lunedì 4 febbraio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 27. Lady Ariellyn ed i segreti più segreti.



Quando Marvin Vorkidian aveva scelto sua nonna, lady Ariellyn, come direttrice della Sezione Speciale, i servizi segreti del regno dei Keltar, quasi tutti avevano pensato che si trattasse di uno scherzo.
Cosa poteva saperne di servizi segreti un'anziana signora che aveva trascorso tutta la vita dividendosi tra la vita mondana di Amnisia e il giardinaggio nella sua residenza estiva di Keltar Senia?
Solo gli osservatori più acuti avevano capito che se lady Ariellyn era riuscita a nasconderne la vera identità di suo nipote per quasi vent'anni, a proteggerlo dalle insidie di coloro che avevano ottimi motivi per volerlo morto, ed infine ad educarlo in modo tale che, quando fosse venuto il momento, sarebbe stato in grado di restaurare la dinastia Vorkidian sul trono di Caemlyn, allora probabilmente aveva una forte predisposizione a simulare e dissimulare, a muoversi con astuzia e prudenza tra i segreti, a reperirli e a servirsene al meglio.
La scelta si era rivelata eccellente. La Sezione Speciale era il fiore all'occhiello dell'amministrazione del regno.
Lady Ariellyn era consapevole, più di tutti gli altri, che per salvare il regno dalla cospirazione che stava per pugnalarlo alla schiena, era indispensabile che il servizio di spionaggio non si limitasse a tenere sotto controllo i nemici, ma esrcitasse un controspionaggio nei confronti degli agenti alle dipendenze di Bial l'Eunuco.
Per quanto Bial avesse preso le distanze, almeno privatamente, dalla cospirazione, lady Ariellyn non si fidava pienamente di lui, come del resto riservava la propria fiducia soltanto a pochissime persone.
Era stata una necessità della sua vita fin dall'infanzia.
Suo padre, Arthur Vorkidian, Conte di Keltar-Senia, era un uomo di animo nobile, ma piuttosto ingenuo, che si era fatto più volte raggirare e truffare da amministratori che gli avevano sottratto gran parte delle sue ricchezze. Aveva sei figli, mal'unica a raggiungere l'età adulta era stata Arielly. Quando ella fu in età da marito, suo padre, che non era in grado nemmeno di fornirle una dote, le combinò il matrimonio con un ricco proprietario terriero di Keltar Senia. Altre donne sarebbero fuggite, maledicendo la famiglia. Ariellyn invece pretese che nel contratto fossero scritte alcune clausole a suo favore: il cognome dei figli che sarebbero nati doveva rimanere Vorkidian e lei doveva essere nominata erede universale. Il coniuge accettò. Dopotutto Ariellyn da giovane era stata una delle più belle donne dell'alta aristocrazia, oltre ad essere l'ultima erede del grande re.



Dal punto di vista dei sentimenti quel matrimonio fu un fallimento, ma per il resto le cose andarono come Ariellyn aveva richiesto, e la cosa funzionò così bene che lo stesso matrimonio tra sua figlia Lilieth e Masrek Eclionner fu firmato sulla base delle stesse clausole. In quel caso la salvaguardia del cognome Vorkidian aveva un duplice scopo: salvare la stirpe dei discendenti di re Vorkidex dall'estinzione e tenere nascosto il cognome del padre del bambino, che per depistare i sospetti era stato registrato come Rekormas Roth.
Quando Marvin era nato, il druido Halfgan aveva chiesto di parlarle privatamente.
Le aveva detto che tutti i segni erano propizi nell'indicare Marvin come Figlio dei Cento Re, Principe Promesso e Profeta dei Keltar.
Nella lunga conversazione che ne era seguita, erano state dette cose che Ariellyn aveva mantenuto totalmente segrete fino al diciottesimo compleanno di Marvin e altre cose che erano ancora completamente segrete.
Non gli ho detto tutto.



Questo pensiero la turbava in modo particolare, specie da quando suo nipote aveva manifestato i tre segni della Profezia e cioè Premonizione, Previsione e Prescienza.
Ariellyn non sapeva ancora cosa avesse visto Marvin, ma temeva che si trattasse dei segreti che lei non aveva mai trovato la forza di rivelargli.
E' nato nel dolore, e quell'ombra è rimasta su di lui per tutta la vita. Lilieth aveva rischiato di morire dopo il parto. Non si trattava solo di una emorragia: era come se il feto avesse prosciugato ogni sua risorsa. 



Lilieth era riuscita a sopravvivere, ma era caduta in un tale sconforto che non trovava gioia nemmeno nel vedere il bambino. Masrek era lontano, in guerra.
Aryellin pregava con i versi della quarta egloga di Virgilio:
Incipe parve puer, risu cognoscere matrem, matri longa decem tulerunt fastidia menses. 
Incipe parve puer, cui non risere parentes, nec deus hunc mensa, dea nec dignata cubili est.
Incomincia, o piccolo fanciullo, a riconoscere con il sorriso la madre, alla madre dieci mesi arrecarono lunghi travagli. Incomincia, piccolo fanciullo, poiché a chi non sorrisero i genitori, né un dio offrì una mensa, né una dea concesse un letto.
E il bambino aveva riso, nonostante tutte le ansie della madre e l'assenza del padre. Aveva riso, ma se vedeva il volto di uno sconosciuto, fuggiva terrorizzato e urlava nella notte in preda agli incubi.
Ariellyn, che gli aveva dovuto fare da madre e da padre, sapeva che quel tipo di ipersensibilità era il cosiddetto "talento degli Eclionner", che in lui si era unito ad una naturale predisposizione per l'awen, l'entusiasmo mistico, e per la Vista, dono dei Vorkidian, che permetteva di intravvedere ciò che facevano persone lontane.
I medici dissero a Lilieth che non poteva avere altri figli, se non a rischio della morte. E adesso Lilieth è incinta, e rischia di morire senza aver rivisto nemmeno il suo primo figlio. Marvin ha forse visto anche questo nelle sue premonizioni?
I suoi sogni di bambino erano già pieni di premonizioni terrificanti, anche se lui non li ricordava mai bene. Ariellyn però lo sentiva urlare nel sonno, quando aveva appena incominciato a parlare, e diceva cose che un piccolo fanciullo non poteva sapere:
"Non prevalebunt. Vade retro, Satana!".
Erano i chiari segni di un tentativo di possessione, a cui qualche angelo lo sottraeva instillandogli le formule degli esorcisti. Per i sacerdoti Lathear questa era una forma di Abominio, o come dicevano loro di Abominazione. Fortunatamente nessuno di loro se n'era accorto, mentre i druidi davano valore a quei sogni.
Halfgan, con grande ammirazione, constatava che il bambino aveva già sperimentato l'awen, ed era quindi senza dubbio Colui che aspettavano da mille anni.
Se almeno Halfgan fosse qui. Ma Marvin gli ha affidato il governo di Keltar Senia. E' stato un onore o un modo per tenerlo lontano dal centro del potere?
Ma c'erano altre cose che da bambino Marvin urlava nel sonno: "Io sono l'ultimo dei Draghi, mentre mio fratello è soltanto l'ombra di un serpente!"



