mercoledì 13 febbraio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 39. Ser Ywain e gli Alfar



Ser Ywain de Bors, Duca di Amnisia, aveva accettato controvoglia e senza alcuna gioia l'incarico di Vice-Reggente del Regno degli Alfar.
Il Reggente era lo stesso Marvin Vorkidian, re dei Keltar. Era stato lui a convincere il coetaneo ed amico ad assumersi la responsabilità di difendere gli Alfar dai pericoli che incombevano ovunque su di loro.
La guarnigione che controllava la città di Elenna sul Dhain era minima, essendo la città difesa dal fiume.



Nella torre centrale, ser Ywain aveva ordinato una riunione straordinaria del Consiglio di Reggenza, per affrontare il pericolo di un attacco a tenaglia: da Nord i vampiri albini e da Sud gli elfi oscuri.
Al consiglio partecipavano, tra gli altri, anche il principe Hans Axel di Alfarian, conte di Fersen, uno dei probabili eredi al trono e sua zia, la principessa Aurora di Alfarian, sorella minore del defunto re Kerelic.



Mentre Hans Axel era insolente e arrogante, la principessa Aurora aveva sempre collaborato senza esitazioni con il Vice-Reggente.
Tutti sono convinti che Aurora sia la mia amante. E' una cosa vera solo per metà: io ne sono innamorato e lei fa finta di non accorgersene e mi racconta dei suoi amori finiti male e della sua scelta di non sposarsi.
Era così assurdo pensare all'amore in un momento come quello. Ben altre erano le priorità.
Ben altro è sulla terra... 
I versi di Montale per una lettera non scritta gli tornarono alla memoria: "ch'io non oda nulla di te, ch'io fugga dal bagliore dei tuoi cigli"... "Sparir non so, né riaffacciarmi"...
Dovette sforzarsi per riportare l'attenzione sulla discussione del Consiglio.
Vogliono fuggire come ratti da una nave che affonda. Persino il principe!
Tutti, insomma, tranne lei, la principessa Aurora.
Mi sta mettendo alla prova. 
In gioco non c'erano solo l'amore e l'onore, ma anche la sopravvivenza degli ultimi Alfar rimasti nel regno.
Ho giurato che li avrei protetti fino all'ultimo e lo farò, costi quel che costi!
Prese la parola con determinazione, cercando di nascondere il peso che gli gravava sul cuore:
<<Da quando ho assunto l'incarico di governare il Regno degli Alfar nell'attuale fase di emergenza e di transizione, ho ricevuto offese di ogni tipo, tutte calunniose, e coloro che le hanno pronunciate sono stati i primi a fuggire. Ora, se qualcuno ha paura e vuole darsi alla fuga, può farlo. Non darò alcun ordine di permanenza. Ma i pochi felici che rimarranno, gli happy fews, saranno ricordati per secoli nelle canzoni di gesta, e ricordati come eroi, qualunque sarà l'esito di questa battaglia. Questa è la nostra Fort Alamo, è il nostro Campidoglio. Hic manebimus optime!>>
Questa "orazion picciola", come l'avrebbe chiamata Dante parlando di Ulisse, convinse buona parte del Consiglio, che ancora credeva nel codice d'onore della cavalleria e della cortesia.
Il discorso aveva galvanizzato gli animi di tutti.
Come mai allora io provo una sensazione di perdita? In fondo un cavaliere vive sempre in braccio alla morte. Cos'è allora che sto realmente perdendo?
Era la sua giovinezza, ciò che stava perdendo, i suoi giorni spensierati, il tempo migliore per cogliere i frutti della vita e di coltivare i propri talenti.
 Ma soprattutto era l'amore, il vero amore, il grande amore ricambiato.



Cast

Loras Tyrell - ser Ywain de Bors, duca di Amnisia
Caius Volturi - Hans Axel di Alfarian, conte di Fersen.
Athenodora Volturi - principessa Aurora di Alfarian

Ambientazione

Tar Valon - Elenna sul Dhain

martedì 12 febbraio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 38. Marigold e i suoi nuovi alleati


Quando si sparse la voce che il castello di Gothian era ritornato sotto il controllo della Contessa Marigold,  tutti coloro che si erano dileguati durante l'occupazione dei Keltar, tornarono allo scoperto. Solo pochi giungevano da fuori, attraversando le lande desolate intorno all'antico maniero.


La maggioranza degli oscuri personaggi che offrirono i loro servigi alla Contessa erano emersi dalle profonde cavità che dalle fondamenta della fortezza si diceva che arrivassero fino al centro della terra, 



secondo il mito della perduta Agharti.

Ma secondo altri erano creature degli Inferi, che provenivano dal più profondo Hell.



Non erano vampiri, ma figli di demoni, ognuno con la sua sfera di poteri speciali.  Avevano nomi strani (Thorn Dryad, Unseelie Warlock, Childer of Gorroth Hallow, Wyrmguard, Shadowkith ed Harpy) e forme ancora più strane. Marigold non aveva dubbi sulla loro obbedienza, in quanto erano servi di suo padre, Atar, il demone del Fuoco Segreto, che regnava negli Inferi.


Era tempo che Marigold preparasse l'avvento del regno del fuoco. 
In questo però trovava un ostacolo in Marvin, che indossando l'anello Narya aveva acquisito il potere del Fuoco Benevolo, Anar, e della sua dea protettrice, Arien, angelo del Sole.





Cast

Lena Headey (Cersei Lannister) - lady Marigold Ataris von Steinberg, Contessa di Gothian

Ambientazioni

Castlevania
The gates of Hell
Svart Alfar
Death Watch
Dark Heresy
Black Crusade
Rogue Trader

Gli eredi di Gothian. Capitolo 37. Alienor arriva alla corte di Caemlyn e conosce Marvin



Alienor di Alfarian e sua figlia Eleanor arrivarono in serata alla reggia di Caemlyn, divenuta ormai un rifugio per i dissidenti dell'Impero Lathear.
Alcuni preferivano chiamarla, in omaggio ad uno scrittore antico, l'"ultima casa accogliente" prima delle terre selvagge.
Quando Alienor varcò le porte delle mura interne di Caemlyn trovò tutta la corte ad attenderla, con Marvin Vorkidian in prima fila, insieme a sua moglie Igraine, a sua madre Lilieth, a sua zia Ellis e a sua nonna lady Ariellin.
Per la principessa era strano rivedere tutte insieme quelle donne che si erano tanto combattute tra loro.



