lunedì 15 aprile 2013

Albero genealogico degli Asburgo d'Austria


Massimiliano II, imperatore del Sacro Romano Impero, ereditò i possedimenti austriarci del padre Ferdinando I, e cioè, oltre alla corona imperiale, anche l'arciducato d'Austria, di Carinzia e di Carniola (l'attuale Slovenia), oltre alle corone di Boemia (attuale Repubblica Ceca) e di Ungheria (all'epoca il regno comprendeva anche la Slovacchia, la Croazia, la Slavonia e la Galizia).


Asburgo d'Austria imperatori del Sacro Romano Impero [modifica]


Carlo VI aveva una sola figlia, Maria Teresa d'Austria, che sposò Francesco di Lorena, granduca di Toscana.
Dopo una guerra di successione al trono imperiale, che vide contrapposta la casa dei Wittelsbach, nella figura di Carlo VII, a quella degli Asburgo-Lorena, alla fine si stabilì che Francesco di Lorena sarebbe divenuto imperatore con nome di Francesco I e che Maria Teresa d'Asburgo avrebbe avuto il titolo di imperatrice consorte, oltre che di arciduchessa d'Austria e regina di Boemia e di Ungheria. Alla morte di Francesco, Maria Teresa assunse la reggenza imperiale in nome del primogenito Giuseppe II.
Maria Teresa d'Asburgo-Lorena ebbe 16 figli, ognuno dei quali ottenne titoli e riconoscimenti, anche se molti morirono in giovane età.

NomeNascitaMorteNote
Maria Elisabetta17371740Erede presunta di Maria Teresa tra il 1737 ed il 1740, morì di vaiolo all'età di tre anni.
Maria Anna17381789Erede presunta di Maria Teresa tra il 1740 ed il 1741, divenne badessa a Praga poiché da ragazza le sue condizioni di salute non consentivano di prospettare un matrimonio. Tuttavia finché la madre fu viva visse sempre a corte.
Maria Carolina17401741Morta nella prima infanzia.
Giuseppe II17411790Imperatore del Sacro Romano Impero dal 1765; arciduca d'Austriare d'Ungheria e re di Boemia dal 1780; sposò l'Infanta Maria Isabella di Borbone-Parma (1741-1763), da cui ebbe Maria Teresa ( 1762 1770) e Maria Cristina, morta durante il parto che uccise anche la madre: poi si unì in matrimonio con la principessa Maria Giuseppa di Baviera (1739-1767). Amò molto la prima moglie, detestò la seconda, sposata solo per l'insistenza della madre imperatrice. Da Giuseppina non ebbe discendenza.
Maria Cristina17421798Sposò il principe Alberto di Sassonia, duca di Teschen (1738-1822), ma non ebbe discendenza.
Maria Elisabetta17431808Sfigurata dal vaiolo, non si sposò mai: divenne badessa ad Innsbruck ma visse sempre a corte accanto alla madre.
Carlo Giuseppe17451761Morendo adolescente di vaiolo, si dice che abbia amaramente detto che la sua scomparsa risolveva molti problemi alla dinastia: infatti, intelligente e ambizioso com'era, non si sarebbe rassegnato alla parte di figlio cadetto.
Maria Amalia17461804Sposò Ferdinando di Borbone, duca di Parma (1751-1802); ebbero sette figli.
Leopoldo II17471792Granduca di Toscana dal 1765 col nome di Pietro Leopoldo, abdicò nel 1790 per diventare imperatore del Sacro Romano Imperoarciduca d'Austriare d'Ungheria e re di Boemia dal1790; sposò l'Infanta Maria Luisa di Spagna (1745-1792); ebbero sedici figli, dei quali il primo fu il futuro imperatore Francesco I d'Austria (era stato Francesco II del Sacro Romano Impero, abolito da Napoleone nel 1806).
Maria Carolina17481748Morta alla nascita.
Maria Giovanna17501762Morì di vaiolo.
Maria Giuseppina17511767Morì di vaiolo.
Maria Carolina17521814Regina di Napoli e di Sicilia (1752-1814), sposò il re Ferdinando IV di Napoli e Sicilia (1751-1825); ebbero diciotto figli. Maria Carolina fu scelta dalla madre poiché le sorelle che avrebbero dovuto sposare Ferdinando (Maria Giuseppina e Maria Giovanna) erano morte di vaiolo.
Ferdinando17541806Duca di Brisgovia dal 1803; sposò Maria Beatrice Ricciarda d'Esteduchessa di Massa e principessa di Carrara, signora di Lunigiana (Austria-Este); ebbero dieci figli.
Maria Antonia17551793Regina di Francia e di Navarra con il nome di Maria Antonietta, sposò Luigi XVI di Francia, dal quale ebbe quattro figli. Morì sulla ghigliottina durante la Rivoluzione francese.
Massimiliano Francesco17561801Arcivescovo-elettore di Colonia dal 1784; destinato ad una carriera militare, dovette rinunciare a causa di una caduta da un cavallo che gli procurò delle lesioni permanenti ad una gamba, decise quindi di dedicare il resto della sua vita a Dio.

