Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
martedì 2 luglio 2013
La quinta stagione (2013). Recensione.
Un film surreale, apocalittico, austero, decadente a tratti gotico. Alla decomposizione di una natura in sfacelo si accompagna la degenerazione della comunità e dei singoli personaggi, salvo alcuni, che riescono a salvare quel briciolo di umanità che, anche se non è sufficiente a salvarli a livello materiale, li salva nella loro dignità di esseri umani. I colori (dove domina il grigio), le scene, i ritmi lenti, i dialoghi lapidari, possono ricordare il Bergman di "Luci d'inverno" o de "Il settimo sigillo". La trama e situazioni possono ricordare invece il Bunuel de "L'angelo sterminatore". La fotografia, che è quasi un susseguirsi di quadri, rimanda non solo ai maestri fiamminghi, ma anche a Caspar David Friedrich,
Nonostante tutte queste citazioni e tutti questi preziosismi, il film non convince. Pare una serie di diapositive, con una trama debole e personaggi poco incisivi. In tutta sincerità si tratta di un film sopravvalutato.
Carlo Mountbatten-Windsor, Principe del Galles ed erede al trono inglese e britannico
Charles Philip Arthur George Mountbatten-Windsor (Londra, 14 novembre 1948), è il figlio maggiore della regina Elisabetta II Windsor del Regno Unito e di Filippo Mountbatten, duca di Edimburgo. È erede al trono d'Inghilterra e del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord dal dal 6 febbraio 1952 (data della morte di suo nonno re Giorgio VI) e questo fa di lui il più longevo erede al trono della storia delle isole britanniche, avendo superato re Edoardo VII, che fu erede al trono della regina Vittoria dal 1841 al 1901. Detiene il titolo di principe del Galles dal 1958, e il suo titolo completo è Sua Altezza Reale il Principe del Galles, eccetto in Scozia dove è detto Sua Altezza Reale il principe Carlo,duca di Rothesay. Il titolo duca di Cornovaglia è spesso utilizzato dal principe nelle relazioni con la Cornovaglia. Ricopre il grado militare di viceammiraglio della Marina Reale Britannica. Inoltre il 16 giugno 2012 la Regina gli ha conferito i più elevati titoli onorifici delle Forze armate britanniche: quello di Ammiraglio di Flotta per la marina, quello di Maresciallo di Campo per l'esercito e quello di Maresciallo della Royal Air Force per l'aviazione.
Carlo è erede al trono di sedici stati sovrani: il Regno Unito e quindici ex membri dell'Impero britannico: i reami del Commonwealth. La successione alla madre con il titolo di Capo del Commonwealthnon sarà comunque automatica. Se Carlo salirà al trono, sarà il primo monarca britannico a discendere dalla regina Vittoria attraverso due linee di successione: da parte di madre, attraverso Edoardo VII, Giorgio V e Giorgio VI, e inoltre da parte di padre attraverso la nonna paterna, la principessa Alice di Battenberg, suocera della regina Elisabetta e bisnipote della regina Vittoria.
Carlo ha anche una fitta agenda di doveri reali, e inoltre sta assumendo sempre più impegni in luogo degli anziani genitori.
Il principe è anche noto per i suoi due matrimoni: il primo con la defunta lady Diana Spencer di Althorp, morta nel 1997, e il secondo con Camilla Shand Parker-Bowles, nel 2005.
Carlo dapprima frequentò la Hill House School a West London, ricevendo un trattamento non preferenziale su richiesta esplicita della regina, avendo come insegnante Stuart Townend, il quale aveva anche il compito di stilare periodicamente rapporti alla regina sull'educazione del principe. Fu sempre Townend a convincere la regina a iscrivere il figlio per prima ad un'associazione di footballper consentirgli di praticare sport.
Il principe quindi frequentò due scuole patrocinate da suo padre, la Cheam Preparatory School nel Berkshire, England, e fu poi alunno a Gordonstoun nel nord-est della Scozia. Nel 1966 egli trascorse anche diverso tempo al campus di Timbertop presso la Geelong Grammar School a Geelong, in Australia, periodo durante il quale colse l'occasione per visitare la Papua New Guinea durante una gita scolastica col suo insegnante di storia, Michael Collins Persse.
La tradizione venne nuovamente spezzata quando Carlo procedette a frequentare il liceo e poi l'università, al posto di aderire direttamente alle forze armate britanniche.Nell'ottobre del 1967, il principe venne ammesso al Trinity College di Cambridge, dove studiò antropologia, archeologia e storia. Durante il suo secondo anno accademico. Si laureò quindi a Cambridge col grado Bachelor of Arts il 23 giugno 1970, primo erede al trono a laurearsi.
Seguendo la tradizione di famiglia, Carlo prestò servizio nella marina e nell'aviazione inglese. Dopo aver ricevuto su sua richiesta una prima formazione presso la Royal Air Force durante il suo secondo anno a Cambridge, l'8 marzo 1971 egli iniziò a frequentare il Royal Air Force College di Cranwell per ottenere il brevetto di pilota di jet. A seguito dell'ottenimento del brevetto nel settembre di quell'anno, egli intraprese la carriera navale, frequentando un corso di sei mesi presso il Royal Naval College di Dartmouth e quindi prestando servizio sul cacciatorpediniere HMS Norfolk (1971–1972) e sulla fregata HMS Minerva (1972–1973) oltre che sullaHMS Jupiter (1974). Egli si qualificò anche come pilota d'elicottero al RNAS Yeovilton nel 1974, prima di entrare nell'850° quadrone aeronavale, operando sulla HMS Hermes. Il 9 febbraio 1976 prese il comando del dragamine costiero HMS Bronington per gli ultimi dieci mesi di servizio attivo in marina. Imparò a volare su un Chipmunk, passando poi al BAC Jet Provost ed infine al Beagle Basset.
