Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
venerdì 29 novembre 2013
La moda femminile Hipster.
Come quella delle loro controparti maschili, è molto stravagante e colorata, ma potrebbe piacere a quelle amiche fashion blogger che amano sbizzarrirsi particolarmente alla ricerca di combinazioni originali.
Il fenomeno hipster ha raccolto un po' di tutto, dal vintage all'hippy fino alle controculture degli ultimi due decenni.
Le provocazioni possono anche essere scritte sulle t-shirt o sugli altri abiti e accessori.
Chi sono gli Hipster? Caratteristiche dello "hipster style".
Premetto che l'hipster style non mi piace e gli hipster non mi stanno particolarmente simpatici, ma siccome questo termine ultimamente è divenuto di moda, mi sono documentato per capire cosa significhi e per trovare delle immagini che rendano l'idea di questo tipo umano.
Negli anni novanta e duemila il termine hipster designava giovani di classe medio-alta, istruiti e abitanti dei grandi centri urbani, che si interessavano alla cultura alternativa (o presunta tale) - “non-mainstream” - come l'indie rock, la musica elettronica, i film d'autore e le tendenze culturali emergenti.
L'hipster postmoderno attuale si professa metrosexual se non addirittura bisessuale, è un ottimo conoscitore della lingua inglese, delle tecnologie e dell'informatica, e ama appropriarsi dei codici delle generazioni precedenti, ammantandosi di un caratteristico stile rétro. Si serve in negozi di abiti usati, mangia preferibilmente cibo da agricoltura biologica, meglio se coltivato localmente, è vegetariano o vegano, preferisce bere birra locale (o prodotta in proprio) e ama le biciclette a scatto fisso, fixed, che spesso sono ľ unico mezzo di trasporto o vengono comunque usate molto frequentemente. Spesso lavora nel mondo dell'arte, della musica e della moda, rifiuta i canoni estetici della cultura statunitense, anche se non vuole essere catalogato e elude l'attualità.
Tuttavia il termine hipster ha assunto in questo periodo un'accezione generalmente dispregiativa, per indicare persone che ostentano atteggiamenti pseudo-alternativi, perché in realtà massificati.
Origine del termine
L'etimologia del termine è discussa. Si fa risalire a hop, un termine gergale per oppio, oppure alla parola wolof hip, che significa vedere o hipi, che significa aprire gli occhi.
L'introduzione dei termini hep e hip nella lingua inglese è di origine incerta e sono state proposte numerose teorie. In origine, i jazzisti utilizzavano hep come termine generico per descrivere gli appassionati di jazz. Essi e i loro fan venivano definiti hepcats. Alla fine degli anni trenta, con la nascita dello swing, hip sostituì il termine hep. Il clarinettista Artie Shaw descrisse il cantante Bing Crosby come «il primo bianco hip nato negli Stati Uniti»
Attorno al 1940, fu coniata la parola hipster, che sostituì il termine hepcat e indicava gli appassionati di bebop e hot jazz, che desideravano distinguersi dai fan dello swing, che alla fine degli anni quaranta cominciava a essere considerato fuori moda ed era stato svilito da musicisti commerciali come Lawrence Welk e Guy Lombardo.
Secondo dopoguerra
La sottocultura hipster si ampliò rapidamente, assumendo nuove forme dopo la seconda guerra mondiale, quando al movimento si associò una fiorente scena letteraria. Jack Kerouac descrisse gli hipster degli anni quaranta come anime erranti portatrici di una speciale spiritualità. Fu però Norman Mailer a dare una definizione precisa del movimento. In un saggio intitolato Il bianco negro (1967), Mailer descrisse gli hipster come esistenzialisti statunitensi, che vivevano la loro vita circondati dalla morte - annientati dalla guerra atomica o strangolati dal conformismo sociale - e che decidevano di «divorziare dalla società, vivere senza radici e intraprendere un misterioso viaggio negli eversivi imperativi dell'io».
Frank Tirro, nel suo libro Jazz: a History (1977), definisce in questo modo gli hipster degli anni quaranta:
« Per l'hipster, Charlie Parker era il modello di riferimento. L'hipster è un uomo sotterraneo, è durante la seconda guerra mondiale ciò che il dadaismo è stato per la prima. È amorale, anarchico, gentile e civilizzato al punto da essere decadente. Si trova sempre dieci passi avanti rispetto agli altri grazie alla sua coscienza. Conosce l'ipocrisia della burocrazia e l'odio implicito nelle religioni, quindi che valori gli restano a parte attraversare l'esistenza evitando il dolore, controllando le emozioni e mostrandosi cool? Egli cerca qualcosa che trascenda tutte queste sciocchezze e la trova nel jazz. » |
Tra XX e XXI secolo
Il termine è stato riattualizzato negli anni novanta e duemila, per designare giovani di classe medio-alta, istruiti e abitanti dei grandi centri urbani, che si interessano alla cultura alternativa (o presunta tale) - “non-mainstream” - come l'indie rock, la musica elettronica, i film d'autore e le tendenze culturali emergenti.