Solo chi conosceva i segreti più segreti poteva capire quella premonizione:
Vorkidex aveva come cognome Pendragon, ma i suoi successori persero questo onore, e furono chiamati Vorkidian, cioè discendenti di Vorkidex, che era stato l'ultimo dei Draghi. 
L'altro riferimento al fratello riguardava Elner XI, e la sua pochezza: in confronto al Giovane Drago Marvin, l'imperatore dei Lathear era soltanto l'ombra di un serpente.
Ed ora lo scontro tra il Drago e il Serpente sta per cominciare. Presto sapremo se Marvin diventerò il nuovo Pendràgon.


Cast

Elizabeth Bathory - lady Ariellyn Vorkidian, Contessa di Keltar-Senia
Catelyn Stark - Ariellyn Vorkidian da giovane
Francesca Annis (lady Jessica Atreides) - Lilieth Vorkidian da giovane, quando nacque Marvin.
Renly Baratheon - Marvin Vorkidian.

Gli eredi di Gothian. Capitolo 26. Marigold riprende possesso del Castello di Gothian.



Lady Marigold Edwina Ataris von Steinberg, Contessa di Gothian, riprese possesso del castello del suo defunto marito la notte successiva alla partenza di Ellis Eclionner.
Dalle infinite gallerie dei sotterranei del castello, una moltitudine di vampiri albini si erano riversati prima nelle segrete, liberando i prigionieri e sgozzando le guardie e poi erano dilagati in tutto l'edificio.
Marigold aveva già fatto tutto il possibile per rendere facile l'impresa. Aveva convinto Ellis ad andarsene con buona parte delle sue guardie personali. Le guardie rimaste erano confuse e distratte e mai si sarebbero aspettate un simile attacco la sera stessa in cui l'ex reggente se n'era andata, e furono quindi facile preda dei vampiri emersi dalle viscere della terra.
Il castello di Gothian era finalmente tornato alla sua famiglia.



I figli del Conte, Daemon e Daenerys , erano ancora a Thule per preparare l'attacco contro l'esercito che presidiava il resto della Contea.
Marigold poté quindi godersi pienamente il ritorno al suo antico ruolo e si meraviglio di poter provare ancora una gioia così intensa, resa ancora più grande dalla possibilità di stare finalmente a lungo con i suoi figli, Anakin e Valyria.
Il sogno che interrompi non ritorna uguale, ma può tornare molto migliore del precedente!
Finalmente poteva camminare libera in tutte le innumerevoli stante di quell'antichissimo maniero.



Molte erano state restaurate per ordine di Ellis, la quale, bisognava concederglielo, aveva fatto un ottimo lavoro.
Molte zone erano però ancora da perfezionare.
Marigold sorrise tra sé.
Il tempo non mi mancherà.



.



Quello era il primo vero colpo andato a segno da parte dei partecipanti alla Congiura contro Marvin Vorkidian.
Ha rifiutato la mia offerta di matrimonio. Ho in serbo per lui e per la sua bella mogliettina un trattamento speciale. 
Aveva riflettuto molto su questo, nei lunghi mesi di prigionia nelle segrete del castello.
Come diventerebbe Marvin se ricevesse il morso del vampiro?
Lei non poteva certo concederlo, perché la sua natura di figlia del dio del Fuoco Segreto, Atar, la rendeva una creatura immortale anche senza bisogno del morso del vampiro, da cui era del tutto immune.
Ma forse Marvin si sta già tramutando adesso in qualcosa di mostruoso, se sono vere le voci che circolano su di lui.
La moglie e il figlio che aveva in grembo dovevano essere soppressi in modo definitivo. Niente vampirizzazione. Marvin doveva rimanere solo, completamente solo, in balia di Marigold.
Lo farò confessare cosa ha visto nel futuro! Deve essere qualcosa di terribile se lo ha ridotto nelle attuali condizioni di inerzia.
Mentre pensava questo arrivò nella sala del trono. Non era certo paragonabile a quella di Lathena, ma era infinitamente più sicura e ospitale per lei.
Quando si sedette sul trono che era stato del suo defunto marito, lord Fenrik, provò un brivido, perché era la prima volta che poteva occupare il posto che era stato del Conte.



Per lei quel trono poteva bastare, ma per i suoi figli? Erano degli Eclionner, e avevano oltre che il sangue di Eclion anche il sangue di Atar.
I loro poteri saranno straordinari. Ma dovrò aspettare che crescano. Nel frattempo, istigherò i figli di Fenrik a riconquistare il regno degli Alfar e a spartirselo con gli Elfi Oscuri. Entro pochi mesi la geografia del Continente Centrale sarà del tutto modificata!

Cast

Lena Headey (Cersei Lannister) - Marigold Edwina Ataris von Steinberg, Contessa di Gothian.

Gli interni del castello sono tratti dal videogame "Castlevania".

domenica 3 febbraio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 25. Il conflitto interiore di Irulan Eclionner.



La principessa Irulan Eclionner si appoggiò alla base del pilastro, che gli antichi chiamavano "usùl".
Quel giorno la sua voglia di vivere si era ritratta come acqua sulla sabbia.
Un conflitto interiore la dilaniava.
Continuare a rifuggire la vita sociale, per proteggere la indole ipersensibile e la mia libertà, oppure accettare gli obblighi che il mio rango mi impone, diventando un piccolo ingranaggio in una grande macchina che stritolerà le mie emozioni e la mia creatività?
Posta così, la domanda era tendenziosa, ed Irulan lo sapeva benissimo.
Aveva comunque le sue ragioni a porre la questione in quei termini.
Gli altri mi fanno soffrire. Mi usano e abusano di me. Mi prosciugano tutte le energie, mi privano del tempo e della possibilità di dedicarmi a ciò che più mi interessa.
In quel momento una congiura di palazzo voleva sbarazzarsi dell'imperatore Elner XI e porre lei sul Trono del Sole, costringendola ad un matrimonio combinato con suo cugino Leto Fuscivarian.