Entrambi i suoi figli seguirono le orme paterne nella carriera militare, in particolare il secondogenito Harry.
Nella sua gioventù, Carlo ebbe numerose relazioni con diverse donne.
Il suo prozio Lord Mountbatten, che era anche suo tutore, lo aveva consigliato: "In un caso come il tuo, un uomo deve dare sfogo ai propri istinti e avere più relazioni che può prima di mettere la testa a posto, ma per moglie deve scegliere una donna attraente, di buon carattere prima che possa incontrare qualcun altro di cui innamorarsi... È motivo di disturbo per le donne avere esperienze che le portino a rimanere su un piedistallo dopo il matrimonio."
Tra le amiche di Carlo erano incluse Georgiana Russell (figlia dell'ambasciatore britannico in Spagna), lady Jane Wellesley, Davina Sheffield, Fiona Watson (una modella), l'attrice Susan George, lady Sara Spencer (sorella maggiore della sua prima moglie), la principessa Maria Astrid del Lussemburgo, Dale Tryon, baronessa Tryon, Janet Jenkins, Jane Ward e soprattutto Camilla Shand, considerata il più grande amore della sua vita e che poi diverrà la sua seconda e attuale moglie, la duchessa di Cornovaglia.
La Famiglia Reale si oppose fermamente alla relazione con Camilla, per il fatto che non fosse di nobili origini. Fu così che i due si separarono e Camilla sposò Andrew Parker-Bowles.
Carlo incontrò per la prima volta Lady Diana Spencer nel 1977 mentre si trovava in visita al castello di Althorp, residenza dei Conti Spencer, una delle famiglie più ricche e nobili del regno.
La stampa aveva iniziato a seguire la coppia da vicino e quando il principe Filippo disse a Carlo che la sua reputazione ne sarebbe uscita danneggiata se non si fosse deciso a prendere una decisione sullo sposarsi presto, Carlo riconobbe che lady Diana gli sembrava la principessa modello.
Il principe Carlo propose a Diana di sposarlo nel febbraio del 1981 donandole un meraviglioso anello di zaffiro.
Lo stesso anello fu poi donato dal principe William alla futura moglie Kate per il loro fidanzamento.
La coppia celebrò il proprio matrimonio nella Cattedrale di St Paul il 29 luglio di quell'anno. La coppia si stabilì a Kensington Palace ed a Highgrove House, presso Tetbury ed ebbe due figli: William (n. 21 giugno 1982) e Henry (conosciuto come "Harry") (n. 15 settembre 1984). Carlo volle essere presente alla nascita dei suoi bambini e fu il primo membro della famiglia reale a farlo.
Nel giro di cinque anni, la differenza d'età e l'incompatibilità della coppia vennero a galla, oltre all'ossessione di Diana per la precedente relazione di Carlo con Camilla Shand, ora Parker Bowles,che continuava a farsi vedere in compagnia del marito danneggiando il loro matrimonio. Le evidenti problematiche legate alle frequentazioni dell'uno e dell'altra, portarono la stampa ad iniziare a fare critiche sulla loro unione.Diana espose pubblicamente la storia d'amore di Carlo con Camilla nel libro di Andrew Morton, Diana, Her True Story, ove parlò anche pubblicamente dei suoi flirts.
La coppia era separata da anni quando Diana morì nell'incidente automobilistico di Parigi del 31 agosto 1997.
In quell'occasione il principe di Galles si recò sul posto con la sorella di Diana, Sarah, per riportare il suo corpo nel Regno Unito e insistette perché la principessa avesse funerali di stato.
Fine prima parte.
Allegato: albero genealogico della famiglia reale inglese
E linea di successione al trono:
World War Z: il vero zombie è Brad Pitt.
L'ennesimo film in cui un americano salva il mondo ha tutta l'aria del "già visto". E' un minestrone indigesto dove sono stati mescolati tutti i vari film apocalittici dell'ultimo decennio: "Io sono leggenda" (di ben altro spessore!), "2012" (buonista, ma almeno divertente e visionario), "The day after tomorrow" e così via lungo il filone catastrofista.
Degli zombie si vede ben poco, e quel che si vede fa ridere, in un film che non intendeva far ridere.
La verità è che l'unico vero zombie convincente è Brad Pitt, che ci appare clamorosamente invecchiato, con occhiaie e rughe in abbondanza, e appesantito, o quantomeno "rallentanto", immedesimato fin troppo nel ruolo di padre di famiglia (questo gli riesce bene!) e poco credibile in tutto il resto, dove non si capisce proprio a come mai, nonostante la sua lentezza di riflessi, riesce sempre a salvarsi in ogni scena d'azione.
Alla fine il personaggio mostra un guizzo di intelligenza, ma questo avviene tardi, fuori tempo massimo, dopo che la noia ha ampiamente avuto modo di sedersi accanto allo spettatore anche solo minimamente smaliziato.
lunedì 1 luglio 2013
L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 56. Valyria e Faykan.
Valyria Eclionner Ataris, figlia di Marigold di Gothian e di Sephir Eclionner, nonché Somma Sacerdotessa di Atar, si trovava ormai da due settimane presso il Tempio di Eclion, come "ospite", ufficialmente, ma come prigioniera, di fatto.
Non era certo il tipo di persona che si perdeva d'animo e anche in quelle condizioni restrittive, riusciva a portare avanti la sua missione, che era essenzialmente quella di un agente segreto dell'Imperatore-Profeta, Marvin Eclionner Vorkidian.
Il suo obiettivo era quello di trovare l'anello debole nella catena di coloro che avevano sostenuto la presa di potere di Ellis Eclionner come Reggente imperiale.
L'anello debole può essere soltanto colui che ha nel sangue l'alleanza della Luce tra Belenos, Atar ed Aenor.
E c'era un'unica persona che rispondeva a tutti quei requisiti: Faykan Eclionner d'Alfarian, Prefetto del Pretorio. Faykan era il figlio che Alienor d'Alfarian aveva avuto in prime nozze con Elner Eclionner.
