Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
domenica 29 settembre 2013
Gli Arcani Supremi. Capitolo 23. Discesa agli Inferi.
La porta della cantina cigolò in maniera sinistra.
Un'aria fredda e umida fuoriuscì dalle scale, insieme ad un odore di vino e di conserve.
Robert cercò a tentoni l'interruttore, ma la lampadina era fulminata.
Si fece luce allora con una pila elettrica: una luce azzurrina che rendeva ancora più fantasmatico l'aspetto di quel mondo infero nel quale discendeva.
Ogni personaggio ha la sua discesa agli inferi.
La discesa nella cantina era la versione moderna e domestica di quel mito, ma non per questo faceva meno paura, anzi, era divenuto un topos dei film horror.
Scese le scale di pietra grigia, e fece scorrere rapidamente la luce della pila sulle pareti del sotterraneo.
Erano inzuppate di umidità.
Una cantina in una striscia di terra tra il mare e la laguna... è già tanto se non la ritrovo completamente allagata.
La costruzione era comunque ancora abbastanza solida ed i tubi sembravano a posto.
Robert procedette nello scendere le scale fino ad arrivare alla cantina vera e propria.
L'aria era gelida e l'umidità penetrava nelle ossa.
L'unica fonte d'aria era una grata che dava su una "bocca di lupo", da cui entrava una tenue luminosità azzurra, che proveniva dai lampioni della Antler Street.
Sotto la grata, un vecchio tavolaccio era appoggiato al muro. Nelle vicinanze c'erano altri mobili che parevano piuttosto malconci, e alcune botti.
Per terra c'era molto ciarpame di ogni genere.
In un angolo, Robert vide quello che cercava.
In quegli scatoloni di legno mia nonna teneva nascosti i suoi segreti. Nessuno ha mai avuto il coraggio di toccarli.
Si avvicinò al gruppo di casse e constatò che erano ancora in buono stato.
Provò a sollevarne una e gli parve abbastanza leggera.
Notò che c'era un meccanismo ad incastro che teneva sigillato il coperchio al resto della cassa.
E' il momento di aprirla e scoprire ciò che Vivien teneva nascosto al resto del mondo...
sabato 28 settembre 2013
Gli Arcani Supremi. Capitolo 22. L'Imperatore.
Quando Robert Oakwood arrivò davanti al cancello della fatiscente villetta che era stata dei suoi nonni, vide che c'era una lettera nella buchetta della posta.
Qui non ci abita nessuno da anni, ma c'è ancora l'elettricità e l'acqua corrente. Dunque questa lettera o è una bolletta o è una pubblicità. Oppure è destinata proprio a me. In fondo ormai tutti sanno che sono a Hollow Beach.
Cercò la chiave, aprì la buchetta e constatò che era valida la terza ipotesi.
C'era il suo nome ed era chiusa con uno strano sigillo, composto da due cerchi concentrici e all'interno del più piccolo vi era inscritta una I maiuscola.
Gli Iniziati... devo aver superato qualche altra prova senza essermene accorto...
Sentì che dentro la busta c'era una carta.
Sicuramente uno degli Arcani Maggiori. Mi stanno comunicando qualcosa, ma io non conosco i tarocchi. Dovrò fare delle ricerche... forse troverò qualcosa in cantina, negli scatoloni.
Per anni nessuno aveva trovato il coraggio di scendere in quello scantinato umido e di aprire i bauli vi si trovavano da chissà quanto tempo.
Prima aprirò la lettera.
Entrò in casa e notò che c'era uno strano ordine.
Vide un biglietto sul comò.
"Mi sono permesso di fare un sopralluogo per organizzare meglio il progetto di restauro. Ci vediamo domattina nel mio studio. Richard Stoker"
Robert sospirò.
Era stata una pessima idea lasciare a Stoker le chiavi di casa.
Ma adesso vediamo la carta.
Aprì la busta, vide che non c'era nient'altro, oltre all'Arcano Maggiore.
L'Imperatore!
Il personaggio gli ricordava le immagini tradizionali di Carlo Magno, con la barba, la corona imperiale e lo scettro.
Nel libro del sangue reale c'era anche un albero genealogico che collegava i Merovingi con i Carolingi e questi ultimi con la dinastia successiva, i Capetingi.