Certo è un bel ragazzo, ma è talmente arrogante, sadico e violento, avido di potere e di donne, che farà di me la moglie più maltrattata, tradita e infelice della terra.
E poi c'era tutto quel diabolico meccanismo che voleva fare di lei un semplice ingranaggio, una pedina sacrificabile di un gioco che non le era mai interessato, il Gioco del Trono, quello in cui "si vince o si muore".
E lei si sentiva morire dentro.
Il dolore... il dolore sotto le costole, sotto al cuore... e il conflitto... il conflitto perenne tra ragione e sentimento, tra principio di realtà e principio del piacere.
Non riusciva a trovare un compromesso
La vita non è un romanzo di Jane Austen.
In realtà Irulan della vita sapeva ben poco.
Non era mai uscita dall'Acropoli e non le interessava nemmeno. Sapeva che i problemi se li sarebbe portati dietro.
"Licet traieceris vastum mare... sequentur te" scriveva Seneca.
Non troverai altro luogo, non troverai altro mare. La città ti verrà dietro.
Quello che aveva potuto sperimentale, nel suo angolo di mondo, era un surrogato di vita.
Perché sciupando la tua vita in questo angolo discreto, tu l'hai sciupata su tutta la terra.
Le parole di Kavafis suonavano come una condanna, e invece erano una giustificazione, e forse anche un alibi.
Ma c'erano altre questioni che la legavano al suo "angolo discreto".
Se andassi in giro sarebbe più difficile procurarmi segretamente l'oppio di cui ho bisogno.
La sua dipendenza era il massimo segreto della sua vita. Solo sua madre e sua sorella ne erano a conoscenza.
Come ho fatto a ridurmi così?
La prima risposta che le venne in mente fu una affermazione di Sartre: "L'inferno sono gli altri". Ma prima di scaricare le colpe sugli altri, Irulan aveva appreso una massima universale: "Ogni critica seria deve essere preceduta da una ancor più seria autocritica".
In realtà sono sempre stata così. 
Da bambina il suo temperamento scontroso e solitario era stato rilevato con molta precisione, e le era stato reso noto in tutti i modi, ma non c'era stato modo di correggerne gli eccessi, anzi, ogni volta che si faceva un tentativo di socializzazione, Irulan manifestava, dopo un periodo apparentemente tranquillo di "luna di miele", una crisi di rigetto che le provocava grande dolore e che accentuava sempre di più le asperità del suo carattere.
L'oppio è arrivato quando il dolore delle crisi si era fatto insopportabile.


All'inizio si era illusa di poterlo usare come rimedio temporaneo, ma ben presto ne era diventata dipendente.
Da quel momento aveva cominciato a pensare a se stessa come ad una persona malata, destinata ad una vita breve e ad un decadimento prematuro.



Ma ogni tanto mi illudo di essere come gli altri e persino meglio di loro,  e di poter fare quello che loro hanno imparato a fare fin dalla più tenera età.
Sapeva per esperienza che quelli erano i periodi più pericolosi, perché abbassava la guardia, si lasciava andare, accumulava impegni sociali che non riusciva a sostenere nel medio-lungo periodo e questo avviava, spesso per futili motivi, una successiva crisi di rigetto.
E ora vorrebbero fare di me una imperatrice? Come posso essere il capo di uno stato se non riesco nemmeno a governare me stessa?
Certo ci sarebbero stati validi collaboratori, ma alla fine la sua inidoneità sarebbe stata riconosciuta.
Molti Eclionner sono morti assassinati per questa ragione. E mio fratello è stato uno di loro.
Lei aveva cercato in tutti i modi di dissuaderlo dallo sposare Ellis, ma lui ne era realmente innamorato.
Il bisogno di essere amati e stimati è ciò che conduce le persone come me o mio fratello alla rovina.
Irulan aveva conosciuto molte persone "come lei" ed inizialmente c'era stata stima e amicizia, a volte persino amore. Poi però quella stessa somiglianza che aveva favorito il nascere di una infatuazione, divampata spesso come un fuoco di paglia, era la causa dell'incrinatura, spesso traumatica e irrecuperabile, dei rapporti stessi con la persona e il gruppo intero che ci stava dietro.
Eppure alcuni considerano l'ipersensibilità come il "talento degli Eclionner".
Sotto molti aspetti poteva essere utile: gli Eclionner avevano come un sesto senso, che permetteva di percepire un altro mondo, ovunque, intorno a loro. La capacità sensoriale e percettiva degli Eclionner faceva sì che notassero molti più dettagli che agli altri sfuggivano completamente. In certi momenti questo poteva creare un vantaggio, in quanto ne derivavano intuizioni e informazioni tali da ottenere vittorie considerevoli.
Vincere la guerra e perdere la pace.
La capacità di notare i dettagli, di sentire più intensamente, di ricordare in moto accurato, si ritorceva poi contro chi se ne era avvalso per vincere. Nell'ordinaria amministrazione, infatti, gli Eclionner fallivano sistematicamente perché finivano per trovare difetti ovunque, specie nelle persone più vicine a loro, e incominciavano a covare un'avversione che spesso diventava rancore. Potevano riuscire a nascondere questo rancore anche per mesi, o per anni interi, ma prima o poi arrivava il momento in cui quello che inizialmente era stato il "favorito" finiva per "cadere in disgrazia". Questo portava gli Eclionner ad espellere dalla loro vita quasi tutti i loro più stretti collaboratori, con grave danno alle attività di governo.
Ma il "talento" degli Eclionner  ha una sua particolarità: la premonizione.



Normalmente si trattava di questioni trascurabili e del tutto inutili. A volte però c'era un salto di qualità, come era successo a Marvin. Era anche quella un'arma a doppio taglio, perché vedere il futuro senza sapere la catena di cause ed effetti che lo aveva generato era come scoprire diagnosticare una malattia senza conoscerne le cure.
Io so quali catastrofi arriveranno, ma non so né quando, né come, né perché.




Cast

Virginia Madsen (Irulan Corrino) - principessa Irulan Eclionner
James McAvoy (Leto II Atreides) - Leto Fuscivarian (Fujiwara)

Foto

Opium - Eau de parfume - Yves Saint Loren
Papavero da coltivazione di oppio.
Quadro di Salvador Dalì - Premonizione della guerra civile.















Gli eredi di Gothian. Capitolo 24. Ellis e Marvin.



Ellis Eclionner arrivò a Caemlyn intorno alla mezzanotte, senza farsi annunciare, per questo fu molto sorpresa di trovare suo nipote Marvin Vorkidian ad attenderla nel parco tra le mura intermedie della città.



