venerdì 8 novembre 2013

La regina madre, il principe di Galles e la principessa Margaret nel 1953



Questa foto di 60 anni fa mostra il Principe di Galles, Carlo, tra la nonna Elizabeth Bowes-Lyon, regina madre, e la zia principessa Margaret, contessa di Snowdon, mentre assiste, piuttosto annoiato, all'incoronazione di sua madre, la regina Elisabetta II del Regno Unito.

La perfetta eleganza maschile.


Vestito a tre pezzi, cravatta con nodo Windsor. Classe e stile naturali. Abbinamento ottimale dei colori.

La bianca "ricrescita" di Kate Middleton, Duchessa di Cambridge.

London News Pictures/Rex/REX USA/London News Pictures/Rex/REX USA

Kate Middleton - la ricrescita

Ebbene sì, quella ricrescita bianca appartiene a Kate Middleton, Duchessa di Cambridge e moglie del principe William, secondo nella linea di successione al trono britannico.
Quanto a capelli, i Duchi di Cambridge paiono avere qualche problema: lei un precoce imbiancamento, lui una sempre più evidente calvizie.
Se la genetica non è un'opinione, che sorte toccherà a loro figlio, il principe George?

La Merkel sta portando l'Eurozona al collasso.



Ambrose Evans Pritchard. International Business Editor of The Daily Telegraph –L’intervista esclusiva al Columnist economico del Telegraph
di Alessandro Bianchi
- Dalle colonne del Telegraph, Lei ha scritto spesso come i paesi dell’Europa del sud dovrebbero formare un cartello e parlare con un’unica voce nel board della Bce e nei vari summit per forzare quel cambiamento di politica necessario a rilanciare le loro economie. Ritiene che il sistema euro possa ancora salvarsi o giudica migliore per un paese come l’Italia scegliere il ritorno alla propria valuta nazionale? 
Quello che serve in Europa oggi è uno shock economico sul modello dell’Abenomics.Italia, Spagna, Grecia e Portogallo, insieme alla Francia devono smettere di fare finta di non avere un interesse in comune da tutelare. Questi paesi hanno i voti necessari per forzare un cambiamento. La Bce oggi non sta rispettando gli obblighi previsti dai trattati e non solo per il target del 2%, dato che nei trattati non si parla solo d’inflazione, ma anche di crescita e di occupazione. Il dato dello 0,8% di ottobre è un autentico disastro per l’andamento della traiettoria di lungo periodo del debito. Senza un cambio di strategia forte, l’Italia sarà al collasso nel 2014. Il paese ha un avanzo primario del 2.5% del PIL e ciononostante il suo debito continua ad aumentare. Il dramma dell’Italia non è morale, ma dipende dalla crisi deflattiva cui è costretta per la sua partecipazione alla zona euro.
La politica è fatta di scelte e di coraggio. Fino ad oggi non si è agito per impedire che si dissolvesse il consenso politico dell’euro in Germania. Ma oggi c’è una minaccia più grande e se Berlino non dovesse accettare le nuove politiche, può anche uscire dal sistema. Il ritorno di Spagna, Italia e Francia ad una valuta debole è proprio quello di cui i paesi latini hanno bisogno. Del resto, la minaccia tedesca è un bluff ed i paesi dell’Europa meridionale devono smascherarlo. L’ora del confronto è arrivato.
- Il problema è che i governi attuali dell’Europa meridionale sembrano ipnotizzati dall’incantesimo del “più Europa” e non prendono in considerazione altre soluzioni. Da cosa dipende? 
letta-33Recentemente ho avuto modo di incontrare a Londra il primo ministro italiano Enrico Letta ed abbiamo parlato proprio di questo. Alla mia domanda sul perché non si facesse promotore di un cartello con gli altri paesi dell’Europa in difficoltà per forzare questo cambiamento, il premier italiano mi ha risposto che secondo lui sarà Angela Merkel a mutare atteggiamento nel prossimo mandato e venire incontro alle esigenze del sud. Si tratta di un approccio assolutamente deludente. Enrico Letta, come anche Hollande in Francia, è un fervente credente del progetto di integrazione europea e non riesce ad accettare che l’attuale situazione sia un completo disastro. Questo atteggiamento non gli permette di comprendere le ragioni per cui l’euro sia divenuto così disfunzionale per i paesi membri. 
- Coloro che sostengono che i paesi dell’Europa meridionale non possono tornare alle loro monete nazionali utilizzano due motivazioni in particolare: l’enorme inflazione conseguente all’inevitabile svalutazione ed il fatto di non poter poi reggere la concorrenza di colossi commerciali come la Cina. Le giudica corrette?  
Si tratta, in entrambi casi, del contrario esatto della realtà. L’euro è un’autentica maledizione per le esportazioni, che dipendono dai prezzi e dal tasso di cambio. I paesi europei sopravvalutati a causa della moneta unica hanno perso una quota importante del loro mercato globale a disacapito della Cina. Con Pechino che tiene lo yaun sottovalutato e con una moneta enormemente sopravvalutata, molte aree dove l’industria italiana eccelle sono inevitabilmente in crisi. Una crisi che dipende dal tasso di cambio.