La madre di Carlo Magno, Bertrada di Laon, detta anche, ironicamente, Berta dai lunghi piedi, era nipote di una omonima Bertrada di Plum, che risultava discendente di Teoderico III, uno degli ultimi re merovingi.
Il collegamento tra i Carolingi e il Capetingi era più complicato, ma risultava comunque presente: Ugo Capeto era infatti discendente, per linea femminile, di uno dei figli di Carlo Magno, Pipino II.
La discendenza esatta era: Pipino II, Bernardo re d'Italia, Erberto di Vermandois, Beatrice di Vermandois che aveva sposato Roberto di Neustria, padre di Ugo, conte di Parigi, a sua volta padre di Ugo Capeto, re di Francia.
L'ultima discendente della linea primogenita dei Capetingi, Isabella di Francia, moglie di Edoardo II d'Inghilterra, aveva portato nelle vene dei Plantageneti la discendenza dal primo sovrano del Sacro Romano Impero.
Osservò di nuovo l'Arcano Maggiore.
Il sangue reale è anche sangue imperiale.
Oltre che sangue messianico e arturiano.
E sia i Burke-Roche che gli Stoker erano certissimi che la linea più pura di quella stirpe era stata generata dal matrimonio di Henry Oakwood, duca di Albany con Vivien Lake, Priora degli Iniziati.
Perché mio padre non mi ha detto nulla?
Ogni tentativo di scavare nel passato della vita di suo padre finiva sempre con una lunghissima serie di "Non so" o "Non ricordo".
Eppure anche lui aveva seguito la tradizione degli antenati, scegliendo di sposare una donna dal cognome illustre.
Adelaide Van Garrett.
E stamattina scopro che la moglie di Stoker è pure lei una Van Garret. Ed io sto scrivendo la tesi di dottorato sul mistero di Sleepy Hollow, dove i Van Garrett erano imparentati con i Van Tassel, una famiglia da tempo estinta, caduta in disgrazia per l'accusa di stregoneria rivolta a molte delle sue esponenti femminili.
Lady Mary Archer Van Tassel e la figliastra Katrina erano sospettate di stregoneria.
Ma c'era del fondamento in quelle accuse?
Come mai i Van Tassel si erano estinti, mentre i Van Garrett avevano prosperato e fatto fortuna?
L'istinto spinse Robert ad osservare la porta della cantina, come se lì ci fosse qualche risposta a quegli interrogativi.
La porta della cantina. The cellar's door...
Era un'espressione che J.R.R. Tolkien aveva considerato come profondamente evocativa nell'ambito del genere letterario del fantastico e in quello del fantasy.
In particolare il genere gotico, da cui era disceso il genere horror, avevano cara quell'espressione e collocavano nel buio delle cantine le paure più terrificanti.
Robert si diresse verso la vecchia porta rovinata e grigiastra che conduceva in cantina.
Era chiusa a chiave.
Sento che c'è qualcosa là sotto. Qualcosa che forse non mi piacerà...
Cast
Christina Ricci - Katrina Van Tassel
Johnny Depp - Ichabod Crane
Miranda Richardson - Mary Archer Van Tassel
Michael Gambon - Baltus Van Tassel
Martin Landau - Peter Van Garrett
Richard Griffiths - magistrato Philipse
Ian Mc Diarmid - dottor Thomas Lancaster
Jeffrey Jones - reverendo Steenwyck
venerdì 27 settembre 2013
Gli Arcani Supremi. Capitolo 21. Il Libro della Legge dei Morti
<<In questo libro>> disse Maggie Burke-Roche <<si parla, tra le altre cose, della resurrezione dei morti>>
Robert lesse la citazione in epigrafe:
« La notte s'apre sull'orlo dell'abisso. Le porte dell'inferno sono chiuse: a tuo rischio le tenti. Al tuo richiamo si desterà qualcosa per risponderti. Questo regalo lascio all'umanità: ecco le chiavi. Cerca le serrature; sii soddisfatto. La vita pesa più di una montagna, la morte è più leggera di una piuma»
<<Sembra che stia parlando dei Varchi>> commentò <<Ma se nessuno è riuscito a trovare la soluzione, perché dovrei riuscirci io?>>
Maggie sfogliò le pagine e indicò una prefazione scritta da Teodoro Fileta, che per primo tradusse il testo in greco, nel X secolo:
<<Un uomo verrà e vedrà dove noi non possiamo vedere. Sarà dell'antico sangue, ma verrà cresciuto dal nuovo sangue>>
Il riferimento poteva essere alla discendenza messianica e al fatto che essa si sviluppò altrove, prima in Britannia e poi in America.