Faykan e Valyria erano cresciuti insieme, a Gothian, sotto l'occhio vigile di "zio Marvin", l'Imperatore-Profeta, per cui fu considerata da tutti una cosa normale la visita del Prefetto del Pretorio a sua cugina, la Sacerdotessa di Rango Segreto, detta anche la Dama Rossa.
Valyria si aspettava quella visita e si preparata a lungo al confronto col cugino, per mostrargli alcune opportunità a cui forse lui non aveva ancora pensato.
<<La tenuta da Prefetto del Pretorio ti dona, Faykan... anche se forse ti sta un po' stretta...>>
Lui sorrise:
<<Mi sta perfettamente bene! Se era per mia madre o per "zio Marvin", a quest'ora sarei soltanto il tirapiedi di tuo fratello Anakin e della sua dolce fidanzata Helena>>
Lei ricambiò il sorriso:
<<Mentre ora sei il tirapiedi di Ellis e di Bial l'Eunuco... complimenti, davvero un grande successo!>>
<<E infatti è un successo! Abbiamo ottenuto l'autonomia dal maledetto Sentiero Dorato dell'Imperatore-Profeta. Finalmente siamo liberi di cambiare le cose>>
Valyria evitò di fargli notare che c'erano cinquanta legioni in marcia contro Lathena, guidate da Marvin in persona, e preferì invece puntare su un altro tipo di obiezione:
<<Il cambiare tanto per cambiare è una manifestazione demoniaca. Distrugge ciò che funziona e non crea niente di meglio>>
Faykan scosse il capo:
<<Cambieremo solo ciò che può essere realmente migliorato!>>
Valyria lo fissò:
<<Il meglio è nemico del bene. Il più delle volte quando si cambia si peggiora>>
<<Queste parole suonano strane in bocca ad una sacerdotessa di Atar. Il fuoco distrugge! Tu invece sembri voler conservare le cose come stanno. Hai forse tradito il tuo Signore? A che gioco stai giocando, sacerdotessa?>>
Valyria non si scompose:
<<Atar è cambiato. Il suo fuoco ora illumina e riscalda, ma non distrugge più. Atar è passato al Bene, ed è diventato un angelo alla corte di Ahura Mazda>>
Fyakan sentiva che una parte di sé, quella legata all'eredità materna, al sangue elfico ed Aenor, Signora della Luce, era attratta da questa visione che contrastava con il progetto di Eclion, il Signore delle Tenebre, che viveva in lui attraverso l'eredità paterna.
Valyria stava facendo leva su tutto questo:
<<La validità del Sentiero Dorato si fonda sul fatto che le persone hanno bisogno di regole certe, di stabilità, di pace, di ordine. Hanno bisogno di sapere esattamente qual è il loro posto nel mondo. Il cambiamento crea angoscia, semina incertezza, insicurezza, diffonde quelle condizioni che nel medio-lungo periodo possono generare il panico ed il caos. E' questo che Eclion vuole, perché lo vuole anche Ahriman, il Dio del Male!>>
Faykan era come impnotizzato dalle parole di Valyria.
<<La gente ci chiede anche cambiamento, perché non è contenta di come vanno le cose>>
Valyria sospirò:
<<La gente... forse alcuni ribelli... ma la maggioranza chiede solo di avere pane, pace e sicurezza. Questa è la gente, amico mio, non gli utopisti che vogliono cambiare tutto, finendo per trasformare i loro sogni irrealizzabili in incubi fin troppo reali>>
Cast
Melisandre di Asshai - Valyria Eclionner Ataris
Chris Hemsworth (Thor) - Faykan Eclionner d'Alfarian
Anouk Aimée (Bethsabea) - Ellis Eclionner
Elizabeth Taylor - Ellis Eclionner
domenica 30 giugno 2013
L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 55. Alienor prepara le difese del regno degli Alfar
Era notte quando la regina degli Alfar, Alienor, si affacciò nei terrazzamenti del castello di Alfarian, all'estremo nord del regno, per osservare i preparativi per resistere all'invasione degli Albini di Thule, che si riteneva ormai imminente.
Con lei c'era il figlio Legolas, principe della corona ed erede al trono.
Avevano svolto entrambi un duro lavoro quel giorno ed in quel momento ne osservavano i risultati.
Alienor sentiva il peso della responsabilità:
<<Per tutte le cose orribili che accadranno in questa guerra, tutti daranno la colpa a me, perché sono stata io a convincere Atar a rompere il Patto e sono stata sempre io a mandare Alice da Marvin, sapendo bene che lei lo avrebbe trasformato>>
Legolas si meravigliò:
<<E' un po' tardi per i ripensamenti, madre>>
Alienor scosse il capo:
<<Non è un ripensamento, è solo un'assunzione di responsabilità>>
Suo figlio non era convinto:
<<Non sei tu quella che preferiva parlare di cause, piuttosto che di colpe?>>
Lei si limitò a fissare l'orizzonte, verso nord:
<<A livello filosofico. Ma nella vita quotidiana non possiamo abolire il concetto di colpa. Provocherebbe l'anarchia>>
Legolas si accigliò:
<<Tu avevi detto che persino l'anarchia sarebbe stata meglio della dittatura di Marvin e del suo Sentiero Dorato>>
Alienor sospirò:
<<Quello era un paradosso! Un'iperbole!>>
<<Una... cosa?>>
<<Un'iperbole... un'esagerazione voluta, per stupire, pour epater le borgeois. Per scandalizzare i benpensanti!>>
Alienor dovette constatare che Legolas era troppo giovane e forse anche troppo ingenuo per seguire i suoi discorsi.
Faykan avrebbe capito al volto! Che errore è stato escluderlo dalla linea di successione! Era il migliore dei miei figli, e l'ho regalato ad Ellis! Come sono stata stupida...
