venerdì 18 luglio 2014

La nuova guerra fredda si riscalda



Che da alcuni anni sia in atto una nuova guerra fredda tra gli Stati Uniti e la Russia, ed i rispettivi alleati più o meno fedeli, è cosa nota di cui si è già ampiamente trattato.
La novità è che questa guerra fredda si sta "riscaldando", nel senso che negli ultimi mesi c'è stata una accelerazione di eventi bellici effettivi, con altrettanti danni collaterali, nei fronti più esposti all'attrito delle due diverse alleanze: il confine tra Ucraina e Russia, il Caucaso e il Medio Oriente, dove si sta giocando una partita molto complessa, nella quale gli Stati Uniti si trovano in una posizione di scacco, dal momento che ogni tipo di intervento finirebbe per danneggiare un alleato.

Hamastan Gaza City Hamas

Nel fronte mediorientale gli Stati Uniti devono districarsi in una situazione molto complessa.
I suoi tre alleati storici, e cioè Israele, Turchia e Arabia Saudita, portano avanti una strategia geopolitica volta al contenimento dell'asse degli alleati dell'Iran (e quindi anche della Russia) e cioè i palestinesi di Hamas, gli Hezbollah libanesi, la Siria e il governo sciita dell'Iraq. Ed è proprio tra la Siria e l'Iraq che si annida la più grande insidia, in quanto l'Isis, lo stato terroristico dei ribelli islamici sunniti che si richiamano ad Al Qaeda, agisce contro il governo siriano e quello iracheno in modo tale da contenere le mire egemoniche dell'Iran.
Il problema per gli Stati Uniti è che sia l'Isis che l'Iran, i rivali di questo scontro, sono entrambi nemici dichiarati degli Usa, che quindi non sanno letteralmente da che parte stare. Si ripete un po' quello che era accaduto ai tempi di Bin Laden prima dell'11 settembre, quando il regime dei talebani era tollerato dagli Stati Uniti in funzione anti-russa e anti-iraniana.
In conclusione, la differenza tra l'attuale crisi geopolitica e le precedenti sta nel fatto che i due focolai di guerra, e cioè il confine russo e il medio oriente, sono diventati incandescenti in un momento in cui le rivalità tra gruppi egemonici filo-statunitensi e filo-russi si stanno manifestano con crescente estensione in un modo paradossale, che impedisce agli Stati Uniti qualunque tipo di intervento per ristabilire una parvenza di egemonia o quantomeno di ordine.
Venendo meno il ruolo di "gendarme del mondo" che gli Usa hanno svolto dalla fine della prima guerra fredda fino a pochi anni fa, le guerre civili e terroristiche hanno rialzato il capo e stanno attizzando un fuoco che potrebbe diventare sempre più difficile da tenere a bada.

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