Per quel che riguarda l’inflazione, qualora l’Italia dovesse procedere ad un collasso disordinato e caotico dell’euro, il paese potrebbe perdere nella prima fase il controllo dei prezzi. Ma oggi quest’ultimi sono già fuori controllo. Nei paesi dell’Europa meridionale è in corso una grave crisi di deflazione che rischia di riproporre il “decennio perso” del Giappone con contorni inquietanti per quel riguarda l’andamento debito/Pil. In Italia è passato dal 120% al 133% in due anni: si tratta di una trappola che sta portando il paese al collasso. Il problema da combattere oggi è la deflazione e non l’inflazione. 
crisi SMEL’esperienza attuale dell’Italia e degli altri paesi della zona euro è molto nota in Gran Bretagna. Nel nostro paese ci sono stati due esempi similari di crisi di deflazione e svalutazione interna: agli inizi degli anni ’30 con il sistema del Gold Standard e nella crisi dello SME del 1991-1992. In entrambi i casi, il Regno Unito ha determinato la rottura del sistema e restaurato il controllo totale della propria valuta nel momento in cui gli interessi del paese erano messi a rischio. I critici al tempo utilizzavano la stessa argomentazione dell’inflazione, ma nel 1931 all’uscita del Gold Standard, in una situazione di deflazione interna, non vi è stato alcun aumento incontrollato dei prezzi, con lo stimolo monetario e la svalutazione che sono stati la premessa per la ripresa dalla Grande Depressione. La stessa identica esperienza l’abbiamo vissuta nel 1992 con la crisi dello Sme.
Spesso si tende ad avere un approccio superficiale alle questioni economiche e questo non aiuta il dibattito politico. Se dovesse lasciare l’euro, l’Italia dovrebbe optare per un grande stimolo monetario da parte della Banca d’Italia, una svalutazione ed una politica fiscale sotto controllo. Questa combinazione garantirebbe al paese una transizione tranquilla e nessuna crisi fuori controllo.  
- Molto spesso coloro che reputano insostenibile il ritorno alle monete nazionali paventano anche l’insostenibilità di poter sopportare le inevitabili ritorsioni economiche della Germania. Si tratta di una minaccia credibile?  
diecimilalireNon c’è nulla di più falso. E’ negli interessi della Germania gestire l’eventuale uscita di un paese membro nel modo più lineare, regolare e tranquillo possibile. Nel caso di un deprezzamento fuori controllo della Lira, ad esempio, il più grande sconfitto sarebbe Berlino: le banche ed assicurazioni tedesche che hanno enormi investimenti in Italia sarebbero a rischio fallimento; ed inoltre, le industrie tedesche non potrebbero più competere con quelle italianesui mercati globali. Sarebbe interesse primordiale della Bundesbank acquisire sui mercati valutari internazionali le lire, i franchi, pesos o dracme per impedirne un crollo. Si tratta di un punto molto importante da comprendere: nel caso in cui uno dei paesi meridionali dovesse decidere di lasciare il sistema in modo isolato, è nell’interesse dei paesi economici del nord Europa, in primis la Germania, impedire che la sua valuta sia fuori controllo e garantire una transizione lineare. Tutte le storie di terrore su eventuali disastri che leggiamo non hanno alcuna base economica. 
- In diversi suoi articoli recenti, Lei dichiara come la spinta al cambiamento arriverà dalla Francia. Quale sarà l’elemento che lo determinerà in concreto? 
Con la disoccupazione che cresce a livelli non più controllabili, Hollande, che ha posto come suo obiettivo primario della sua presidenza quello dell’occupazione, ha perso ogni credibilità e sta arrivando al limite di sopportazione con l’Europa. 
Quello che sta accadendo oggi alla Francia è l’esatta riproposizione delle dinamiche economiche che il paese ha vissuto dal 1934 al 1936, quando con il Gold Standard il paese si trovava in una situazione di deflazione, disoccupazione di massa e non aveva gli strumenti per ripartire. I dati sono arrivati ad un livello insostenibile nella presidenza Laval nel 1935 ed ha determinato un cambiamento politico rivoluzionari nel 1936: la vittoria del Fronte Popolare. La Francia di oggi è in una situazione simile al 1935, con i dati economici che continuano a peggiorare di mese in mese, ed una svolta come quella del 1936 si avvicina. Basta vedere la tensione dei protestanti in Bretagna o i risultati crescenti del Fronte Nazionale per comprenderlo.  
marine le pen- Sarà Le Pen ad imprimere questo cambiamento?
L’ascesa del Fronte Nazionale è incredibile, ma non penso che prenderà mai il potere. Quello che accadrà sarà però altrettanto rivoluzionario, in quanto costringerà gli alri partiti, soprattutto i gaullisti, a modificare la loro politica. Il programma di Le Pen è chiaro: uscita immediata dall’euro – con il Tesoro francese che proporrà un accordo con i creditori tedeschi, se questi non l’acceteranno la Francia tornerà lo stesso al franco e le perdite principali saranno per la Germania – e poi referendum sull’Ue sul modello inglese. Sono argomenti che incontrano la simpatia di un numero crescente di persone in modo trasversale e gli altri partiti non possono più ignorarli. Il Fronte Nazionale sta forzando gli altri partiti a cambiare la loro agenda e realizzare che non possono semplicemente avere la stessa opinione di Berlino e Bruxelles.