Sospirò:
<<Legolas, io ho contestato l'autorità di Marvin perché era fondata su un patto con i demoni. Ma quello che vorrei che tu capissi, stasera, è che la guerra, anche quando è motivata da cause che si ritengono fondate sul bene, non è mai una cosa giusta. Non esiste una "guerra giusta". E chi ha contribuito a scatenare una guerra, anche se lo ha fatto in nome di un bene superiore, non è mai giustificato. Se tu non sei pronto ad accettare questo, non sarai mai pronto a regnare>>
Legolas non aveva mai sopportato quelle derive intellettualistiche della madre.
Per lui il mondo era molto più semplice, e trovava molto più interessante una lezione sul tiro con l'arco.
<<Mio padre, durante il consiglio dei ministri, ha detto che bisogna "Armare la pace". Ha dunque sbagliato?>>
Alienor annuì:
<<Certo che ha sbagliato! Ha detto un'idiozia! Avrei voluto cacciarlo a pedate dalla stanza. Non avevo mai sentito una frase più ipocrita!>>
Legolas si rabbuiò:
<<E allora perché gli avete dato il comando dell'esercito?>>
Lei sospirò nuovamente:
<<Perché è un bravo soldato, e ha combattuto molte volte, quando era al servizio del conte di Linthael. A quei tempi ti assomigliava molto, anche se era un Lathear, senza una briciola di sangue elfico>>
<<Tu eri destinata a Marvin, ma alla fine hai ceduto ai corteggiamenti di mio padre. Perché, se ora ti pare che dica cose tanto sciocche?>>
Gli occhi di Alienor divennero vitrei ed immobili, mentre ripensava al passato:
<<Avevo solo sedici anni. Ero una ragazzina ingenua. Ma la responsabilità del mancato matrimonio con Marvin non fu mia. Lui aveva ceduto alle lusinghe di Igraine, la sua prima moglie. Ed io a quel punto mi sentii libera di accettare il corteggiamento di tuo padre>>
Non una parola era stata detta sul primo matrimonio di lei con Elner Eclionner, né sui due figli che erano nati da quell'unione: Faykan ed Eleanor.
Legolas crede che il problema sia che suo padre non è di famiglia nobile.
Il ragazzo la osservò con aria ironica:
<<Alla fine sei riuscita a vendicarti di Igraine. Ma ora la nostra salvezza dipende anche da suo figlio Arthur. Come la mettiamo?>>
Alienor scrollò le spalle:
<<Arthur farà il suo dovere. E' un soldato, come te e come tuo padre>>
Legolas parve intuire una nota di disprezzo in quella frase:
<<Mentre Marvin è un intellettuale, vero? Dicono che la conoscenza delle armi gli fu infusa quando si risvegliarono in lui le memorie degli antenati>>
Alienor annuì:
<<E' così infatti. Lui aveva studiato come retore ad Amnisia. E poi fu iniziato agli Arcani Supremi. Io lo vedevo nei miei sogni e lui vedeva me. E mi diceva sempre "Sei bellissima". Accecato d'amore mi stava a guardare>>
Legolas ripensò a un ritratto di sua madre, di trent'anni prima
Era veramente bellissima.
<<Marvin è stato uno sciocco a preferirti quell'altra. Poteva anche essere un intellettuale, ma ha detto e fatto idiozie in abbondanza pure lui>>
C'era rancore nelle parole di Legolas.
Alienor cercò di smorzare i toni:
<<Se fosse stato saggio, non ci sarebbe stato bisogno di mandargli Alice. Spero che lei gli abbia aperto gli occhi una volta per tutte. Se lui dovesse essere sconfitto nel fronte sud, per noi sarebbe la fine>>
<<Ha cinquanta legioni, madre!>>
<<Sì, ma contro di lui non ci sono solo nemici umani. Eclion e tutta la sua corte di demoni cercheranno di annientarlo>>
<<Esattamente come Gothar e la sua corte di vampiri tenterà di fare con noi. Ma è tempo che il sangue elfico trovi la sua riscossa, da solo, senza dover dire grazie a nessuno!>>
Legolas aveva parlato con passione e sua madre dovette, quantomeno, riconoscere che era animato da un grande coraggio.
<<So che ti batterai con onore, figlio mio, ma ti prego... non sacrificare la vita in nome dell'eroismo! Io ti accoglierò a braccia aperte anche se le tue ferite fossero tutte sulla schiena>>
<<Non ne dubito, madre, ma io non sarei in grado di sopportare la vergogna. Quella è ancora peggio della colpa>>
Alienor dovette ammettere, pur non essendo d'accordo, che quella era una frase intelligente.
Da giovani si sente la vergogna, da adulti la colpa... e questo ci inchioda alle nostre responsabilità, anche se filosoficamente non sono nostre.
Cast
Kate Blanchett (Galadriel) - Alienor di Alfarian
Orlando Bloom (Legolas) - Legolas di Alfarian
Orlando Bloom (Will Turner) - Lorran Plum, consorte reale di Alienor d'Alfarian
L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 54. Confessioni ad Alice
Il corteo imperiale si spostava lentamente.
Già il solo fatto che si spostasse era considerato miracoloso.
L'Imperatore-Profeta lascia la fortezza di Gothian per la prima volta dopo trent'anni, e porta con sé la sua giovane sposa.
Alice de Bors, Principessa Consorte, viaggiava nella Carrozza Imperiale, assieme al marito.
Chi li avesse visti, li avrebbe scambiati per una coppia di fidanzatini.
Alice ho bisogno di te come l'aria per respirare. Ora i miei nemici sanno il mio punto debole.
Marvin si aggrappava alla Profezia come unica fonte di rassicurazione.
Ho visto nascere nostra figlia, ho visto che la crescevamo insieme... non corriamo alcun pericolo.