L'hipster postmoderno è un ottimo conoscitore della lingua inglese e ama appropriarsi dei codici delle generazioni precedenti, ammantandosi di un caratteristico stile rétro. Si serve in negozi di abiti usati, mangia preferibilmente cibo da agricoltura biologica, meglio se coltivato localmente, è vegetariano o vegano, preferisce bere birra locale (o prodotta in proprio) e ama le biciclette a scatto fisso, fixed, che spesso sono ľ unico mezzo di trasporto o vengono comunque usate molto frequentemente.. Spesso lavora nel mondo dell'arte, della musica e della moda, rifiuta i canoni estetici della cultura statunitense e sperimenta in campo sessuale. Non vuole essere catalogato e elude l'attualità.
Tuttavia il termine hipster ha assunto in questo periodo un'accezione generalmente dispregiativa, per indicare persone che ostentano atteggiamenti pseudo-alternativi, perché in realtà massificati.
« Gli hipster sono quelli che sogghignano quando dici che ti piacciono i Coldplay. Sono quelli che indossano t-shirt con citazioni tratte da film di cui non hai mai sentito parlare e sono gli unici negliStati Uniti a pensare ancora che la Pabst Blue Ribbon sia un'ottima birra. Indossano cappelli da cowboy o baschi e tutto in loro è attentamente costruito per darti l'idea che non lo sia » |
(Time, July 2009) |
« Il concetto di ipnagogia ci aiuta a capire o fraintendere qualcosa in più del fenomeno hipster. È ipnagogica l’esperienza subconscia, quasi allucinata, per la quale immagazziniamo, sviluppiamo e tradiamo diverse suggestioni esterne. Nel senso che molti di noi hanno avuto un cugino o un amichetto metallaro che ci violentava con cazzate allora molto affascinati come i dischi dei Sepultura et similia, o abbiamo ascoltato distrattamente motivetti Euro-Dance di scandalosa fattura. Bene, anche se siamo convinti di aver rifiutato in tronco queste influenze, e di seguire altri e più nobili modelli stilistici, ipnagogicamente ne siamo gravidi e presto o tardi le esprimeremo. Perché misceliamo tutto e giochiamo con i fantasmi del passato. » |
(Music Addiction, marzo 2012) |
Aree geografiche
Nel Regno Unito, Hoxton e Shoreditch sono rinomate aree hipster di Londra, dove gli hipster vengono indicati con il termine spregiativo di shoreditch twats.
A Parigi va menzionato il quartiere di Belleville, mentre a Berlino la subcultura hipster fa da padrona a Prenzlauer Berg.
Negli Stati Uniti, troviamo Williamsburg a Brooklyn,Echo Park a Los Angeles, Mission District a San Francisco, Uptown a Minneapolis, Wicker Park a Chicago e la parte nordorientale di Portland, Oregon.
Italia
Il Sunday Times di Londra ha definito Bologna la città italiana degli hipster. Grazie alla presenza di numerosissimi studenti italiani e stranieri, è facile incontrare per strada o nei locali notturni ragazzi inquadrabili con questo termine, in particolar modo in luoghi come la zona universitaria o la "bohemienne via del Pratello".
Prossimamente dedicherò un post alla moda femminile hipster... e credo che sarà piuttosto interessante, perché nelle donne questo trend funziona decisamente meglio!
Prossimamente dedicherò un post alla moda femminile hipster... e credo che sarà piuttosto interessante, perché nelle donne questo trend funziona decisamente meglio!
Come annodare la sciarpa e non morire di freddo! Tutti i nodi possibili e i loro nomi.
Io preferisco il nodo Parisian anche se adesso va di moda il Reverse Drape Cross (ma come sapete io non seguo le mode!)
Moda uomo - José Maria Manzanares - Nodo Windsor Club
Impeccabile l'eleganza di Josè Maria Manzanares, famoso torero spagnolo, che oggi scegliamo come testimonial per la rubrica Nodo Windsor Club, ovviamente per il perfetto nodo Double Windsor alla cravatta.