 

A Giuseppe II succedette il fratello Leopoldo II, che a sua volta lasciò il trono al figlio Francesco II.

Quando però Napoleone dichiarò estinto il Sacro Romano Impero Germanico, Francesco II divenne il primo Imperatore d'Austria.

File:CoA Maximilian I of Habsburg.svg

File:FranciscusII.png

File:Ludwig Streitenfeld 001.jpg

Il 6 gennaio 1788 Francesco sposò a Vienna la principessa Elisabetta Guglielmina di Württemberg (1767  1790)[2], figlia del duca Federico II Eugenio di Württemberg e della consorte principessaFederica Dorotea di Brandeburgo-Schwedt, dalla quale ebbe una sola figlia, Ludovica Elisabetta (1790-1791), che morì ad un anno.
Rimasto vedovo, sposò quindi in seconde nozze la cugina prima, principessa Maria Teresa Carolina di Borbone-Napoli, (1772 – 1807), figlia di Ferdinando I, re delle Due Sicilie e della sua consorte l'Arciduchessa Maria Carolina d’Austria (1752-1814).
Dal secondo matrimonio nacquero:

Francesco II e la sua famiglia.
Il 6 gennaio del 1808 Francesco sposò la cugina di primo grado Maria Ludovica Beatrice d'Asburgo-Este (1787-1816), figlia dello zio paterno Ferdinando d'Asburgo-Lorena e di Maria Beatrice d'Este.
Morta la ventottenne Maria Ludovica, l'Imperatore sposò Carolina Augusta di Baviera, figlia del re Massimiliano I di Baviera.

Dopo il regno di Ferdinando I, il giovane nipote Francesco Giuseppe divenne imperatore nel 1848 e regnò fino al 1916, per 58 anni.
Francesco Giuseppe sposò Elisabetta di Baviera, meglio nota come l'imperatrice Sissi.


Grazie anche alla mediazione dell'imperatrice, nel 1866 l'imperatore Francesco Giuseppe riconobbe l'autonomia del regno di Ungheria, di cui fu proclamato sovrano assieme alla moglie. L'Impero Austro-Ungarico assunse una organizzazione federale.

File:Austria-hungary.png

Morto suicida l'arciduca Rodolfo, unico figlio maschio di Francesco Giuseppe ed Elisabetta di Baviera, l'erede al trono divenne il figlio del fratello dell'imperatore, Francesco Ferdinando, a sua volta ucciso a Sarajevo nel 1914. L'erede divenne allora Carlo d'Asburgo, pronipote di Francesco Giuseppe e suo successore, che regnò tra il 1916 e il 1918, quando l'impero asburgico si disgregò.


L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 20. Marvin e Daenerys




Non si vedevano da molto tempo.
Marvin aveva giurato a se stesso che non l'avrebbe mai più ricevuta nei suoi appartamenti, ma ciò che era accaduto il giorno prima aveva cambiato le carte in tavola.
Quello che Daenerys ha detto ieri ad Alice dimostra che mi conosce molto meglio di quanto io sospettassi. Vuole dimostrare al mondo che il suo rifiuto nei miei confronti era più che giustificato. Ma c'è qualcosa di più...
Daenerys si era presentata in perfetto orario, elegantemente vestita. In particolare la lunga gonna bianca e plissettata risultava attraente agli occhi di Marvin.
<<La tua eleganza, oggi, rende tutto più difficile>> erano state le prime parole che l'Imperatore-Profeta aveva rivolto alla Divoratrice di Cuori.
<<Hoc erat in votis>> aveva risposto lei, sorridendo al pensiero della battuta con cui il giorno prima Alice aveva liquidato le citazioni in lingua latheari antica.
<<Conoscevi Orazio di persona?>>
La battuta di Marvin era stata messa in conto, ma aveva perso tutta la freschezza della novità-
<<Adesso ti metti anche a rubare le battute agli altri?>>
L'Imperatore-Profeta aveva accennato a un sorriso e le aveva indicato un triclinio in stile neoclassico, dove potersi accomodare senza tensioni.
<<Se ti dico che un po' mi sei mancato, sei disposto a crederci, Marvin?>>
Lui inarcò le sopracciglia:
<<Faccio molta fatica...>>
Lei tornò seria:
<<Tu sei fatto così, o tutto o niente...>>
Marvin contemplava i capelli color platino di colei che gli aveva donato l'immoralità.
<<Solo con le persone che amo>>
Era vero. Con tutti gli altri riusciva ad essere equilibrato a tal punto da sembrare indifferente nei loro confronti.
Offro amicizia, ma non costringo nessuno ad essermi amico. All'indifferenza rispondo con l'indifferenza. Ma se qualcuno mi chiede aiuto o consiglio, io glieli darò, poiché questo rientra nei doveri della mia carica.