<<E così finalmente ci incontriamo>> le disse Marvin, dopo i convenevoli.
Alienor assunse un'espressione seria:
<<Avrei preferito che avvenisse in circostanze migliori>>



Il gelo cadde nella sala, ma fu Marvin stesso, visibilmente rattristato e ferito, a spezzarlo:
<<Ne sono consapevole, principessa, e questo mi tormenta più di quanto possiate immaginare. Ci sono ragioni molto valide che mi hanno trattenuto qui, ma non possono essere argomento di pubblico dibattito. Ma quello che conta, adesso, è che siete libera, e potete progettare il vostro rientro nel regno degli Alfar e la vostra incoronazione. Avrete dalla mia corte tutto il supporto necessario>>
Alienor si pentì del suo tono polemico e cercò di smorzare i toni con una battuta:
<<Tra i Celti e gli Elfi ci sono state molte incomprensioni. Ma si sa, voi Celti preferite le Fate!>>
La digressione mitologica era tutt'altro che scontata, e Marvin ne capì i sottintesi:
<<La fata Vivien è la più grande alleata del mio regnoCon gli Elfi Oscuri, al contrario, stiamo avendo qualcosa di più che semplici incomprensioni. Il loro condottiero, Morgil Thalion, ha tradito la nostra amicizia e si è alleato con i nostri nemici, gli eredi di Gothian, Daemon Iceblood e Daenerys Hearteater, la Divoratrice di Cuori. E questo dovrebbe mettervi in allerta, perché stanno per invadere il vostro regno da nord e da sud, per spartirselo. Non sto inventando nulla: chiedetelo a vostra sorella Ingrid>>
Fece un cenno e Ingrid di Alfarian entrò col suo inseparabile coniglio bianco.



Le due sorelle si assomigliavano molto fisicamente, ma per nulla nel carattere. Non si erano mai particolarmente amate e il loro saluto, forse anche per la presenza del coniglio nel mezzo, non fu dei più calorosi.
<<Re Marvin ha ragione>> disse infine Alice <<i Vampiri albini stanno marciando su Alfarian da nord, mentre gli Elfi oscuri stanno avanzando verso Elenna sul Dhain da sud, con una strategia a tenaglia>>



<<Noi siamo rimasti gli unici protettori dei veri Alfar, quelli che non sono stati trasformati in vampiri o in elfi oscuri. Di questo, almeno, dovreste esserci grata>> aggiunse Marvin.
Alienor per la prima volta incominciò a guardarlo con espressione amichevole:
<<Quanti ne sono rimasti, di veri Alfar?>>
Marvin sospirò:
<<Poco più di un migliaio, mia principessa, ma riusciranno a salvarsi e avranno molti figli e torneranno più numerosi di prima>>
Solo in quel momento Alienor si rese conto che Marvin era proprio come gli era apparso in sogno tante volte: bello, gentile e affascinante.



Per un po' ho creduto che fosse il mio Principe Promesso.
Lo sguardo indagatore con cui lo fissava fu notato da tutte le donne del seguito di Marvin, a cui diede voce la regina Igraine:
<<E il vostro amato Lorran non è con voi, Alienor?>>



Il volto glaciale di Igraine Canmore intimoriva tutti nonostante la sua giovane età.
Persino Alienor ne aveva soggezione.
<<A Lathena la situazione è instabile. Lorran è il vice-ammiraglio della flotta e deve garantire l'ordine, ma presto mi raggiungerà>>
Igraine annuì severamente:
<<Me lo auguro, per il bene di tutti>>
Alienor si sentì offesa da quel modo di fare e fissò Marvin come per cercare protezione, ma non la trovò.
Il re dei Keltar fu cortese, ma fermo:
<<Mi unisco all'augurio espresso da mia moglie>>
La principessa percepì un senso di gelo, come se la volessero punire.
Forse Marvin ha deciso di sposare Igraine solo dopo che io ho concesso a Lorran di corteggiarmi. Non dev'essere stato facile per lui accettare il fatto che io gli abbia preferito un pirata. 



Marvin, pur mantenendosi cortese, non aveva fatto alcun tentativo di convincere la principessa a trattenersi a Caemlyn.
Maledizione, Marvin! Ma cosa ti aspettavi da me?
Ma subito una domanda le si affacciò nella mente:
Ed io cosa mi aspettavo da te?
Quel pensiero la sconvolse, e dal suo viso trapelò un misto di rabbia e di tristezza.
Per evitare che la situazione degenerasse, la regina madre Liliteth Vorkidian di Linthael giunse in aiuto della sua giovane protetta: <<Col tuo permesso, Marvin, accompagnerei Alienor nelle sue stanze, poiché ha fatto fin troppa fatica nella sua condizione di gravidanza>>
Alienor fu grata alla sua amica, ma si sentì improvvisamente fragile.
Anche Igraine è incinta, ma la sua forza e la sua energia sono infinitamente più grandi delle mie.
Marvin annuì, con solennità:
<<Naturalmente, madre. Vi prego di accompagnare la principessa nell'alloggio che abbiamo allestito per lei>>
C'era un certo distacco nelle sue parole.
E' come se mi dicesse: "non posso seguirti nel tuo mondo selvaggio, Alienor. Esistono diversi modi per affrontare le proprie frustrazioni, e quello che tu hai scelto mi delude".


lunedì 11 febbraio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 36. Dall'Ultima Thule parte la spedizione di Daemon Iceblood


Il castello di ghiaccio dell'Ultima Thule risplendeva alle luci dell'aurora boreale, quando gli eredi di Gothian, Daemon "Iceblood" von Steinberg e sua sorella Daenerys "Divorarice di cuori" e Regina delle Nevi, scesero la scalinata per raggiungere l'esercito di vampiri albini  con cui sarebbero partiti nella direzione della reggia di Alfarian, per riprendere il controllo della Contea di Gothian e di tutto il regno degli Albini nell'Artico.
Daenerys non era in buoni rapporti col fratello da moltissimo tempo, ma era disposta a soprassedere ai motivi del suo risentimento in nome di una battaglia per la conquista della propria eredità.