Quasi non lo riconobbe. Era vestito di nero e il suo sguardo era diventato duro e cupo.
<<Marvin, come facevi a sapere che io...>>
Lui troncò malamente la frase:
<<Ti avevo ordinato di rimanere a Gothian!>>
Il suo tono era talmente adirato e sdegnato che Ellis ne fu profondamente turbata e ferita:
<<Il potere ti ha dato alla testa. Mi ricordi come ero io negli anni peggiori>>
Marvin rimase impassibile:
<<C'è ancora la legge marziale in vigore. Ti potrei far processare per diserzione, ma per questa volta ti concederò la mia clemenza. Ora dì quel devi dire, e poi sarai esonerata da ogni carica nei miei regni. Potrai tornare da tuo figlio, ma dubito che ti riserverà un'accoglienza migliore della mia>>
Ellis era sconvolta dal cambiamento riscontrato in Marvin.
Allora aveva ragione Marigold! Sta veramente impazzendo...
Improvvisamente sentì una profonda compassione per lui.



<<Marvin, sei in pericolo. Sono venuta a conoscenza di una ampia cospirazione contro di te. Vogliono farti passare per pazzo. Il druido Bendeigind userà ogni suo potere per togliere lucidità alla tua mente>>
Lui osservò gli occhi commossi di Ellis e per la prima volta vide sua zia come una donna fragile e vulnerabile:
<<Ne sono al corrente. So bene quanto siate tutti delusi dalle mie scelte>>
Ellis vide in lui qualcosa che non aveva mai notato prima: la sua somiglianza con Masrek.
Assomiglia così tanto a suo padre. 
Aveva la sua stessa espressione malinconica e rassegnata, come se presagisse eventi luttuosi.
<<Io non sono delusa, sono preoccupata per te! Cosa ti sta succedendo?>>
Marvin dovette lottare contro un istintivo e assurdo desiderio di abbracciarla:
<<Se te lo rivelassi, metterei in pericolo la tua stessa vita>>
Lei scosse il capo:
<<La mia vita? Dopo la morte di tuo padre, la mia vita ha perso ogni valore. Ti prego, Marvin, non mandarmi via>>
A lui parve di aver rivissuto quella scena almeno un milione di volte.
<<Puoi ancora rifarti una vita, Ellis>>
La sua voce era remota, come se parlasse da distanza siderali.
<<In nome di quella parte di Masrek che ancora vive in te, consentimi di restare al tuo fianco, per vivere o morire, a seconda di quello che la sorte ha in serbo per noi>>
Marvin sentiva la catastrofe avvicinarsi verso di loro come una tempesta.Come poteva dirle che la sorte era mutevole per chi poteva vederla, e che implicava scelte assurde e incomprensibili dagli altri per essere evitata. Se fosse stato freddamente razionale avrebbe potuto e dovuto compiere delle scelte radicali. Ma nonostante l'espressione dura e severa del suo volto, sentiva il cuore esplodergli dentro.
<<Un giorno mi odierai per aver ceduto alle tue richieste. Ed io dovrò chiederti perdono per averlo fatto>>
Ellis ebbe per un attimo l'intuizione di ciò che Marvin aveva visto e sentì la stretta morsa gelida che ghermiva il suo cuore.




Era come il tocco di uno spettro, o forse quello della morte. La maledizione di Orazio le risuonò nella memoria: "Et inquietis adsidens praecordiis, pavore somnos auferam" : e pesando sui vostri cuori inquieti, nel terrore vi ruberò il sonno. La traduzione di quei versi si insinuò dalla mente fino al cuore.
Era dunque questo che Marvin aveva visto?
La traduzione del quinto epodo di Orazio pareva riassumere quella vaga intuizione in termini pieni di angoscia. "Vos turba vicatim hinc et hinc saxis petens contundet".
Nei villaggi da ogni parte la folla vi lapiderà... e avvoltoi e lupi sull'Esquilino lapideranno le vostre membra insepolte.
La profondità di quella consapevolezza le si dipinse sul viso, ed incontrò gli occhi gli Marvin.
<<Un giorno verrà la morte e avrà i tuoi occhi>>




Al sentire il richiamo luttuoso dei versi estremi che una lucida angoscia aveva dettato a Pavese nella parte finale della propria vita, Marvin si rese conto che lei aveva visto il rischio che correvano, lo aveva ponderato nel suo cuore, e lo aveva accettato. Una lacrima scese dal volto del giovane mentre le rispondeva con la prosecuzione della stessa poesia:
<<Questa morte che ci accompagna dal mattino a sera, insonne, sorda come un vecchio rimorso.... oh cara speranza, quel giorno sapremo anche noi che sei la vita e sei il nulla>>

sabato 2 febbraio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 23. Le visioni di Marvin



All'inizio, prima della sua trasformazione, Marvin  Vorkidian re dei Keltar e reggente degli Alfar, aveva avuto nel sonno le prime visioni profetiche,  come il sogno di Ossian il Bardo, figlio di Fingal, condottiero dei Keltar delle Highlands e fondatore della famiglia Canmore, quella della regina Igraine.
Poi le premonizioni avevano incominciato a manifestarsi anche quando era sveglio: si trattava di improvvise coincidenze tra il suo pensiero e la realtà. Lui pensava qualcosa e questa si verificava.
C'era un antico proverbio dei Navajo, i nativi che proveniva dal Continente Occidentale, che attribuiva questo potere anche alla parola
Attento mentre parli: con le tue parole tu crei un mondo intorno a te.
Poi erano comparse le visioni vere e proprie. Erano come delle sovrapposizioni rispetto alla realtà, che duravano pochi istanti, ma che rivelavano come anche un solo dettaglio diverso avrebbe potuto dare inizio ad un futuro completamente diverso.
I druidi chiamavano "awen" quel momento e lo consideravano una ispirazione divina.
Quando Marvin aveva queste visioni, i suoi occhi diventavano di un blu intenso, tra il cobalto e l'indaco, come quello dei suoi antenati maschili, gli Eclionner.



Pochi però conoscevano la sofferenza che queste visioni portavano con sé.
I rischi connessi ad ogni minimo errore, ad ogni minimo scostamento dalla realtà immediata, erano terrificanti, e non era affatto chiaro il modo di evitarli. La connessione delle cause e degli effetti era come avvolta in una nebbia.
Questo causa la mia immobilità: io so che determinate mosse porterebbero alla catastrofe, ma non posso spiegarlo a coloro che si aspettano da me qualcosa che non deve assolutamente accadere.
Come posso dire alle persone che amo che in ognuna delle mie visioni almeno uno di loro morirà?
Era questa la tortura più grande del suo "dono" di preveggenza.
Nel futuro c'è la morte: o la nostra o quella di coloro che amiamo. E poi mi chiedono perché la tristezza non mi abbandona mai.
Nessuno poteva capire.
Sua madre gli aveva scritto una lettera severa:
<<La tua inerzia non è più soltanto motivo di imbarazzo per me: è diventata spergiuro, ingratitudine e abbandono di tutti coloro che si sono sacrificati per la tua causa>>



Madre, come posso dirti che nelle vie visioni, se dovessi decidere di marciare su Lathena, tu o Alienor, necessariamente, perdereste la vita? Preferisco il tuo disprezzo alla tua morte. 
Ma non era l'unico futuro ipoteticamente luttuoso.
Se abbandonassi il regno degli Alfar, gli elfi oscuri mi colpirebbero alle spalle, e ucciderebbero mia moglie Igraine con nostro figlio ancora in grembo.