Robert però aveva in mente gli scritti di Lovecraft:
<<Ci sono i riferimenti ai Grandi Anziani?>>
Maggie sfogliò ancora e mostrò le pagine illustrate:
<<Naturalmente! Ma come puoi vedere i più importanti non sono quelli che compaiono nelle opere edite di Lovecraft. Nemmeno lui avrebbe osato farne i nomi. Io stessa ho timore a pronunciarli>>
Con l'indice mostrò alcune immagini di personaggi che parevano angeli o demoni.
Robert lesse i loro nomi.
Atar, Belenos, Eclion, Gothar... dove ho già sentito questi nomi?
Belenos era il nome di una divinità celtica legata alla luce e alla fertilità.
Atar era il nome del Fuoco Sacro nella religione zoroastriana.
Eclion e Gothar invece chi erano? Dove aveva letto qualcosa che li riguardava?
Si ricordò di una massima che doveva aver letto in qualche libro fantasy, da ragazzo:
Il generale che comanda dalla prima linea è uno sciocco.
Il vero potente doveva stare nascosto, al sicuro, perché se si fosse esposto al pericolo, avrebbe messo a repentaglio le sorti del combattimento.
Eclion e Gothian se ne stanno nascosti, e questo significa che sono i più potenti.
Preferì non dire nulla a Maggie, dal momento che non aveva ancora deciso se fidarsi di lei.
<<C'è un legame tra i Varchi e i Grandi Anziani, e tutto questo ha a che fare con i morti. Ma il testo è molto oscuro. Ci vorrà del tempo per capirci qualcosa>>
In realtà lui stava già intuendo molte cose, ma sapeva che era meglio tenerle per sé.
Chi è andato oltre i Varchi, ha viaggiato non solo nello spazio, ma anche nel tempo. Non è forse questo un modo per sfuggire alla morte?
Sospirò e disse:
<<Per oggi credo che possa bastare, Maggie. Potresti accompagnarmi all'uscita?>>
Lei annuì e gli fece strada, sorridendo:
<<Credo che quando tornerai a casa, troverai una nuova carta dei Tarocchi, perché hai superato un altro passaggio della tua iniziazione>>
giovedì 26 settembre 2013
Jackie Kennedy: una vita da protagonista.
Jacqueline Lee Bouvier (Southampton, Long Island, 1929 - New York 1994) fu la moglie del presidente John F. Kennedy e in seguito del miliardario Aristotele Onassis. Sia come first lady che come celebrità mondana, fu al centro del gossip internazionale per oltre quarant'anni.
Per la sua eleganza, la sua cultura e la sua personalità brillante fu una vera e propria icona di stile e punto di riferimento per intere generazioni di donne.
Genealogia
Dal lato paterno, Jacqueline discendeva da Michel Bouvier (1792-1874) e dalla famiglia Van Salees, una stirpe di ricchi commercianti di origine francese, olandese, inglese che si era stabilita a New Amsterdam (il primo nome con il quale era nota New York) nel XVIII secolo. Dal lato materno aveva discendenze irlandesi.
Primi anni
Jacqueline Lee Bouvier nacque in una famiglia dell'alta società newyorkese, come primogenita di John "Jack" Vernou Bouvier III (1891 - 1957), un broker di borsa di origine francese, e di Janet Norton Lee (1906 - 1989), figlia di un direttore di banca. Jacqueline ebbe una sorella più giovane, Caroline Lee (nota come Lee Radziwill, principessa Radzwill) nata il 3 marzo 1933.
I suoi genitori divorziarono nel 1940 e la madre si risposò nel 1942 con l'erede della Standard Oil, Hugh Dudley Auchincloss, Jr. da cui ebbe altri due figli: Janet Jennings Auchincloss e James Lee Auchincloss.