Così pensava, ma per la prima volta in vita sua, incominciava a chiedersi se quelle visioni fossero veramente ciò che sarebbe accaduto in futuro e non un sogno.
Fuori dal suo castello, dalla sua sala del trono, si sentiva vulnerabile.
E devo viaggiare nascosto, perché la gente non veda quanto sembro giovane.
Il dono dell'eterna giovinezza incominciava a infastidirlo.
Non mi prendono sul serio. Mi guardano e si chiedono: ma è proprio lui l'uomo che comanda l'Impero da trent'anni?
Sentì il bisogno di abbracciare Alice e di stringersi a lei.
La Principessa Consorte si era abituata a quei momenti di sconforto, in cui lui pareva tornare quasi un bambino.
<<Cosa c'è che non va, mio amato?>>
Lui aveva voglia di piangere, ma cercò di controllarsi.
<<Niente... è solo che non ero più abituato agli spazi aperti>>
Lei non ci credette neanche per un secondo:
<<Non è solo questo... parla liberamente, sfogati, qui non ci sente nessuno>>
Aveva pronunciato quelle parole con dolcezza e con un sorriso rassicurante.
Marvin si sentì subito meglio:
<<Il fatto è che io senza di te non potrei più vivere... e i miei nemici lo sanno, ho paura che provino a farti del male>>
Lei istintivamente si pose le mani sul grembo:
<<Tu hai visto nascere nostra figlia. Mio caro, dammi almeno altri otto mesi di vita!>>
Risero entrambi.
<<Sì, l'ho vista nascere, e so anche come tu la chiamerai. Ma non te lo dico, altrimenti sceglieresti un altro nome non fosse altro che per dimostrare che il destino non esiste>>
Lei gli accarezzò i capelli.
<<A chi assomiglierà? Almeno questo me lo puoi dire?>>
Marvin chiuse gli occhi, ed ebbe la visione di sua figlia adolescente, forse già diciottenne.
<<La vedo immersa in una foresta, con il viso che mi osserva da dietro un albero. Ti assomiglia moltissimo, eppure ha un'espressione completamente diversa. Ha l'aria di essere triste, gli occhi sono splendidi e profondi, i capelli più scuri dei tuoi...>>
Alice annuì:
<<Ho capito. Sarà una Eclionner, e anche se avrà un volto simile al mio, avrà una personalità come la tua. Ma sai cosa ti dico, io sono contenta se assomiglierà a te>>
Marvin non era d'accordo:
<<Ho visto l'ombra di Eclion su di lei. E questo significa dolore... il mio stesso dolore>>
Alice continuò a parlare con voce tranquilla:
<<Solo il dolore rende grandi. Solo il dolore ci dà la certezza di esistere>>
Lui si sentì attraversare da un brivido:
<<Non potrò mai accettare questa affermazione. Se il dolore è la prova dell'esistenza, allora è meglio non esistere, meglio non diventare grandi>>
Lei gli asciugò lacrime che avevano accompagnato quello scambio di frasi.
<<Nostra figlia ti insegnerà che non è così. Te lo sta insegnando già adesso. Queste tue visioni, questi tuoi pensieri... tu stai percependo lei che cresce nel mio grembo. Siete in simbiosi già adesso, e lo sarete sempre più. Le figlie femmine amano sempre di più il padre>>
Marvin vedeva sempre più chiaramente sua figlia, ma non vedeva più Alice. Era come se l'una avesse sostituito l'altra.
<<Parli come se conoscessi il futuro molto meglio di me>>
Alice rise:
<<Io so leggere il presente. Per intuire certe cose non c'è bisogno della Profezia. E' come quando guardi un fiore dalla radice ai petali. Anche quella è una forma di destino. Come un fiore non è responsabile del suo colore, noi non lo siamo per ciò che siamo diventati>>
Era una dottrina eretica, ma Marvin la condivideva:
<<Avrei voluto una vita normale, ma il destino mi ha reso grande e inutile>>
Era una citazione da Majkovskij, il finale di "All'amato me stesso", ma inevitabilmente a Marvin risuonarono nella testa le parole scritte dal poeta prima di spararsi: "La vita e io siamo pari".
Alice aveva il pregio di non colpevolizzare il suo vittimismo.
Lei sa il prezzo che dovrò pagare. Me lo ha letto negli occhi.
Ogni romanzo della sua vita si concludeva con una morte, ma mai con la sua.
Alcuni non possono più essere salvati, ma per altri c'è ancora speranza.
Era l'unico motivo per il quale aveva deciso di intervenire personalmente a sud.
Alice pareva averlo sempre saputo:
<<Finché sarà vivo qualcuno che ti vorrà bene, non sarai inutile. E qualcuno che ti vorrà bene ci sarà sempre>>
Marvin ne dubitava:
<<E' difficile volermi bene. Se ne sono andati via tutti, e quelli che non se ne sono andati di loro iniziativa, li ho cacciati via io, come ho fatto con Mordred e Valyria. La storia mi ricorderà come uno dei più crudeli tiranni della Dinastia>>
Alice scosse il capo, facendo oscillare i lunghi capelli ondulati sulle guance del marito:
<<A volte si deve fare qualcosa di male per evitare che succeda qualcosa di peggio>>
Marvin, a occhi chiusi, continuava a vedere sua figlia India nel bosco. Gli sembrava quasi che fosse stata lei a parlare.
<<Nostra figlia vivrà costantemente nel pericolo>>
Alice non ne aveva dubbi:
<<E allora tu dovrai insegnarle a difendersi in tutti i modi possibili>>
Lo avrebbe fatto, lo sapeva, lo vedeva.
<<Presto saranno inventate nuove armi>>
<<Le insegnerai ad usarle>>
Marvin ebbe un altro flash.
