domenica 5 gennaio 2014

Alcune cose da sacrificare per essere felici.

15 Cose da Sacrificare per Essere Felice

1.  Lascia andare il bisogno di avere sempre ragione.
In fondo, avere ragione non serve a niente.

2. Lascia andare il bisogno di avere tutto sotto controllo.
Permetti a ciascuno intorno a te di rivelarsi per quello che è e vedrai quanto ti sentirai meglio quasi istantaneamente.

3. Lascia andare il bisogno di trovare un colpevole.
Smettila di considerare altre persone o circostanze i responsabili di quello che hai e noi hai, di come ti senti o non ti senti. Smetti di diluire il tuo potere e comincia ad assumerti la responsabilità della tua vita.

4. Lascia andare quelle controproducenti chiacchiere mentali.
15 Cose da Sacrificare per Essere FeliceQuante persone continuano a farsi del male con la loro spirale di pensieri negativi e controproducenti.

Non credere a tutto quello che la tua mente ti dice
 – specialmente se è qualcosa di negativo e controproducente.
Tu sei molto meglio di così. Credimi!

5. Lascia andare le tue credenze limitanti.
Su quello che puoi o non puoi fare, su quello che credi sia possibile o impossibile. D’ora in poi, non permetterai più ai tuoi pensieri limitanti di bloccarti nel posto sbagliato. Apri le tue ali e vola!

6. Smettila di lamentarti.
Abbandona una volta per tutte il continuo bisogno di lamentarti per tuuuutte quelle cose – persone, situazioni e circostanze che ti rendono infelice, triste e depresso.
Nessuno ha il potere di renderti infelice a meno che tu non glielo permetti. Non è la situazione a scatenare quella sensazione in te, ma è come tu decidi di guardarla.
Non sottovalutare mai il potere del pensiero positivo!

7. Lascia andare il lusso di criticare.
Lascia andare il bisogno di criticare cose, eventi persone che sono diverse da te o da come te le aspettavi. Siamo tutti diversi, eppure siamo anche tutti uguali.
Tutti vogliamo essere felici. Tutti vogliamo amare ed essere amati, e tutti vogliamo essere compresi. Tutti desideriamo qualcosa e quel qualcosa è desiderato da noi tutti.
8. Lascia andare il bisogno di impressionare gli altri.
Smettila di tentare così disperatamente di sembrare qualcuno che non sei solo per piacere agi altri. Non funziona così.
Nel momento in cui ti spogli di tutte le maschere, il momento in cui accetti il vero te, ti accorgerai che le persone saranno attratte a te senza nessuna fatica.

9. Lascia andare la tua resistenza al cambiamento.
Il cambiamento è buono. Il cambiamento ti aiuterà a muoverti dal punto A a punto B. Il cambiamento ti aiuterà migliorare la tua vita e anche quella di chi ti circonda. Segui ciò che ti rende felice, abbraccia il cambiamento, no resistergli.
“Segui ciò che ti rende felice e l’universo aprirà porte per te dove c’erano solo muri. ” Joseph Campbell

10. Lascia andare le etichette.
Smettila di incollare etichette a cose, persone o situazioni che non comprendi in quanto diverse o strane e prova ad aprire la tua mente, a poco a poco. La mente funziona solo quando è aperta.
“La forma più alta di ignoranza si ha quando rifiuti qualcosa solo perché non la conosci affatto.” Dr. Wayne Dyer

11. Abbandona le tue paure.
La paura è solo un’illusione. Non esiste – è creata da te. Nella tua mente. Aggiusta l’interno e l’esterno si aggiusterò da sé.
L’unica cosa che dobbiamo temere, è la paura stessa.” Franklin D. Roosevelt

12. Lascia andare le scuse. 
Invitale a fare i bagagli e dì loro che sono licenziate! Non hai più bisogno di loro.
Troppo spesso ci limitiamo a causa delle scuse che produciamo. Invece di crescere e sforzarci di migliorare noi stessi e la nostra vita, restiamo bloccati e mentiamo a noi stessi, usando tutte le scuse possibili e immaginabili…
… scuse che il 99.9% delle volte non sono nemmeno reali.