Daenerys lo guardò con curiosità:
<<Dunque non mi ami più?>>
Marvin la fissò severamente:
<<Non giocare con i miei sentimenti>>
Lei stava per replicare, ma poi si interruppe, come se sapesse che le schermaglie sarebbero potute durare all'infinito senza portare da nessuna parte.
<<E va bene, Marvin. Sarò sincera. In questi anni di solitudine mi sono sforzata di capirti, ma non ci sono riuscita. Non comprendo il tuo governo, il tuo Impero, la tua Profezia... niente. Più cose conosco di questo nuovo mondo da te plasmato, più mi rendo conto di non sapere cosa sta succedendo>>
Marvin continuò a fissarla:
<<Non è forse questa la via della saggezza?>>
Gli occhi di Daenerys si accesero di pagliuzze viola, a testimonianza della sua rabbia.
<<Devi smetterla anche tu di giocare con la mia vita!>>
Marvin sospirò:
<<Chiunque altro ti avrebbe già condannata. La tua vita è al sicuro. Non altrettanto si può dire della mia>>
Non intendeva rivelare a nessuno la sua ultima visione, che gli mostrava uno scenario di sopravvivenza.
Ma ogni mio sguardo sul futuro non ne può cogliere l'intero. Io vedo il mondo che verrà come un prigioniero che cerca di vedere il paesaggio dalle finestre della sua cella.
Il sogno del prigioniero: ecco la metafora della sua profezia.

Albe e notti qui variano per pochi segni.

Il zigzag degli storni sui battifredi
nei giorni di battaglia, mie sole ali,
un filo d'aria polare,
l'occhio del capoguardia dello spioncino,
crac di noci schiacciate, un oleoso
sfrigolio dalle cave, girarrosti
veri o supposti - ma la paglia é oro,
la lanterna vinosa é focolare
se dormendo mi credo ai tuoi piedi.

La purga dura da sempre, senza un perché.
Dicono che chi abiura e sottoscrive
puo salvarsi da questo sterminio d'oche ;
che chi obiurga se stesso, ma tradisce
e vende carne d'altri, affera il mestolo
anzi che terminare nel patée
destinato agl'Iddii pestilenziali.

Tardo di mente, piagato
dal pungente giaciglio mi sono fuso
col volo della tarma che la mia suola
sfarina sull'impiantito,
coi kimoni cangianti delle luci
scironate all'aurora dai torrioni,
ho annusato nel vento il bruciaticcio
dei buccellati dai forni,
mi son guardato attorno, ho suscitato
iridi su orizzonti di ragnateli
e petali sui tralicci delle inferriate,
mi sono alzato, sono ricaduto
nel fondo dove il secolo e il minuto -

e i colpi si ripetono ed i passi,
e ancora ignoro se saro al festino
farcitore o farcito. L'attesa é lunga,
il mio sogno di te non e finito.


Nel momento in cui l'ultimo verso della poesia di Montale risuonò nella sua memoria, gli venne spontaneo guardare colei che aveva amato così tanto e ripetersi:
Il mio sogno di te non è finito.
Daenerys parve percepire la malinconia dei pensieri di Marvin:
<<Perché non sposi Alice? E' evidente che ti piace e lei, l'ho potuto constatare ieri, ricambia. Ho cercato inutilmente di farle capire i tuoi innumerevoli difetti>>



<<La mia Alice non ha in braccio un coniglio bianco, ma un gatto nero, che mi fissa in modo inquietante>>
Più che una battuta era una citazione da un trovatore del buon tempo antico, prima del Grande Cataclisma.
Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole.



Perché quegli sguardi assonnati m'interiscono?
Si alzò ed aprì la finestra.
Quel giorno c'era il sole persino a Gothian.
<<Guarda questa primavera, Daenerys! Quando mai c'è stato un aprile così sereno, a Gothian? Non ti rendi conto che il Sentiero Dorato è anche questo? Che comunque vadano a finire le cose, questi trent'anni di pace saranno comunque ricordati come La Pace di Marvin... e persino tu, un giorno, ripenserai ad oggi, e ti sembrerà di essere stata felice>>
Daenerys era meravigliata del fatto che quel sole non le facesse paura, come di solito accadeva.
<<Non sono felice, sono solo smarrita>>
Marvin annuì.
Anche io sono smarrito. Ma nessuno dovrà capirlo...

