mi sono comportata, ma su una cosa sono stata sincera: tu mi piaci davvero. Io vorrei sul serio che diventassimo una famiglia>>
Waldemar incominciò a riflettere su quel punto, mentre osservava le foto eleganti dell'originale Jessica Burke-Roche.
Lei annuì:
<<Come un animale in gabbia. E miei carcerieri sono stati prima Andrei Ulienko e poi Ivan Kaspar. Dipendo da loro in tutto e per tutto. Per loro sono solo come una coniglia da riproduzione, niente di più. Mi dispiace per come mi sono comportata, ma su una cosa sono stata sincera: tu mi piaci davvero. Io vorrei sul serio che diventassimo una famiglia>>
Waldemar incominciò a riflettere su quel punto, mentre osservava le foto eleganti dell'originale Jessica Burke-Roche.
<<Diventare una famiglia, tu dici. Ma credi che ci consentirebbero davvero di crescere i nostri figli?>>
Jessica conosceva già la risposta:
<<Solo se tu diventerai uno di loro, un loro pari. Se supererai la prova di Iniziazione, nessuno oserà più toccarti>>
Lui aveva dei dubbi:
<<E se avessero inventato tecniche di clonazione ancora più avanzate? Per esempio: può essere che la tua clonazione sia avvenuta "in vitro", duplicando un embrione, ma può darsi che nel frattempo gli Iniziati, e in particolare la setta del Serpente Rosso, abbiano imparato a clonare partendo da qualsiasi tessuto cellulare. Potrebbero benissimo estrarre il mio DNA da un capello e dal lì procedere>>
Lei inarcò le sopracciglia:
<<Può anche essere, ma in questo caso il tuo clone dovrebbe metterci anni e anni prima di arrivare all'età fertile, mentre loro vogliono subito una prole nata dalla nostra unione>>
Waldemar aveva un dubbio:
<<Quello che non capisco è come mai, se hanno raggiunto delle tecniche così avanzate da arrivare alla clonazione in vitro, non si limitano a richiedere ai loro membri la fecondazione artificiale, invece che continuare a indurre rapporti sessuali e addirittura matrimoni programmati?>>
Jessica conosceva la risposta:
<<I matrimoni servono per cementare l'alleanza tra la setta del Serpente Rosso e l'Aristocrazia Nera, che ha un approccio molto più tradizionalista alla genetica, tanto che preferisce parlare di genealogia>>
<<Il Rosso e il Nero, dunque! Sono queste le due estremità che devono essere tenute insieme. Tua nonna Glynis comanda il Serpente Rosso e la mia prozia Sidonie comanda l'Aristocrazia Nera per conto dei Duchi di Albany e dei parenti di mia madre, i Richmond, gli Orsini e tutti gli altri nobili che per millenni si sono imparentati tra loro.
Stanno tutti aspettando il matrimonio che sancisca l'alleanza tra i Burke-Roche e i Waldemar. Ma quello che mi chiedo è cosa succederà una volta che tu avrai partorito? Non corriamo il rischio che la Jessica orginale reclami nostro figlio come suo? I Burke-Roche sono più potenti di noi...>>
Quella domanda doveva turbare da molto tempo i sonni di Jessica "3-J", quella non originale, il terzo clone che era davanti a lui,
<<Me lo chiedo anch'io, Roman. Loro dicono che noi cloni serviremo come controfigure, mentre l'originale se ne starà sempre protetta da qualche parte, a fare ciò che le pare.
Ma non so se sia vero. Non so più a chi credere. Non so più a cosa credere.
Non so più se credere>>
Lei inarcò le sopracciglia:
<<Può anche essere, ma in questo caso il tuo clone dovrebbe metterci anni e anni prima di arrivare all'età fertile, mentre loro vogliono subito una prole nata dalla nostra unione>>
Waldemar aveva un dubbio:
<<Quello che non capisco è come mai, se hanno raggiunto delle tecniche così avanzate da arrivare alla clonazione in vitro, non si limitano a richiedere ai loro membri la fecondazione artificiale, invece che continuare a indurre rapporti sessuali e addirittura matrimoni programmati?>>
Jessica conosceva la risposta:
<<I matrimoni servono per cementare l'alleanza tra la setta del Serpente Rosso e l'Aristocrazia Nera, che ha un approccio molto più tradizionalista alla genetica, tanto che preferisce parlare di genealogia>>
<<Il Rosso e il Nero, dunque! Sono queste le due estremità che devono essere tenute insieme. Tua nonna Glynis comanda il Serpente Rosso e la mia prozia Sidonie comanda l'Aristocrazia Nera per conto dei Duchi di Albany e dei parenti di mia madre, i Richmond, gli Orsini e tutti gli altri nobili che per millenni si sono imparentati tra loro.
Stanno tutti aspettando il matrimonio che sancisca l'alleanza tra i Burke-Roche e i Waldemar. Ma quello che mi chiedo è cosa succederà una volta che tu avrai partorito? Non corriamo il rischio che la Jessica orginale reclami nostro figlio come suo? I Burke-Roche sono più potenti di noi...>>
Quella domanda doveva turbare da molto tempo i sonni di Jessica "3-J", quella non originale, il terzo clone che era davanti a lui,
<<Me lo chiedo anch'io, Roman. Loro dicono che noi cloni serviremo come controfigure, mentre l'originale se ne starà sempre protetta da qualche parte, a fare ciò che le pare.
Ma non so se sia vero. Non so più a chi credere. Non so più a cosa credere.
Non so più se credere>>
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