13. Lascia andare il passato. 
Lo so, lo so. Questo non è facile. Specialmente quando il passato appare molto più sicuro e confortevole del presente, mentre il futuro sembra così spaventoso. Ma quello che devi sforzarti di pensare è che il momento presente è tutto ciò che hai e che avrai sempre.
Il passato che tanto desideri – quel passato che adesso continui a sognare – è stato da te ignorato quando era presente. Smettila di ingannarti.
Sii presente in ogni singolo momento della tua vita. Dopo tutto la vita è un viaggio non una destinazione.
Abbi una visione chiara del futuro, sii pronto, ma sii anche sempre presente nel momento che stai vivendo.
15 Cose da Sacrificare per Essere Felice
14.  Lascia andare l’attaccamento.
Questo concetto è uno dei più difficile da afferrare per la maggior parte di noi, e devo ammettere che lo è stato anche per me (lo è ancora, per la verità).
Ma comprenderlo non è impossibile. Migliorerai gradualmente con il tempo e la pratica.
Il momento in cui ti separi da tutte le cose, diventi così sereno, così tollerante, così gentile e così tranquillo. Il che non significa che smetti di amarle, perché amore e attaccamento non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro.
L’attaccamento nasce dalla paura, mentre l’amore…bè il vero amore è puro, gentile, e generoso; dove c’è amore non può esserci paura e alla luce di questo, amore e paura non possono coesistere.
Raggiungerai un luogo da dove sarai in grado di comprendere tutto senza nemmeno provarci. Uno stadio che va ben oltre le parole.

15. Smettila di vivere una vita all’altezza delle aspettative degli altri.
Troppe persone vivono una vita che non appartiene loro. Vivono la propria vita sulla base di cosa gli altri pensano sia meglio per loro. Ignorano la loro voce interiore. Sono così occupati ad accontentare tutti che perdono controllo sulle loro stesse vite.
Dimenticano che cosa li rende felici, di che cosa hanno bisogno ed eventualmente.. di sé stessi.
Ricorda che hai una sola vita da vivere: quella che stai vivendo in questo momento.

Vivila!
Possiedila!

E specialmente non lasciare che altrui opinioni ti distraggano dal tuo percorso.

Alcune curiosità sui gatti.

curiosità gatti
1) Tutti i gatti appena nati hanno gli occhi azzurri, ma solo pochi mantengono questo colore mentre altri lo mutano entro la dodicesima settimana di vita.

2) Se presenta chiazze di tre colori diversi dovrete scegliere un nome femminile, perché il pelo a tre colori è una caratteristica che ritroviamo solo nelle gatte.

3) Quante volte ci stupiamo di come questo felino sia capace di muoversi in spazi strettissimi e di calibrare quasi sempre i salti alla perfezione? Il motivo di questa grande capacità risiede nei baffi. I baffi, detti anche vibrisse, sono infatti un importante mezzo attraverso cui il gatto raccoglie importanti informazioni per captare la presenza di ostacoli e capirne forma e consistenza, senza toccarli.

4) Ad esempio, è importante sapere che il gatto, alla pari del cane, ama quasi sempre la cioccolata, alimento che però è assolutamente controindicato per la loro salute.

5) Le fusa non sono sempre un segno di tranquillità e gioia. Il gatto fa le fusa anche quando è particolarmente spaventato, in questo caso conviene approcciarvisi con molta cautela. Se poi vi state domandando da dove abbia origine questo caratteristico rumore fatto dai gatti, sappiate che la scienza è ancora a caccia di una risposta: per alcuni tale suono sarebbe originato dal sistema cardio-vascolare, per altri dalla gola.