E io potrò per ciò che muta disperarmi
portare attorno il capo bruciante di dolore.
Ma l'opaca trafila delle cose
che là dietro indovino: la carrucola nel pozzo,
la spola della teleferica nei boschi,
i minimi atti, i poveri
strumenti umani avvinti alla catena
della necessità, la lenza
buttata a vuoto nei secoli,
le scarse vite, che all'occhio di chi torna
e trova che nulla nulla è veramente mutato
si ripetono identiche,
quelle agitate braccia che presto ricadranno,
quelle inutilmente fresche mani
che si tendono a me e il privilegio
del moto mi rinfacciano.
Dunque pietà per le turbate piante
evocate per poco nella spirale del vento
che presto da me arretreranno via via
salutando salutando.
Ed ecco già mutato il mio rumore
s'impunta un attimo e poi si sfrena
fuori da sonni enormi
e un altro paesaggio gira e passa
La poesia di Sereni esprimeva il pensiero che Marvin non voleva pronunciare.
<<Parlavamo di Alice...>>
Daenerys annuì:
<<Dovresti essere con lei, non con me. Dovresti condividere con lei i pensieri poetici che questa primavera improbabile ti sta ispirando>>
Lui le rivolse uno sguardo pieno di rimpianto:
<<Io e te siamo fuoco e ghiaccio. Siamo complementari. Ecco perché questa primavera è possibile>>

Lei aveva bisogno del fuoco, come suo padre aveva avuto bisogno di Marigold.
<<Fuoco e ghiaccio si annientano a vicenda. E' per questo che non ti ho voluto>>
Marvin sapeva che non era solo per quello, ma fu inondato dai ricordi:
<<Forse, ma per alcuni mesi, dopo che tu mi donasti la non-morte, siamo stati bene insieme>>



Era una constatazione.
Daenerys non la negò, ma le tolse lo splendore della certezza:
<<Mi pare di sì. Forse lo siamo stati...>>
In quel momento entrambi si stavano chiedendo perché avevano gettato via con tanta rapidità un legame che poteva diventare qualcosa di molto importante.
<<Il sogno che interrompi non ritorna uguale>> dichiarò Marvin.
Daenerys fu d'accordo, e deviò volutamente il discorso:
<<Parlavamo di Alice>>
<<Sì>>
<<Già...>>
Si stavano domandando se per caso fosse potuto nascere un sogno più bello, ma nessuno dei due ebbe il coraggio di esprimere quel pensiero all'altro.
<<Alice è... non lo dico per offenderti, ma solo per farti capire... è giovane...>>
Daenerys non si offese:
<<E' la giovinezza della mente. Prima o poi tutti gli immortali ne sono attratti>>
Marvin improvvisamente si rese conto del pericolo connesso a quella specie di condanna.
<<Non mi comporterò certo come Zeus! Gli dei del mio pantheon non sono lascivi>>
Lei non ne era del tutto convinta:
<<Eclion e i suoi discendenti non sono mai stati stinchi di santo e Belenos era festeggiato con delle vere e proprie orge. Dicono che a Caemlyn siano tornati di moda i fuori di Beltane>>
Quella era una vecchia storia.
<<Io ho preso le distanze da tutto ciò. Non ci sono meschinità nella mia vita sentimentale e tanto meno in quella sessuale! E con Alice mi sto comportando in modo specchiato!>>
Daenerys gli disse allora ciò che voleva comunicargli fin dall'inizio:
<<Quella ragazza ti farà del male... è pericolosa... mandala via, finché sei in tempo!>>
Marvin le puntò un indice contro:
<<Tu sei molto più pericolosa. Sei la Divoratrice di Cuori!>>
Lei annuì:
<<E' vero, ma non delego ad altri le mie vendette. Chi crede che Alice sia un mio strumento si sbaglia. Un giorno forse ti punirò per avermi contrastata, ma per quel giorno ti voglio vivo e in salute. Dammi retta, Marvin, manda via Alice! Mandala via prima che sia troppo tardi!>>



Cast

Jon Snow - Marvin Eclionner Vorkidian

Emilia Clarke - Daenerys di Gothian



































da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-27950>

domenica 14 aprile 2013

Albero genealogico della dinastia Borbone di Francia, Spagna, Parma, Napoli e Sicilia.



La dinastia dei Borbone (o Borboni, in riferimento al ramo che regnò a Napoli e in Sicilia e poi nel regno delle Due Sicilie) deriva da un ramo collaterale dei Capetingi, che durante il regno dei Valois ottennero in feudo il Ducato di Borbone, una zona del regno di Francia.
Il primo sovrano della dinastia fu Enrico IV di Francia, già re di Navarra. Dal matrimonio di quest'ultimo con Maria de Medici nacque Luigi XIII, che sposò Anna d'Austria. Da quell'unione nacque Luigi XIV, il Re Sole, che vediamo nell'immagine sottostante, insieme alla famiglia: il figlio Luigi, il Gran Delfino ed il nipote Luigi, duca di Borgogna. Entrambi morirono prima di lui e la corona passò al pronipote Luigi XV.

File:Nicolas de Largillière 003.jpg

In seguito alla guerra di successione spagnola, Filippo di Borbone, nipote del Re Sole, fu incoronato re di Spagna nel 1713 (in base ai trattati di Utrecht e Rastadt) e diede inizio alla dinastia che attualmente siede sul trono di Madrid.