- In molti paesi stiamo assistendo alla fusione dei partiti conservatori e socialisti a difesa dell’austerità di Bruxelles e contro le intenzioni di voto degli elettori. Il voto dei Parlamenti nazionali sulle leggi di stabilità ormai non conta più ed i governi aspettano solo l’approvazione della Commissione. Infine, i paesi si stanno indebitando per finanziare organizzazioni inter-governative come il Mes, che prenderà decisioni fondamentali per la vita delle popolazioni nei prossimi anni e non ha all’interno meccamismi di trasparenza e di controllo democratico. Ma cosa sta diventando l’Unione Europea? 
La difficoltà oggi è quella di comprendere il perché la creazione dei vari strumenti di coesione federale decisi dall’Ue abbiano creato un sistema così disfunzionale. Il problema fondamentale è la mancanza del controllo delle imposte e della spesa da parte di un Parlamento eletto democraticamente. Non è un caso che la guerra civile inglese sia iniziata nel 1640 quando il re ha cercato di togliere questi poteri al Parlamento o che la rivoluzione americana sia scoppiata quando questo potere è stato tolto da Londra a stati come Virginia o il Massachusetts, che lo esercitavano da tempo. Sono esempi anglosassoni, ma ce ne sono tanti altri di come le fondamenta della democrazia risiedono nel controllo del budget e delle imposte da parte di organi eletti dal popolo. Quello che sta accadendo all’Ue è, al contrario, il tentativo di darne la gestione a strumenti e strutture sovranazionali, che non hanno alcun fondamento con nessun Parlamento. E’ estremamente pericoloso e chiaramente anti-democratico. 
L’argomento che viene usato spesso in sua difesa è che si tratta di un primo passo antidemocratico si, ma che serve per completare la federazione sul modello statunitense. Il sistema americano sarebbe il modello logico da imitare, ma non è realizzabile: non c’è il consenso politico nei cittadini europei e per gli Usa vi erano sistemi, istituzioni e tradizioni completamente differenti. François Heisbourg  nel suo utlimo libro centra alla perfezione questo punto: non si può creare un’Unione politica con l’obiettivo di salvare l’euro. E’ ridicolo. La federazione deve essere subordinata ad i grandi ideali che plasmano una società e non per salvare una moneta. I paesi devono tornare alla realtà sociale al più presto e non devono pensare a strumenti di ingegneria finanziaria per far funzionare qualcosa che non può funzionare. 
cameron-david_120326211105_medium- Il referendum voluto da Cameron per la rinegoziazione della partecipazione del Regno Unito all’Ue trova il favore di un numero crescente di paesi, soprattutto nel nord Europa. Cosa si attende dal voto inglese?  
La prima reazione in Europa quando Cameron ha lanciato il referendum è stata quella di definire gli inglesi “stupidi suicidi”. L’argomento era quello che Londra avrebbe perso mercato e si sarebbe rassegnata al declino economico. Si tratta di argomentazioni ridicole. Le persone che hanno ancora ben compreso come funziona l’Unione Europea, come quelle con cui mi sono confrontato alla Conferenza Ambrosetti a Como in settembre, sanno che l’uscita del Regno Unito sarebbe si un disastro, ma non per Londra, per l’Ue. Il progetto europeo si basa su tre gambe, una delle quali è la Gran Bretagna, l’Olanda ed i paesi scandinavi. E senza una di queste, l’Ue è finita, perché la chimica interna cambierebbe e sarebbe particolarmente difficile soprattutto per la Francia mantenere i sottili equilibri con la Germania. La decisione inglese è un enorme avviso a Bruxelles: l’integrazione è andata troppo oltre il volere popolare e le popolazioni vogliono indietro alcuni poteri. La Costituzione europea è stata rigettata da un referendum in Francia ed Olanda. I trattati recenti non sono stati posti al giudizio del popolo, tranne che in Irlanda, ma costringendola a votare fino all’accettazione. Questa fase in cui si procede senza consultare i cittadini è finita. Questo tipo di arroganza è finito.  
parlamento-ue-strasburgo- Nel maggio del prossimo anno ci saranno le elezioni per il Parlamento europeo, un test fondamentale per i partiti e movimenti scettici verso Bruxelles. L’Ue non sarà più la stessa? 
Da studioso dell’economia mi trovo in difficoltà a rispondere. Posso dire che oggi il pericolo maggiore per i paesi dell’Europa meridionale si chiama crisi deflattiva, che potrebbe presto trasformarsi in una depressione economica in grado di rendere fuori controllo la traiettoria debito/Pil. E’ un potenziale disastro. In questo contesto, la politica si deve porre l’obiettivo del ritorno di una serie di poteri sovrani delegati a Bruxelles e le elezioni europee del prossimo maggio saranno un evento potenzialmente epocale: i partiti scettici dell’attuale architettura istituzionale potrebbero essere i primi in diversi paesi – l’Ukip in Gran Bretagna, il Fronte Nazionale in Francia, il Movimento cinque Stelle in Italia, Syriza in Grecia ed in altri paesi – e sarà la possibilità per le persone di esprimere la loro irritazione e frustrazione contro le scelte da Bruxelles.Un blocco politico importante potrà distruggere questo “mito artificiale” che si è costruito: l’Ue non sarà più la stessa e sarà costretta ad essere meno ambiziosa e comprendere che molte delle sue prerogative devono tornare agli stati nazionali. I governi di Italia, Spagna, Francia devono riprendere il pieno controllo delle vite dei loro cittadini e non pensare all’allargamento all’Ucraina o alla Turchia. Si tratta dell’ultima battaglia.
8/11/2013