Jackie trascorse le vacanze estive dei primi anni della sua vita nella tenuta dei nonni paterni a East Hampton, nell'isola di Long Island, dove ebbe modo di praticare l'equitazione divenendo un'esperta cavallerizza e vincendo numerosi trofei e medaglie. Questo è un costume molto diffuso tra le famiglie di buona condizione sociale degli USA. Jacqueline era molto legata a suo padre, per questo soffrì molto quando questi cadde vittima dell'alcolismo. Coltivò numerosi interessi quali la lettura, la poesia, la fotografia e la pittura.
Jacqueline frequentò la Miss Porter's School dal 1944 al 1947, poi il Vassar College dal 1947 al 1948 (dove venne anche nominata "debuttante dell'anno" nella stagione 1947-48) e, infine, la George Washington University, dove ottenne la laurea in belle arti nel 1951.
Nel 1949 si recò a Parigi per un soggiorno di studio alla Sorbona, dove rimase affascinata dalla Francia e dalla sua cultura, sviluppando un senso del gusto e dell'eleganza che si sarebbe manifestato successivamente in molti aspetti della sua vita. Parlava correntemente italiano, francese e spagnolo.
Come primo lavoro, fu una giornalista e fotografa presso il Washington Times-Herald, che le affidò una serie di inchieste fotografiche da realizzare intervistando personaggi noti nella capitale statunitense. Grazie a questo incarico divenne conosciuta negli ambienti politici di Washington, ed ebbe modo di incontrare il suo futuro maritoJohn Fitzgerald Kennedy, allora giovane congressista del Massachusetts.
Primo matrimonio
La coppia ebbe quattro figli. Dopo un effimero fidanzamento col broker di borsa John Husted Jr., il 12 settembre 1953 Jacqueline sposò Kennedy, quando era senatore e astro nascente del Partito Democratico. Le nozze si svolsero a Newport (Rhode Island) e fu tenuto un sontuoso ricevimento per 2000 invitati.
- Arabella Kennedy (nata morta, 1956)
- Caroline Bouvier Kennedy (n. 1957). Quest'ultima si è sposata nel 1986 con Edwin Arthur Schlossberg, e ha avuto tre figli: Rose (1988), Tatiana (1990) e John (1993).
- John Fitzgerald Kennedy Jr. erroneamente detto John-John, (1960-1999). Il nomignolo "John-John" deriva da un malinteso del reporter che non aveva capito che Kennedy stava chiamando (ripetendo il nome "John" due volte in rapida successione) suo figlio
- Patrick Bouvier Kennedy (nato e morto a 2 giorni nell'agosto 1963)
La coppia passò i primi due anni di vita coniugale a Georgetown. Fu un periodo caratterizzato da diversi problemi di salute del marito, dovuti a traumi spinali riportati in guerra, a seguito dei quali dovette sottoporsi a due interventi chirurgici e passò lunghi periodi di convalescenza.
Jacqueline ebbe un'ammirazione, ricambiata, per suo suocero (che ne riconobbe il grande potenziale come moglie di un politico) e fu vicina anche a suo cognato Robert, detto Bobby. A differenza però dei membri della famiglia Kennedy, appassionati di sport e di competizioni, Jackie predilesse uno stile di vita più tranquillo e riservato.
First Lady
Come First Lady (titolo che non gradiva in quanto le sembrava il nome di un cavallo), Jacqueline Kennedy si trovò a condurre una vita sotto i riflettori, ma tentò sempre di educare i figli al riparo dall'occhio dei media. La sua predilezione per la haute couture e la scelta di piatti francesi per i menu dei ricevimenti alla Casa Bianca le procurò critiche da parte dei commentatori più bigotti e sciovinisti, ma ciò non impedì di farla assurgere, grazie al suo spiccato buon gusto e alla raffinatezza degli abiti creati per lei dallo stilista Oleg Cassini, ad icona riconosciuta dell'eleganza occidentale.
La sua riconosciuta abilità sociale ebbe effetti positivi sulle relazioni internazionali statunitensi. È rimasto leggendario il suo savoir faire con il generale De Gaulle a Parigi e con il leader sovietico Nikita Kruscev, che rimase da lei affascinato nel corso del summit di Vienna, evento che pure fu un insuccesso politico di suo marito John.
La sua sensibilità artistica e storica le permise anche di occuparsi personalmente degli interni della Casa Bianca, ripristinando gli arredi originali e curandone l'allestimento; per l'occasione, il 14 febbraio 1962 Jackie Kennedy effettuò una celebre visita guidata alla Casa Bianca che fu trasmessa dalla televisione.