Meglio allora la stasi, meglio il non decidere, meglio quest'ombra, questa caligine.
Ellis sta arrivando... maledizione! Non doveva lasciare Gothian! Qualcuno doveva rimanere a presidiare il fortino!
Ogni linea del futuro che si dipartiva da quel punto portava ad un evento luttuoso.
Alcune linee conducevano ad una completa catastrofe.
Ma come posso farglielo capire, se non si fidano di me? Come posso evitare che mi giudichino un pazzo?
C'era un unico futuro dove tutto poteva andare bene. Marvin lo chiamava la Via Aurea, o il Sentiero Dorato.
Posso riuscire ancora ad imboccare la Via Aurea, ma è una strada stretta, stretta, che ogni giorno si fa sempre più stretta.



Il tempo scivolava via, precipitava.
Ci sarà un momento, presto, in cui dovrò prendere la decisione essenziale per imboccare il Sentiero Dorato.
Non sapeva ancora bene quando, come e dove si sarebbe creata l'occasione per decidere.
Nessuna visione ancora gli aveva mostrato nemmeno una vaga proiezione di quel momento, eppure lui sapeva che c'era, e che una volta passato non sarebbe tornato mai più.
In fondo alla Via Aurea c'è quello che potremmo chiamare il "migliore dei mondi possibili".
La definizione era quella della teodicea di Leibniz: "questo non è un mondo perfetto, ma il migliore dei mondi possibili". Voltaire aveva poi avuto facile gioco a mettere in ridicolo l'ottimismo di Leibniz, scrivendo il "Candido".
Il fatto che sia il migliore non lo rende necessariamente né perfetto, né giusto. Significa soltanto che gli altri sono peggio.
Il tutto stava, naturalmente, nel riuscire a ricreare un equilibrio dove il Bene, e il suo dio Ahura Mazda, avrebbero potuto porsi in una condizione di superiorità stabile rispetto al Male e al suo dio Ahriman.



La Via Aurea è alternativa all'equilibrio degli Arcani Supremi. E' un miglioramento, ma contiene il pericolo più grande, quello della guerra perenne. Un solo passo falso e...
Non voleva nemmeno pensarci.
Il senso di responsabilità lo schiacciava.
Mio dio! Ma che cosa ho fatto al nostro universo? 
Aveva fatto quello che era necessario, e avrebbe continuato, perché non c'erano alternative.
E se mi sbagliassi?
La visione si faceva confusa, si ritraeva nell'atro fondo del pozzo la cui carrucola cigolava nei versi del suo poeta preferito.
Ti ridono all'atro fondo, visione... una distanza ci divide...
Un improvviso senso di solitudine lo afferrò e gli provocò quella stretta al petto che era espressione dell'angoscia somatizzata.
Nemmeno mia moglie capisce la mia sofferenza. Crede di adorarmi, ma non mi conosce. Adora l'idea che si è fatta di me, e non vuole sapere altro.
Sua nonna lady Ariellyn invece era l'unica che riusciva a leggere nel suo pensiero anche solo guardandolo negli occhi.



Lei ha capito, lei sa tutto, e quindi sa anche che è inutile parlarne. 
Lady Ariellyn, Contessa di Keltar-Senia, aveva sempre saputo che l'inevitabile poteva essere solo rimandato, ma mai eluso.
Per questo aveva educato suo nipote seguendo l' "insegnamento profondo", una pedagogia sperimentale famosa presso le Bene Gesserit, portata alla gloria dalla reverenda madre superiora Darwi Odrade.
Odrade l'aveva insegnata a lady Janet Roxbrough di Laerneus, madre di lady Ariellyn.
L'insegnamento profondo è quello che aiuta la mente ad essere aperta, elastica, pronta ad affrontare il cambiamento e l'imprevisto. E' contro ogni dogmatismo, ogni rigidità, perché nella selezione naturale non è il più forte quello che sopravvive, ma chi riesce ad adattarsi meglio al cambiamento.
Marvin sapeva di dovere gran parte della sua forza a sua nonna Ariellyn, sia per gli insegnamenti del passato che, nel presente, per la sua gestione oculata della Sezione Affari Speciali, i servizi segreti del regno.
Anche Ariellyn possedeva in parte il dono della Vista, e così sua figlia Lilieth, ma non era mai capitato che un discendente maschio di Vorkidex avesse il Dono e fosse in grado di svilupparlo fino a quel livello.
Ogni giorno vedo sempre più chiaramente i loro destini sdipanarsi dal gomitolo delle possibilità, e non posso intervenire, altrimenti peggiorerei le cose. Non posso nemmeno dirglielo, perché una previsione conosciuta si avvera con molta più facilità.
No, questo è un gioco dove necessariamente una pedina non può essere mossa ed un'altra almeno deve essere sacrificata. La Via Aurea incomincia da qui. Non è un bel nome? Se non vi piace dovrete abituarvi, perché è tutto quello che c'è, e tutto quello che sempre ci sarà.




Cast

Kyle MacLachlan (Paul Atreides) - Marvin Vorkidian
Claire Forlani (Igraine di Camelot) - Lilieth Vorkidian
Sophie Truner (Sansa Stark) - Igraine Canmore di Logres
Erszebet Bathory - Lady Ariellyn Vorkidian, Contessa di Keltar Senia.








venerdì 1 febbraio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 22. Il discorso di Morgil agli Elfi Oscuri.



L'Assemblea Generale degli Elfi Oscuri, detti anche Drow, si teneva nel centro della Foresta Nera, tra il fiume Dhain e la catena montuosa dei Denti del Drago, al confine meridionale del Regno degli Alfar. Quella zona era anche chiamata Forgotten Realms, i regni dimenticati, poiché gli Alfar da molto tempo non vi risiedevano più.



