Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
martedì 20 gennaio 2015
Estgot. Capitolo 7. Musica, segreti, emozioni.
Stavano per arrivare nello studio, quando Waldemar notò un pianoforte a coda, nel salotto antistante, e ne rimase affascinato.
Si fermò ad osservarlo, dimenticando finalmente tutte le preoccupazioni che lo avevano angustiato negli ultimi giorni:
<<E' meraviglioso! Lei lo sa suonare, lady Jessica?>>
La ragazza, di fronte all'ennesimo ritardo rispetto alla tabella di marcia che si era prefissata, sospirò e guardò il suo presunto superiore con la solita espressione di muto rimprovero:
<<Sì, a insegnarmi nei primissimi anni fu proprio lady Margaret>>
Waldemar ci avrebbe scommesso la testa.
<<E lo suona ancora?>>
Jessica annuì:
<<Sì, mi rilassa, mi permette di non pensare alle preoccupazioni>>
Waldemar si illuminò;
<<Potrei avere l'onore si suonare qualcosa a quattro mani insieme a lei? Io sono solo un modesto dilettante, ma mi farebbe un immenso piacere...>>
Jessica fece un vago cenno di assenso, come se veramente gli stesse concedendo un grande onore, e lo invitò a sedersi sulla panca, davanti al pianoforte, a fianco a lei.
Sfogliò lo spartito e scelse:
<<Per Elisa di Beethoven, le andrebbe bene?>>
Lui approvò:
<<Un'ottima scelta. Romantico con una punta di malinconia che lo rende profondo>>
https://www.youtube.com/watch?v=bL_CJKq9rIw
Lei incominciò a suonare con molta grazia e lui la accompagnò con trasporto.
Era veramente brava e il suo viso mostrava emozioni intense, in corrispondenza dei punti di maggiore forza espressiva.
L'austerità del suo viso si dissolse e le ridonò la naturalezza dei vent'anni.
Il fondo della sua anima è dolce, eppure gli eventi della vita l'hanno amareggiata. Si è creata una corazza fatta di pragmatismo, rigidità, eccessiva riservatezza ed ironia tagliente e sferzante, al limite del sarcasmo. Eppure qualcosa della fanciulla di prima dell'incendio è rimasto. Ed ha a che fare con i messaggi di Lady Margaret...
Chissà se è fidanzata? Certo non ha un carattere facile, ma il vero amore sa mettere da parte tutti i difetti del carattere... con la persona che amiamo davvero, noi ci trasformiamo... se Jessica ama veramente qualcuno, forse riserva a lui tutta la dolcezza che tiene nascosta agli altri.
La musica avrebbe contribuito a sciogliere il gelo che pareva circondarla?
Jessica gli pareva più bella, quella mattina.
Una bellezza non convenzionale, con elementi quasi preraffaelliti. Ma era proprio questo a renderla interessante.
Perché questa ragazza così austera e distaccata riesce a far breccia nel mio cuore? Cosa c'è in lei che mi attira? Forse è proprio la sua capacità di tenermi testa, il fatto di essere più intelligente di me.
Quali segreti mi nasconde? Chi erano realmente i suoi genitori? Che rapporto avevano con la famiglia Burke Roche, con i misteri di Sleepy Providence e con il destino di Estgot?
Cos'è che collega lady Margaret a Jessica? Cosa si sono tramandate?
La magia di quegli occhi verdi screziati, grandi e profondi lo irretiva in una sorta di incantesimo.
Tutti questi pensieri durarono fino a quando durò la musica.
Poi lei si voltò, si ritrasse, e rimase seria a fissare il pavimento, persa in pensieri inaccessibili, ma di certo non allegri.
Waldemar si ricordò del segnalibro del Paradise Lost e delle parole che lady Margaret vi aveva scritto e pensò che avrebbe voluto rivolgere a Jessica le stesse domande:
Chi lo sa cos'hai detto alle tenebre, nelle amare veglie notturne, quando tutta la tua vita sembra contrarsi e le pareti della tua stanza ti si stringono addosso come le sbarre di una gabbia per irretire qualcosa di selvaggio... tu, così bella, così fredda, come un mattino di pallida primavera ancora legato al gelo dell'inverno.
Castelli
Liechtenstein Castle. sotto Il castello di Fénis
Castle of Manzanares el Real, Spain
Saumur Castle, France
Sigmaringen Castle, Germany
lunedì 19 gennaio 2015
Estgot. Capitolo 6. Sulle orme del coniglio bianco
La stanchezza per il viaggio e le emozioni della giornata alla fine ebbe la meglio e il governatore Roman Waldemar si addormentò rapidamente e dormì come un sasso fino a che il rumore di un orologio a pendolo non lo svegliò battendo nove rintocchi.
Gli accordi col maggiordomo erano tali per cui, eccezionalmente, quella prima mattina a Sleepy Providence, la colazione sarebbe stata servita soltanto alle 10.