<<Finalmente vedo anche te... vedo nostra figlia che ti spazzola i capelli>>
<<Ma sei sicuro che sia io?>>
Non ne era affatto sicuro, ma finse di esserlo:
<<Come potrei non riconoscerti!>>
Alice accettò la risposta senza indagare oltre, ma pareva sorpresa, come se qualcuno le avesse predetto che la sua vita non sarebbe stata lunga.
<<Hai visto il luogo?>>
Marvin annuì, ma la risposta non sarebbe piaciuta a sua moglie:
<<La camera rossa di Gothian>>
Alice sospirò:
<<Dunque quel luogo maledetto ci perseguiterà ancora?>>
Marvin cercò di attenuare il perso della risposta:
<<Noi lo trasformeremo! Dopo quest'ultima guerra, noi trasformeremo tutto!>>
Cast
Mia Wasikoswska - Alice de Bors d'Alfarian , Consorte imperiale
Jonathan Rhys Meyers - Marvin Eclionner Vorkidian
Mia Wasikowska (India Stoker) - India Eclionner Vorkidian
Nicole Kidman (Eve Stoker) - Alice de Bors d'Alfarian
sabato 29 giugno 2013
Le regole dell'Eleganza
L'eleganza non è un concetto relativo, non è una questione di gusti e nemmeno una questione di mode, di tendenze.
Ci sono delle regole al di fuori delle quali non può esistere l'eleganza.
Sono poche, chiare, accessibili a tutti coloro per i quali la parola eleganza conti qualcosa.
Ecco un decalogo per chi vuol essere elegante.
1) Avere cura del proprio aspetto.
Può sembrare banale, ma questo primo punto è molto controverso. Molti credono che avere cura del proprio aspetto sia una cosa frivola, indegna delle persone profonde, intelligenti. No. La sciatteria, che è il contrario della cura di sé, non è segno di intelligenza: è sciatteria, e basta.
2) Non esagerare.
La sproporzione è nemica dell'eleganza. Se qualcosa ci piace, nel vestiario o negli accessori o in ogni altra manifestazione dell'estetica personale, dobbiamo evitare di sovraccaricarci di questo qualcosa. Non occorre nessuna fatica nel rendersi conto, onestamente, se qualcosa, superando un certo limite, diventa eccessivo, pacchiano, ridicolo. La maggior parte degli stilisti non ha mai capito questa regola.
3) Non appiattirsi sulle mode.
Le mode hanno la tendenza ad estremizzarsi. E chi le segue pedissequamente si autoesclude dall'eleganza. La persona elegante è consapevole delle tendenze, ne tiene conto, ma ne rifiuta gli aspetti eccessivi, quelli che, due o tre anni dopo, riguardando le fotografie dell'epoca, ci fanno ridere a crepapelle.
4) Mantenere l'equilibrio tra originalità e sobrietà
La persona troppo sobria rischia di essere invisibile nel migliore dei casi, nel peggiore risulta grigia, noiosa. Ma la persona troppo originale diventa bersaglio dell'irrisione. Bisogna cercare di mantenere in equilibrio i due piatti della bilancia.
5) Saper fare gli abbinamenti.
In inglese si parla di "outfit", quando si intende un look dove si sono studiati abbinamenti particolari. Ci sono colori che fanno a pugni con altri colori. Non ci vuole il genio di Leonardo da Vinci per capire che in genere una tonalità calda non va accostata in maniera troppo disinvolta ad una tonalità fredda, tanto per fare un esempio. O che non si possono mettere, che ne so, i blue jeans insieme alla cravatta, o le scarpe da ginnastica insieme a un vestito a giacca. Eppure ci sono stilisti che fanno questo ed altro, e credono di essere eleganti.
6) Adattare le scelte alla propria fisionomia ed età.
Si può essere eleganti senza essere fisicamente perfetti. L'importante è adattare il proprio look a ciò che, del nostro fisico, non possiamo cambiare. Una donna con delle gambe non proprio perfette dovrebbe evitare i leggins, così come un uomo che non ha un fisico atletico dovrebbe cercare di coprire con capi scuri e con strategici gilet quello che una camicia chiara, magari messa pure sotto i pantaloni, mostrerebbe come un inequivocabile pancione. Insomma, tutto ciò che può accentuare un difetto, va evitato. Anche questo consiglio mi pare ovvio, ma poi mi guardo in giro e vedo che evidentemente non è così ovvio.
Si prenda esempio da Wallis Simpson, che non era né giovane, né bella, eppure era una donna estremamente attraente, e fece innamorare un re grazie alla propria eleganza.
7) Evitare l'ostentazione di elementi costosi e "firmati".
Chi crede che per essere eleganti si debba essere ricchi si è sbagliato di grosso. Si possono trovare al mercato e nei grandi magazzini dei capi perfetti, mentre non c'è nulla di più volgare di chi ostenta il capo firmato, o la copia taroccata del capo firmato. La firma può essere una garanzia di qualità, a volte, ma non così spesso come la pubblicità vorrebbe farci credere. Un capo firmato non ci rende "fighi", se non lo siamo già per conto nostro, anzi, accentua la nostra goffaggine.
8) Tenere conto del contesto.
Ci sono persone che vanno al lavoro come se andassero in spiaggia o in discoteca o a un matrimonio. Ecco, io non dico che si debba essere troppo rigidi e indossare uniformi (anche se a scuola, secondo me, andrebbero reintrodotte, per riportare un minimo di decenza, ma forse questo dipende dal fatto che sono un insegnante!), però una attenzione al contesto permette al proprio stile di risultare più facilmente accettato. Bastano piccoli accorgimenti.
9) Non cercare di imitare dei modelli, ma crearne di nuovi.
"Per essere insostituibili bisogna essere diversi", diceva giustamente Coco Chanel. Per cui non dovete mai dire: "Vorrei essere come quella persona". No! Voi dovete trovare il vostro stile!
10) Non fate ricorso alla chirurgia plastica.