6) Per quanto riguarda il rapporto con il micio, c’è una cosa che non dovete assolutamente fare se volete instaurare un buon rapporto con un micio appena incontrato: non fissatelo negli occhi. I gatti intendono tale comportamento come un gesto di sfida e potrebbero decidere di aggredirvi e graffiarvi.
7) Mentre il corpo umano ha, solitamente, 206 ossa, quello dei gatti, non ci crederete, ne ha 240. 

8) Inoltre hanno, come noi esseri umani, la visione binoculare, ma ciò che vedono è molto diverso da quello che vediamo noi.

9) Non hanno invece la nostra grande varietà di gruppi sanguigni: nei felini troviamo solo il gruppo A e il gruppo B.

10) Una gatta può essere fecondata anche di due maschi diversi contemporaneamente e quindi nella stessa cucciolata potrebbero nascere micini con padri diversi.

sabato 4 gennaio 2014

Unione Europea: è la nuova Unione Sovietica?



Una mappa che fa riflettere, non trovate?

Re Riccardo II Plantageneto con i duchi di York, Lancaster, Gloucester e Irlanda



Re Riccardo II d'Inghilterra regnò dal 1377 al 1400. Il suo regno è considerato l'apogeo della gloria della dinastia dei Plantageneti.
Nell'amministrazione del regno fu aiutato dagli zii Giovanni di Gand, duca di Lancaster; Edmondo di Langley, duca di York; Tommaso di Woodstock, duca di Gloucester e dal favorito Robert de Vere, duca d'Irlanda.
Quando tutti questi zii e collaboratori vennero meno, il re fu deposto dall'usurpatore Enrico IV di Lancaster, e questo atto diede inizio alla Guerra delle Due Rose, tra le casate degli York e dei Lancaster, come si può vedere dall'albero genealogico della famiglia reale inglese degli ultimi Plantageneti.















Gli effetti delle emozioni sul nostro corpo.

La mappa delle emozioni nel corpo

Fastidio al petto? Sei in ansia. Sensazione di calore? Forse ti stai innamorando. Queste sono solo alcune delle correlazioni che un gruppo di scienziati dell’università di Aalto, in finlandia, ha individuato tra le nostre sensazioni emotive e i loro effetti sull’organismo, mettendo ancora una volta in luce lo strettissimo legame tra la mente e il corpo.
Il risultato dello studio, appena pubblicato sulla rivista scientifica americana Pnas, è una vera e propria mappa dove ad ognuna delle principali emozioni biologi e neuroscienziati hanno associato i distretti corporei che ne vengono colpiti.
Lo possiamo apprezzare in questa grafica, dove il modo in cui le parti del corpo sono stimolate da ciò che proviamo è strato tradotto in maniera topografica attraverso una scala cromatica. Interpretarla è semplice: quando un’emozione schiaccia il tasto ondi una determinata regione del corpo, essa è rappresentata da un colore caldo, il rosso o il giallo, al crescere dell’intensità; quando invece ci fa sentire spente o inibite alcune zone, ecco che queste saranno tradotte in colori freddi, come il blu e l’azzurro.
La mappa delle emozioni nel corpo
(Credits: Aalto University and Turku PET Centre)
Qualche esempio? La rabbia accende le mani e alcuni punti della sommità del corpo, la paura e l’ansia si fanno sentire sul petto, lafelicità attiva tutto il corpo mentre la tristezza e la depressione ci tagliano letteralmente le gambe. Quando ci innamoriamo, sentiamo calore dalle ginocchia alla testa, mentre essere invidiosici infuoca letteralmente il volto.
Tutte queste osservazioni, mettendo in evidenza come il nostro stato mentale interferisce con le sensazioni dell’organismo, potrebbero essere utili nella gestione soggettiva delle emozioni, ma anche nello sviluppo di nuovi mezzi per la comprensione, ladiagnosi e il trattamento dei disordini emotivi.
La ricerca è il frutto di un’analisi condotta su oltre 700 persone di diverse nazionalità, in particolare finlandese, svedese e taiwanese, che sono state indotte a provare svariate emozioni (con l’impiego di racconti, filmati e immagini) e invitate poi a riportare ciò che sentivano su una grafica dell’organismo, dove appunto localizzare le zone coinvolte distinguendo tra quelle che sentivano attivate da quelle che sembravano invece spegnersi. Gli scienziati hanno anche realizzato che non vi sono sostanziali differenze tra le percezioni degli individui di origine europea rispetto a quelle degli asiatici, e questo incentiva l’ipotesi sull’origine biologica delle emozioni e sulla loro indipendenza dal linguaggio e dagli schemi di apprendimento.