Uno dei paradossi di Daenerys "Divoratrice di cuori" era che si nutriva di sangue umano, ma amava moltissimo gli animali, specie quelli dell'artico, come le foche, gli orsi bianchi e le balene.
L'aurora boreale quel giorno la illuminava in modo così speciale da fare di lei quasi l'immagine di una santa.


Lasciare quei luoghi metteva sempre un po' di tristezza nel cuore di Daemon "Iceblood" di Gothian.
Dicono che se un Albino sta troppo tempo lontano dal ghiaccio, muore. La chiamano la malattia dell'acqua.
Sentiva che c'era qualcosa di profondamente vero in quell'antico proverbio.
Tanto più ora che i ghiacci si stanno restringendo.
Pochi se ne accorgevano, ma la calotta polare di ritirava di decine di metri ogni anno.
Pochi Albini si ricordano dei tempi dell'ultima glaciazione. Pochissimi la rimpiangono. Molti preferiscono abitazioni di pietra a quelle di ghiaccio.
Erano forse stati quei cambiamenti ad infiacchire il suo popolo?
I vampiri albini non sono vampiri comuni, sono l'elite, l'aristocrazia, la Fratellanza Bianca! Ma ora mi appaiono una razza in via di estinzione.
Oppure era soltanto lui stesso a sentirsi "in via di estinzione".
Sono un conservatore, un tradizionalista. Credo in valori che oggi sono biasimati e persino censurati. Cerco di difendere qualcosa che va oltre il mero interesse personale. C'erano, un tempo, una bellezza, una eleganza, una concezione del gusto che attribuivano valore a qualcosa che ora non l'ha più. 



Chi sapeva più suonare bene un'arpa? Tutti preferivano una banale chitarra.



Chi conosceva più le regole della cavalleria, della cortesia e dell'amore stilnovista?
"Le donne e i cavalier, li affanni e gli agi, che ne n'vogliava amore e cortesia, là dove i cor son fatti sì malvagi".
Chi offre più le rose d'inverno alla sua amata? E quale amata può capirne il significato ed apprezzarlo?
Il dilemma era se bisognava cambiare per avere più seguito, oppure rimanere fedeli alle proprie convinzioni, a costo di rimanere soli o in compagnia di qualche drappello di nostalgici e di reduci.
Mio padre è stato sconfitto anche per questo.
Il Conte Fenrik di Gothian era stato l'ultimo grande reazionario della storia, l'ultimo ad aver sognato la restaurazione dell'Ancien Regime.
Tutti i grandi reazionari della storia umana, da Vlad III di Valacchia a Bloody Mary Tudor, da Metternich a Bismarck, da De Bonald a Le Maistre, da Gibbon a Spengler, da Evola a De Benoist, dai Fermen a Leto II Atreides, avevano tutti, tratto ispirazione, direttamente o indirettamente dal Conte di Gothian e dal  suo modello di società, anzi, di civiltà.
Lui l'aveva predetto: un giorno mi chiameranno Dracula, imperatore della Gehenna, e la ruota dovrà girare e girare e girare ancora per mille anni lungo la mia via aurea.



Daemon era pronto a realizzare il sogno di suo padre, ma temeva che la situazione fosse diventata troppo caotica per riuscire a rimettere insieme tutti i tasselli del mosaico.


Cast

Rhaegar Targaryen - Daemon Iceblood Steinberg von Gothian
Alucard di Castlevania - lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian
Il castello della regina delle nevi si ispira a quello de "Le cronache di Narnia".

domenica 10 febbraio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 35. Sephir riceve la visita di Susan Fuscivarian



Lady Susan Fuscivarian arrivò al monastero di Yuste in Estremadura alle prime luci dell'alba, in modo da non dover viaggiare col caldo che, in quelle zone semiaride, era particolarmente spietato.
Aveva sempre rinviato quella visita al vecchio cognato Sephir Eclionner, poiché ogni loro incontro, penosamente, finiva con una serie di recriminazioni reciproche sulla morte della "povera Wensy", sorella di Susan e moglie di Sephir, e su quella del "senatore Sibelius", il padre di Susan e Wensy.
Ah, ormai quella è acqua passata! Sephir deve rendersi conto che abbiamo in mano la soluzione dei problemi della Dinastia.
Per quanto entusiasta, Susan non aveva idea di come il vecchio Sephir avrebbe preso le ultime notizie ed i loro sviluppi.
Non capirò mai perché Sephir abbia deciso di esiliarsi in questo luogo dimenticato da Dio. Come se non ne avesse avuto abbastanza di tutti gli anni passati a Terramara.



A quell'ora del mattino il clima era ancora gradevole, e gli alloggi che furono offerti alla nobildonna e al suo seguito apparivano confortevoli. Ma il sole, ancora basso a est, incominciava già a riscaldare l'aria.
Alle 7 in punto, come era il suo solito, Sephir Eclionner scese dal suo appartamento privato e si sedette a capotavola per la colazione.
Quando scorse all'altro capo del tavolo la cognata lady Susan il suo umore, già pessimo, peggiorò ulteriormente, come si poteva evincere senza sforzo osservando l'espressione cupa del suo volto.



I suoi occhi, che nella penombra del monastero di Yuste parevano quasi violacei, interrogarono, con una muta espressione, quelli della cognata.
Spero per lei che abbia una ragione valida per disturbarmi a colazione!
Susan ricambiò l'occhiataccia, ma decise di essere conciliante nelle parole.
<<Caro cognato, ci sono questioni molto importanti e molto urgenti di cui dobbiamo parlare>>
Sephir, incominciando a mangiare senza tante cerimonie, le fece cenno di continuare.
Lady Susan, per quanto trovasse i modi del cognato sempre più sgarbati man mano che invecchiava, preferì non stuzzicare ulteriormente l'uomo che vent'anni prima, assieme al Conte di Gothian, aveva provocato una guerra tristemente passata alla storia come la Primavera di Sangue.
<<Sephir, ci sono stati degli sviluppi imprevisti a Palazzo, ed io ne sono stata informata per prima da tuo nipote Elner>>
Al solo sentir nominare l'imperatore Elner, Sephir Eclionner, che non passava giorno senza domandarsi come mai su quel trono fosse seduto quell'idiota di suo nipote, invece che lui stesso, sgranò gli occhi, che parvero pulsare di venuzze violacee.
<<Cos'ha combinato stavolta?>>
Susan sorrise, sentendo che ora aveva tutta la sua attenzione e lo teneva in pugno.
<<Ha ripudiato Alienor con l'accusa di cospirazione e le ha ordinato di lasciare l'impero insieme alla figlia Eleanor e al figlio che porta in grembo e che è già stato diseredato>>
Come sempre, Sephir vide subito il bicchiere mezzo vuoto:
<<Quindi ha scoperto che lo volevamo deporre! Scommetto che è stata quell'oca giuliva di tua figlia ad avvertirlo!>>
Susan dovette fare cenno ad una sua guardia del corpo di fermarsi, nonostante l'offesa rivolta contro la principessa.