Gli Arcani Supremi. Capitolo 43. Il Varco tra i Mondi.



Quella notte lord Robert Oakwood, duca di Albany, sognò il Varco tra i Mondi.
Era esattamente come Vivien l'aveva descritto: un antico ponte sopra un ruscello che alimentava un piccolo stagno, ai margini della Palude.
Quel ponte adesso non c'è più. 
A parlare, nel sogno, era la voce della stessa lady Vivien Oakwood, duchessa di Albany, meglio conosciuta come la Dama del Lago.



E' giunto il momento che tu sappia ciò che non è scritto in nessun libro. La Formula che mondi possa aprirti, la maglia rotta nella rete, il punto morto del mondo, l'anello che non tiene...
Vivien parlava utilizzando il linguaggio di un poeta italiano che la sua amica Irma Brandeis aveva conosciuto molto bene.
Irma mi disse che Montale aveva scoperto un Varco in Italia, presso una rupe sulla scogliera della costa di levante, nella riviera ligure. E scrisse: "Il Varco è qui? Pullula il frangente nella balza che discende". Quel Varco fu chiuso negli anni '30. Montale era un antifascista. In generale i Varchi sono stati chiusi per impedire ai governi di turno di ottenere armi speciali da parte dei mondi che si trovano al di là del Varco.
Robert voleva svegliarsi, ma si sentiva come imprigionato in quel sogno.
E' tempo che ti dica cosa io ho trovato al di là del Varco di Hollow Beach.
Dunque il Mistero stava per essere chiarito?