In seguito al matrimonio di Filippo V con Elisabetta Farnese, ultima discendente del papa Paolo III (fratello di Giulia Farnese Orsini, l'amante di Rodrigo Borgia, papa Alessandro Vi) il ducato di Parma divenne una pertinenza della famiglia reale dei Borboni di Spagna.



Carlo III di Spagna, figlio di Filippo V di Borbone e di Elisabetta Farnese, fu prima duca di Parma, poi Re di Napoli e Sicilia e infine Re di Spagna. Quando si recò in Spagna, lasciò al secondogenito Ferdinando il regno di Napoli e Sicilia, divenuto Regno delle Due Sicilie dopo la Restaurazione operata dal Congresso di Vienna alla caduta dell'impero napoleonico.
Ferdinando IV di Napoli divenne così Ferdinando I delle Due Sicilie. Come molti Borbone era sposato ad una Asburgo, Maria Carolina, sorella di Maria Antonietta, regina di Francia e figlia dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, regina di Boemia e di Ungheria.



File:Grand Royal Coat of Arms of France.svg

L'ultimo Borbone a regnare sulla Francia fu Carlo X, anche se il ramo degli Orleans, a cui apparteneva il suo successore Luigi Filippo, ultimo re di Francia, discendeva comunque dal fratello del Re Sole, Filippo di Borbone, duca di Orleans.



Gli attuali sovrani del Lussemburgo discendono dai Borbone di Parma.

Genealogic tree of House of Bourbon of France, Spain, Parma, Naples and Sicily

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 19. Alice e Daenerys.



L'incontro avvenne pubblicamente.
Daenerys di Gothian lo aveva richiesto nel rispetto dei criteri degli arresti domiciliari in cui si trovava, e l'Imperatore le aveva accordato il permesso di visitare Alice de Bors d'Alfarian, accompagnata però da numerosi testimoni fedelissimi alla dinastia Eclionner.
Un incontro come questo ha senso solo quando esiste un codice segreto e un interlocutore che lo capisca.
Daenerys conosceva infiniti codici, ma non era in grado stabilire quale potesse essere compreso da Alice e non dagli altri testimoni.
Le parole avranno molti significati. La polisemia si presta ad un numero pressoché infinito di letture, diverse a seconda del destinatario del messaggio. E Alice è un destinatario molto particolare.
Era per metà di stirpe elfica, con tutte le implicazioni che ciò significava.
Eppure, quando si trovò di fronte ad Alice ebbe un attimo di delusione.
E questa ragazzina insipida dovrebbe conquistare il cuore dell'Imperatore-Profeta?
Alice la fissava con espressione incuriosita, come se avesse rinvenuto un reperto archeologico nascosto per millenni sotto il ghiaccio. Ed in un certo senso era proprio così.
<<Onorevole Lady Alice, siate la benvenuta nella mia Contea>>
Era un'ironica finzione con cui Daenerys ridicoleggiava il titolo nobiliare di Contessa di Gothian che Marvin le aveva concesso.
Il castello di Gothian era la sua prigione, più che la sua residenza, ma questi erano dettagli trascurabili, in un simile momento.



<<Vostra Signoria, sono io che devo ringraziarvi per la visita>>
Improvvisamente Daenerys capì che quella "ragazzina" sapeva usare le parole come fossero coltelli.
Ha risposto come se fosse la padrona di casa, ma rivolgendosi a me con l'appellativo corretto. Bene bene... ha in sé la giusta dose di veleno per poter sterminare tutti gli Eclionner dalla faccia della terra.
Evitò di tenderle la mano, ma mantenne un tono cortese:
<<Questo era l'appartamento di mia madre Rahella Targaryen>>
Per un istante, breve ma intenso, quel pensiero le provocò dolore.
<<Sua Maestà me l'ha detto. Temeva che avessi paura dei fantasmi>>
Per la seconda volta Daenerys si sentì messa in ridicolo.
<<A volte la paura può essere molto utile. I fantasmi esistono, anche se sono diversi da come li si immagina>>