I giardini pensili di Babilonia



Questo grattacielo piacerebbe anche a Chiara Ferragni, la cui passione per le torri è fin troppo nota...

God save the Queen


E come recita il motto dell'Ordine della Giarrettiera, "hony soit qui mal y pense"...

venerdì 3 gennaio 2014

I Principi del Galles e la Famiglia reale spagnola



Da notare le stranezze della moda negli anni '80...

Gli Arcani Supremi. Capitolo 66. Los Angeles.



Gli Angeli si mostrarono ai cancelli di Faerie.
Noi siamo gli Ahura, i difensori del Bene. Siamo i Guardiani Supremi.



Michael con la sua spada ci protegge dal maligno Ahriman e dalla sua schiera di demoni. 
Gabriel è il messaggero di Ahura Mazda.
Raphael è il difensore di tutti i viventi dalle malattie.
Sotto la loro guida noi operiamo in silenzio.
Il Nemico si illude perché tutto tace.



Le visioni degli infiniti universi a cui il Varco di Faerie dava accesso si mostrarono nella loro magnificenza a lord Robert Oakwood, duca di Albany e alla sua guida, lady India Stoker, la Dama del Lago.
Da questo mondo si dipartono i Varchi verso tutti gli altri.
Questa frase fu scandita da una figura luminosa che avanzava splendente tra gli angeli.


Era forse il Cristo, colui che aveva oltrepassato il Varco di Gerusalemme?
Ego sum qui sum. Riconosco il discendente di mio fratello Giacomo, figlio di Giuseppe, erede di Davide. Per due millenni il segreto è stato gelosamente conservato, Figlio dei Cento Re.
Era una consacrazione, ma nello stesso tempo un monito a non sfuggire ai doveri che erano connessi alla sua stirpe. Erano doveri che potevano richiedere anche l'estremo sacrificio.
Quando il Cristo trionfante svanì, per un breve periodo ci fu il buio, ma poi ecco una nuova immagine luminosa comparire tra le stelle e le galassie.



Ecco Belenos lo Splendente, Signore della Luce, il più caro dei Figli di Ahura Mazda!
L'estasi di quella contemplazione gli ricordò la visione di Dio da parte di Dante nell'ultimo canto del Paradiso.
"A l'alta fantasia qui mancò possa; ma già volgea il mio disio e 'l velle, sì come rota ch'igualmente è mossa, l'Amor che move il sole e l'altre stelle".

Re Umberto o re Giorgio?


Umberto II di Savoia, ultimo re d'Italia, in realtà è ancora vivo e regnante: non scorgete anche voi una incredibile somiglianza con re Giorgio Napolitano?



In ogni caso "God save the Queen"

Dio salvi la Regina!

Personaggi famosi da giovani: li riconoscete? (In fondo le soluzioni)

10-Bill-amp-Hillary-Clinton
E’ proprio vero, nella vita puoi anche riuscire a fare cose straordinarie ma per le persone che hanno condiviso con te la giovinezza rimarrai per sempre un idiota.
Perché nessun uomo è profeta in patria e da sempre è più difficile convincere chi ti sta vicino piuttosto che le persone che non ti conoscono veramente.
Questi ragazzi giovani magari erano quei rappresentati di classe che i compagni più fighi deridevano o avevano dei sogni bizzarri a cui si sentivano rispondere “meglio se ti iscrivi a giurisprudenza”.