Un Varco tra i Mondi. Ma com'era possibile?
La tecnologia di civiltà molto più avanzate della nostra ha reso possibile la creazione dei Varchi.
Il trasporto non può avvenire però mantenendo in vita il corpo. Chi oltrepassa il Varco, perde il suo corpo, ma la sua memoria viene subito installata in un altro corpo. Ecco perché se un alieno viene da noi, la sua memoria si incarna in un essere umano, che ne è come posseduto. Lo stesso avviene quando un uomo giunge nell'altro mondo. La sua memoria si deposita su una struttura che gli alieni hanno preparato apposta per noi. Una specie di androide. Questo ora sono io, ma quando tornerò sulla Terra, allora la mia memoria tornerà su una mia congiunta di genere femminile.

giovedì 7 novembre 2013

Meraviglioso outfit "street style" da Vogue Mexico



Completo in total white con faux fur leopardato. Si riconferma il trend dei wide leg pants a vita alta.

L'eleganza di Jack Dorsey, fondatore di Twitter



Chissà perché, lo vedrei bene nel ruolo di Christian Grey, per il film tratto da "Cinquanta sfumature di grigio".
Elegantissimo, sempre in giacca e cravatta, nodo Windsor assolutamente perfetto, abiti sartoriali di ottima fattura, camicie bianche immacolate e inamidate, pettinatura casual, ma curatissima.
E' Jack Dorsey, il fondatore di Twitter e direi che come Twitter è un social molto più fighetto del popolare Facebook (e lo dico da utente di FB che non ha un account Twitter), allo stesso modo Dorsey è l'eleganza in persona, laddove Zuckeberg è la sciatteria in persona.
Ma vediamo alcune foto che illustrano l'eleganza di Jack Dorsey.







Gli perdoniamo anche la skinny tie, purché il nodo sia sempre un Windsor!













Attualmente è fidanzato con la modella inglese Lily Cole



Gli uccisori dell'Eleganza giovanile e adolescenziale.



L'hip-hop è quanto di più lontano possa esistere dall'eleganza.
Ha fatto della sciatteria la sua bandiera, con quei capi oversize, quei cappellini e bandane, quei jeans e quelle tute con cui ci sarebbe da vergognarsi anche in casa, anche in camera da letto.
Ma l'hip hop è stato solo l'ultimo dei movimenti giovanili, o per meglio dire giovanilistici, che hanno ucciso l'Eleganza.
Tutto è incominciato nel 1968, quando la contestazione studentesca ha portato con sé i blue-jeans, che hanno sostituito i pantaloni con la piega, che erano un baluardo dell'eleganza.



Successivamente le t-shirt hanno sostituito la camicia, un altro baluardo dell'eleganza maschile.
Non parliamo poi della cravatta, che per decenni era sparita tra i giovanissimi, salvo poi essere riportata in auge nella sua forma skinny tie, che io non amo, ma che è sempre meglio che niente,
I maglioni hanno sostituito la giacca.
E un altro baluardo è caduto, e siamo ormai negli anni '80.
Durante gli anni '80 la felpa sostituisce i gilet e sdogana le tute facendole diventare un capo onnipresente.
I giubbotti sostituiscono i cappotti.
E un altro baluardo cade.
Sono gli anni dei paninari, dei punk, dei metal e di tutti coloro che hanno contribuito a trasformare il vestiario degli adolescenti prima e dei giovani poi in una accozzaglia ridicola e disgustosa di capi fintamente ribelli.
Poi è arrivato l'hip-hop, con i suoi rapper, che hanno dato all'Eleganza giovanile il colpo di grazia.

Il fascino della divisa e il nodo Windsor d'ordinanza



Le mie lettrici concorderanno sul fatto che in un uomo il fascino della divisa ha sempre un valore aggiunto, una marcia in più. Vediamo in questo caso come gli accessori accentuano tale fascino.
In primo luogo, ormai lo sapete, c'è il mitico nodo Windsor alla cravatta (quello doppio, simmetrico, a triangolo) inventato da Edoardo VIII, duca di Windsor.
In secondo luogo gli ottimi Ray Ban.
In terzo luogo l'orologio.
Il doppiopetto con una aderenza sartoriale (a suit that fits, si direbbe in inglese), mette in risalto un invidiabile girovita...

mercoledì 6 novembre 2013

José Maria Manzanares: testimonial del Nodo Windsor - Windsor Knot Testimonial





L'affascinante torero spagnolo è un altro testimonial del più elegante nodo alla cravatta.









Gli uomini di stile, scelgono il nodo Windsor, il doppio Windsor.



Qui vediamo Manzanares con un abito a tre pezzo, 3 piece suit, di gran classe. Sempre con nodo Windsor, full Windsor.