Alice annuì:
<<Alcuni fantasmi sono solo persone interminabilmente sopravvissute a se stesse>>
Daenerys sapeva bene che quella frecciata era rivolta a lei, ma la giudicò imprudente.
A Marvin questa frase non piacerà.
La ragazza era abile con le parole, ma non aveva ancora la giusta esperienza, quella che serviva ad evitare le gaffes.
<<Quisque suos patimur manes>> commentò Daenerys in modo volutamente scontato, mentre avanzava al centro del soggiorno.
Alice le mostrò una poltrona.
<<Avete conosciuto Virgilio di persona?>>
Daenerys non poté trattenere un sorriso:
<<Sarebbe potuto accadere. Non vi spaventa avere davanti una non morta con ha migliaia di anni nella propria memoria?>>
La fanciulla soppesò quella domanda:
<<Come ho detto prima, non ho paura dei fantasmi>>
Gli occhi di Daenerys, punta sul vivo, pulsarono di pagliuzze violacee
E' troppo sicura di sé, troppo aggressiva. Per controllare Marvin ci vuole più finezza.
Ma era davvero così? Oppure Marvin era attratto proprio da quell'eccesso di sicurezza e di aggressività?
<<Fossi in voi avrei indossato almeno una collana d'aglio>>
Voleva una schermaglia ironica? Eccola servita!
Alice capì e assunse un'espressione più benevola:
<<Siete così bella che mi riesce difficile pensare a voi come a un vampiro>>
Daenerys fu sorpresa da quel tono inaspettatamente diretto.
Questa ragazza riesce a sorprendere ogni volta che apre bocca. Ora capisco perché Marvin è stato folgorato da questo bel visino. 



Dietro alla faccia d'angelo doveva celarsi però uno spirito ribelle ed ambizioso.
<<Anche voi siete bella, lady Alice. Siete fresca come un fiore in boccio. Mi chiedo se nessuno ha colto mai questo fiore prima d'ora>>
Alice scosse il capo:
<<Credevo che tra vergini bastasse uno sguardo per riconoscersi>>
Daenerys sentì una fitta al cuore.
Ma come ha fatto a indovinare? Nessuno, nemmeno Marvin ha mai sospettato il mio segreto!
Cercò di mantenere un'espressione vagamente ironica.
<<E voi pensate che una persona della mia età, parlo di millenni, e della mia bellezza, possa aver resistito così a lungo alle tentazioni?>>
Alice non lasciò trapelare alcuna emozione:
<<Penso di sì. Avete respinto l'amore di Marvin Vorkidian!>>



Ah, era qui che voleva arrivare! Bene, allora forse è il momento di farle capire chi è veramente il suo tanto idolatrato Imperatore-Profeta!
Assunse un'espressione malinconica, quasi affranta.
<<Marvin è il supremo narcisista di tutti i tempi. Pretende di essere adorato come un dio, e chi si rifiuta di adorarlo viene distrutto, prima o poi. E' stato così per mio padre, il conte Fenrik, per Marigold di Gothian e per Elner Eclionner. A me è toccata una sorte ancora peggiore: murata viva per l'eternità in questo luogo. Non mi ha ucciso solo perché un giuramento lo vincolava a colei che gli ha donato l'immortalità. Avrei dovuto abbatterlo quando ne avevo l'occasione>>
Quelle parole fecero il loro effetto.
Alice socchiuse gli occhi.
<<A me ha chiesto solo tenerezza, così come l'aveva chiesta a voi. Non chiedeva di essere adorato, ma solo di essere trattato con dolcezza. Siete voi ad esservi comportata in modo narcisista>>
Daenerys aveva previsto quella replica e sapeva come rispondere:
<<Lo conoscete poco. Possono passare mesi, a volte persino anni prima che lui riveli la sua reale personalità. Appartiene a quella pericolosa categoria di uomini che sono capaci di sopportare affronti gravissimi per poi esplodere a causa di un'inezia in un giorno di ordinaria follia>> 
E dopo una pausa ad effetto, concluse: <<Gli Eclionner sono fatti così>>.



Chi poteva negarlo?
Alice rimase in silenzio per alcuni interminabili secondi.
<<Niente è indistruttibile e nessuna pazienza è infinita. Nemmeno quella di un imperatore. Nemmeno quella di un profeta. Nemmeno quella di un dio>>
Daenerys percepì un certo fervore mistico in quelle parole.
Lo adora davvero. E lui adora lei come in un eterno gioco di specchi. Avrebbe potuto funzionare se non ci fosse stata quell'enorme differenza tra un immortale ed una semplice umana. Lei si illude che Marvin l'amerà per sempre, anche quando il suo bel visino e il suo bel corpo saranno appesantiti e avvizziti dall'età.
Un simile onore era toccato ad una sola donna, l'onorevole lady Ariellyn Vorkidian, contessa di Keltar Senia, la leggendaria nonna materna dell'Imperatore-Profeta.
Daenerys provò quasi pena per Alice, quando pronunciò la frase definitiva:
<<Se la pazienza non è infinita, l'amore lo è ancor meno. Persino quello di un dio>>



Cast

Mia Wasikowska - Alice de Bors

Anne Hathaway - Daenerys di Gothian

Rahella Targaryen - Se stessa

Jonathan Rhys-Meyers - Marvin Eclionner Vorkidian

dinastia Targaryen - dinastia Eclionner

sabato 13 aprile 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 18. Lilieth e Marvin: la nuova Profezia