<<Ad avvertirlo è stato l'Eunuco. Mia figlia si è dovuta difendere e gli ha fatto capire che se avesse lasciato andar via Alienor avrebbe riconquistato buona parte dei suoi alleati, in particolare l'ammiraglio Vyghar di Linthael>>
Sephir rimase in silenzio per un po', poi, con espressione ancora più torva, chiese:
<<E noi che cosa ci abbiamo guadagnato in tutto questo?>>
Susan lo fissò con fermezza:
<<Lo stabiliremo oggi stesso, qui, dopo un onorevole negoziato>>
Il vecchio non aveva mai sopportato di dover negoziare questioni politiche con delle donne, tanto meno quelle implacabili come Susan Fuscivarian.
E' più velenosa di un cobra! 
Non riusciva ancora ad accettare l'idea che Susan fosse la sorella della sua povera Wensy, che era stata tanto dolce e delicata, e non aveva mai fatto male ad anima viva.
Per non parlare di mia madre, che non osò mai contraddire neanche una volta mio padre, in cinquant'anni di matrimonio. Ah, quelli sì che erano tempi!
Tutti i guai, per Sephir, erano incominciati quando le donne erano riuscite a prendere il potere, prima tra tutte sua figlia Ellis, che aveva disonorato la dinastia.
<<Sentiamo, allora! Recita il tuo pezzo...>>
Ci aveva messo tutto il dileggio possibile in quella frase, ma Susan non se ne accorse nemmeno:
<<Tuo nipote sposa mia figlia e noi due governiamo l'impero>>



Bisognava ammettere che a Susan non mancava il dono della sintesi, e nemmeno quello dell'efficacia.
Però il discorso fa acqua da tutte le parti.
Sephir puntò l'indice contro la cognata:
<<Per prima cosa Irulan risulta ufficialmente zia di mio nipote e l'ultima cosa che voglio è un altro incesto in famiglia!>>
Susan riteneva antiquati e retorici gli scrupoli morali di Sephir.
<<Per cinquanta generazioni gli Eclionner si sono sposati tra parenti carnali!>>
Sephir giocò la sua ultima carta:
<<Irulan non accetterà mai di sposare Elner>>
L'avversione di Irulan ai matrimoni era ben nota in famiglia, anche se fino a poco tempo prima non aveva costituito alcun problema. Ora invece...
<<Le farò un'offerta che non potrà rifiutare>>
Sephir dovette sorridere suo malgrado, notando l'ironia con cui Susan aveva usato la frase di avvertimento dei mafiosi che era stato lui stesso, in quanto Padrino della Piovra, ad inventare come eufemismo per coprire una minaccia.
<<Cosa ti fa pensare che Elner ed Irulan si faranno manovrare da noi?>>
Susan lo guardò con sufficienza, come se avesse posto una domanda stupida:
<<Noi controlliamo comunque molta parte delle forze armate e del Senato imperiale. Sarà sufficiente a convincere entrambi a non creare problemi>>
E così si concluse l'ennesimo patto scellerato destinato a cambiare il volto della Dinastia più controversa di tutti i tempi.


Cast

Susan Sarandon (Wensicia Corrino) - lady Susan Fuscivarian
Charles Dance (Tywin Lannister) - principe della corona Sephir Eclionner
Virginia Madsen (Irulan Corrino) - principessa Irulan Eclionner

Gli eredi di Gothian. Capitolo 34. Elner e Irulan: scontro e incontro



La principessa Irulan Eclionner stava suonando al virginale quando irruppe nelle sue stanze l'imperatore Elner XI.
Per quanto ufficialmente Irulan fosse considerata zia dell'imperatore, essendo sorella del predecessore Elner X, tutti sapevano che Elner XI era figlio di Masrek e che quindi lui ed Irulan erano solo lontani cugini.
Oltre tutto Irulan appariva più giovane dei suoi trentadue anni, mentre al contrario l'imperatore appariva molto più adulto rispetto ai suoi soli vent'anni.
Tra i due non c'erano mai stati rapporti di alcun genere: si erano completamente ignorati e, forse inconsciamente, evitati.
Ma quando Elner aveva capito che Irulan stava per sottrargli il Trono, lo scontro divenne inevitabile.
<<Dovrei farti squartare viva, traditrice!>>
Irulan lo guardò con disappunto.
<<E cosa te lo impedisce?>>
Quella risposta lasciò Elner senza parole.



<<Non so più di chi fidarmi. Bial mi ha avvertito che più della metà delle forze armate si stanno ribellando, e vogliono te sul trono. Sarai il loro burattino, e non sarà divertente!>>
Si era aspettato una reazione furiosa di Irulan, e invece la cugina annuì tristemente.
<<Lo so fin troppo bene. Il Gioco del Trono non mi è mai interessato. Speravo che mi avrebbero lasciata in pace, nel mio "cantuccio d'ombra romita">>
La compostezza di Irulan, e la sua citazione dotta, suscitarono nell'imperatore un inaspettato senso di ammirazione verso di lei.
<<Bial mi ha anche detto che non vuoi sposare Leto Fuscivarian. Eppure dicono che sia un bel giovane!>>



Irulan sbuffò: <<E' solo un ragazzo che vuole diventare imperatore a tutti i costi. E comunque, anche se fosse diverso, non lo sposerei su comando di mia madre. A dire il vero, io non voglio proprio sposare nessuno>>
Elner non capiva:
<<E perché mai?>>
La principessa scrollò le spalle:
<<Io non sono disposta a rinunciare alla mia libertà>>
Per una qualche ragione che stentava ancora a capire, quella frase ferì Elner profondamente.
<<Sono in molte a pensarla come te>>
Irulan percepì l'amarezza nelle parole dell'imperatore.
<<Se Alienor vuole andarsene, lasciala andare. Lasciale anche i figli. Diseredali, e nessuno cospirerà più contro di te>>