La particolare zona della foresta in cui gli Elfi Oscuri avevano il loro principale rifugio era detta Selva di Teutoburgo, ed era famosa perché molti secoli prima il re Arminio degli Alfar aveva sconfitto e annientato le legioni dell'imperatore August Eclionner.
Ora un altro Eclionner aveva invaso il Regno, anche se preferiva farsi chiamare col cognome della madre.
Il suo nome era Marvin Vorkidian, re dei Keltar.
Quando Marvin venne a liberarci dai vampiri di Gothian, noi lo acclamammo e lo aiutammo. Poi però lui divenne il nuovo padrone del regno, e con la scusa di "bonificare" le terre del Nord dai vampiri, si fece proclamare Reggente degli Alfar.
In molti sostenevano che questa scelta fosse stata particolarmente voluta e realizzata dalla moglie di Marvin, la regina Igraine Canmore di Logres.
Di questo e di altro quel giorno Morgil Thalion, comandante degli Elfi Oscuri, avrebbe parlato di fronte all'Assemblea del suo popolo, che si stava tenendo dentro una grotta.





Erano presenti anche il subcomandante Markus Darkflame e di suo figlio Aegor Bittersteel.





 Erano giunti persino i sacerdoti e le sacerdotesse dei principali angeli neri: Lolth, Ghaunadaur, Vhaeraun, Kiaransalee, Selvetarm ed Eilistraee.


Eilistraee



Lolth

Ghaunadaur



Vhaeraun



Kiaransalee



 Selvetarm



Gli angeli neri del Pantheon Drow erano passati al servizio di Gothar quando Morgil Thalion aveva concluso il patto di allenza con i vampiri albini di Daemon Iceblood.
Quando tutti ebbero preso il loro posto, il comandante Morgil Thalion incominciò il suo discorso:
<<Cari amici, un anno fa il re dei Keltar, Marvin Vorkidian, pronunciò due giuramenti davanti a noi e allo spirito del defunto re Kerelik di Alfarian. Giurò che avrebbe liberato il regno degli Alfar dall'occupazione del Conte di Gothian, e lo avrebbe restituito al nostro popolo. Giurò inoltre di liberare Alienor di Alfarian e di riportarla a noi, affinché diventasse la nostra sovrana.
Nessuno dei due giuramenti è stato mantenuto. Il nostro regno è governato dai Keltar come se fosse una provincia da spremere e da convertire. Quanto ad Alienor, è ancora a Lathena, costretta a vivere accanto a Elner XI Eclionner. La principessa Ingrid è di fatto ostaggio dello stesso Marvin e il principe Hans Axel è agli arresti domiciliari, controllato da lord Ywain de Bors, il Reggente, duca di Amnisia, che ci domina col pugno di ferro. Siamo stati traditi!
Per quanto tempo ancora, Marvin, abuserai della nostra pazienza?
I Keltar ci impongono i loro druidi e le loro divinità celtiche. I Lathear ci schiacciano con la loro disciplina militare.
Dove creano il deserto, lo chiamano pace!>>

Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant. Pochi avrebbero ricordato la citazione dell'Agricola di Tacito, uno dei pochi storici Lathear che ammirava i "barbari" Alfar del Nord.
<<Io ricordo com'era Marvin Vorkidian un anno fa, prima che perdesse la retta via. Era, per dirla nella lingua dei suoi antenati Eclionner, un "integer vitae scelerisque purus". Che cosa allora lo ha traviato? Da dove è scaturita la jihad, la guerra santa che ha portato le sue legioni a sottomettere tutto il Nord? Per rispondere dobbiamo tenere conto che egli si è proclamato Profeta, che ha sempre più di frequente premonizioni, visioni e vere e proprie cognizioni di prescienza. E in quel futuro che lui vede, noi siamo ingabbiati e in catene. Ci ha fatto rimpiangere il dominio del Conte di Gothian>>
L'assemblea assentì all'unanimità. Tanta era la delusione per il governo di Marvin!
<<Se dunque si stava meglio quando si stava peggio, tanto vale coalizzarci con gli Eredi di Gothian, Daemon Iceblood e Daenerys Hearteater. Loro attaccheranno da Nord e si riprenderanno il regno dei Vampiri Albini e ricostituiranno, presso l'Ultima Thule, la Fratellanza Bianca. A Gothian c'è lady Marigold, che è riuscita ad allontanare Ellis Eclionner. Noi attaccheremo da Sud, e ci riprenderemo il nostro regno, o almeno quella parte di esso che apparteneva all'aristocrazia elfica>>
Arrivò infine alla "peroratio", la mozione degli affetti:
<<Eravamo un nobile popolo, nato dall'unione degli Elfi Luminosi con gli Uomini del Nord, i biondi Normanni. Ora di quel popolo restano solo poche comunità sparse. Noi che eravamo gli Eldar tornati da Aman per rifondare l'Alfheim, siamo caduti nell'ombra. La Luce si è ritratta da noi. Nessuno onora più il nostro lignaggio. Ci hanno privato di tutto, della dignità, della libertà, delle nostre case e delle nostre terre. Viviamo come clandestini in fuga, i nostri stessi dei sono caduti agli Inferi.
A molte di queste cose, purtroppo, non c'è rimedio, ma ad altre sì. Riprendiamoci la dignità e la libertà, riprendiamoci le nostre case e le nostre terre, costruiamo un nuovo regno, quello degli Svart Alfar, gli Elfi Oscuri, poiché i luminosi più non esistono nel nostro continente, e gli uomini del nord hanno bisogno di una nuova guida. Certo non potremo più cambiare la nostra natura. La Luce non ritornerà per noi, perché gli Eldar che sono morti erano l'ultima luce tramontata insieme col sole. Quanto agli uomini del Nord, ai cavalieri di Rohan e del Mark, ai signori di Elenna e ai navigatori di Baralbeck, forse potranno un giorno ricostituire un popolo, e quel giorno noi saremo ricordati da loro come degli dei. Ora ci guardano e chiedono, come un tempo fece il re Theoden: dove sono il cavallo e il cavaliere? Dov'è il corno dal suono violento? Dove sono l'elmo e lo scudiero, e la fulgida capigliatura al vento? Dov'è la mano sull'arpa e il rosso fuoco ardente? Sono passati come la pioggia sulle montagne, come il vento nei prati. I giorni sono calati a Ovest, dietro le colline, nell'Ombra. Come siamo giunti a questo? Come possiamo permettere che questo continui ancora? Se questa deve essere la nostra fine, allora facciamo in modo che sia almeno una grande fine, ricordata nei poemi e nelle leggende, per sempre!
>>

giovedì 31 gennaio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 21. L'Ultima Thule.