L'Imperatrice Madre Lilieth Vorkidian sedeva su una comoda poltrona nel salotto privato di suo figlio Marvin Eclionner, l'Imperatore-Profeta, nella torre centrale del Castello di Gothian.
Avrei dovuto visitare più spesso mio figlio. Se io fossi stata qui, avrei potuto evitare tante pessime decisioni.
Mentre guardava suo figlio, provava sentimenti contrastanti.
<<Ti dispiacerebbe se io restassi più tempo a Gothian? Prometto che non interferirò nella tua vita.  Ho solo bisogno di vederti più spesso>>
Marvin pareva piuttosto scettico:
<<Non mi offenderei se voi rimaneste con me, ma alla prima interferenza ve ne tornerete ad Amnisia, madre. Spero che ne siate consapevole>>
Lilieth annuì.
Dovrò essere prudente.
Era ovvio che il vero motivo della visita era la preoccupazione generale che Marvin, proprio nel momento in cui la capacità profetica era indebolita, potesse essere manovrato o danneggiato attraverso la leva dei sentimenti.
Quello che nessuno capisce è che mio figlio vuole affetto, come tutti noi. Chi dice che Marvin cerca il sesso si sbaglia. Quella è l'ultima cosa che si aspetta. Per lui un abbraccio, una carezza, una parola dolce sono infinitamente più importanti di un rapporto sessuale. 
Ellis non poteva capirlo, e nemmeno Igraine. Meno di tutte, sicuramente, Daenerys.
Perché mio figlio si è circondato di donne che non valgono niente?



Ma quello, in fondo, era la domanda che assillava ogni madre che avesse figli maschi adulti.
<<Lascio a te l'organizzazione del mio tempo, se vuoi che mi renda utile senza pestarti i piedi>>
Marvin sorrise:
<<Vi affido l'addestramento di Faikan, il figlio di Alienor e di Elner. E' mio nipote e vostro pronipote acquisito. E' un Eclionner, allevato come tale. Ora vuole essere iniziato agli Arcani Supremi secondo il rito celtico>>



Lilieth ne fu sorpresa. Faikan era un guerriero e si vantava del proprio sangue elfico. Che cosa lo aveva spinto verso il sacerdozio?
Marvin avrebbe dovuto scegliere lui come marito di Helena.
In ogni caso, unire i poteri del guerriero con quelli del sacerdote era rischioso. Bastava pensare alla storia dei Templari, o dell'Ordine Teutonico, per capire che i religiosi armati potevano diventare una specie di stato nello stato.
<<E' stato lui ad avanzare questa richiesta?>>
Marvin annuì:
<<In assenza di guerre, si sente inutile come militare. Ritiene che il sacerdozio possa dargli le risposte di cui ha bisogno. Ha scelto il rito celtico perché può ampliare i suoi orizzonti. Voi siete la migliore iniziatrice nell'ambito del rito celtico. Non voglio un druido, voglio una persona di famiglia, una di cui fidarmi ciecamente. Vi chiedo quindi di accoglierlo come un figlio e di aiutarlo nel suo percorso di crescita>>
Lilieth continuava ad essere scettica.
Dovrebbe occuparsene Marvin stesso! E' lui il migliore iniziatore, il migliore insegnante. Ah, la pazienza , la gentilezza e la complicità con cui insegna agli iniziati! Solo una persona che ha profondamente sofferto a causa degli insegnanti può capire i disagi degli studenti, e rispettarli, senza offenderli mai. Forse anche io ho sofferto abbastanza per capirlo. 
Guardò suo figlio e decise di accettare l'offerta:
<<E sia! Faikan troverà in me una seconda madre, forse migliore della prima>>
Ma era saggio offrire a Faikan questo privilegio.
Forse Marvin si sente in colpa per averlo privato dei genitori. E' una maledizione che si ripete troppo spesso nella dinastia Eclionner.
L'Imperatore-Profeta parve soddisfatto:
<<Bene. In cambio di questa vostra disponibilità, madre, vi terrò informato su determinate questioni che riguardano la sicurezza del Sentiero Dorato. Ci sono determinate persone che sfuggono completamente alla mia capacità predittiva. Sto cercando di capire che cos'abbiano in comune. Deve esserci un insieme di caratteristiche che li rende invisibili alla profezia. Sono tutti nati dopo la mia prima incoronazione. Li ho tenuti vicino per molto tempo e li ho studiati. Altri sono ancora qui, e li sto analizzando. Alice de Bors è una di loro>>
Lilieth inarcò le sopracciglia.
Questa sì che è una notizia. Ora si spiegano molte cose.
Fissò suo figlio con stupore:
<<E gli altri sono i giovani Eclionner, compresa tua sorella Helena, non è così?>>