La coppia presidenziale si distinse in prima linea per il coinvolgimento in eventi sociali e culturali. Il loro interesse per l'arte, la musica e la cultura rivoluzionò anche lo svolgimento dei ricevimenti ufficiali, in quanto Jackie e John vollero circondarsi di artisti, celebrità e premi Nobel, che parteciparono ai pranzi e alle cerimonie, mescolandosi alle autorità politiche.
La rivalità con Marilyn Monroe
E' noto che John Kennedy non fu fedele a sua moglie. Lei seppe mantenere un dignitoso riserbo, sopportando in silenzio i tradimenti del marito, eccetto un caso, il più celebre, e cioè la relazione di Kennedy con Marylyn Monroe. Pare che Marylin fosse convinta che il presidente avrebbe divorziato da Jackie per sposare lei, ma questo sarebbe stato catastrofico per la carriera politica di Kennedy. Si dice che le due rivali abbiano avuto un violento scontro telefonico, poche settimane prima del suicidio dell'attrice, nell'agosto 1962.
L'assassinio di Kennedy
Il vice presidente Johnson e sua moglie seguivano su un'altra auto della sfilata. Dopo che il Presidente fu colpito, Jacqueline abbracciò John dicendo «Ti amo tanto Jack». Provvide a far convocare un sacerdote per fargli avere l'assoluzione e l'Estrema Unzione.Il 21 novembre 1963 Jacqueline e John lasciarono la base aerea militare di Andrews, prima si fermarono a San Antonio, e poi andarono a Houston per una visita alla NASA. La loro ultima fermata quel giorno fu a Ft. Worth. Il giorno successivo i due volarono all’aeroporto di Dallas. Un breve tragitto in auto doveva portarli al Trademart dove era previsto che il presidente tenesse un discorso. Jackie era seduta nella berlina presidenziale accanto a suo marito quando questi fu colpito e ferito mortalmente alla testa in Piazza Dealey.
Il coraggio e il contegno dimostrato nei momenti successivi all'assassinio del marito le procurarono un'enorme ammirazione.
Jacqueline Kennedy, tenendo i figli per mano, seguì a piedi il feretro del marito dalla Casa Bianca alla cattedrale di St. Matthew ed accese la fiamma eterna sulla sua tomba nel cimitero nazionale di Arlington. Il London Evening Standard scrisse: «Jacqueline Kennedy ha dato al popolo americano una cosa che gli era sempre mancata: la maestà».
In seguito Jacqueline condusse un lutto di un anno, durante il quale non fece apparizioni pubbliche, decise di vendere la casa in Virginia dove aveva intenzione di trascorrere con suo marito gli anni successivi all'incarico presidenziale e acquistò un lussuoso appartamento nella Quinta Strada a New York per poter avere maggior riservatezza.
Onorò degnamente la memoria di suo marito recandosi presso la sua tomba in numerose occasioni pubbliche e private e partecipando ad eventi commemorativi. A Boston fece costruire la Biblioteca John Fitzgerald Kennedy, che venne inaugurata nel 1979 da Jimmy Carter.
Jacqueline fu molto vicina anche a suo cognato Robert , con cui, secondo molte fonti, ebbe una relazione segreta. Lo sostenne nel corso della sua campagna presidenziale, dispensando consigli e comparendo in molte occasioni pubbliche, ma il 6 giugno 1968 anche Robert fu assassinato.
A questo punto Jacqueline, temendo che tutti i Kennedy potessero essere in qualche modo "nel mirino", decise di lasciare gli Stati Uniti.
La conoscenza con Aristotele Onassis era avvenuta anni prima, per il tramite della sorella di Jackie,
la principessa Lee Radzwill, che era stata ospite di Onassis nelle crociere del suo famoso yacht "Christina".
All'epoca Onassis era sentimentalmente legato a Maria Callas.
Una rara immagine di Maria Callas e Marylin Monroe, le due più grandi rivali di Jackie
La Callas era molto amica di Grace Kelly, Principessa di Monaco, altra icona di quegli anni.
Maria Callas, Jackie Kennedy, Coco Chanel e Audrey Hepburn, icone degli Anni Sessanta
Una rara immagine di Maria Callas e Marylin Monroe, le due più grandi rivali di Jackie
La Callas era molto amica di Grace Kelly, Principessa di Monaco, altra icona di quegli anni.