Quella sera Daemon Iceblood di Gothian non riuscì a vedere il sole di mezzanotte. Le nubi si erano addensate sopra il fiume ghiacciato e i raggi si rifrangevano in colori suggestivi: indaco, blu oltremare, e quell'azzurro che faceva apparire i blocchi di ghiaccio come splendidi zaffiri. Certo tutto questo era nulla rispetto all'aurora boreale, ma bisognava ammettere che ogni giorno donava colori nuovi, e nuove emozioni, quando la luce si rifrangeva tra le nuvole e il ghiaccio, lassù, all'Ultima Thule.
C'era una canzone che riassumeva bene le emozioni e i ricordi che Daemon Iceblood, che nella sua gioventù aveva cercato il Passaggio a Nord Ovest, navigando tra quegli iceberg, belli come diamanti.

Io che ho doppiato tre volte Capo Horn
e ho navigato sette volte i sette mari
e ho visto mostri ed animali rari,
l'anfesibena, le sirene, l'unicorno.

Io che tornavo fiero ad ogni porto
dopo una lotta, dopo un arrembaggio,
non son più quello e non ho più il coraggio
di veleggiare su un vascello morto.

Dov'è la ciurma che mi accompagnava
e assecondava ogni ribalderia?
Dov'è la forza che ci circondava?
Ora si è spenta ormai, sparita via.

Guardo le vele pendere afflosciate
con i cordami a penzolar nel vuoto,
che sbatton lenti contro le murate
con un moto continuo, senza scopo.

E vedo in aria un'insensata danza
di strani uccelli contro il cielo bigio
cantare un canto in questo mondo grigio,
un canto sordo ormai, senza speranza.

E qui da solo penso al mio passato,
vado a ritroso e frugo la mia vita,
una saga smarrita ed infinita
di quel che ho fatto, di quello che è stato.

Le verità non vere in cui credevo
scoppiavano spargendosi d'intorno,
ma altre ne avevo e giorno dopo giorno
se morivo più forte rinascevo.

E ora son solo e non ho più il conforto
di amici andati e sempre più mi assale
la noia a vuotar l'ultimo boccale
come un pensiero che mi si è ritorto.

Ma ancora farò vela e partirò
io da solo, e anche se sfinito,
la prua indirizzo verso l'infinito
che prima o poi, lo so, raggiungerò.

L'Ultima Thule attende al Nord estremo,
regno di ghiaccio eterno, senza vita,
e lassù questa mia sarà finita
nel freddo dove tutti finiremo.

L'Ultima Thule attende e dentro il fiordo
si spegnerà per sempre ogni passione,
si perderà in un'ultima canzone
di me e della mia nave anche il ricordo.

(Francesco Guccini)



Ogni volta che la cantava, suonando l'arpa, nelle notti luminose e insonni dell'Artico, gli venivano i brividi. 




Aveva navigato, aveva esplorato, aveva cercato di dare un senso alla propria vita e al mondo intero, ma non era approdato a nulla.
Il porto accende ad altri i suoi lumi; me al largo sospinge ancora il non domato spirito, e della vita il doloroso amore.
Questi erano i pensieri di Daemon Iceblood, mentre contemplava, con gli occhi viola velati dalla commozione, i ghiacci eterni dove gli Albini si erano ritirati per sopravvivere alla conquista da parte dei legionari Keltar, nella loro guerra santa contro i vampiri.
Lo spirito guerriero che gli ruggiva dentro lo avrebbe spinto ad una battaglia campale, ma non era ancora il momento. Quello era stato l'errore commesso da suo padre, Lord Fenrik, Conte di Gothian.
Aver allontanato Ellis da Gothian è già stato un grande successo. Presto Marigold preparerà le condizioni per la riconquista del castello dei miei antenati.
Sarebbe stato il primo passo di una strategia "a tenaglia", in cui i vampiri albini avrebbero colpito da Nord e gli elfi oscuri da Sud, per ripristinare l'indipendenza della contea di Gothian e del regno degli Alfar dall'occupazione dei fanatici seguaci di Marvin Vorkidian e del suo braccio spirituale, l'Organizzazione Missionaria.
Mia sorella riderebbe di me, se sapesse con quale stato d'animo rifletto sulle strategie future.
Daenerys, la Divoratrice di Cuori, era molto diversa da suo fratello. 
Io sono riflessivo, lei è impulsiva. Io sono contorto, lei è diretta. Io patisco la mia natura di vampiro, e non bevo il sangue umano. Lei invece è fiera di essere una non-morta, e il sangue umano non le basta: deve divorare il cuore delle sue vittime.
Era lei il terrore dei ghiacci, Daenerys Hearteater, la Divoratrice di Cuori.



E dire che quando non cedeva a quel disgustoso istinto, sembrava una semplice fanciulla, ferma all'età adolescenziale in cui aveva ricevuto, col morso del vampiro, l'immortalità e l'eterna giovinezza.



Daenerys assomigliava fisicamente molto alla loro madre, Rhaella Targaryen.
Mia madre però era dolce e silenziosa.
Si ricordava ancora la sua tristezza, il giorno in cui Lord Fenrik aveva deciso di tramutarsi definitivamente in vampiro.
Giunsero da ogni angolo della terra a portare dei doni. Quando i sacerdoti del dio Gothar, signore dei ghiacci, le donarono incenso e balsami, ella li accettò, e li ponderò nel suo cuore. Li ponderò, ma non se ne rallegrò, perché erano presagi di morte e sepoltura.
E lo furono per davvero.
Ma era inutile tornare su questi ricordi.
Lui e Daenerys, per quanto diversi, erano uniti da un legame profondo, sotterraneo.
Lei è l'altra parte di me.
Non erano amanti, però. Aborrivano il crimine di Ellis Eclionner.
Il profondo, fraterno e tenero affetto che li univa, nonostante le differenze e le liti, era un sentimento puro, qualcosa che aiutava a riequilibrare le loro anime, e a tenerle vive.



L'Ultima Thule era anche questo. Un luogo dell'anima, prima di ogni altra cosa.
Chi non è stato qui non può capire. Noi siamo l'ultimo mito rimasto sulla Terra.
Dopo che il castello di Gothian era stato profanato, la Thule era rimasta l'ultimo luogo sacro per la Fratellanza Bianca. Lì c'erano le porte di Agharti, lì si custodiva il Graal, lì l'energia tellurica poteva incontrare quella siderale, per plasmare nuove creature.
Noi non siamo scienziati, ma siamo inventori. Non siamo dèi, ma siamo creatori.



Cast

Harry Loyd (Vyserys Targaryen) - Daemon Iceblood di Gothian
Emilia Clarke (Daenerys Targaryen) - Daenerys Hearteater di Gothian, la Divoratrice di Cuori.

Gli eredi di Gothian. Capitolo 20. Riunione del clan dei Fuscivarian



L'abitazione principale del clan dei Fuscivarian era in stile nipponico, poiché il loro clan era originario dell'impero giapponese, nel Continente Orientale. Il loro cognome, all'epoca, era Fujiwara.