Elner scosse il capo, e i suoi occhi color indaco divennero lucidi:
<<Io l'ho amata. Ho cercato di dimostrarglielo in tutti i modi. Ho fatto l'impossibile per renderla felice. Ma lei non ne vuol sapere. Come prima di lei non ne ha voluto sapere Marigold. A volte mi chiedo se io sono davvero una persona così orribile per meritare di non essere mai ricambiato nei miei sentimenti>>



Irulan aveva ripreso a suonare, ma in sordina, quasi impercettibilmente. Era un brano profondamente malinconico, forse un notturno di Chopin.
Mentre suonava, rispose con voce lontana, come se stesse meditando:
<<Il tuo guaio è che ti innamori di donne dallo spirito libero, ma poi pretendi di domarle. Loro lo capiscono e ne hanno paura>>
Il dolore che quelle frasi gli infliggevano, unito alla malinconia straziante del virginale, provocò un tale senso di spossatezza in Elner, che si lasciò andare su un divano:
<<Dunque non c'è speranza per me? Non sarò mai ricambiato?>>
Irulan continuò a suonare con trasporto, come se il suono potesse chiarirle meglio le idee riguardo alla domanda che le era stata posta.
<<Difficile dirlo, ma a volte... ti sembrerà assurdo, ma io credo che il non essere ricambiati sia un dono divino, un modo per salvarci da una trappola mortale, per allontanare da noi sofferenze ben più gravi, come la gelosia o il tradimento. Ogni giorno sentiamo notizie di omicidi passionali, di suicidi, di sofferenze atroci che si riflettono sui figli e su tutti i familiari. Forse un dio ci sta proteggendo da tutto questo>>
Erano parole sagge, ma su Elner ebbero l'effetto opposto. Incominciò a vedere Irulan come donna.
Ed è una bellissima donna! Molto intelligente, molto elegante, molto abile nelle arti.
La sua voce suono quasi implorante:
<<Ma tu non ti senti sola? Non ti senti triste?>>
Irulan smise di suonare il virginale e finalmente guardò Elner negli occhi:
<<Non abbastanza da rinunciare alla mia libertà>>
Elner si sentì respinto e questo lo offese:
<<Prega gli dei di non dovertene pentire!>>



Cast

Virginia Madsen (Irulan Corrino) - principessa Irulan Eclionner
Tom Hiddleton (Loki) - imperatore Elner XI Eclionner
James McAvoy (Leto II Atreides) - Leto Fuscivarian (Fujiwara)
Tamzin Merchant (Catherine Howard) - imperatrice Alienor di Alfarian
Lena Headey (Cersei Lannister) - lady Marigold di Gothian






sabato 9 febbraio 2013

Un anno di blog: panoramica e statistiche

Quando penso alle autocelebrazioni di alcuni blogger sorrido. Sorrido perché so che fa parte del marketing così come della psicologia motivazionale, e quindi non va vista come una vanteria, ma come una cosa strategica. Sto pensando ad una mia illustre collega bocconiana, Chiara Ferragni, la bionda divoratrice di insalata. Mi scuso se nella foto qui sotto non è bionda... ma sul fatto che si nutra principalmente di insalata ci metterei la mano sul fuoco!


Lo dico scherzando, ma anche con un intento sperimentale, nel senso che ho notato che in un post basta nominare un blogger famoso, schiaffargli sopra tre o quattro foto particolari, e subito quel post diventa un tormentone, con un numero incredibile e assolutamente immotivato di visite.
Guardando le statistiche, infatti, un post stranamente molto visitato è quello ironico-parodistico in cui fingevo di parlare, scherzando, delle celebrità femminili più belle, mettendo al primo posto la Duchessa d'Alba, al secondo la cagnetta Matilda e al terzo la suddetta Chiara con una rarissima foto che la ritraeva ai tempi in cui si faceva chiamare diavoletta87 e aveva i capelli rosso carota. 


Un altro post molto visitato è quello sulla moda nell'Antica Grecia. Mi fa piacere che ci sia interesse per un argomento storico.
Moltissime visualizzazioni riguardano le biografie delle donne illustri, ma gli alberi genealogici delle principali dinastie, sono tra i più gettonati. Seguono i post di estetica, arte e moda.
La gioia maggiore però è quando vedo che sono stati letti capitoli del mio romanzo "Gothian" e del suo sequel, da poco iniziato, "Gli eredi di Gothian", che è ancora ad uno stadio molto rudimentale, per mia mancanza di tempo libero. 
Ho comunque la soddisfazione di vedere che la prima foto che Google Immagini assegna alla voce Gothian è proprio quella del castello che ho usato come copertina ideale del mio romanzo.


Forse il titolo del mio blog andrebbe cambiato. Con oltre 100.000 visite, credo che sia inopportuno parlare di "Voce di uno che grida nel deserto". Dovrò fare un restyling, appena troverò questo benedetto tempo. Poi va beh, vorrei ogni tanto metterci qualche post più "diaristico", ma sempre accompagnato da curiosità e immagini.
Bene! Buona serata, un caro saluto a tutti e alla prossima!

venerdì 8 febbraio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 33. Discorso di Marvin ai Keltar