Maria Callas, Jackie Kennedy, Coco Chanel e Audrey Hepburn, icone degli Anni Sessanta
Non si conoscono le esatte motivazioni che spinsero Onassis a troncare la lunga storia d'amore con la Divina. Alcuni sostengono che il matrimonio con Jackie Kennedy avesse un secondo fine, relativo agli affari che l'armatore greco aveva negli Stati Uniti.
Quando la Callas fu informata delle intenzioni di Onassis di sposare la vedova di Kennedy, commentò con bruciante ironia: "Finalmente Jackie potrà dare un nonno ai suoi figli".
Quando la Callas fu informata delle intenzioni di Onassis di sposare la vedova di Kennedy, commentò con bruciante ironia: "Finalmente Jackie potrà dare un nonno ai suoi figli".
Secondo matrimonio
Il 20 ottobre 1968 si celebrarono le seconde nozze di Jackie.
Col secondo matrimonio, Jacqueline perse la protezione dei servizi segreti americani, ma finì tra le braccia di un uomo che aveva denaro e potere a sufficienza per garantirne l'incolumità e lo status sociale cui era abituata. La relazione coniugale era stata puntigliosamente regolata da un contratto pre-matrimoniale, stilato dagli studi legali di fiducia dei coniugi. Vi era previsto di tutto, dal numero minimo di fine settimana che i coniugi dovevano trascorrere insieme ogni anno, a quale percentuale del patrimonio del marito le sarebbe toccata a titolo di "alimenti", in caso di divorzio, commisurata al numero di anni che sarebbe durato il matrimonio. Si tratta d'una prassi molto diffusa nell'alta società americana.
Il matrimonio tra Jacqueline e l'armatore funzionò apparentemente bene: la coppia raramente trascorse il proprio tempo insieme più di quanto garantito dal contratto e Jacqueline finì per dedicarsi ai viaggi e allo shopping. Nonostante Onassis si trovasse bene con i figliastri Caroline e John (il figlio Alexander diede al giovane John le prime lezioni di volo, e per ironia del destino entrambi sono morti in seguito a incidenti aerei), la figlia Christina Onassis non legò mai con Jacqueline.
Quando Onassis morì, il 15 marzo 1975, la vedova poteva essere titolare di una cospicua eredità, ma la legge greca imponeva un tetto alla somma che un cittadino straniero poteva ereditare, e la disputa apertasi fra lei e Christina finì col farle accettare una liquidazione definitiva di 26 milioni di dollari. Per sposare Onassis, si era convertita alla Chiesa ortodossa greca. Di conseguenza, in base al Codice di Diritto Canonico allora vigente, era incorsa in due scomuniche: come scismatica e come "concubina" (Onassis era divorziato). Ciononostante, ogni anno si presentava regolarmente alla messa dell'anniversario del marito e si accostava all'eucarestia. Tale suo comportamento (riprovevole anche dal punto di vista della Chiesa Ortodossa, che talvolta ammette i cattolici ai propri Sacramenti, ma non consente mai che i propri fedeli, tanto più se sono dei neo-convertiti, ricevano i Sacramenti in altre Chiese) e la mancanza di reazioni pubbliche al riguardo delle Autorità ecclesiastiche, provocarono le proteste di molti, che, nelle sue stesse condizioni canoniche, si vedevano negare i sacramenti. Rimasta nuovamente vedova, si riconciliò con la Chiesa cattolica.
Ultimi anni
Negli ultimi anni della sua vita Jacqueline visse a New York, dove collaborò con alcune riviste come esperta di arte.
Fu sentimentalmente legata con Maurice Tempelsman, un industriale e commerciante di diamanti di origine belga che sembra, ma non ci sono prove certe, abbia sposato in articulo mortis.
Continuò ad essere oggetto delle attenzioni dei media, come la nota vicenda con il paparazzo Ron Galella, che la inseguì continuamente, nella sua vita privata, per immortarla in scatti fotografici. Jacqueline denunciò Galella e, dopo il processo, il paparazzo fu obbligato a mantenere una distanza di 15 metri da lei.[2]
Nel 1994 le fu diagnosticato un linfoma non-Hodgkin che la condusse alla morte il 19 maggio dello stesso anno, all'età di 64 anni, nel suo appartamento nella Fifth Avenue.