Partito Nazionale Conservatore: la Tradizione delle origini e le differenziazioni culturali regionali.



Per Tradizione non intendiamo in primo luogo quella greco-romana, quella celtica e quella germanica.
L'Italia infatti nasce nell'antichità, ai tempi dei Romani, come federazione di popoli aventi una base mediterranea (Etruschi, Liguri, Villanoviani, Appenninici, Sicani), una indoeuropea arcaica (Veneti, Piceni, Umbri, Latini, Sanniti, Lucani, Bruzi, Illiri, Calabri, Siculi), una indoeuropea classica ( Latini, Romani, Greci della Magna Grecia), una celtica (Galli, nella pianura padana e nelle zone circostanti) e infine una germanica (Visigoti, Ostrogoti, Longobardi, Franchi, Tedeschi del Sacro Romano Impero).
Queste tradizioni si sono fuse in un'unica nazione, che presenta tuttavia profonde differenze nelle varie regioni.
Le istanze Nazionali non sono in contraddizione con quelle Federali: siamo Italiani, ma ognuno con una sua particolare storia e tradizione da difendere e da valorizzare.
Per questa ragione il Partito Nazionale Conservatore auspica una coalizione di centro-destra in cui una destra nazional-conservatrice sia alleata con una destra federalista.
Torneremo su questo punto quando si tratterà di passare dalle questioni di principio e dalla strategie fondamentali agli aspetti più tattici e pragmatici.
Non possiamo certo negare che esista una tradizione cattolica, ma riteniamo che essa porti avanti idee e principi molto più vicini alla sinistra che allo schieramento di centro-destra.
La Chiesa moderna, infatti, sostiene l'immigrazione clandestina e il pauperismo, cioè vorrebbe che diventassimo tutti poveri, coerentemente con la predicazione di Cristo. Il Papa fa dunque il suo mestiere, ma le idee che porta avanti non hanno nulla a che vedere con il tipo di Tradizione che porta avanti il Partito Nazionale Conservatore italiano.

I testimonial del nodo Windsor



1) Henry Cavill

2) Principe Carl Philip di Svezia, duca di Varmland



3) Chris Pine



Il nodo Windsor alla cravatta, detto Windsor Knot o Double Windsor, è considerato il più elegante in assoluto, per la sua simmetria e per la sua forma perfettamente triangolare.
E' così chiamato perché a inventarlo fu re Edoardo VIII, duca di Windsor e marito di Wallis Simpson.

martedì 5 novembre 2013

Gli Arcani Supremi. Capitolo 43. Van Helsing.



Mentre tornava nella residenza di Vivien, Robert Oakwood provò più volte, inutilmente, a contattare per telefono suo padre e sua madre. La linea era costantemente disturbata.
In ogni caso, la sua decisione ormai era presa: se non avesse avuto una prova inconfutabile di tutte le assurdità sul soprannaturale che gli erano state raccontate nei giorni precedenti, se ne sarebbe andato via una volta per tutte da Hollow Beach e sarebbe tornato a Manhattan.
Quando finalmente arrivò alla villetta diroccata che era appartenuta a Vivien Oakwood, Robert trovò una nuova busta nella cassetta delle lettere.
Non può certo avermela inviata Stoker! Ha parlato con me fino a due minuti fa!
Aprì la busta e vi trovò sia una carta dei Tarocchi che un biglietto.
La carta era un Arcano Maggiore tristemente noto: la Morte, che con la sua falce livellatrice tagliava le teste dei re come quelle della gente comune.



Il tredicesimo Arcano!
In fondo era di quello che aveva appena parlato con Stoker: le memorie dei Morti e la capacità di risvegliarle nella mente altrui.
Il biglietto era ancora più preoccupante.
Vi era scritto, in caratteri ottocenteschi pieni di svolazzi e di qualche strafalcione ortografico:
"Io sono colui che vi insegnerà come sfidare la Morte e la Non-Morte.
I miei ossequi
Abraham Van Helsing"
Le assurdità si stavano moltiplicando in maniera inaccettabile.
Quegli idioti si illudono che io possa credere che Van Helsing, un personaggio inventato, esista realmente e sia ancora vivo dopo più di un secolo dalle storie raccontate nel romanzo Dracula?
Evidentemente lo avevano preso per uno stupido.
Be', se ne pentiranno!
Oltrepassò il cancello e il giardino e si diresse senza esitazione verso la porta d'ingresso.
Entrò e subito si concesse una bella doccia calda e rilassante.
Cenò sobriamente e rapidamente, per poi perlustrare la casa in cerca di eventuali manomissioni o indizi lasciati da chi voleva trattenerlo ad Hollow Beach
Van Helsing! E' chiaro che qui c'è qualcuno che vuole ironizzare sul fatto che gli Iniziati hanno come priore un discendente di Bram Stoker.