Rallegrandosi di essere ancora vivo e di avere un'ora di tempo per ambientarsi, Waldemar procedette verso la doccia, constatando che almeno la stanza da bagno pareva essere piuttosto moderna e confortevole.
Alla luce del mattino e dopo una bella dormita le preoccupazioni della notte normalmente si ridimensionano a tal punto da apparirci quasi come sciocchezze da bambini, ma questo non valeva del tutto nel caso di Waldemar.
Mentre consumava la colazione, alla muta presenza del maggiordomo, il governatore si domandò se era il caso di chiedere lumi a Mr. Pavlovic riguardo all'identità di lady Margaret Burke-Roche, baronessa Fenroy.
"I cittdadini di Estgot, riconoscenti, con eterna devozione"
La targa sotto il quadro e la dedica facevano pensare che quella donna si fosse guadagnata, in qualche modo, qualcosa che andava oltre a una fama immortale.
La devozione era qualcosa di più. Specie se eterna. Era quasi una beatificazione.
<<Mi dica, Mr. Pavlovic, lei conosceva la dama del ritratto?>>
Il maggiordomo inarcò le sopracciglia folte da cane barbone e il suo volto assunse la stessa espressione di deferenza che mostrava di fronte a Jessica Baumann.
<<Qui ad Estgot tutti conoscevano lady Fenroy. Era una dama estremamente generosa, ha fatto del bene a moltissime persone. Era anche un'amica personale di Elizabeth Bowes-Lyon, la madre della regina Elisabetta, e credo fosse persino parente della Principessa del Galles, per parte di madre, intendo... sì, doveva essere una sua prozia, o una cosa del genere e anzi credo che...>>
<<Va bene, va bene, ma quello che volevo sapere è chi era esattamente Margaret Burke-Roche, quale legame aveva con Sleepy Providence e in che periodo di tempo è vissuta>>
Erano troppe domande in una volta per la mente anziana del maggiordomo, il quale parve doversi sforzare per mettere insieme le parole della risposta:
<<Oh, be', era la moglie di lord Arthur Burke-Roche, un discendente di lord James... anche lord Arthur è stato governatore di Estgot, anni prima della guerra civile... eh, quelli sì che erano tempi! Era un onore essere nominati governatori di Estgot, e questo palazzo era in condizioni molto migliori, pensi che c'erano dei mobili...>>
Quel tentativo di svicolare non piacque affatto al governatore:
<<Sì, d'accordo, ma potrebbe essere più preciso riguardo alle date? In che anno è morta lady Margaret>>
Mr. Pavlovic era sempre più in imbarazzo:
<<Uhm...ehm... credo che sia stato prima del '97, o giù di lì, perché ricordo che ai suoi funerali parteciparono sia la Regina Madre che la principessa Diana, che io ebbi l'onore di conoscere personalmente... ah, non dimenticherò mai quel momento, lei percorreva la chiesa dietro alla Regina Madre e occasionalmente dava la mano a qualcuno, ma l'etichetta vuole che a una Altezza Reale si debba fare il baciamano, cosa che io feci e lei mi disse: "Ah, finalmente un vero gentlemen! Eh, quelli sì che erano tempi... ricordo anche che...>>
La tendenza del maggiordomo a divagare era esasperante, ma un dato di fatto appariva incontrovertibile, e cioè che la baronessa Fenroy doveva essere morta da almeno vent'anni.
Se comunque la libreria della camera da letto ospitava volumi appartenenti a lady Margaret, sarebbero sicuramente spuntati altri indizi.
Mentre pensava questo, arrivò, seguita da uno stuolo di domestici e altri personaggi sconosciuti, la governante Jessica Baumann, sorridente e con un'aria divertita:.
<<Buongiorno, Lord Waldemar, vede che non è successo niente stanotte? Adesso sono arrivati i fabbri e procederemo al cambio della serratura>>
Il governatore la invitò a sedersi e poi disse:
<<Veramente qualcosa è successo, ma preferirei parlarne in privato>>
Jessica annuì:
<<D'accordo. Tra poco andremo nel suo studio, perché devo mostrarle tutti i documenti sulla provincia di Estgot che sono stati redatti durante il commissariamento da parte del ministro Kaiserring>>
Il solo nome di Kaiserring aveva il potere di guastare la disgestione a Waldemar.
<<Sì, sì, naturalmente... ma prima io voglio vederci chiaro sulla questione che le ho detto, per cui, se non le dispiace, è meglio che ci trasferiamo subito nello studio>>
Jessica apparve vagamente preoccupata, ma annuì:
<<D'accordo, possiamo andare anche adesso, io sono già pronta>>
Uscirono quindi dall'appartamento e scesero la rampa di scale che portava dalla torre al secondo piano dell'edificio centrale.
Mentre camminavano lungo un corridoio, Waldemar notò una vecchia fotografia incorniciata, molto grande, che stava su un comò.