La sua ultima apparizione pubblica era avvenuta pochi giorni prima, per un'ultima passeggiata al Cental Park
La sua ultima apparizione pubblica era avvenuta pochi giorni prima, per un'ultima passeggiata al Cental Park
Jacqueline Kennedy è sepolta a fianco del suo primo marito, John Fitzgerald Kennedy, nel Cimitero Nazionale della Contea di Arlington.
Nella stessa tomba è sepolto anche suo figlio John J. Kennedy, morto in un incidente aereo tre anni dopo, nel 1999.
mercoledì 25 settembre 2013
Gli Arcani Supremi. Capitolo 20. La via della mano sinistra.
<<La luce è la mano sinistra delle tenebre>> disse Maggie Burke-Roche, mentre mostrava a Robert Oakwood una serie di manoscritti aventi per argomento la stregoneria e la necromanzia.
Lui riconobbe la citazione:
<<E' il titolo di un romanzo di Ursula Le Guinn>>
Maggie annuì:
<<Un titolo molto indovinato, non a caso la scrittrice è figlia di un famoso antropologo>> e poi, indicando i testi, aggiunse <<Ecco, davanti a te ci sono i manoscritti principali di quella che è stata definita la via della mano sinistra. In particolare c'è il Necronomicon, che non è un'invenzione letteraria di Lovecraft, ma esiste veramente, da molti secoli. Osserva con i tuoi occhi>>
Robert valutò il libro che si trovava davanti a lui.
Lo aprì e lo sfogliò.
<<E' un'edizione a stampa del 1472, in francese, che riprende un manoscritto precedente, la traduzione in latino da parte di Olaus Wormius. L'autore del manoscritto originale è Abdul Alzhared, esattamente come citato nei romanzi di Lovecraft. Ma questo testo è sicuramente anteriore al periodo in cui Lovecraft visse. Come faceva allora a conoscerlo?>>
Maggie gli rivolse un'occhiata compiaciuta:
<<Era un Iniziato agli Arcani Supremi, ma aveva violato la regola del "Silentium". E fu punito per questo. Gli Iniziati sono terribili, quando usano i loro poteri. Possono provocare una morte che sembra del tutto naturale. Questo avviene però solo quando possono oltrepassare un Varco. Ecco perché Vivien si è recata al di là del Varco e lo ha temporaneamente chiuso. Ci tiene tutti in pugno>>
Robert si sentiva in trappola:
<<Come fai a sapere queste cose?>>
Lei lo fissò con quegli occhi neri che parevano abissi:
<<La Collezione Burke-Roche è in possesso di tutti gli scritti in cui Lovecraft faceva riferimento agli Iniziati. Fu lord Hector, mio nonno, a procurarseli, durante il periodo in cui fu Priore degli Iniziati. E da allora questi testi sono rimasti qui. E ci sarebbero rimasti ancora molto a lungo se Vivien non avesse deciso di fare uso dei suoi poteri contro di noi>>
<<Mia nonna non avrebbe mai fatto male neanche a una mosca!>>
Maggie alzò le spalle:
<<Sarai tu a vedertela con lei, quando tornerà... perché una cosa è certa: lei tornerà!>>
Robert ripensò al sogno della notte precedente.
Ma era veramente un sogno?
E poi c'era quella lettera, scritta con la calligrafia di Vivien.
Gli indizi incominciavano ad essere troppi per poter rimanere fermi nello scetticismo.
<<Staremo a vedere. Ma ho un'altra domanda da farti. Tu cosa sai esattamente riguardo alla Via della Mano Sinistra?>>
Lei continuava a fissarlo e a ipnotizzarlo con lo sguardo:
<<Prima hai potuto vedere i miei tatuaggi. Uno di loro, in particolare, indica che condivido quella Via>>
<<Il Baphomet. Due secoli fa ti avrebbero arso sul rogo per una cosa del genere, e anche adesso quell'immagine non evoca nulla di buono>>
Maggie assunse un'espressione rattristata.