16-Marylin-Monroe

17-Michelle-Obama


25-Pope-Francis
23-Barack-Obama
27-Joseph-Stalin










1) Bill e Hillary Clinton
2) Marilyn Monroe
3) Michelle Obama
4) Papa Francesco
5) Barack Obama
6) Josip Stalin

giovedì 2 gennaio 2014

Mia Wasikowska: attrice raffinata e musa ispiratrice



Alcuni la ricorderanno in "Alice in Wonderland"...



... altri la ricorderanno in "Stoker" nel ruolo di India...



...altri ancora in "Jane Eyre"...







Mia Wasikowska lavora fin da adolescente...







La sua bellezza fresca adolescenziale si è trasformata in una raffinatezza di giovane donna e attrice che si è cimentata in ruoli importanti e che ha ispirato non solo i registi, ma anche gli scrittori.





Si vedano i romanzi del ciclo di "Gothian", "Mistero ad Hollow Beach" e "Gli Arcani Supremi".

Perché il gatto fatica a socializzare con gli altri mici?



Il fatto che il gatto sia un animale estremamente indipendente non è di certo una novità, ma quando questo desiderio si trasforma in solitudine e aggressività può portare a seri grattacapi gestionali all’interno della casa. Capita molto di frequente, infatti, che in una stessa abitazione vivano più felini o animali di specie diverse. E qualora uno dei mici fosse intollerante, si rischiano liti e piccoli tafferugli a qualsiasi ora del giorno e della notte. Quali sono le motivazioni alla base di questo comportamento e come modificarlo nel tempo?
Gatti che soffiano
Gatti che soffiano
Gatti che soffiano
Altre foto


L’atteggiamento è facilmente riconoscibile: il gatto poco sociale non solo tiene a distanza il cane di casa – un fatto, questo, più che comprensibile – ma allontana anche i suoi simili, soffiando, miagolando aggressivamente e sfoderando le unghie. Una situazione di coabitazione che l’animale ritiene ingiusta, che tuttavia può essere modificata con un po’ di impegno.

La seconda ragione alla scarsa socializzazione, invece, deriva spesso dalla noia. È il caso dei gatti già abituati a convivere con i simili, improvvisamente diventati scostanti e aggressivi: l’animale, sofferente per la reclusione in casa e la mancanza di stimoli, manifesta il proprio disappunto isolandosi. Basta quindi introdurre un nuovo gioco – a volte basta anche una sola scatola di cartone – affinché il micio sfoghi lo stress e ritorni al suo normale comportamento.La prima modalità di asocialità felina si manifesta quando il micio, prima unico abitante della casa, vede i suoi spazi invasi da un nuovo arrivato. In questa situazione entra in gioco non solo la rinuncia a parte della propria indipendenza, ma anche la gelosia. Il proprietario deve infatti dividersi tra le attenzioni di più di un animale, la pappa diventa un momento di condivisione, il gioco una modalità a due. E il gatto, giustamente, potrà manifestare insofferenza per non essere più il re incontrastato dell’appartamento.
 Per ripristinare la normalità, si rende necessario un percorso d’adattamento che vede il proprietario in prima linea: le attenzioni agli animali domestici devono essere eque e contemporanee, magari con una sessione di coccole congiunte. Al contrario, invece, i pasti devono essere divisi: ogni esemplare avrà la sua ciotola di pappa e di acqua, per limitare al minimo i battibecchi. Infine, la fase di gioco deve essere organizzata attorno a un team: i gatti devono capire come non vi sia divertimento senza collaborazione. Un buon esercizio può essere quello di appendere una pallina a un filo e di tenerne l’altra estremità nella mano. Solo quando i mici si avvicineranno insieme, la cordicella verrà fatta scorrere fino ad abbassare il giocattolo alla portata degli animali. In caso contrario, la pallina verrà sollevata e posta a un’altezza irraggiungibile nemmeno con i migliore dei balzi.