Per smentire le voci che lo davano per morto o comunque per moribondo, Marvin Vorkidian, re dei Keltar, decise di parlare all'Assemblea dei Keltar, ponendo così fine ad un lungo periodo di inerzia.
Sollevo la mano destra per chiedere silenzio e poi disse:
<<Mi si chiede: cosa ti è successo? Perché non agisci? Ma se voi conosceste già le conseguenze delle vostre azioni e le trovaste inaccettabili, agireste lo stesso?>>
Fece una pausa ad effetto e poi riprese:
<<Nel mare del tempo, in cui io vedo in tutte le direzioni, io sono nel contempo la nave e la tempesta, io sono l'onda, e il naufrago, e lo scoglio. Io sono il mare stesso dove annego>>
La folla era come ammaliata dalla poesia con cui egli esprimeva il suo tormento.
<<In fondo guardare al futuro è molto simile a guardare il passato: c'è sempre di fronte a noi un mare di buone intenzioni nel quale abbiamo fatto naufragio. E' terribile vedere come le nostre buone intenzioni si dissolvano con imbarazzante rapidità. Siamo mossi da un nobile scopo, ma cosa otteniamo nel concreto? Ogni volta che partiamo per una guerra, io so già chi perderà la vita, e se interferissi con quel futuro, metterei a repentaglio la vita di tutti gli altri. E anche se volessi evitare il destino avverso, per ogni decisione che a tal fine non dovrebbe essere presa, ci sono infiniti modi che conducono a percorrerla, pur sapendo che sarà fallimentare. E così ogni giorno mi sono trovato ad affrontare le decisioni che dovevo prendere come se fossero un nemico da combattere. Questa è la mia colpa. Ho preferito l'inerzia a conseguenze più gravi>>
A quel punto però il suo discorso divenne accusatorio:
<<Eravamo mossi da un nobile scopo: liberare i popoli dalla tirannide. Ma ora quegli stessi popoli dicono che siamo noi i tiranni. La nostra jihad ha creato un impero in cui i popoli sottomessi sono costretti a pagarci tasse e servizi in natura, ad accettare la nostra riforma religiosa e a subire le angherie dei governatori provinciali! Tutto questo ha avuto molte conseguenze, ma una in particolare!>> e sollevò l'indice verso il cielo, per poi puntarlo verso la folla e poi di nuovo verso di sé:
<<Abbiamo perduto il diritto di pensar bene di noi stessi>>
Lasciò che quella frase fosse attentamente soppesata e valutata dal suo uditorio, in particolar modo da sua moglie Igraine.


(Igraine Canmore è rappresentata da una rarissima foto della blogger Chiara Ferragni da giovane adolescente, ai tempi in cui si faceva chiamare ancora diavoletta87 ed aveva i capelli rossi e mossi e sfornava abbinamenti come il calzino bianco sotto i jeans a zampa)
Ma ora torniamo a romanzo.

Era un'accusa grave, quella pronunciata dal re, ma poiché la rivolgeva, prima che a tutti gli altri, a se stesso, Marvin ottenne un mormorio di approvazione.



Nonostante le vesti sontuose, la corona sul capo e la pelle colorita, Marvin non stava affatto bene. Aveva dovuto prendere numerose medicine per riuscire anche solo a tenersi in piedi.
E' tempo che sappiano qual è la mia malattia.
Appoggiandosi sulla spada come se fosse un bastone, Marvin si schiarì la gola e riprese a parlare:
<<Quando fui iniziato agli Arcani Supremi, mi fu chiesto se ero pronto a pagarne il prezzo, poiché nulla a questo mondo si ottiene gratuitamente. Da qualche parte, c'è sempre qualcuno che paga e qualcun altro che incassa. Nel mio caso l'iniziazione ha comportato non solo un risveglio progressivo delle memorie del mio antenato re Vorkidex Pendràagon, ma anche, lentamente, di tutti gli altri miei antenati, compresi quelli della dinastia Eclionner. Ed ultimamente mi sono state persino spalancate le porte del futuro>>
E questi erano i fatti, le cause.
Ora bisognava guardare alle conseguenze:
<<Nessuna mente umana, nemmeno la più equilibrata, potrebbe riuscire a incamerare tanta memoria e tanta premonizione futura senza subire un profondo turbamento. Ma al contrario di quello che i miei nemici vorrebbero far credere, io non sono affatto impazzito: le mie capacità mentali si sono accresciute e tutti i dati che ho assorbito si sono amalgamati con gli altri. L'equilibrio è stato ricostituito. Ciò che invece non è affatto ricostituita è la mia forza fisica. La mia mente brucia le sostanze vitali con una rapidità a cui è difficile star dietro, specie quando il fisico è sofferente e debilitato. L'unica sostanza che riesce a tenermi in vita e a darmi la forza è la stessa che bevvi durante la mia iniziazione. Per quasi tutti gli uomini è un veleno, ma per chi è sopravvissuto all'iniziazione, essa diventa un elisir.Certo questo elisir non è esente da rischi, e non è in grado di compiere miracoli, ma mi permette comunque di sopravvivere e di occuparmi degli affari del regno>>



Ora viene la parte più difficile.
La parte finale del discorso di Marvin era infatti riservata a coloro che, in suo nome, avevano commesso e continuavano a commettere crimini inammissibili, dai quali il re voleva una volta per tutte prendere le distanze.
<<Ora io mi rivolgo a voi come Profeta. Ci sono due sole strade davanti a voi, ed una porta al Paradiso e l'altra all'Inferno. Siete ancora in tempo per pentirvi, emendare i vostri peccati, espiarli e condurre un'esistenza giusta, nel rispetto degli altri, nella condotta impeccabile e nella piena integrità morale. Seguitemi lungo questa via, e sarete salvi, e salverete la vostra anima. 
Chi invece continuerà a vivere coltivando dentro di sé l'odio e l'invidia, e comportandosi da oppressore con i deboli e da servo con gli oppressori: costui ha già avuto la sua ricompensa, e ne pagherà il prezzo dopo la morte. I cattivi sentimenti si fanno strada facilmente nei nostri cuori: spetta quindi a noi il compito di riconoscerli e sradicarli, o almeno smettere di alimentarli. A costoro io dico, non disperate: io sono con voi, e sempre sarò con voi, e sempre di più sarò con voi>>



Un grande applauso accolse queste parole, soprattutto da parte di coloro che sentivano in quella voce una reale possibilità di salvezza.
A Marvin non restava che la parte finale del discorso, molto dura, ma necessaria.
<<A chi non è disposto a pentirsi per il male commesso, io do un ultimo avvertimento. Guardate dentro di voi, interpellate la vostra coscienza, che parla anche tramite i sogni. Cercate le origini dei vostri sbagli. Troverete un forte egoismo, che si trasforma in invidia e in avidità. Invidia e avidità portano alla guerra e alla sopraffazione, per il solo gusto di diventare la nuova oligarchia dominante. Non è questo ciò che io volevo. Quando parlavo di raddrizzate i torti, non intendevo certo l'abbandonarsi alla più cieca violenza!>>
Fece un'ultima pausa, sentendo di averli convinti:
<<Non chiedete l'impossibile, perché coloro che pregano per la rugiada ai bordi del deserto, provocheranno il diluvio! Non serbate rancore, perché è come se beveste un veleno credendo di far male a qualcun altro. Non arrabbiatevi, perché ogni atto che commetterete in preda alla rabbia, ricadrà su di vuoi cento volte peggiore. Se la vostra anima trabocca di questi sentimenti malevoli, non mentite a voi stessi, non attribuite una ragione al malanimo, perché quel tipo di ragione nasce dall'orgoglio per consentire a un uomo di giustificare il male che ha fatto o che farà. Purificate dunque la vostra mente, e su di voi scenderà la mano benevola della Grazia>>




Cast

Paul Atreides - Marvin Vorkidian nella prima immagine
Jon Snow - Marvin Vorkidian nella seconda e terza immagine.