Erano migrati a Lathena quando una congiura di palazzo aveva fatto cadere in disgrazia la loro famiglia presso il Trono del Crisantemo. Il clan che successivamente si era impadronito del potere, ottenendo l'appannaggio della carica di shogun, erano i Tokugawa, che ancora esercitavano la loro egemonia sul Continente Orientale.
I Fujiwara, divenuti Fuscivarian per una latinizzazione del loro cognome, erano riusciti ad acquisire un ruolo analogo presso la Dinastia imperiale Eclionner, a cui erano legati da fittissimi vincoli di parentela tramite una fruttuosa politica matrimoniale.


Albero genealogico e legami tra la dinastia Eclionner e il clan dei Fuscivarian (Fujiwara)


                                                             (in grassetto sono indicati i personaggi ancora in vita)
                                                              _______________________________________
                                                              |                                     |                                       |
                                    Wechtigar XVI Barbablù                   Vorian Eclionner          Diana Eclionner
                                                    +                                             +                             +
                                     Sophie Tessier-Ashpool                  Melania Orwell        William Richese
                                                     |                                              |                               ! 
Sen. Sibelius Fuscivarian          Sephir Eclionner             Ivar Eclionner                Helena Richese
                                     |              +                                     +                                      +
  Kato Fuscivarian - - -  Wensy Fuscivarian - -  -  Susan Fuscivarian       Conte di Linthael               
   +                   ________ |________                        _   _  _!_____                           |
Jessica            |                           !                           |        |                              Vyghar  
Antares       Masrek --- --+ ----Ellis Eclionner-+  Elner X      Irulan                 di Linthael
 _| _                +                                       |                     Eclionner                        
|        |              Lilieth   Vorkidian         Elner XI                                                             
Hito   Leto                   |                             + 
Fuscivarian               Marvin               Alienor di Alfarian
+                                Vorkidian                 |
Chani Corrino                +                       Eleanor Eclionner
                               Igraine Fenmore


A Susan Fuscivarian pareva che il suo clan fosse decaduto a causa dell'alleanza matrimoniale con gli Eclionner.
Persino Melania, la madre del divino Arexatan, lo riconobbe. Quando il dio Eclion la visitò e la prescelse come madre di suo figlio e della sua Dinastia, Melania accettò con umiltà, ma non ne gioì, perché sentiva in quel destino un presagio di morte.
E così ora capitava a lei.
Susan aveva 65 anni, portati dignitosamente. 



Per quasi tutta la sua vita era stata una figura di secondo piano. Il padre Sibelius aveva accentrato su di sé tutti i poteri. Il marito Ivar Eclionner era morto giovane, lasciando Susan con tre figli da allevare.
In quel periodo tutta la gloria e l'attenzione era riservata alla sua bellissima sorella maggiore,  Wensy Fuscivarian, Principessa della Corona, in quanto moglie dell'allora erede al trono Sephir Eclionner, e madre di Masrek ed Ellis.



Nell'anno della Primavera di Sangue (the Bloody Spring, la chiamavano gli Alfar) la vita del clan Fuscivarian e quindi anche di Susan fu completamente sconvolta da una serie di eventi orchestrati dal vecchio senatore Sibelius.
Sephir aveva scoperto la tresca incestuosa tra Masrek ed Ellis, e aveva costretto il primo a seguirlo in guerra e la seconda a trovarsi marito il prima possibile, essendo rimasta incinta.
Dopo la sconfitta di Sephir, mio padre convinse l'imperatore Wechtigar XVI a diseredare il principe, e persuase lo stesso Sephir a tenere Masrek lontano dalla corte, facendo credere che fosse morto, altrimenti avrebbe rivelato lo scandalo dell'incesto. 
Susan credeva che suo padre non avrebbe osato andare oltre e dava per scontato che Wensy fosse d'accordo con lui.
Wensy invece non voleva rassegnarsi all'idea della morte del figlio. E nostro padre la spinse giù dalla torre. 
Per quanto i rapporti con Wensy non fossero mai stati calorosi, Susan rimase comunque sconvolta dalla sua morte e dal ruolo che il loro stesso padre aveva avuto in quella morte.
Da quel momento tutto è precipitato. Wechtigar venne avvelenato. Del ramo primogenito rimaneva soltanto Ellis, che era sposata con mio figlio, Elner X. Avrei potuto essere l'imperatrice madre, ma anche mio figlio fu avvelenato.
La mandante dell'avvelenamento era stata Ellis, la quale poi aveva assunto su di sé un potere assoluto, come reggente per il figlio avuto da Masrek, chiamato Elner XI per legittimarne la nascita.
Mio figlio fu imperatore per pochi mesi, poi, dopo il suo avvelenamento, io e le mie figlie fummo allontanate da corte, e tornammo a vivere nella residenza dei Fuscivarian. 
Durante tutto il lungo, gramo periodo della Reggenza di Ellis, la principessa Susan non ebbe alcuna importanza di carattere politico e nemmeno di tipo mondano e le sue figlie Irulan ed Eilan, principesse imperiali del sangue Eclionner, non riuscirono a trovare marito.
Diciotto anni di umiliazioni. Io e le mie figlie eravamo sole, dimenticate da tutti, disprezzate, emarginate.
Si era ormai rassegnata al peggio, quando ci fu il miracolo.
 Elner XI ritirava a sua madre Ellis la reggenza e la spediva in esili. Tutti i giochi, da quel momento si sono riaperti.
Susan era una delle più esperte conoscitrici delle regole dell Gioco del Trono ed anche un'abile simulatrice e dissimulatrice. Partecipava a due congiure opposte tra loro: era alleata con Elner XI contro Marvin, ma anche con la madre di Marvin contro Elner XI, nella speranza di favorire l'ascesa indiscussa di sua figlia Irulan sul trono imperiale.
L'unico problema era riuscire a trovare un marito degno di sua figlia, che le portasse prestigio e potere, ma che non pretendesse di comandare al suo posto.
Un candidato naturale a quel ruolo c'era: suo nipote Leto Fuscivarian, un giovane di grandi qualità, ma molto umile e prudente. L'unico suo difetto era di avere una madre molto ambiziosa, lady Jessica Antares, che sicuramente avrebbe costituito un grande ostacolo per Irulan.
Comunque, per ora anche Jessica ha tutto da guadagnare nel seguire il mio piano. Il resto si vedrà al momento opportuno.


Cast

Susan Sarandon (Wensicia Corrino) - Susan Fuscivarian (Fujiwara)
Elizabeth von Wittelsbach (Sissi) - Wensy Fuscivarian (Fujiwara)