Tipi di cravatte dell'Ottocento - Moda maschile dell'Ottocento
Dalle cravatte a fiocco si sono originate quelle a papillon. Riguardo alle cravatte Ascot e Plastron, rimando ai post ad esse dedicati in questo blog.
Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento si diffuse una cravatta molto simile a quella che poi ha preso piede nel XX secolo e che è tutt'ora quella più utilizzata.
La caratteristica era però che il nodo spesso era già confezionato, così come lo era il colletto della camicia. Considerando il numero di persone che ancor oggi non si sa fare un nodo alla cravatta decente, forse poteva essere un aiuto. Quel tipo di cravatta vittoriana o edoardiana è utilizzata ancora negli abiti dello sposo e dei testimoni nelle cerimonie nuziali.
Nell'immagine qui sotto, tratta da uno dei film ispirati al grande romanzo di Oscar Wilde "Il ritratto di Dorian Gray", due tipi di cravatte: quella di Dorian presenta un Prince Albert Knot (si dibatte se il nome si riferisca al principe consorte della regina Vittoria o al suo figlio primogenito, Albert Edward, principe di Galles).
Lord Henry invece indossa una puff tie di tipo Ascot con nodo Plastròn.
Con l'avvicinarsi del Novecento, la cravatta assomigliò sempre di più a quella attuale ed il nodo più famoso era il Prince Albert.
Poi quel nodo venne soppiantato dal Nodo Windsor, inventato da re Edoardo VIII, quando era Principe di Galles (e poi Duca di Windsor, da cui il nome).
giovedì 28 novembre 2013
Il ritratto di Imogen Poots: bellezza eterea e grande stile.
Vorrei proporvi alcune immagini della splendida attrice inglese Imogen Poots, 24 anni, la cui bellezza ed eleganza mi ha particolarmente colpito, specie in queste foto che interpretano alcune tendenze tipiche dell'ultima moda femminile (i colletti e le collane sotto di essi).
Imogen Poots è nata a Hammersmith, un quartiere di Londra, da Fiona Poots (nata Goodall) e Trevor Poots, produttore tv.
È membro della YoungBlood Theatre Company e modella per la Select Model Management.[1]
Carriera
Il suo primo ruolo importante è quello della giovane Valerie nel film V per Vendetta del 2006. Nel 2004 è anche apparsa in un episodio della Serie TV Casuality. Nel 2007 ha partecipato al cortometraggio Wish di Matt Day e nel 2007 al film per la TV Miss Austen Regrets.[2]
È apparsa nel film Cracks (diretto da Jordan Scott dal romanzo omonimo di Sheila Kohler) e in due produzioni americane, Waking Madison e Solitary Man, in seguito partecipa all'adattamento cinematografico di Enda Walsh: Chatroom, I segreti della mente.
Filmografia
Cinema[modifica | modifica sorgente]
- V per Vendetta (V for vendetta), regia di Jamse McTeigue, (2006)
- 28 settimane dopo (28 weeks later), regia di Juan Carlos Fresnadillo, (2007)
- Me and Orson Welles, regia di Richard Linklater, (2008)
- Cracks, regia di Jordan Scott, (2009)
- Solitary Man, regia di Brian Koppelman, (2009)
- Waking Madison, regia di Katherine Brooks, (2010)
- Centurion, regia di Neil Marshall, (2010)
- I segreti della mente (Chatroom), regia di Hideo Nakata, (2010)
- Jane Eyre, regia di Cary Fukunaga, (2011)
- Fright Night - Il vampiro della porta accanto, regia di Craig Gillespie (2011)
- Una fragile armonia (A Late Quartet), regia di Yaron Zilberman (2012)
- Filth, regia di Jon S. Baird (2013)
- Need for Speed, regia di Scott Waugh (2014)
Televisione[modifica | modifica sorgente]
- Casualty, regia di Ian Withe, (1 episodio, 2004)
- Miss Austen Regrets, regia di Jeremy Lovering, (2008) - Film TV
- Bouquet of Barbed Wire, regia di Ashley Pearce, (3 episodi, 2010)
- Christopher and His Kind, regia di Geoffrey Sax, (2010) - Film TV
Lo Zar e il Kaiser
L'ultimo zar di Russia, Nicola II Romanov e l'ultimo imperatore di Germania, il Kaiser Guglielmo II, erano parenti sia in quanto entrambi cugini di re Giorgio VI Windsor di Gran Bretagna (la cui madre era zia materna di Nicola ed il cui padre era zio materno di Guglielmo) sia in quanto la moglie di Nicola, la zarina Alessandra, era cugina di Guglielmo (erano entrambi nipoti della regina Vittoria).