5 motivi per lasciare Facebook nel 2014

5 motivi per lasciare Facebook nel 2014

La prima ammissione è arrivata dall’azienda stessa. A ottobre del 2013 il team di Facebook aveva affermato come gli utenti più giovani fossero ai margini dell’ecosistema della piattaforma, con un utilizzo, su base giornaliera, minore che in passato. Un fuggi fuggi confermato a dicembre da Statista . Il “sentiment” pare essere quello di una saturazione globale di Facebook, non solo in termini di persone iscritte quanto di contenuti. Ecco qualche motivo che potrebbe bastare per convincervi a guardare oltre il social network di Mark Zuckerberg.
1) A pochi interessa veramente leggere/vedere quello che fai o che pensi.
Un calo di interesse che non riguarda i post in sé ma la forma in cui vengono pubblicati. La lettura non basta più a soddisfare l’umana curiosità e la voglia di pettegolezzo. Il 2013 ha dato uno scossone alla condivisione di foto e video che possano raccontare, più di un paio di righe di testo, cosa facciamo, con chi e perché. Non a caso il 2014 sarà l’anno di Instagram e Vine:ve lo avevamo detto .
2) Quanto costa (ri)tornare alla privacy?
La realizzazione del paradosso più grande: andiamo su Facebook per condividere ma ci preoccupiamo di quello che abbiamo condiviso. Il pericolo maggiore è che sulla nostra bacheca compaiano link, foto e contenuti dove siamo taggati ma dove non vorremmo mai essere, vuoi per principio, vuoi per pudore (tranne che non siate tra i fan dei gattini). Facebook, nel 2013, ha costretto le persone a controllare ogni singola impostazione di privacy, portando molti a cancellarsi dal network o a bloccare persone per non lasciare che invadessero la propria bacheca. Una serie di problematiche a cui Twitter non va incontro, pur rimanendo una rete globale.
3) Tu pubblichi, loro ti controllano
Alzate la mano se non vi è capitato, almeno una volta, di vedere attivata la funzione di localizzazione su Facebook mentre state inviando un post. Una “casualità” che avviene spesso su Android dove, grazie all’ A-GPS, l’app riesce a capire dove siamo, individuando la posizione dall’intreccio delle celle telefoniche. Un paio di post geo-localizzati possono raccontare a chi non vogliamo (parenti, amici, datori di lavoro) dove ci troviamo e magari cosa stiamo facendo. Per questo non serve Facebook, basta Foursquare.
4) Tu NON pubblichi, loro ti controllano
Qualche giorno fa è saltata fuori la notizia che Facebook sia in grado di leggere anche quello che si è scritto ma poi cancellato . A rivelarlo è ancora una volta il team di sviluppo che, durante il mese di dicembre, ha pubblicato uno studio che spiega l’avvio di un nuovo strumento di raccolta dati, in grado di leggere le frasi digitate dagli utenti e poi rimosse, senza che siano state mai pubblicate. La missione è quella di “capire perché gli utenti si auto-censurano” in determinate circostanze e situazioni. Eppure esiste un social network dove potete dire tutto, senza paura di far male a nessuno: www.worldtruth.org .
5) Sei messo continuamente in discussione
Avrà senso scrivere questo?”, “Chissà se in quella foto sono venuto bene?”, “Cosa penserà mia madre di questo post?”. Queste sono alcune delle frasi che ci circolano in testa prima di premere invio e pubblicare qualcosa. Facebook, più degli altri social network, ci mette in discussione, praticamente sempre. Non possiamo nemmeno fare i furbi e cancellare un contenuto pubblicato in piena notte, da ubriachi, eccitati o stanchi. In poco meno di un minuto quel contenuto, se di rilevanza (nel bene e nel male), viene ripreso, catturato e ricondiviso. Un recente studio del Dipartimento di Scienze Comportamentali della Utah Valley University ha evidenziato come gli utenti che passano più tempo su Facebook non sono di certo le persone più felici al mondo. Di 400 studenti intervistati “coloro che hanno utilizzato di più il social network erano concordi con l’affermare che le vite degli altri fossero migliori, considerando meno bella la propria”. Un’iniezione di autostima può arrivare da CircleMe , il social network “delle passioni”.