<<Ci hanno demonizzato per secoli, ma i veri mostri erano loro, i monoteisti. Quanto sangue è stato sparso e si sparge ancora in nome del loro unico dio!>>
Un dubbio si fece strada nella mente di Robert:
<<Gli Arcani Supremi non coincidono con la Via della Mano Sinistra, altrimenti tu saresti un'Iniziata>>
Lei scosse il capo:
<<Non è così semplice. La mia ipotesi è che buona parte degli Arcani Supremi abbiano molto in comune con la Via della Mano Sinistra. Non ne ho le prove, perché mio nonno era vincolato al silenzio. Del resto, gli Arcani Supremi sono il segreto meglio custodito della storia. Tutto ciò che poteva costituire una prova è stato distrutto, tranne i testi di questa biblioteca, che però, nella maggior parte dei casi, sono del tutto incomprensibili>>
Lui si guardò intorno.
E' possibile che qui ci siano le risposte a molti misteri. Una simile occasione non mi capiterà du nuovo.
Guardò Maggie negli occhi e disse:
<<Accetto l'incarico. Studierò questi testi. Però non intendo rimanere confinato qui, per cui, al di fuori dell'orario di lavoro, vivrò fuori da questo castello>>
Lei annuì:
<<Come vuoi, ma ricorda: uscire di qui è un rischio. Dovrai stare molto attento e guardarti le spalle. In particolare, non devi fidarti della famiglia Stoker>>
Robert ebbe un'intuizione:
<<India Stoker è una ragazza misteriosa, e sotto molti aspetti ti assomiglia>>
Maggie si incupì ulteriormente:
<<Lei è la più pericolosa. Suo padre l'ha destinata ad uno scopo ben preciso, e questo scopo ha a che fare con i segreti del Necronomicon. Non so altro, ma è sufficiente per capire che c'è in ballo qualcosa che potrebbe sconvolgere l'ordine naturale delle leggi>>
Cast
Mia Wasikowska - India Stoker
lunedì 23 settembre 2013
Crescere non è salire, è precipitare
Crescere non è salire,
è precipitare
è tuffarsi
è sprofondare
e poi tornare a galla
e respirare
e nuotare tra le onde
di questo mare senza
senso
e dargli significato
e dargli valore
e scegliere una rotta
e navigare
e perdersi
e svanire nell’immenso.
venerdì 20 settembre 2013
Albero genealogico dei Plantageneti
La dinastia dei Plantageneti d'Inghilterra nacque dal matrimonio tra la regina Matilde d'Inghilterra e il duca Goffredo Plantageneto d'Angiò. Il loro figlio maschio divenne re Enrico II d'Inghilterra, il Plantageneto per eccellenza. Il cognome Plantageneto significa "Pianta di ginestra" e fa riferimento allo stemma della dinastia dei duchi di Angiò.
In seguito al matrimonio tra Enrico II ed Eleonora d'Aquitania l'impero dei Plantageneti raggiunse la massima estensione.
Re Riccardo I Cuor di Leone, che succedette ad Enrico II nel 1189, regnò per dieci anni su un impero che comprendeva, oltre al regno d'Inghilterra, i ducati di Normandia, Bretagna, Maine, Angiò, Poitiers, Alvernia Aquitania e Guascogna.
Il successore di Riccardo I fu suo fratello Giovanni, da cui discendono gli ultimi Plantageneti, come è mostrato nell'albero genealogico.
La dinastia si indebolì in seguito alla Guerra delle Due Rose tra il ramo degli York (Rosa Bianca) e il ramo dei Lancaster (Rosa Rossa).
L'ultimo Plantageneto fu Riccardo III di York, che morì nella battaglia di Bosworth nel 1485. Gli succedette Enrico VII Tudor, la cui madre, Margaret Beaufort, era una Lancaster. Enrico VII sposò l'ultima erede dei Plantageneti, Elisabetta di York.
Albero genealogico della dinastia normanna d'Inghilterra
Il danese Rollo (o Rollone) conquistò la Normandia dopo aver sconfitto Carlo II il Calvo di Francia. Suo nipote Riccardo divenne il primo Duca di Normandia, da cui discese Guglielmo il Conquistatore, così chiamato perché conquistò l'Inghilterra nel 1066 con la battaglia di Hastings.
L'ultima esponente della dinastia normanna fu Matilde, figlia di Enrico I, che sposò Goffredo Plantageneto, duca d'Angiò, da cui ebbe il figlio Enrico II Plantageneto, capostipite della più duratura dinastia dei re d'Inghilterra.
Iscriviti a:
Post (Atom)