Tutto ciò non impedì allo Zar e al Kaiser di farsi la guerra, scatenando la prima guerra mondiale e portando alla distruzione i loro imperi e le loro dinastie.
Eppure i loro incontri erano stati sempre molto cordiali: la foto qui sopra mostra addirittura uno scambio delle reciproche uniformi, per cui vediamo il Kaiser indossare una uniforme russa e lo Zar indossare una tipica uniforme prussiana e germanica, con tanto di punta sull'elmetto.
Moda uomo: come abbinare la cravatta alla camicia
La combinazione di camicia e cravatta non è solo questione di gusto, deve anche seguire alcune regole di eleganza. Scegliere la cravatta giusta è fondamentale per trasmettere una prima impressione di sé, ed è in grado di proiettare maggiore o minore formalità in relazione con il look con cui è abbinata. E' dunque interessante scoprire come coordinare al meglio il tono della cravatta a quello della camicia, creare contrasto e giocare con i colori, il disegno e le dimensioni.
Innanzitutto alcune regole preliminari:
Non dimenticare mai:evita l'uso di camicie con bottoni sul collo se usi la cravattaassicurati che il tessuto della cravatta sia morbido e non troppo lucidonelle occasioni ufficiali, opta per tinte tenui e fantasie classichese vuoi apparire elegante, scegli il nodo Windsor doppio
Ed ora ecco cinque regole da tenere a mente:
1
Il primo passo è scegliere la camicia, e da lì selezionare la cravatta appropriata. Per avere nel guardaroba capi facili da abbinare, è fondamentale contare su un set di camicie bianche, celesti e rosa, tinte che permettono un'ampia gamma di possibilità di combinazioni. Le cravatte più facili da abbinare sono quelle di colore nero, azzurro profondo, bordeaux o grigio; approvatissime quelle color argento o dorate.
2Abbinare una camicia fantasia con una cravatta fantasia nel modo corretto farà il tuo stile più ricercato. Sbirciare le vetrine dei negozi ti darà spunti. Nel caso della camicia liscia (cioè monocolore), puoi optare per una cravatta di colore complementare o opposto; se a linee sottili, una cravatta liscia o a linee grosse. Se il collo della camicia è piccolo, deciditi per una cravatta piccola e viceversa. Ricorda che l'obiettivo è un risultato armonioso e proporzionato.
3Camicia e cravatta devono avere in comune almeno un colore, ma non devi abbinare fantasie dello stesso tipo o della stessa grandezza. Come una camicia a righe larghe con una cravatta a piccoli pois, o una camicia a righine sottili con una cravatta a righe larghe.
Puoi invece combinare fantasie grandi con altre più discrete usando una camicia a quadri grandi con una cravatta non eccessivamente colorata.
Puoi invece combinare fantasie grandi con altre più discrete usando una camicia a quadri grandi con una cravatta non eccessivamente colorata.
4Se ricorri a testure o patroni simili, dovranno essere di dimensioni diverse. Combina una camicia a quadretti con una cravatta a quadri più grandi per bilanciare verticalmente il volume. Se mischi due capi a linee, scegline in senso diverso: abbina rombi con linee invece che con quadrati per ottenere un'immagine più armonica. Se indossi una cravatta con stampati o loghi, evita portarla con un capo con lo stesso patrono, o proietterai un'immagine saturata di segni.
5Se mischi linee e quadrati, dovranno essere sottili le linee della camicia in modo da generare un effetto di maggior lunghezza al dorso. I colori non devono rivaleggiare ma complementarsi: considera che una cravatta nera, chic e sobria, si associa perfettamente ad una camicia bianca, la stessa che combina con una cravatta bianca o color crema, da riservare alle grandi occasioni. Se rossa, la cravatta si armonizza con camicie azzurre (un abbinamento molto quotato), nere o bianche; se blu, si sposerà perfettamente con camicie bianche, blu negli stessi toni o più chiare.
Albero genealogico dei Romanov di Russia
Il fondatore della dinastia, Michele figlio di Fiodor, era nipote della zarina Anastasia, moglie di Ivan IV il Terribile e su quella base reclamò la successione quando la discendenza di Ivan si estinse.
A Michele succedette il figlio Alessio, che guidò con fermezza il paese tra numerose difficoltà.