In fondo, cosa si sapeva realmente di quel personaggio inventato?
Bastava dare un'occhiata a Wikipedia:
"Il professor Abraham Van Helsing è un personaggio di fantasia protagonista del romanzo Dracula (1897) di Bram Stoker. Di origineolandese, Van Helsing rappresenta l'antagonista di Dracula e dichiara una guerra senza quartiere al vampiro e ai suoi adepti. In tale veste il personaggio di Van Helsing compare in quasi quaranta opere cinematografiche o televisive ispirate più o meno direttamente al romanzo"



Nel romanzo di Stoker, Van Helsing è un professore universitario olandese con la fama di essere un filosofo metafisico che conosce i mali dell'occulto. È maestro e mentore del dottor Seward, colui che si rende conto per primo dell'inspiegabilità del male che colpisce Lucy Westenra. Egli è un grande intellettuale, medico, letterato e filosofo, ed è con l'intelligenza e l'astuzia che sceglie di contrastare Dracula, piuttosto che con la forza bruta. Crede nell'esistenza del soprannaturale, e in fenomeni quali il mesmerismo, i campi elettromagnetici ed i corpi astrali.
La più grande sfida, però, è quella di convincere i propri compagni d'avventura ad accettare la presenza del soprannaturale: non sarà facile e soltanto l'incontro faccia a faccia con Lucy Westenra, morta giorni prima ed ora trasformata in vampira, potrà convincere il suo razionale allievo dottor Seward.
Nel romanzo i due personaggi di Van Helsing e Dracula sono assolutamente complementari e rappresentano due modi diversi di intendere il mondo che si fronteggiano.
Forse colui che ora si firma con il nome di Van Helsing è qualcuno che si sta opponendo ad un malvagio, ad un personaggio che in qualche modo può ricordare Dracula. Ma chi? Chi può essere?


Cast

Hugh Jackman - Gabriel Van Helsing
Anthony Hopkins - Abraham Van Helsing
Mel Brooks - Prof. Van Helsing

Se Checco Zalone sa fare il nodo Windsor alla cravatta...



E' il fenomeno del momento. Checco Zalone sta sbancando ai botteghini. 15 milioni di euro in una settimana, una cifra che potrebbe aiutare a far quadrare persino il bilancio dello stato!
Non ho visto il film, per cui non intendo scrivere una recensione, ma soltanto notare una cosa simpatica, che non può che farmi piacere. Il simpatico Checco Zalone ha reso popolare nel grande schermo il nodo Windsor alla cravatta e di questo non posso che essergliene grato! ;-)

lunedì 4 novembre 2013

L'Eurozona: Quarto Reich Tedesco o Seconda Unione Sovietica?



L'Eurozona, cioè l'insieme di paesi che utilizza l'euro come moneta ufficiale, è un misto tra un Quarto Reich Tedesco e una Seconda Unione Sovietica.
Provo a motivare questa mia affermazione.
E' un Quarto Reich Tedesco perché l'euro non è altro che il marco tedesco esteso come moneta unica nei paesi le cui economie hanno ceduto la sovranità monetaria e fiscale alla Banca Centrale Europea, avente sede a Francoforte (in Germania, guarda caso) e controllata da un'alleanza tra i Tedeschi ed i paesi satelliti della Germania.