Le scelte non sono casuali. Come Jon Snow, Marvin Vorkidian è il Principe Promesso, quello destinato a scrivere con le sue imprese la Canzone del Ghiaccio e del Fuoco. Nella serie di George Martin questo ruolo è stato attribuito anche a Raeghar Targaryen, a suo figlio Aegon VI,  e a sua sorella minore Daenerys.
Nella profezia di Lady Melisandre di Asshai, il titolo viene attribuito a Stannis Baratheon, considerato come Azor Ahai rinato.
Il filone profetico del ciclo di Martin, così come di quello di Jordan e di altri grandi maestri del fantasy contemporeaneo, resta comunque fortemente debitore al ciclo di Dune, di Frank Herbert.
Credo che se non ci fosse stato il paradigma degli Atreides, difficilmente ci sarebbero state le grandi dinastie del fantasy contemporaneo.
L'elemento religioso si inserisce quindi secondo lo spirito herbertiano e antropologico, focalizzandosi sul passaggio da un sistema politeistico puro ad un sistema dove a due divinità principali e opposte, Ahura Mazda e Deva Ahriman, si affianchino una serie di gerarchie angeliche e demonologiche.
In generale l'impostazione de "Gli eredi di Gothian" deve molto a quella de "I figli di Dune".
Resta comunque centrale la componente cristiana, per quanto "rivisitata".
C'è anche un riecheggiamento del Discorso della montagna, presente nel vangelo di Matteo, 5, 1-7, 28

giovedì 7 febbraio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 32. Il druido Bendeigid è punito da Marvin




L'anziano druido Bendeigid arrivò a Camelyn scortato da un drappello di cavalieri del sacro tempio di Belenos.
Ad accoglierlo c'era il giovane druido Gwydion, l'astro nascente.



Gwydion teneva in mano il nuovo testo della religione druidica riformata. Il simbolo era una stella, quella di Earendil, la più amata dai Keltar.
Alcuni chiamavano quel testo "Stella a sette punte", altri "Book of common prayers".
Intorno ad esso si era scatenata una guerra di religione tra i sostenitori del politeismo puro e i seguaci del re-profeta Marvin, che parlavano di diteismo e di gerarchie angeliche.
Tra Bendeigid e Gwydion l'incontro fu gelido.
<<Tu hai perso la retta via!>> fu l'ammonimento del vecchio.
<<E tu forse non l'hai mai trovata>> fu la replica del giovane.
Ma a Bendeigid interessava soltanto vedere il re e rendersi contro della situazione.
Marvin è posseduto... non c'è altra spiegazione... è divenuto un Abominio! Ha osato percorrere il sentiero senza ritorno degli Eclionner.
Non era mai stato entusiasta di tutti i discorsi che inneggiavano al Principe Promesso, al Figlio di Cento Re e meno che mai al Profeta dei Keltar.
<<La guerra santa dei suoi fedelissimi ci ha screditato. Per non parlare del fatto che si è circondato di personaggio discutibili, come Igraine Canmore ed Ellis Eclionner. Ed ora è arrivata persino quella strega di sua madre, Lilieth Vorkidian. Si fa manipolare dalle donne come un burattino!>>
Gwydion ne aveva già sentite abbastanza per quel giorno.
Lasciò che il vecchio continuasse a brontolare e bofonchiare.
Nel frattempo si era sparsa la voce che re Marvin stesse molto male.
Pareva che avesse avuto un attacco epilettico, o qualcosa di simile, e che al suo capezzale vi fossero la moglie, la madre, la nonna, oltre naturalmente ad Ellis Eclionner e ad altri parenti.
Bendeigid si chiese se quello fosse un segno della collera divina.
Il dio abissale sta attraendo nel suo vortice l'apostata.
Il vecchio druido fu ammesso al capezzale del giovane sovrano.
Marvin era irriconoscibile. Il viso era di un pallore cadaverico. La faccia smunta, gli occhi infossati, i capelli aggrovigliati. La bocca era come atteggiata a un eterno broncio.



Appena vide Bendeigid, Marvin abbozzò un sorriso denigratorio:
<<Ecco che arriva il grande guaritore. Oggi è il mio giorno fortunato! Oppure vuoi curarmi con una delle tue prediche, o venerabile Bendeigid!>>
Il druido rimase sorpreso dall'astio delle parole di Marvin.
<<La pensiamo diversamente, maestà, ma non era mai venuto meno il rispetto reciproco>>
Marvin scattò in piedi:
<<Tu mi hai tradito! Hai partecipato alla congiura contro di me! Ho numerosi testimoni pronti a giurarlo! Allora, dimmi, chi è che ha mancato di rispetto all'altro?>>
Bendeigid assunse un'espressione di sdegno:
<<E chi sarebbero questi testimoni?>>
Marvin con un lieve cenno della mano indicò una serie di agenti della Sezione Speciale.
Il vecchio druido capì che non c'era più nulla da fare:
<<Questi tuoi servi sarebbero pronti a giurare il falso anche sull'anima dei loro antenati! Non sono un cospiratore! Ho sempre espresso apertamente le mie idee riguardo all'equilibrio degli Arcani Supremi e le ripeterò anche adesso, per l'ultima volta: ogni azione genera una reazione uguale e contraria. Nessuno può eludere questa legge universale, nemmeno tu, Marvin... nemmeno tu...>>
Marvin, esausto, indicò alcune guardie:
<<Accompagnatelo nelle segrete, dove avrà modo di riflettere fino alla fine dei suoi giorni sull'equilibrio degli Arcani Supremi e sulle altre leggi universali>>


Cast

Christopher Lee (Saruman) - druido Bendeigid
Baelor Targaryen il Benedetto- druido Gwydion
Jonathan Rhys-Meyers - Marvin Vorkidian

mercoledì 6 febbraio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 31. Lilieth e Marvin si incontrano dopo diciotto anni.