<<Chi sono quelle tre donne nella foto in bianco e nero?>>
Jessica sorrise:
<<Vorrà dire: "chi erano", visto che sono morte tutte e tre>>
Lui annuì:
<<Chi erano?>>
Lei indicò per prima la figura al centro;
<<Era molto giovane in questa foto, che senz'altro risale agli anni Settanta, ma credo che sia possibile riconoscerla>>
Waldemar ricollegò quel volto con quanto gli aveva detto poco prima il vecchio maggiordomo.
<<Assomiglia a lady Diana Spencer>>
Jessica annuì:
<<Esatto! Era proprio lei! E quella a sinistra era sua madre, lady Frances Burke-Roche, contessa Spencer di Althorp, mentre quella a destra era la sua prozia, lady Margaret Burke-Roche, la baronessa Fenroy. C'è un suo ritratto da giovane nella sala grande dell'appartamento privato>>
Lui colse la palla al balzo:
<<E' appunto di questo che volevo parlarle. Vede, si dà il caso che nella libreria della mia camera da letto ci fosse un volume in bella mostra del Paradise Lost di Milton con tanto di dedica di lady Margaret, e nel segnalibro c'era un'altra dedica, ancora più particolare>>
Lei non ne fu affatto sorpresa:
<<Oh, non mi meraviglia affatto. Quella fu per anni la camera di lady Margaret! Suo marito fu governatore di Estogt negli anni Ottanta. Ci si illudeva, a quei tempi, che la Federazione Orientale non fosse una minaccia per la ricca provincia di Estgot. E invece poi scoppiò la guerra civile. A tal proposito vorrei introdurre l'argomento di cui dovremo...>>
Waldemar sollevò una mano:
<<Non divaghiamo! La dedica che io ho letto non era un commento qualsiasi... sembrava che fosse scritta apposta per me! Diceva qualcosa riguardo alla "strada che riconduce in paradiso", al fatto di non aver timore "delle cose da poco" e di seguire "le tracce del coniglio bianco">>
Jessica lo guardò con aria di derisione:
<<E perché mai pensa che queste cose la riguardino?>>
Waldemar la fissò:
<<Io sono stato "cacciato dal paradiso". Ieri sera ero preoccupato per cose che lei invece ha giudicato non pericolose, ma piuttosto degli "avvertimenti", delle tracce. Nel segnalibro si faceva riferimento alle "amare veglie notturne", al fatto che "tutta la tua vita sembra contrarsi", ad una "gabbia per irretire qualcosa di selvaggio". Tutte cose che mi stanno a pennello, lady Jessica>>
La ragazza minimizzò:
<<Lei tende ad essere troppo egocentrico, Lord Waldemar. Provi a guardare le cose da un'altra prospettiva.
Lady Margaret era una donna molto colta, aveva letto molto e scriveva con grande raffinatezza. Ogni sua frase faceva effetto su chi la leggeva, anche se aveva uno stile un po' ermetico, da oracolo, oserei dire.
Scrisse una dedica persino a mia madre, che era sua assistente personale.
La vergò su una foto dove Margaret era a fianco della Regina Madre, di cui era grande amica... non molti lo sanno, ma furono loro due a combinare il matrimonio dei Principi del Galles, che fu tutto tranne che quella romantica storia d'amore della maestrina col principe azzurro che i media volevano far credere... Diana era una "lady" per nascita, una aristocratica del sangue più puro, oserei dire che sia gli Spencer che i Burke-Roche fossero molto più nobili dei Windosr, infatti mi è stato detto che...>>
<<Sta ancora divagando. Mi perdoni, ma io voglio andare a fondo sulla questione. Mi potrebbe dire cosa scrisse lady Margaret nella dedica a sua madre, se lo ricorda?>>
Jessica si rabbuiò, forse perché il ricordo della madre morta da tempo la rattristava:
<<Lord Waldemar, lei mi chiede di rinnovare un dolore indicibile... ma visto che insiste tanto la accontenterò.
Mia madre aveva ringraziato la baronessa per tutto il bene che aveva fatto per la nostra famiglia e la nostra comunità e le aveva chiesto se i Burke-Roche sarebbero rimasti a Estgot a difenderci dai nemici che avevamo nella Federazione Orientale.
Lady Fenroy aveva scosso il capo e poi aveva scritto una frase del genere:
"Abbiamo guardato il nemico in faccia e abbiamo scoperto che eravamo noi.
Nessuno è al sicuro sull'isola, siamo tutti sulla nave senza scialuppe.
Quando verrà la tempesta non chieda se ci salveremo noi.
La domanda giusta è: chi si salverà?
Per sempre al suo fianco, Margaret, lady Fenroy".
Ma il pericolo non veniva dall'acqua, bensì dal fuoco. Quando ci fu la guerra e poi l'incendio, lady Fenroy non era affatto al nostro fianco. E come poteva esserlo, del resto: era morta da almeno una decina d'anni!>>
Waldemar trovò interessante quel discorso.
Ecco un'altra traccia lasciata dal coniglio bianco.
"Abbiamo guardato il nemico ed eravamo noi... nessuno è al sicuro... nave senza scialuppe... quando verrà la tempesta... chi si salverà?"
Iscriviti a:
Post (Atom)