Marvin fece segno di sì col capo:
<<Credo di aver capito quale sia la caratteristica che li rende imprevedibili>>
Lilieth era perplessa, ma si limitò a chiedere:
<<Quale sarebbe?>>
Per un attimo Marvin tornò ad essere il Profeta:
<<La loro generazione è la prima che non è destinata ad ereditare il Trono. Il loro compito è quello di portare avanti la Dinastia e di ricoprire incarichi importanti, ma nessuno di loro è destinato ad ereditare il mio Impero. Io sono destinato a succedere ai miei presunti successori, a sopravvivere a tutti loro. E questo loro non lo accettano, e faranno tutto il possibile per evitare che io li privi di ciò che ritengono giusto avere di diritto>>
Una domanda rimaneva il sospeso:
<<Capisco il movente dei giovani Eclionner, ma Alice de Bors cosa ha a che fare con loro? Lei non è una tua erede>>
Marvin guardò la madre con tristezza:
<<No... i giovani Eclionner sono i mandanti morali... ma Alice... lei...>> e qui la commozione si fece sentire <<...lei è l'esecutrice materiale... l'arma inconsapevole, ma non per questo meno pericolosa... lei...  lei mi uccide... dolcemente... dolcemente mi uccide...>>
Killing me sofly with this song.
Anche gli occhi di Lilieth si riempirono di lacrime.



I suoi occhi parlavano da soli.
L'ho abbandonato, aveva meno di un anno... l'ho ritrovato dopo vent'anni e l'ho abbandonato di nuovo... sono passati altri decenni e solo adesso... solo adesso capisco di averlo sempre sacrificato sull'altare della politica... 
Lui era il Principe Promesso, il Figlio di Cento Re, il Profeta dei Keltar, il Messia dei Lathear, il sovrano dell'Impero dei Diecimila anni.
Jessica Atreides sopravvisse a suo figlio per quasi cinquant'anni... mi chiedo se avesse un cuore. Io credevo di poter fare come lei. 
Chinò il capo e chiuse gli occhi, fragile come una foglia accartocciata.
Marvin la abbracciò.
Rimasero così per un tempo indefinibile.
E' la prima volta che ci scambiamo un abbraccio sincero. Una madre e un figlio, nient'altro.
Marvin aveva conservato quell'aspetto adolescenziale che lo rendeva agli occhi di Lilieth ancora più vulnerabile.
<<Ce la farai, Marvin. Ce l'hai sempre fatta. Hanno tentato di tutto per eliminarti. Forse non smetteranno mai. Ma tu sei forte, io lo so. Sei più forte di tutti loro messi insieme. Non riusciranno a farti fuori, non ce la faranno... va' avanti per la tua strada, non guardare cosa fanno gli altri... tu va' avanti, prosegui... prosegui il tuo Sentiero Dorato... non voltarti indietro... il passato non esiste... >>
Marvin cercò di riguadagnare la sua compostezza e i suoi occhi si aprirono alla Profezia:
<<Lo farò, madre. Nessuno riuscirà a interrompere il mio cammino. La mia Visione si rinnova, dice che io ci sarò ancora, dopo l'oscurità, dopo la nebbia. Io ci sarò ancora e gli altri Eclionner non ci saranno più. Quelli che verranno dopo saranno come gnomi all'ombra di un gigante. E per quel che riguarda Alice... lei non costituirà più un pericolo... quel bel visino non durerà...>>



Lilieth si rese conto che Marvin era in preda all'awen, all'ispirazione derivante dalla Profezia. Il suo vaticinio andava memorizzato. Prese una penna e una pergamena, e riportò le sue parole.
<<Un giorno Alice indosserà un'armatura e una spada. Vedo dietro di lei la Regina Bianca... oh, si è nascosta dietro un nuovo viso, ma è sempre lei, la figlia del vampiro... e dall'altra parte c'è il Matto... come nelle carte dei Tarocchi... si stanno muovendo contro di me... ma io li fermerò...>>



Lilieth si chiese se Marvin stava interpretando la visione nel modo giusto.
Quel bel visino non durerà... non è una profezia di morte... semplicemente Marvin sta vedendo che gli altri invecchieranno, mentre lui rimarrà eternamente giovane. 
Il passo successivo fu una rivelazione per entrambi.
Il pericolo non viene da Alice, ma da Daenerys... la figlia di Fenrik di Gothian... dovremmo eliminarla subito, ma non abbiamo prove contro di lei, nessuna prova tranne la Profezia e le profezie non si possono cambiare, chi tenta di cambiarle, le peggiora.
Lilieth si lasciò sprofondare nella poltrona.
Marvin pronunciò le formule di rito per la conclusione del vaticinio.
<<Ti ridòno all'atro fondo, visione. Una distanza ci divide>>



Cast

Alice Krige - Lilieth Vorkidian

Jonathan Rhys-Meyers - Marvin Eclionner

Daeron Targaryen - Faikan Eclionner

Siona Atreides - Helena Eclionner

Mia Wasikowska - Alice de Bors

Anne Hathaway (La Regina Bianca) - Danerys di Gothian

Johnny Depp - Il Matto