La decisione non era stata facile. Lilieth Vorkidian, contessa di Linthael, non aveva infatti ricevuto alcun invito formale né dal figlio Marvin, né dalla nuora Igraine, né dalla madre Ariellyn,
Inoltre era incinta del suo secondo figlio, concepito col secondo marito, lord Vyghar di Linthael, ammiraglio della flotta imperiale.
Ufficialmente il suo arriva Caemlyn, capitale del regno dei Keltar, non era previsto, eppure quando arrivò trovò una grande folla ad aspettarla.



Sono la madre del loro Profeta, del loro Messia... mi vedono come una divinità.
Decise dunque di attenersi scrupolosamente a quel ruolo.
Alzò le mani in gesto benedicente, mentre tutta la folla cadeva in ginocchio davanti a lei.



Per tre minuti interi rimase con le mani sollevate, mentre i fedeli pregavano in silenzio.
Poi, lentamente, le sue braccia scesero e le furono consegnati lo scettro di Ulien, dea della Luna, di cui Lilieth era sacerdotessa, e la pietra luminosa di Ithil, la luce lunare.
Poté scorgere tra la folla alcuni visi noti, come quelli di sua madre Ariellyn, di Ellis Eclionner, del druido Gwydion, del duca di Amnisia e di altri componenti del consiglio.
Solo allora, facendosi largo tra la folla con un'espressione seria e stanca in viso, vide un giovane che in base a tutte le descrizioni non poteva che essere suo figlio Marvin.



Nessun sorriso da parte sua, e quello di Lilieth si spense sul nascere.
Alla fine ci incontriamo come estranei?
Quegli occhi è come se mi chiedessero: perché mi hai abbandonato?
Lilieth sentì l'altro figlio che si muoveva nel suo grembo e le parve di aver varcato, in quel momento, una linea divisoria tra la prima parte della sua vita ed un'altra del tutto nuova.
Marvin la abbracciò con gesto gentile, ma formale, come quello che lei ricambiò.
<<E' tutta qui la manifestazione del tuo affetto filiale, Marvin?>>
Gli occhi del giovane erano lucidi per la commozione:
<<Quid mihi est tibi, Mater? Nondum venit hora mea>>
Lilieth capì immediatamente la citazione:
Che cosa devo fare con te, Madre. Non è ancora giunta la mia ora.
Erano le parole del testo sacro che raccontava la vita di Arexatan Eclionner.
Sua madre gli aveva chiesto un miracolo, ma lui sapeva che questi miracoli avrebbero suscitato il sospetto del Sinedrio e avvicinato l'ora del suo martirio.
Dunque è questo che hai visto? Il tuo martirio? E la mia venuta lo sta accelerando?
Anch'ella allora si commosse e ponderò le parole di lui nel suo cuore.
Le ponderò, ma non ne gioì, perché erano presagi di morte e sepoltura.



In quel momento si avvicinò la regina Igraine e senza alcun convenevole aggredì a parola la suocera:
<<Come ti è saltato in testa di venire qui senza essere invitata?>>



Lilieth la osservò in silenzio, senza degnarla di una parola.
La rapidità con cui ha preso partito non depone a favore della sua intelligenza.
Poi, rivolgendosi di nuovo a Marvin:
<<Mi stavate aspettando e non mi avete cacciata. Posso considerare queste cose come sufficienti per parlare di invito?>>
Marvin annuì:
<<Purtroppo in tutti i futuri da me previsti in cui tu arrivavi questa sera c'è qualcosa di terribile che si avvicina sempre di più. Ormai le possibilità di salvezza si stanno riducendo a poche viuzze miserabili>>
Lilieth rimase sconvolta: <<Ma che stai dicendo? Perché non ti sei confidato con me?>>
Marvin sospirò:
<<Sempre per il motivo che ho detto sopra. Ora è troppo tardi>>



Lilieth dovette faticare per dominarsi, mentre camminava tra i drappeggi a festa che erano stati preparati lungo la via reale.
<<Non capisco di cosa stai parlando>>
Ancora una volta fu Igraine a intervenire:
<<Tu non capisci? Tu osi giudicare tuo figlio? Ma che cosa ti aspettavi? L'hai abbandonato quando aveva meno di un anno, e ti sei messa a girare il mondo in cerca di potere! Non negarlo! Tu volevi per lui il trono imperiale! In nome di questo l'hai abbandonato, ed ora torni dopo diciannove anni recitando la parte della madre amorevole? Ma chi sei tu, per giudicare tutti noi?>>
Lilieth rivolse lo sguardo verso i presenti, ma tutti, compresa sua madre, lo tennero chinato.
Tornò allora a guardare suo figlio:
<<Marvin, gli dei mi sono testimoni: non ho mai cercato il potere. Cercavo giustizia per tuo padre e per te, e per tutto il Continente Centrale, che per anni è stato sottomesso alla tirannia illegittima di questa donna che ora mi guarda dall'alto in basso>>
Si riferiva ad Ellis Eclionner, la sua eterna rivale.
Ellis la guardava con severità.



<<Credo di aver pagato a sufficienza per gli errori del passato, Lilieth. Ora ho dedicato la mia vita al servizio di tuo figlio. Non ti sto guardando dall'alto in basso. Sono solo meravigliata del fatto che credi di conoscere tuo figlio meglio di chi ha rischiato la vita con lui e con suo padre combattendo contro gli invasori.  Mi chiedo dove sia finita tutta la tua saggezza? Si è forse persa nei dolci mesi trascorsi a Lathena come moglie di Lord Vyghar di Linthael?>>
Lilieth la ignorò, continuando a guardare suo figlio:
<<Sono pronta a tutto per salvarti la vita, Marvin. C'è qualcosa che posso ancora fare?>>
Marvin si sciolse:
<<Devi essere molto stanca, madre. Hai fatto un lungo viaggio. Vieni dunque a dividere con me la mensa, e parleremo di tutto ciò che non ci siamo mai potuti dire di persona. E prometto che si tratterà di cose belle!>>


Cast

Claire Folani (Igraine Pendragon di Camelot) - Lady Lilieth Vorkidian, contessa di Linthael
Paul Atreides - Marvin Vorkidian
Sophie Turner (Sansa Stark) - Igraine Canmore di Logres
Eva Green (Morgana di Avalon) - Ellis Eclionner