Lo dico alle donne in particolare, perché è un fenomeno prevalentemente femminile: non sfigurate il vostro viso e il vostro corpo con qualcosa che lo priva della sua naturalezza. Una cosa rifatta si vede subito e fa dire a tutti: "Stava molto meglio prima". Ogni età ha la sua eleganza, ed una donna può persino acquistare bellezza con l'età. Ci sono donne che hanno acquisito un grande carisma con l'età. L'invecchiamento lo si combatte con abitudini sane.
Guardate com'era bella Audrey Hepburn a sessant'anni!
O anche Jackie Kennedy, bellissima fino all'ultimo, persino negli anni nella malattia.
Chi fu il primo re d'Inghilterra?
Il primo Re d'Inghilterra fu Atelstano di Wessex (Winchester 895 - Gloucester 939). Figlio di Edoardo il Vecchio, che era stato re del Wessex e signore degli Anglosassoni, a sua volta figlio di Alfredo il Grande, Atelstano completò l'opera di unificazione dell'Inghilterra con l'annessione della Northumbria nel 927.
Secondo altri storici medievali il primo Re sarebbe stato il suo successore, il fratellastro Edmondo (Wessex 921 - Pucklechurch 946).
La dinastia dei Wessex regnò sull'Inghilterra, con alterne vicende, fino al 1066, quando Aroldo II fu sconfitto da Guglielmo I di Normandia, detto il Conquistatore, nella Battaglia di Hastings.
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L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 53. Mordred rifiuta il Dono del vampiro
Si erano sposati solo una settimana prima, ma già vi era un elemento di discordia tra il principe Mordred Eclionner e sua moglie Daenerys von Steiberg, contessa di Gothian, detta "La divoratrice di cuori".
Come tutti i vampiri, la contessa di Gothian desiderava che il suo compagno e consorte condividesse con lei la cosiddetta "non-morte", chiamata anche il Dono.
Mordred avrebbe rifiutato anche se quella decisione non avesse implicato il doversi nutrire di sangue, fosse pure quello di un animale.
Non amo la vita: come potrei amare l'immortalità?
Ma Daenerys, che lo amava in modo possessivo e avrebbe voluto averlo al suo fianco per sempre:
<<Sai, Mordred, cosa si dice riguardo ai mortali? Che muoiono due volte. La prima quando il loro cuore smette per sempre di battere, e la seconda quando il loro nome viene pronunciato per l'ultima volta>>
L'immortalità della gloria o del disonore erano due forme comunque effimere, e sostanzialmente inutili. Però faceva sempre effetto l'idea che un giorno nessuno mai più si sarebbe ricordato del fatto che siamo esistiti.
Cos'è in fondo un uomo che non ha lasciato niente di memorabile dietro di sé: niente, nessuno, in nessun luogo, mai...
Però in fondo quella era un'immortalità di poco conto, se in realtà riguardava solo il nome e non la persona.
<<Non è immortalità, quella, è solo vanità>>
Daenerys sbuffò:
<<Ah! Gli impagabili consigli moralistici degli Eclionner!>>
Mordred scrollò le spalle:
<<Sempre meglio delle proposte indecenti dei vampiri di Gothian!>>
Daenerys sorrise:
<<Ah, se tu sapessi come diventa delizioso il sapore del sangue!>>
Lui ebbe un moto di ribrezzo:
<<Ah, sì... e che sapore ha?>>
Lei assunse un'espressione estasiata:
<<Ha lo stesso sapore del vino dolce dell'estate, del "rosso di Dorne">>
La musica della canzone "Summer wine" risuonò nella mente di entrambi, come se fosse un invito a ballare e a condividere il Dono:
(NANCY):
Strawberries cherries and an angel's kiss in spring
My summer wine is really made from all these things
(LEE):
I walked in town on silver spurs that jingled to
A song that I had only sang to just a few
She saw my silver spurs and said lets pass some time
And I will give to you summer wine
Ohh-oh-oh summer wine
(NANCY):
Strawberries cherries and an angel's kiss in spring
My summer wine is really made from all these things
Take off your silver spurs and help me pass the time
And I will give to you summer wine
Ohhh-oh summer wine
(LEE):
My eyes grew heavy and my lips they could not speak
I tried to get up but I couldn't find my feet
She reassured me with an unfamiliar line
And then she gave to me more summer wine
Ohh-oh-oh summer wine
(NANCY):
Strawberries cherries and an angel's kiss in spring
My summer wine is really made from all these things
Take off your silver spurs and help me pass the time
And I will give to you summer wine
Mmm-mm summer wine
(LEE):
When I woke up the sun was shining in my eyes
My silver spurs were gone my head felt twice its size
She took my silver spurs a dollar and a dime
And left me cravin' for more summer wine
Ohh-oh-oh summer wine
(NANCY):
Strawberries cherries and an angel's kiss in spring
My summer wine is really made from all these things
Take off those silver spurs and help me pass the time
And I will give to you my summer wine
Mmm-mm summer wine
(Nancy Sinatra, Lee Hazlewood)
<<Summer wine fu scritta e cantata prima del Grande Cataclisma. Le tue memorie fin dove affondano, Danerys?>>
Lei ridacchiò:
<<Non così lontano, i vampiri erano scomparsi del tutto, prima del Grande Cataclisma. Ma sono stata giovane quando il nostro mondo era giovane. Questo è uno dei vantaggi dell'immortalità. La saggezza di una lunga vita e l'aspetto di una giovane fanciulla>>
<<Il prezzo da pagare è troppo alto. La vita di un vampiro conduce inevitabilmente all'abuso di potere e al degrado. Io posso esserne al massimo passivo concorrente, ma non voglio bere sangue, nemmeno se avesse il sapore dell'ambrosia degli dei>>
Daenerys ne fu dispiaciuta:
<<Mi chiamano la "Divoratrice di cuori", ma alla fine è sempre il mio cuore a essere fatto a pezzi. Ma in fondo, il mio cuore... è solo cibo avariato. Non ti farò del male, Mordred, perché ti amo in modo altruistico, come credo prima nessuno mai. Ma mio fratello potrebbe non prendere bene la tua decisione>>
Mordred annuì:
<<Non ne sarà certo felice, ma senza di me gli manca il pretesto per scatenare la guerra e per trovare alleati tra coloro che non hanno ancora preso partito, in questa ennesima guerra... questa ennesima puntata del Gioco del Trono>>
<<Il Trono Nero di Gothian era di mio padre. Marvin gliel'ha sotratto, ed è tempo che gli eredi di Gothian se lo riprendano>>
Mordred si accigliò:
<<Quale degli eredi? Tu o tuo fratello?>>
Lei sorrise:
<<Ho concluso un accordo con mio fratello: lui sul trono do Gothian ed io su quello di Alfarian. Mia madre Rhaella Targaryen aveva sangue elfico>>
<<Non mi fido delle promesse di tuo fratello. Se l'hanno soprannominato Daemon Bloodice, ci sarà un motivo>>
<<Posso tener testa a mio fratello, come ho sempre fatto. Ma h bisogno di un motivo per farlo.Io vorrei regnare con te per sempre, perché dopo la mia trasformazione non posso avere figli, e se tu morirai sarei condannata alla solitudine>>
Mordred la fissò dubbioso:
<<Ti innamoreresti ancora. Come si diceva nei tempi remoti, prima del Grande Cataclisma, "morto un Papa se ne fa un altro">>
<<Voi umani siete così prosastici!>>
<<E allora perché ti innamori degli umani?>>
Già! Perché?