Come possiamo vedere nella mappa geopolitica sovrastante, i paesi satelliti della Germania all'interno dell'Eurozona sono: Austria, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Slovenia e Slovacchia.
A questi si aggiunge l'influenza su paesi che non hanno come moneta l'euro, ma sono fortemente legati alla Germania, e cioè la Svizzera, la Rep. Ceca, l'Ungheria e la Croazia.
Grazie a questa rete di alleanza la Germania controlla sia la Banca Centrale Europea sia i paesi che fungono da paradisi fiscali per gli investitori tutelati dalle banche tedesche.
I primi tre imperi tedeschi si erano basati sulla conquista militare: il quarto si basa sulla supremazia economico-finanziaria imposta tramite la BCE e la Commissione Europea.
Non è più né la fede, né il nazionalismo, né il razzismo a giustificare l'egemonia tedesca sul continente europeo, ma la il denaro.
La politica monetaria e fiscale che la Germania ha imposto tramite la BCE a tutta l'Eurozona-Quarto Reich ha portato vantaggi solo ai tedeschi, mentre gli altri stati sono sprofondati nell'abisso di una recessione di cui ancora non vediamo la fine.
Ma passiamo ora al secondo punto.
L'Eurozona assomiglia anche all'Unione Sovietica.
Come l'Urss, infatti, anche l'Eurozona si basa su una ideologia utopica tradotta nella realtà e divenuta un incubo.
L'ideologia è quella del monetarismo bancocentrico che è la versione occidentale dell'economia pianificata comunista e stalinista.
Tale ideologia si basa sull'austerità fiscale e monetaria contro lo sviluppo economico; sulla predominanza delle banche e dei mercati finanziari sull'economia reale; della grande industria sulla piccola e media impresa; della burocrazia sulla libera iniziativa.
 Le stesse ragioni che hanno portato al collasso l'Unione Sovietica si possono riscontrare, mutatis mutandis, nell'Eurozona, tanto che il rischio di fare la stessa fine è molto elevato.


Euro - Vierte Reich - 4th Reich - fourth Reich- Eurozone

Partito Nazionale Conservatore: contro il riformismo fine a se stesso



Oggi tutti si riempiono la bocca della parola: "Riforme". Io quando sento quella parola, tremo.
Nella maggior parte dei casi, come ci insegna la storia, quando si cambia si peggiora.
Anche la saggezza popolare dice che il meglio è nemico del bene.
Negli ultimi trent'anni ci sono stati tre tipi di cosiddette "Riforme".
Il primo tipo comprendeva provvedimenti che hanno minato l'autorità delle istituzioni sociali con funzione educativa e cioè la famiglia, la scuola e l'università.
Il movimento nato dalla contestazione che tra il 1968 e il 1977 ha demolito l'autorità dei genitori, degli insegnanti e dei professori universitari ha avuto come conseguenza il fatto che oggi un genitore o un docente fa molta fatica a farsi rispettare da un figlio o da uno studente.
Ne deriva un enorme danno sociale, in cui si perde non solo l'educazione, ma anche la capacità di vedere nell'adulto un punto di riferimento.
Il secondo tipo è quello delle riforme fatte per tradurre in atti concreti un'utopia buonista.
Anche qui la storia ci insegna che le utopie, una volta realizzate, diventando il contrario di ciò per cui erano nate. Una rivoluzione cambia solo il tipo di elite al potere. Una riforma, a volte, cambia solo i nomi delle istituzioni, quando va bene, oppure le sostituisce con istituzioni più inefficienti.
Trent'anni di riformismo hanno messo in ginocchio l'Italia.
Il terzo tipo riguarda le riforme fatte per imitare le istituzioni di altri paesi, in particolare quelli anglosassoni.
Non si tiene conto che ciò che funziona in un paese in genere non funziona altrettanto bene negli altri paesi. E' come trapiantare un organo da parte di un donatore non compatibile.
L'Italia aveva un ottimo sistema scolastico e universitario che è stato rovinato dalle varie riforme che si sono succedute dagli anni '90 del secolo scorso ad oggi.
Essere conservatori vuol dire rifiutare il riformismo fine a se stesso, il cambiare tanto per cambiare.
Questa frenesia del nuovo, questa concezione "usa e getta" delle istituzioni morali, sociali e politiche, è figlia della cultura che unisce il velleitarismo sessantottino, il buonismo catto-comunista, il consumismo statunitense e l'omologazione dell'Unione Europea, un monstrum a metà strada tra il Quarto Reich tedesco e la seconda Unione Sovietica, e destinata a fare la fine dei suoi "illustri" predecessori.



Contro tutto ciò noi dei Partito Nazionale Conservatore proponiamo la salvaguardia della nobile e illustre tradizione italiana, che va dall'antica romanità al Rinascimento, dal Risorgimento al Miracolo Economico reso possibile dalle piccole e medie imprese che hanno esportato in tutto il mondo la qualità dei prodotti italiani.
Non va dimenticato che il popolo italiano nasce dalla fusione di vari elementi: nell'antichità vi erano, oltre ai Romani, anche i Celti, al nord, gli Etruschi al centro e i Greci al sud.




Il patrimonio culturale italiano deve essere valorizzato: tutti lo dicono, ma nessuno lo fa. Noi, invece, diciamo sul serio!