Alla morte di Alessio ci fu un periodo di lotte dinastiche fra i figli di primo letto (Fëdor III, Sofia, Ivan V) ed il partito legato alla famiglia della seconda moglie, Natal'ja Kirillovna Naryškina, madre del futuro zar Pietro I, il quale visse più a lungo dei suoi fratellastri, divenendo unico sovrano. Questi riformò radicalmente l'Impero trasformandolo in una potenza europea, associando al titolo di Zar quello di Imperatore di tutte le Russie e spostando la capitale a San Pietroburgo, che sorse sul golfo di Finlandia dopo le sue conquiste.
A Michele succedette il figlio Alessio, che guidò con fermezza il paese tra numerose difficoltà.
Alla morte di Alessio ci fu un periodo di lotte dinastiche fra i figli di primo letto (Fëdor III, Sofia, Ivan V) ed il partito legato alla famiglia della seconda moglie, Natal'ja Kirillovna Naryškina, madre del futuro zar Pietro I, il quale visse più a lungo dei suoi fratellastri, divenendo unico sovrano. Questi riformò radicalmente l'Impero trasformandolo in una potenza europea, associando al titolo di Zar quello di Imperatore di tutte le Russie e spostando la capitale a San Pietroburgo, che sorse sul golfo di Finlandia dopo le sue conquiste.
Anche alla sua morte però la corte venne divisa da problemi di successione: allo zar succedette la seconda moglie Caterina I ed in seguito l'unico figlio vivente, l'adolescente Pietro II, dell'unico erede di Pietro, lo zarevic Alessio, privato delle proprie prerogative dinastiche dal padre anni prima: con la morte di Pietro II terminò la linea patrilineare dei Romanov.
Come suo successore venne scelta l'unica figlia ancora in vita di Ivan V, che divenne l'imperatrice Anna (1693-1740): anch'essa senza figli, adottò come erede un infante figlio della figlia della propria sorella, che divenne zar col nome di Ivan VI per soli pochi mesi, sotto la reggenza della madre. Un colpo di stato da parte della cugina di Anna, l'impetratrice Elisabetta, ultima figlia vivente di Pietro il Grande e della seconda moglie Caterina I, portò quest'ultima sul trono, ed in carcere od in monastero la discendenza di Ivan V. Priva anch'essa di discendenza, adottò come erede il duca Pietro Ulrico di Holstein-Gottorp, figlio di sua sorella maggiore ed erede presunto al trono svedese, nonostante fosse notoriamente di scarse capacità. Questi salì al trono nel 1762 col nome di Pietro III mantenendo il cognome materno, venendo dopo poco deposto (e fatto assassinare) dalla moglie, che si proclamò imperatrice come Caterina II, ponendo fine a circa un secolo di lotte di palazzo.
Al regno brillante ed innovatore di Caterina, che in molte cose assomigliò all'avo del marito Pietro il Grande, succedette il figlio Paolo I, particolarmente fiero di essere discendente di quell'imperatore, benché nelle proprie memorie la madre insinuasse che fosse in realtà frutto di una relazione con il cortigiano Sergej Saltykov. Figlio unico, e privo di cugini discendenti dai Romanov se non in grado lontano, Paolo mise mano ad una organica legge di successione, allora una delle più rigorose in Europa, per evitare che in futuro si ripresentassero crisi come quelle che i Romanov avevano affrontato nel XVII secolo: la legge di famiglia si basò sulla primogenitura agnatizia, sulla richiesta della fede ortodossa del monarca e dei membri della dinastia, del consorte dell'imperatore e dei primi eredi in linea di successione. Dopo pochi anni di regno anche Paolo I venne ucciso in una congiura di palazzo, ma la monarchia rimase salda, nelle mani di suo figlio Alessandro I che, appoggiato anche dai suoi fratelli e dalle sorelle, condusse la Russia oltre le guerre del periodo Napoleonico. L'imperatore, affrontando la possibilità di un matrimonio morganatico del suo fratello ed erede Costantino, modificò la legge di successione, aggiungendo la clausola per cui i consorti dei membri della dinastia dovevano essere di uguale nascita, cioè appartenenti ad una casa reale o regnante, altrimenti la loro prole avrebbe perso ogni diritto.
Alla morte di Alessandro gli succedette il fratello Nicola I. Autocratico e reazionario, Nicola I dedicò il suo regno a potenziare l'esercito ma nonostante questo il suo regno terminò con la bruciante sconfitta della guerra di Crimea, per la quale si disse che lo zar morì di dolore. Nicola I ebbe quattro figli, che diedero origine a quattro rami principali della famiglia Romanov
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