Perché mi innamoro degli esseri umani?
Forse perché le piaceva la loro "giovinezza".
Sì.
<<Credo che sia perché vi sento giovani, e mi fate sentire giovane>>
Nel momento stesso in cui pronunciò quelle parole, capiva che fornito a Mordred la più valida delle argomentazioni.
<<Se diventassi anch'io un vampiro, diventerei ben presto anche "antico" e perderei il fascino che ora ho ai tuoi occhi>>
Daenerys aveva gli occhi viola per la rabbia.
<<Tutte scuse! Non mi è mai piaciuto ricevere rifiuti, non mi si addicono. Forse è per questo che divoravo il cuore di chi mi diceva di no. E visto che l'astinenza non mi fa bene, penso che dovrò ricominciare. E sarò sangue, sulle strade di Carcassonne!>>
Mordred ignorò la minaccia. Ormai Carcassonne era solo un ricordo in un gioco di carte.
<<Si parla spesso del Grande Cataclisma, ma nemmeno gli iniziati agli Arcani Supremi conoscono ciò che veramente causò il collasso della civiltà umana tecnologizzata... io credo che voi non-morti ne sappiate di più... o mi sbaglio?>>
Daenerys non amava seguire a rimorchio una conversazione guidata da altri.
<<Nemmeno mio padre lo sapeva! Voi umani siete così bravi ad autodistruggervi da soli. Alcuni dicono che sia stato un virus a decimarvi, un virus prodotto da voi, come arma chimico-biologica, o una cosa del genere. Ma secondo me il virus eravate voi... sì, voi uomini... l'umanità intera era come una malattia infettiva... voi umani eravate il virus... siete stati decimati strozzandovi nel vostro stesso veleno... e finirà così di nuovo, se Marvin continuerà nel suo assurdo Sentiero Dorato!>>
Mordred era sempre più coinvolto in quel discorso:
<<Ma perché gli dei, insomma, quelli che noi chiamiamo angeli e demoni... perché non sono intervenuti?>>
Lei appariva sempre più insofferente a quell'interrogatorio, ma la rabbia la costringeva a rispondere, seppur in modo offensivo:
<<Il loro nome corretto, nel tempo del loro occultamento, era "i Grandi Anziani". Avevano distolto l'attenzione da questa Terra, perché gli uomini non li veneravano più. Avevano rivolto la loro fede verso un unico Dio onnipotente e buono, una contraddizione in termini così evidente, eppure in miliardi si prosternavano di fronte a quest'Unico. Ma quando loro provocarono il Grande Cataclisma, questo Dio che si erano inventati non li soccorse. Fu allora che si ricordarono dei Grandi Anziani, e che essi tornarono sulla Terra, e si divisero gli incarichi. Io c'ero quando fu siglato l'Antico Patto. Fintanto che quello fu rispettato, ci fu la pace. Poi Lilieth Vorkidian, che il suo nome sia maledetto, ha deciso di mettere al mondo tuo padre, che ha scombinato tutti gli equilibri. Marvin è stato sempre consigliato male, da sua nonna, da sua madre, dalle sue mogli, da sua sorella... un burattino manovrato dalle donne e dai druidi!>>
<<La missione di mio padre non è mai stata quella di violare l'Antico Patto, ma di portarlo a compimento>>
Daenerys scosse il capo:
<<Ne ho abbastanza di queste inutili chiacchiere! Credo che stasera me ne andrò in giro ad assaporare sangue umano, e forse a divorare qualche cuore. Ho una reputazione da mantenere, io!>>
Cast
Legend of Cryptids character (Eve Venture) - prince Mordred Eclionner
Emilia Clarke (Daenerys "Stormborn" Targaryen) - Daenerys Steinberg, countess of Gothian
Queen Rhaella Targaryen (wife of Aerys II, the Mad King) - Rhaella Targaryen, first wife of count Fenrik
Daemon "Blackfire" Targaryen - Viserys Iceblood von Steiberg, prince of Thule
The Iron Throne (Il trono di spade) - The Black Throne of Gothian
Jonathan Rhys Meyers (king Henry VIII Tudor) - Emperor Marvin Eclionner Vorkidian
Tamzin Merchant (queen Catherine Howard) - Princess Consort Alice de Bors of Alfarian
Royo's vampiress - Daenerys "Hearteater", countess of Gothian
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